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TWF - Tex Willer Forum

[301/302] La Locanda Dei Fantasmi


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Voto alla storia  

54 utenti hanno votato

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Godersi Tex vuol dire anche mettersi comodi sul divano, una sera d'inverno mentre fuori scende copiosa la neve, con la luce soffusa dell'abajours , nessuno che rompe le scatole e cominciare a leggere La Locanda dei Fantasmi. Con un Nizzi ormai a suo agio con il personaggio e un Letteri il cui stile si intona in modo particolare con le trame misteriose, questa storia è stata per me una rilettura scorrevole e piacevole. La diligenza bloccata sulla pista, la locanda isolata in montagna (vicino a Skeleton Pass, il nome è tutto un programma...) dove trovare riparo, la notte con il temporale, fulmini e tuoni, la leggenda di un fantasma, la presenza (per fortuna!) di un gatto nero, un passaggio segreto (tipicamente nizziano) e, naturalmente, un morto, ucciso nella notte con un coltellaccio e conseguente sparizione del cadavere. Tex e Carson (un Carson che riacquista sempre più il suo ruolo, sbiadito negli anni con GLB e quasi mai assunto con Nolitta) si trovano a investigare sul misterioso caso, alle prese con i proprietari della locanda - la famiglia Wallace (padre, madre e due figli) -, il postiglione della diligenza (Robson) e due passeggeri (Keller e Lennock) dal carattere poco socievole. Come quasi sempre in Nizzi, il mistero nasconde poco di soprannaturale e molto di umano: si tratter?, in ultima istanza, di fare i conti con una tragedia familiare con radici nel passato.... Come dicevo all'inizio, pur essendo nel complesso breve, la storia mi è piaciuta. Tex conduce la danza delle indagini in modo molto razionale, senza farsi suggestionare dalle paure di Robson e dai velati timori di Carson; il Vecchio Cammello regge bene il ruolo del partner, con spruzzatine di humour qui e l' (e, in ogni caso, salva la vita, sia pur inconsapevolmente, al Ranger); gli indizi che sembrano puntare tutti in una ben precisa direzione saranno smentiti dal colpo di scena finale. E proprio nel finale, la decisione di Tex di non procedere alla denuncia dei fatti mi sembra nel complesso condivisibile, alla luce del dramma vissuto nella locanda. In sintesi: senza essere un capolavoro, veramente un buon inizio della ?quarta centuria? texiana. ::evvai::

 

 

bella analisi che sento di condividere. Certo Nizzi non dà quasi mai spazio al soprannaturale ma alla fine in questo tipo di storie va bene che dietro a un mistero ci sia una spiegazione razionale.

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  • 3 anni dopo...

Storia " di paura" carina e spaventosa al punto giusto, con un notevolissimo  colpo di scena  finale. Ottima tutta la parte dell' omicidio( specialmente  col temporale, prima  che avvenga) , noiosa  invece quella  che riguarda  i due banditi. Ottimi i disegni  di Letteri. Voto 7.5

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  • 1 anno dopo...
  • co fondatore

Storia particolare, testé riletta. Le giova il ritratto dei personaggi e alcuni buoni momenti che vanno a compensare qualche faciloneria tipo

 

il facile espediente del gatto.

 

La cosa che mi ha intrigato è la concreta possibilità che Nizzi abbia lasciato intendere tra le righe che il senso di protezione non esattamente sano di Jess nei confronti della "sorella" potesse nascondere sentimenti non solo fraterni. Ovviamente è una mia interpretazione e comunque Nizzi nel 1985 non poteva avventurarsi in certi discorsi, ma dopo questa rilettura mi è venuta in mente questa ipotesi.

 

Sul lato delle cose poco plausibili, i due rapinatori sulla diligenza.

 

Letteri ancora un bel vedere, grande creatore di caratteri.

 

Storia da 7 ai testi e 8 ai disegni.

  • +1 1
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<span style="color:red;">10 minuti fa</span>, Mister P dice:

La cosa che mi ha intrigato è la concreta possibilità che Nizzi abbia lasciato intendere tra le righe che il senso di protezione non esattamente sano di Jess nei confronti della "sorella" potesse nascondere sentimenti non solo fraterni

Stessa mia idea.

 

Storia a tinte gialle tra le più riuscite della serie.

