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TWF - Tex Willer Forum

[456/457] Al Di Sopra Della Legge


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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Voto alla storia  

36 utenti hanno votato

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

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Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Victor De La Fuente

Periodicità mensile: Ottobre e Novembre 1998


San Francisco. Una misteriosa organizzazione si è arrogata il compito di ripulire la città, dietro lauti compensi, da tutti quei delinquenti che, essendo sfuggiti alla giustizia ordinaria, continuano ad ammorbare l'esistenza delle loro vittime.

 

 

© Sergio Bonelli Editore

 

 

 

 

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Una storia, a mio parere, poco sviluppata. Nizzi mette "su carta" delle grandi idee e dei cattivi davvero di prim'ordine, tuttavia, amio parere, non riesce a sfutarla appieno. Tex e Carson appaiono un po' più "appannati" del solito, le loro mosse si rivelano troppo spesso dei "buchi nell'acqua" e perdipiù si cacciano in una trappola in maniera troppo "leggera" per due volpi di vecchio pelo come loro. Il Finale della storia, fa molto Agente 007 : Thunderball - Operazione tuono - in particolare per la presenza dei pescicane. Il capo della setta, il fantomatico Smirnoff, è a mio parere poco caratterizzato e la sua fine la definirei quasi banale. Una storia con grandi potenzialità ma tutte mal sfruttate; ad aggravare il tutto un disegnatore che proprio non riesco a farmi piacere : Victor de la Fuente. Voto : 5

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Non concordo col giudizio di Ale, o almeno in parte. Vero quanto ha detto a proposito di Smirnoff: è poco caratterizzato e muore banalmente. Ma il resto è ok. Disegni stupendi, come sempre, trattandosi di De La Fuente. Non trovate anche voi che la segretaria dell'avvocato esprima proprio quanto pensa?Come Tex e Carson vengono catturati, invece, lo trovo un buon metodo, una bella trovata. Una trappola così semplice che non hanno preso in considerazione. Sono indeciso tra un discreto (7-4.5) ed un buono (8-5), ma la qualità dei disegni e la stupenda seconda copertina mi spingono verso l'alto: buono!

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  • 9 mesi dopo...

"Al di sopra della legge" fa parte delle storie texiane di ispirazione più marcatamente "gialla", probabilmente anche per via dell'ambientazione in una grande città non ( più ) appartenente al selvaggio West, San Francisco; il capitano Tom Devlin mette inoltre nelle mani di Tex e Carson un vero e proprio "caso", già inquadrato nei suoi caratteri fondamentali

