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TWF - Tex Willer Forum

[458/460] Sulla Pista Di Fort Apache


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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Voto alla storia  

81 utenti hanno votato

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Per me è la più bella della saga. Intendo tra tutte le storie di Tex, non solo di Boselli.

Se dovessero fare un film di Tex, io proporrei questa.

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<span style="color:red">52 minuti fa</span>, Andrea67 dice:

Se dovessero fare un film di Tex, io proporrei questa.

Sarebbe un film forse un po' troppo simile ai famosissimi film di John Ford a cui Boselli si ispira.

"Sulla pista di Fort Apache" è sicuramente un'ottima storia, scritta benissimo, con una cura estrema nel tratteggiare i personaggi, non solo quelli secondari, ma persino le semplici comparse, però il soggetto non ha quasi nulla di originale.

Molte situazioni e scene sono già state viste in tantissime storie di Tex con gli indiani e i soldati (l'agguato tra le rocce, l'ufficiale incapace e ambizioso, il rifugio dei comancheros, il duello finale, ecc.) sia in avventure di GL Bonelli ("Gli eroi di Devil Pass", per esempio) che di Nolitta.

Insomma, secondo me ha il difetto di essere un po' troppo prevedibile nello sviluppo narrativo, senza molti guizzi, e con personaggi eccessivamente classici. Boselli ha fatto storie molto più originali, sia come trama che come personaggi.

Come voto gli darei un bell'8, non di più.

E, comunque, averne di storie di questo livello tutti i mesi! Ci farei la firma...

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Andrea67 dice:

Per me è la più bella della saga. Intendo tra tutte le storie di Tex, non solo di Boselli.

Se dovessero fare un film di Tex, io proporrei questa.

"Gli Invincibili" sarebbe un bel film.😀

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Il 8/4/2021 at 18:02, Diablorojo82 dice:

Così questa storia del grande Boss non raggiunge l'olimpo (Il passato di Carson, Gli invincibili, La grande invasione). Non ha toccato il cuore ma è da 8 pieno.

 

Dipende dai punti di vista.

Per me, questa è superiore di un paio di spanne alle altre tre che hai nominato e che a mio personale parere sono fin troppo sopravvalutate.

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<span style="color:red">22 minuti fa</span>, gilas2 dice:

 

Dipende dai punti di vista.

Per me, questa è superiore di un paio di spanne alle altre tre che hai nominato e che a mio personale parere sono fin troppo sopravvalutate.

Sì sono punti di vista diversi.

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Finita la lettura di questo capolavoro, mi sono fermato un attimo a riflettere. Tra i capolavori riconosciuti di Borden, si citano sempre Il Passato di Carson, Cercatori di Piste, Gli Invincibili, Sulla Pista di Fort Apache e i Sette Assassini. Queste ultime due sono rispettivamente la settima e la ottava storia pubblicata sulla serie: su otto avventure, quindi, cinque sono considerati capolavori (con I Cercatori di Piste un pelino inferiore alle altre). Quando diciamo che Borden ha esordito in maniera esaltante con Il Passato di Carson, siamo forse ingenerosi, perché allargando lo sguardo a tutto il suo periodo di esordio si trovano molte opere eccellenti, si riscontra una concentrazione di grandi storie veramente anomala. Poi in seguito scriverà altri grandi storie (e oggi continua a scriverne, anche su TexWiller) ma l'addensamento di questo primo periodo resterà probabilmente insuperato. Quella del primo Boselli è stata davvero un'ulteriore età dell'oro texiana, e Sulla pista di Fort Apache è perfettamente nel solco di questa nuova era.

 

La bellezza di questa storia sta, al solito, nella perfetta caratterizzazione dei personaggi di contorno, e concordo con @Poe che Boselli qui non ne trascura nessuno, neanche le comparse. Oltre ai magnifici Laredo e Liz, il cui rapporto è sicuramente un punto di forza della vicenda, ci sono il Sergente Quincannon, Antonia, lo stesso Mister Curtis: tutti personaggi secondari ma curati nel dettaglio, nei loro stati d'animo, nei loro modi di pensare. C'è Lobo, il cui dialogo con Laredo poco prima di morire è molto bello, c'è Chunz con la sua ambizione e la sua ferocia, e poi ovviamente c'è Parkman, la cui redenzione inizia già nel terzo albo di questa storia, di fronte al fallimento della sua opera e con la sua capacità di prendersene tutta la colpa, tutta la responsabilità.

 

La coralità di questa storia non sta tanto nell'avere tanti personaggi, quanto nella gestione degli stessi, nell'accuratezza con cui Boselli li tratteggia: ogni loro singola parola ha un sapore, nulla è lasciato al caso, ognuno gioca la propria parte con tale naturalezza da dare la sensazione al lettore di trovarsi davvero di fronte a quelle persone e in quelle drammatiche circostanze. Il lettore si immerge, con questa storia, in un poderoso kolossal western, che riesce nel "miracolo" di trattare un tema abusato su Tex qual è quello delle guerre indiane con una freschezza e un'ariosità, con una "completezza" direi - nelle strategie di guerra, nell'esposizione della mentalità degli apache, nella componente d'avventura, appunto nella cura dei personaggi - che poche volte si è vista nella saga, regalando pagine destinate a restare tra le più significative della Storia del nostro personaggio. 

 

Bella anche la parte di Tex "cupido" che, con quel "deciditi, Laredo, il battello non può aspettare in eterno" incoraggia il rude scout a vincere la sua battaglia più difficile, vale a dire il suo dichiararsi alla bella Liz.

