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TWF - Tex Willer Forum

Tradizione, Conservatorismo E Modernit? In Tex


ymalpas
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Quel Tex che non aveva regole e che si esprimeva liberamente e spesso pittorescamente, è ciò che moltissimi amano. Quei cazzotti che tutti ci aspettavamo appena lo contrariavano o gli davano del bugiardo, non si vedono più. Non per niente si parla sempre dei primi 300 numeri di Tex come dei migliori.


Non sono parole mie, quelle espresse da Giangi ( utente di TWO ), ma condividendole, poco importa, me ne servo lo stesso come perfetta introduzione alla discussione. Si parla, spesso a spoposito, di rispetto della tradizione nell'attuale gestione della testata. Nelle scelte molto discutibili di Sergio Bonelli in effetti si ravvisa un eccesso di conservatorismo, che nasce dalla radicata paura dell'editore di scontentare i vecchi lettori, cosa che è senz'altro confermata ad esempio dalle parole del compianto Gino D'Antonio, autore del prossimo texone, che in una vecchia intervista dichiarava quella che per me rappresenta una triste verità:

"Avevo pensato di "eliminare" Carson facendolo infortunare: si faceva male e lo affidavano ad una donna di mezza età, la vedova di un predicatore, per curarlo. E lei gli avrebbe fatto un sacco delle cose che lui non sopporta: minestrine, gli avrebbe letto la Bibbia... Ma Bonelli non ha voluto: lo mandiamo all'infermeria del forte! è molto attento a non introdurre "novità" che il lettore tipo potrebbe contestare".

E ancora:

"L'avevo affrontato con timore sapendo che dovevo anche un po' cambiare il mio modo di fare, tenendo i ritmi meno serrati... sono libero, ma con dei limiti. Per esempio avevo iniziato la storia dove Tex appariva alla trentacinquesima pagina e Bonelli non ha accettato, non si fa con Tex. Magari è accaduto già, ma di regola non si fa".

La conferma dei timori dell'editore è data, se vogliamo, anche dalle numerose dichiarazioni fatte da Claudio Nizzi in numerose interviste. Insomma non si discute.

Conservatorismo e tradizione sono due parole il cui significato sembra non coincidere più da anni. Questo è il problema.

Il discorso è stato lungamente affrontato, si parla infatti dei famosi "paletti" posti in sede redazionale. Il Tex di oggi, così come si presenta, è un genere chiuso: non c'è nessuna evoluzione, bensì, per molti versi, si potrebbe parlare di semplice involuzione. Boselli mi raccontava che oggi certamente non gli sarebbe permesso di scrivere Tex se le sue sceneggiature fossero anche in minima parte paragonabili, per la modernit? e la ricchezza, a quelle che con coraggio scriveva negli anni novanta. Ma il problema che vorrei sollevare con questa discussione è un altro.

La struttura narrativa, il linguaggio del Tex di Mauro Boselli quanto è rispettoso della tradizione è Entro quali limiti possiamo circonscrivere il suo conservatorismo è

Non parlo di Nizzi, non dell'ultimo decadente Nizzi perlomeno. Sarebbe inutile. Vorrei riproporre però lo spinoso argomento sollevato da una sua intervista rilasciata una decina di anni fa al sito ubc:

Forse è una domanda imbarazzante, ma possiamo chiederle che cosa ne pensa del modo in cui Boselli scrive Tex?

"Nessun imbarazzo, perchè il primo a sapere ciò che penso delle sue storie è lo stesso Boselli. Ne parliamo ogni volta che ne abbiamo l'occasione. Quindi non mi resta che ripetere a voi quanto dico sempre a lui. E ciò che penso è che stia procedendo in modo piuttosto pericoloso".

Pericoloso in che senso?

"Parliamoci chiaro. Tex ha felicemente superato i cinquant'anni di vita basandosi al novanta per cento sull'impostazione che gli ha dato il suo creatore. I canoni narrativi bonelliani sono molto precisi e molto rigidi: la caratterizzazione psicologica del protagonista e dei suoi stessi avversari è ben definita e ben scolpita nella mente del lettore tradizionale. La sua griglia narrativa è inconfondibile. Quando, quindici anni fa (anzi, di più, considerando il tempo di lavorazione delle mie prime due storie), fui chiamato a scrivere Tex, lo stile di G. L. mi venne proposto come l'ineludibile modello da seguire. Mi trovai d'accordo e mi sforzai di seguirlo. E resto tuttora convinto che "quello" sia il modo di scrivere Tex. Boselli lo sta notevolmente cambiando, sia nella forma sia nei contenuti. Ed è questo che io giudico pericoloso".


Sono parole che oggi possono far sorridere o indignare, vista la scarsa qualità delle storie di Nizzi e il suo scarso rispetto del personaggio. Eppure nella sua analisi è ravvisabile qualche elemento utile al discorso sulla modernit? delle avventure di Boselli, che in effetti potrebbe essere vista anche sotto le spoglie di una rottura col passato.