(bench? sia completamente all'oscuro dell'identit? dei colpevoli di una fitta serie di omicidi, il comandante della polizia della metropoli californiana ha comunque capito che si tratta di alcuni "giustizieri", i quali uccidono persone che la legge non è riuscita a punire)
. Tutto ciò ( e alcuni elementi minori, come la volont? di Tex di ottenere confessioni scritte rilasciate in debita forma ;) ) ha portato alcuni critici ( tra cui l'autore della recensione che Ubc ha dedicato alla storia ) a paragonare Tex e Carson ad una affiatata coppia di "sbirri", facendone rispettivamente un Nick Raider ed un Marvin con la Colt e lo Stetson. Il paragone non è infondato; tuttavia non si deve dimenticare che i due ranger sono stati chiamati in California proprio perchè, a differenza della polizia , possono usare metodi "non ortodossi". Ad ogni modo, come accade anche in altre storie di Nizzi dello stesso periodo ( "Scorta armata", "Oppio!" "La pietra di Akbar" ecc. ), la parte iniziale della vicenda ( fino alla prima striscia di pag. 28 del n. 456 ), vede campeggiare gli avversari dei nostri eroi, che vengono mostrati in tutta la loro pericolosit? e mettendo efficacemente in evidenza i ( dichiarati ) "motivi etici" per i loro omicidi. Nizzi si dimostra piuttosto bravo nel delineare l'ambiente e i personaggi, ma finisce con ciò per complicarsi involontariamente la vita: mentre Tex, Carson e Tom Devlin non hanno la minima idea di coloro che devono fronteggiare, il lettore li conosce invece benissimo, cosa che attenua non poco l'interesse della trama sul piano giallistico. Con l'entrata in scena dei nostri eroi, la vicenda inizia a snodarsi in maniera molto lineare, ma non priva n° di azione n° di tensione, seguendo un archetipo narrativo già sperimentato da GLB ne "Lo sceriffo di Durango": i due ranger riescono sempre a individuare una pedina che li potrebbe condurre al "grande capo", ma questi ( o, più spesso, i suoi sottoposti ) riesce sempre a metterla in condizione di non nuocere ( lasciando però quasi sempre, fino allo scontro finale
preparato e voluto dallo stesso "grande cattivo" Smirnoff, desideroso di liquidare i nostri eroi che hanno distrutto la sua organizzazione
una nuova traccia, che permette alla vicenda di andare avanti, finch? non si arriva ad una specie di "pareggio": i due ranger hanno progressivamente distrutto la gang nemica, ma non hanno più a disposizione il minimo indizio per arrivare al suo capo ). Nel finale il principale "cattivo" è sul punto di eliminare Tex e Carson, grazie ad una trovata semplice ma brillante
( invita i due ranger a cena in un ristorante cinese, dicendo loro che è a conoscenza dell'identit? del capo dei "giustizieri"[ qui vi è forse anche un ammicco alle "Baccanti" di Euripide, in cui Dioniso attira in trappola il suo nemico Penteo, presentandoglisi come uno che sa tutto di Dioniso ], e qui fa servire loro cibo drogato, gettando la maschera proprio quando Tex incomincia a cascare dal sonno )
; viene però tradito dalla sua volont? di spiegare e giustificare i crimini commessi, che consente a Tex di raddrizzare la situazione [ un po' alla James Bond, come ha detto il Colonnello] in maniera inizialmente spettacolare, ma poi, come è stato detto, un po' banale ). Malgrado tutta l'eloquenza dimostrata nella parte iniziale e in quella finale della storia, il principale antagonista di Tex ( che pure mostra buone capacità strategiche
non solo il tranello finale, ma anche la trappola in cui cadono Tex e Carson in casa della vedova Harding è IMHO bene architettata, perchè, come sottolinea lo stesso Tex, dopo tutti gli omicidi) verificatisi, pare verosimile che la donna tema di finire vittima degli stessi "giustizieri" e si affidi alla protezione dei rangers, che a loro volta non possono non trovare logico un comportamento del genere
e di iniziativa personale ) non pare nemmeno a me troppo convincente sul piano psicologico:il lettore non riesce a capire se agisce davvero per sete di giustizia, oppure ( come alcune frasi che pronuncia potrebbero far sospettare ) per dare sfogo alle sue manie di grandezza e alla sua sete di vendetta. Forse Nizzi temeva che i lettori avrebbero potuto simpatizzare per lui, se si fosse rivelato un criminale idealista; farne un semplice paranoico, però, avrebbe rischiato di rendere la vicenda troppo piatta e banale; il risultato finisce comunque per essere piuttosto fiacco. Tom Devlin, pur rimanendo per buona parte della storia nelle retrovie, ha comunque il suo "momento di gloria", mentre i numerosi personaggi minori sono sbozzati in maniera piacevole e contribuiscono a delineare in maniera apprezzabile l'ambiente in cui si svolge la vicenda. I disegni di De La Fuente sono pure molto apprezzabili nella resa dei personaggi minori; più altalenante mi pare invece la resa di Tex ( per alcuni volti del quale, come è noto, è intervenuto Monti ) e di Carson, talvolta alquanto sgraziato con quei capelli perpetuamente in disordine. In sintesi, a mio parere:soggetto 7 +sceneggiatura 7 -disegni 7 + Modificato da Pedro Galindez
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  • 1 mese dopo...

