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TWF - Tex Willer Forum

[565/566] La Sentinella


ymalpas
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45 utenti hanno votato

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Inizio a dire che questa storia lo letta solamente oggi perchè non mi ricordavo di avere tutti e due albi. Io, sinceramente mi sono pentito di non averla letta prima :_sigh .
Bellissima storia da 10 e lode e forse la migliore storia di Nizzi

Addirittura la migliore in assoluto? :blink:


Mi verrebbe da chiedere quante e quali storie di Nizzi hai letto.

Davvero inaspettato il tuo commento, Johnny.
Potresti spiegare come mai questa storia è così straordinaria per te? :cowboy: doubt

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Inizio a dire che questa storia lo letta solamente oggi perchè non mi ricordavo di avere tutti e due albi. Io, sinceramente mi sono pentito di non averla letta prima :_sigh .
Bellissima storia da 10 e lode e forse la migliore storia di Nizzi

Addirittura la migliore in assoluto? :blink:


Mi verrebbe da chiedere quante e quali storie di Nizzi hai letto.

Davvero inaspettato il tuo commento, Johnny.
Potresti spiegare come mai questa storia è così straordinaria per te? :cowboy: doubt

La migliore non direi proprio, accidenti... A onor del vero, è difficile che una storia come "La sentinella" possa competere con colossi del calibro de "L'uomo con la frusta e "Fuga da Anderville" , capolavori indiscussi firmati dallo scrittore modenese... sisi


E scommetto la mia paga di un anno che anche il signor John Walcott è d'acccordo con me... ::evvai:: _ahsisi

BK

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Inizio a dire che questa storia lo letta solamente oggi perchè non mi ricordavo di avere tutti e due albi. Io, sinceramente mi sono pentito di non averla letta prima :_sigh .
Bellissima storia da 10 e lode e forse la migliore storia di Nizzi

Addirittura la migliore in assoluto? :blink:


Mi verrebbe da chiedere quante e quali storie di Nizzi hai letto.

Davvero inaspettato il tuo commento, Johnny.
Potresti spiegare come mai questa storia è così straordinaria per te? :cowboy: doubt

La migliore non direi proprio, accidenti... A onor del vero, è difficile che una storia come "La sentinella" possa competere con colossi del calibro de "L'uomo con la frusta e "Fuga da Anderville" , capolavori indiscussi firmati dallo scrittore modenese... sisi


E scommetto la mia paga di un anno che anche il signor John Walcott è d'acccordo con me... ::evvai:: _ahsisi

BK

Puoi scommettere tutto quello che vuoi, Billy Kid. ::evvai::


Pu? anche essere una storia carina da leggere ma è solo una storia carina (il perchè non sia straordinaria come i colossi che hai detto è già stato fin detto nei commenti precedenti, anche fin troppo)

:trapper:

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Mi scuso per aver espresso il mio parere... Ok forse non è la migliore ma a me è piaciuta moltissimo. Il primo albo parte già con l'adrenalina alle stelle con gli indiani che inseguono a spron battuto i Nostri. Tex dopo essere scappato da essi viene attaccato. Il lettore allora pensa che siano indiani ma poi scopre che è il sudista. Al forte scopre la verità dal tizio con la bombetta e parte una storia completamente diversa dalla prima: ogni 10/20 pagine ci sono sparatorie o scazzotate. Dal giudice scoprono i vari nomi che; però, li portano ad un punto morto. I cattivi fanno la mossa sbagliata e rapiscono il sudista. Tex e Carson vanno a salvarlo facendo una carneficina. OK adesso viene il finale che purtroppo per ordine di S. B. doveva finire in quell'albo. Esso di per sè è troppo veloce e sempliciotto (appunto per far stare la storia in 2 albi)ma fila molto bene. Una cosa che mi hanno convinto poco sono la facilit? con il sudista è scappato dai propri rapitori e la velocit? in cui Russard viene fatto fuori Secondo me i dialoghi lunghi di questi albi si intonano benissimo con le intere scene di sparatoria(Stile meditativo e frenetico= mix molto efficacie).

