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TWF - Tex Willer Forum

[190/191] El Muerto


Voto alla storia  

79 utenti hanno votato

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<span style="color:red;">13 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Le parole dovrebbero essere usate con il loro senso.

 

Se ti dico che una pera è un gustoso paracarro, perché mi piace usare "paracarro" invece di "frutto", non è che solo per questo i paracarri pendono dagli alberi.

 

"storia cardine"???

 

1) Non è stata MAI citata in una storia successiva.

2) NESSUNO dei personaggi presentati nella storia è mai ritornato.

3) Non ha NESSUNA conseguenza permanente (ma nemmeno durevole)

4) Se la elimini, tutti gli altri Tex pubblicati possono rimanere tali e quali. È un corpo estraneo.

 

Negli anni 70-80 alla Marvel americana quando gli autori di una serie non ce la facevano a produrre 12 albi all'anno, si usavano i "fill-in". Erano storie di autori "ospiti", servivano a dare un po' di respiro agli autori titolari. i lettori normalmente si lamentavano della cosa, perché i fill-in erano storie "slegate" dalle altre:

 

1) Non dovevano modificare nulla

2) dovevano essere completamente ignorabili senza conseguenze.

3) spesso il protagonista, scritto da altri, non era molto riconoscibile rispetto a quello degli autori titolari.

 

"El Muerto" è un fill-in. Realizzato da un autore "ospite" perchè GL Bonelli non ce la faceva più a produrre 1320 pagine in un anno

 

Le "storie cardine" di Tex sono quella dove diventa ranger, quella dove sposa Lilyth, quella dove muore Nuvola Rossa, quella dove si spiega dove trova tutti quei soldi, quelle che introducono Jim Brandon, Gros-Jean e Pat McRyan, "il passato di Tex", etc.

 

Usare "storia cardine" al posto di "a me piace quel Tex piu di quello vero, e quel fill-in mi piace di più degli albi regolari" è come dire che una pera è un paracarro. Le parole dovrebbero essere usate con il loro senso.

 

 

Ripeto: statece ;)

  • Confuso (0) 2
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OK, ho sbagliato argomenti e linguaggio...  :rolleyes:

 

È un po' che non parlo più quella lingua, vediamo se me la ricordo ancora...

 

1 minute ago, gilas2 said:

Ripeto: statece

 

"specchio riflesso, specchio riflesso"

 

(e se non basta, chiamo tua madre!)

  • Haha (0) 2
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On 7/7/2012 at 15:45, Leo dice:
Don Fabio Esqueda dice:

"El Muerto" è una storia molto GlBonelliana nei dialoghi ( memorabile un "Devono sicuramente avere veleno di serpente invece del sangue... e sabbia del deserto al posto del cuore" ) ma estremamente nuova nella statura romantica (nel senso culturale del termine) dell'eroe-Tex, coraggioso ma anche insicuro, pensieroso e del tutto solitario. Di fronte un avversario crudele ma , allo stesso tempo, pieno di umanit?, fragile nella sua sete di vendetta nei confronti del ranger e  nei confronti del quale è impossibile non provare un senso di vicinanza umana. Last but not least, Galep. Il grande Aurelio è talvolta in difficolt? sui visi ( molto disomogeneo tra le vignette quello di Tex: non sembra Victor Mature nell'ultima vignetta di pag.56 de "La Collina Degli Stivali"? ) e in qualche proporzione. Chi se ne frega, aggiungo io. I suoi disegni hanno un fascino intramontabile e le sue tavole sono piene di vita. In sintesi:Soggetto: 10Sceneggiatura: 10Disegni : 10