Ho riletto oggi questa storia, il cui interesse sta, dal mio punto di vista, nello stile "giallo" e nell'idea dell'organizzazione di giustizieri. Da una certa angolazione mi ha ricordato un po' Dieci piccoli indiani di Agatha Christie (solo per il fatto che le vittime sono sfuggite alla giustizia regolare a causa di vari cavilli). A parte questo mi è parsa un'avventura molto movimentata, ma ho avuto l'impressione che i due rangers si siano fatti guidare dalle circostanze più che prendere l'iniziativa. La facilit? poi con la quale

Tex cade prima nel tranello del biglietto scritto dalla vedova Harding (e sapeva che proprio per un falso biglietto Harding era morto), poi dell'invito a cena dello sconosciuto - anche se in questo caso è più comprensibile
mi sembra un ottimo bersaglio per un campione di tiro al piccione come Wasted. :colt::D La fine un po' deludente:
non c'è lotta se non con gli squali, in astuzia e velocit?, e il cattivone capo viene fatto fuori praticamente per caso
Voto 6
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  • 4 settimane dopo...

Al di sopra della legge è la prima storia che ho letto di tex all'età di nove anni. La trama, com'? gia stato detto, ci presenta un tex molto investigativo, da noir... Ritengo che i personaggi siano molto ben costruiti e con obiettivi ben precisi che fino all'ultimo tentano di portare a termine. Credo che i disegni di De La Fuente siano veramente bellissimi (forse a mio avviso superiori a quelli del Texone) e le caratterizzazioni dei personaggi (specialmente quella di Carson) siano molt azzeccate... Inoltre la copertina è davvero stupenda!!... Voti complessivi:Storia 7,5Disegni 8,5Copertina 10

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  • 1 mese dopo...

Non ho ancora avuto modo di legger questa storia, ma lasciatemi dire che la copertina del 457 è qualcosa di F-E-N-O-M-E-N-A-L-E! Il tratto, l'uso dei colori, le chine ben delineate. Atmosfera più onirica che epica. Una della migliori di Villa!

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  • 1 anno dopo...

Strana avventura californiana per Tex e Carson, che, per certi versi, agiscono contro sè stessi. Avversario, un'agenzia privata di vendicatori, il cui fine è la vittoria della Giustizia sulla Legge e il cui agire gratuito. Non è forse l'etica di Tex? Cosa differenzia Tex dall'antagonista? Forse l'agire con astuzia ma non con inganno, ma non cambia la sostanza. Nizzi non trova una soluzione all'interrogativo e rovina il finale con una soluzione da 007, con Smirnoff che ricorda fisicamente Donald Pleasence in 'You Only Live Twice' : conclusione spettacolare, forse, ma di poca sostanza. La sceneggiatura è puro poliziesco e il paragone di cui parla Pedro con Nick Raider sembra decisamente fondato; il che, francamente, non mi disturba affatto, pensando a quanto fossero gialle molte avventure degli albori ( 'La Morte Aspetta Nel Buio' e 'La Voce Misteriosa' , o anche 'Il Coyote Nero' , ad esempio). Discreti i disegni di De La Fuente, ingiustamente corretto da Monti, ma comunque a suo agio più nei deserti dell' Arizona che nelle nebbie di San Francisco.

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  • 1 anno dopo...

Storia molto bella inizialmente, interessante la matrice sociologica della setta di giustizieri, pero' mano a mano che la storia va' avanti perde di mordente sino ad arrivare ad un finale veramente inqualificabile peccato..... molto belli i disegni mi piace molto questo disegnatore!!!

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  • 4 mesi dopo...