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Leggendo i vostri post capisco che avete frainteso: ovviamente le due storie citate sono dei colossi di Tex e sono del primo periodo di Nizzi(quello d'oro)io dico la migliore del secondo periodo. Nel periodo d'oro sono storie una più bella dell'altra. E poi criticate il Nizzi post 500, voglio vedere voi a 75 anni a scrivere storie tutte COMPLETAMENTE NUOVE senza ripetere situazioni già scritte con un limite di 2 albi a storia(proprio lui che ha sempre fatto storie di tutti i tipi). Infatti da poco ha passato il testimone a Boselli...

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  • 10 mesi dopo...

Piccola chicca riguardante questa storia appresa da Tex secondo Nizzi:la storia è ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto. Un soldato giapponese è rimasto isolato nella giungla inconsapevole che il secondo conflitto mondiale fosse terminato. Rimase nascosto nella foresta di un isola della Micronesia dal 1944 al 1972. Quindi per quanto possa sembrare impossibile il soggetto è ispirato ad un fatto vero. A questo avvenimento si sono anche ispirati Bud Spencer e Terence Hill per il loro film "Chi trova un amico trova un tesoro".

i Camel ci hanno fatto un album "Nude" nel 1980. molto bello tra l'altro. qualcosa di simile ( il soldato che non sa che la guerra è finita) appare anche in un episodio di "Alla conquista del west". qui il soldato (Ken Marshall... il Marco Polo televisivo di primi anni 80) custodisce ( o meglio pensa di custodire) dell'oro dell'unione da lasciare alla moglie e alla figlia. Il Tex in questione, seppur tirato un p? troppo per i capelli, non mi è dispiaciuto. Avrei lasciato più spazio al soldato (anzich? lasciarlo in albergo), risibile la presenza del "reporter" che racconta per filo e per segno le vicende della famiglia del soldato. Anche io stanco dell'"origliatore" di turno. Disegni sufficienti.
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  • 1 anno dopo...

storia riletta in questi giorni, complice l'afa, e ho avuto visioni di un Nizzi rispolverato, che ci regala un inizio scoppiettante e in "action" per così dire, come fu l'allora sublime storia Gilas del mitico GLB. E Tex e Carson, impavidi castigamatti, questa volta hanno a che fare con un reduce della guerra civile (o incivile) americana che non si è accorto che il contenzioso tra unionisti e confederati è finito da un pezzo. Ma tant'è. Il primo albo è pregevole, denso di azione e di scene sceneggiate con mestiere per arrivare all'ultima pagina. Il prolbema è dopo. Sotto certi aspetti nella seconda parte Nizzi tenta di rinverdire i suoi fasti con una storia che ricorda molto da lontano quell'impareggiabile capolavoro che fu Fuga da Anderville: le sorti di due amici rivali segnate dalla guerra e le ripercussioni che gli eventi hanno sull'erede in questione (il soldato reminiscente) ma, nonostante l'afa, il secondo albo non mi ha convinto e ha i difetti tipici di Nizzi: trama telefonata. Però voglio bene a Claudio e, dopo tante bellissime avventure, con questo Un Soldato Ritorna, complice l'afa la maledetta afa, mi ha regalato un'oretta di quieto tepore.

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  • 2 anni dopo...
  • Sceriffi

Da qualche tempo ho deciso di provare a "riscoprire" alcune storie del Nizzi minore della fascia 500; per quanto mi riguarda si tratta di storie lette una volta appena uscite e mai più riaperte in seguito, convinto che ci fosse ben poco da salvare della produzione nizziana di quel periodo e preferendo decisamente le contemporanee storie di Boselli. Sono quindi perse nella mia memoria e riaprirle oggi è per me come leggerle per la prima volta (ma, quando si dimentica facilmente una storia, non è un buon segno).