Mi piace l'aggettivo "romantico" per questo unico e bellissimo Tex nolittiano. Quando si reca a Pueblo Feliz, Tex si concede dei pensieri sul destino e sul futuro. Non è il solito spaccone: da questo suo dialogo intimo trapelano anzi sensazioni di inquietudine e di incertezza per l'esito dello scontro con questo misterioso e indecifrabile avversario. E' anche un Tex che sbaglia tanto, come già in Caccia all'Uomo: dapprima si fa disarmare nel saloon, ed è risparmiato da El Muerto per un suo personalissimo concetto dell'onore, poi si fa accerchiare dai suoi sgherri, ed è salvato dal provvidenziale quanto improbabile intervento di Tiger. Ma questi aspetti non tolgono nulla a questa storia, ed anzi ci regalano un Tex uomo e non dio, e un uomo i cui pensieri non sono sempre granitici e che proprio per questo ce lo rendono più vicino. Proviamo solidarietà, per questo Tex. E non è un sentimento che, per lui, si prova spesso: ammirazione, fiducia, sicurezza che tutto andr? bene, questo ci trasmette Tex. Solidarietà, no. Solidarietà significa vicinanza. E questo Tex, uomo, ci è più vicino. Un Tex diverso, ma bellissimo. Romantico è l'aggettivo giusto, Don Fabio, e ti quoto anche per quanto riguarda i disegni, non sempre felici nei volti, straordinari nelle ambientazioni.

 

Mi avete stuzzicato con tutti i vostri commenti, e sono andato a rivedere quello che pensavo di questa storia ai miei primordi da frequentatore del forum. Ricordo che la storia mi piacque moltissimo, ma all'epoca (8 anni fa) ero un lettore più spassionato di Tex, leggevo senza pensarci troppo; le analisi forumistiche cominciavano proprio in quei miei primi mesi su questi lidi. 

 

Mi piacque moltissimo, dicevo, ma la descrizione che faccio di Tex nel mio vecchio post (sopra quotato) rappresenta un personaggio che semplicemente non è Tex. Nolitta scrisse un bel spaghetti western, e forse per questo piacque e mi piacque tanto. Ma non scrisse una storia di Tex. Troppo lontano questo personaggio dalle sue corde, lo dimostra qui come in altre storie. Era talmente sfacciato, Nolitta, nello sconvolgere le caratteristiche del personaggio che mi chiedo ancora oggi perché lo facesse: voglio dire, capisco che non sia nelle tue corde, ma da quel bravo sceneggiatore che sei puoi dissimulare, puoi smussare, puoi insomma lavorare per rendere meno evidenti e sfrontate le tue comparsate fumettistiche sulla saga di tuo padre. Voleva forse essere pienamente riconoscibile dietro quel "TEXT BY GLBONELLI"? Voleva provare a vedere che effetto faceva proporre un personaggio diverso, che non fosse Tex? È talmente esagerato, Nolitta, che io francamente non riesco a non vederci il dolo, per chissà quale rovello in testa che c'aveva.  Non ci credo che non avrebbe saputo fare diversamente. 

 

Ha scritto non Tex, ma un altro personaggio, con storie western che ho odiato dal più profondo del cuore (Cruzado la cancellerei dalla faccia della terra) e con altre che ho amato visceralmente, tra tutte Caccia all"Uomo e Il colonnello Watson. Ecco, al di là delle piccionate e delle evidenti ingenuità che, anche in quest'ultima storia, non mancano e mortificano Tex, credo che la storia più texiana che Nolitta abbia scritto sia proprio quella incentrata sul grande barone del bestiame, che poi per me è anche la sua più bella. Ho detto "più texiana tra quelle da lui scritte", che non significa, ahimé, texiana tout court. Vorrei sapere cosa ne pensa @borden in merito. 

 

Approfitto per augurare a tutti buon Natale

 

  • +1 2
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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Leo dice:

 

Mi avete stuzzicato con tutti i vostri commenti, e sono andato a rivedere quello che pensavo di questa storia ai miei primordi da frequentatore del forum. Ricordo che la storia mi piacque moltissimo, ma all'epoca (8 anni fa) ero un lettore più spassionato di Tex, leggevo senza pensarci troppo; le analisi forumistiche cominciavano proprio in quei miei primi mesi su questi lidi. 

