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TWF - Tex Willer Forum

John, Leslie E Howard Walcott


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Dalla pagina 87 del numero 297 ( Gli avvoltoi ) e i successivi due numeri ( Territorio nemico e Fuga da Anderville ) contengono, a mio parere, una delle migliori storie del sessantennio Willeriano; quella che vede come protagonisti, accanto ad un Tex ?defilato? 3 personaggi di nome Leslie Walcott, John Walcott e loro zio, Howard Walcott.
Al di l' della trama, comunque molto ben costruita ed articolata, la bellezza di questa storia magistralmente disegnata da un sempre inimitabile Giovanni Ticci, risiede principalmente nella sfaccettatura psicologica con cui Claudio Nizzi attribuisce a questi tre personaggi.
Nizzi in questa storia non assegna ai vari membri della ?famiglia Walcott? una personalit? monolitica e immutabile; al contrario, ci trasmette un'immagine di essi sfaccettata, quasi ?fumosa?, una personalit? polimorfica che ad ogni nuova vignetta, ad ogni nuova battuta ci mostra delle nuove ?caratteristiche? che fino a quel momento nessuno si aspettava di trovare in quel personaggio, permettendo così, tanto al lettore quanto a Tex, di interpretare in maniera diversa le azioni e le parole che quel personaggio aveva compiuto e pronunciato sino a quel momento.

Occorre innanzitutto tener presente che la storia si svolge nella Virginia del 1864, nei pressi di Richmond, quando la guerra di secessione stava ormai per volgere al termine ma che lasciava negli occhi di tutti le immagini indelebili della violenza e dell'assurda tragicit? che rappresenta l'uccisione di un proprio simile a causa di un ideale che molto spesso non si condivideva.
Il contesto fa molto ?gioco forza? in questa storia,

caratterizzata da uomini in divisa grigia stanchi, provati, disillusi, consapevoli che la guerra sta ormai volgendo al termine e che per questo motivo diventano ancor più violenti e spietati, poich? vedono il loro ideale sparire come neve al sole. A mio parere Nizzi ha voluto sottolineare la disillusione e la spietatezza di questi uomini nel trattamento riservato ai prigionieri di Anderville, nel comportamento ?opportunistico e spietato del comandante del campo di concentramento di Anderville ma anche nel linguaggio ?scurrile? adottato dal proprietario della locanda in cui Tex e Tom si fermano a mangiare, usa parole come ?fottuto bastardo con la pelle di carbone? e di ?fottuti bastardi Yankee? adottando un linguaggio che raramente abbiamo visto nelle pagine di Tex.


Inizierei con l'analizzare il personaggio di John Walcott :generaleN: .

Il Personaggio di John, inizialmente, può essere interpretato dal lettore come uno di quelli che non condivideva gli ideali per cui vestiva la divisa dell'unione. Infatti le parole con cui Nizzi ce lo presenta

--- sono daccordissimo nel con Lincoln nel dare la libertà ai negri ma quello che mi ha indotto a schierarmi con il nord è stata la considerazione che sarà il nord a vincere la guerra. trasmettono immediatamente al lettore un'immagine "negativa" di questo personaggio, inducendolo a credere che egli sia solo uno dei tanti egoisti opportunisti più preoccupati di salvarsi il fondo dei pantaloni anzich? di condividere gli ideali dei suoi commilitoni.
Tuttavia, dopo poche pagine, salvando Tex e il povero Tom dall'assalto delle giubbe grige comandate dal cugino Leslie,John riesce a conquistarsi un nuovo ruolo. Nella mente del lettore ( aiutato anche dalle battute di Carson e Tex -Per satanasso! questo John comincia a starmi simpatio- - E figurati a me! )"John l'egoista" comincia ad assumere un ruolo sicuramente più "positivo" quello di simpatica canaglia. Una canaglia che magari non ha ideali politici ben definiti, ma che crede fermamente in valori molto più profondi per l'essere umano ossia l'amicizia e il rispetto, nonchè ad una dote che ben pochi egoisti hanno mstrato di avere nelle passate avventure di Tex... il coraggio. Questi valori profondi diventeranno ancor più "parte" del personaggio di John Walcott dopo che si assiste al suo attacco alla carovana dell'oro e al suo profondo atto di amore nei confronti del cugino sudista.
A questo punto però accade qualcosa. Nizzi, dopo aver indotto nel lettore un'immagine molto positiva di John Walcott, cambia nuovamente le carte in tavola facendo sparire l'oro contenuto nella cassetta scortata da Leslie; questo evento crea un'immagine nebulosa di quello che secondo molti lettori era ormai diventato "uno dei buoni", creando attorno al ui un'atmosfera di sospetto che si alterner? ad ondate regolari al coraggio e al valore fino al tragico finale.
Le parole pronunciate da John a Tex poco prima di morire vi chiedo solo di conservare un buon ricordo di me leniscono parzialmente l'immagine di " scaltro traditore" che ci si era formati, facendocelo ricordare come un coraggioso giovane del sud dal cuore d'oro che aveva deciso di combattere una guerra non tanto per i suoi ideali progressisti ma per la possibilità di guadagnare qualcosa dall'assurdit? di quella inutile guerra.


