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TWF - Tex Willer Forum

[358/362] Sioux


ymalpas
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Voto alla storia  

47 utenti hanno votato

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Mi rendo conto solo ora di avere sbagliato nel mio post precedente:           " L'uomo nell' ombra" è il titolo della storia che precede " Grido di guerra". Scusatemi.

 

Un commento a " Sioux": si tratta di una storia ottimamente disegnata e molto articolata, oltre che di un' efficacia drammatica a tratti quasi " nolittiana". I dialoghi sono ottimi dal principio alla fine, e tuttavia la parte fino sull'attacco alla carovana la trovo un po' troppo lunga, un po' noiosetta, secondo me Nizzi avrebbe dovuto arrivare prima all' azione. Comunque per il resto la storia é ottima: specialmente gli stratagemmi di Tex per ostacolare quel trombone gallonato di Stonewell. Gli avvenimenti  sono intrecciati perfettamente, e sembra che il nostro eroe non debba mai riuscire nel suo tentativo, qualche ostacolo gli si mette sempre davanti, per questo parlavo di nolittianita.  E la cosa mi piace molto, purché non succeda troppo spesso.

Peccato per il fatto che gli antagonisti siano poca cosa. Che il senatore Jhonson c' entrasse non era comunque del tutto prevedibile.

Voto 9

Modificato da Grande Tex
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Il biennio 89-90 rappresentò un periodo di grazia creativa per Nizzi. A pochi mesi dall'uscita del gioiello "La congiura", il prolifico sceneggiatore sfoderò un'altra pietra miliare della sua produzione texiana. Il "ciclo Sioux", a mio personale parere, è uno dei capisaldi della serie. Il primo capitolo si snoda su più di tre albi, ma ha il grosso pregio di mantenere sempre un alto profilo e la brillante sceneggiatura, valorizza al massimo il soggetto, senza far minimamente annoiare il lettore. Ottima la macchinazione che l'autore escogita per montare l'ossatura della sua storia. Di certo non è originalissimo lo spunto del complotto per impossessarsi delle terre assegnate agli indiani, ma il ritmo serrato, un monumentale Tex e una folta schiera di personaggi ben rappresentati, fanno di questo episodio un piccolo gioiello. Come non appassionarsi dinanzi alle scene che vedono un Tex stratega e acuto, mettere in scacco lo squadrone dell'arrogante generale Stonewell? Come non rispettare un uomo d'onore della risma di Nuvola Bianca? Come non stringere i pugni con rabbia udendo le motivazioni del politicante Johnson una volta smascherato o non cedere alla tentazione di picchiare personalmente Zanoby? :D Oltretutto alcuni passaggi e dialoghi, raggiungono picchi di epicità non indifferenti. Molto intenso il predicozzo che l'ottimo colonnello Graham rivolge all'infido senatore Johnson, quando gli fa notare che contare i corpi dei caduti durante le campagne militari, non è un gioco e proprio per scongiurare ciò, la via della diplomazia non dovrebbe mai smarrirsi. Molto profetiche a tal proposito pure le tristi parole del generale Davis a fine episodio, che fanno capire quanto gli indiani siano destinati a rimanere stritolati dalla Storia. Graham, Davis, il giovane tenente a cui il ranger augura una lunga carriera, rappresentano il volto saggio e pulito dei "portatori di stellette", a cui, purtroppo, fanno da contrappasso palloni gonfiati tronfi di boria e ambizione come Stonewell, che finisce col rompersi le corna nell'urto contro l'ottimo piano difensivo di Tex, che potrebbe benissimo tenere cattedra di strategia a West Point. Umiliato Stonewell, l'episodio sembrerebbe essere giunto ai titoli di coda, invece Nizzi con maestria inserisce la plausibile complicazione dovuta al colpo di coda mosso da Lupo Zoppo, che approfittando della disfatta delle giacche blu, rivendica la possibilità di lottare senza esclusione di colpi, compromettendo i sudati piani di Aquila della Notte. La titubanza di Nuvola Bianca, è narrativamente funzionale e umanamente comprensibile: chi a posto suo non si troverebbe una pulce nell'orecchio dopo tanti anni di soprusi subiti dall'uomo bianco? Solo la sua parola d'onore e l'intrepida azione di Tex, che sconfigge le macchinazioni di Zanoby, Lupo Zoppo e Coda Macchiata, impediscono che la crisi degeneri in una nuova e cruenta guerra indiana. Lo Scout Zanoby è ben caratterizzato e si mostra un astuto verme, mentre il complice Alvin è una macchietta che Nizzi inserisce solo per farsi spiegare (e con lui il lettore) i piani. Forse il finale risente un po' della lunghezza della prova e alcuni passaggi risultano un po' forzati (come per esempio il casuale incontro dei nostri con Zanoby nelle vicinanze della banda di Lupo Zoppo o la confessione di quest'ultimo del piano atto all'eliminazione del sakem sul ciglio del dirupo), ma questa lieve sensazione, non influisce a sminuire più di tanto il valore dell'episodio, che si concluderà con un lieto fine (ben diverso sarà l'epilogo del secondo capitolo). Mi scuso per esser stato un po' prolisso, ma al cospetto di una storia che ha sempre suscitato forti emozioni, diviene naturale scrivere di getto le proprie opinioni. Piccola curiosità: come mai Galep nella copertina "Le Colline del vento" trasforma in notturna la scena dell'inseguimento di Tex e Carson e mette una torcia in mano del sergente che guida l'inseguimento, al posto della colt? Nulla d'importante, si capisce, ma me lo sono sempre chiesto! Per ciò che riguarda l'opera grafica di Ticci, cosa dire? Il maestro senese sforna un'infinità di tavole con una qualità pazzesca! Sfondi mozzafiato, sequenze complicatissime con interi squadroni di soldati, cariche di bisonti, assalti indiani etc. realizzate con una dinamicità da far stropicciare gli occhi. Se fosse esistito un premio oscar fumettistico come miglior "regista", Ticci lo avrebbe ripetutamente vinto a mani basse! :) Chapeau! Il mio voto finale è 9