Il senso di inquietudine e di paura che avvolge la locanda è davvero ben reso.

 

  • +1 2
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  • 1 mese dopo...

Qualche tempo addietro, commentando OrroreI, di Medda e Letteri, scrissi che la tematica del serial killer era un unicum nel panorama texiano. L'utente @gilas2 mi segnalò che, in realtà, già ne La locanda dei fantasmi si parlava di un serial killer.

Non avevo mai letto la storia ma, dopo un paio di mesi, ho rimediato.

 

Bisogna dire che è un bel giallo. E' vero che il lettore si accorge prima di Tex del coinvolgimento della famiglia Wallace negli omicidi, ma non mi pare che si tratti di un errore; piuttosto, Nizzi instaura così un rapporto di complicità con il lettore.

 

Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ed anche Tex, nel lasciare i componenti superstiti della famiglia al loro destino, si conferma essere qualcosa di ben diverso da uno sbirro.

 

Solo Carson, che appare intimorito dalle storie di fantasmi, mi sembra meno brillante di quello cui Boselli ci ha abituati negli ultimi anni. Ma, in effetti, nemmeno tra le storie di G.L. Bonelli che ho letto mancano quelle in cui Capelli d'Argento risulta essere un comprimario di qualità chiaramente inferiori a quelle del nostro eroe.

 

Ottimi i disegni di Letteri, ancora in piena forma. E mi è stata ancora più evidente la qualità del suo tratto ripensando a come, invece, giudicai inadatto il pennello dell'Artista romano all'avventura narrataci diversi anni dopo da Medda.

 

 

 

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  • 2 settimane dopo...

@F80T anche il Texone "Verso l'Oregon" che ho riletto proprio ieri presenta quello che è a tutti gli effetti un serial killer in una delle due trame principali.

Credo ci siano almeno ancora una o due storie con altri serial killer al centro - oltre a Orrore, La locanda dei fantasmi, e Verso l'Oregon - ma al momento mi sfuggono non so se quella dei due ricconi inglesi che sparavano agli indiani per diletto può essere considerata tale).

Modificato da gilas2
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  • 1 mese dopo...

Riletta da poco, in quanto sto riprendendo in mano il centinaio 301-400 che ricordo veramente poco.

Tornando alla storia, devo dire che la trovo veramente ben fatta, con uno sviluppo coinvolgente e personaggi ben caratterizzati.

Non un capolavoro ma una storia che si lascia (ri)leggere con grandissimo piacere.

Un Nizzi molto a suo agio nelle atmosfere noir e un Letteri altrettanto a suo agio nelle scene più misteriose e inquietanti, come l'imposta che sbatte ed il letto insanguinato, quasi una rappresentazione cinematografica.

Secondo me anche la presenza dei due banditi, che potrebbe sembrare un pò fuori contesto all'interno della sceneggiatura, risulta invece funzionale alla stessa perché riesce a renderla meno scontata e le dona un pò di imprevedibilità.

Quello che effettivamente stona, come già evidenziato da altri, è la loro fuga dopo una rapina con una diligenza....

Interessante l'escamotage del gatto che, suo malgrado, salva i due pards; mi ha un pò ricordato la scimmietta di Indiana Jones che mangia i datteri avvelenati.

Sul gatto poi c'è pure un curioso aneddoto: Letteri pare che non gradì dover disegnare un gatto e si lamentò con la Direzione ma alla fine si rassegnò a farlo.

Effettivamente il suo gatto non è proprio un capolavoro :D

E per finire bellissimi i siparietti Tex-Carson che, in più di un'occasione, mi hanno veramente fatto sorridere!

Storia: 7 - Disegni: 8

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  • co fondatore
On 30/9/2020 at 14:07, gilas2 dice:

Credo ci siano almeno ancora una o due storie con altri serial killer al centro - oltre a Orrore, La locanda dei fantasmi, e Verso l'Oregon - ma al momento mi sfuggono non so se quella dei due ricconi inglesi che sparavano agli indiani per diletto può essere considerata tale).

La voce misteriosa di GLB e Galep. Saresti da bannare.