Immagine postata


Dal datato libro di Rudi Bargioni e Ercole Lucotti "Tex, analisi semiseria del più popolare fumetto italiano", edito nel lontano 1979, dall'editore Gammalibri, prendo ad esempio il passo, rivelatore, sul linguaggio bonelliano e sull' "insulto":

Infine il codice più importante e più semplice da decifrare: il linguaggio scritto. Qui è ancora più facile rilevare come il fumetto si regga su veri e propri "luoghi comuni" continuamente riproposti; ne deriva una specie di "linguaggio texiano" di vago sapore "kitsch", che ha una sua struttura portante nell'uso dell' "espressione quotidiana" e dell'insulto, un insulto assolutamente improbabile nel contesto in cui viene usato. Del resto l'insulto è la vera "trovata" linguistica di Bonelli, perchè se tutti gli altri aspetti dei personaggi possono farsi risalire a una letteratura decennale, questo è assolutamente originale ( "giuggiolone", "faccia da gorilla", "gallinaccio", "cialtroncello", "cabrones", "scalcinato bulletto", "testa di vitello", "scannapolli", "scarto di umanoide", senza contare i più articolati e elaborati ).
L'improbabilità di un linguaggio tanto inverosimile e lambiccato non va tuttavia a scapito del personaggio, anzi finisce per dargli un'ulteriore caratterizzazione. Bonelli è riuscito a costruire un tipo di insulto che, senza essere triviale, raggiunge lo scopo di ridicolizzare il nemico; il lettore non può non godere di questo titano che si permette un linguaggio da colleggiale...

Molto interessante anche l'analisi condotta dai due autori sulle azioni, che pur non essendo quotidiane, compaiono con una certa ricorrenza:

- il controfuoco, in presenza di un incendio che sta per sopraffare i nostri eroi;
- Il correre a zig zag, per evitare le pallottole;
- Il furto dei cavalli, per isolare i nemici e colpirli più agevolmente;
- il cespuglio ( o cactus ) trascinato col lazo, per alzare polvere e rendere difficile l'inseguimento, o per cancellare le tracce;
- il cancellare le tracce a ritroso;
- il risalire il torrente, per uscirne su un tratto roccioso;
- Il coprire di pezza gli zoccoli del cavallo;
- Il riflesso del sole sulla canna del fucile o del binoccolo, per svelare il nemico in agguato;
- l'estrazione delle polveri dalle cartucce, per farbne una rudimentale bomba;
- La ricerca con una torcia della corrente d'aria, per trovare l'uscita della galleria o trabocchetti.


Tutto ciò evidenzia la presenza, oltre che di un certo spirito ( che è andato anch'esso perduto ), di una struttura narrativa largamente codificata ( che rispecchia insomma la precedente analisi di Nizzi ), della quale poche tracce risultano nelle storie odierne.


Immagine postata


Da questa striscia emerge ancora una volta la peculiarit? del linguaggio bonelliano e la determinatezza di Kit, che con gli anni ha perso molto del suo carisma. L'arroganza, la grinta, la straffotenza del carattere dei due Willer sono due cose, che Mauro Boselli, sembra proprio non gradire.

Piu in generale potremo chiederci... Dov'? il Tex senza regole è Dov'? quel linguaggio pittoresco di una volta è Dove sono i cazzotti ?

Ma anche...

Perchè non ci sono ritorni ciclici di personaggi storici è Perchè il genere "fantastico" è scomparso dalla serie ?

Tante domande che restano senza una risposta. A Boselli tempo fa ne avevo fatto una precisa:

D: C'è poi il discorso ( credo ) imprescindibile della nostra personalit? che può presentarsi come un grosso ostacolo, specialmente quanto si scrivono le storie di personaggi creati da altri autori, nel tuo caso Tex o Zagor. Il personaggio è saldamente nelle tue mani o qualche volta ti poni dei problemi, magari su certi atteggiamenti o decisioni da fargli prendere è E se ci sono limiti alla "libertà" che hai, come autore, davanti al personaggio, pur nella continuit? della tradizione, quali sono?

R: E' che la risposta non la so o non me la pongo! Non ho mai dubbi su quello che farebbe Tex, a meno che non li abbia lui stesso (di rado, molto di rado), nel senso che mi pongo nei suoi panni e ragiono e sento con lui. Tu dirai: ma per far questo devi avere un rapporto stretto con il personaggio: Beh, penso di averlo, conoscendo Tex dal 1958 o già di l' e avendo frequentato GLBonelli dal 1964 fino all'anno della sua morte. Tuttavia il Tex che scrivo diventa "mio", ovviamente, cioè una parte di me, come tutti gli altri personaggi che uso, dal più buono alla più infernale canaglia: bisogna trovare in sè una parte di tutti loro, metterli dentro di sè e tuttavia vederli agire da fuori: Come si fa? E che ne so? Se mi metto a ragionarci su, rischio di perdermi! E ricorda che il narratore non è solo i suoi personaggi, ma è anche il DESTINO, il Demiurgo: L'importante è che la storia sia svolta dai personaggi, come accade nella realtà e nelle Storia, e che il Demiurgo non intervenga tipo deus ex machina, meccanicamente dall'esterno.

Il Tex di Mauro Boselli probabilmente mai si servir? della parola "giuggiolone" per interpellare un avversario. Non ne ha bisogno, lui è convinto di scrivere il vero Tex, anche se leggermente diverso dal passato. Non si servir? mai dell'espressione "testa di vitello" perchè non è nel suo stile ( ed è una cosa che va comunque rispettata ). Ma soprattutto perchè, paradossalmente, sarebbe questa probabilmente la prima cosa ad essere cassata dai supervisori della redazione di via Buonarroti.

Certo che tra tradizione, conservatorismo e modernit?, Tex è proprio un bel calderone. Tanto che c'è proprio da chiedersi cosa il lettore oggigiorno pretenda dal suo fumetto preferito. Se volete vi riporto la delusa e stanca constatazione di un vecchio lettore, mio zio, che legge Tex sin dalle origini:

"Oggi non lo scrivono più come una volta!"