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  • 1 anno dopo...

Ritengo di poter affermare tranquillamente che l'accoppiata Nizzi&Ticci, l'uno alla sceneggiatura e l'altro ai disegni, ha toccato con questa storia punte di eccellenza, se non una sorta di vero e proprio apice creativo. Una trama inticata come poche altre volte, in cui trova spazio un numero importante di personaggi dotati di un evidente peso specifico, sia nel bene che nel male, che però Nizzi ha saputo magistralmente gestire senza che l'uno o l'altro potessero "darsi fastidio" a vicenda, il tutto in una cornice di azione, colpi di scena, sparatorie e scazzottate nel più tipico stile texiano, con anche qualche momento di grottesca ironia ai danni del generale Stonewell, il tutto illustrato con estrema maestria da un Ticci in grandissima forma.

 

Grandissima "prova di forza" di Tex e Carson, con Tex in particolare ancora più sfrontato e risoluto del solito, senza mai palesare la minima indecisione, ed ovviamente senza lasciarsi intimorire dal curriculum di alcuni degli antagonisti, nello specifico il senatore Johnson (del resto, per chi ha saputo tenere testa a negromanti, principi malesi e maghi del trasforminsmo, cosa vuoi che sia tenere a bada un politicante maneggione e borioso 🤣..??). Ma poiché nessuno vince mai le guerre da solo, un aiuto decisio ai due pards lo danno l'autorevole capo sioux Nuvola Bianca ed il suo giovane braccio destro Cervo Veloce. Nuvola Bianca, in particolare, risulta una figura che trasuda nobiltà d'animo e rispetto sin dalla prima vignetta in cui compare, per poi riconfermare tale impressione nel prosieguo della vicenda: capo esperto, che ha a cuore solo ed esclusivamente il bene del proprio popolo, frenato nell'avallare la volontà del guerrafondaio Lupo Zoppo nel muovere guerra per via della promessa che aveva fatto in precedenza ad Aquila della Notte, pur avendo vacillato non poco fino all'ultimo (ed a questo proposito, ritengo che il suo tormento, oltre ad essere segno di grande saggezza ed al contempo del raggiungimento del massimo livello di legittima esasperazione dopo anni di promesse rimangiate dai politicanti di Washington, sia dal punto di vista  narrativo uno dei punti più alti dell'intera storia).