 

Sono rimasto davvero sorpreso dal primo albo di questa storia, davvero particolare ma estremamente piacevole alla lettura, soprattutto con l'esplorazione della mesa che sembra costituire un mondo a sé, molto ben realizzato nelle tavole di Repetto. Anche se l'idea di un soldato rimasto isolato dal mondo per almeno una decina d'anni è decisamente poco credibile, questo non è per niente un problema - gli spunti irrealistici su Tex ci stanno eccome, quando la storia funziona e sono sostenuti da una sceneggiatura all'altezza.

 

Ma sul finire del primo albo già iniziano le avvisaglie di quello che non esito a definire uno sfacelo. L'incontro con un commerciante ambulante che casualmente conosce vita, morte e miracoli della famiglia del soldato scomparso, nonostante questo sia originario di Atlanta, a duemila miglia di distanza, è così improbabile da essere per me inaccettabile (ho detto prima gli spunti irrealistici ci stanno: ma attenzione, qui si tratta di qualcosa di diverso! Non si tratta qui di una situazione fantastica, ma di un espediente di sceneggiatura che proprio non sta in piedi). Ma andiamo avanti, in qualche modo bisogna pure che Tex accompagni il soldato disperso ad Atlanta, altrimenti la storia si ferma...

Il secondo albo è però di una banalità sconcertante. Ma la scena clou la leggiamo quando, nel momento in cui il piano di Tex di trovare un testimone fallisce miseramente, un nero che casualmente Tex aveva salvato poche ore prima per strada e che casualmente è al servizio di uno degli uomini interrogati da Tex, casualmente è anche un testimone chiave e infine casualmente ascolta la conversazione di Tex, potendogli dare l'imbeccata giusta - se Tex avesse giocato alla lotteria, probabilmente avrebbe vinto tre volte di fila. Se poi ci aggiungiamo che l'azione va avanti perché l'immancabile origlione ascolta la conversazione dello stesso nero con Tex, la frittata è fatta.

 

Ed è un vero peccato, perché, lo ripeto, il primo albo è OTTIMO. Ma la faciloneria della sceneggiatura del secondo albo rovina davvero tutta la storia e mi porta a dare una insufficienza complessiva.

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  • 11 mesi dopo...

storia discreta con uno spunto decisamente buono ma  con una trama che non decolla

 

l'idea del reduce sudista che vive in una tana come fosse un eremita, senza sapere che la Guerra è finita da un pezzo è buona: Nizzi si è sicuramente ispirato ai "Soldati fantasma" dell'Esercito del Sol Levante che a decine vissero come eremiti in sperduti avamposti su atolli e isolotti per anni, in alcuni casi per decenni,non essendo a conoscenza della fine del conflitto

Ma la trama, dopo un inizio spumeggiante con l'attacco Apache e il ritrovamento del tenente in giubba grigia latita un po'...La puntata ad Atlanta è infatti noiosa, con i soliti stra abusati clichè di Nizzi (origlioni, ma non solo: il giudice buono, vecchio amico di famiglia del giovane, è un altro clichè che Nizzi ha utilizzato un sacco di volte).

La cosa giusta che Nizzi fa è comunque lasciare fuori dall'azione nel secondo albo l'ex tenente in giubba grigia: avrebbe tolto troppo spazio a Tex.

Comunque, nonostante tutti i limiti, per me la storia rimane discreta e rileggibile.

CURIOSITà: Anche in questa storia Nizzi esamina da vicino le precarie condizioni del Sud distrutto dal conflitto, non lesinando critiche alla gestione yankee del difficile dopoguerra in una Georgia distrutta dalla tristemente famosa "marcia su Atlanta" di Sherman...inoltre Tex e Carson hanno parole di comprensione nei confronti del Generale Lee, quando il tenente all'inizio chiede ai due amici se fosse per caso caduto in battaglia.