 

Una menzione speciale va fatta per i disegni, perché qui la parte grafica è stata fondamentale nell'opera di trasporto del lettore tra le lande desolate e gli altipiani dell'Arizona. Un Ortiz semplicemente mostruoso, l'opera migliore del disegnatore spagnolo, se si eccettua quell'altro grande capolavoro che fu La Grande Rapina.  

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

poi ovviamente c'è Parkman, la cui redenzione inizia già nel terzo albo di questa storia, di fronte al fallimento della sua opera e con la sua capacità di prendersene tutta la colpa, tutta la responsabilità.

io credo che il personaggio, che qui è ottimo,sia stato veramente rovinato nel sequel. Se non sbaglio gli succedeva qualcosa del tipo          " Oh,ho ucciso dei bambini,ma   un secondo dopo me ne pento. Tanto Tex dice che mi perdona,non ho mica fatto niente di grave.":rolleyes: Probabilmente il più grave scivolone di Borden su Tex: fa davvero tristezza rileggere questo capolavoro pensando a quello che è successo dopo al charachter.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Grande Tex dice:

io credo che il personaggio, che qui è ottimo,sia stato veramente rovinato nel sequel. Se non sbaglio gli succedeva qualcosa del tipo          " Oh,ho ucciso dei bambini,ma   un secondo dopo me ne pento. Tanto Tex dice che mi perdona,non ho mica fatto niente di grave.":rolleyes: Probabilmente il più grave scivolone di Borden su Tex: fa davvero tristezza rileggere questo capolavoro pensando a quello che è successo dopo al charachter.

 

 

E' una ricostruzione oltre che semplicista del tutto inesatta,  a quanto mi consta. Ricordi male.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

 

 

E' una ricostruzione oltre che semplicista del tutto inesatta,  a quanto mi consta. Ricordi male.

 

La scena che cita Grande Tex anche secondo me non era riuscita. Ma la ricostruzione è inesatta: Parkman non era consapevole di star uccidendo vecchi e ragazzi (e questo io contestavo, che un ex militare come lui non si accorgesse di quanto stava facendo) e dopo se ne rammarica sinceramente.

 

Comunque potrei ricordare male: la devo rileggere, è passato troppo tempo...

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

consapevole di star uccidendo vecchi e ragazzi (e questo io contestavo, che un ex militare come lui non si accorgesse di quanto stava facendo) e dopo se ne rammarica sinceramente

non è il luogo adatto per parlarne,ma come fa uno a non accorgersi che sta uccidendo dei bambini? 

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

non è il luogo adatto per parlarne,ma come fa uno a non accorgersi che sta uccidendo dei bambini? 

 

ma è diverso da quello che hai scritto tu. ne parliamo magari nell'apposito topic, ma per quanto mi riguarda non ora, rispetterò la mia rilettura cronologica.

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Con il capo coperto di cenere per la vergogna, mi sono reso conto di non avere mai scritto alcun commento in merito ad una storia di amplissima portata come questa, un vero e proprio affresco dell'epopea del West e, più specificamente, dello scontro di civiltà tra i bianchi ed i nativi, in questo caso i fieri ed irriducibili apaches. Una grandissima storia all'insegna dell'avventura targata Tex, che Boselli riesce a regalarci grazie alla caratterizzazione e valorizzazione di personaggi non banali né semplicisticamente inquadrabili nella ragione o nel torto, e grazie anche all' ausilio ai disegni di un Ortiz in grandissima forma, che forse con tale prova più che con altre conferma l'innata predisposizione del proprio tratto ruvido alla trasposizione su carta di storie ambientate nel Selvaggio sud-ovest.

 

Perseguendo il doppio obiettivo di evitare un'escalation di ostilità e di sangue tra esercito ed apaches ribelli e, contestualmente, recuperare un pugno di giovani navajos dal sangue caldo unitisi al capo ribelle Chunz, Tex e Tiger Jack si ritrovano costretti a doversi barcamenare tra una discreta quantità di personaggi, sia alleati che antagonisti, non necessariamente né banalmente schierati da una parte piuttosto che dall'altra. Se etichettare Chunz come principale nemico della vicenda, pur potendo comprendere il suo punto di vista, è sin troppo scontato, la vera genialata di Boselli (non per ripetermi, ma per l'appunto "quando ce vo', ce vo'") è inserire in una vicenda che rischia di diventare dicotomica figure come Cardona, uomo d'onore riunitosi ai ribelli in opposizione alle demenziali ed ottuse misure stringenti applicate dal tenente Parkman, ufficiale tanto ambizioso quanto "ciuccio e presuntuoso" (tipica espressione abruzzese atta ad indicare gli individui saccenti e pieno di sé ma del tutto incompetenti 😁), incapace di azzeccarne una che sia una e cieco fino al punto di accusare Tex e Tiger di disfattismo e connivenza col nemico, forse sperando in tal guisa di nascondere e giustificare a sé stesso in primis i propri marchiani errori.

 

Fortuna vuole, tuttavia, che d'altro canto i due pards possano contare sull'appoggio di un militare esperto e ricco di buonsenso come il sergente Quincannon e, soprattutto, gli scout Johnny Laredo e Lobo, audaci esploratori e profondi conoscitori del territorio e del nemico, il cui supporto risulta fondamentale per Tex e Tiger nella lotta senza esclusione di colpi contro i mescaleros di Chunz. Menzione d'obbligo, ovviamente, per la bella e coraggiosa Liz Starrett, donna di carattere in grado di sopportare perigliose peripezie senza il minimo lamento.

