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TWF - Tex Willer Forum

Un nuovo arcinemico per Tex (nella nuova serie Tex Willer)


ymalpas
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<span style="color:red">11 ore fa</span>, borden dice:

Nulla è precluso mai. Ma deve succedere, prima. O non succedere. La mia risposta di prima è chiara. O nasce raccontando o non si può imporre per forza. Più chiaro, adesso?

 

Era chiaro anche prima, la mia era solo una precisazione, anche se un po' di pianificazione secondo me tu ce la metti. 

 

Vedi il tuo Nick Castle, ce l'ho in mente da quando è stato aperto questo topic.

 

Entra in scena dopo circa 640 numeri. Ha un ruolo tutto sommato di cattivo minore nella prima storia. 

Sta antipatico un po' a tutti i lettori perché così l'hai voluto tu stesso, non nasce cioè con l'intento di creare dell'empatia (Mefisto, Yama invece un pò la creano).

In quella storia si capisce subito che mentre El supremo è solo un manichino destinato a sparire, Nick ha un'anima, ha spessore umano, in negativo, ma ce l'ha.

Difatti scappa via.

 

Nella seconda storia in cui compare, dopo circa 50 numeri, il suo apporto cresce considerevolmente anche se ancora non è il prim'attore, ruolo ricoperto dal Maestro.

Anche in questa storia mostra delle doti, non è più una mezza tacca, ma deve ancora levarsi di dosso del tutto la pelle del gregario.

Nell'ultimo albo viene anche malmenato, con soddisfazione evidente dei lettori e penso anche dello sceneggiatore, prima di essere spedito in prigione.

 

Passiamo ora alla terza storia in cui lo rivedremo.

E' in programma, mi è sembrato di capire.

E' un personaggio di Dotti e da quello che tu stesso hai raccontato il disegnatore ritornerà alla serie regolare con la storia ambientata a Dry Tortugas, dove c'è un penitenziario. Ora facendo una piccola somma, tra i clienti della prigione potrebbe esserci proprio Castle.

Questo spiegherebbe anche perché questa storia che pensavi di scrivere da dieci anni sia messa in lavorazione solo ora.

Cioè tu per Castle, nonostante le smentite, avevi chiaro un percorso ben definito: contavi di affiancarlo al Maestro, probabilmente avevi già deciso di spedirlo a sud di Key West.

Se le mie congetture sono esatte, stavolta per Castle c'è un ruolo da protagonista.

Dopo una lunga gavetta eccolo di fronte a Tex per la prima volta (nella prima storia non si erano mai incrociati, nella seconda solo nelle pagine conclusive).

Una storia in cui dovrebbe crescere tantissimo.

Starà poi solo a te decidere se dopo una fuga, dopo la galera, il personaggio dovrà per forza incontrare la morte.

Se questo non dovesse accadere, per un personaggio che è apparso recentemente  e per ben tre volte nell'arco di 150 numeri (in delle storie quadruple), un trattamento che non hai riservato a nessuno dei tuoi personaggi (se non la famiglia Rodelo, che meriterebbe un discorso a parte), l'arcinemico è presto creato, una nuova nemesi dopo che Mefisto e la famiglia Dickart sarà probabilmente parcheggiata dopo la monumentale storia che è ancora in lavorazione e che, a differenza di altri, io aspetto di leggere avidamente.

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33 minuti fa, ymalpas dice:

Se le mie congetture sono esatte, stavolta per Castle c'è un ruolo da protagonista.

mi hai battuto di un soffio nella tua completa disamina, da me condivisa

Nick, lo dico da sempre, è un cattivo working in progress. "Ruba" sapere (al Maestro) e risorse (al Supremo, il tesoro è stato nascosto da Castle, ricordiamolo: nessuno sa che Castle l'ha nascosto)

nasce anche con una fisionomia molto semplice, quella di un semplice vaccaro del Texas, non possiede nè fisico possente (per quello c'è il suo amico con la bombetta) nè grandi qualità intellettive. Ha però una grande fame di soldi e intuito sopraffino per il crimine. Boselli lo fa volutamente crescere pagina dopo pagina, il cattivo nero come la pece dalla "faccia d'angelo", bugiardo, arrivista, disposto a tutto per fare soldi...

ma la domanda delle domande è: sarà abbastanza "cresciuto" per tenere testa a Tex?

