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TWF - Tex Willer Forum

[515/517] Il Lungo Viaggio


bressimar
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Voto alla storia  

52 utenti hanno votato

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Storia dell'ultimo periodo di Nizzi, quello meno creativo, e qui la mancanza di creatività si sente tutta. Da una buona idea (anche se già ampiamente sfruttata) non emerge una buona gestione della stessa, tutto appare un po' "buttato lì", con un Tex svogliato come il suo autore. Salvano il tutto gli ottimi disegni di Ortiz, oltre al "mestiere" di Nizzi che riesce a rendere comunque leggibile la storia. Leggendo questi albi (e quelli precedenti dello stesso Nizzi) non ringrazierò mai abbastanza Boselli per aver ridato vita ad un Tex che stava invecchiando con il suo autore.

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  • 2 anni dopo...

una buona storia che, se da un lato dimostra i soliti limiti dell'ultimo Nizzi (origlioni su tutto), dall'altro si conclude in modo soddisfacente, pur non incantando

Il primo albo è un po' sciupato, infatti non lo rileggo quasi mai. Mi sono piaciute molto invece sia la puntata nella cripta con il ritrovamento della pergamena, sia  naturalmente il viaggio in mongolfiera, che aiuta a vivacizzare un poco una storia che risente parecchio di momenti morti e lenti. Ottima la riproposizione di Doberado. Buono l'escamotage degli Yaqui sull isola che aiutano i rangers nella ricerca del tesoro.Disegni di Ortiz sempre fenomenali.

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  • 2 mesi dopo...
  • 4 mesi dopo...

Storia che poteva essere meravigliosa, ma che invece risulta appena discreta.

Cosa funziona:

I disegni di Ortiz sono eccellenti

 

Tutta la parte dell' assalto al treno e seguito è coinvolgente, adrenalinica e ben narrata 

 

Il personaggio dell' ingegnere è simpatico, visto il suo divertente carattere spericolato 

 

Le scene nella cripta sono molto ben fatte

 

Il professor Doberado, classico tipo dell' archeologo amante alla follia del suo lavoro è  sempre bello, e bisognerebbe farlo ritornare 

 

Il soggetto è indubbiamente interessante, la caccia al tesoro non è certo un' idea originale ma é  sempre suggestiva

 

Cosa non funziona:

Carson che dice quelle cose su Montales: antitexianita, anzi, anticarsonita:D

 

Tex e Carson che rischiano di "rompersi il collo" ( parole testuali) per prendere un treno. Era così importante?

 

Tex che nella cripta si offre di raddoppiare il compenso ai banditi, non da Tex.Macchia in una sequenza interessante, unitamente a un ' altra: é mai possibile che i pards si dimentichino della galleria fino quasi a morire soffocati?

 

Come tipico di questo periodo nizziano, la storia manca quasi completamente di pathos e di coinvolgimento( ad eccezione della prima sequenza), c' è troppo spiegazionismo, troppe origliate, dialoghi spenti e troppo lunghi e artificiosi.

 

La spia al palazzo di Montales non si scopre chi è, e non solo non la scopre Tex, ma neanche il lettore.

 

Ci sta che un topo, all' inizio, aiuti Tex, ma che succeda due volte:rolleyes:

 

Un 6.5

 

 

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  • 1 anno dopo...

