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TWF - Tex Willer Forum

Interviste Agli Autori


ymalpas
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lui è un duro. Quando sorride devi stare attento a quanto sorride. Lui non lascia trasparire le emozioni. Dato che è veramente una roccia, sia che abbia a che fare con i buoni o con i cattivi, resta sempre sulle sue. Magari con Kit Carson puoi aprirli un po' di più ma Tex resta monolitico!

Queste parole del bravissimo Spada mi fanno pensare che lui abbia una conoscenza del personaggio Tex molto limitata. In particolar modo mi riferisco a "Lui non lascia trasparire le emozioni":Tex ride e scherza, si arrabbia e indigna come ogni altro essere umano-Tex non è un superuomo o un uomo freddo e impassibile, disincantato e cinico!Credo che Spada conosca bene solo il Tex della sua storia, effettivamente più "monolitico", freddo e distaccato del solito.-ovviamente spero che ci ripensi, e che possa tornare a disegnare Tex!
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  • Rangers

Segnalo a questo link: radio883. it interessanti interviste radiofoniche a diversi autori della Bonelli, tra cui Mauro Boselli!!Ascoltatela amigos è interessante, parla del Texone, della storia in edicola e qualcosa del numero 600!! ;)Oltre a Dampyr. :trapper:

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Intervista esclusiva con MICHELE MEDDA, nel blog portoghese di Tex,

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Versione italiana : http://texwillerblog.com/wordpress/?p=13014

Versione portoghese: http://texwillerblog.com/wordpress/?p=12965

Dato che di fumetti ne leggevo tanti, a un certo punto è stato abbastanza naturale desiderare di farli. Ho cominciato a pensarci seriamente da adolescente. Scrivevo e disegnavo. Mi sarebbe piaciuto molto fare strips umoristiche. Adoravo Mafalda, BC, Il Mago Wiz? A un certo punto, però, ho capito che come scrittore me la cavavo meglio che come disegnatore, così ho lasciato perdere definitivamente il disegno.

Fui chiamato a scrivere Tex come ?rinforzo? in un momento in cui Claudio Nizzi aveva rallentato la produzione, proprio perchè avevo utilizzato tematiche western su Nick Raider. Ne fui molto lusingato.

Tex lo conoscevo benissimo, l'ho letto per più di vent?anni, e credo che quelle due storie di Tex siano state il lavoro più tranquillo e sereno di tutta la mia carriera.

Una volta ho letto in un sito che ero stato letteralmente cacciato da Tex perchè le mie storie erano state giudicate poco ?texiane?, e che addirittura c'era una mia storia che mi avevano fatto interrompere e che giaceva incompiuta in archivio. Puro delirio. L'unico motivo per cui non ho scritto più Tex è che ero troppo impegnato con Nathan Never. E per me che ero lento era un problema scrivere altre 32 tavole al mese per disegnatori veloci come Lett?ri! Nathan Never assorbiva tutte le mie energie. Tutto qui, non c'è nessun mistero.

Non mi sono accostato a Tex con propositi particolari. Ero contento di scriverlo, per me era un onore, tutto qui. A dire il vero, ogni anno mi dico: ?Beh, potrei proporre un soggetto per Tex?, ma poi ci sono sempre lavori più urgenti? ma chissà che il 2010 non sia l'anno giusto.

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Manfredi è davvero un grande!Ha una capacità di argomentare e farsi capire invidiabile!Mi ha colpito in particolare un discorso:quando parla dell'Eroe che viene rielaborato dai lettori. E' la stessa questione di cui cercavo di discutere nel mio post su "La mano del morto"... Poi Manfredi parla di dover assecondare l'idea di tex che si sono fatti i lettori:mica facile... e infatti credo che già avvicinando Tex a John Wayne lui asscecondi una SUA idea di Tex, che però, per esempio, non è la mia... Niente di male, anzi, nulla di più normale del fatto che tra lettore ed autore ci siano differnti idee sul personaggio. E se Manfredi scriver? ancora piccoli gioielli come "La grande sete", io non me ne lamenter? di certo :trapper:

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Poi Manfredi parla di dover assecondare l'idea di tex che si sono fatti i lettori:mica facile... e infatti credo che già avvicinando Tex a John Wayne lui asscecondi una SUA idea di Tex, che però, per esempio, non è la mia...