 

Mi piacque moltissimo, dicevo, ma la descrizione che faccio di Tex nel mio vecchio post (sopra quotato) rappresenta un personaggio che semplicemente non è Tex. Nolitta scrisse un bel spaghetti western, e forse per questo piacque e mi piacque tanto. Ma non scrisse una storia di Tex. Troppo lontano questo personaggio dalle sue corde, lo dimostra qui come in altre storie. Era talmente sfacciato, Nolitta, nello sconvolgere le caratteristiche del personaggio che mi chiedo ancora oggi perché lo facesse: voglio dire, capisco che non sia nelle tue corde, ma da quel bravo sceneggiatore che sei puoi dissimulare, puoi smussare, puoi insomma lavorare per rendere meno evidenti e sfrontate le tue comparsate fumettistiche sulla saga di tuo padre. Voleva forse essere pienamente riconoscibile dietro quel "TEXT BY GLBONELLI"? Voleva provare a vedere che effetto faceva proporre un personaggio diverso, che non fosse Tex? È talmente esagerato, Nolitta, che io francamente non riesco a non vederci il dolo, per chissà quale rovello in testa che c'aveva.  Non ci credo che non avrebbe saputo fare diversamente. 

 

Ha scritto non Tex, ma un altro personaggio, con storie western che ho odiato dal più profondo del cuore (Cruzado la cancellerei dalla faccia della terra) e con altre che ho amato visceralmente, tra tutte Caccia all"Uomo e Il colonnello Watson. Ecco, al di là delle piccionate e delle evidenti ingenuità che, anche in quest'ultima storia, non mancano e mortificano Tex, credo che la storia più texiana che Nolitta abbia scritto sia proprio quella incentrata sul grande barone del bestiame, che poi per me è anche la sua più bella. Ho detto "più texiana tra quelle da lui scritte", che non significa, ahimé, texiana tout court. @borden

 

Be che dire, hai cambiato idea, giusto o sbagliato che sia, questo ti rende onore. 

  • +1 1
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<span style="color:red;">2 ore fa</span>, Leo dice:

 

Mi avete stuzzicato con tutti i vostri commenti, e sono andato a rivedere quello che pensavo di questa storia ai miei primordi da frequentatore del forum. Ricordo che la storia mi piacque moltissimo, ma all'epoca (8 anni fa) ero un lettore più spassionato di Tex, leggevo senza pensarci troppo; le analisi forumistiche cominciavano proprio in quei miei primi mesi su questi lidi. 

 

Mi piacque moltissimo, dicevo, ma la descrizione che faccio di Tex nel mio vecchio post (sopra quotato) rappresenta un personaggio che semplicemente non è Tex. Nolitta scrisse un bel spaghetti western, e forse per questo piacque e mi piacque tanto. Ma non scrisse una storia di Tex. Troppo lontano questo personaggio dalle sue corde, lo dimostra qui come in altre storie. Era talmente sfacciato, Nolitta, nello sconvolgere le caratteristiche del personaggio che mi chiedo ancora oggi perché lo facesse: voglio dire, capisco che non sia nelle tue corde, ma da quel bravo sceneggiatore che sei puoi dissimulare, puoi smussare, puoi insomma lavorare per rendere meno evidenti e sfrontate le tue comparsate fumettistiche sulla saga di tuo padre. Voleva forse essere pienamente riconoscibile dietro quel "TEXT BY GLBONELLI"? Voleva provare a vedere che effetto faceva proporre un personaggio diverso, che non fosse Tex? È talmente esagerato, Nolitta, che io francamente non riesco a non vederci il dolo, per chissà quale rovello in testa che c'aveva.  Non ci credo che non avrebbe saputo fare diversamente. 

 

Ha scritto non Tex, ma un altro personaggio, con storie western che ho odiato dal più profondo del cuore (Cruzado la cancellerei dalla faccia della terra) e con altre che ho amato visceralmente, tra tutte Caccia all"Uomo e Il colonnello Watson. Ecco, al di là delle piccionate e delle evidenti ingenuità che, anche in quest'ultima storia, non mancano e mortificano Tex, credo che la storia più texiana che Nolitta abbia scritto sia proprio quella incentrata sul grande barone del bestiame, che poi per me è anche la sua più bella. Ho detto "più texiana tra quelle da lui scritte", che non significa, ahimé, texiana tout court. Vorrei sapere cosa ne pensa @borden in merito. 