 

Innumerevoli, lungo le 330 pagine dell'avventura, le scene e le sequenze impossibili da dimenticare, dal primo "scambio di complimenti" tra Tex e l'ottuso Parkman ai violenti scontri con gli apaches, dall'audace e mortifero raid di Chunz ed un pugno di fedelissimi sin dentro al cuore di Fort Apache - culminato col rapimento di Liz Starrett - all'altrettanto audace sortita di Laredo nel campo dei ribelli, al fine di trarre in salvo la stessa Liz, quasi a segnare un'iconica chiusura di un cerchio.

 

Su tutte, comunque, innalzo a titolo personale il duello finale tra Tex e Chunz che, di fatto, segna la conclusione di uno scontro senza respiro. Attirato con una messinscena il capo apache presso un trading post isolato, Tex decide di sfidarlo in un duello al coltello nel più tipico stile apache, con tanto di caviglie dei due legate tra loro, quasi che Aquila della Notte intenda dimostrare al suo avversario la propria superiorità anche morale. Un duello breve e letteralmente all'ultimissimo sangue, che termina con la morte di Chunz: una scena cruenta, ma da pelle d'oca, degno epilogo di una vicenda cruenta ma ricchissima di fascino.

Modificato da juanraza85
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Questa è forse l'unica storia di Tex per cui Sergio mi abbia fatto dei sentiti complimenti. Per Canzio era "la quadratura del cerchio".

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, borden dice:

Questa è forse l'unica storia di Tex per cui Sergio mi abbia fatto dei sentiti complimenti. Per Canzio era "la quadratura del cerchio".

il che dice tutto:wub:

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  • 6 mesi dopo...

una sceneggiatura impeccabile – eccellente, splendida – un capolavoro incredibile – semplicemente geniale – E’ perfetta – la miglior avventura di tex - Insomma, trovare difetti a questa storia è impresa disperata, meglio rinunciarvi -

Diciamo che qualcuno, io, ha preso la briga di fare questa cosidetta “impresa disperata” nel trovare i difetti, e non certo per essere bastian contrario, visto che anch’io riconosco diversi punti di forza, tuttavia gli elogi sperticati da parte dei più hanno “cozzato” contro la mia visione di storia che, pur trovandola piena di buoni spunti, presentava parimenti diversi difetti e lacune, già notati mentre leggevo la vicenda, e acuiti con un’analisi più dettagliata.

Dico questo senza nulla togliere all’appagamento dei più, se a molti è sembrata superlativa è loro diritto crederlo, e d’altro canto anch’io sono convinto che la storia sia una buona storia, di ampio respiro e tipicamente western, ma allo stesso tempo credo che quando ci siano lodi cosi iperboliche può succede che sotto l’enfasi degli elogi i difetti vengano seppelliti, o dimenticati, o semplicemente non visti.

E naturalmente non parlo di piccole lacune, spaccare il cappello in quattro è un esercizio sterile oltrechè inutile e controproducente, perché significa misurare la pagliuzza e buttare via la trave, ovvero non vedere tutto il resto di buono che c’è, niente di tutto questo, io intendo soffermarmi su pecche sceneggiative, punti critici e mancanze logiche che hanno compromesso una parte della qualità della storia.

Naturalmente secondo il mio punto di vista, che non è certo la bibbia, ma come ci sono i pareri entusiasti è bene sentire anche la voce dei meno convinti, sopratutto perché una critica, quando è ben motivata e costruttiva, è volta a migliorare la storia ed è utile anche all’autore, qualora trovasse fondate le criticità espresse.

Un ultima cosa, credo che chi sia arrivato qui lo abbia fatto per commentare la storia, dunque penso che tutti conoscano la trama, ma se ciò non fosse, avviso che questo scritto E' UN GIGANTESCO SPOILER, dunque si astengano dal leggerlo coloro che ancora non conoscono la storia.

Partiamo.

Dall'inizio, che è OTTIMO.

Ho detto che avrei fatto emergere le diverse incongruenze e non i punti di forza, già detti da altri, ma ci terrei a sottolineare che l’inizio fa da prologo ed epilogo. Il placido fiume su cui scorre il battello apre e chiude la storia, un cerchio che si ricongiunge come se il placido fiume fosse il fiume della vita, panta rei, dove tutto sembra uguale eppure scorre.

Bene, chiudo la parentesi perché nel frattempo la nave approda, la giovane scende, è ben accolta dagli ufficiali al forte, ma a pag 16 c’è un piccolo difetto illustrativo,

Dall’accoglienza pomeridiana si passa alla festa serale, ma se non c'è una didascalia che ci informi del passaggio del tempo "più tardi…” alla sera..." allora dovrebbero essere le immagini a dircelo, eppure la piana che viene illustrata è ancora troppo chiara, poche ombre sul cortile e soprattutto poco cielo, la sua oscurità avrebbe aiutato a capite il passaggio del tempo. (difettuccio illustrativo...niente di che...)

In questa scena però c’è la prima lacuna sceneggiativa, o meglio, comincia a manifestarsi quella che, a parer mio, è un’incongruenza illogica, ovvero come nasce il rapporto affettivo tra lo scout Laredo e miss Starrett.

