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TWF - Tex Willer Forum

[135-137] Diablero!


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La morte di Mitla non è banale come sembra.

Non muore sconfitta e suicida come Satania (per esempio), ma fino all'ultimo pensa razionalmente come avere la meglio sugli avversari, con un estremo colpo di coda.

A tradirla è la fretta e la concitazione, l'aver lasciato la borsa prima di entrare nel sotterraneo, la disattenzione che l'ha fatta scivolare nella melma affollata di serpenti.

Si è rivelata un grande avversario anche se non si è mai scontrata direttamente con Tex e lui stesso non può vantarsi di averla sconfitta.

Storie eccezionali queste, vere bombe, come dici tu.

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<span style="color:red;">37 minuti fa</span>, navajo warrior dice:

La morte di Mitla non è banale come sembra.

Non muore sconfitta e suicida come Satania (per esempio), ma fino all'ultimo pensa razionalmente come avere la meglio sugli avversari, con un estremo colpo di coda.

A tradirla è la fretta e la concitazione, l'aver lasciato la borsa prima di entrare nel sotterraneo, la disattenzione che l'ha fatta scivolare nella melma affollata di serpenti.

Esattamente . Personalmente anche se si tratta di un colpo di scena imprevedibile avrei preferito che desse del filo da torcere ai nostri eroi fino all'ultimo , preparando magari delle trappole dentro alla rovina del tempio di Esmeralda che mi è parsa un'ambientazione bellissima . Poco male dai 😉

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Pur non ritenendo questa storia un capolavoro, è indubbio che si tratti di un'avventura indimenticabile, per la presenza della bellissima Mitla e del mistero che muore con essa. La prima parte è un bellissimo horror: la sagoma di una bellissima donna che si staglia nella luce della luna, occhi malvagi che si celano nell'ombra, lugubri ululati. Timore della notte che si avvicina, cavalli che nitriscono nell'oscurità, e sempre quell'incessante presenza sonora che riempie la notte del suo urlo ferino.

 

Causa di quel lugubre mistero è un'entità dalle sembianze angeliche: occhi e capelli corvini, incarnato meraviglioso, sguardo seducente e fiero: è Mitla, una delle creature più affascinanti del vecchio GLB, dalla bellezza altera e dagli arcani poteri. Chi è Mitla? All'apparenza una giovane e bellissima ragazza, in realtà una donna dai poteri misteriosi, che riesce a dominare sui lupi e i pipistrelli, a evocare illusioni come il vecchio Mefisto e a tramutare il fratello, grazie ai semi del fiore nero, in una terrificante creatura oscura e votata al male, avida delle vite degli uomini. I suoi poteri sono notturni e si riducono con la luce del giorno, come nella classica tradizione di vampiri e altre creature delle tenebre.

 

C'è una ragione per cui sono nella sierra dell'hueso: Mitla vuole fare degli esperimenti con la "yerba del Diablo" che evidentemente si trova solo lì. Inoltre, suo fratello il Diablero deve mietere vite umane. Non sappiamo a che scopo, ma sappiamo che deve farlo. Quando Guaimas attacca gli apaches, Mitla, con i pugni serrati sul seno, in preda a un parossismo di rabbia, urla "Uccidi, Guaimas! Uccidi!"   e davvero si stenta a capirne le motivazioni che non risiedano nella pura e semplice brama di uccidere, nel desiderio perverso di mietere vite umane di cui è preda un'anima nera celata dietro un angelico viso.

 

Prima della sua ultima notte, l'impressione è che la ragazza, oltre che lupi e pipistrelli, possa dominare con la mente anche i serpenti: certo, nel tempio è sempre attenta a non scivolare, ma la distanza dai rettili non sembra tale da impedire un morso dei fatali animali: se questo non accade, è per una forma di "rispetto" che questi hanno verso la donna, sicuramente indotto dai poteri della mente di Mitla. Se l'ultima notte, al contrario, accade l'irreparabile, non è solo perché la ragazza scivola e inavvertitamente schiaccia il serpente: a mio parere, a condannarla è lo stato di concitazione in cui essa si trova: suo fratello è morto, e per la prima volta Mitla è costretta a fronteggiare uomini che le sanno tener testa, che non cedono alle sue illusioni e continuano imperterriti a braccarla. Non è la caduta a causare la rovina della donna, ma la sua mente alterata che, in condizioni di soggezione, non riesce a dominare come dovrebbe gli elementi animali attorno a sé. La sua cattiva magia, che le aveva sempre consentito di signoreggiare sulle forze della natura, si indebolisce a causa di uno stato emotivo provocato dalla presenza insolita di quegli avversari inarrestabili. Non è una fatalità a provocare la morte di Mitla: chi uccide la ragazza è la presenza di Tex e pards, la loro caparbietà, la loro terribile tenacia. 