La Tigre Nera è tutto sommato un super cattivo che ha cultura, ambizioni, mtivazioni d'odio, il gusto per la tortura (tipico dell'Oriente) e un suo (personale) codice d'onore, il Maestro era un pazzo scienziato con una visione di dominio assoluto, faceva più paura nelle sue ambizioni e nei suoi modi (come il professor Moriarty) che per il suo aspetto fisico raccapricciante.

Nick era affamato di soldi (ma ora li ha) ha forse l'arma di morte del Maestro: bisogna capire come si muoverà ora e come porterà avanti la sua vendetta. si preannuncia un duello all'ultimo sangue.

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red">31 minuti fa</span>, ymalpas dice:

 

Era chiaro anche prima, la mia era solo una precisazione, anche se un po' di pianificazione secondo me tu ce la metti. 

 

Vedi il tuo Nick Castle, ce l'ho in mente da quando è stato aperto questo topic.

 

Entra in scena dopo circa 640 numeri. Ha un ruolo tutto sommato di cattivo minore nella prima storia. 

Sta antipatico un po' a tutti i lettori perché così l'hai voluto tu stesso, non nasce cioè con l'intento di creare dell'empatia (Mefisto, Yama invece un pò la creano).

In quella storia si capisce subito che mentre El supremo è solo un manichino destinato a sparire, Nick ha un'anima, ha spessore umano, in negativo, ma ce l'ha.

Difatti scappa via.

 

Nella seconda storia in cui compare, dopo circa 50 numeri, il suo apporto cresce considerevolmente anche se ancora non è il prim'attore, ruolo ricoperto dal Maestro.

Anche in questa storia mostra delle doti, non è più una mezza tacca, ma deve ancora levarsi di dosso del tutto la pelle del gregario.

Nell'ultimo albo viene anche malmenato, con soddisfazione evidente dei lettori e penso anche dello sceneggiatore, prima di essere spedito in prigione.

 

Passiamo ora alla terza storia in cui lo rivedremo.

E' in programma, mi è sembrato di capire.

E' un personaggio di Dotti e da quello che tu stesso hai raccontato il disegnatore ritornerà alla serie regolare con la storia ambientata a Dry Tortugas, dove c'è un penitenziario. Ora facendo una piccola somma, tra i clienti della prigione potrebbe esserci proprio Castle.

Questo spiegherebbe anche perché questa storia che pensavi di scrivere da dieci anni sia messa in lavorazione solo ora.

Cioè tu per Castle, nonostante le smentite, avevi chiaro un percorso ben definito: contavi di affiancarlo al Maestro, probabilmente avevi già deciso di spedirlo a sud di Key West.

Se le mie congetture sono esatte, stavolta per Castle c'è un ruolo da protagonista.

Dopo una lunga gavetta eccolo di fronte a Tex per la prima volta (nella prima storia non si erano mai incrociati, nella seconda solo nelle pagine conclusive).

Una storia in cui dovrebbe crescere tantissimo.

Starà poi solo a te decidere se dopo una fuga, dopo la galera, il personaggio dovrà per forza incontrare la morte.

Se questo non dovesse accadere, per un personaggio che è apparso recentemente  e per ben tre volte nell'arco di 150 numeri (in delle storie quadruple), un trattamento che non hai riservato a nessuno dei tuoi personaggi (se non la famiglia Rodelo, che meriterebbe un discorso a parte), l'arcinemico è presto creato, una nuova nemesi dopo che Mefisto e la famiglia Dickart sarà probabilmente parcheggiata dopo la monumentale storia che è ancora in lavorazione e che, a differenza di altri, io aspetto di leggere avidamente.

 

 

Ma come vedi non è stato pianificato. Il personaggio si è imposto da solo.

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Molto interessanti le deduzioni dell'utente Barbanera, anche se la terza storia racconterà penso solo della sua evasione. Ma gli elementi citati, ricchezza e arma batteriologica, lasciano strada apertissima a una quarta e quinta storia. Certo che per un personaggio nato cowboy, la strada percorsa lungo la via del crimine sarebbe, se le nostre congetture sono soli in parte esatte, impressionante.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, ymalpas dice:

 

Era chiaro anche prima, la mia era solo una precisazione, anche se un po' di pianificazione secondo me tu ce la metti. 