In quella festa irrompono gli scout, e uno di essi è Laredo. Come ci viene presentato Laredo? Sicuramente un uomo tosto e tutto d’un pezzo ma anche un gran cafone, infatti senza nemmeno conoscerla si permette di apostrofarla, criticarla, insultarla dicendole subito che era meglio se il tenente la lasciava in città, con tutti i suoi vestiti da civetta.  Un bel personaggio, una roccia insolente. Mi piace così borden line. Ok

Poi passano le pagine e le vicende, e loro due li ritroviamo di nuovo insieme a pagina 52, durante l'attacco indiano nel canyon, in cui Laredo trascina la donna a terra per toglierla dal tiro delle frecce. Per ribadirci che lui è uno spocchioso e sfacciato non risparmia alla donna nuove offese “..in questi casi preferirei non avere una donna tra i piedi..” non risparmia nemmeno il suo uomo “...non saremmo in questa situazione se il suo fidanzato avesse fatto bene il suo lavoro…” e tutto questo nonostante la drammaticità della situazione.

Che tempra arrogante a tutto tondo! Una figura brutale ma vibrante.

Tutto questo però, avviene... mentre...è disteso sopra di lei! Mi pare incomprensibile vederli uno sopra l'altra, con le facce a pochi centimetri di distanza, e le bocche ancor meno. Non credo di sbagliare nell’affermare che sia più una posizione erotica che di riparo.

Messaggio subliminare per farci capire come andrà a finire la loro storia? La scena “da qui all’eternità” nel mezzo di un violento attacco indiano? Boh…sarà..

Comunque sia la storia va avanti e loro due devono per forza avvicinarsi se i segnali sono quelli, l’espediente narrativo (pag. 78) è quello di consolare entrambi un soldato ferito, lei lo rincuora mentre lui gli estrae una freccia. In tutta quell’operazione lei fa appoggiare al ferito la testa sulla sua spalla e gli dice "coraggio".

Finita l’operazione Laredo riconosce che è una donna in gamba ?!?

E’ in gamba perché ha consolato un soldato ferito?

Credo che persino Eva Braun, la moglie di Hitler, se le avessero chiesto di assistere un moribondo gli avrebbe detto "coraggio". Anche Eva Kant di Diabolik, forse anche Eva la prima donna della terra, tra una mela e un imbroglio sarebbe stata capace di dirgli “coraggio”.

Io capirei se la donna avesse fatto fuori tre o quaranta indiani, o avesse recuperato al volo un cavallo imbizzarrito, in quel caso sarebbe stata giustificata l’esternazione del selvatico Laredo...ma basta dire un’ovvietà per suscitare l’ammirazione di un coriaceo scout che non sopporta le dame di città? Mah

Comunque la loro frequentazione finisce li, e lei al forte finalmente ritrova il suo buon tenente che invece è meno buono del previsto, e qui, mi spiace dirlo, c’è un grosso buco di sceneggiatura.

All’inizio il capitano sulla nave dice alla donna che suo padre, cioè il padre di lei, era un valoroso, un probo colonnello <<Ve lo posso garantire signorina Starrett, suo padre, il colonnello starret era in gamba, lo ammiravo pur combattendo per i sudisti>> <E’ vero – replica la donna- e mio padre ammirava parkman (il tenente suo fidanzato) e diceva che sarebbe diventato un buon ufficiale...>>

Dunque...il colonnello è in gamba, il colonnello ammira parkman, parkman è in gamba.

Invece no!

Il colonnello è in gamba ma ammira uno scemo. Infatti Parkam viene presentato proprio così, e agirà per quasi tutta la vicenda come un' idiota totale. Ma com’è possibile questo?

O era scemo anche il colonnello suo padre, che non riconosceva un'idiota, oppure c’è decisamente qualcosa che non funziona nella sceneggiatura.

Un conto è sentire parlare miss starrett così: <<Eh si, ha ragione capitano, mio padre è stato un buon militare, anche se in famiglia era un po' un impiccione..>> <<In che senso?>> <<Contrastava il mio amore per il tenente parkman, diceva che era un soldato troppo ambizioso, ma al cuor non si comanda, non è vero capitano?>>

Ecco, su questa architrave si poteva costruire la storia che si sviluppa successivamente, il padre è in gamba e quindi ha capito com’è Parkman, la ragazza ha perso la testa e non se ne avvede, ma strada facendo si accorgerà che è un pistola. Il suo contrario però, oggettivamente non sta molto in piedi visto gli sviluppi, no?

Ma torniamo a Laredo e miss Starrett, che per un intero albo, il successivo Mescaleros, non si vedono più.

Si ritrovano nel terzo e ultimo albo, “all’ultimo sangue”. Qui lo scout Laredo rivede la donna, ma come fonte, seppur indiretta, di nuovi guai. E’ stata rapita dagli indiani e lui, che fa da vedetta all’accampamento indiano, la va a salvare. (qui inoltre Laredo fa un ragionamento che sovverte le logiche a nostra conoscenza, ne parlo dopo)

Il salvataggio riesce e la donna lo ringrazia sentitamente, ma lui riprende a maledire il giorno in cui è arrivata. A causa sua ha dovuto cambiare i piani prestabiliti, mandare all’aria degli accordi con Tex e per giunta rischiare la pelle per salvare la donna di un’idiota.

Peggio di così non può andare... Ma va così? Si lamenta a ragion veduta?

No, non va così! anzi... lui le dice che... è in gamba!

Come? In gamba per cosa? Perchè deve cavalcare per scappare dagli indiani? Ma l’avrebbe fatto anche mia nonna, magari aggrappata al collo del cavallo ma questo e altro per sfuggire dagli indiani!

Qui c’è qualcosa che stona dal punto di vista della caratterizzazione di Laredo. Uno tosto al limite dell’arroganza non può diventare un debosciato solo perché una donna, fonte di guai, va a cavallo...

E poi fa capolino un’altra pecca a mio avviso: Laredo è amicone di Tex, ma il giusto Tex ha per amico un arrogante?