Il 2003 fu l’anno in cui Nizzi tornò a pieno ritmo sulla serie. Escluso l’albo di gennaio, che chiudeva la storia precedente di Boselli, i restanti mesi portarono in calce fra i crediti il nome dello sceneggiatore modenese. Tuttavia, sebbene a livello quantitativo sembrava essere tornati ai tempi in cui “l’ammiraglio” Nizzi teneva da solo il timone della serie, il livello qualitativo delle prove di certo non fu affatto paragonabile. Ormai troppo altalenanti si presentavano gli episodi e purtroppo erano ancora destinati a regredire nel corso del centinaio. La storia in questione comunque è apprezzabile e personalmente la rileggo sempre volentieri. All’opposto dell’episodio precedente in Oregon, la puntata in Messico in compagnia del redivivo Doberado parte sottotono per recuperare punti nella seconda parte della tripla. Il primo albo in effetti è un po’ tirato per i capelli, alquanto pesantuccio e un po’ prolisso. La sessione dei ripetuti agguati dei bandidos messicani non sortiscono l’effetto che forse l’autore si prefiggeva e alla lunga annoiano un po’. Non è un caso che appena raggiunto l’archeologo in difficoltà la trama prenda un po’ di respiro e diviene più avvincente. Discutibili, usando un eufemismo, le considerazioni su Montales espresse da Carson nelle prime tavole: fuori dubbio che una doverosa opera di editing avrebbe dovuto sforbiciarle. Non pervenuto nemmeno il governatore di Chihuahua, ridotto a una piccola comparsa, evidentemente Nizzi non amava coinvolgerlo nelle sue sceneggiature. Sorvolando su “preoccupanti” tendenze dei nostri ad acconsentire troppo facilmente all’ordine degli avversari di deporre le armi e pure sulla sempre più evidente carenza di azione investigativa di Tex, più soggetto a subire gli eventi che dominarli, la scena della cripta non è male, come si rivela molto appetitosa l’ambientazione stevensoniana dell’epilogo, con la caccia al tesoro nascosto, utilizzando il pallone aerostatico e i villain disposti ad impossessarsene. Il terzo albo, al netto di alcune trascurabili leggerezze, è ben scritto e si rivela alquanto avvincente. Queste tematiche da romanzo d’avventura d’altronde rientravano nelle corde compositive di Nizzi e ben coadiuvato da un ispirato Ortiz, confezionò una chiusura di episodio discreta. Il disegnatore iberico, ai tempi della pubblicazione, aveva già sintetizzato il suo tratto, presumibilmente per accelerare i tempi di consegna. Le sue tavole, sebbene ancora molto efficienti ed espressive, sono molto distanti da quelle che apparvero nel suo texone di inizio anni novanta. Son certo che se avesse usato più tempo e cura, molte sue perfomances sarebbero state migliori, ma ammetto di averlo lo stesso sempre molto apprezzato, escludendo il suo triste declino artistico negli ultimi anni di vita. Le sequenze di scene in mongolfiera sono davvero molto belle da vedere, ben realizzate e studiate con molta perizia. Ambientazione esotica alquanto inusuale per lui ma tirando le somme, l’esito fu molto soddisfacente. Piccola nota a parte per ciò che riguarda la vignetta doppia che chiude la tavola di pagina 23 dell’albo “Il serpente piumato”: non ho mai capito cosa passò per la mente del maestro spagnolo quando decise di inchiostrare in maniera così puerile il sole al tramonto, rovinando di fatto una bella inquadratura. Capisco la sintesi di tratto o la fretta di consegnare, ma un astro diurno disegnato in maniera così “stilizzata”, a mio avviso, è al limite del pubblicabile sulla serie ammiraglia. Che gli abbia fatto uno scherzo il nipotino, disegnandolo di nascosto appena vista la tavola fissata al tavolo di disegno del nonno? :P :laugh:  Il mio voto finale è 7

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  • 2 mesi dopo...

Storia di una noia e di una mancanza di interesse pressochè totale.

Sorvoliamo pure su origliate, figure dubbie (le catture e gli slacciamenti di cinturoni...certo non tutte evitabili ma insomma..), Carson che continua a parlar male di Montales. Ma la verbosità, la mancanza di verve, la stanchezza dei pard, la fiacchezza dei dialoghi, la stanchezza della sceneggiatura in ogni sua parte portano a bocciare il progetto senza alcuna remora.

Non siamo ai livelli di altre due o tre storie di Nizzi di questo centenario, ma ci siamo vicini insomma.

Ortiz molto bene, il suo tratto sporco è perfetto per delineare i cattivoni messicani e le avventure fangose e piene di inghippi.

Nizzi 4

Ortiz 7:50

Modificato da valerio
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  • 8 mesi dopo...

Una storia che, a mio avviso, possiamo dividere in due, una prima parte noiosissima, piena di dialoghi e situazioni superflue che potevano essere evitate, mentre la seconda parte molto viva, piena d'azione e con personaggi ben caratterizzati che mantengono la vicenda ad alti livelli. Una classica storia giallo/avventura di Nizzi che poteva essere top ma che invece si rivela soltanto buona, una occasione persa, peccato. 