Il personaggio di Leslie Walcott invece :generaleS: :generaleN: , a differenza del cugino John,

si definisce molto bene sin dalle prime battute sia attraverso le parole di Tex il classico bellimbusto gallonato che se ne stava impettito come se avesse ingoiato un manico di scopa e ti guardava sempre dall'alto in basso sia dall'ostilit? con cui tratta il nostro ranger durante la cena a casa di "zio Howard". A differenza di John, il personaggio di Leslie ha delle caratterstiche specifiche tra cui spiccano l'arroganza, la superbia, la totale fedelt? alla causa del sud, l'opportunismo ( basti pensare all'episodio dell'inseguimento dopo la cena, e al fatto che lo si sopetti di aver incastrato il cugino rivelando la sua posizione nelle paludi )e, anche se in misura minore rispetto al cugino, il coraggio ( penso in modo particolare all'episodio del ponte ). Per quasi tutta la prima metà storia il personaggio di Leslie non cambia e il lettore lo ha ormai già "bollato" come il " cugino cattivo" ma ad un certo punto anche la sua immagine "dell'idelista del sud tutto d'un pezzo" subisce un clamoroso mutamento. Leslie, preoccupato per le difficili situazioni in cui potrebbe venirsi a trovare il cugino nel campo di concentramento di Anderville, spedisce una supplica al presidente chiedendogli di farlo trasferire un carcere meno duro. Questa azione rivela che sotto alla linda divisa confederata, Leslie nasconde dei sentimenti di affetto per il cugino e si preoccupa della sua incolumit?. L'immagine di Leslie però subisce un'altro brutto colpo quando John paventa la possibilità che sia stato lui a sottrarre l'oro. La tragica fine di Leslie però lascia però nel lettore l'immagine di un fiero e orgoglioso combattente del sud dal brutto carattere ma dal cuore d'oro.


Il Personaggio di Howard Walcott invece

inizialmente viene caratterizzato come il classico politico senza ?arte n° parte? a cui i lettori di Tex Willer sono abituati; infatti nelle prime battute John lo descrive come un uomo che condivide gli ideali del nord ma che ??da buon politicante non lo dice. Oltre a possedere questa piantagione lo zio è un funzionario della tesoreria di stato e, finita la guerra conta di dedicarsi alla vita politica? perciò nell'incertezza sull'esito del conflitto, non si sbilancia troppo anche se ufficialmente si dichiara un buon patriota per non irritare i suoi amici del governo.?. Il suo comportamento durante la cena poi, mostra chiaramente come il vecchio Howard sappia districarsi abilmente tra due opposte ideologie riuscendo a ?gestire? i due animosi nipotini. L'idea che ci si forma è quella di un politico saggio, capace e ambizioso; capace però di amare quei suoi due nipoti così diversi ( penso all'abbraccio caloroso che riserva a John al suo ritorno e alle parole del suo servitore quando dice che il suo padrone non voleva che i due ragazzi si accapigliassero ), e consapevole del fatto che essi rischiano la vita in una guerra fratricida che trova sotto il suo tetto la più esemplare dimostrazione di come fazioni e ideali così diversi possano incarnarsi in persone dello stesso sangue.