 

Modificato da Barbanera
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Storia con un buono spunto e con dei dialoghi  meno pesanti rispetto alla media del  periodo, ma comunque molto noiosi. Abbastanza efficace la prima parte, ma ho visto alcune scelte di sceneggiatura  traballanti, e la scena con Tex e Carson con il caprone sembra una cosa da Stanlio e Ollio, non si puo' leggere. Belle le scene  in cui Tex e Carson fanno visita alle baracche dei poveracci, e quella  in cui il sudista  scopre la verità, ma non salvano troppo  la storia. Belli i disegni.

6 +

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  • 3 settimane dopo...

Primo albo introduttivo, secondo troppo veloce.
Si arriva alla soluzione del problema senza sforzo.

Fanno tutto gli avversari: si tradiscono, rapiscono e si fanno ammazzare.
Ovviamente non mancano le classiche "Nizziate", anzi mi sembra che ci siano proprio tutte.
Sufficienza risicata.
Da dimenticare!
Voto alla storia: 6
Voto ai disegni: 8

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  • 1 anno dopo...

Stria un pò interlocutoria...buona l'idea del soldato che non sa che è finita la guerra e tutto il resto, ma è un Nizzi meno frizzante e fresco rispetto almiglior Nizzi. Carson appare, a volte, un pò troppo distratto (come quando si dimentica della fuga di uno di quelli che gli hanno teso un attentato) e ci sono molti spiegoni. Tex molto bene però.

Diciamo che è una storia più che sufficiente, ma forse un Nizzi in forma migliore ne avrebbe fatta una storia decisamente migliore.

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  • 1 mese dopo...

Appena toccato il fondo, non resta che scavare! E Nizzi purtroppo il fondo, sul finire del primo decennio del 2000, lo toccò eccome. Le storie di quel periodo, solo adesso le sto rileggendo dalla data di uscita in edicola, ma episodi come la “Sentinella”, se mai dovesse ricapitare, non credo che le riprenderò in mano prima di vent’anni :D. Già il fatto che mi sia apprestato alla rilettura senza ricordare proprio nulla della trama, non depone a favore della qualità della stessa e dopo aver faticosamente raggiunto la tavola 110 del secondo albo mi è tornato chiaro il motivo per cui i due volumi hanno preso polvere per una decina d’anni sullo scaffale. Una storia sfilacciata, a tratti incongruente, appesantita da dialoghi pesanti e da una sceneggiatura non all’altezza della saga e del passato glorioso dell’autore. Un Nizzi ormai in caduta libera, senza un briciolo d’ispirazione, che macinò storie mediocri buone solo a garantire la puntuale pubblicazione degli albi, ma davvero lontane dal minimo sindacale qualitativo richiesto sulla collana, a mio avviso. Essendo da sempre molto legato all’autore in questione, dispiace dover scrivere certi giudizi, ma è fondamentale essere obiettivi in una recensione. Il soggetto è molto atipico, con un primo albo tutto sommato non malaccio, ma il proseguo quasi pessimo. L’odissea dei due pards sulla Mesa Serrada per sfuggire alla banda di predoni Apache, in qualche modo può pur appassionare, visto che l’autore imbastisce la sceneggiatura mostrandoci la cordigliera come un mondo a sé, selvaggio ma spettacolare. L’incontro inaspettato con John Rickfield, risulta la svolta decisiva dell’episodio ma da qui, a mio modo di vedere, l’opera crolla fragorosamente. In primis, l’idea che il giovane confederato fosse chiuso in quella mesa da moltissimi anni senza nemmeno sapere che la guerra di secessione fosse finita da tempo, è uno spunto duro da digerire. John non è un demente, né tantomeno ha smarrito la memoria, di conseguenza non si capisce come mai, disponendo pure di due cavalli, non abbia mai fatto ritorno alla vita civile. Anche l’eccessiva simpatia che i nostri provano nei suoi confronti stona, in fondo l’eremita prova più volte a farli fuori e inoltre si è pure macchiato le mani col duplice omicidio dei due poveri cercatori d’oro. Capisco che non ci troviamo al cospetto di una vera anima nera ma prenderlo così tanto a cuore e assumersi la briga di riaccompagnarlo fino ad Atlanta, sembra un’ennesima forzatura per allungare il “brodo ristretto”. La caratterizzazione di John è davvero scarsa: mai visto un’eremita che prima si sta rinchiuso di proposito in una grotta e poi ha fretta di ritornare a casa, ma il non plus ultra Nizzi lo propina al lettore quando inserisce nella storia un improbabile mercante ambulante che, guarda caso, conosce vita morte e miracoli della famiglia Rickfield, sebbene originaria di un luogo distante miglia e miglia. Scelta narrativa improponibile che varca abbondantemente il limite della plausibilità e appare come una scorciatoia inelegante nei confronti del lettore. La seconda parte ad Atlanta è pure peggio, con l’ennesima imbeccata del giudice o la lista di possibili testimoni stilata dall’agente postale e i nostri che girano in lungo in largo (e a vuoto) a caccia di testimonianze verbali per incastrare il villain. Davvero un secondo albo che merita poca attenzione per quanto è brutto, scritto male e incongruente con il personaggio: un Tex distante anni luce da quello che ho sempre adorato e per cui da più di trent’anni mi reco in edicola. Repetto fu sfortunato a dover collaborare con un Nizzi così fuori fase, infatti se già “I Fratelli Donegan” si rivelò una ciofeca, anche questa storia non si discosta poi così tanto. Con trame simili pure i suoi disegni sembrano più statici e piatti di quello che realmente sono e non si vede l’ora di scorgere la scritta “Fine dell’episodio” per chiudere l’albo e farlo tornare a prendere polvere nella libreria. Il mio voto finale è 4  