 

E vederla morire, nonostante tutto, fa male al cuore, perché anche noi lettori, avvinti dal suo fascino e dal fascino del male, avremmo sperato nella salvezza di uno dei più bei personaggi sì di Bonelli, ma anche del gigantesco Letteri di questa storia.       

 

Modificato da Leo
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  • 1 mese dopo...

Allora...Per me ci sono un paio di certezze su questa storia. In primis l'atmosfera che GLB crea con la sua sceneggiatura e i tratto calzante di Letteri.

Poi il personaggio di Mitla è raro ed interessante. Un po' Mefisto, ma con una cattiveria genuina. Senza fine di lucro i suoi comportamenti. È cattiva, misteriosa ed affascinante. Purtroppo ho un po' di difficoltà con le vecchie storie, quindi non le riesco sempre ad apprezzare. GLB scriveva molto e non sono abituato, quindi mi pesa ogni tanto. Credo se un Boss(o un Nizzi) avesse scritto una storia così avrebbe ricevuto molte più critiche di GLB. Ma forse è solo un pensiero malizioso.

Non capolavoro per me però buona storia sicuramente.

GLB ha creato Tex e quindi è un mito. Purtroppo io sono più affine con altri autori. Stesso discorso per Galep o Letteri. Sono più per i Civitelli, i Villa, i Marcello.

Sono gusti però certe storie non le puoi dimenticare e il tempo è galantuomo.

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  • 7 mesi dopo...

Mitla...Guaimas...Mangos...Morisco&Eusebio...

Personaggi indimenticabili per una storia indimenticabile.

"Diablero" è un avvicendarsi di situazioni coinvolgenti e sconvolgenti, in un crescendo di tensione narrativa in cui GLB, ancora una volta, dimostra di essere maestro.

La suspense è palpabile, l'arrivo della temutissima notte prelude sempre agli efferati crimini del mostro.

Ricordo (non molto nitidamente ma quanto basta) che una prima lettura di tanti anni fa mi inquietò alquanto.

Quando non c'è spiegazione per un mistero allora rimani disorientato e la paura non svanisce.

Perché il diablero uccide?

Perché tutto questo odio e questa malvagità?

Come "Gli uccelli" di Hitchcock: perché improvvisamente attaccano l'uomo?

Non lo sappiamo e non lo sapremo mai.

Non c'è spiegazione.

Esattamente come dice Mangos ad un alquanto ingenuo e un pò ottuso Morisco:

"Un vero peccato non averlo potuto prendere vivo"

"A che sarebbe servito?"

"Avrei cercato di parlargli, per capire cosa lo spingeva ad agire in quel modo"

"Un diablero è un diablero e basta. Nascono già così, con la mente piena di cattive cose e il cuore malvagio!"

Letteri (come sempre) perfetto! Non occorre aggiungere altro.

  • +1 1
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<span style="color:red">17 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Ricordo (non molto nitidamente ma quanto basta) che una prima lettura di tanti anni fa mi inquietò alquanto.

Quando non c'è spiegazione per un mistero allora rimani disorientato e la paura non svanisce.

Perché il diablero uccide?

Perché tutto questo odio e questa malvagità?

Come "Gli uccelli" di Hitchcock: perché improvvisamente attaccano l'uomo?

Non lo sappiamo e non lo sapremo mai.

Non c'è spiegazione.

Esattamente come dice Mangos ad un alquanto ingenuo e un pò ottuso Morisco:

"Un vero peccato non averlo potuto prendere vivo"

"A che sarebbe servito?"

"Avrei cercato di parlargli, per capire cosa lo spingeva ad agire in quel modo"

"Un diablero è un diablero e basta. Nascono già così, con la mente piena di cattive cose e il cuore malvagio!"

 

Esatto, Juan Ortega. Hai colto tutto ciò che mi fa adorare GLB; che poi alla fine è il motivo per cui coloro che non riescono a capire la sua grandezza dicono che è un autore più semplice... :rolleyes:

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<span style="color:red">22 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Mitla...Guaimas...Mangos...Morisco&Eusebio...