 

Sul fronte degli antagonisti, fermo restando il ruolo del bieco Johnson quale organizzatore dello sporco imbroglio, il vero nemico numero uno è lo scout Zanoby, la cui astuzia va di pari passo alla propria avidità, nonché alla sua abilità nel manipolare il rinnegato Coda Macchiata e l'ambizioso ed opportunista Lupo Zoppo, che nei fatti sembrano non rendersi mai conto di essere marionette utili solo al conseguimento dei suoi scopi. La sceneggiatura, poi, ha tratto ulteriore giovamento - e non poteva essere altrimenti - dall'entrata in scena di un antagonista come il generale Stonewell, che si muove su un binario parallelo ed in tal senso va considerato: tipico esempio di militare ambizioso e pronto a tutto pur di conseguire i propri obiettivi, ma comunque entro i limiti di ciò che è lecito per quanto moralmente riprovevole, ritengo che la sua personalità ed il suo modo d'essere siano raffigurati al meglio dal commento finale del genrale Davis, secondo cui si tratta di "un gentiluomo, dopotutto, con un cerello di gallina". Un avversario ostico, dunque, ma ben lontano dall'essere parte integrante del piano di Johnson, ma semplicemente una pedina inconsapevole dello stesso. Fa un po' pena, ma nemmeno suscita troppa antipatia.

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  • 8 mesi dopo...
On 30/4/2013 at 23:08, Leo dice:

Mi accodo al coro di commenti positivi per questa storia.

Non la ritengo un capolavoro soprattutto per l'assenza di antagonisti che colpiscano veramente. Le stesse trovate della guerriglia, orchestrate in maniera obiettivamente magistrale, non mi riscaldano più di tanto perchè non sono un amante dell'azione pura.

Al di l' dei gusti personali, riconosco però la qualità indubbia della sceneggiatura, ed in particolare la ricchezza e la felicit? dei dialoghi. Tex, come dice Virgin in un precedente post, è Il Tex, ed è vero che questa storia è un mirabile esempio di come Nizzi sia entrato in sintonia col personaggio e ne abbia saputo dare un'interpretazione fedele ed anzi anche più esaltante dell'originale.

Resto come al solito rapito dalla figura del Generale Davis. La sua autorevolezza, la sua composta calma, la sua ironia, il suo carisma, il suo saper zittire Tex (solo con lui il nostro abbassa la cresta) lo rendono un gigante della scena. Qui, come nell'altra storia sui Sioux, la sua sola presenza innalza il livello e la qualità dei dialoghi. Sua è anche l'ammissione, che ho apprezzato tantissimo, che il generale Stonewell ?, a modo suo, un galantuomo.

Storia come detto molto bella, anche se le preferisco il suo seguito, probabilmente per l'epilogo tragico, epico e solenne che lo distingue dal più rilassante (e quindi meno commovente) lieto fine di questa.

Ticci come al solito immenso.

Allora...Sto rileggendo un po' di Nizzi old style e me lo sto godendo. Storia "ricca" come sceneggiatura, dialoghi brillanti, vari personaggi tutti molto ben caratterizzati ed un Tex di alto livello (però mi sono divertito quando Davis lo zittisce). Non è un capolavoro ma è un'ottima storia e Nizzi ne ha scritte molte. Ticci perfetto per il tipo di storia. Nizzi/Ticci non battono Boselli/Marcello nel mio cuore però sono tanta roba.

 

 

 

 

 

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  • 4 mesi dopo...

Quando dico che Nizzi è un Maestro nel "dirigere"storie indiane,non posso non fare riferimento a.codesta storia, un capolavoro.

L idiosincrasia di Nizzi per i militari di professione dà forma a Stonewell,che presentatoci all inizio come un borioso e arrogante militare di professione, finisce per diventare nella storia non solo uno sbatacchiato e  spennato pavone,ma anche soprattutto un perfetto idiota che non si è mai reso conto della congiura orchestrata da Johnson a danni dei Sioux...e di esserne stato un ingranaggio!

Davis è il perfetto contraltare di Stonewell...militare di Gran Razza,ma con un carattere forte che spesso lo mette in conflitto con Tex... bellissimi i battibecchi al forte.

La storia è divisa in due parti...nella prima Tex mette fuori combattimento i militari,nella seconda invece Tex mette fuori gioco Lupo zoppo e i Minnekonju, successivamente cattura Coda Macchiata e Zanobi... mettendo in luce lo sporco imbroglio del senatore Johnson... stupendo l elogio di Nuvola Bianca a Tex, quando dice che Tex è l.onore in.persona.