Molto belle le due copertine di Villa, come pure piuttosto interessante la prima parte. Dalla seconda, tanto per cambiare, inizia il declino per varie ragioni:1) Tex che si fa sfuggire tutti i killers; questa proprio non mi va già, non sopporto quando Tex non riesce a sistemare qualcuno2) le trappole in cui cadono Tex e Carson sono per me trappole per gonzi, specie la prima. I due ricevono il falso biglietto della signora: anche ammesso di andare alla villa, non si potrebbe essere un po' più sospettosi come suggerisce Carson (anche Tom Devlin sospetta qualcosa e per questo risolve la situazione). La seconda trappola funziona perchè Tex e Carson sono così ansiosi di seguire una traccia che ascoltano il primo sconosciuto che gli si para davanti. Intreccio molo interessante all'inizio e che poi si perde. Un gran peccato. :( Gli do sei e mezzo.

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  • 1 mese dopo...
  • 4 settimane dopo...

L'intreccio non sarà nulla di eccelso, ma personalmente è una storia che rileggo sempre con grande piacere. Trovo sia molto ben caratterizzata l'ambiguit? di fondo del capo dei "Giustizieri", Smirnoff, e della setta in generale. Allo stesso modo, mi è piaciuto l'insolito scarso ricorso di Tex all'uso delle armi (ritengo infatti che ogni tanto vedere Tex e Carson lavorare più di rimessa e di cervello invece di attacco e colpi di colt sia una variante interessante), al contrario trovo che che si sarebbe potuta sviluppare diversamente la resa dei conti tra Tex e Smirnoff, a mio avviso troppo affrettata. Onde per cui, 8 alla sceneggiatura e 7 ai disegni di De La Fuente, che tra le altre cose invecchiano Carson di diversi anni

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  • 1 anno dopo...

Il soggetto è ottimo.. una organizzazione criminale che si propone di punire i colpevoli di atti moralmente riprovevoli ma non perseguibili legalmente. Eccellente il primo albo. Mi è piaciuta particolarmente l'introduzione con tutta la parte di Norman Templar e la prima comparsa di SmirnoffL'atmosfera cittadina che pervade la vicenda è stupenda, cosi' come il personaggio della vedova Harding. Nel secondo albo la storia declina e presenta una grave contraddizione che non sono mai riuscito a spiegarmi; come è possibile che Tex e Carson, brillanti investigatori per due terzi dell'intera vicenda, cadano come polli prima nella banale trappola del falso biglietto e poi, cosa secondo me molto più grave, nell'ancora più banale tranello di Smirnoff?Davvero volete farmi credere che per uccidere quei due tizzoni d'inferno basterebbe incontrarli in mezzo alla strada, portarli in un ristorante gestito da un amico con la scusa più ridicola del mondo ( io conosco l'identit? del capo dei giustizieri... ma i ranger non si insospettiscono?? Come fa questo mister X a saperla? Come fa a sapere che Tex e Carson indagano sui giustizieri?) e servire loro cibo drogato?Ma allora eliminare Tex è un gioco da ragazzi.. altro che El Muerto, Proteus, Mefisto, Boone e Waco Dolan... ci potrei riuscire anche io. Tex deve vincere non per l'occasione persa di Smirnoff che decide di non farlo affondare in mare al solo scopo di raccontargli la verità; Tex deve vincere perchè è Tex!Questa storia nel primo albo era bellissima e con un Nizzi molto ispirato, per me valeva sul 9, anche per gli ottimi disegni di De la Fuente... cosi' non posso andare oltre il 7. Soggetto: 8Sceneggiatura:6Disegni:8Voto finale alla storia: 7

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  • 1 anno dopo...
  • Sceriffi

Storia più che gradevole, questo giallo cittadino - genere che come sappiamo è decisamente nelle corde di Nizzi. Tutta la storia si basa su una lunga rincorsa di Tex e Carson alla misteriosa e sfuggente organizzazione di "giustizieri", con i nostri che sembrano rimanere sempre un passo indietro rispetto ai malavitosi: la lunga catena di omicidi dei possibili testimoni, che possano lasciare ai due pards una traccia per giungere al capo dell'organizzazione, è il vero leitmotiv dei due albi e crea anche nel lettore quel senso di frustrazione di fronte all'indagine che non riesce mai stringere tra le mani il bandolo della matassa. I due rangers riescono comunque nell'intento di sgominare l'intera organizzazione (o per meglio dire, costringono i membri dell'organizzazione ad autoeliminarsi a vicenda...), ma arrivati a un passo dal capo si trovano senza elementi per proseguire, e sarà proprio l'ambiguo Smirnoff ad andarli a cercare spinto dal desiderio di vendetta.