Il nostro Tex non è certo un gentleman con i guanti bianchi, infatti anche lui dice che il posto della donna non è tra i soldati nel selvaggio west (salvo poi far da testimone all’unione con quello scout di frontiera) però Tex sa che cos’è la correttezza. La prima volta che parla con miss Starrett lo fa con modi appropriati e con maniere gentili, arrossendo quasi, magari pensa che il suo fidanzato è un idiota, e l’ha pure preso a pugni per questioni d’onore, ma non glielo sbatte sul muso, e la saluta con cortesia.

Laredo invece è sfacciato e impertinente (non lo dico io, così è stato presentato) e quindi risulta assai strana la sua amicizia con chi si batte per la dignità di ogni persona, soprattutto verso i più deboli.

Probabilmente la risposta parte da un classico delle storie amorose: se i due protagonisti sono agli estremi, la parabola dell’incendiario che diventa pompiere è più accattivante. Ok, però doveva svolgersi con più tempo, con più situazioni incrociate e dirimenti.

L’autore in effetti presenta un’altra chance affinché la coppia si riavvicini, lo fa quando la donna viene ferita dagli indiani e lui la nasconde in una grotta estraendole la freccia (dove lei non urla e lui gli dice per la terza volta che è in gamba, ma li ci può stare), è una chance che però è depotenziata dalla scena di forte screzio avvenuta poco prima.

A pagina 53 Laredo sente gli spari degli indiani sui soldati, siccome sono stati presi d’assedio immagina che ci sia lo scemo del villaggio, il tenente parkman, che guida la colonna dei militari.

La donna però nel sentire il nome del suo uomo ha un fremito, un fremito d’amore perché il suo uomo la sta venendo a cercare, (dunque sappiamo che è ancora innamorata), infatti implora di fare qualcosa per aiutarlo, ma Laredo ribadisce che è solo un idiota, facendo andare su tutte le furie la donna.

Ora, può esserci una minima possibilità di feeling se Laredo manifesta continuamente il disprezzo per il suo uomo? E se miss Starrett freme per il suo tenente? No che non è possibile, infatti la loro frequentazione finisce dopo poche pagine, dopo che Tex salva loro da un agguato indiano, da li in poi non si vedranno più.

Qui nasce un’ulteriore, e abbastanza grossa incongruenza. Succede subito dopo, quando tutti insieme raggiungono la colonna dei soldati superstiti dove c’e’ anche il fidanzato della donna, il tenente packman.

Ora, Il famoso tenente Parkman è ancora un emerito idiota?

Certo che no, abbiamo visto che durante la battaglia si è ravveduto, ha capito i suoi sbagli, voleva addirittura morire per aver fatto l’imbecille con le sue sciocche prove di forza, tant’è che Tex lo incoraggia a riprendere il suo posto, e il sergente lo vede addirittura come un altro uomo.

Cosa possiamo concludere?

Che la donna ritrova l’uomo di un tempo, quello corretto, che inorgogliva suo padre, e che adesso il loro amore non avrà più ostacoli. Anche questo è un classico, l’uomo nuovo che rinasce dopo aver capito i suoi sbagli. E la sua donna, che sicuramente è stata grata a Laredo per averla salvata dagli indiani,  ma freme  per il suo tenente che si è messo  a capo del battaglione per ritrovarla<<Eddie! (Parkman). Ha chiesto il comando per venirmi a salvare!>> ora è più che pronta ad accoglierlo.

Il cerchio si chiude, non può succedere il contrario! Purtroppo avviene...e miss Starrett rifiuta il suo uomo!

<<Si è confidata con me (sergente Quincannon) E’ stata irremovibile. Ha detto che non poteva più amarlo!>>

In effetti la sceneggiatura ci ha raccontato che ci sono tanti elementi per seppellire la loro storia..è chiaro che avrebbe preferito l’idiota di prima, oppure non era stata gradita la cafonata di mettersi al comando della spedizione per venire a salvarla...e le sue palpitazioni per lui era perchè era sempre senza il capello sotto il tremendo sole del deserto.(lo dice anche il capitano della nave nel finale..)

Uso un paio di etti di ironia solo per sottolineare che questo, proprio drammaturgicamente parlando, non è una forzatura, ma un chiaro errore.

Anche se, come estremo limite, fosse stata inserita una scena madre, dove lei prendeva coscienza che era un citrullo e lo mollava, non era credibile ora che era cambiato.

Al limite limite limite massimo consentito dalla connessione logica si poteva inscenare una scena  ad alta temperatura drammatica dove però FOSSE LUI che mollava tutto. Mollava lei, la divisa, l’esercito. La donna cercava di impedirglielo ma lui non poteva reggere la frustazione di essere caduto in disgrazia, e non avrebbe potuto sopportare l’onta del disonore. Si ritirava sette anni in Tibet lasciando la donna libera di fare le sue scelte. Poteva starci. Certo lei che parte senza aspettare Laredo non depone ulteriormente sulla corrispondenza degli amori, però bastava che lasciasse una traccia, un foglio di saluto nostalgico, <Avevo comprato un biglietto per il selvaggio west, e adesso chi è che mi rimborsa?> per dare al capo scout l’imbeccata per andarla a recuperare.

Al di là della (bonaria) ironia credo che senza nuovi sviluppi sceneggiativi manchino troppi elementi importanti per riuscire a rendere credibile la loro storia.