Storia da Oscar.e mi commuovo sempre quando Tex fa esplodere i cannoni dei soldati e i Sioux gridano di gioia che le canne tonanti non potranno mai più essere utilizzate contro di loro!Cervo Veloce è un personaggio che rivedrei volentieri in un'altra storia...

Modificato da Barbanera
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  • 11 mesi dopo...

Nessuno degli elementi di questa storia è originale: il complotto per appropriarsi delle terre indiane, su cui è stato scoperto l'oro; l'ufficiale tronfio e ottuso; i giovani capi indiani che scalpitano per avviare una guerra di cui non comprendono sino in fondo la portata; Tex che utilizza alla perfezione le tecniche di guerriglia; i guerrieri ribelli e alcolizzati, scacciati dalla loro tribù; i borghesi dell'Est che vedono come un gioco quella che è la lotta per la sopravvivenza delle civiltà native.

 

Eppure, si tratta di elementi che vengono rimescolati con grande maestria, dando vita a un'avventura (o meglio, alla prima parte di una più grande avventura) che mi ha letteralmente tenuto incollato alla poltrona.

 

Alla macchina da scrivere c'è il Nizzi migliore, che dà vita a un Tex dinamico, padrone di sé, arrogante perfino, come lo aveva voluto suo padre Gian Luigi.

Ai pennelli c'è un Ticci che, come ogni volta che si trova a illustrare storie indiane, realizza tavole di indiscutibile bellezza.

 

Limiterei il voto a 9 perché mi è parso forse eccessivo il ruolo assegnato al generale Devis, che della storia è vero motore. Penso che, lasciando fermo il suo intervento finale quale Deus ex machina, si sarebbe potuto immaginare un avvio diverso della vicenda.

 

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Una storia a dir poco sontuosa.

Ogni volta che la leggo mi ribalto dalle risate per metà del tempo: vedere Tex e Carson fare i sabotatori e i teppisti è una delle cose che amo di più e qui ci sono parecchie scene memorabili.

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1 ora fa, virgin dice:

Ogni volta che la leggo mi ribalto dalle risate per metà del tempo: vedere Tex e Carson fare i sabotatori e i teppisti

 

Io invece mi diverto e continuo a divertirmi come un ragazzino ad ogni rilettura per gli scambi di opinioni tra Tex ed il senatore Johnson, che nel rapportarsi al Ranger alterna altezzosità, (falsa) indignazione e scadenza, ma ottiene ogni volta come unico risultato quello di essere steso con un massacrante cazzotto :D!

P.S. Anziché "scadenza" intendevo scrivere "saccenza".

Modificato da juanraza85
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  • 11 mesi dopo...

Ho riletto questa storia dopo il Maxi "La grande congiura" per riscoprire un po' il miglior Nizzi. 

Questa è una storia alla quale sono molto affezionato per due motivi: è una delle prime, per non dire LA prima storia di Tex che ho letto proveniente dalla collezione di mio nonno (leggevo già Tex, ma grazie agli Oscar Mondadori che uscivano ai tempi). Mio nonno aveva capito che mi stavo appassionando e ha colto la palla al balzo dandomi tutti i suoi scatoloni (grazie, nonno, anche se adesso ogni tanto si pente). L'altra storia che lessi dalla sua collezione era una delle pochissime ad avere delle copertine di Villa (il nonno, galleppiniano di ferro, smise poco dopo la morte del grande Galep) e si intitolava "Il passato di Carson", ma questa è, letteralmente, un'altra storia.

Quindi c'è una ragione affettiva.

La seconda ragione, ma a questo avrei fatto caso in un secondo momento, è che l'albo "Le colline del vento" è uscito nell'ottobre del 1990, più o meno negli stessi giorni in cui io venivo al mondo.

 

Veniamo quindi alla storia, che non leggevo veramente da tanti anni, almeno dieci.

Oggi, con la maturità di lettore (in generale, non solo texiano) ci vedo qualche difetto e anche i prodromi di quello che sarà il Nizzi dei decenni successivi: Davis che salva capra e cavoli, il nascondiglio dei cattivoni svelato da altra gente (origlioni ante litteram?) e qualche mossa di Tex poco accorta (capisco tutto, lo giuro, ma lasciare una carovana in pieno territorio indiano senza neanche una pistola non è proprio una decisione geniale).

