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TWF - Tex Willer Forum

[282/283] Un Mondo Perduto


ymalpas
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Voto alla storia  

38 utenti hanno votato

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In questa storia (che come tema mi piace moltissimo pur non essendo per nulla un western)

è sempre stata "rovinata" dalla mia personale ricerca di quali erano i disegni di un artista e quali

dell'altro. Solo Monti poteva avere la tecnica e l'audacia per provare un esperimento simile.

Brindisi, quando ha preso il suo posto per completare la suastoria incompiuta non ha nemmeno

provato a rifarsi allo stile, e così successe per Giolitti (completata dall'allievo Ticci).

Forse il solo Letteri ha avuto la sua ultima storia completata in modo abbastanza simile.

Modificato da Dix Leroy
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

Ti risulta male 

In fase di sceneggiatura GLB avrà sicuramente cambiato qualcosa come faceva semprr ma il soggetto di partenza è del solo Giorgio.

 

Riporto come fonte solo Wikipedia perché non ricordo le altre fonti che riportano comunque quello che si dice qui.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Albi_di_Tex

Se è un errore, qualcuno dovrebbe comunque correggerlo.

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23 minuti fa, Letizia dice:

 

Riporto come fonte solo Wikipedia perché non ricordo le altre fonti che riportano comunque quello che si dice qui.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Albi_di_Tex

Se è un errore, qualcuno dovrebbe comunque correggerlo.

 

Se è per quello, la stessa fonte attribuisce a GLB anche il soggetto di "Linciaggio" (n. 209/210), che invece è di Giorgio ed al solo Mauro Boselli  quello di "La minaccia invisibile" (n. 309/310) a cui Giorgio ha collaboratori scrivendone l'inizio (la sequenza sulla nave ispirata dal romanzo "Dracula")e sempre a GLB il soggetto di "Ore disperate" (n. 242&243) che, invece è di Boselli.

E la mia fonte è decisamente attendibile: Boselli stesso.:lol:

 

1 ora fa, Barbanera dice:

Bravo Giorgio...

A differenza di "Linciaggio" questo soggetto è ottimo...:ok:

 

Tu pensa che per me è esattamente il contrario.:lol:

Modificato da Carlo Monni
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È il mio primo intervento e spero di non aver fatto qualche pasticcio.

Volevo solo precisare che la voce di Wikipedia è corretta, stando ai criteri che impongono una fonte a sostegno delle informazioni inserite.

Sul sito ufficiale della SBE è riportato come soggettista il solo Giovanni Luigi Bonelli e non Il figlio Giorgio e quindi non si può, allo stato attuale corregge nulla.

Il fatto che sia conosca una verità non è sufficiente, perché Wikipedia é una fonte terza. 

Per molti che non collaborano alla scrittura della nota enciclopedia può sembrare strano, ma assicuro che ha una logica piuttosto sensata.

Se invece ci sono libri, interviste, o altro che siano autorevoli, almeno come il sito SBE, allora si può intervenire riportando la fonte.

 

Spero di essere stato chiaro, in caso contrario chiedete pure.

Ora vi lascio ai vostri commenti sulla storia

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Il soggetto è di Giorgio. C'era anche una versione mia che è andata perduta. Molto complicata, forse troppo. Del resto  anche il soggetto di Giorgio fu sforbiciato e semplificato (troppo?) dal padre.

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Preciso.

Ho solo cercato di spiegare il presunto errore.

Naturalmente se il sito ufficiale rettifica, lo dico perché la scheda riporta quanto scritto su Wikipedia quindi a essere precisi l’errore è della SBE, si può modificare la voce.

Aggiungo che queste informazioni interessanti, anche per wiki, potrebbero p.e. essere raccolte in un libro che diventerebbe, quello sì, fonte per aggiornamenti anche dell’enciclopedia di cui parliamo.