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  • Collaboratori
On 10/12/2007 at 15:55, ymalpas dice:

Una storiellina ecco cos'è. Mi chiedo come si possano pubblicare ancora avventure come questa. Se non fosse per la paura dei buchi nella collezione, ci sarebbe da lasciarla riposare in edicola. Il soggetto è potenzialmente buono, la sceneggiatura è pessima. Anche Repetto, come Nizzi, sarebbe da pensionare al più presto.

 

Questo era  il mio commento quando uscì in edicola. Questo per dire che non ho mai difeso Nizzi a spada tratta. Spero proprio che storie come questa rimangano un amaro ricordo, mentre ritengo sia inutile accanirsi sulle nuove storie come "La rupe del Diavolo" che pur con i suoi difetti (e i suoi pregi) mai e poi mai potrà essere assimilabile a una storiaccia come questa.

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Concordo. Il paragone è improponibile a mio avviso. Il recente ritorno di Nizzi, sebbene non "stratosferico" o esente da pecche, si mostra quantomeno onesto e dignitoso; parecchie sue storie post 500 invece, obiettivamente furono indifendibili.   

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  • 1 anno dopo...
Il 27/8/2013 at 20:14, Johnny Colt dice:

Inizio a dire che questa storia lo letta solamente oggi perchè non mi ricordavo di avere tutti e due albi. Io, sinceramente mi sono pentito di non averla letta prima :_sigh .
Bellissima storia da 10 e lode e forse la migriore storia di Nizzi

Per rispondere alla Tigre dico che quel fatto io lo conoscevo già. Anzi, vorrei anche aggiungere che non è il solo giapponese trovato in simili situazioni; però sicuramete un soggetto nuovo per il genere western.

Bravo Nizzi! :inch:

Ironico giusto?