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On 30/9/2020 at 14:07, gilas2 dice:

Credo ci siano almeno ancora una o due storie con altri serial killer al centro - oltre a Orrore, La locanda dei fantasmi, e Verso l'Oregon

 

<span style="color:red;">14 ore fa</span>, Mister P dice:

La voce misteriosa di GLB e Galep. Saresti da bannare

 

Tutti gli esempi che avete portato sono perfetti, in ogni caso la peculiarità di questa storia, che io ho sempre molto apprezzato, sta nel fatto che tutta la vicenda - omicidi, tentati omicidi, paziente lavoro di indagine, scoperta del colpevole - si svolge entro i limiti della locanda e dei suoi immediati paraggi, eccezion fatta per le primissime pagine e per l'inseguimento dei due banditi in fuga. Una novità assoluta, insomma, e sinora rimasta caso pressoché isolato nel mondo di Tex, da sempre uso (e noi, in un certo senso, appresso a lui!) a scorrazzare su lunghe e lunghissime distanze negli spazi sconfinati del West. 

 

Tale peculiarità, quasi superfluo sottolinearlo, costituisce a mio parere anche il principale punto di forza di questa storia alquanto sui generis, insieme al campionario di variegata e non scontata umanità che Nizzi ha condensato in questo contesto.

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  • 4 mesi dopo...

Incredibile come la disposizione personale possa influire sulla percezione di una storia a fumetti (con la prosa non mi succede): ho riletto il primo albo quasi infastidito dalla prevedibilità del tutto e da alcune situazioni non plausibili (i rapinatori che fuggono in diligenza); il secondo, letto il giorno dopo, mi ha invece preso di più, con atmosfere e approfondimenti che, per quanto limitati, destano un certo interesse (scrupoli e conflitti del padre di famiglia, il percorso di vita della ragazza).

Identità dell'assassino (che non ricordavo) prevedibile; ma proprio in virtù della prevedibilità pensavo che Nizzi avrebbe potuto dirigere la propria attenzione su altri... e quindi alla fine è stata quasi una sorpresa. :D

In seguito alle recenti discussioni su Nizzi non posso fare a meno di notare qualche aspetto:

I - Tex e Carson che all'inizio della storia si presentano consapevoli di essere due leggende del West;

II - il colpo di fortuna del gatto. Pesa non tanto come colpo di fortuna, ma quanto perché è reso necessario dalla completa sottovalutazione degli avversari da parte dei nostri, un errore di calcolo dovuto all'eccessiva sicumera;

III - un Carson davvero lamentoso. Siamo naturalmente ben lontani dalle vette di rincoglionimento che arriveranno vent'anni più tardi; tuttavia nei suoi battibecchi con Tex in questa storia c'è davvero molto di rigido e poco spontaneo, a differenza di quanto accadeva con GLB e di come accadrà nei capolavori nizziani del centinaio di cui questa storia costituisce l'esordio.

Bisognerebbe realizzare una rilettura integrale e profonda della produzione di GLB per vedere se simili fattori affioravano già talvolta nelle sue storie o siano, invece, come dice @Diablero totale innovazione nizziana. Rilettura integrale e profonda che, rileggendo tre-quattro storie di Tex all'anno, non potrò mai fare nella vita.

 

Ad ogni modo, una storia che si fa leggere e nelle ultime sequenze offre anche qualcosa. Di sicuro non la cosa migliore che potessi leggere per impiegare quell'ora e tre quarti, ma comunque una lettura non spiacevole.

Non do voti, smettiamola con questa volgarità.

 

  • +1 1
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<span style="color:red">3 ore fa</span>, virgin dice:

Incredibile come la disposizione personale possa influire sulla percezione di una storia a fumetti

 

Capita, e sotto certi punti di vista è un bene che sia così... Come al contempo è un bene che i gusti di ciascuno di noi non siano sempre per forza i medesimi ;). A me, ad esempio, nel complesso questa storia è sempre piaciuta.

 

<span style="color:red">3 ore fa</span>, virgin dice:

ho riletto il primo albo quasi infastidito dalla prevedibilità del tutto e da alcune situazioni non plausibili (i rapinatori che fuggono in diligenza)

 

Su questo non sono invero molto d'accordo... Tale scelta di sceneggiatura potrebbe essere interpretata anche come un tentativo dei due lestofanti di allontanarsi dalla regione in un modo cui la legge non avrebbe potuto immaginare. In questo senso secondo me ci potrebbe anche stare, certo poi il furto dell'orologio d'oro commesso da uno dei due e il successivo tentativo di fuga li sputtana e soprattutto dimostra al contrario la loro scarsa intelligenza...