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Ci sei andato parecchio pesante Ym, indubbiamente hai ragione, rispetto ai primi 300 numeri Tex ha subito un cambiamento lento ma inesorabile, questo è un indiscutibile dato di fatto, che ha portato il personaggio a "crescere" sotto alcuni aspetti ma lo ha costretto ad involversi sotto altri. Onestamente penso che il "calderone" di tradizione, conservatorismo e "tentata" modernit? sia fondamentalmente imputabile a due fattori:1 Il personaggio di Tex2 I cambiamenti generazionali e culturali dei lettori e le strategie di marketing e vendita che ne devono necessariamente conseguire per evitare l'affondamento della testata. Mi spiego meglio,(ti chiedo subito di perdonami il mio eventuale ricorso a "tecnicismi psicologici" per motivare la mia tesi, ma essendo questo il mio lavoro purtroppo spesso fatico a farne a meno ). Partiamo innanzitutto da Tex e dalla sua personalit? e da come questa è stata definita dai vari autori in questi 59 anni di vita editoriale. Bastano due parole. Tex è l'EROE per antonomasia; lui sa sempre qual'? la decisione giusta da prendere per cavarsi dagli impicci, non tentenna va dritto alla meta sicuro di quello che fa e consapevole del fatto che, in un modo o nell'altro riuscir? a raddrizzare i torti che incontra lungo il suo cammino. Tex è intelligente e scaltro riesce ad essere ( e sa di essere ) quasi sempre un passo avanti rispetto ai suoi avversari ben consapevole del fatto che sta dalla parte dei "buoni". Tex è un paladino, lui difende i deboli e gli indifesi dalle prepotenze dei forti usando metodi rivoltando contro di loro la loro unica arma: la violenza. Insomma Tex è granito puro, è il cosiddetto "uomo che non deve chiedere mai". Se paragonato ad altri personaggi della Bonelli, penso in particolare a Dylan Dog, le differenze tra i due saltano immediatamente all'occhio. Dylan Dog ?, o meglio, NON è tutto ciò che è Tex. DD è insicuro, tormentato, triste, perseguitato dalle sue paure e dalle sue fobie. Tex guarda il pericolo in faccia, gli strizza l'occhio e poi estrae la colt e lo lascia secco sul terreno, di contro Dylan Dog guarda il pericolo e in esso ci vede riflesse solo le sue paure e le sue insicurezze. Insomma sono l'eroe senza macchia e senza paura e l'eroe per caso; tuttavia quest'ultimo oggigiorno viene molto più apprezzato del primo. Perchè? Qui entrano in gioco i cambiamenti culturali dei lettori cui ho accennato nel secondo punto. Tex è nato nel 1948, ai tempi sugli schermi ( anzi nei cinema ) imperversavano personaggi come Humprey Bogart, James Dean, Gary Cooper e Cary Grant. Loro erano, esattamente come Tex, dei duri fatti e finiti oltre che dei veri e propri paladini della giustizia. Ai tempi l'eroe sicuro di sè era ciò che la gente cercava e soprattutto VOLEVA come modello da IMITARE per poter affrontare le instabilità della vita quotidiana ( la guerra era finita da solo tre anni e il nostro paese aveva un forte bisogno di credere in sè stesso a causa del vuoto ideologico che si era formato dopo il regime). E' quindi logico pensare che G. L. Bonelli e Galep abbiano creato un personaggio perfettamente in linea con i "bisogni" che la gente aveva all'epoca. Dylan Dog, contrariamente a Tex, è nato nel 1986 in un periodo in cui la gente non aveva più bisogno di un modello che infondesse loro una sicurezza emotiva e/o ideologica poich? quella era una cosa che, almeno in apparenza, avevano tutti. Al contrario, in quegli anni si "sentiva" una forte bisogno di "umanit?", un bisogno di "fragilit?" una necessit? di dimostrare agli altri che " si era deglii insicuri in un mondo di certezze". Sclavi, secondo me, ha colto appieno quello spirito e ha creato, così come G. L. Bonelli, un personaggio "su misura" per quei tempi. A mio parere, questo bisogno culturale di insicurezza e di emotivit?, portava i lettori più giovani a vedere Tex come un personaggio avulso dal contesto in cui vivevano, un eroe appartenente ad un passato remoto in cui il solo dubitare dell'integrit? morale di una persona era una motivazione sufficiente per prendersi un cazzotto in faccia; insomma un personaggio demod' che poco si adattava ai canoni culturali a cui tutti più o meno consapevolmente aderivano. Questa "incompatibilit? culturale" ha secondo me, comportato la perdita, o meglio la mancata acquisizione, di molti lettori. A questo punto penso che Bonelli si sia trovato di fronte ad una situazione parecchio spinosa: Doveva decide se non cambiare il granitico personaggio che sino a quegli anni era stato sulla cresta dell'onda rischiando però che il tempo assottigliasse inesorabilmente il numero dei lettori e, correndo il rischio che la testata potesse scomparire; oppure se cercare di "smussare" il personaggio cercando di adattarlo un po' di più alle esigenze del lettore moderno rischiando però di insoddisfare i lettori storici. Se la mia ipotesi è valida, è indiscutibile che i Bonelli abbiano optato per la seconda alternativa , la più difficile. Dico questo perchè, presa questa decisione si trovarono di fronte un problema ancor più grande di QUANTO si poteva cambiare, o meglio, RIADATTARE Tex per avvicinarlo ai lettori più giovani? Il rpoblema, secondo me era molto serio poich? un cambiamento eccessivo avrebbe comportato, probabilmente, la perdita dei lettori "storici" quelli affezionati al Tex senza macchia e senza paura, e inoltre si paventava il grosso rischio che il riammodernamento non facesse presa comportando così la "morte" di Tex, fenomeno che avevano cercato di evitare quando avevano deciso di AMMODERNARE il personaggio. Sono quindi dell'idea che il "calderone" di modernit? e conservatorismo cui hai accennato nel tuo articolo altro non siano che il frutto di una arzigogolata manovra mirata ad accontentare un target di lettori estremamente omogeneo per ideali e cultura. Personalmente ritengo che, visti gli ideali culturali dei tempi in cui viviamo, Tex sia un fumetto " su misura" ossia un fumetto che un lettore, come il sottoscritto e penso come a tutti gli iscritti a questo forum, deve sentire vicino ai propri ideali, al proprio modo di essere, al suo sè effettivo e soprattutto al suo sè desiderato. Operazione che per chi è cresciuto con il "vecchio" Tex oggi risulta molto complessa.