E che invece è la mia.... :D;) Anche un altro passo mi ha colpito dell' intervista a Manfredi: quando fa riferimento all' ironia un po' "militaresca" ( stile appunto John Wayne e di riflesso GLBonelliana ) piuttosto che "intellettualoide" ( che, secondo me e ribadisco secondo me, appartiene piu' a Boselli ). Poi, ognuno la pensi, legittimamente, a modo suo.
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Poi Manfredi parla di dover assecondare l'idea di tex che si sono fatti i lettori:mica facile... e infatti credo che già avvicinando Tex a John Wayne lui asscecondi una SUA idea di Tex, che però, per esempio, non è la mia...

E che invece è la mia.... :D;)
Ed entro certi limiti è anche la mia. Primo perchè non è affatto vero che i personaggi interpretati da John Wayne siano semplici o, peggio ancora, semplicistici. Molto spesso, specie nei film di John Ford, hanno uan complessit? psicolgica dalla molte sfaccettature. Secondo, perchè Wayne ha sempre incornato una certa idea roamntica e leggendaria del West che decisamente mi appartiene. Intendiamoci, non è che non apprezzi delle sani dosi di realismo nella descrizione della vita della frontiera, ma il western come genere ha, secondo me,, qualcosa della fiaba o, per dirla con il direttore dello "Shinbone Star": "Tra la realtà e la leggenda, si stampi la leggenda".:D Personalmente, dovendo necessariamente fare dei paragoni con famosi attori western, io Tex lo vedo anche vicino ai personaggi interpretati da Charlton Heston e Randolph Scott.

Anche un altro passo mi ha colpito dell' intervista a Manfredi: quando fa riferimento all' ironia un po' "militaresca" ( stile appunto John Wayne e di riflesso GLBonelliana ) piuttosto che "intellettualoide" ( che, secondo me e ribadisco secondo me, appartiene piu' a Boselli ). Poi, ognuno la pensi, legittimamente, a modo suo.

Su questo non ci piove ed a prescindere dal fatto che io non vedo negativamente l'ironia in salsa boselliana, occorre dire che Manfredi non scherza nemmeno lui quanto a intellettualismo. haha Detto questo, io considero un arricchimento della serie se gli autori della serie, pur seguendo comunque un sentiero comune, danno del personaggio una visione comunque personale, cosa in ogni caso inevitabile, visto che comunque si tratta di persone diverse tra loro Manfredi, come pure Boselli, per tacere di Faraci, sa benissimo che pur rispettando le caratteristiche fondanti dei personaggi, non potr? mai replicare lo stile di G. L. Bonelli e saggiamente non ci prova nemmeno Tutti gli autori, a mio parere, fanno benissimo a scrivere con il loro stile e, fermo restando che ognuno può vederla in modo differente, a me pare che siano stati più che capaci di darci un Tex comunque aderente al modello del suo cretore.
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Manfredi, come pure Boselli, per tacere di Faraci, sa benissimo che pur rispettando le caratteristiche fondanti dei personaggi, non potr? mai replicare lo stile di G. L. Bonelli e saggiamente non ci prova nemmeno Tutti gli autori, a mio parere, fanno benissimo a scrivere con il loro stile e, fermo restando che ognuno può vederla in modo differente, a me pare che siano stati più che capaci di darci un Tex comunque aderente al modello del suo cretore.