Il Personaggio di Walcott, mantiene un ?profilo basso? per quasi tutta la storia finch?, nel tragico epilogo, Walcott confessa a Tex la vera natura della sua personalit?. Il ?buon zio Howard' che fino a quel momento sembrava essere un buon politico dotato di sentimenti umani, diventa un viscido opportunista, un egoista di prim?ordine incapace di provare affetto per chiunque compresi coloro che rappresentano la sua discendenza, pur di raggiungere i propri scopi. Un uomo freddo, privo di scrupoli e anche di quei sentimenti che tutti gli avevano attribuito nel procedere della trama. Una personalit? nera, guasta, calcolatrice che viene a galla con ?l'impassibile? confessione dell'omicidio di Leslie e la consapevolezza di aver per sempre compromesso l'immagine di John facendolo passare come l'autore dell'omicidio. A questo punto l'immagine di Walcott subisce un tracollo verticale, e si avvicina a tutti gli ?altri? politici privi di scrupoli che per anni hanno imperversato, e che continuano ad imperversare, per l'universo Texiano; però Nizzi, per non far ?scadere? questo personaggio nell'oblio dei tanti cattivi politici, ammorbidisce leggermente l'immagine del vecchio Walcott usando un'abile stratagemma. La fotografia dei nipoti sul piano della scrivania. Una foto che, come afferma il suo servitore, il padrone aveva sempre voluto davanti agli occhi. Quella foto ci permette di capire qualcosa in più di chi era Howard Walcott. Un uomo si privo di scrupoli ma lentamente roso dal rimorso, dalla consapevolezza che aveva messo fine alla vita di due giovani pieni di idee felici e speranze che rappresentavano la sua discendenza, un tarlo che giorno dopo giorno lo rendeva consapevole del fatto che quando il suo ?effimero? successo, per il quale aveva ?venduto la sua anima? sacrificando il suo sangue, avesse avuto fine, di lui non sarebbe rimasto più nulla se non un pallido ricordo. Questa consapevolezza, rappresentata dal testamento affidato tempo addietro al notaio, è rimasta ?latente? sinch? la consapevolezza della morte non l'ha fatto riaffiorare in tutta la sua ?assurdit?? cosa che l'ha portato a compiere il suo tragico ultimo gesto


Infine occorre parlare di Tex; anche lui in questa avventura mostra dei lati della sua personalit? che raramente erano venuti a galla.

Tex infatti in questa avventura non è sicuro di sè come al solito, certo si ?butta a capofitto? nella missione impossibile di far evadere il suo amico John da Anderville, ma in molte battute egli si mostra come un Tex ferito, provato dagli orrori della guerra cui aveva assistito in prima persona solo due anni prima ( l'episodio di tra due bandiere ), un Tex che ha giurato a sè stesso di non uccidere più nessuno a meno che non fosse necessario, un Tex che si limita a consegnare dispacci e scortare mandrie, un Tex UMANO, che china il capo sconsolato quando si rende conto il povero Tom si sta sacrificando per salvare l'uomo che gli aveva tolto il cappio dal collo e il padrone che lo aveva sempre trattato come un essere umano, un Tex che non si vuole prendere la responsabilità di un'altra vita poich? in quei tempi è già difficile tenersi cucita la propria? Insomma un Tex particolare, sentimentale a tratti malinconico? forse una delle prime avvisaglie di quello che poi lo porter? ad essere il Tex di oggi.


Insomma, una storia fatta da personaggi emotivi sentimentali "reali" personaggi che lasciano un segno indelebile nella memoria dei lettori.

Dopo tutte queste parole lascio a voi forumisti la parola ( era ora direte voi :P :P :P :P ) cosa pensate della famiglia Walcott?