 

 

<span style="color:red">3 ore fa</span>, virgin dice:

il colpo di fortuna del gatto. Pesa non tanto come colpo di fortuna, ma quanto perché è reso necessario dalla completa sottovalutazione degli avversari da parte dei nostri, un errore di calcolo dovuto all'eccessiva sicumera

 

Credo che in un modo o nell'altro Tex e Carson se la sarebbero cavata lo stesso... Anche perché Tex pur non dandolo troppo a vedere aveva già preso a coltivare qualche sospetto sul ragazzo e non solo...

 

 

<span style="color:red">3 ore fa</span>, virgin dice:

un Carson davvero lamentoso. Siamo naturalmente ben lontani dalle vette di rincoglionimento che arriveranno vent'anni più tardi; tuttavia nei suoi battibecchi con Tex in questa storia c'è davvero molto di rigido e poco spontaneo

 

Non più di tante altre volte, secondo me, né ho trovato le sue lame poco spontanee, al massimo mi pareva gli girassero i zebedei un po' più di altre volte, in effetti... Ma anche questo credo possa capitare a chiunque :lol:!!

  • +1 1
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<span style="color:red">21 ore fa</span>, virgin dice:

 

@Diableronon do voti, smettiamola con questa volgarità.

Scusa ma non sono d'accordo. Certo i voti son soggettivi, ma ti danno un'idea immediata di come inquadrare la storia, poi chiaro che te la devi leggere da te e valutarla. Mentre così ti devi leggere decine di commenti per capire come la pensano gli altri.

Sara' anche una, per me, mezza volgarità, ma aiuta:old:

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4 minutes ago, Loriano Lorenzutti said:
22 hours ago, virgin said:

 

@Diableronon do voti, smettiamola con questa volgarità.

Scusa ma non sono d'accordo. Certo i voti son soggettivi, ma ti danno un'idea immediata di come inquadrare la storia, poi chiaro che te la devi leggere da te e valutarla. Mentre così ti devi leggere decine di commenti per capire come la pensano gli altri.

Sara' anche una, per me, mezza volgarità, ma aiuta

 

Ma io mica li dò i voti...  :blink:

 

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@Diablero, infatti ci sono dei problemi con i tag che non si riescono a cancellare, non è un errore di Loriano. :D

 

@Loriano Lorenzutti, sia ben chiaro: quando dico "volgarità" intendo esprimere soltanto il mio punto di vista. Passo già le mie giornate a dare i voti ai ragazzi; dare voti ad adulti fatti e finiti, o addirittura ai defunti, mi imbarazza. Ben vengano i voti degli altri utenti; penso tuttavia che la comunità possa fare senza dubbio a meno dei miei, come del resto potrebbe benissimo fare a meno anche delle mie opinioni (e a quel punto arriverò, prima o poi. Sento che mi ci sto avvicinando, ma non sono ancora sufficientemente saggio da sottrarmi al piacere della chiacchiera).

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Diablero dice:

 

 

Ma io mica li dò i voti...  :blink:

 

Grazie al cielo virgin ti ha già risposto:)

Qualche settimana fa ho dato del maleducato a uno, non so come, ma non c'era verso di cancellare il suo nome. 

Meno male che mi ha aiutato Sam Stone che ancora ringrazio. 

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  • 4 mesi dopo...