 

Approfitto per augurare a tutti buon Natale

 

 

Sono esattamente le due che preferisco. Una non texiana e l'altra sì

 

Buon Natale

 

 

 

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Il punto è che analizzate Tex (qualsiasi cosa compaia sotto il nome Tex) come fosse la corazzata Potemkin (o meglio, Kotemkin nella versione più nota al grande pubblico), con gli stivali dei soldati, l'occhio della madre, la carrozzella giù dalle scale, il montaggio analuoggggico "che stasera mi ha letteralmente sconvolto". pretendendo ed imponendo che la  vostra visione (da ipercritici) sia l'unica possibile, ortodossa ed universalmente accettabile. 

 

Ma - proseguendo la metafora - c'è anche a chi piace l'Esorciccio, Giovannona Coscialunga e La Polizia s'incaxxa (e la storia di El Muerto), e comprano e leggono Tex tanto quanto voi, e sono pienamente intitolati ad avere una versione, una visione ed una opinione di Tex diversa ed anche appunto opinabile senza essere trattati da minus habens. 

 

Insomma, spesso e volentieri siete più dei Guidobaldo Maria Riccardelli che non dei lettori di fumetti! :D

Modificato da gilas2
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15 minuti fa, gilas2 dice:

Il punto è che analizzate Tex (qualsiasi cosa compaia sotto il nome Tex) come fosse la corazzata Potemkin (o meglio, Kotemkin nella versione più nota al grande pubblico), con gli stivali dei soldati, l'occhio della madre, la carrozzella giù dalle scale, il montaggio analuoggggico "che stasera mi ha letteralmente sconvolto". pretendendo ed imponendo che la  vostra visione (da ipercritici) sia l'unica possibile, ortodossa ed universalmente accettabile. 

 

Ma - proseguendo la metafora - c'è anche a chi piace l'Esorciccio, Giovannona Coscialunga e La Polizia s'incaxxa (e la storia di El Muerto), e comprano e leggono Tex tanto quanto voi, e sono pienamente intitolati ad avere una versione, una visione ed una opinione di Tex diversa ed anche appunto opinabile senza essere trattati da minus habens. 

 

Insomma, spesso e volentieri siete più dei Guidobaldo Maria Riccardelli che non dei lettori di fumetti! :D

Concordo in pieno. E' ovviamente legittimo e doveroso da parte nostra, lettori scafati, far notare che il tal autore o il tal altro non è pienamente texiano, ma va pur detto che l'universo dei lettori di Tex è (fortunatamente) ampio e variegato. Io ho letto Tex per 30 anni senza pormi troppo questi problemi, prima di diventare un rompicoglioni. Mio padre lo ha letto per 50 anni  senza assolutamente porsi questi problemi. L'unico problema era: la storia mi è piaciuta, bene. La storia non mi è piaciuta, male.

E sono assolutamente certo che almeno il 70 per cento dei lettori ha questo metro di giudizio e non altro, anche perchè ne conosco alcuni nella vita reale.

Il giudizio critico e da fanzine lo abbiamo noi, ma non la maggioranza.

Detto questo, siccome Nolitta scriveva avallato da GLB e con lui vivo ed operante, se andava bene a GLB c'è poco da discutere. Sappiamo che dava anche giudizi negativi sull'operato del figlio, ma nonostante questo lo faceva lavorare e nemmeno così poco.

Quindi...

Modificato da valerio
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<span style="color:red;">44 minuti fa</span>, gilas2 dice:

Il punto è che analizzate Tex (qualsiasi cosa compaia sotto il nome Tex) come fosse la corazzata Potemkin (o meglio, Kotemkin nella versione più nota al grande pubblico), con gli stivali dei soldati, l'occhio della madre, la carrozzella giù dalle scale, il montaggio analuoggggico "che stasera mi ha letteralmente sconvolto". pretendendo ed imponendo che la  vostra visione (da ipercritici) sia l'unica possibile, ortodossa ed universalmente accettabile. 

 

Ma - proseguendo la metafora - c'è anche a chi piace l'Esorciccio, Giovannona Coscialunga e La Polizia s'incaxxa (e la storia di El Muerto), e comprano e leggono Tex tanto quanto voi, e sono pienamente intitolati ad avere una versione, una visione ed una opinione di Tex diversa ed anche appunto opinabile senza essere trattati da minus habens. 