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  • Collaboratori

Alla storia, una delle mie preferite da sempre, avevo dedicato una lunga recensione. E' quindi con grande piacere che leggo la dettagliata analisi fatta da Jim sulla psicologia dei personaggi, analisi che pur essendo largamente condivisibile, lascia spazio a numerose considerazioni. Il Tex diverso, anomalo nella sua fragilit?. La figura di Leslie, fanatico gallonato, diversissimo dal cugino, che in tutta la storia cede solo una volta alle ragioni del cuore e della famiglia. Un brutto bastardo che d' la caccia ai nostri con la ferma intenzione di metter loro un bel cappio al collo. Il personaggio del vecchio Walcott è il più complesso. Il colpo di pistola non nasce dal rimorso, è una cosa pianificata per sfuggire all'agonia c cui il destino, sotto la forma di un tumore maligno, l'ha condannato. E' un'animaccia nera. Qualche riga meriterebbe anche il negro, anche se la sua psicologia è abbastanza scarna. Con il suo gesto di ribellione e il suo sacrificio, incarna gli ideali di libertà del suo popolo e la vocazione da martire dei deboli, un po come il zagoriano Manetola, capo dei seminoles. Mi riservo una nuova e attenta lettura del post di Jim, per mettere in luce nuovi aspetti. Nel frattempo, rinnovo i complimenti: l'articolo è interessantissimo e ottimamente scritto.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Grazie per i complimenti Ym,Il colpo di pistola di Walcott ?, a mio parere, molto più complesso di quanto sembri... Indubbiamente rappresenta l'elemento di "fuga", la più breve scorciatoia per sfuggire ad una morta lenta ed inesorabile... però, secondo me, rappresenta anche qualcosa di più profondo della sola paura della sofferenza, è più un modo per cessare di soffrire. A mio modo di vedere Walcott soffriva per ciò che aveva fatto e soffriva in maniera conscia, tenedo davanti a sè la foto dei suoi nipoti che gli mostrava chiaramente a quali patti era dovuto scendere per realizzare i suoi obiettivi. Walcott è un'anima nera, indubbiamente, ma prova un profondo senso di colpa che lo rende "meno nero" di tanti altri personaggi incontrati da Tex, lui prova RIMORSO, e secondo me, il colpo alla testa, più che una fuga dal cancro rappresenta l'azzittimento di quella vocina che in tutti quegli anni gli ricordava che lui era UN MOSTRO.

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  • 1 anno dopo...
  • 3 anni dopo...