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il soggetto era bello.Ma forse era da aggiungere almeno un altro albo, per renderlo intrigante.La trama è troppo semplificata, e il "Signore dei Ghiacci" è appena abbozzato.In più, I Ghundar rimangono confinati nel loro "Mondo" causa distruzione ponte di ghiaccio,ma non vengono nè sconfitti nè avvicinati dai Nostri: le donne Klamath prigioniere non vengono liberate...insomma, sono stati lasciato dei "buchi" nella storia.E se Borden la riprendesse per un seguito??:D

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">7 ore fa</span>, Barbanera dice:

il soggetto era bello.Ma forse era da aggiungere almeno un altro albo, per renderlo intrigante.La trama è troppo semplificata, e il "Signore dei Ghiacci" è appena abbozzato.In più, I Ghundar rimangono confinati nel loro "Mondo" causa distruzione ponte di ghiaccio,ma non vengono nè sconfitti nè avvicinati dai Nostri: le donne Klamath prigioniere non vengono liberate...insomma, sono stati lasciato dei "buchi" nella storia.E se Borden la riprendesse per un seguito??:D

 

 

Ricordamelo in gennaio, quando parleremo anche dei tuoi soggetti... ;)

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Storia della quale non ti rimane molto, se non l'alone di mistero che si respira nella prima metà. Non mi é piaciuta la maniera fortunosa con cui i Nostri sono riusciti a fuggire dal Regno dei Ghundar. Un modo un pò troppo semplice di risolvere la faccenda...
Voto alla storia: 6

Voto ai disegni: 7,5

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  • 11 mesi dopo...

A distanza di tanti anni dalla prima lettura di questa storia (fine 2003), ho saputo solo ora che i disegni sono stati completati da Monti.

 

Ma questa vicenda avrà un seguito in futuro?

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37 minuti fa, ElyParker dice:

A distanza di tanti anni dalla prima lettura di questa storia (fine 2003), ho saputo solo ora che i disegni sono stati completati da Monti.

 

Ma questa vicenda avrà un seguito in futuro?

Ma certo,Bos è già al lavoro sul sequel,su disegni di Bocci,se non sbaglio...il soggetto era di Giorgio Bonelli e di Boselli,la sceneggiatura di Glb.storia che ho sempre amato,ma la ho sempre ritenuta incompleta...

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, ElyParker dice:

Ottima notizia, mi fa piacere leggere il seguito di questa misteriosa vicenda. È dato a sapere se ci sarà anche Gros Jean?

 

La risposta è sì

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  • 1 anno dopo...