 

Insomma, spesso e volentieri siete più dei Guidobaldo Maria Riccardelli che non dei lettori di fumetti! :D

Non c'è dubbio che qui si analizza al microscopio e si analizzano pure gli analizzatori!

Ma almeno per me questo è solo un divertimento tra amici che condividono la stessa passione.

Ci sono parecchie storie di che non mi piacciono e altre che rileggo volentieri. E sono scritte da chiunque negli anni abbia scritto Tex.

Se qualcuno ha fatto qualche passo falso non pregiudica mai la possibilità che in seguito ne possa produrre una migliore.

Nolitta spesso lavorava in coppia con Galep. Ne deduco che ad Aurelio non dispiacesse disegnare le sue sceneggiature.

 

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1 ora fa, valerio dice:

 Sappiamo che dava anche giudizi negativi sull'operato del figlio, ma nonostante questo lo faceva lavorare e nemmeno così poco.

Quindi...

 

 

Veramente il CAPO era Sergio. Quindi decideva lui. 

Modificato da borden
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<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Veramente il CAPO era Sergio. Quindi decideva lui. 

Si ma immagino che se non avesse avuto carta bianca dal padre non avrebbe scritto su Tex..

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Sergio era l'Editore. Non è che GL avesse molta scelta. Naturalmente era felice che il figlio scrivesse Tex, alcuni eccessi, si sa, glieli ha bocciati. Ma non era il curatore di Tex, solo l'autore.

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<span style="color:red;">3 ore fa</span>, valerio dice:

Concordo in pieno. E' ovviamente legittimo e doveroso da parte nostra, lettori scafati, far notare che il tal autore o il tal altro non è pienamente texiano, ma va pur detto che l'universo dei lettori di Tex è (fortunatamente) ampio e variegato. Io ho letto Tex per 30 anni senza pormi troppo questi problemi, prima di diventare un rompicoglioni. Mio padre lo ha letto per 50 anni  senza assolutamente porsi questi problemi. L'unico problema era: la storia mi è piaciuta, bene. La storia non mi è piaciuta, male.

E sono assolutamente certo che almeno il 70 per cento dei lettori ha questo metro di giudizio e non altro, anche perchè ne conosco alcuni nella vita reale.

Il giudizio critico e da fanzine lo abbiamo noi, ma non la maggioranza.

Detto questo, siccome Nolitta scriveva avallato da GLB e con lui vivo ed operante, se andava bene a GLB c'è poco da discutere. Sappiamo che dava anche giudizi negativi sull'operato del figlio, ma nonostante questo lo faceva lavorare e nemmeno così poco.

Quindi...

Concordo

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<span style="color:red;">4 ore fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Be che dire, hai cambiato idea, giusto o sbagliato che sia, questo ti rende onore. 

 

Non ho propriamente cambiato idea, ritengo ancora El Muerto una bella storia, ma assolutamente non texiana. Prima non facevo molto caso a queste cose: la frequentazione del forum mi ha reso un lettore più maturo, più analitico, più guidobaldico, per usare le parole di @gilas2

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<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Non ho propriamente cambiato idea, ritengo ancora El Muerto una bella storia, ma assolutamente non texiana. Prima non facevo molto caso a queste cose: la frequentazione del forum mi ha reso un lettore più maturo, più analitico, più guidobaldico, per usare le parole di @gilas2

Io direi "scassamaroni".

Non dico di te eh, dico in generale, anche di me stesso.

  • Haha (0) 2
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Io sinceramente non ho capito con chi ce l'ha gilas2, semplicemente ognuno dice il suo punto di vista. Se uno non è d'accordo e ognuno resta delle proprie idee che male c'è? Non vedo scritto da nessuna parte, il mio modo di vedere e' giusto mentre il vostro fa schifo. 

  • +1 3
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<span style="color:red;">17 ore fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Io sinceramente non ho capito con chi ce l'ha gilas2, semplicemente ognuno dice il suo punto di vista. Se uno non è d'accordo e ognuno resta delle proprie idee che male c'è? Non vedo scritto da nessuna parte, il mio modo di vedere e' giusto mentre il vostro fa schifo. 