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Già, lo spirito da scrittore non vi manca per niente!Comunque, Io rispetto il punto di vista di Boselli e quindi anche il suo modo di "interpretare" Tex, ma... A chi non fa più piacere vedere un Ranger che fa a cazzotti con i suoi nemici, non rispetta le regole, fa tutto a modo suo e dice le "parolacce"? è tutta un'altra cosa :indianovestito:

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Sono d'accordo con buona parte di quello che affermate, però anch'io la penso come DonkeyKong?. Senza dubbio i "Paletti" imposti negli ultimi anni, per quanto fatti in buona fede, iniziano adesso a minare le avventure stesse che dovevano salvare. E su questo, nonostante sia innegabile una certa colpa degli sceneggiatori (perchè alcuni riescono a far vivere il personaggio e altri no?), la mnaggior parte della colpa cedo sia da dare alla mancanza di coordinamento della saga. Certo, un personaggio creato da una persona, molto difficilemte, col mancare di quella, riesce a sopravvivere, e dato che Tex, è un personaggio che bene o male rappresenta un epoca e più di una generrazione di fumettisti, e di lettori, deve continuare ad essitere, ma non a tirare avanti per inerzia. Al contempo però mettendomi nei panni di SB, mi rendo conto che Tex è un personaggio molto delicato, che si base sugli elementi descritti da YM, e che non può (in quanto il creatore non lo aveva previsto) cambiare. O meglio potrebbe farlo se non vi fosse un fortissmo (e ovvio) legame tra Editore e Creatore. Ma siamo certi di voler un Tex, che dice parolaccie, e che contemporanearme riesce a fare l'eroe uccidento sempre e solo i cattivi, pur non saperndo chi siano, che capisce tutto al volo, che litiga con un Carson Alticcio e disilluso nella vecchiaia, un Kit Wlller Donnaiolo e sempre solo e lontano da amici che immancabilmente muoiono??Certo potrebbe non accarede, ma ... Obietterete: alcune cose le faceva GLB, 50 anni fa. Tipo uccidere 7 avversari con una sei colpi, OK, senza dubbio, ma si parla di 50 anni fa. Un epoca mlto diversa da ora, dove all lettore era sufficiente vedere avventure, e non stava li a con te i colpi, dove una bella scazzottata era attesissima, in quanto dava un tocco di "sportivo" alla storia. Mentre ora i lettori vogliono realtà più assoluta anche nei particolare più minuziosi (in parte con ragione), e nel contempo vogliono un eroe-super eroe dove la fantasia supera la realtà. E questi due punti sono in contrasto. Un fatto è uno: GlB è morto e con lui probabilmente in Vero Tex, Ma non per questo è morto Tex. Magari adesso si parla di un Tex nuovo più attuale e Politically Correct (ma ricordo che questo esiste sin dagli anni 50 e si parlava addiritura di autocentusra), ma è comunque un Tex vivo, diverso tra i vari autori per ovvie e compresinbilissime ragioni, ma tutte da rispettare.

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L'analisi portata avanti da Jim, col suo approccio di tipo sociologico, risulta sicuramente una lettura interessante anche se devo subito dire di condividerla solo in parte. Il Tex di oggi non assomiglia al Tex del passato è Semplice, basterebbe rispondere che non lo scrive più G. L. Bonelli. Nessuno degli autori, Nolitta, Nizzi e Boselli, ci hanno riproposto il vero, l'inimitabile Tex delle origini. Nizzi nei primi anni c'è riuscito solo in parte. Molto invece il Boselli degli anni novanta, con delle storie di ampio respiro epico, ma con un Tex solo in parte riconducibile al modello originario ( nelle sue storie manca l'arroganza, mancano i cazzotti, manca un linguaggio da "colleggiale" ). Nolitta sin dalle sue prime storie ci ha proposto un Tex originale, duro e sbarazzino ma allo stesso tempo incredibilmente umano ( pensiamo alla storia di Cruzado ). Questo Tex non manca di fascino, ma non è il Tex del padre. Oggi, Sergio Bonelli usa parole altisonanti come continuit?, rispetto della tradizione e sembra non sapere di cosa parli. E' l'editore che ad esempio fa ridisegnare dodici pagine del texone a Seijas perche ci sono troppe donne e su Tex non vanno bene. Secondo lui bisogna essere conservatori. In realtà sembra ignorare la vera alchimia del Tex glbonelliano. E' lui il principale responsabile del degrado attuale della testata. Servirebbe una persona nuova, un dirigente illuminato, che si incaricasse di indirizzare gli autori verso un certo tipo di storie e uno stile, che non è e non può essere il loro, perchè Tex non è il patrimonio di una sola persona, ma bensì di un intera nazione i cui confini travalicano quelli dell'Italia.

