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TWF - Tex Willer Forum

[538/539] Colorado Belle


ymalpas
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Errata corrige:

 

13 hours ago, Diablero said:

No, per giungere a risultati assurdi e senza senso, devi vedere come vedono la società e la gente comune, non i "mostri"...

Ovviamente era "per NON giungere a risultati assurdi e senza senso, devi vedere come vedono la società e la gente comune, non i "mostri"..."

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Riguardo a Nolitta: nelle sue storie, in realtà, c'è sempre molta empatia verso la gente comune, i "poveracci". Casomai quelli che si vede che gli stanno sulle scatole sono i borghesi e i potenti... 

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17 ore fa, Diablero dice:

facevo esplicitamente riferimento alla visione DEL MONDO, e della società, e della natura umana.

Si vede da come la "gente normale" reagisce agli eroi e alle ingiustizie, non dalla storia persona di individui eccezionali (nel bene e nel male) come i protagonisti delle storie

 

A me sembra che la visione della società e l’idea che hanno della gente comune GLBonelli e Boselli siano abbastanza simili in Tex, tendenzialmente ottimistiche.

 

Però, a mio parere, la visione del mondo  e della natura umana che emerge da un fumetto, da un libro o un film si ricava anche da tanti altri aspetti: dal carattere del protagonista e dei personaggi secondari, dal rapporto tra loro, dalla trama, dall’atmosfera, soprattutto da come si conclude la storia; i criteri sono vari, ma tra questi non sottovaluterei i cambiamenti che subiscono i personaggi nel corso della vicenda: se uno stupido o un delinquente diventa via via più intelligente o onesto, sicuramente l’autore è più ottimista sulla natura umana di quanto lo sia chi descrive personaggi irrimediabilmente stupidi o delinquenti!...

 

Di solito Boselli ha più fiducia di GLB nella possibilità degli esser umani di cambiare e migliorarsi, sia all’interno di una singola storia, che nel corso del tempo. Questo può piacere o meno, a seconda dei gusti, ma da questo punto di vista Boselli è certamente più ottimista di GLB. Non mi sembra una cosa da poco.

 

17 ore fa, Diablero dice:

Poi, la frequenza della "redenzione del cattivo", non dice NULLA sulla loro visione della gente comune: ci dice semplicemente quanto "gli piace" quel trope.

Non sono d'accordo.

Ogni autore ha i suoi leitmotiv, ce li hanno i grandi scrittori e registri, figuriamoci se non li ha uno sceneggiatore di serie a fumetti, che deve macinare centinaia e centinaia di pagine all’anno! Sono motivi ricorrenti che, proprio perché ripetuti, stanno a significare che sono molto “sentiti” dall’autore e fanno parte della sua visione del mondo.

Che poi qualche volta vi sia un loro abuso è abbastanza scontato nei fumetti seriali, ma questo non significa che sia solo un semplice espediente narrativo. Sclavi ha ripetuto infinite volte il cliché del mostro che è più umano delle persone normali, e a un certo punto la cosa era diventata prevedibile e stucchevole, ma non per questo meno vera e rappresentativa della sua “visione” d’autore.

Nelle sue storie migliori Boselli è riuscito a rappresentare in modo credibile personaggi che riescono a redimersi, cercando di riscattarsi (come poi d'altra parte ha fatto Tex all'inizio), in altre meno, ma in ogni caso - come ho detto - questo fa parte della sua visione del mondo tendenzialmente positiva.

 

Allo stesso modo il valore dell’amicizia, presente anche in GLB, in Boselli è molto più marcato e sottolineato: il cameratismo della banda degli irlandesi ne “Gli invincibili”, l’amicizia tra Tex, Jethro e Glenn Corbett in “Jethro”, l’amicizia tra Kit Willer e Bronco Lane, la simpatia che si crea tra Carson e il delinquentello Luke Harrigan ne “La mano del morto”, ecc. ecc. Di esempi se ne potrebbero fare un bel po’...

Boselli utilizza spesso lo schema narrativo di “Vent’anni dopo” di Dumas o se vogliamo di “It” di Stephen King: gli amici che si ritrovano dopo tanti anni per combattere ancora insieme contro nuovi o vecchi avversari. Amici che hanno mantenuto l’affetto, la solidarietà e lo spirito di un tempo. Se questo non è essere ottimisti sulla natura umana! :lol:

 

Resta poi il fatto che storie come “Massacro” o “Apache Kid” o “Il tesoro di Victorio”, con finali non propriamente allegri, Boselli non le ha scritte in Tex, se non ricordo male. “Colorado belle” è quella più negativa, ma di solito Boselli anche quando scrive storie cupe oppure con finali amari cerca sempre di compensarli con elementi positivi; per esempio in “Cercatori di piste” il sergente Torrence alla fine viene vigliaccamente ucciso, eppure la sua comunità di disertori bianchi e indiani liberi (ottimisticamente) ha vinto. In “Apache Kid” o in “Linciaggio” non vince nessuno. E in “Gilas” Juan Ortega muore.

Modificato da Poe
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