Concordo su quanto hai detto,Carlo!Soprattutto, obbligare un autore a seguire forzatamente lo stile di un altro è quanto di più sbagliato!-soprattutto se Boselli in primis, e poi Faraci e Manfredi, dimostrano di saper scrivere grandi storie(Ruyu lo attendo al varco)!E questo discorso, sacrosanto, mi lascia però dire ancora una volta quella che è per me una verità incontestabile:e cioè che il più grande continuatore di Tex, forse inarrivabile,? stato Claudio Nizzi!Incredibile la naturalezza della sua camaleonticit? e l'aderenza al modello di Bonelli, pur senza l'abbandono di quelle peculiarit? diuno stile sempre riconoscibile!!
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Anche un altro passo mi ha colpito dell' intervista a Manfredi: quando fa riferimento all' ironia un po' "militaresca" ( stile appunto John Wayne e di riflesso GLBonelliana ) piuttosto che "intellettualoide" ( che, secondo me e ribadisco secondo me, appartiene piu' a Boselli ). Poi, ognuno la pensi, legittimamente, a modo suo.

Su questo non ci piove ed a prescindere dal fatto che io non vedo negativamente l'ironia in salsa boselliana, occorre dire che Manfredi non scherza nemmeno lui quanto a intellettualismo. haha
Beh.... su MV puo' essere; su Tex, finora, non m'? sembrato. Anzi. :trapper:
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E questo discorso, sacrosanto, mi lascia però dire ancora una volta quella che è per me una verità incontestabile:e cioè che il più grande continuatore di Tex, forse inarrivabile,? stato Claudio Nizzi!Incredibile la naturalezza della sua camaleonticit? e l'aderenza al modello di Bonelli, pur senza l'abbandono di quelle peculiarit? diuno stile sempre riconoscibile!!

Personalmente concordo. Fin quando, il buon Claudio, per vari motivi ormai a tutti noti, ha svaccato e.. amen ! :(
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Intervista esclusiva con GIANCARLO MALAGUTTI (disegnatore, soggettista e sceneggiatore), nel blog portoghese di Tex,

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Versione italiana : http://texwillerblog.com/wordpress/?p=13519

Versione portoghese: http://texwillerblog.com/wordpress/?p=13396

Fortuna è proprio il termine esatto perchè questi due Signori (Galep e G. L. Bonelli) erano dei veri giganti del fumetto (e non solo), facevano qualcosa di importante ed erano di una semplicit? disarmante. Galep lo conobbi a Milano in un famoso negozio di belle arti dalle parti di Brera (Accademia di Belle Arti) dove i fumettari andavano a comperare i pennelli Windor & Newton, carta Schoeller a quant?altro. Vidi questo signore che stava schizzando un Tex per uno dei commessi è Galep ogni volta che andava a Milano in redazione passava poi a rifornirsi di materiale in questo negozio e si concedeva per dediche e disegni. Quella volta non ebbi il coraggio di presentarmi, ero un ragazzetto che andava in quel negozio perchè faceva professionista. Successivamente lo rividi in Bonelli (Araldo) e mi fu presentato da Raffaele Cormio. Galep gentiluomo quale era mi regal' consigli, parole di incoraggiamento e una striscia originale di una sequenza di Tex che aveva rifatto. Un giorno gli chiesi, timidamente, se avesse avuto voglia di farmi un ritrattino per corredare la mia bio su un mio (infame) fumetto che stava per essere pubblicato. Il suo disegno avrebbe nobilitato la pubblicazione. Non passarono molti giorni che ricevetti una busta e, con emozione, vi trovai il disegno.
Fino alla sua scomparsa ogni tanto ci si sentiva o ci si vedeva occasionalmente a qualche manifestazione. Possiamo dire che la statura umana rivaleggiava con quella artistica. Stesso discorso vale per G. L. Bonelli, anche lui presentatomi da Cormio. Restai fortemente impressionato da quell'uomo e qualche tempo dopo chiesi, con i buoni uffici di Cormio, un incontro per una intervista. Devo confessare che non avevo alcun giornale o fanzine alle spalle ma sapevo che da qualche parte l'avrei pubblicata (poi smembrata fu usata per uno speciale ANAF sui 30 anni di Tex). Bonelli mi ricevette nel suo studio privato, pieno di bei libri e riviste sul West che mi ingolosivano. Lui era un mostro sacro del fumetto e bench? si trovasse davanti un ragazzotto si comport? come se avesse di fronte Enzo Biagi (decano dei giornalisti italiani, 1920-2007). Vista la mia forte passione e buona conoscenza del fumetto in genere e del suo in particolare (la letture di tanti fumetti era servita) si lasciò andare ad un fiume di affascinanti ricordi e racconti su Tex, il West e la sua vita, non meno avventurosa di quella di Tex.