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Rispondo anche a Aliprando e dico subito di rispettare la sua opinione. In effetti questa discussione si sarebbe potuta impostare anche come un sondaggio del tipo "antichi vs moderni"... Forse non avete tutti i torti, il Tex che io personalmente rimpiango, oggi accontenterebbe solo i vecchi lettori, quelli che sono cresciuti con le storie di G. L. Bonelli. Forse Tex, per continuare a sopravvivere, oggi, ha bisogno solo di una maggiore libertà, di modernit? e in questo caso Boselli sarebbe un autore perfetto, perchè si è riappropriato di alcuni elementi utili della tradizione e al contempo ha innovato intelligentemente. Ogni letttore dopotutto ha le sue aspettative. Mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni in merito.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Innanzitutto grazie per aver definito interessante la mia "prolissa" analisi Ym,

l'idea di fondo che ha mosso la mia prima risposta è stata molto ben sintetizzata da Aliprando, e da te con la tua ultima risposta. Resto però dell'idea che gli ammodernamenti che oggi caratterizzano Tex e che spesso deludono molti lettori come Ym siano dettati principalmente dalle "leggi di mercato" che hanno imposto all'editore di modificare Tex per adattarlo alla "forma mentis" dei lettori. Operazione questa tutt'altor che facile poich?, come ho detto in precedenza, un eccessivo ammodernamento avrebbe potuto far perdere i "lettori storici" e al contempo non sortire alcun effetto su quelli nuovi. Una situazione davvero spinosa che secondo me ha portato SB a vivere una sorta di "delirio psicotico" che da una parte lo spinge a dire ai nuovi autori ( bome Boselli e Nizzi ) di muoversi con libertà per poi imporre loro, a lavoro finito, dei paletti "tradizionalistici" che secondo lui hanno delle radici ben fondate, ma che in realtà sono solo effimere rappresentazioni mentali che lui ha del Tex creato da suo padre. Risultato : Le storie di oggi ci presentano un Tex "moderno" che tenta disperatamente di ricalcare quello del passato cercando al contempo di prendere le distanze da esso.

A rischio di inimicarmi molte persone di questo forum, io ammetto che il nuovo Tex mi piace, forse perchè io, alla fine, sono cresciuto leggendo le storie "avanzate" di G. L. Bonelli ( ho cominciato col numero 208 ) e soprattutto le storie che hanno come protagonista il nuovo Tex ( la Minaccia del deserto ). Per cui io posso dire di essere cresciuto con il Tex "geneticamente modificato" quello che aveva perso l'alchimia sprezzante e arrogante del Tex delle origini, ma che manteneva viva la sua eroicit? e il suo senso di giustizia. E' stato questo Tex a conquistarmi. Ed è per questo che forse, ben sapendo che il VERO Tex sia quello che scazzottava al minimo pretesto e usava insulti da collegiale, io apprezzo molto il Tex moderno. Leggendo le nuove storie del nostro Ranger oggi vedo in lui una sorta di "maturit?" dovuta all'esperienza che lo porta a comportarsi in maniera diversa dal passato; insomma lo vedo più come un "padre" e un "capo" che come un Ranger sprezzante del pericolo. Ed è così che vorrei che Tex continuasse ad essere, un eroe senza tempo che cavalca verso il tramonto coi suoi pard alla ricerca di un altro "debole" da aiutare e non di un cattivo da punire. A mio parere il "nuovo" Tex è un Eroe, mentre quello del passato era più simile ad un giustiziere. Mi piacerebbe molto che Tex continuasse sui binari che sta percorrendo oggi ( magari su dei binari che diano un po' più di spazio "fisico" e "psicologico" ai suoi pards che oggi molto spesso vengono relegati a posizioni minori ); tuttavia sono del parere che questa mia speranza di non cambiamento verr? disillusa tra qualche anno, poich? a Tex imporranno nuovamente dei cambiamenti dettati dal mercato e dai nuovi lettori. Quando ciò accadr?, perchè purtroppo accadr?, probabilmente sarà tra i primi a dire non fanno più il tex di una volta

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Eccomi a darvi la mia. Come Ym, giudico il Tex ormai estremamente diverso da com'era prima. Il Tex attuale ha perso molto di quella sua caratterizzazione iniziale, ma almeno un paio di cose sono stupende... Voglio dire, la modifica "storica" legata ad esempio alle 6 pallottole contenute nel serbatoio d'una colt evitando quindi quelle sparatorie interminabili senza mai ricaricare. Le modifiche riguardanti ad esempio l'assenza del termine "Giuggiolone", lo reputo "indifferente". è vero, tanti termini storici sono spariti, ad esempio spaccamontagne ma però non direi che ciò modifica in modo categorico il personaggio. Molto peggio, secondo me, sono quelle modifiche politicamente corrette, come ad esempio l'assenza delle scazzottate generali ed estremamente facili. Le vere modifiche che vedo io, sono quelle relative al modo d'azione del nostro eroe. Non picchia più nessuno, non beve praticamente più, non fuma più,... Tali modifiche, sono la piaga reale a mio parere del personaggio (e del fumetto)