 

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Sta antipatico un po' a tutti i lettori perché così l'hai voluto tu stesso, non nasce cioè con l'intento di creare dell'empatia (Mefisto, Yama invece un pò la creano).

In quella storia si capisce subito che mentre El supremo è solo un manichino destinato a sparire, Nick ha un'anima, ha spessore umano, in negativo, ma ce l'ha.

Difatti scappa via.

 

Nella seconda storia in cui compare, dopo circa 50 numeri, il suo apporto cresce considerevolmente anche se ancora non è il prim'attore, ruolo ricoperto dal Maestro.

Anche in questa storia mostra delle doti, non è più una mezza tacca, ma deve ancora levarsi di dosso del tutto la pelle del gregario.

Nell'ultimo albo viene anche malmenato, con soddisfazione evidente dei lettori e penso anche dello sceneggiatore, prima di essere spedito in prigione.

 

Passiamo ora alla terza storia in cui lo rivedremo.

E' in programma, mi è sembrato di capire.

E' un personaggio di Dotti e da quello che tu stesso hai raccontato il disegnatore ritornerà alla serie regolare con la storia ambientata a Dry Tortugas, dove c'è un penitenziario. Ora facendo una piccola somma, tra i clienti della prigione potrebbe esserci proprio Castle.

Questo spiegherebbe anche perché questa storia che pensavi di scrivere da dieci anni sia messa in lavorazione solo ora.

Cioè tu per Castle, nonostante le smentite, avevi chiaro un percorso ben definito: contavi di affiancarlo al Maestro, probabilmente avevi già deciso di spedirlo a sud di Key West.

Se le mie congetture sono esatte, stavolta per Castle c'è un ruolo da protagonista.

Dopo una lunga gavetta eccolo di fronte a Tex per la prima volta (nella prima storia non si erano mai incrociati, nella seconda solo nelle pagine conclusive).

Una storia in cui dovrebbe crescere tantissimo.

Starà poi solo a te decidere se dopo una fuga, dopo la galera, il personaggio dovrà per forza incontrare la morte.

Se questo non dovesse accadere, per un personaggio che è apparso recentemente  e per ben tre volte nell'arco di 150 numeri (in delle storie quadruple), un trattamento che non hai riservato a nessuno dei tuoi personaggi (se non la famiglia Rodelo, che meriterebbe un discorso a parte), l'arcinemico è presto creato, una nuova nemesi dopo che Mefisto e la famiglia Dickart sarà probabilmente parcheggiata dopo la monumentale storia che è ancora in lavorazione e che, a differenza di altri, io aspetto di leggere avidamente.

A me invece il buon Castle mi sta piuttosto simpatico, è un nemico 2.0 e al limite potrebbe persino cambiare bandiera e schierarsi con Tex. Abbiamo già visto percorsi di questo genere nei personaggi di Boselli. 

Non mi pare sia nato così poliedrico, lo è diventato e ora attendo con interesse la sua evoluzione. 

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Io la penso come Borden, creare un arcinemico ricorrente per la collana Tex Willer non é per niente facile visto che, oltretutto, si tratta di un genere, quello western, che si presta poco al nemico che torna ciclicamente.

Intanto partirei dalle caratteristiche che dovrebbe avere il personaggio cattivo, infatti, l’antagonista di un personaggio cinematografico o della letteratura, sia scritta che disegnata, deve avere determinate caratteristiche per essere considerato un nemico importante e/o ricorrente per l’eroe della storia, deve, prima di tutto, avere pari intelligenza se non superiore, avere intenti criminali, essere spietato e, il più delle volte, deve avere una vera e propria folle ossessione e propositi di vendetta nei confronti dell’eroe, tanto che, annientarlo, diventa il suo unico scopo di esistere.

Un esempio perfetto di personaggio di questo genere ce lo dà Arthur Conan Doyle con il Professor Moriarty, genio del male dotato di una mente criminale di straordinaria intelligenza, spietato, senza scrupoli e nemico per eccellenza di Scerlock Holmes.

Sicuramente, un genere fumettistico che si presta meglio all’utilizzo dell’arcinemico ricorrente è quello supereroistico, dove la nemesi dell’eroe o ha dei superpoteri o è dotato di un’intelligenza eccezionale (tipo Lex Luthor) e poi, cosa importante, dove si creano sempre i presupposti per il ritorno del cattivo, vuoi perché sfugge all’eroe, meditando vendetta, vuoi perché evade dai penitenziari/manicomi criminali dove, nel frattempo, é aumentato l'odio e la voglia di vendetta nei confronti del supereroe, vuoi perché se, putacaso, muore, perché ogni tanto succede anche ai supercattivi di morire, dopo un po', magari con trovate narrative anche banali, viene riportato in vita per poter ricominciare tutto daccapo, ciclicamente.