Personaggi indimenticabili per una storia indimenticabile.

"Diablero" è un avvicendarsi di situazioni coinvolgenti e sconvolgenti, in un crescendo di tensione narrativa in cui GLB, ancora una volta, dimostra di essere maestro.

La suspense è palpabile, l'arrivo della temutissima notte prelude sempre agli efferati crimini del mostro.

E' così. E aggiungerei che quello che rende memorabili le grandi storie, oltre alla trama, ai personaggi e ai dialoghi, sono anche le singole sequenze, e in "Diablero" ce ne sono tantissime, che ti rimangono impresse nel ricordo anche dopo anni e anni che non le rileggi.

Quella iniziale, con i due ragazzi apaches che vedono l'apparizione della bellissima ragazza nel plenilunio e la inseguono ignari del mostruoso Diablero che li aspetta dietro i cactus. L'ombra del Diablero che si staglia contro la parete della grotta dove si è nascosto l'altro apache. La fascinosa Mitla che ascolta la lucertola che le si arrampica sul braccio e le parla all'orecchio. I sotterranei dell'antico tempio dove la Diablera si aggira per prendere i funghi magici e dove morirà. La trasformazione, tra le urla bestiali, del Diablero. Il mostro che di ramo in ramo insegue, insieme al branco di lupi, El Morisco ed Eusebio. Mitla che lo incita ad uccidere. Il Diablero che solleva Eusebio e sta per scaraventarlo contro El Morisco mentre Tex gli urla di buttarsi a terra. Ecc. ecc.

Basta sfogliare velocemente i due albi per rendersi conto di quante sequenze eccezionali si susseguono una dopo l'altra (grazie soprattutto ai meravigliosi disegni di Letteri), e quanta fantasia metteva GL Bonelli nelle sue avventure.

 

Non è così scontato, ci sono storie - magari anche discrete, anche buone - che le leggi e dopo qualche settimana non ti rimane in mente quasi nessuna immagine, forse qualche dialogo riuscito, qualche volto, qualche paesaggio ben disegnato, ma poco altro.

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  • 8 mesi dopo...

Non avevo ancora letto questo caposaldo del genere fantastico/orrorifico by GBL ed avendolo recuperato posso ora confermare le ottime recensioni di cui questa storia generalmente gode. Tutta la parte iniziale che segue le vicessitudini dei giovani apache è perfetta nel creare un'atmosfera misteriosa e disturbante, terrificante in particolare la notte passata nella grotta da uno dei ragazzi, sotto costante minaccia di ombre misteriose e spiriti malvagi. Ed una volta che il nemico viene svelato e il mistero lascia il posto all'azione, è la presenza della bella Diablera a reggere la storia: davvero un personaggio che pur nella sua semplicità rimane credibile e non diventa una macchietta, sprigionando tutto il suo odio e tutta la sua deteminazione nel perseguire i propri diabolici scopi. Grande merito a Letteri che contribuisce a rendere memorabile questa figura. Come da altri già ben evidenziato seppur la chiosa finale tra sciamano apache ed El Morisco (di fatto poco incisivo) non chiarisca i misteri legati alla figura del Diablero, la costruzione di tutta la vicenda fa si che si temini comunque la lettura soddifatti, senza la sensazione che manchi qualcosa, ma semplicemente consapevoli di avere vinto il male, e tanto basta.  Impressionanti anche la lucidità e la razionalità che caratterizzano i pards per tutto l'arco dell'avventura: ogni volta che sono in scena i notri si mostrano pronti e reattivi nel fronteggiare pericoli e agguati (un brindisi alla buon'anima del capitano Walson), sempre implacabili nel superare qualsiasi ostacolo e nel proseguimento della loro caccia.

Trovo qui che emerga prepotentemente  un aspetto caratteristico di varie storie di GLB (e pure tante devo ancora recuperarne di questo autore): la mano del destino (cit) del fato, di una qualche forza superiore che incombe sul malvagio di turno e ne determina la fine, con Tex ed i pards a mettere in moto una sorte in fondo già scritta, ingranaggi di un qualcosa più grande anche di loro.

Pur essendo tra quei lettori post GLB, più in sintonia cioè con lo stile di autori successivi al creatore di Tex, penso che rileggerò volentieri questa avventura, seguendo nuovamene con il fiato sospeso i passi di Mitla sui gradini scivolosi di un vecchio sottorraneo nella sierra del Hueso...