Nell’attesa di tuffarmi nella lettura degli albi inediti di agosto, ho continuato la ripresa alla rinfusa di alcune storie del passato. A dire il vero la scelta di questo episodio non è recentissima, ma solo adesso ho trovato il tempo di buttare giù alcune righe di commento. Ovviamente la distanza di tempo intercorso dalla rilettura degli albi e la stesura della presente recensione, può influire, visto che si è costretti ad andare a memoria (e la mia comincia a far cilecca!:D) tuttavia non ho comunque resistito alla tentazione di esprimere le mie opinioni in merito. Dopo la lettura delle prime pagine, si capisce subito di trovarsi al cospetto di una storia atipica. Nizzi, seguendo una sua naturale attitudine compositiva, imbastisce una trama gialla dalle forte tinte noir. Ciò che si apprezza immediatamente è l’atmosfera cupa e vagamente claustrofobica che l’autore riesce a creare fin dalle prime vignette, coadiuvato da un Letteri ispirato e sempre a suo agio su queste tematiche, tuttavia sul compianto disegnatore romano, tornerò più avanti. Il temporale, i racconti orrorifici sulla vecchia locanda, le forti vignette d’impatto all’arrivo dell’arcano locale, sono tutte sequenze sapientemente costruite per far calare il lettore nel presunto mistero. A far precipitare le cose, l’efferato omicidio avvenuto già alla prima notte e la presunta scomparsa del cadavere, che sembra alimentare le ipotesi ultraterrene che gravitano attorno a quella maledetta locanda. Da notare quanto sia efficace la sequenza di vignette al mattino, con l’incessante e ossessivo sbattere dell’imposte nella camera del delitto che funge da preludio alla cruda scoperta, con tanto di un lago di sangue a sporcare il candido lenzuolo del letto della vittima. Man mano che la sceneggiatura prosegue, appare subito chiaro che la probabile lista dei sospetti è circoscritta agli abitanti della locanda. Nizzi cerca di complicare un po’ le cose con l’inserimento dei due banditi in incognito, ma onestamente appare subito chiaro che sia solo un espediente per agitare le acque e nient’altro. Anzi rischia pure di rovinare il soggetto visto che appare una forzatura che due rapinatori, dopo il misfatto, cerchino una via di fuga così assurda come quella di prendere una comune diligenza: ce lo vedete voi un rapinatore di banca moderno tornare a casa in autobus dopo il colpo? Per il resto è altrettanto chiaro che dietro la sequenza di omicidi ci sia una spiegazione razionale, visto che la porta chiusa (che da nome al secondo albo) è palesemente la soluzione della misteriosa scomparsa dell’ultima salma. I sospetti parrebbero a tal punto convergere verso il ragazzo, ma con un colpo di scena, sull’epilogo scopriamo che è la dolce (solo in apparenza) sorellina bionda ad aver macchiato di sangue la locanda, scossa da una forma di violenta pazzia che la rende la prima serial killer della saga. Bravo qui Nizzi a dipingere i suoi personaggi, uniti da una pesante croce rappresentata dalla follia della fanciulla e soprattutto a far intendere al lettore che il rapporto che lega i due fratelli (che poi realmente non sono uniti da legami di sangue, essendo la ragazza adottata) sia un misto perverso di amore e morte. Sui titoli di coda assistiamo anche alla magnanimità di Tex, che decide di non interferire oltre sui Wallace, già costretti da anni a vivere una vera e propria anticamera d’inferno. Storia atipica e particolare, che, appena conclusa, ti lascia una strana sensazione, ma che indubbiamente mostra una buona fattura; d’altronde il Nizzi che affrontava le pubblicazioni di quegli anni era un autore ispirato e in grande spolvero. Buona la prova grafica di Letteri, anche se l’affiatamento fra i due autori è destinato a incrinarsi. Si è tanto discusso in merito alla famigerata scena del gatto, tanta indigesta al disegnatore e alle “ripicche” di Nizzi nelle prove successive. In effetti la sequenza in questione, tralasciando la casualità di base che permette ai nostri di sfuggire all’avvelenamento (topoi nizziano ripetuto anche in seguito con l’unica variante della scelta dell’animale), ci mostra un felino davvero brutto realizzato dal disegnatore. Mi chiedo come sia possibile che un artista così preparato, che fino a quel momento sulla saga aveva disegnato di tutto, da diableros, a lupi, da dinosauri a serpenti a sonagli, mummie putrefatte, fiori assassini e quant’altro si sia incartato con un soggetto così banale e dalla facilissima reperibilità di documentazione; evidentemente i dissapori con lo sceneggiatore lo hanno indotto inconsciamente a rifiutarsi di concentrarsi nella realizzazione del povero felino. Per il resto, il livello dei disegni è ancora altissimo e aiuta ad accrescere l’atmosfera della prova. Il mio voto finale è 7

  • +1 1
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  • 1 anno dopo...