COMMENTO CHE PUO' CONETENERE SPOILERI personaggi di John e Leslie Walcott insieme allo zio Howard incarnano un diverso ideale per cui combattere; in fondo le loro ragioni diventano il vero motivo della guerra civile Americana: la diversa situazione economica, lo sviluppo industriale del Nord e dall'altra parte la resistenza conservatrice del Sud, che continua a basarsi sul crudele sfruttamento degli schiavi. Questa è una causa che Tex non può tollerare e che determina la sua partecipazione alla guerra. Indirettamente i cugini Walcott fanno notare che le motivazioni di Tex sono un po' idealiste e che le vere ragioni della guerra sono essenzialmente motivazioni economiche e politiche. John Walcott è il personaggio che capisce il corso degli avvenimenti: la sua scelta sa di opportunismo ma anche lui riconosce l'ingiustizia di un sistema che fonda la sua economia su "un esercito di schiavi" e che da ricchezza solo a pochi. La frase fondamentale è "il Nord vincer? perchè è storicamente dalla parte giusta". Nella sua arringa a favore del Nord, notiamo il suo entusiasmo per un progresso che porta migliori condizioni; un entusiasmo che traduce nel suo desiderio di rischio e di emozione ("La vita senza rischio è una minestra insipida")Leslie Walcott è un sudista convinto, perciò g?? in partenza non poteva essere che avverso a Tex. Ma anche se fosse dalla parte nordista non potrebbe essere simpatico a Tex : il classico tipo che se ne stava impettito come se avesse ingoiato un manico di scopa e ti guardava sempre dall'alto in basso" cioè proprio il tipo che appartiene a quella categoria di ufficiali sbruffoni con cui Tex si fronteggia sempre. Insomma un personaggio dalla cu parte non si potrebbe proprio stare. Rispetto a John segna un punto di vantaggio perchè la sua causa è più patriottica, ma come già detto non può essere compresa visto che è dalla parte di un sistema ingiusto. Non suscita nemmeno entusiasmo visto che è sempre rigido nel suo dovere e non trasmette affatto l'entusiamo di John, che ci invita a stare dalla parte di quest'ultimo. Le cause e conseguenze della guerra si riflettono forse maggiormente nel personaggio di Howard Walcott. A Tex dichiara di ritenere la guerra una pazzia, ma visto il capovolgimento negativo che subisce il suo personaggio nel finale, viene naturale dubitare delle sue parole: dopotutto è stato grazie alla guerra che ha potuto diventare politico di successo. Di certo condivide le ragioni di John sul Nord che si sviluppa ed è destinato a vincere. Howard però è un uomo più vecchio e più prudente e non ha logicamente l'approccio entusiasta di John: utilizza un atteggiamento più prudente che gli permette di interagire tra i "due galletti di nipoti così diversi fra loro". Sempre questo atteggiamento gli permette di sopravvivere alla sconfitta del Sud, di cui lui teoricamente fa parte. In un certo senso Howard rappresneta il nuovo uomo di successo del Nord industriale che grazie alla sua mancanza di scrupoli ottiene successo e fa carriera. Data la sua vita consacrata alla carriera politica e al potere, non si può condannare visto che si è dedicato all'eterno miraggio della potenza, così condannato da Tex. Dato che il suo successo ha finito per travolgere i suoi nipoti, la condanna verso di lui è totale. L'ascesa del Nord porta alla cancellazione del schiavismo ma anche all'ascesa di uomini assettati di denaro e potere. Inoltre vorrei dedicare parte di questo messaggio alla figura dello schiavo Tom, personaggio altrettanto memorabile anche se magari non subisce svolte significative come ai Walcott. Si unisce a Tex nell'impresa di liberare John Walcott da Anderville per debito verso i due ma anche per fare qualcosa per il Nord antischiavista. La sua crescita nella storia si lega proprio a questo, alla sua maggiore presa di coscienza di ciò che vuole e può fare nella guerra. Un episodio significativo è quello in cui Tex e Tom si fermano a mangiare in paese: Tom non vorrebbe nel ristorante perchè " i neri non sono ammessi". Ma Tex lo invita come a infrangere questi presunti divieti, è come se gli dicesse di far vedere che lui, Tom, non è più uno schiavo ma è un uomo libero. Tex lo invita a entrare comunque al ristorante; quando i paesani sudisti gli attaccano, Tom si unisce a Tex nella mischia e prende a botte i sudisti che lo vorrebbero sempre schiavo; fa vedere che ormai non si fa più trattare a pesci in faccia ma reagisce contro chi lo offende. In questa occasione riesce a tirare fuori a questo lato di se grazie a Tex (infatti all'inizio mangiava di fretta per paura di imbattersi nel padrone di casa sudista). Dopo questo episodio Tom sarà più convinto di sè ma anche del ruolo che può svolgere. Quando Tex riesce a entrare ad Anderville, Tom resta ad aspettare e tiene pronti i cavalli per la fuga di lui, Tex e John. Il sudista a cui Tex si era sostituito e che Tom aveva legato male, riesce a liberarsi e a dare l'allarme. Tom si sente responsabile e sceglie di sacrificarsi per permettere la fuga di Tex e John: questa sua scelta è anche tragica perchè è per un altro motivo che viene scoperta la fuga dei due, piuttosto che per l'errore di Tom; insomma il sacrificio di Tom potrebbe anche nascere da una sua sensazione ingiusta di colpa. Tuttavia è proprio grazie al suo gesto che l'evasione ha successo ed evita a Tex e John la cattura. Dopo non sarà più nominato ma indirettamente verr? da chiedersi se ne varr? valsa la pena. Per vent'anni John verr? creduto responsabile dell'omicidio di Leslie e forse l'impresa di Tex e Tom potrebbe essere stata inutile: perchè correre tanti rischi e alla fine perchè sacrificare Tom per la fuga di un uomo che appare falso e traditore? Con le rivelazioni finali di Howard Walcott la verità e l'innocenza di John verrano riconosciute. Con cio oltre alla ripristinata amicizia tra Tex e John verr? anche riabilitato il gesto di Tom, sacrificatosi per un uomo sincero e anche per un ideale sincero. Le ultime parole di Tom "Viva l'Unione" indicano il compimento di un uomo coraggioso che ha dimostrato che il popolo nero sta combattendo per la sua libertà e sarà presto alla pari di tutti gli altri. Quando rileggerete questo capolavoro, per favore non sottovalutate la figura di Tom. Anche lui merita il suo spazio.