Il 13/5/2020 at 21:15, Condor senza meta dice:

Appena toccato il fondo, non resta che scavare! E Nizzi purtroppo il fondo, sul finire del primo decennio del 2000, lo toccò eccome. Le storie di quel periodo, solo adesso le sto rileggendo dalla data di uscita in edicola, ma episodi come la “Sentinella”, se mai dovesse ricapitare, non credo che le riprenderò in mano prima di vent’anni :D. Già il fatto che mi sia apprestato alla rilettura senza ricordare proprio nulla della trama, non depone a favore della qualità della stessa e dopo aver faticosamente raggiunto la tavola 110 del secondo albo mi è tornato chiaro il motivo per cui i due volumi hanno preso polvere per una decina d’anni sullo scaffale. Una storia sfilacciata, a tratti incongruente, appesantita da dialoghi pesanti e da una sceneggiatura non all’altezza della saga e del passato glorioso dell’autore. Un Nizzi ormai in caduta libera, senza un briciolo d’ispirazione, che macinò storie mediocri buone solo a garantire la puntuale pubblicazione degli albi, ma davvero lontane dal minimo sindacale qualitativo richiesto sulla collana, a mio avviso. Essendo da sempre molto legato all’autore in questione, dispiace dover scrivere certi giudizi, ma è fondamentale essere obiettivi in una recensione. Il soggetto è molto atipico, con un primo albo tutto sommato non malaccio, ma il proseguo quasi pessimo. L’odissea dei due pards sulla Mesa Serrada per sfuggire alla banda di predoni Apache, in qualche modo può pur appassionare, visto che l’autore imbastisce la sceneggiatura mostrandoci la cordigliera come un mondo a sé, selvaggio ma spettacolare. L’incontro inaspettato con John Rickfield, risulta la svolta decisiva dell’episodio ma da qui, a mio modo di vedere, l’opera crolla fragorosamente. In primis, l’idea che il giovane confederato fosse chiuso in quella mesa da moltissimi anni senza nemmeno sapere che la guerra di secessione fosse finita da tempo, è uno spunto duro da digerire. John non è un demente, né tantomeno ha smarrito la memoria, di conseguenza non si capisce come mai, disponendo pure di due cavalli, non abbia mai fatto ritorno alla vita civile. Anche l’eccessiva simpatia che i nostri provano nei suoi confronti stona, in fondo l’eremita prova più volte a farli fuori e inoltre si è pure macchiato le mani col duplice omicidio dei due poveri cercatori d’oro. Capisco che non ci troviamo al cospetto di una vera anima nera ma prenderlo così tanto a cuore e assumersi la briga di riaccompagnarlo fino ad Atlanta, sembra un’ennesima forzatura per allungare il “brodo ristretto”. La caratterizzazione di John è davvero scarsa: mai visto un’eremita che prima si sta rinchiuso di proposito in una grotta e poi ha fretta di ritornare a casa, ma il non plus ultra Nizzi lo propina al lettore quando inserisce nella storia un improbabile mercante ambulante che, guarda caso, conosce vita morte e miracoli della famiglia Rickfield, sebbene originaria di un luogo distante miglia e miglia. Scelta narrativa improponibile che varca abbondantemente il limite della plausibilità e appare come una scorciatoia inelegante nei confronti del lettore. La seconda parte ad Atlanta è pure peggio, con l’ennesima imbeccata del giudice o la lista di possibili testimoni stilata dall’agente postale e i nostri che girano in lungo in largo (e a vuoto) a caccia di testimonianze verbali per incastrare il villain. Davvero un secondo albo che merita poca attenzione per quanto è brutto, scritto male e incongruente con il personaggio: un Tex distante anni luce da quello che ho sempre adorato e per cui da più di trent’anni mi reco in edicola. Repetto fu sfortunato a dover collaborare con un Nizzi così fuori fase, infatti se già “I Fratelli Donegan” si rivelò una ciofeca, anche questa storia non si discosta poi così tanto. Con trame simili pure i suoi disegni sembrano più statici e piatti di quello che realmente sono e non si vede l’ora di scorgere la scritta “Fine dell’episodio” per chiudere l’albo e farlo tornare a prendere polvere nella libreria. Il mio voto finale è 4  