Se è possibile avere questo tipo di arcinemico ricorrente nel fumetto supereroistico, lo è sicuramente meno, come accennavo prima, con il genere western ed in particolare con Tex in quanto, se il nostro ha un nemico con le sue stesse abilità, significa che il suo antagonista non è altro che un pistolero, quindi, visto che l'apice dello scontro tra due pistoleri è il duello e che lo stesso risulta, evidentemente, fatale per uno dei due, ecco che diventa impossibile avere una nemesi ricorrente con queste caratteristiche, esattamente come è successo, per fare due esempi conosciuti, con Ruby Scott e El Muerto, due bei cattivi, soprattutto il secondo, ma che ovviamente non potevano assolutamente diventare nemici abituali.

E questo spiega perché gli unici nemici ricorrenti di Tex (almeno quelli che ricordo io) sono Mefisto, Yama, Proteus, il Maestro e ci aggiungerei anche la Tigre Nera, personaggi che sono il suo opposto, hanno abilità differenti e, cosa importante, lottano con Tex, quasi sempre, a distanza, senza un contatto ravvicinato, ponendo tutti i presupposti per il loro ritorno.

Inoltre c'è da aggiungere che il nemico ricorrente è ben riuscito se vi é una certa evoluzione del personaggio, proprio come affermato da Borden in un post precedente: “Il nemico ricorrente, se c'è, è perché si merita di esserlo sul campo e cresce nella serie, come Orlik in Blake & Mortimer, come Mefisto in Tex, come Nergal in Dampyr. Non viene inventato fatto e finito. Perciò in Tex Willer una figura del genere non è prevista. Non si può prevedere né tantomeno creare artificialmente ad hoc.

Non a caso il miglior nemico, e forse uno dei migliori personaggi di Tex, almeno per me (e so già che se molti non saranno d'accordo), é proprio Mefisto perché nato come personaggio banale, quasi inconsistente, sul quale nessuno avrebbe scommesso una lira, da semplice prestigiatore da sagra della porchetta, con la sorella vera mente diabolica che lo sfruttava per poter avere l'alibi degli spettacoli di magia come copertura per il loro mestiere di spie, viene fatto tornare, a distanza di anni, da quel geniaccio di GLB e diventa il nemico giurato di Tex, talmente ossessionato da lui da arrivare alla pazzia e poi alla morte (e che morte, forse una delle migliori di sempre) con l'unico pensiero di annientarlo.

Mefisto è per me, l'esempio di grande personaggio, nemesi veramente indovinata, difficile da ripetere, infatti Yama, dopo un'ottima partenza, non è riuscito a replicarne la crescita evolutiva.

Per concludere, sono favorevole ai grandi cattivi ben caratterizzati, il nemico ben scritto può solo aggiungere quel qualcosa in più ad una storia, per quelli ricorrenti la penso come Boselli, in una serie come Tex Willer sono di difficile collocazione poi, se con il suo estro, ce ne sfornasse uno veramente bello, magari sulla regolare, perché no?

 

 

 

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Piaccia o non piaccia a Diablero, il nemico ricorrente, il Nemico con N maiuscola, è tipico della nararzione seriale fin da quando è nata. Non l'hanno inventata gli americani e nemmeno i pulp o le dime novels. In questo periodo sto comprando i volumi di Buck Danny, storico fumetto franco-belga ed anche lui ha un avversario ricorrente: Lady X.

Gli esempi portati non sono pertinenti perché si tratta in quasi tuuti i  casi citati di storie non seriaii come Maus con un inizio ed una fine ben  precisi e che raccontano una storia sola non più storie dello stesso personaggio. La Storia del West poi aveva una struttura molto più realistica e basata quasi sempre su storie vere. Ciò non toglie che in almeno tre storie Alan Hall sia stato un nemico ricorrente di Bill Adams.

Ogni serie che abbia una durata abbastanza lunga ha il suo nemico ricorrente e spesso più di uno anche se solo uno è quello vero, al massimo due.