Si son spesi fiumi d’inchiostro in passato (dovrei meglio dire “si son consumati i tasti delle tastiere” ma i detti vintage hanno sempre il loro fascino!:D) in merito ai canoni del genere western e sulle presunte o meno capacità di alcuni autori di comporre storie che li rispettassero, ma in fondo nella longeva saga texiana, spesso lo stesso “papà artistico” se ne è liberamente infischiato di classificazioni e stilemi. L’episodio che mi appresto a commentare, dopo averlo recentemente riletto, ne è un fulgido esempio, visto che la trama fa palesemente l’occhiolino alla fantascienza piuttosto che al consueto western di riferimento e di certo non è un unicum della saga, visto che di alieni, popoli improbabili, dinosauri e stregoni ne abbiamo incontrati a bizzeffe nelle creazioni del grande Bonelli. “Il mondo perduto” rappresenterà l’ultima escursione “nel fantastico” del compianto autore e di fatto non porta nemmeno il suo soggetto, considerato che gli fu suggerito dal figlio Giorgio. Trovo estrema difficoltà a commentarla per via di un contrastante stato d’animo provato dopo ogni lettura: personalmente, sebbene preferisca le storie classiche, non mi disturbano mai eventuali escursioni su orizzonti diversi, ma alle prese con questa prova non riesco mai a trovarmi del tutto soddisfatto. Riconosco che rispetto alla media del periodo, il grande Bonelli se la cavò egregiamente e la storia si fa leggere, ma la sensazione di trovarsi al cospetto di un esperimento non riuscito è comunque forte. Dopo un lungo incipit, dai ritmi alquanto blandi, l’episodio prende quota e almeno nella prima parte, tiene sulle corde il lettore, grazie a una accettabile sceneggiatura. La sorprendente scoperta del popolo misterioso sui Monti Ranier è un colpo di scena d’impatto, così come spiazza la scena con la misteriosa navicella incastonata tra i ghiacci. Qui però ho pensato che la sequenza fosse più adatta per Zagor e pure la figura dello scienziato sfigurato, mi ha ricordato troppo Hellingen. Il finale è un condensato di scorciatoie narrative e scelte sbrigative: troppo facilmente i pards si fanno intrappolare e con altrettanto semplicità riescono a liberarsi. Pure la trovata del terremoto suona troppo come “un già visto” poiché è immediata la correlazione col finale della meglio riuscita storia del Signore dell’abisso. Lo scienziato, oltre a rievocare l’acerrimo nemico dello Spirito della Scure, sembra una sbiadita citazione di Vindex e similare pure l’idea del figlio che, alleandosi ai nostri, va alla sua ricerca sul monte Ranier. Il popolo proveniente dallo spazio sembra riprendere la celebre figura dell’alieno apparsa nei primi 50 numeri, ma mentre lì lo strano individuo dalla pelle a scaglie, usava armi futuristiche e sapeva bene cosa fare per riprendere il volo, qua stona un po’ che gli incappucciati, giunti sul suolo americano con una navicella che sembra uscita da un romanzo di Asimov, di colpo si fanno comandare da un folle scienziato e tremino dinanzi le colt degli avversari. Di contraltare molto belle le scene che vedono il sacrificio del capitano Olden o della coraggiosa Dorkan. Storia che mi lascia sempre una strana sensazione appena finita la lettura: non la reputo affatto insufficiente ma non riesco nemmeno a lodarla del tutto. Di certo non approvo affatto l’assurda rappresentazione grafica di Gross Jean, che è del tutto errata a mio modo di vedere e non solo per via dei mustacchi; anche il fisico, i lineamenti e l’abbigliamento “elegante” ben lontano dalla consueta tenuta di trapper sono del tutto fuorvianti e non è accettabile che un comprimario storico dei nostri venga stravolto così. Capitò più di recente anche con un irriconoscibile Mac Parland disegnato da Ortiz, ma qui è peggio, visto che il gigante francese ha un peso specifico maggiore sulla saga. Che Nicolò avesse preso un abbaglio è evidente, ma non capisco come mai la redazione non pretese una correzione. Pure il fatto che GrosJean avesse fatto fortuna e messo su una fiorente attività non è tanto consono con il personaggio, eppure qui la presunta incongruenza è dello sceneggiatore. Purtroppo la storia rappresenterà l’ultima fatica dell’apprezzato disegnatore fiorentino, che non riuscirà a portarla a termine e toccherà al jolly Monti farlo. Davvero strabiliante la capacità di quest’ultimo di imitare lo stile del collega: a uno sguardo distratto è quasi impossibile distinguere il passaggio di consegne, visto la cura con cui l’artista realizza le restanti tavole. Proprio una non comune capacità camaleontica di stile che lascia a bocca aperta. Ammetto che sebbene ne fossi a conoscenza, molto spesso ho fatto fatica a distinguere la mano di Monti nelle vignette e credo che non sia una cosa da poco. Il mio voto finale è 6

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13 ore fa, Condor senza meta dice:

Storia che mi lascia sempre una strana sensazione appena finita la lettura: non la reputo affatto insufficiente ma non riesco nemmeno a lodarla del tutto.

Di solito condivido la maggior parte dei tuoi giudizi e dei tuoi voti, Condor, ma questa volta proprio no!:laugh: Questione di gusti, naturalmente, ma io questa storia non l'ho mai digerita, per me è largamente insufficiente, anzi la metto tra le peggiori di GL Bonelli e tra le meno riuscite in assoluto di Tex (mi riferisco solo alla serie regolare).