Concordo su molte cose. Sto affrontando e riaffrontando il Nizzi del periodo 500/600 per capire le tante critiche. Su questa  non c'è molto da dire. Interessante l'idea, tratta da una storia vera, del confederato "sospeso" mentalmente tra il 1861/65 però la sua caratterizzazione banale, il personaggio del commesso viaggiatore e tutto il secondo albo non mi hanno convinto per niente. Superficialità, dialoghi poco brillanti, storia che si incarta. Brutta prova di Nizzi. Repetto sufficiente ma l'ho trovato molto più godibile in Rio Hondo ad esempio(sempre di Nizzi e di un Nizzi valido).

Passiamo alla prossima ed incrociamo le dita.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

Passiamo alla prossima ed incrociamo le dita.

Non per scoraggiarti Diablo, ma se stai risalendo il centinaio nizziano 500-600, avrai ancora qualche sgradita sorpresa. Sul finire, con "Oltre il fiume" il buon Claudio non tocca solo il fondo, ma scava addirittura una voragine. Fatti un cicchetto prima di leggerla, ti aiuterà ad arrivare in fondo. :P:D 

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<span style="color:red">18 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Non per scoraggiarti Diablo, ma se stai risalendo il centinaio nizziano 500-600, avrai ancora qualche sgradita sorpresa. Sul finire, con "Oltre il fiume" il buon Claudio non tocca solo il fondo, ma scava addirittura una voragine. Fatti un cicchetto prima di leggerla, ti aiuterà ad arrivare in fondo. :P:D 

Condor...Mi tocca. Devo avere un quadro completo e io non sono un lettore preparato come altri del forum. Vedremo...Ti aggiorno. Comunque ho letto La Sentinella dopo il Texone di Ruju (che ora vedo con altri occhi).:-)

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  • Sceriffi

 

<span style="color:red">19 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Non per scoraggiarti Diablo, ma se stai risalendo il centinaio nizziano 500-600, avrai ancora qualche sgradita sorpresa. Sul finire, con "Oltre il fiume" il buon Claudio non tocca solo il fondo, ma scava addirittura una voragine. Fatti un cicchetto prima di leggerla, ti aiuterà ad arrivare in fondo. :P:D 

 

<span style="color:red">54 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Condor...Mi tocca. Devo avere un quadro completo e io non sono un lettore preparato come altri del forum. Vedremo...Ti aggiorno. Comunque ho letto La Sentinella dopo il Texone di Ruju (che ora vedo con altri occhi).:-)

 

Per essere un vero texiano, è giusto che soffra anche tu, come abbiamo sofferto tutti noi! :P:D

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Il 29/6/2021 at 17:34, pecos dice:

 

 

 

Per essere un vero texiano, è giusto che soffra anche tu, come abbiamo sofferto tutti noi! :P:D

Concordo ma con Dieci anni dopo non ho sofferto. Avrò incrociato bene le dita?:D

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"Dieci anni dopo" è decisamente carina, anzichenò. Tutt'altra cosa rispetto ai torrenti di merda di altre storie quarum quella di cui al titolo di questa discussione.

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  • 7 mesi dopo...

Storia appena recuperata. 

Concordo su molte delle critiche espresse in questa sezione sulla sceneggiatura del secondo albo (lo scarso utilizzo della sentinella e le origliate). Ritengo invece che il racconto del giudice sia utile e scorra bene.

 

In generale, trovo interessante lo stacco di ambientazione tra i due albi, una cosa abbastanza insolita che sicuramente permette alla storia di distinguersi da altre. 