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Bella discussione, che vedo con piacere si st? ampiando. Però il problema di fondo è che, adesso i lettori probabilemte si aspetttano cosa fantasmagoriche, ma Tex (pur avendole toccate) non può accettarle in quanto non sarebbe più Tex. Certo anche l'attuale non è più tex, ma di questo non è colpa di nessuno e non possiamo farci assolutamente nulla. Per rispondere a Tex F e in Parte a Jim, le scazzottate servirebbero ad aumentare il ritmo, esattamento come le aveva concepite GLB. Ora con il politically correct, sono quasi sparite, eppur il ritmo è rimasto più o meno (...) inveriato. Certo ogni tanto non farebbero male, ma la colpa forse va attribuita a un società dove il permissivismo è massimo, ma se questo comporta idee o tentativi di idee sbagliate o "scomode" entra in vigore il PCorrect. Ma esso era già stato ampiamente usato anni fa dallo stesso GLB. Certo per motivi diversi ma fondamentalmente egli modifico il personaggio, e gli attuali autori si rifanno a quest'ultimo. Ma il problema più grosso non sono le scazzottate & Company, ma la mancanza di avveresari veri e diversi. Ora Tex non può più vedersela con Gialli, Neri. Bianchi (solo se banditi) e rossi manco toccarli. Puo essere umanamente giusto ( elo ?), ma fumettisticamenet parlando si arriva all collasso. E SB è da ammirare nel riuscire comunque a far vivere il personaggio, anche se in maniera diversa da un autore all'altro.

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Sul tema selle scazzzottate leggevo proprio oggi il commento di un utente di Two che imputa la scomparsa del personaggio di Lefty Potrero dalle storie ambientate a San Francisco al fatto che la sua presenza equivale alla "rissa"! Se è vero che a Boselli è stato concesso di riprenderlo nel texone n° 12, pare che la cosa allora sia stata parecchio malvista in redazione... Un ulteriore conferma dell'esistenza dei paletti, che niente a che vedere hanno con la tradizione, ma che influenzano in maniera determinante il lavoro degli autori.

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Già... ma anche il buon Pat ormai non si vede più e lui, al pari di Lefty. Le scazzottate ad esempio rimarrebbero maggiormente politicamente corretto rispetto alle sparatorie. Il problema è che ci sono queste storie racchiuse obbligatoriamente in 2 albi, cosa che riduce di molto i margini di manovra. Impensabile aver scazzottate di 2 vignette, no?

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Verissimo! Ormai con il limite delle 128 pagine per storia gli unici cazzotti che vediamo sono quelli degli "interrogatori".... Mi sa che al punto in cui siamo dovremo, purtroppo, farceli bastare, a meno che Boselli col suo texone non faccia un miracolo... l'ultima bella rissa di cui mi ricordi risale ai tempi de "l'uomo senza passato" e a quella scatenata da Pat in "golden Pass".

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Guest Wasted Years

Ho letto con grande interesse i post precedenti nel Thread, e devo dire che ho trovato diversi spunti interessanti. Dico però innanzitutto la mia opinione di "texiano da quando so leggere". Mi sono appassionato a Tex leggendo le storie più vecchie, dato che quando ero bambino io si trovavano tutti i numeri in ristampa a costina bianca in tutte le edicole. Tex all'epoca arrivava circa a 230-240 numeri più o meno. A me piaceva moltissimo il Tex che agiva per il bene al di l' della legalit?, che non esitava a dare fuoco ai magazzini del Boss malvagio, che faceva disperare gli sceriffi amici, il Tex che faceva dire a Carson:" questo tuo progetto prende a calci un bel p? di leggi", il Tex che pestava Mister Jackson o Shangai Kelly, che interrogava i prigionieri come sulla"barataria" a suon di cazzotti, facendo pensare a uno di loro "ma questi sono pazzi" eccetera. Un ranger durissimo, ma anche simpatico nei suoi siparietti con Carson, completamento ironico di Tex ma anche lui duro come l'acciaio, che usa un lessico tutto suo al quale sono affezionatissimo (cosa dire delle bistecche alte quattro dita, delle montagne di patate fritte, di fiumi di birra ecc?). Questa banda, completata dagli altri due pard, era destinata a seminare lo scompiglio, a far disperare gli sceriffi amici e il capitano Tom. Fantastico quando Tex distruggeva un locale, poi pagava i danni senza batter ciglio e offriva da bere a tutto il locale. Capaci di repulisti drastici, questi personaggi erano anche umani e vicini al mio cuore, Tex si dimostrava sempre intuitivo e difficilmente lo si vedeva sulla difensiva, ma spessissimo all'attacco. Dove sia finito tutto ciò non si capisce. Tex è diventato pavido, nell'ultimo numero addirittura ha paura di un'illustre sconosciuto, per cui si mette a cinguettare con il cattivo di turno. Non c'è avventura di Nizzi dove Tex non si slacci il cinturone, non vi siano almeno due persone che carpiscono i suoi piani origliando (Ma il Tex di G. L. Bonelli l'avrebbe capito, almeno lo avrebbe capito più spesso), ma specialmente non c'è un albo senza 30-40 pagine di dialoghi noiosi, niente azione, Tex deve essere continuamente salvato, non calca quasi più la mano, pochi comportamenti illegali, pochi pestaggi, niente repulisti. Chi è questo Tex? Io non lo riconosco più. Bonelli dice che Tex non si può più permettere le zioni che faceva prima. Invece può permettersi di essere un autentico allocco. Io lo preferivo prima. Modernit? a me sembra sinonimo di Tex piccione, come mi appare il Tex "moderno".