 

Eeeeeeeeehhhh...... n'me fa parlà và :D

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  • 11 mesi dopo...

Riletta per l'ennesima volta questa storia in qurant'anni, faccio veramente fatica a capire come per molti questa possa essere una delle più belle storie di Tex.

Soggetto minimalista certamente ad effetto ma pieno anche di buchi. Mi consola che il nostro sembri un po' meno carogna che in Caccia all'uomo.

  • +1 1
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Personalmente ho trovato una grandissima distanza tra questa seconda fatica nolittiana e il primo episodio "Caccia all'uomo". 
Al di là del soggetto completamente diverso, mi sembra ci sia una volontà di aggiustare un po' il tiro rispetto alle tante peculiarità della prima storia.
Ecco ho trovato un Tex più GLBonelliano e una storia più vicina a certi canoni già utilizzati nella serie.
Certo, restano indiscutibilmente alcune delle caratteristiche del Tex di Nolitta, che possono disporci alla lettura più o meno felicemente.
Sinceramente ho trovato questo "El Muerto" un po' deludente nella sua recente rilettura.
A dirla tutta non è mai stata una delle mie preferite del Tex di Nolitta.
Lo svolgimento della storia mi è sempre sembrato piatto, con diverse situazioni telefonate.
Intendo dire che non ci sono colpi di scena, non ci sono sorprese, intuisci subito dove andrà a parare la vicenda.
E questo mi ha impedito di appassionarmi alla storia.

 

Tutto questo fino alla resa dei conti della boot-hill.
Perché lì tutto cambia.
La storia letteralmente si impenna: El Muerto ritorna Paco Ordonez, Tex ricorda i fatti passati e questo gli permette di capire chi ha difronte e perché sia finito proprio in quel lugubre luogo.
Poi Paco Ordonez ritorna lo sfigurato assassino, mentre Tex rimane sempre lo stesso.
E questo gli permetterà di non farsi condizionare nell'estrarre la pistola per primo, non gli darà nessun tipo di emozione.
E questa volta Paco Ordonez morirà definitivamente, seppellendo con sé la sua tragica esistenza ed il suo delirio vendicativo.
E' un passaggio fondamentale, sceneggiato con maestria e illustrato da un grande Galep!
I rimandi a Leone sono evidenti ma non mi disturbano, anzi, li trovo calati alla perfezione nella storia.
D'altra parte, giusto per citare il caso che mi sta più a cuore, era anche una delle prerogative di Sclavi in Dylan Dog quella di trasportare il tema cinematografico nel fumetto.
Qui Nolitta lo fa anche sfacciatamente (vedi il carillon) ma lo sa dosare benissimo.

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  • 3 mesi dopo...

Probabilmente, la meno nolittiana tra le fatiche nolittiane. O meglio, la mano di Nolitta si percepisce abbastanza nitidamente anche stavolta, tuttavia anche a mio parere in questa storia Sergio Bonelli ha in una certa misura tentato di smussare il "suo" Tex, in modo tale da renderlo più simile a quello canonico creato dal padre Gianluigi. Insieme a Galep, dal canto suo autore di un'ottima prova ai disegni (specie nella caratterizzazione di El Muerto e dei suoi sgherri), a mio avviso Nolitta ha saputo sfornare una storia sì insolita, ma comunque di grande impatto nell'immaginario collettivo di tanti tra noi lettori di Tex.