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  • 1 anno dopo...

Provare a dare una motivazione al male più puro?

A volte può risultare operazione impossibile e infatti in questo classico senza tempo Gian Luigi Bonelli non ci prova nemmeno, preferendo trascinare il lettore in una storia dall’atmosfera fantastica dove la tensione si auto-alimenta e l’orrore si colora dei bagliori rossastri della luna comanche.

In queste notti temute dagli indiani apache della Sierra dell’Hueso a dominare sono le creature fameliche guidate dalla mefistofelica Mitla, una bellezza eterea e sfuggente che sembra non avere passato né futuro, forse partorita dal deserto stesso o meglio ancora dagli abissi più profondi dell’inferno, Mitla e suo fratello Guaimas trovano rifugio nel vecchio tempio in rovina della principessa Esmeralda, e da lì lanciano le loro scorribande di caccia selvaggia, non prima però di aver compiuto riti stregoneschi a base di misteriosi funghi e fiori neri.

Nel finale il buon Morisco si rammarica per non essere riuscito a svelare i misteri dei due Diableros ma il più saggio Mangus gli rivela che nessun mistero andava svelato, nessuna rivelazione li attendeva “ Un Diablero è un Diablero e basta. Nascono già così, con la mente piena di cattive cose e il cuore malvagio!”

E anche lo stesso lettore, che fino a quel momento si era fatto più di una domanda cercando un movente alle azioni criminali di Mitla e al suo odio primitivo verso gli indiani si rende finalmente conto che non esiste spiegazione razionale, e che in fondo è giusto così perché il punto di forza di questa storia non va cercato nelle motivazioni degli antagonisti ma nel fascino delle atmosfere dominate dalla tensione e dalla paura.

Tutto questo ci appare chiaramente già dal lungo incipit con il primo attacco dei Diableros, Mitla che come un fantasma si muove nel deserto della Sierra evocando la morte imminente e implacabile, l’indiano che si rifugia nella grotta braccato dai lupi e da ombre muta-forma, il fuoco come unica speranza di salvezza contro la follia incombente, e poi ancora El Morisco e il fido Eusebio inseguiti da un orda di lupi famelici e da una creatura inarrestabile e non più umana, fino ad arrivare ad un assalto finale di brutale violenza dove solo l’intervento risolutivo di Tex e dei suoi pards pone fine all’orrore.

 

E dopo un susseguirsi di situazioni emozionanti e ricche di azione GL Bonelli cala il sipario lasciando la sua malefica regina della notte vinta dal caso e da un destino beffardo, una soluzione narrativa forse di “comodo” che tuttavia chiude più che degnamente una storia molto bella, un racconto che si rilegge sempre con grande piacere e che nonostante il passare degli anni mantiene intatto il suo fascino.

Terza storia con protagonista il mitico brujo El Morisco (uno dei miei personaggi preferiti), alle matite ancora un bravissimo Letteri (creatore grafico del personaggio) perfettamente a suo agio in questo tipo di ambientazioni e atmosfere, come del resto aveva già dimostrato nelle precedenti avventure Il tesoro del tempio (a cui questa avventura si ricollega) ed El Morisco, al tempo quando le tematiche viravano sul fantastico/horror il disegnatore romano era una sicurezza assoluta tenendo tranquillamente il passo del fuoriclasse Galep.

Storia: 8+ Disegni 8

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  • 1 mese dopo...
12 hours ago, O Encapuzado said:

Avete letto "The Queen of the Wild Dog Pack" di Carl Barks del 1966?
Ho trovato molte somiglianze con la storia di Mitla...
 

 

Mah...  io quella storia ce l'ho, e davvero mi sembra che non abbiano nulla in comune.