Non ho certo nessun problema col fantastico, ma qui il tema fantascientifico a mio avviso è sviluppato male, con scene poco riuscite, quasi zagoriane, alcune decisamente grottesche per una serie come Tex, altre affrettate e senza nessuna atmosfera, che in questo tipo di storie è (quasi) tutto.

 

I disegni, poi, oltre che decisamente bruttini, li trovo anche poco adatti al tipo di storia, ci voleva un disegnatore con un tratto più evocativo, che riuscisse a trasmettere inquietudine, senso del mistero e del meraviglioso, ci voleva una storia con più chiaroscuri e ombre, che facesse vedere e non vedere. A me è sempre sembrato un passo falso, inferiore alla prima con l'alieno "Last hope", che invece aveva un suo fascino, basato proprio sul far vedere solo gli occhi o poco altro dell'extraterrestre, e lasciando molto all'immaginazione del lettore. Insomma la fantascienza nel West, ancora più che l'horror o il fantastico in generale, andrebbe trattata con più attenzione e sfumature, che questa avventura proprio non ha, secondo me. Speriamo che Bocci e Boselli rimedino con il suo seguito...

Modificato da Poe
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<span style="color:red">9 ore fa</span>, Poe dice:

Di solito condivido la maggior parte dei tuoi giudizi e dei tuoi voti, Condor, ma questa volta proprio no!:laugh: 

Può capitare caro pard :D, per quanto si possa avere una certa affinità di giudizi, è praticamente impossibile essere sempre sulla stessa frequenza d'onda. :)

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Poe dice:

Questione di gusti, naturalmente, ma io questa storia non l'ho mai digerita, per me è largamente insufficiente, anzi la metto tra le peggiori di GL Bonelli e tra le meno riuscite in assoluto di Tex (mi riferisco solo alla serie regolare).

Non ho certo nessun problema col fantastico, ma qui il tema fantascientifico a mio avviso è sviluppato male, con scene poco riuscite, quasi zagoriane, alcune decisamente grottesche per una serie come Tex, altre affrettate e senza nessuna atmosfera, che in questo tipo di storie è (quasi) tutto.

Sai, riallacciandomi al mio commento, ripeto che anch'io non riesco a essere del tutto soddisfatto della storia. Mi viene difficile spiegarlo: sebbene non la reputi da bocciatura totale, non riesco a considerarla nemmeno del tutto riuscita. Ho cercato di spiegare i motivi che mi inducono a una fredda accoglienza dopo la lettura, ma ammetto che stavolta le mie idee di giudizio sono poco chiare. Ho dato 6, ma poteva benissimo essere pure un 5, ma in casi d'indecisione come questa, il numerino finale può essere figlio del momento e lasciare il tempo che trova. 

 

<span style="color:red">9 ore fa</span>, Poe dice:

I disegni, poi, oltre che decisamente bruttini, li trovo anche poco adatti al tipo di storia, ci voleva un disegnatore con un tratto più evocativo, che riuscisse a trasmettere inquietudine, senso del mistero e del meraviglioso, ci voleva una storia con più chiaroscuri e ombre, che facesse vedere e non vedere. A me è sempre sembrato un passo falso, inferiore alla prima con l'alieno "Last hope", che invece aveva un suo fascino, basato proprio sul far vedere solo gli occhi o poco altro dell'extraterrestre, e lasciando molto all'immaginazione del lettore. Insomma la fantascienza nel West, ancora più che l'horror o il fantastico in generale, andrebbe trattata con più attenzione e sfumature, che questa avventura proprio non ha, secondo me. Speriamo che Bocci e Boselli rimedino con il suo seguito...

Sul fatto che la storia ambientata a "Last Hope" sia decisamente di un altro spessore, condivido in toto. Purtroppo il Bonelli degli anni 80 ormai era solo l'ombra del grandissimo autore del passato. Sui disegni, è vero, magari la coppia Nicolò - Monti non era del tutto adatta alle tematiche, ma tutto sommato la qualità finale non fu così disastrosa, a mio modo di vedere. Un disegnatore come Bocci tuttavia è perfetto per il sequel. 