 

Questo per quanto riguarda l’intreccio narrativo secondario, sulla storia vera e propria a volte ho avuto la sensazione che si svolgesse a mò di una gara, che il deserto si fosse tramutato in un immensa pista d’atletica. Bisogna correre ad avvisare i soldati, io ritorno indietro, io seguo gli apache, tu raggiungimi di la, Tu di li... non dico che fosse un olimpiade della corsa, certo, ma a volte non sapevo più chi fossero e dove andassero. Ma a questo proposito, tra una corsa e l’altra, vorrei far notare altre "sbavature", alcune decisamente sostanziali.

A pag 23 de “all’ultimo sangue” c’è Laredo che dall’alto di un altura guarda gli indiani partire al gran galoppo per attaccare la colonna militare, tra lui dice <<dovrei precederli e dare l’allarme>> (il tema della corsa in una sola vignetta: partono, galoppano, devo precederli)

Mi domando come possa precederli visto che lui è sul cucuzzolo, ancora senza cavallo, e li sta già vedendo in lontananza, ma non è tanto questo, quanto subito dopo che, nella stessa pagina,  dopo aver ragionato sull’opportunità di liberare la donna, dice <<Quando l’avrò liberata, andremo insieme ad avvertire i soldati>>?!?!?

Ma come fa? Adesso deve aspettare le tenebre, sgusciare di nascosto, uccidere le sentinelle, tramortire la donna di guardia, rubare i cavalli, e poi, con giusto giusto un due o tre ore di ritardo, andare ad avvertire la colonna dei soldati che gli indiani li attaccheranno..partiti tre ore prima?

Per ragionare così deve avere un jet, non un cavallo… o furia cavallo del west, che va più forte di un jet…alura si...

A pag. 91 Tex e Laredo arrivano a Maverick, e laredo dice agli abitanti preoccupati <<i mescaleros sono diretti a Maverick, noi abbiamo fatto un giro largo per precederli>>

Io mi sono chiesto se quel posto era Maverick, perché non dice “si dirigono qui” ma dice proprio che sono diretti a Maverick,  va bene lo stesso, per carità, ma nella stessa frase poi dice che hanno fatto un bel giro largo per...precederli!

Ohi, magari sbaglio io, tendenzialmente io se voglio arrivare prima di qualcuno farei un giro più corto piuttosto che più largo, però loro li precedono prendendo la via più lunga...boh, avranno ragione loro, ...

Un’altra scena fche è un po' "grottesca" è presente da pag 35 a pag.39. gli indiani sbucano da una boscaglia e cominciano a tirar frecce alla colonna militare, e cosa decidono i soldati? Di tirare dritti AL PASSO, cioè non fanno quel tratto a zampe levate, ma vanno a passo d’uomo mentre gli indiani tirano frecce a random.. decidono di fare una passeggiata per vedere chi prendono... seccano due soldati ma per tutti ma va bene lo stesso, procedono come procedere in mezzo alle zanzare, danno un po’ di fastidio, ogni tanto ne accoppano uno, ma questo non impedisce di chiacchierare tranquillamente tra di loro, i soldati, tex con tiger, …<<Non mi piace tiger questa situazione sai?>> <<eh si, chuz è molto astuto...>> <<Oh guarda, è arrivata una freccia e ne è morto uno...>>

Qui faccio fatica fatica a comprendere

E l’ultima, ancora più grossa, è simile a questa. E’ l’assalto finale degli indiani, caricano e sfondano la loro linea, a pagina 69 inizia un drammatico corpo a corpo, è il momento più disperato dove infuria la battaglia più cruenta, anche i disegni rendono bene la drammaticità della situazione, ma Tex e Tiger riconoscono un giovane navajo, e cosa succede?

Abbassano le armi, distendono i volti e dialogano, serenamente

tex <<Ma tu sei un navajo!>>

tiger <<Io lo conosco, si chiama gochea, alla primavera scorsa aveva vinto la gara di corsa>>

gochea<<E avrei vinto anche il tiro alla fune, se non fossi scivolato nel fiume>>

Tex<<Io lo dico sempre di stare attenti a dove si mettono i piedi, che mocassini avevi?>>

Mancava un te caldo e una pipa, e poi potevano fare salotto. Tanto erano soltanto al centro di un massacro, chi li poteva disturbare?

Ho usato un taglio ironico, (ma la prima frase di tiger è vera!) per sottolineare che questa situazione è paradossale, anche da commentare

Fumetti più dozzinali hanno storie più dozzinali e simili scivoloni fanno parte della modestia del tutto, ma quando si raccontano storie così pregnanti, certe “sbavature” possono mettere a repentaglio la stabilità della storia.

Come però ho premesso la somma è positiva, certo scricchiola in più parti come ho evidenziato molto meticolosamente, ma voglio finire in positivo perché comunque la storia ha l’afflato del grande west, ha i suoi valori, tra eroismi vigliaccherie e grandi ideali. La coralità è molto significativa, il rapimento della donna è un capolavoro, parlano solo i silenzi, drammatici, della notte. E altri pregi ben sottolineati da altri attenti utenti.

A me premeva chiarire che parlare di capolavoro, storia perfetta o sceneggiatura impeccabile, è rischioso perchè un capolavoro è come una farfalla, ha uno straordinario quanto delicato equilibrio, se è troppo leggera la porta via il vento, se è troppo pesante non si alza nemmeno in volo. Per trovare la sua famosa leggiadria non ci deve essere né un grammo in più né uno in meno.

E non è per niente facile, da Hitchcock a Tarantino, nei loro “capolavori” ogni tanto si trovan delle belle falle, se si analizzano per bene.