Di solito i nemici principali si dividono in due distinte categorie: la nemesi  classica che è in genere esperto in un campo diverso da quello dell'eroe. Sa fare cose che lui non sa fare e non può essere affrontato e battuto sullo stesso piano. Un tipico esempio sono Mefisto, che è un mago, per Tex e Hellingen, uno scienzioto, per Zagor. Un'altra categoria di supernemico ricorrente è il doppio negativo, uno, cioè, che è bravo nello stesso campo dell'eroe ma ne è una versone distorta, una sorta di gemello malvagio. Per Zagor è Supermike.  Tex ne ha avuti due: Ruby Scott ed El Muerto ,ma per la struttura stessa della serie nessuno dei due poteva sopravvivere alla sua prima apparizione.

Quello che dice Borden è vero: il supernemico non lo programmi e non lo crei a tavolino,si impone da sé.  Mister Jinx su Martin Mystere sono certo che nelle intenzioni originali di Castelli dovesse essere un antagonista usa e getta ma è piaciuto a lui ed ai lettori.

Anche io dubito che sia possibile averne uno per la serie Tex Willer vista la sua struttura ma non si può mai dire.

:laugh:

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Perdonate la mia ottusità, ma non capisco bene perché Mefisto sulla serie Tex Willer potrà ricomparire solo un'altra volta e poi più, e non continuare invece ad essere lui il Nemico principale del nostro eroe.

Dopo il loro incontro, che riprenderà la storia bonelliana Fuorilegge/L'eroe del Messico, perché mai Boselli non potrebbe riutilizzare l'espediente di "Pinkerton Lady", cioè far agire Tex e Mefisto in parallelo senza incontrarsi (visto che il loro secondo incontrò dovrà avvenire solo ne "La gola della morte")?

Una, due... storie in cui Tex si scontra con criminali, fanatici o quant'altro, senza sapere che dietro le quinte c'è Mefisto e viceversa.

 

Questo permetterebbe, tra l'altro, di farci conoscere come Mefisto, da semplice spia illusionista sia diventato il negromante de "La gola della morte", e che fine ha fatto la sorella, e magari farci vedere anche il giovane Yama e Myriam... Servirebbe, appunto, a completare il quadro dell'evoluzione di tutta l'allegra famiglia di pazzoidi... :lol:

Modificato da Poe
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<span style="color:red">58 minuti fa</span>, Poe dice:

Perdonate la mia ottusità, ma non capisco bene perché Mefisto sulla serie Tex Willer potrà ricomparire solo un'altra volta e poi più, e non continuare invece ad essere lui il Nemico principale del nostro eroe.

Dopo il loro incontro, che riprenderà la storia bonelliana Fuorilegge/L'eroe del Messico, perché mai Boselli non potrebbe riutilizzare l'espediente di "Pinkerton Lady", cioè far agire Tex e Mefisto in parallelo senza incontrarsi (visto che il loro secondo incontrò dovrà avvenire solo ne "La gola della morte")?

Una, due... storie in cui Tex si scontra con criminali, fanatici o quant'altro, senza sapere che dietro le quinte c'è Mefisto e viceversa.

 

Questo permetterebbe, tra l'altro, di farci conoscere come Mefisto, da semplice spia illusionista sia diventato il negromante de "La gola della morte", e che fine ha fatto la sorella, e magari farci vedere anche il giovane Yama e Myriam... Servirebbe, appunto, a completare il quadro dell'evoluzione di tutta l'allegra famiglia di pazzoidi... :lol:

Boh io non ho tutto questo interesse di conoscere l'evoluzione di Mefisto, preferisco lasciarla avvolta nel mistero.

Inoltre lo sforzo di coinvolgere Mefisto senza farlo incontrare mai con Tex mi sembra piuttosto gravoso oltre che inutile.

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, Red Arrow dice:

lo sforzo di coinvolgere Mefisto senza farlo incontrare mai con Tex mi sembra piuttosto gravoso oltre che inutile.

"Gravoso" per noi che non siamo sceneggiatori fantasiosi come Boselli, che non credo abbia difficoltà a realizzare una storia simile.

"Inutile" dipende dalla storia: qualunque ritorno di un personaggio può essere inutile, se non c'è dietro una buona idea che ne motiva la ricomparsa. Questo mi pare ovvio.