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Sul fatto che le storie del Tex moderno siano meno "vivaci" di quelle di una volta non posso che darvi ragione.... Anche a me mancano le scene di azione con le solite appassionanti "scazzottate" nel saloon di turno e le decisioni del ranger di mettersi al di l' della legge per continuare sulla propria strada e fare immancabilmente la cosa giusta!Ora il ritmo si è un po' affievolito però dire che Tex fa quasi sempre la figura del pollo mi sembra un pochino esagerato...:dopotutto riesce sempre a risolvere le varie controversie, a saldare i conti ai dovuti cattivi e a trionfare sulle "forze del male"!Però, ripeto, sono d'accordo su quanto avete detto sulla mancanza (magari troppo evidente ultimamente) di quei magnifici momenti di tensione in un duello all'ultimo sangue o, più in particolare, di un Tex che non rinuncia a un buon uppercut per sostituirlo con un interminabile dialogo! :indiano:

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Guest Wasted Years

Io parlo naturalmente della mia opinione, e sono il primo a dire che non è un opinione moderata, è la mia opinone di texiano da sempre e da deluso profondamente. Rispetto l'opinione di chi non la pensa così, ma IO spesso esco sconfortato dalla lettura di tante storie recenti.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Ebbene, eccomi qui a difendere il mio bastione haha , come ho detto in precedenza concordo con voi sull'indiscutibile dato di fatto che il "ritmo" dei Tex più moderni sia tristemente calato ^_^ soprattutto per quanto riguarda il livello delle sparatorie e delle scazzottate; tuttavia io continuo a vedere del "buono" nel "nuovo" Tex. Forse per le motivazioni "temporali" cui ho accennato nel precedente intervento, ma forse anche perchè io ho sempre visto Tex come un uomo, un uomo di straordinarie capacità, coraggioso, onesto... ma pur sempre come un essere appartenente alla razza umana e, di conseguenza, fallibile. Il Tex infallibile delle storie di Bonelli era molto simile ad una sorta di Supereroe, uno di quei personaggi dotati di "vista a raggi X" grazie alla quale possono vedere attraverso le pareti se qualcuno sta origliando i suoi discorsi. Un personaggio come questo, a mio modo di vedere, alla lunga porta il lettore a dire " e va beh.. ma li scopre sempre subito...". Un Tex fallibile, che talvola si fa "prendere in castagna" oppure che si fa ricattare dal cattivo ( come quello degli ultimi 200 numeri ) invece ?, secondo me, più spendibile a livello di "intreccio della trama", e , soprattutto porta i lettori a vedere nel personaggio un essere umano come tutti gli altri, un uomo dotato e capace che può sbaglaire ma che, alla fine, riuscir? in un modo o nell'altro a trionfare sui cattivi. Per quanto riguarda i lunghi dialoghi... adesso non tentate di crocefiggermi in sala mensa :P ... a me fanno intravedere un tex molto più maturo rispetto al passato, un uomo che prima di cominciare a "battere le vie di fatto" cerca di interpretare la situazione che si accinge ad affrontare, un uomo che vede nel dialogo un'arma magari non efficace quanto la pistola, ma un valido strumento che gli permette di "saggiare" l'avversario che si trova davanti a lui... certo questo indubbiamente rende il fumetto un po' più macchinoso, ma, secondo me, rende anche il personaggio di Tex un po' più sfaccettato rispetto al passato.

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Guest Wasted Years

Mah...? una questione di gusti, evidentemente. Alcuni amano molto il Tex di Nolitta, che è più un Zagor che un Tex, ed alcune storie piacciono molto anche a me, quindi posso anche capire che un Tex diverso possa piacere. Evidentemente, mancano a Tex oggi le caratteristiche che ne facevano il mio eroe preferito. Mutando carattere, Tex ha sicuramente mutato anche il target di lettori, ma a me quel fumetto manca da morire. Se ne potesse avere qualche storia, sare ultrafelice. Beati coloro che amano il "new deal", magari sono più giovani di me, che non sono ancora Matusalemme, oppure semplicemente diversi. Aridatece TEX WILLER (l'aquila, non il piccione della notte!).

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Indubbiamente i gusti contano parecchio ( infatti a me il Tex di Nolitta e per molti versi anche quello di Nizzi piacciono parecchio ), ma come ho accennato in precedenza la questione principale ?, secondo me, il tipo di Tex con cui si è cresciuti. Secondo me affermi una grande verità quando dici che "mancano a Tex oggi le caratteristiche che ne facevano il mio eroe preferito"; io stesso , essendo cresciuto con un Tex più " caratterialmente avanzato" rispetto al tuo ( anche se abbiamo solo 10 anni di differenza, io ho cominciato a leggere le avventure del nostro Ranger alla tarda età di 12 anni) mi sono abituato a quel tipo di Tex e solo più tardi ( con l'uscita delle nuove ristampe ) ho potuto conoscere il Tex degli albori, quello con cui sei cresciuto tu. Tuttavia nella mia mente, probabilmente, Tex aveva lee caratteristiche del tex "geneticamente/editorialmente modificato" che è il protagonista delle storie che oggi deludono tanti lettori "storici" ma che soddisfano molti "neofiti". Come ho accennato in precedenza però, sono e resto convinto che queste "mutazioni" del personaggio siano fondamentali per far sopravvivere una testata storica come quella di Tex, e che, tra qualche anno probabilmente anch'io mi schierer? dalla parte degli "scontenti" come te e Ym.

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Guest Wasted Years

Sarebbe interessante, a questo proposito, sapere chi legge Tex, e quanti anni ha in media, e quali albi preferisce. Se avessimo un'idea del lettore di tex, della sua fedelat? alla testata, e magari, perchè no, dei suoi gusti, potremo capire se veramente Tex è cambiato per sopravvivere, oppure non sopravvivr? al cambiamento. Nizzi e Sergio Bonelli fanno spesso riferimento allo zoccolo duro dei lettori texiani. Chi mai saranno costoro?Vorrei tanto capire se questo Tex "moderno", che tanto scontenta Ym e il sottoscritto, almeno ha delle solide motivazioni di carattere economico e sociologico, una relazione, insomma, con la necessit? di essere acquistato da un pubblico diverso da prima, in quanto i tempi sono cambiati. Insomma, scontenta noi, ma quanti altri lettori accontenta?