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Tex rappresenta un traguardo prestigioso per chiunque faccia il mio lavoro, mentirei se dicessi che ne non sarei lusingato da tale proposta ma onestamente non credo di esserne all'altezza. Le sfide sono sempre un forte richiamo ma sarebbe dura, quando vedo il Tex mensile con questi fantastici disegnatori mi sento inadeguato. Anni fa ebbi frequentazioni con Magnus, era appena uscito dalla Corno, cercava una sua dimensione, ancora non aveva pensato a Lo Sconosciuto n° alle altre sue opere personali. Il suo sogno era di realizzare un fumetto di grande formato in stile Flash Gordon (fece poi Milady prendendo spunto da questi albi, la prima scena della prima tavola è un chiaro omaggio a Flash Gordon, l'immagine è volutamente presa da un disegno di Alex Raymond), ammirava estasiato i volumi della Nerbini che gli portavo. Inevitabilmente si finiva per parlare di cosa ci sarebbe piaciuto fare, a volte il discorso cadeva su Tex. Lui diceva che mai avrebbe potuto disegnarlo, un po' perchè aveva una ammirazione totale per il disegno morbido e fluido di Galep (Magnus aveva cominciato ammirando i disegnatori del Vittorioso) e si sentiva inadatto (sic!) col suo disegno ?gommoso?. Per lui Tex erano 4 uomini in 4 abbigliamenti western, con 4 (e più) pistole su 4 cavalli. Un lavoro, sempre secondo lui, immenso; infatti, quando poi lo ha fatto, gli ha preso un tempo lunghissimo. Per nostra fortuna non rinunciò alla sfida. Quindi, arrivando a una conclusione, non essendo Magnus non ho abbastanza vite da impiegare. Discorso diverso sarebbe per la sceneggiatura.

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Cambiamenti ce ne sono stati e sono evidenti, ma per lo più sono sviluppati nell'anello esterno; il cuore, la psicologia, la struttura base del personaggio mi pare rimasta inalterata. Anche quando ha dovuto passare per altre mani e altre personalit? diverse da G. L. Bonelli. Qualcuno contesta che abbia concesso un po' troppo al politically correct ma questa evoluzione è naturale. Poi bisogna pensare anche a chi ci si accosta per la prima volta, ai ragazzi (e non solo visti i tempi) che potrebbero non avere le strutture mentali e culturali per capire. Il disegno è quello che ha subito i cambiamenti più evidenti, si è fatto più arioso, è passato dalla morbidezza classica di Galep a una schematizzazione moderna nella dimensione epica che gli ha infuso Ticci. Trovo che gli ultimi disegnatori abbiano saputo coniugare questi due stili in una versione ?terza?, moderna e classica al contempo.