Qui devo dire di non concordare con molti dei pareri di chi mi ha preceduto, sia per quanto riguarda la "piccionaggine" di Tex nel cadere in due trappole consecutive - secondo me le trappole erano entrambe ben architettate - sia con chi dice che le motivazioni dell'antagonista Smirnoff rimangano non sufficientemente chiare - per me il personaggio è invece molto riuscito, un nemico coi fiocchi.

Peccato solo per il finale decisamente veloce, certamente dovuto alla necessità di chiudere la storia in due albi esatti: qui qualche pagina in più avrebbe sicuramente giovato alla conclusione.

I disegni di De La Fuente in questo caso non mi sono piaciuti, nonostante non siano malvagi: lo preferisco decisamente in atmosfere più western.

In conclusione, il mio voto alla storia è un sette pieno.

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  • 3 anni dopo...

Un soggetto ottimo che risente però di un vizio di fondo:nel primi albo,i "regolatori"vengono presentati come una setta di giustizieri che arrivano dove la legge non può arrivare,uccidendo solo chi "merita di morire" come dice Devlin a Tex...

In questo non si distinguerebbero da Tex, che ben prima che uomo di legge è uomo di giustizia...

Da vecchio volpone qual è, Nizzi si rende  però conto del rischio di calare Tex contro dei "puri giustizieri"e allora inizia a mischiare un po' le carte nel secondo albo, inserendo tutta una serie di personaggi loschi e ben poco "giusti" quali l avvocato e il proprietario del deposito di carrozze,trasformando gli adepti in spietati killer che agiscono  per denaro  e che non esitano  ad eliminare chiunque  possa in qualche  modo compromettere  la sicurezza della setta.lo stesso Smirnoff nel finale viene descritto come un uomo tormentato e reso folle dal suo desiderio di vendicatore "al di sopra della legge":ma questo stride con l'immagine del personaggio che era stata presentata nel primo albo .il risultato è insufficiente,a mio modesto parere: la storia infatti finisce per essere contraddittoria e trasforma una banda di Giustizieri in una comune banda di assassini.

  • +1 1
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Ottimo spunto, ma sviluppato malissimo. La sceneggiatura  é  molto  ripetitiva e alla fine, se gli assassini fossero stati dei killer qualsiasi, non sarebbe  cambiato niente. Bella pero la trappola  finale, e le scene  iniziali, ma il risultato è  appena sufficiente, grazie anche ai disegni di De La Fuente, che, a parte per i volti  di Tex e alcuni primi piani di Carson, se la cava benone.

Voto 6.

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  • co fondatore

Quando la lessi la prima volta il primo albo mi piacque (tranne che per i disegni). Il secondo fu uno dei primi casi di "scivolamento" nizziano, cioè ad una prima parte sufficiente seguiva una seconda bolsa. Cosa che dopo il 500 è diventata la regola.

 

(in séguito anche la prima parte delle storie divenne scarsa, ma questo è un altro discorso)

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Soggetto molto interessante e storia discreta, fino alla fine, quando i due pards si fanno fregare per ben due volte. Sembra un film thriller con omicidi in serie e l'eroe che arriva sempre con un attimo di ritardo. La soluzione finale non é infine dovuta all'ingegno di Tex e Carson, bensì alla precipitazione del capo dei cattivi, che ben avrebbe potuto restare tranquillo in attesa che si calmassero le acque.
I disegni non sono tra i miei preferiti.

Voto alla storia: 7

Voto ai disegni: 7

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  • 7 mesi dopo...