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<span style="color:red;">52 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

È passato un bel po'  di tempo da quando la ho letta, ma  me la ricordo come una buona storia. Coi disegni di Ortiz poi. 🙋‍♂️

Ammetto che sono un amante dello stile "sporco" di Ortiz... Comunque mi trovo totalmente d'accordo con te sui disegni, perfino il volto dei pard mi piace, nonostante sia molto diverso da quello che preferisco stile piccinelli, villa etc

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  • 1 anno dopo...

Appena riletta.

 

A me e' piaciuta parecchio. Se posso essere d'accordo sul fatto che il primo dei tre albi ha dei momenti di caduta, per me le 8 pagine iniziali ambientate nel 1521 e con la storia del tesoro e del suo trasferimento dalla capitale alle isole sono un capolavoro di Ortiz. L'avventura in mongolfiera e l'ambientazione simil tropicale mi hanno entusiasmato. Il professore Hipolito (pilota della mongolfiera) e' un personaggio che mi sarebbe piaciuto vedere un po' piu' approfondito. Per me un 8.5 across the board.

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  • 1 mese dopo...

Storia recuperata nelle ultime due serate.

 

Aspetti positivi;

- la ricerca di un tesoro è sempre affascinante;

- a maggior ragione se ci sono di mezzo popoli del centro America;

- ancor di più se ci mettiamo una bella cripta dove andare a recuperare una mappa sbiadita, cucita nel saio di un monaco;

- meglio se quella mappa ti porta nel mezzo di un arcipelago e per riconoscere l'isola, scolpita a forma di serpente devi servirti di una mongolfiera. 

- questa storia è sicuramente migliore di quella precedente sempre di Nizzi;

 

Aspetti negativi;

- sarà migliore della precedente storia di Nizzi, ma non è che ci volesse tanto

-primo albo un po' troppo allungato;

-Tex mansueto che si lascia seguire dai banditi nel primo albo senza sgominare la banda prima e portandola per le lunghe

- Tex che in generale si fa seguire per tutta la storia dai contrabbandieri, ripetendosi dopo il primo albo dove si era fatto seguire/era scappato dai banditi, quando avrebbe potuto affrontarli a muso duro tante volte, e magari trovare altri nemici o difficoltà una volta giunto nell'arcipelago;

- Carson che sparla di Montales senza motivo a inizio storia

- Montales che poi scompare

- origlioni ovunque; in pratica la trama va avanti solo e soltanto col trucchetto di spie e controspie, alcune inverosimili, come il portiere dell'università nascosto dietro a una tendina

- finale che da l'impressione di essere un po' frettoloso in confronto all'inizio prolisso della storia

- Tex e Carson che non si pongono il problema, dopo essersi imbarcati sulla mongolfiera, di lasciare da solo il prof. universitario che li ha aiutati a decifrare la mappa. Sul serio non viene in mente loro che i nemici di turno una volta accortisi della loro fuga nella notte non sarebbero andati a far visita al professore rimasto in città per estorcere l'unica informazione fondamentale che conferisce un vero vantaggio a Tex, ovvero il luogo di sepoltura del tesoro?

 

Sono fumetti, ed in genere li leggo con leggerezza e senza fissarmi troppo sulle incongruenze, quando queste sono di piccolo peso e non rischiano di rovinare l'avventura. 

Ma alcuni degli aspetti negativi evidenti e macroscopici ti portano a leggere questa storia come si stesse sulle montagne russe, si alternano momenti di entusiasmo per scene ad effetto e di grande fascino o bei dialoghi, a momenti in cui cadono le braccia per l'assenza di fantasia, la ripetizione di escamotage, ed errori grossolani. 

 

Ho dato 7 per il soggetto e per i disegni, la ricerca di un tesoro lo merita a prescindere, ma al tempo stesso girano le scatole per come un soggetto tanto interessante e affascinante alla fine non sia sfociato in una storia epica come poteva certamente essere.

Degne di nota le copertine del magnifico Villa, in particolare quella de La Cripta, di grande effetto

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