 

Come dicevo in precedenza, io non ho particolare interesse per gli arcinemici che ritornano ma, visto che alcuni invece ce l'hanno - ed è il tema di questo topic -, mi chiedevo perché escludere a priori la possibilità che Boselli faccia ricomparire il giovane Mefisto più volte su Tex Willer. Forse in qualche dichiarazione l'ha già escluso? Eppure l'immagine di Mefisto è stata messa in bella vista anche sul frontespizio della serie...

 

Poi, personalmente, la sola cosa che mi interessa - ritorni o non ritorni - è quella di leggere ottime storie!

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Far continuamente apparire Mefisto in storie in cui si scontra con Tex, ma senza che si incontrino mai, o che vengano mai a contatto (non si devono mai vedere, non devono riconoscersi, non devono nemmeno sapere come si chiamano, perchè il loro primo incontro è già stato narrato) diventerebbe ben presto una pantomima ridicola, ben oltre qualunque sospensione dell'incredulità.

 

Dici giustamente che un bravo autore come Boselli risolverebbe il problema: vero, un bravo autore lo risolverebbe... NON FACENDOLO! :lol:

 

(Diverso sarebbe il poter raccontare storie di Mefisto in solitario, senza alcun incontro con Tex, senza quindi problemi di continuity o di coerenza. Solo che in quel caso avresti problemi con un pubblico ormai abituato a lamentarsi se non vede Tex per più di 20 pagine...  insomma, alla fine per Boselli vorrebe dire solo mettersi nei guai...)

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Eventuali ritorni plurimi di Mefisto nella serie Tex Willer sono da escludere per il semplice motivo che diventa la nemesi solo con il numero 39 della serie gigante. Prima di allora è un nemico qualunque, anzi nemmeno il migliore. Tex di fronte al medaglione con la M non è in grado di associare Dickart/Mefisto al nemico che ce l'ha con lui. Non si ricorda più di lui. Questo è l'impedimento principale.

 

Inoltre il semplice illusionista della prima storia (n.003) diventa a partire dal n. 39 un negromante. Tex è messo di fronte al cambiamento solo a partire da questa seconda storia. Questo è l'impedimento numero due.

 

Come può districarsi Boselli ?

 

Gli resta da raccontare la storia "Fuorilegge" ma per noi è un déjà vu: tirerà fuori qualche nuova trovata, ma non potrà stravolgere la storia di GLB. Al termine della quale Mefisto e Lily saranno consegnati alle patrie galere come spie, traditori e assassini.

 

Dopo questa storia cala il sipario a causa dei due predetti impedimenti.

 

Come può Boselli cercare di aggirarli senza rovinare il giocattolo ?

 

a) Può giocare sul fattore temporale. Dalla storia "fuorilegge" a "La gola della morte" intercorrono almeno vent'anni. Che è un lassso temporale sufficiente per dimenticarti di un tuo vecchio nemico. Per cui se introducessimo una storia intermedia dovremmo gioco forza ambientarla temporalmente prossima alla prima avventura (n. 3).

 

b) Com'è stato suggerito il raccontare come Dickart è diventato il vero Mefisto (sempre che non ci venga raccontato sulla prossima storia della serie regolare) si scontra proprio  con questo paletto temporale. Una volta che Mefisto padroneggia la magia è chiaro che il suo pensiero vola a Tex e a come fargliela pagare: ha avuto vent'anni per pensarci. L'acquisizione della arti magiche dev'essere stato un processo lungo.

 

c) Concludendo Mefisto potrà essere ripreso solo come criminale comune, in una storia di poco successiva o comunque adatta alle tempistiche della serie Tex Willer, e in questa storia Tex dovra credere di aver chiuso i conti con lui in maniera definitiva (falsa morte). Così sarebbero spiegati tutti i dubbi che ha nel n. 39.

 

d) Io scriverei per esempio una storia con queste caratteristiche: Dickart incontra per esempio in prigione qualcuno che lo mette sulla buona strada. Magari evadono e fanno le loro esperienze. Tex mette il sale sulla coda di Dickart una seconda volta e lui scompare di scena. Restano però ancora in gioco l'iniziatore di Mefisto, magari legato a qualche setta. Tex magari ne ignora l'esistenza fino a che non è costretto a sbatterci contro i denti. Si succedono più storie con Tex alle prese con questo nemico X (con storie che affondano le loro radici sempre più nelle arti magiche) fino a che non chiude i conti con lui una volta per tutte. Ma quest'ultimo, prima di morire, fa in tempo a trasmettere i suoi saperi/poteri a Mefisto (con cui Tex non ha avuto più nulla a che fare e di cui si è completamente dimenticato) e lui è pronto al grande ritorno (n.39) per vendicarsi, vendicare il maestro e la sorella. 