Allora...In primis Letteri. Quando c'è lui già la storia parte con un bonus perché fa parte della mia infanzia e perché il suo stile mi piace sempre tanto (anche senza cinesi). Poi Nizzi costruisce un giallo godibile, ci mette qualche simpatico siparietto, caratterizza i personaggi (tipo il postiglione) e ti tiene incollato con anche un colpo di scena finale. Atmosfera coinvolgente e passi un'oretta gustosa.

  • +1 1
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<span style="color:red">24 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

Allora...In primis Letteri. Quando c'è lui già la storia parte con un bonus perché fa parte della mia infanzia e perché il suo stile mi piace sempre tanto (anche senza cinesi). Poi Nizzi costruisce un giallo godibile, ci mette qualche simpatico siparietto, caratterizza i personaggi (tipo il postiglione) e ti tiene incollato con anche un colpo di scena finale. Atmosfera coinvolgente e passi un'oretta gustosa.

 

Concordo. È una delle storie minori più belle.

  • +1 1
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  • 7 mesi dopo...
Il 28/4/2012 at 19:10, Leo dice:

Contenuto nascosto

Non vedo quindi incongruenze nella trama, ma anzi una storia gialla che mi ha davvero appassionato, e che mi ha molto sorpreso nel finale. Sicuramente poi i disegni di un Letteri in formissima hanno inciso anch'essi nell'alto gradimento da me provato per questa storia.

Concordo, una delle prime storie che lessi da piccolo e che mi spinse anni dopo ha fare il primo ordine alla Bonelli per avere il secondo albo "La porta chiusa" e tutti gli altri fino "Al ranch degli uomini perduti" (311, titolo errato ma storia sottovalutata anche se conclusa frettolosamente-da Sclavi se non erro).

            Segue Spoiler

Come già detto da altri, bella l'atmosfera della pioggia iniziale e la locanda con i vari personaggi che echeggiano alla lontana Ombre Rosse.

Utili come diversivo per il lettore i due rapinatori (è pur sempre un western!) e pure il gatto - mi spiace per Letteri che non li amava, ma ha fatto ottimi disegni!- che salva i nostri inconsapevoli eroi.Atmosfera da giallo e indagine impeccabilmente condotta da Tex anche se con colpo di scena finale, anche perché, avendo inizialmente solo il primo albo, naturalmente sospettavo del fratello.La scelta di Tex di lasciare libera la famiglia ci sta tutta.

Un bel 9 complessivo.

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<span style="color:red">9 ore fa</span>, Black Jim dice:

Concordo, una delle prime storie che lessi da piccolo e che mi spinse anni dopo ha fare il primo ordine alla Bonelli per avere il secondo albo "La porta chiusa" e tutti gli altri fino "Al ranch degli uomini perduti" (311, titolo errato ma storia sottovalutata anche se conclusa frettolosamente-da Sclavi se non erro).

            Segue Spoiler

Come già detto da altri, bella l'atmosfera della pioggia iniziale e la locanda con i vari personaggi che echeggiano alla lontana Ombre Rosse.

Utili come diversivo per il lettore i due rapinatori (è pur sempre un western!) e pure il gatto - mi spiace per Letteri che non li amava, ma ha fatto ottimi disegni!- che salva i nostri inconsapevoli eroi.Atmosfera da giallo e indagine impeccabilmente condotta da Tex anche se con colpo di scena finale, anche perché, avendo inizialmente solo il primo albo, naturalmente sospettavo del fratello.La scelta di Tex di lasciare libera la famiglia ci sta tutta.

Un bel 9 complessivo.

 

Erano gli anni del primo Nizzi, in cui spesso proponeva la trama gialla, prima che Sergio Bonelli gli chiedesse di virare verso il Western. Questa storia non la leggo da tanti anni ma la ricordo come un gioiello. Il colpo di scena finale mi lasciò di sasso, con quell'elemento psicologico così disturbante. Ero un ragazzino e ricordo che quel finale mi disturbo' ma contemporaneamente mi fece riflettere. Era la prima volta che avevo a che fare con quella tipologia di "male".

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👍Idem, stessa esperienza di  "disturbo" e "riflessione", anche se devo dire ho avuto una bella infanzia serena che mi ha permesso di affrontare queste storie (e letture più impegnate o ostiche) con la giusta dose di serenità, bei tempi! 

(Sì, sto decisamente invecchiando!:D)

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