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  • Collaboratori

Il Tex infallibile delle storie di Bonelli era molto simile ad una sorta di Supereroe, uno di quei personaggi dotati di "vista a raggi X" grazie alla quale possono vedere attraverso le pareti se qualcuno sta origliando i suoi discorsi. Un personaggio come questo, a mio modo di vedere, alla lunga porta il lettore a dire " e va beh.. ma li scopre sempre subito...".

In effetti discorsi di questo tipo li sentivo spesso vent'anni fa. Tex lo si amava o non lo si amava proprio per questo motivo... c'era chi gli preferiva un altro tipo di eroe, che potesse piangere o anche cadere in ginocchio, ma anche risollevarsi col suo terribile grido di vendetta: Zagor! Tra noi giovanissimi di allora c' era questa contrapposizione ed era fortemente sentita.
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Guest Colonnello_Jim_Brandon

@Ymalpas : Questa non la sapevo... però a me Zagor non mi ha mai appassionato, TEx invece sè... che dici ti sembra possibile che il nuovo Tex , che io tanto ammiro, sia una sorta di ibrido nato dalla fusione della creazione di G. L. Bonelli con quella del figlio? @Wasted : Ottima la tua proposta.. si potrebbe fare tranquillamente e senza problemi sai? Basta costruire un piccolo questionario strutturato in 2 parti. La prima più esplorativa in cui si chiedono età del lettore, anni che si legge tex, prima storia letta, quando sono state lette le prime storie, la presenza di un lettore di Tex in famiglia e magari se prima di accostarsi a tex leggevano qualche altro fumetto. Nella seconda, un po' più articolata, si potrebbe chiedere di esprimere un gradi di preferenza per gli autori più "classici" e per quelli più "moderni" ( magari considerando anche le prime storie scritte e le ultime ) e di dare un punteggio su una scala Licker a 5 o 7 livelli ( da 0 ( per nulla) a 7 ( moltissimo) infine si potrebbe chiedere di scrivere le 5 storie che sono rimaste più impresse. Poi si fa una bella analisi fattoriale di tipo statistico e, in teoria, dovrebbero uscirne dei "profili" abbastanza definiti. Oddio sarebbero opportune anche info un po' più riservate ( come ad esempio la scolarit? del soggetto, zona di residenza ecc.. ) per poter avere un profilo più accurato... ma penso che il risultato da un questionarietto del genere dovrebbe darti la risposta che cerchi.

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Guest Wasted Years

Mi piacerebbe collaborare alla stesura del questionario, e non dovrebbe essere difficile estrapolarne i risultati, il problema è come proporlo ai texiani. Se lo facciamo sul forum, sostanzialmente facciamo un test su noi stessi, abbastanza giovani, utenti internet, eccetera. Come interpellare un campione più ampio (e vario) non saprei. Mi piacerebbe anche sapere l'opinione dei texiani scoraggiati, cioè coloro che hanno mollato la serie, e dei texiani occasionali. Con dei dati quantitativi ci faremmo un'idea del'adeguatezza della percezione di Tex che hanno autori ed editori, e della rotta che converrebbe seguire veramente per la sopravvivenza del nostro beneamato. Con una misura democratica: come chi piace di più a chi aquista, e chi acquisterebbe in caso di inversione di rotta. Secondo me, il fatto che le ristampe dei primi numeri facciano sempre molte più vendite dell'inedito è già un indice statistico dei gusti del bacino di lettori. Non posso stimare i gusti dei lettori, ma mi pare che qusta costituisca una buon variabile proxy. A mio giudizio la tradizione del personaggio vincerebbe, anche con storie un p? più moderne. Ridate a Tex il suo carattere.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

E' vero, il forum ci limiterebbe ad una specifica utenza, però si potrebbe anche usarlo come "tramite" per raggiungere la categoria degli "scontenti" e degli "occasionali"; per esempio potrebbero esserci utenti giovani che usano il forum che hanno, chessè, un genitore, uno zio o un nonno che leggono ho hanno letto Tex. Per quanto riguarda gli occasionali si potrebbe proporlo ad amici/conoscenti/parenti che leggono Tex di rado ( il top secondo me sarebbe farlo sui pendolari.) Logicamente alcuni punti dell'analisi saranno un po' spuri al momento mi viene immediatamente in mente l'influenza delle figure parentali e il livello di acculturazione ( ma chissà che altro ci può saltar fuori...) però se la vuoi fare priccipalmente per scopi conoscitivi e non pubblicarla ci potrebbe anche stare ( magari ti funge da trampolino per un'indagine successiva). Sarebbe bello affiancare all'analisi quantitavita pura anche un approccio qualitativo ( chessè un bel focus group ) per valutare la percezione del tex ( il massimo sarebbe fare 3 gruppi di discussione uno di "scoraggiati" l'altro di "Entusiasti" e uno misto così si potrebbe avere il massimo dei dati. Per quanto riguarda i dati delle ristampe... non lo sapevo che vendevano di più loro rispetto alle nuove uscite... ci potrebbero essere anche altre spiegazioni ( chessè... l'impaginazione o magari il collezionismo ... e poi considera che la nuova ristamp è arrivata ormai alle soglie del numero 200 quindi siamo già arrivati ad un tex "avanzato" rispetto a quello de "la mano rossa" o de "il ponte tragico" ...

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