 

Ottima, a mio avviso, la caratterizzazione sia grafica che caratteriale di Paco Ordoñez, alias El Muerto per via delle orrende cicatrici che deturpano il suo volto a seguito dell'incendio della baracca in cui viveva; cicatrici ben più profonde di quanto già appaiano in superficie, poiché alimentate dall'odio e dal rancore nei confronti di Tex che, anni addietro, aveva ucciso per legittima difesa i suoi due fratelli maggiori, rapinatori come lui, provocando involontariamente insieme ai due malviventi l'incendio della baracca stessa. El Muerto decide di perseguire la sua vendetta a colpi di pesanti provocazioni nei confronti di Tex, dapprima pestando a sangue coi suoi tirapiedi Tiger Jack e poi ferendo gravemente alla spalla Kit, al solo scopo di tentare di minare la proverbiale freddezza del Ranger e, forse, renderlo simile a lui per partire davvero alla pari. Di portata epica, secondo me, il duello tra i due presso la boot hill di Pueblo Feliz, il luogo (una ghost town, ormai) dove tutto era cominciato anni prima: una tomba già scavata da El Muerto per Tex, il racconto di come egli era scampato alla morte a mo' di convenevoli, il suono del carillon a sancire l'inizio del duello, la fronte imperlata di sudore del bandito a fronte del solito sguardo concentrato ed impassibile, quasi scolpito nella roccia, di Tex. Una sequenza da pelle d'oca, senza dubbio il duello della lunga saga texiana che più di tutti merita di essere ricordato, il cui esito tutti conosciamo: forse tradito dall'emozione e dall'odio per colui che - dal suo punto di vista - gli ha rovinato l'esistenza, El Muerto ferisce di striscio al braccio Tex, che invece dal canto suo colpisce all'addome l'avversario, il quale per una tragica ironia della sorte cade nella stessa fossa che aveva scavato prima per il Ranger, e viene poi finito con un altro colpo. Una fine che sa quasi di contrappasso dantesco per un avversario duro e spietato, che però a modo suo si dimostra leale fino all'ultimo.

 

Lo stesso non può certo dirsi per gli sgherri che lo accompagnano per buona parte della vicenda, le cui gesta dal punto di vista narrativo coincidono con le inconfondibili firme nolittiane della storia. In primis, allorquando i quattro balordi pestano senza pietà un Tiger Jack insolitamente poco reattivo, in secundis in occasione dell'agguato ai danni di Kit, anch'egli troppo poco sul chi vive tanto da incassare un paio di cazzotti (va detto, però, che prima di essere colpito da El Muerto si rifà abbondantemente sbatacchiando con ritrovata nonchalance i quattro). Sublimazione della nolittianità è, però, senza alcun dubbio, il fallito agguato che i quattro balordi, in barba alle direttive ed ai desideri dell'ex capo/datore di lavoro, decidono di tendere ai danni di Tex, in cui egli, in verità assai ingenuamente, di fatto cade come un allocco lasciandosi sorprendere alle spalle da uno degli avversari. Sorpreso e, soprattutto, rimasto senza munizioni, il Nostro sembra ormai condannato, non fosse per la provvidenziale apparizione di un Tiger Jack che, imbestialito come non mai per il pestaggio subìto giorni prima, piomba addosso al bandito e lo accoltella senza pietà, ed ancor più spietatamente (al netto di tanti colpi di colt sprecati, ed in effetti da ciò si dedurrebbe come mai la usa così di rado :lol:) uccide il rinnegato navajo Faccia Tagliata.

 

Prima di concludere, è mia premura soffermarmi anche sulla parte centrale della storia, quella del primo incontro tra Tex ed El Muerto presso la cittadina di Sunsetville, anch'essa per quanto mi riguarda foriera di grande pathos. Qui, richiamato dagli spari e dalle grida di aiuto che ode provenire dalla main street, Tex si precipita dinanzi al saloon per assistere agli ultimi palpiti di vita dello sceriffo Larkham, cui El Muerto aveva appena sparato a sangue freddo; risoluto a farla pagare agli assassini dell'amico, Tex decide di entrare nel saloon nonostante gli ammonimenti dei cittadini, asserendo che "in ogni caso, è sempre meglio morire da uomini che vivere come un branco di pecore". Le canaglie riescono a fuggire prendendo in ostaggio il barman, il quale rintracciato poi da Tex dopo essere stato lasciato libero come promesso da El Muerto. Lo stesso barman, nel vedere Tex dirigersi a spron battuto in direzione di Pueblo Feliz, commenta dipingendo il Ranger come un tipo "di quelli che, dopo averli fatti, il Padreterno ha buttato via lo stampo" :cowboy:.

Modificato da juanraza85
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