Nell’intento di trovare nuovi spunti e idee originali, Nizzi scelse un soggetto giallo molto particolare, interessante ma abbastanza contraddittorio. La setta di giustizieri che agisce in nome della reale giustizia e che si propone di “lavorare gratis” nei casi di clienti poco facoltosi, pur di garantire la giustizia dove la legge non arriva, così come ci viene posta nell’incipit, sembra quasi essere alleata dei nostri e non nemica. L’autore forzando la mano nelle prime pagine, descrivendo le caratteristiche dell’organizzazione dell’abile Smirnoff (che a me ricorda l’attore James Tolkan di Top Gun), rischia di tirarsi la zappa sui piedi e per giustificare il fatto che i nostri debbano fronteggiarla, cerca via via di trasformarla all’occhio del lettore come un’associazione criminale senza scrupoli, retta da un folle idealista spietato. Il tentativo riesce a metà e rimane l’impressione che il soggetto fosse poco adatto per la serie ammiraglia della Sergio Bonelli Editore. La storia si fa leggere volentieri, grazie anche a una sceneggiatura serrata e ben gestita per gran parte della durata dell’episodio. L’arrivo dei due pards a San Francisco, innesca un effetto domino travolgente che darà vita a una sanguinosa catena di delitti, orditi dalla setta per impedire che i rangers possano afferrare il bandolo dell’intricata matassa. Smirnoff e soci si rivelano degli avversari svegli e attenti, infatti Tex durante le indagini arriva sempre in ritardo e quasi pare di poter essere fatalmente battuto. In effetti Nizzi, lasciandosi prendere troppo la mano, giunge al punto di arenare l’attività investigativa dei nostri. Con l’eliminazione di Duggan, la setta sembra aver ormai, come logico, la vittoria in mano; l’autore conscio di essersi infilato in un vicolo cieco, cerca di rimediare con la forzata scelta del villain di attirare gli avversari in trappola per ottenere vendetta. Bah, visto tutto il casino fatto per non lasciare tracce alle spalle, prendere il toro con le corna era proprio ciò che uno scaltro leader avrebbe dovuto evitare, tuttavia bisognava uscire in qualche modo dalle sabbie mobili narrative. Trovo troppo banale la trappola in cui i due ranger cadono al ristorante e assurda (sebbene inevitabile a quel punto) la scena in cui Smirnoff sulla barca, non butta ai pesci i corpi immobilizzati e privi di sensi dei suoi nemici. Coreografico l’epilogo con la piscina con tanto di squali famelici, ma il modo in cui i due pards riescono a capovolgere la situazione, appare troppo rapido e semplicistico. Un finale non degno che compromette abbastanza una storia fin a quel punto accettabile, sebbene dal soggetto controverso. De La Fuente in qualche modo se la cava, nonostante l’ambientazione cittadina non rientri del tutto nelle sue corde. Molti primi piani di Tex vennero ritoccati in redazione da Monti, ma vedendo l’esito disastroso con cui venne rappresentato il “Vecchio cammello”, avrei fatto ritoccare pure i visi del nostro buon Carson. Curiosa svista grafica in cui incappa il disegnatore spagnolo, nel primo albo, durante l’inseguimento dei nostri al killer dell’investigatore privato: i due pard si calano dalla finestra del retro che dà nel vicolo in cui è scappato l’assassino, ma vedendo la vignetta doppia in cui viene rappresentato Carson durante l’operazione, deduciamo che quella finestra sia posta a svariati metri dal livello del suolo. Passi (e già ho i miei dubbi!) che Tex e Carson siano degli acrobati e riescano a calarsi di spalle aggrappandosi alla soglia come viene graficamente rappresentato, ma rimane il mistero di come diavolo riesca il killer a inforcare frontalmente la medesima finestra e atterrare senza sfracellarsi al suolo, con l’aggravante della ferita alla gamba procuratagli dal piombo di Tex. Il mio voto finale è 6

Modificato da Condor senza meta
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  • 1 anno dopo...

E' proprio vero che, rilette a distanza di anni, con uno spirito critico più affinato ed una conseguente diversa capacità di giudizio, vi siano storie che vengano rivalutare. E' il caso, appunto, di questa, che mi trovo oggi a rivalutare purtroppo in negativo.