Però c'è poco da fare, siamo di fronte ad una storia orchestrata da un autore ispiratissimo che nelle storie con indiani e militari dà sempre il meglio (perlomeno il meglio che quel periodo gli consente) e che consegna alla saga un personaggio memorabile come Nuvola Bianca, il quale toccherà vette di incredibile lirismo nella storia successiva.

 

In quanto a Ticci, strepitoso.

 

Non un capolavoro, per me, ma comunque una bellissima storia che ho riletto con grande piacere. 

A breve riprenderò in mano anche il suo seguito.

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  • 1 mese dopo...

Altra storia che periodicamente rileggo cum gaudio magno. Qui si vola nella stratosfera ! Nizzi srotola una vicenda articolata, di ampio respiro, corale e costellata di personaggi che con poche, sapienti zampate, lasciano il segno. La storia si può sommariamente dividere in tre fondamentali "tronconi" : il primo, segna la-momentanea- sconfitta di Tex, che si ritrova ridimensionato e infamato dai capoccioni del forte (impegnati nel frattempo a sommergere di lodi l'infame Zenoby) MA tutt'altro che remissivo e indomito, anzi mosso da un'urgenza di rivalsa scaturente in un'incazzatura che trascolora nella pura furia:cool: ; il secondo, segna la resurrezione : Tex e Carson guidano da strateghi provetti la guerr(igli)a dei Sioux, si divertono un mondo nel farlo, trionfano ristabilendo la sacrosanta supremazia ; il terzo segna il climax epico (insieme alla risoluzione) della vicenda...è una corsa a rotta di collo di un Tex, trasfigurato in un archetipo di puro eroismo, tra le pareti e le mulattiere della Montagna Sacra...un concentrato di pura esaltazione cinetica e avventurosa. Appunto, Tex : il Tex di questa storia è semplicemente mastodontico, una furia devastante di pura risolutezza inarrestabile. Risponde a insulti con sganassoni, lancia il borioso senatore fuori dalla finestra, distrugge la "spedizione punitiva" del borioso Stonewell con astuzia sopraffina, pesta il viscido Zenoby a più riprese, appende Coda Macchiata per i piedi, a dondolare dalla Montagna Sacra...uno spasso totale ! Tante altre cose, ci sarebbero da dire, su una storia densissima : come le piccole "variazioni" rispetto alla "tradizione". Qui il borioso gallonato Stonewell non è un prodotto di West Point, ma al contrario, uno che si è fatto le ossa sui campi di battaglia, mentre da West Point proviene il ragionevole Colonnello Graham. Mentre viene ribaltata la funzione della stampa rispetto a "Sangue Navajo", là voce della verità, qui corrotto veicolo di menzogna. Inoltre un capitolo a parte meriterebbero i dialoghi, tra le vette più alte dell'intera saga...sia che si tratti degli esilaranti duetti con un Carson sornione ai massimi livelli (il top quando si diverte un mondo nelle azioni di sabotaggio, quando fa il dinamitardo, o manda la mandria di bisonti contro lo squadrone "Se una cosa va fatta, meglio farla come Dio comanda"), sia nelle piccole grandi finezze dei momenti più seri e intensi (come nel dialogo con Davis, in cui spiega a Tex la differenza tra giustizia e politica ; o negli scambi con Nuvola Bianca, grande personaggio, solenne e commovente al tempo stesso). Inoltre il dialogo finale tra i pards e Davis getta un'ombra di inquietudine sulla lieta risoluzione della storia, e sembra presagire il-ben più amaro e crepuscolare- seguito che sarebbe arrivato da lì a qualche anno, a chiudere in un dittico strepitoso, quella che a mio giudizio è da annoverare tra le saghe più belle e intense di tutta la storia di Tex.

Riguardo a Ticci : troppe cose, anche qui, ci sarebbero da dire...i paesaggi mozzafiato che ti catapultano lì, il dinamismo dell'azione, le esplosioni...un incanto da guardare e ri-mirare...uno dei più grandi disegnatori italiani, in una delle sue più grandi prove di sempre. Punto.

Capolavoro !

Voto : 10

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