 

Boselli avrebbe un qualche interesse a scrivere queste storie ?

 

In ogni caso questa farebbe di Mefisto un nemico ricorrente della nuova serie ma non l'arcinemico di Tex.

 

Che è da ricercare altrove, per esempio in colui che l'ha iniziato alle arti magiche.  Che riappare tra cento storie. Viene ripreso tra duecento. Ritrona di nuovo nel numero 400. Nel 500 muore, ma cede i suoi poteri a Mefisto. Ecco quello che può succedere per crere una specie di continuity. Do per scontato che questa serie continuerà a vendere. Il numero di paletti e storie da raccontare collegate alla quindicina di storie già raccontate da GLB nei numeri 1 - 12, diluiti su centinaia di storie ancora da raccontare, non dovrebbero rappresentare assolutamente un problema.

 

Ma Mefisto no. E' l'arcinemico della serie gigante. Non può esserlo della nuova serie. 

 

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<span style="color:red">15 minuti fa</span>, ymalpas dice:

d) Io scriverei per esempio una storia con queste caratteristiche: Dickart incontra per esempio in prigione qualcuno che lo mette sulla buona strada. Magari evadono e fanno le loro esperienze. Tex mette il sale sulla coda di Dickart una seconda volta e lui scompare di scena. Restano però ancora in gioco l'iniziatore di Mefisto, magari legato a qualche setta. Tex magari ne ignora l'esistenza fino a che non è costretto a sbatterci contro i denti. Si succedono più storie con Tex alle prese con questo nemico X (con storie che affondano le loro radici sempre più nelle arti magiche) fino a che non chiude i conti con lui una volta per tutte. Ma quest'ultimo, prima di morire, fa in tempo a trasmettere i suoi saperi/poteri a Mefisto (con cui Tex non ha avuto più nulla a che fare e di cui si è completamente dimenticato) e lui è pronto al grande ritorno (n.39) per vendicarsi, vendicare il maestro e la sorella. 

Guarda, avevo pensato anch'io a qualcosa del genere, ipotizzando un terzo ritorno di Mefisto su Tex Willer!... (terzo dopo Pinkerton Lady e l'incontro vero e proprio con Tex).

Poi Boselli immagino direbbe che sono tutte fantasie premature e che lui ha problemi più immediati...

<span style="color:red">21 minuti fa</span>, ymalpas dice:

Ma Mefisto no. E' l'arcinemico della serie gigante. Non può esserlo della nuova serie.

D'accordo, ma ho il sospetto che su Tex Willer ci saranno solo nemici ricorrenti (come Coffin), ma non arcinemici. E' una serie già troppo piena di personaggi.

A meno che nel corso delle avventure - come diceva Boselli -, non si faccia largo e cresca di statura un avversario che nessuno ancora immagina, nemmeno il suo creatore.

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Sono d'accordo  con voi, che Mefisto nella serie di Tex Willer non possa riapparire,se non come personaggio di cui Tex ignora l'esistenza,e in una storia però successiva  al numero tre, dove si racconta come Mefisto è  venuto  conoscenza  delle arti di magia nera. Mi sembra che Boselli voleva scrivere una storia in cui  Mefisto veniva a conoscenza di queste  arti. Quello che stona un po', è che Mefisto  abbia più poteri nella storia di Pinkerton Lady che nella successiva,  del numero tre.🙋‍♂️

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, ymalpas dice:

 

Ma Mefisto no. E' l'arcinemico della serie gigante. Non può esserlo della nuova serie. 

 

Sono del tutto d'accordo col il ragionamento ben motivato di Ymalpas. 

E poi a Borden chi glielo fa fare di complicarsi la vita per un motivo così futile? Perché a noi piace Mefisto? Rischiando di scontentare tanti che troverebbero chissà quante incoerenze vere o presunte nella sua riapparizione? 

Immagino che se gli venisse l'idea geniale lo riproporrebbe. Ma intanto credo abbia altro per la testa.

(Spero di avere interpretato bene il suo pensiero...) 

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