Poi c’è il fattore tempo, lo spazio delle pagine, tante cose anche esterne che influenzano una storia, lo so bene. Dunque la scelta di sottolineare le parti più cedevoli l’ho fatta nella consapevolezza che un’opera artistica è composta di entrambe le facce della medaglia, e nel giudicarla per intero bisogna prendere il tutto e giudicarlo nel suo insieme, scorporare le parti non significa nulla.

Anche nell’orchestra della Scala ci potrebbero essere alcuni musicisti più deboli, ma se la maggioranza suona bene fa da traino, e la composizione ne risente minimamente.

Il succo è questo, così come non possono pochi elementi deboli pregiudicare la bontà di un opera, allo stesso modo non possono molti elementi forti, (molti, ma non tutti), far gridare al capolavoro senza se e senza ma, perché gli elementi deboli comunque ci sono.

E se fossero veritiere le sbavature, (se non lo fossero dovrebbe essere argomentato il perché) credo che saranno testimonianze preziose per aiutare a migliorare la prossima storia.

Grazie.

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Non so chi sei nè perchè tu ti sia preso la briga di scrivere questo chilometrico post né perché io mi prenda la briga di risponderti.

 

E' chiaro però che sei in malafede quando ti inventi dialoghi inesistenti  per dimostrare le tue strane tesi. 

 

Per quanto riguarda le critiche alle relazioni tra i personaggi e al fatto che secondo te il padre di Liz è un idiota perché non conosce fino in fondo Parkman, che Tex è un idiota perché amico dell'arrogante Laredo, che Liz è un'idiota perché alla fine rifiuta il pur ravveduto Parkman e sceglie invece l'arrogante Laredo (ma tu, tu, ti sei mai davvero innamorato?...), beh, la mia conclusione è, non tanto che tu non capisca nulla di storie e di personaggi (è evidente, per me, che NON ne capisci), ma anche

 

che non capisci nulla di esseri umani!

 

 

:lol:

 

 

Modificato da borden
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non sono d' accordo con la maggior parte del post di @nerio,ma bisogna dire che non solo ha una sua logica,ma che l' ha espresso con molta educazione e sensatezza,oltre che con molta logica.Quindi non posso che fargli i miei complimenti

  • Confuso (0) 1
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Tu sei gentile. Ma secondo me basta leggere con attenzione il post di Nerio per capire che qualcosa non va. Non è affatto un post normale. Tra l'altro il suo primo. Ma si è presentato costui?

 

 

E non ha niente di logico. 

 

Che logica è parlare di buchi narrativi sulla base di affermazioni non dimostrate né dimostrabili come il fatto che Liz non si doveva innamorare di Laredo perché lui la trattava male?  Ma fa ridere, dai!  E' un ragionamento da troll.

 

 

Modificato da borden
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19 ore fa, nerio dice:

a molti è sembrata superlativa è loro diritto crederlo, e d’altro canto anch’io sono convinto che la storia sia una buona storia, di ampio respiro e tipicamente western,

 

19 ore fa, nerio dice:

credo che senza nuovi sviluppi sceneggiativi manchino troppi elementi importanti per riuscire a rendere credibile la loro storia.

 

Questo per quanto riguarda l’intreccio narrativo secondario, sulla storia vera e propria a volte ho avuto la sensazione che si svolgesse a mò di una gara, che il deserto si fosse tramutato in un immensa pista d’atletica.

Senza offesa, ma se c'è una cosa che questo commento non ha è proprio la logica e la sensatezza (che sono solo apparenti).

Comincia e finisce con la dichiarazione che questa è una buona storia, ma nel mezzo praticamente la distrugge: la vicenda amorosa fra Laredo e Starlett è tutta sbagliata, Parkman è un idiota, i rapporti tra i tre personaggi sono mal raccontati e non sono credibili; inoltre l'intreccio principale è "un'immensa gara d'atletica" piena di pecche, di falle, di buchi, con comportamenti di Tex e Tiger ridicoli. Questo, in sintesi, l'analisi. Però è una buona storia, eh! :rolleyes: 

 

19 ore fa, nerio dice:

Il colonnello è in gamba ma ammira uno scemo. Infatti Parkam viene presentato proprio così, e agirà per quasi tutta la vicenda come un' idiota totale. Ma com’è possibile questo?

 

19 ore fa, nerio dice:

Qui c’è qualcosa che stona dal punto di vista della caratterizzazione di Laredo. Uno tosto al limite dell’arroganza non può diventare un debosciato solo perché una donna, fonte di guai, va a cavallo...

E poi fa capolino un’altra pecca a mio avviso: Laredo è amicone di Tex, ma il giusto Tex ha per amico un arrogante?

Basterebbero questi due commenti (ma in realtà ce ne sono molti altri) per affossare la storia e darne un giudizio negativo: personaggi caratterialmente sbagliati, Tex che non li sa giudicare, situazioni imbarazzanti di Tex e Tiger, come questa:

19 ore fa, nerio dice:

Mancava un te caldo e una pipa, e poi potevano fare salotto. Tanto erano soltanto al centro di un massacro, chi li poteva disturbare?

Ho usato un taglio ironico, (ma la prima frase di tiger è vera!) per sottolineare che questa situazione è paradossale, anche da commentare

 

Insomma, una storia con situazioni imbarazzanti persino da commentare, però il giudizio finale è buono!:dubbioso:

19 ore fa, nerio dice:

certo scricchiola in più parti come ho evidenziato molto meticolosamente, ma voglio finire in positivo perché comunque la storia ha l’afflato del grande west, ha i suoi valori, tra eroismi vigliaccherie e grandi ideali.