Il primo albo devo dire di averlo trovato molto interessante, suggestiva l'ambientazione nella mesa, la fuga dagli apaches e l'incontro con la sentinella. Seppur difficile da credere che un uomo possa aver speso tanti anni in isolamento senza avere il minimo dubbio che la guerra fosse finita, resta il fatto che nel mondo reale esistono storie reali ma veramente inverosimili, per cui non vedo perché escludere che un uomo possa aver perso la cognizione del tempo e nell'isolamento il suo cervello possa aver rigettato l'ipotesi che le cose siano andate a finire male producendo un eremita ormai rassegnato a spendere i suoi anni a difesa di quel suo fortino/casa.

 

Si tratta comunque dell'unico vero stratagemma di sceneggiatura che può risultare inverosimile, ma che comunque offre lo spunto per un soggetto interessante. 

 

Non trovo irreale l'espediente del mercante che mette la pulce nell'orecchio di Tex a fine primo albo. Un uomo che viaggia per lavoro e che proviene dalle stesse parti della sentinella potrebbe benissimo essere venuto a conoscenza di fatti di cronaca relativi alla famiglia del reduce, soprattutto se coinvolgono un potenziale governatore...

 

Il primo albo quindi è da 7 per me, inclusi i disegni, e premiando soprattutto la fuga dalla mesa durante il temporale, veramente piacevole da leggere e suggestiva.

 

Il secondo albo invece è più un classico, il potente di turno arricchitosi in modo illecito che deve fare i conti con il suo passato. La sceneggiatura non brilla e gli spunti interessanti che si potevano intravedere nel primo albo si perdono un po' con una sceneggiatura non all'altezza del soggetto complessivo.

Mentre mi ricorderò della storia grazie ad un primo albo sicuramente particolare, credo che manderò nel dimenticatoio tutta la seconda parte che finirà per confondersi con storie simili o comunque non memorabili. 

 

Resta comunque una storia godibile, ma questo è un aspetto soggettivo, per me non esistono storie di Tex che fanno schifo, anche quelle meno riuscite si leggono e tengono compagnia, a prescindere dal disegnatore e dallo sceneggiatore (ripeto, è una considerazione personale e rispetto chi vive Tex diversamente).

 

Per cui se l'avete in libreria, raccomando di leggerla almeno per la particolarità del soggetto e per il primo albo

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  • 1 anno dopo...

Bello il primo albo e buona la caratterizzazione di Rickfield. Però, concordo con chi ha sostenuto che dalla soffiata del mercante ai pards ci sia stato una specie di espediente a fagiolo, quasi a voler prendere in giro l'attrazione del lettore verso l'episodio. E, proprio da questa scena in poi, tutto diventa banale, eccezion fatta per l'analessi sull'eccidio delle due querce. Tutto diviene freddo ed estremamente facile appunto, ( ultima eccezione positiva quando Tex punta la pistola su Russard e comincia a contare: ahahahahahahahahahahah :laughing:, quanto mi fece ridere quando lessi il 566 su tuttotex nel 2018!). Ad ogni modo, il raffreddamento della sceneggiatura arreca non poco nocumento alle potenzialità di Rickfield di dimostrarsi un degno combattente qual è stato nel suo passato nel corso del secondo albo. Devo dire che anch'io sino ad oggi avrò letto un numero discreto/buono di storie di Nizzi e il principale difetto mi sembra la razionalità di certe scelte effettuate dai personaggi - anche dagli stessi pards - a sfavore di uno scoppio emotivo che invece avrebbe potuto mostrare più potenzialità delle personalità dei comprimari delle storie. La scelta che mi ha urtato, come ha urtato anche qualche altro utente, è il nascondiglio di Rickfield per evitare di essere riconosciuto :angry:! E mi suona molto di piccionata il fatto che i pards se lo facciano portare via da "dietro al naso". 

Comunque, solo perché la resa dei conti con Russard e Wickers mi ha fatto ridere nel finale e per l'inizio originale e arguto - male invece, a proposito, la scena in cui i pards se ne vanno senza neanche lasciare un avvertimento a Wickers quando questi li minaccia di levare le tende sennò gli avrebbe scagliato contro i botoli, (se non ricordo male era andata così) - voto 6.5 

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