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Sicuramente Raffaelli è un grande esperto di fumetti, per carit?... ma ogni volta che gli sento dire qualcosa su Tex, mi viene da pensare:"ma quest'uomo Tex lo conosce davvero?"E poi:"ma non c'era nessuno più adatto di lui per curare la serie di Repubblica?"... io credo di sè, ma certamente quello di Raffaelli è un nome di grido(e grazie a Tex ora il suo nome lo è certamente molto di più). Elenco quelle che sono, per me, delle assurdit?.1)il discorso sul numero dei morti ammazzati:cosa c'entra il politically corretàE cosa c'entra la questione pseudofilosofica del "numero"?Semplicemente, il formato a striscia richiedeva sempre e comunque una scena "forte", una scena che potesse divertire il lettore:e quindi, siccome Tex era un fumetto western, doveva esserci una sparatoria, un agguato, o un duello. E' evidente che la storia risultasse molto condensata;ed è evidente che risultasse piena di morti ammazzati e sparatorie, proprio perchè ogni albo e striscia che componeva la storia doveva avere la suddetta scena "clou", e in un fumetto western una scena "clou" prevede qualche morto ammazzato. Semplice, direi:per questo in quelle storie ci sono tanti morti. E se il Tex del "periodo d'oro" e di oggi ha meno morti, non è certamente per questioni pseudofilosiche o di politically corret-anche perchè se proviamo a contare quanta gente Tex e Carson ammazzano, ad esempio, nell'ultima storia, vedremo che non sono poi così pochi, anzi!2)Cosa c'entri Walt Disney col modo di narrare di Bonelli secondo me non lo sa nemmeno lo stesso Raffaelli;3)Il Galep de "Gli sterminatori" ottiene un risultato abbastanza discutibile?... meglio che non dico niente, perchè altrimenti dovrei dire qualche parolaccia...4)Raffaelli non conosce la differenza tra formato a striscia e cosiddetto "formato Bonelli"-anzi, il "formato Bonelli" non sa proprio cosa sia. E non sa che questo formato, diventato un classico nel fumetto italiano,? stato proprio Tex il primo ad adottarlo.5)Tex "incoerente"?Chi mi conosce forumisticamente sa che io non sono il tipo che usa parolacce, ma lasciatemelo dire:Raffaelli ha scocciato con questa stronzata che va ripetendo in giro(anche nel programma di Augias)!Siccome Raffaelli non conosce Tex, non sa che Tex è semplicemente un uomo intelligente e anche un p? prevvegente, oltre che un ranger dai modi duri:Tex sa che agli indiani non conviene fare la guerra, per questo è così "moderato" quando deve difenderli;e Tex è sempre fondamentalmente un pacifista:solo che è il personaggio principale di un fumetto western, e non può catturare i banditi con un semplice "mettete dei fiori nei vostri fucili..."Ma Raffaelli queste cose non le sa. Lasciamo poi perdere il discorso sulla civilt? occidentale, che è ridicolo... Raffaelli è un "critico del fumetto";io amo la critica d'arte:in lui rivedo quell'atteggiamento che mi fa parzialmente odiare grandi critici d'arte come Renato Barilli o Rosalind Krauss:cioè, lui prende qualcosa che conosce poco(e sicuramente molto meno di tanti altri)e ci costruisce sopra tutto un teorema intellettuale inutile che possa giustificare la sua scarsa competenza della materia:solo in questo modo posso in parte giustificarlo, e giustificare le fesserie su Disney, l'incoerenza e il destino della civilt? occidentale-pur rimanendo chiaro il fatto che lui Tex lo conosce poco(la questione dei formati, dei morti ammazzati, ecc...), o comunque non nella misura in cui dovrebbe conoscerlo.

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Lo sfogo di Paco riguardante Raffaeli, pur condividendolo su piu' punti, mi sembra un po' esagerato. Raffaeli conosce bene Tex, o perlomeno, ha approfondito la sua conoscenza leggendo (o rileggendo) tutta la serie per scrivere le prefazioni nei volumi a colori di Repubblica, che reputo molto professionali e con spunti molto interessanti. Forse non e' un accanitissimo fan del ranger, ma non direi che sia un ignorante in materia. Nell'intervento di Paco, mi sento di condividere su un punto in particolare:ritenere discutibile il risultato dell'esperimento grafico di Galep nella storia de "Gli sterminatori". Malgrado la trama sia semplice e scontanta, quelle tavole sono un vero capolavoro, forse il miglior lavoro dell'artista sulle pagine di Tex. Quindi tutt'altro che un "risultato discutibile".

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Non metto in dubbio, caro Antony, che Raffaelli conosca la saga di Tex, perchè sicuramente l'ha letta;ma c'è anche da vedere in quale maniera uno la legge:credo che ci sia differenza tra uno che legge Tex in maniera "disinteressata" e per pura passione, e uno che lo legge "per questioni di lavoro"(e non è detto che Raffaelli non sia un appassionato vero di Tex!). Io poi avrà letto si e no un paio delle sue prefazioni ai volumi di Repubblica:quindi non giudico il suo lavoro su quella serie, che potrebbe anche essere ottimo... Il mio giudizio su di lui dipende dalle cose che leggo nelle sue interviste, e dalle cose che dice in televisione:cose che io, in larga parte, non condivido assolutamente. E rimango con la convinzione che in giro per l'Italia ce ne siano tanti più esperti e appassionati di Tex di Raffaelli.