 

L'idea alla base della sceneggiatura di Nizzi è interessante ed in un certo senso ambiziosa, tuttavia ad eccezione del capo - il contorto, astuto ed ambiguo Smirnoff, che persegue il proprio obiettivo per via di un trauma giovanile - non si comprende bene quali motivazioni potessero avere i suoi accoliti; per meglio dire, io dubito che fossero anche loro in egual misura desiderosi di vedere trionfare la loro cosiddetta "vera giustizia", ho piuttosto il sospetto che le forti somme versate da coloro che si rivolgevano alla setta fungessero da incentivo per garantire l'abnegazione di molti esecutori di ordini, specie quelli di più basso livello gerarchico (vedasi la voce, cui fa cenno Smirnoff medesimo, secondo cui un'organizzazione del genere aveva bisogno di cospicui finanziamenti). Altrimenti, non si spiegano tanto fanatismo e risolutezza da parte di gente come Larkey e Coxey. Ergo, va benissimo l'idea alla base della storia, quella di una setta che punisce chi, in un modo o nell'altro, la fa in barba all'autorità, ma Nizzi avrebbe potuto e dovuto svilupparla meglio, senza lasciare troppi sottintesi per strada.

 

La topica più grossa, non occorre quasi dirlo, è il finale della storia. Dapprima Tex e Carson, notoriamente "due gattacci di vecchio pelo", si lasciano avvicinare ed abbindolare da un perfetto sconosciuto (sempre Smirnoff) senza fiutare alcunché di strano come al loro solito, dopodiché vengono gettati dallo stesso capo dei giustizieri in una vasca collegata ad una insenatura tramite un'apertura sul fondo, dalla quale due squali entrano nella vasca SENZA CHE L'APERTURA VENGA CHIUSA (come, a rigor di logica, dovrebbe avvenire), e Tex dimostra una tale abilità nel nuotare da fiondarsi a ferire uno dei due animali, che si lascia ferire senza praticamente opporre resistenza (e che, vivendo nell'acqua, sicuramente a rigor di logica devono muoversi con maggiore disinvoltura di un uomo, per bravo che possa essere a nuotare). Un finale assurdo, che seppellisce definitivamente le velleità della vicenda. 

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  • 1 anno dopo...

Storia poliziesca alla Nick Raider poco riuscita. Primo albo sufficiente (pur con una trama non esaltante), e secondo albo che piano piano precipita nel disastro finale. Coincidenze improbabili (Devlin che casualmente incontra l’avvocato Duggan, visto in precedenza insieme alla vittima, il quale casualmente poco dopo perde il cappello con le inziali del proprio nome, indirizzando così i Nostri sulle sue tracce), figure barbine di Tex e Carson che prima si fanno infinocchiare da un biglietto-esca che persino Devlin aveva capito essere una trappola, poi si fanno narcotizzare da uno sconosciuto in modo ridicolo, senza mai sospettare nulla.

E in quest'ultimo caso viene in mente Diablero quando sostiene che Nizzi a volte sembra fare di tutto per ridicolizzare Tex e Carson: in questa scena Carson pensa solo a mangiare e a bere (alla Cico), e Tex, mentre Carson è caduto addormentato come un sasso sul tavolo e lui stesso sta barcollando vittima del sonnifero, ancora non capisce cosa sta succedendo e glielo deve spiegare Smirnoff che nella birra c'è un narcotico!

C’è da dire che i disegni di De La Fuente non aiutano, perché in questa scena i due pards hanno davvero le facce da tonti (vedere p. 94 e p. 99-100-101 del n. 457).

Ma non è finita, la conclusione nella vasca con lo squalo, che poteva risollevare un po' la storia, è davvero tirata via. Un finale inadeguato per una vicenda che era partita con un'idea interessante (un'organizzazione di giustizieri a pagamento a san Francisco) ma velleitaria.

 

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