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Davvero sinceri complimenti all'analisi di Jim Brandon, completa e dettagliata come meglio non si sarebbe potuto fare..!E' anche per i continui voltafaccia dei tre Walcott e per la loro complessa caratterizzazione psicologica che ho letto più volte e rilegger? sicuramente ancora questa storia, uno dei capolavori assoluti dell'intera saga texiana. Ho già detto in altre discussioni di non aver mai apprezzato particolarmente le storie del Ranger in cui i personaggi sono facilmente distinguibili nelle canoniche figure dei "buoni"e/o dei "cattivi", ma di aver sempre avuto un debole per le figure dalla personalit? complessae non scontata. Dunque come non apprezzare i tre Walcott?Dei tre quello che comunque mi? più simpatico è John: forse con le idee meno chiare e più immaturo rispetto al cugino, ma a modo suo un uomo leale. Leslie, invece, fondamentealmente non paga altro che la sua assoluta integrit? morale e la sua dedizione totale alla causa sudista (? per questo che lo zio Howardritiene opportuno ucciderlo, temendo che il nipote potesse denunciarlo per il furto dell'oro). Lo zio Howard, invece, all'inizio mi sembrava solo il classico politicante "banderuola" (e già per questo mi stava sull'anima), poi a fine storia mi ha fatto una certa pena, rivelandosi un uomo corroso dal rimorso di aver sacrificato i suoi nipoti per il più basso ed effimero dei motivi: fare carriera in politica.