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Elenco quelle che sono, per me, delle assurdit?.1)il discorso sul numero dei morti ammazzati:cosa c'entra il politically corretàE cosa c'entra la questione pseudofilosofica del "numero"?Semplicemente, il formato a striscia richiedeva sempre e comunque una scena "forte", una scena che potesse divertire il lettore:e quindi, siccome Tex era un fumetto western, doveva esserci una sparatoria, un agguato, o un duello. E' evidente che la storia risultasse molto condensata;ed è evidente che risultasse piena di morti ammazzati e sparatorie, proprio perchè ogni albo e striscia che componeva la storia doveva avere la suddetta scena "clou", e in un fumetto western una scena "clou" prevede qualche morto ammazzato. Semplice, direi:per questo in quelle storie ci sono tanti morti. E se il Tex del "periodo d'oro" e di oggi ha meno morti, non è certamente per questioni pseudofilosiche o di politically corret-anche perchè se proviamo a contare quanta gente Tex e Carson ammazzano, ad esempio, nell'ultima storia, vedremo che non sono poi così pochi, anzi!

Allora, ho quotato solo il punto in cui non mi vedo d'accordo con Paco, il resto del suo post lo condivido in pieno. Cercando di mettermi nei panni di Raffaelli, dico che forse il "politically correct" è stato inteso come la necessit? di diminuire il carico di violenza nonchè di morti ammazzati nella serie man mano che procedeva la sua evoluzione ed i suo successo. E' innegabile che nei primi numeri l'elemento violento fosse molto più presente che nel Tex "recente", e forse tale trasformazione è dovuta al successo di Tex che ha fatto sè che cominciasse ad avere più occhi puntati addosso, compresi quelli dei cosiddetti benpensanti. Forse Raffaelli più che la quantit? dei morti intendeva sottolineare la "qualità delle uccisioni": c'erano molti duelli o comunque occasioni in cui a Tex capitava di uccidere il suo avversario come invece oggi non accade, probabilmente (secondo me) dovuto al fatto che all'inizio della sua carriera Tex dovesse ancora farsi un nome (in un certo senso), e certamente il suo status di fuorilegge e il suo agire in solitaria non gli erano d'aiuto. Concordo sul fatto che questo critico non conosca particolarmente a fondo il nostro Ranger: in particolare mi hanno lasciato un p? perplesso i suoi riferimenti al mondo disneyano, la presunta incoerenza di Tex e il discorso sulla disperazione sulle sorti della civilt? occidentale... Soprattutto su quest'ultimo punto credo che in realtà la situazione sia l'opposto di quanto pensa Raffaelli: il fatto di concedere ad alcuni criminali una seconda opportunità credo che lasci trasparire un certo ottimismo sul fatto che chiunque possa redimersi e riscattarsi!
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c'erano molti duelli o comunque occasioni in cui a Tex capitava di uccidere il suo avversario come invece oggi non accade, probabilmente (secondo me) dovuto al fatto che all'inizio della sua carriera Tex dovesse ancora farsi un nome (in un certo senso), e certamente il suo status di fuorilegge e il suo agire in solitaria non gli erano d'aiuto.

Qusta è un altra motivazione giusta,AtTheRocks!... una motivazione, però, che col "politically corret" di cui parla Raffaelli non c'entra nulla. C'entra invece, secondo me, l'esigenza narrativa di far diventare più mature e meno ingenue le storie. E poi voglio sottolineare una cosa:sono certamente di meno rispetto ai primi albi, ma le persone che il Tex di oggi ammazza non sono certo poche:pensiamo alle storie più lunghe degli ultimi anni, come "Buffalo soldier","La casa dell'alchimista" o "Deadwood":e pensiamo anche alle più corte "Vendetta per Montales" e "La rivolta dei Cheyenne". E riguardo al "politically corret", certamente più presente che nel passato, pensiamo che in "Patagonia" Tex contribuisce a far fuori centinaia di militari, e che in "Deadwood" non si fa alcun problema a sistemare uno sceriffo e un giudice(non lo uccide, il giudice, ma comunque avvalla la sua uccisione).
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  • 2 settimane dopo...