 

1) La trama è totalmente diversa (a Zio Paperone rubano pecore, lui e i nipoti cercano il ladro, per trovarlo indossano pelli di pecore)

2) Il personaggio è totalmente diverso (è una specie di Mowgli allevata dai dingo australiani, non ha nessun potere, non c'è magia e non usa l'intelligenza (viene catturata molto facilmente perchè attirata da una radiolina da cui esce musica pop)

 

Mi sembra piuttosto che la scelta delle immagini tenda a voler suggerire un associazione inesistente, basata solo sul fatto che "ci sono delle immagini dove alza le braccia"

 

Per chi volesse verificare di persona, queste solo le pubblicazioni italiane:

  • Topolino 565 (1966)
  • Albi della rosa / Albi di Topolino 1019 - Paperino e la regina dei dinghi (1974)
  • Cartonatoni Disney 7 - Noi, Qui Quo Qua (1978)
  • Complete Carl Barks 31 (1980)
  • Paperino di Barks collezione ANAF 58 (1983)
  • I Classici di Walt Disney (seconda serie) 110 - Fantastico '86 (1986)
  • Zio Paperone 26 (1991)
  • I Grandi Classici Disney 163 (2000)
  • I Grandi Classici Disney 246 (2007)
  • La grande dinastia dei paperi 31 - 1966 - Zio Paperone - Tutto per la concessione (2008)
  • Raccolta Zio Paperone 7
  • Uack! 21 (2015)

 

 

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Ciao Diablero,

Hai raggione. Le storie non sono esatamente uguali. E Bonelli non avrebbe mai osato copiarle. Forse serebbe stato soltanto inspirazione mescolando vari elementi.
Nella storia di Tex ci sono due personaggi: Mitla e Guaimas, mentre in quella di Barks, la Mowgli fa tutte e due?

Comunque un peccato che Mitla sia stata eliminata gia in quella storia (del resto come Esmeralda e Mah-Shai): avevano enorme potenziale per ritornare ad altre avventure...
 

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, O Encapuzado dice:

Comunque un peccato che Mitla sia stata eliminata gia in quella storia (del resto come Esmeralda e Mah-Shai): avevano enorme potenziale per ritornare ad altre avventure...
 

 

Dissento almeno per due terzi.:lol:

Io non ho preclusioni nei confronti dei ritorni ma devono avere un loro senso e per quanto mi riguarda sia Mah Shai che Esmeralda hanno esaurito ogni potenzialità. Mitla è tutto un altro discorso invece. 

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5 hours ago, O Encapuzado said:

Nella storia di Tex ci sono due personaggi: Mitla e Guaimas, mentre in quella di Barks, la Mowgli fa tutte e due?

Direi "nessuno dei due."

 

Non è una delle storie migliori di Barks, anzi credo che sia una di quelle in fondo alla graduatoria, erano gli ultimi sgoccioli prima della meritata pensione e l'idea non è per nulla originale (nei fumetti ci sono centinaia di "tarzanidi", buoni o cattivi, allevati dagli animali, persino la Bonelli ne ha pubblicato uno, Akim...). Anche per questo credo sia stata ristampata così poche volte (guarda l'elenco: a parte le raccolte integrali di Barks dove ovviamente è presente e la prima pubblicazione su Topolino, è stata ristampata solo cinque volte in 60 anni: pochissimo per una storia di Barks)

 

L'idea alla base della storia di Barks è la "musica moderna". Sin dall'inizio della storia i nipotini non fanno che ascoltare "Tweedy Teentwirp, The Terrific Tunesmith from String Box-on-the-thames" (in italiano, Tweedy Teentwirp che canta dalle rive del Tamigi", perdendo purtroppo gran parte dell'allitterazione. E non è più un cantante ma una cantante). Vengono mostrati rincitrulliti da questo cantante pop inglese di cui sono fan sfegatati, tanto che non smettono un secondo di ascoltarlo.

 

(notare che (1) Barks ha fatto un sacco di storie in cui faceva satira sulla musica moderna e sulle mode giovanili, di cui si faceva beffe, e (2) questa storia è stata realizzata nel 1965, in piena Beatlesmania...)

 

La prima parte della storia sono un sacco di gag slegate in cui la ragazza non si vede o si vede solo un ombra (una delle gag è che Paperino si immagina una bellissima fanciulla selvaggia come quelle andavano anche negli USA nei fumetti anni 50, mentre Zio Paperone, molto meno romantico, immagina una virago), mentre le gag vertono sui stratagemma usati dai paperi (si vestono da montoni per scoprire chi ruba le pecore, ma vengono incornati da due veri montoni infuriati, per esempio)

 

In seguito si scopre il segreto che le consentiva di fuggire senza lasciare tracce: ha un CANGURO ammaestrato che porta il suo dingo e lei stessa calza finte zampe da canguro! E, con grande scorno di Paperino, si scopre che la visione di Paperone era più vicina alla realtà, la ragazza è grassa e brutta, e vivendo fra i dingo le sono cresciute le zanne ed è diventata fortissima!