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Storia semplicemente incredibile, il più alto capolavoro di Nizzi e la mia terza storia di tutti i tempi. Molti rimproverano a Nizzi una scrittura fredda, pur tecnicamente perfetta. Io stesso, più volte (l'ultima volta la notte scorsa nel topic "Caccia Infernale"), ho dichiarato la mia predilezione per le storie boselliane, ricche di grandi comprimari, anche se amo ugualmente le storie di Nizzi, più texcentriche e fedeli ai canoni GLBonelliani. Lo stesso Nizzi, in una sua intervista, riteneva pericoloso sottrarre la centralit? a Tex, individuando le ragioni del successo di Tex, rispetto a Ken Parker, proprio nella presenza pesante e centrale del ranger, che poco spazio lascia ad altri protagonisti. Ken Parker, invece, spesse era solo testimone delle vicende in cui suo malgrado era coinvolto, e ciò probabilmente ha portato (sono sempre parole di Nizzi) a un successo di ?lite e non di massa. Nizzi, nel proporci il suo Tex, ha quindi fatto una precisa scelta, si è dato una ben rigida "poetica", coerente peraltro con le esigenze dell'editore, che non voleva proporre un personaggio differente da quello di Bonelli senior. Nizzi è stato coerente con questa scelta, seguendo contemporaneamente i dettami dell'editore. Poi Boselli ha gettato una pietra nello stagno, e ha creato comprimari protagonisti. A molti non piace, e come più volte ho ribadito, io non sono tra questi. Per questa ragione, dico PECCATO. PECCATO perchè Nizzi, se solo lo avesse voluto, non sarebbe stato da meno nel creare storie corali ed epiche. Intendiamoci, io amo le storie di Nizzi, ma considero questa, Fuga da Anderville, il suo capolavoro. Ed è significativo che questa sua storia sia quella più atipica dell'intera sua produzione. Tex è presente, certo, ma i protagonisti, in questa storia, sono altri, sono i tre Walcott. Loro sono centrali, e sotttraggono spazio a Tex. E' la loro storia, la loro saga; Tex è sullo sfondo, e la storia è meravigliosa. Boselli ha voluto creare i suoi comprimari, ed ha replicato questa suaa scelta in molte storie, e per me ha fatto bene. Nizzi invece lo ha fatto ben poche volte, per quella precisa scelta di cui parlavo prima, e, visti i risultati da lui ottenuti quelle poche volte, non posso che provare rammarico. Un'altra storia che mi viene in mente è Sangue sul Colorado, dove protagonisti sono i componenti della famiglia proprietaria terriera (di cui ora non ricordo il nome): storia intensa, moto delicata nelle sequenze intime, che palesa (ma ovviamente non ce n'era bisogno) la bravura dell'autore nel realizzare simili sceneggiature. Quando sceglie di mettere Tex sullo sfondo, e di mettere in risalto altri personaggi comprimari, lo stesso Nizzi raggiunge vette altissime. John è uno dei miei preferiti in assoluto: sicuramente opportunista, ma soprattutto spirito pratico. "Il Nord vincer? perchè la sua causa è storicamente giusta": senso pratico, quindi, ma anche consapevolezza del concetto di giustizia e di diritti umani. Quanti, nel Sud, ritenevano che la causa confederata fosse sbagliata? Quanti, imbevuti dei concetti schiavisti, sapevano discernere quanto fossero profondamente ingiuste le ragioni della loro guerra? John lo sa, John riece a discernere il giusto dall'errato, e non è davvero cosa da poco: spirito pratico, ma anche spirito libero. Libero dai preconcetti e dalla mentalit? dominante nel suo paese. Tra coloro che non riescono a discernere vi è Leslie, il cui personaggio, nato per suscitare antipatia (del lettore e di Tex) suscita in me un comunque profondo rispetto. E'un uomo del suo tempo, è un uomo della sua terra (la Virginia schiavista dell'epoca), è coerente con la sua storia e con la storia del suo paese, ha forti i concetti della patria e dell'onore. Ma non è solo un fanatico accecato dalla propria causa: ha ben presenti anche i valori familiari, ed è in grado di nutrire affetto, nonostante la sensazione di tradimento che deve avergli suscitato il comportamento di suo cugino John, e lo dimostra tentando di far trasferire il proprio cugino da Anderville. Due personaggi epici in uno scenario inasanguinato e drammatico, eppure così dolce all'apparenza, nei panorami ticciani riproducenti i morbidi campi di cotone del Sud. Capolavoro la storia, capolavoro i due Walcott. Il Nizzi che preferisco, non a caso un Nizzi con due grandi comprimari

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  • 1 anno dopo...

Mi sono sempre chiesto se, per il discorso sulle sorti della guerra pronunciato da John Walcott, Claudio Nizzi si fosse ispirato all'anaogo discorso di Clark Gable ( o meglio di Red Butler) in "Via col Vento" quando, davanti ad una platea di sudisti che lo sta ascoltando, dice testualmente che il Nord avrebbe vinto la guerra, di fatto perchè "storicamente dalla parte giusta, meglio armato e meglio equipaggiato del Sud". Mi ha sempre colpito inoltre il non venir mai meno dell'affetto reciproco tra i due cugini, nonostante le grandi differenze caratteriali... l'idealista Leslie avrebbe dovuto odiare per certi versi il pragmatico e nordista John, invece l'affetto per il cugino è così forte che quando capisce che lo zio Howard non muover? un dito per salvare suo cugino, Leslie scrive una supplica al Presidente. Il quale John, che sospetta sia stato Leslie a trafugare l'oro, preferisce non dire una parola e subire una dura prigionia, piuttosto che mettere nei guai il cugino. Il "caro zio Howard" vince per me la palma di personaggio più antipatico, viscido e abbietto che si sia mai visto in Tex.

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