Amici, ecco per vostra conoscenza:

Intervista esclusiva al grandissimo FABIO CIVITELLI (in ocasione della sua presenza al Festival di Beja è 2010), nel blog portoghese di Tex!

Versione italiana - http://texwillerblog.com/wordpress/?p=14790

Versione portoghese - http://texwillerblog.com/wordpress/?p=14748

Pensare che sono già passati più di 25 anni dal mio ingresso nel mondo di Tex mi mette i brividi! Il tempo passa velocemente con al fianco un amico come Tex Willer! Per me tutto questo è una bella avventura professionale e umana: professionale per essere stato chiamato da Sergio Bonelli nello staff del personaggio più prestigioso del fumetto italiano e essermi messi al servizio dell'eroe, con umilt? e con la consapevolezza di impegnarmi al massimo per essere degno di questo onore, e umana per lo svilupparsi di rapporti di amicizia, di stima e di affetto verso l'editore, gli sceneggiatori, i colleghi disegnatori e il meraviglioso pubblico dei lettori. Quale miglior modo di celebrare questa ricorrenza se non con una mostra in un paese che, inaspettatamente, mi ha sempre apprezzato e accolto con grande simpatia?

Il mio Tex è un uomo dallo sguardo di ghiaccio e dai nervi d'acciaio, robusto ma non imponente, serio ma capace di un ironico sorriso.

Continuo a stupirmi dell'affetto e dell'amicizia di tanti fan portoghesi, che ho conosciuto a Moura e ho poi rivisto in occasione del Festival di Amadora. Sono veramente fantastici, ed è incredibile l'amore che hanno per Tex. Spero solo di poter ricambiare adeguatamente l'accoglienza che sempre mi riservano. In queste occasioni mi sento l'ambasciatore di Tex, e questo mi riempie d'orgoglio.

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  • 3 settimane dopo...

Amici, ecco per vostra conoscenza:

Intervista esclusiva al grandissimo MAESTRO GIOVANNI BRUZZO, nel blog portoghese di Tex!

Immagine postata

Con tre tavole in anteprima della sua storia (inedita) di Tex che sta realizzando!!!!

Versione italiana - http://texwillerblog.com/wordpress/?p=16263

Versione portoghese - http://texwillerblog.com/wordpress/?p=16167

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  • Rangers

Bellissima quest'intervista a Giovanni Bruzzo!!Grazie come sempre Zeca! ;)Soprattutto le tavole della nuova storia in lavorazione, mi sembra che siano di livello ancora superiore rispetto a quanto aveva fatto ne L'Uomo di Baltimora. L'influenza del primo Ticci è ben visibile, ma è chiaro che Giovanni sta scoprendo un suo segno personale. Molto interessanti tutti i retroscena della sua vita e soprattutto dalle sue parole fuoriesce la passione per Tex!! :inch::trapper:

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  • Collaboratori

Le interviste del Blog portoghese di Tex sono le migliori. Giornali e riviste dovrebbero prendere esempio dalla professionalità che emerge da queste righe. Fumo di China, per esempio, uno delle migliori del settore, non ha mai raggiunto queste vette, sia per colloquialit?, che per esaustivit?. Grande Zeca e un sentito grazie a tutti i collaboratori che hanno reso possibile l'intervista, e a Bruzzo per la ben nota cordialit? e disponibilit?. A quando quella dei Cestaro ?

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ups ups ups

Grazie (anche in nome di tutti i collaboratori - anche tu sei un, mitico pard ymalpas - del blog portoghese di Tex) per le vostre parole. Sono più un grande incentivo/stimolo per continuare con questo fantastico "lavoro" di parlare del nostro Amico Tex (e suoi autori)!

Quanto ai Cestaro, ecco la sua ultima risposta:

"Prossimamente ti manderemo le risposte alla nostra intervista , lo prometto!
Suerte!
Raul Cestaro"

:inch:

Modificato da Zeca
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