 

La zona in cui si nasconde è tanto piena di anfratti che sarebbe introvabile ma....pur selvaggia è sempre una ragazza! Quindi per lei la musica di Tweedy è IRRESISTIBILE! I paperi si accorgono che non resiste al richiamo delle canzoni di Tweedy, usano una radiolina come esca e la catturano.  Una volta fatta prigioniera le fanno sentire le canzoni di Tweedy e lei, rincitrullita dalla canzone, inizia a pettinarsi e a guardarsi allo specchio... :lol:

 

È una satira dell'effetto "rincitrullente" delle canzoni dei Beatles e altri cantanti e gruppi inglesi dell'epoca. (in italiano la traduzione mostra "normali" canzoni melense, perdendo comicità...  questa è l'ultima vignetta, leggete il testo della canzone...

wilddogschanged.jpg

 

Davvero, non hanno NIENTE in comune! Come si fa a dire che ha preso ispirazione dal fatto che... in una vignetta entrambe alzano le braccia???? :laugh:

 

Per altre info sulla storia:

https://duckcomicsrevue.blogspot.com/2009/04/queen-of-wild-dog-pack.html

 

Volete sapere da dove DAVVERO GL Bonelli ha preso il "Diablero"?

 

Semplicemente dal mito del licantropo, dell'uomo che si trasforma in bestia, ma invece di usare i trope del licantropo "europeo" o "cinematografico" (come ha fatto Nolitta in Zagor) è andato a cercare che tipo di mito del licantropo avevano gli indiani...

 

"Diablero" è una parola che esiste veramente:

https://www.themystica.com/diablero/

 

 

  • +1 1
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4 minutes ago, Carlo Monni said:

 

Dissento almeno per due terzi.:lol:

Io non ho preclusioni nei confronti dei ritorni ma devono avere un loro senso e per quanto mi riguarda sia Mah Shai che Esmeralda hanno esaurito ogni potenzialità. Mitla è tutto un altro discorso invece. 

Ci sono stati molti altri personaggi che avrebbero potuto rimanere in vita... Ma forse eranno altri tempi...

10 minutes ago, Diablero said:

Davvero, non hanno NIENTE in comune! Come si fa a dire che ha preso ispirazione dal fatto che... in una vignetta entrambe alzano le braccia???? :laugh:

 

 

Non era solo per le braccie alzate, LOL! :lol:
Grazie della soddisfacente spiegazione, ma rimane il fatto che Mitla meritava un'altro (lieto) fine. Morta per una serpente tutto all'improvviso... :pianti:

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Guardate che far tornare "un" diablero è facilissimo! Lo dice lo stesso stregone indiano: nella storia della sua tribù ce ne sono stati TANTI. Non sa da dove vengono, non sa perchè li odiano, ma NON È UNO SOLO. E anche Mitla e ilfratello dicono che sono venuti "dagli antichi rifugi".

 

Sarebbe banale far arrivare una Diablera diversa, magari amica o parente di Mitla, con gli stessi poteri e un altro Diablero al suo fianco.

 

MA (e qui mi raccomando, Borden!!!) NON DOVRÀ MAI ESSERE FATTO!!!!

 

Oggi non sono più CAPACI DI FARE STORIE LASCIANDO IL MISTERO! Andrebbero a spiegare TUTTO, chi sono, da dove vengono, perchè ce l'hanno con gli Apaches... distruggendo non solo la storia nuova (che sarebbe un semplice remake come è successo con "taglia 2000 dollari") ma anche tutto il mistero che aleggia su "Diablero".

 

Questa è una di quelle storie che NON PUÒ AVERE SEGUITI (O REMAKE) SENZA ROVINARLA, esattamente come "Massacro", "Una campana per lucero" e (sigh) "Il giuramento"...

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34 minutes ago, Diablero said:

Questa è una di quelle storie che NON PUÒ AVERE SEGUITI (O REMAKE) SENZA ROVINARLA, esattamente come "Massacro", "Una campana per lucero" e (sigh) "Il giuramento"...

Ma tutto dipende anche da qui scrive la storia.
Ci sono antagonisti che ne abbiamo avuto abbastanza, e ci sono quelli/quelle che, almeno un'altra volta sola, sarebbe bello vederla all'attacco... :)

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