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  • 1 mese dopo...

Il mistero non è certo una nobità su Tex e lo stesso GLB lo ha trattato varie volte, anche con successo. Qui l'idea di partenza è anche intrigante, ma poi tutto si svolge in modo troppo stringato, con uno scarsissimo approfondimento dei personaggi. Che il capo fosse il padre era telefonatissimo, tra l'altro. Anche la presenza di Gross Jean appare sprecata, per il poco che conta all'interno della storia.

Poco da ricordare, insomma.

Testi 6

Disegni 6.50

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  • 2 anni dopo...

Nell'attesa dell'uscita tra un mese della nuova storia ambientata sul monte Rainier, ho ben pensato di sfruttare il primo pomeriggio per andare a rileggermi dopo tempo immemore la storia della prima e tutt'altro che rilassante escursione di Tex e dei pards sulla misteriosa vetta. L'impressione che ne ho ricavato è quella di una storia dall'ottimo potenziale, purtroppo sfruttato solamente in minima parte, vuoi per la durata relativamente breve (in rapporto al potenziale che vi si intravede), vuoi per alcune scelte forse discutibili di GLB in fase di stesura della sceneggiatura.

 

Personalmente, difatti, ho ravvisato molti dettagli che avrebbero potuto o dovuto essere meglio approfonditi. In primis, la trasformazione fdi Gros-Jean, sia dal punto di vista fisico (a partire dai folti baffoni, passando per la relativa eleganza nel vestire, per terminare con la mole sostanzialmente uguale a quella degli altri), sia dal punto di vista più specificamente narrativo, che lo trasforma da cacciatore vagabondo a stanziale (dice di essere a Yakima da ormai sei anni), perdipiù proprietario di una piccola compagnia di pellicce. Ma, se su questo si può anche chiudere un occhio, a me è sembrato un vero peccato non approfondire affatto circa l'origine e le vicissitudini del misterioso popolo di "uomini rettile" che vive sulle cime del Rainier, scendendone solo per compiere razzie ai danni dei Klamaths, e soprattutto del loro "signore delle nevi", un geniale scienziato pazzo su cui però non si apprende granché altro. In più, non si ha mai la sensazione che i Nostri - al gran completo - se la vedano mai davvero brutta, eccezion fatta per la scalata al monte che costa lla vita all'eroico capitano Olden, generosissimo nel tagliare la fune per salvare la vita di Carson e Tiger.

 

Infine, capitolo disegni: davvero mi è stato arduo capire chi, tra Nicolò e Monti, abbia disegnato quali pagine, tanto sono minime le differenze che un occhio invero non espertissimo in materia quale è il mio possa cogliere. Comunque, sono disegni che ben si prestano ad una storia come questa in cui, sostanzialmente, Tex non ottiene altro che di poter rassicurare i Klamaths circa la fine del popolo misterioso del Rainier nel misterioso terremoto conclusivo, presumibile conseguenza dell'incidente avvenuto nella cabina della nave spaziale.

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  • 3 settimane dopo...

Letta questa storia oggi per la prima volta, per prepararmi alla prossima storia in uscita sulla regolare, che ne condivide l'ambientazione e chissà cos'altro.

 

Ottimi i disegni, intrigante l'incipit della storia e ben sviluppata la prima parte... diciamo fino a quando i nostri entrano nella caverna dei Ghundar... da li in avanti onestamente la trama prende una piega che mi ha decisamente deluso; vuoi per la fretta/semplicità con cui accadono le cose, vuoi per troppe domande/risposte rimaste sospese e vuoi per il "crollo di tutto" che è una soluzione trita e ri-trita che a dirla tutta ha un pò stancato.

 

Speriamo che Boselli ci regali qualcosa di più, magari anche grazie ad un maggior numero di pagine...

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