Questo commento non ha alcuna logica né ragionevolezza.

Non è basato sui gusti personali (opinabili), ma sulla convinzione che obiettivamente la storia è strapiena di errori e buchi di sceneggiatura (cosa che invece non è assolutamente) e sull'idea che questi presunti errori (piuttosto clamorosi, secondo l'analisi fatta) però alla fine vengono compensati da altre parti che sono buone. Che è come dire: se uno canta una canzone e stona 5 volte in 3 minuti, l'esecuzione nel complesso non è male perché per il resto è stato intonato!

 

Senza offesa, ma mi pare che i personaggi e le situazioni principali della storia non siano stati proprio capiti.

E pensare che è una vicenda così classica (e anzi, secondo me è questo l'unico suo limite): ma basterebbe aver visto qualche film western per saperla comprendere e apprezzare...

 

Modificato da Poe
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Come mia abitudine, non entro in merito sui giudizi altrui, soprattutto quando non li condivido (come in questo caso). Tuttavia mi preme dire che, a mio modo di vedere, le presunti critiche alla "love story" fra Laredo e Liz, sebbene dilungate e dettagliate a loro modo, si presentano alquanto deboli e davvero ingenerose. Mauro come di consueto ha fatto un ottimo lavoro sulla psicologia dei suoi personaggi e l'innamoramento tra i due comprimari, oltre a essere plausibilissimo, si rivela uno dei fulcri dell'ottimo episodio. "Chi disprezza compra" recita un detto e in amore vale eccome. Laredo si mostra arrogante e tratta male Liz al ricevimento? C'è un motivo ed è palese: lo scout è attratto fin da subito dalla bellezza di Liz, ma sapendo che è promessa al suo "non apprezzato" capo, non può far altro che crearsi una barriera di "duro e arrogante" per non mostrare il suo coinvolgimento emotivo. Una corazza che gli serve soprattutto per convincersi che non può ambire al suo cuore ed è meglio allontanarla il più possibile. Il continuare a ripetere di non "volere una donna tra i piedi con gli Apache sul piede di guerra" non è dovuto al sessismo o all'arroganza, bensì alla reale preoccupazione per le sorti della donna che lo ha "fulminato", difatti, sebbene col finto broncio, la salva con decisione fra le frecce del canyon e non solo per senso di dovere. Poi averla accanto, interagire con lei, non lo aiuta a perseguire il suo obiettivo di "tenerla a distanza di sicurezza dal suo cuore". Consapevole di starsi innamorando della bella Liz, in preda alla gelosia non può far altro che parlar male di Parkman, d'altronde ha ragione e come: il tenente è davvero un tizio meschino, odioso e ambizioso e la fidanzata avrà modo di accorgersene (una donna trattata come lei all'arrivo del forte, secondo voi può accettare simili comportamenti?) Liz ama Parkman all'arrivo a Fort Apache? Non credo. Non lo vede da tanto tempo, in fondo non lo conosce del tutto, la loro non è una storia "normale", sono solo due promessi come molti ragazzi in quei tempi. Liz detesta Laredo? Ma nemmeno per sogno! Si capisce fin da subito che anche la giovane è attratta dallo scout aldilà della sua presunta arroganza. Le donne sanno leggere nel cuore degli uomini molto meglio di quanto noi maschietti vogliamo ammettere e in fondo Liz percepisce subito che Laredo, oltre a essere un galantuomo e coraggioso, può essere l'uomo giusto per farle battere il cuore. Da qui, ogni scena costruita dall'autore è funzionale. I due ragazzi man mano rimuovono le loro barriere protettive e capiscono di amarsi, il tutto in mezzo a pallottole e assalti indiani, non potrebbe essere altrimenti in una storia di Tex, mica è un Harmony! :D L'epilogo è perfetto! Liz ha ormai capito di non amare Parkman bensì Laredo, ma avendo compreso che l'amato è uno spirito libero, non vuole forzarlo e decide di uscire di scena, qui interviene Tex, che da buon amico e giudice di uomini, esorta Laredo a mettere da parte ansie e orgoglio e lo accompagna nella sua "difficile battaglia" ovvero andare incontro alla donna della sua vita. A chi non è capitato di sentire tremare le gambe mentre ci si dichiara alla donna che si ama? Che dire, a mio avviso è una caratterizzazione perfetta, non molto differente da altre grandi storie d'amore nei classici e perfettamente funzionale e plausibile. Poi ognuno ha le sue idee. -_-  

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Questa sì è un'analisi perfetta, complimenti! E non lo dico solo perché parla bene della storia, ma perché interpreta alla perfezione il rapporto tra i personaggi. 

 

L'altra la ritengo non una vera critica, ma un attacco pretestuoso e anche ridicolo, da parte di un forumista la cui identità resta misteriosa e che ha scritto quest'unico curioso, lungo e scombiccherato post. 

 

Eccettuata la risibile analisi "psicologica", ci sono altri punti estremamente discutibili come il dialogo INVENTATO da lui per prendere in giro una scena che non è affatto scritta così.

 

Insomma, ci sono regole anche nelle critiche, no? 

 

Se dovessimo dar retta alle analisi psicologiche di costui, Jane Austen sarebbe da criticare perché Darcy è arrogante e antipatico e Liz Bennett un'idiota a innamorarsi di lui.  E Didone? Perdere la testa per quello stronzo di Enea! Che imbecille! 

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Il post di nerio è qualcosa di aberrante che non vale la pena di controbattere punto su punto.  Forse mister nerio è davvero un troll come dice borden..

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