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[n.100] Supertex


Guest Wasted Years
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Voto alla storia  

59 utenti hanno votato

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Guest Gilbertfan

Poi, ma questa è una mia sensazione, ha scelto di far figurare 7 protagonisti forse ispirandosi al film "I magnifici sette" molto famoso a quei tempi, altrimenti perchè avrebbe escluso altri personaggi come ad esempio Montalesè

Che magari ci sarebbe stato meglio di Jim Brandon con la casacca della Mounted Police... haha
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  • 1 anno dopo...

Bella storia, simpatica, non certo indimenticabile. Secondo me è stato un errore voler mettere a forza tutti e quattro i pards piu' altri tre amici storici della serie:il risultato è che Tiger avrà detto una-due battute,Jim Brandon è una presenza fantasma e Gros-Jean e Pat Mac Ryan sembrano la stessa persona, in quanto G. L. ha dato loro il compito di sfasciare tutto quello che gli capitava a tiro. I dialoghi brillanti salvano una storia che a me personalmente ha deluso. Per quanto riguarda le 114 pagine della storia, penso che in Tex 200 (secondo me il miglior Tex celebrativo, sia per storia che per disegni) l'avventura sia stata molto piu' affiatata ed emozionante, non so, mi ha dato questa impressione. I disegni sono molto belli, così come la copertina, molto originale. In conclusione VotoStoria:7Dialoghi:8.5Disegni:9

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  • 1 anno dopo...

S?, tutto sommato una storia carina, forse proprio la migliore tra le centinarie (anche se io sono molto legato alla 200, "L'idolo di cristallo", che leggevo in continuazione da piccino :D). PS: si sente un p? la mancanza di Montales, eh...

S? anche io Tex 200 lo rileggevo in continuazione...! Avevo 10 anni...
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  • 2 mesi dopo...

Beh, diciamo che è una storia abbastanza carina, dai, di certo non stuperda, ma nemmeno come quella del numero 300, che fu un completo fallimento sotto ogni aspetto, a mio parere (meglio non ricordarla nemmeno) ::P: Più che altro ero rimasto veramente incantato dalla fantastica copertina del mio conterraneo Galleppini, che mostra un Tex con la pistola in pugno tosto, sicuro di sè, quasi imbattibile, oserei dire... Senza dubbio una delle migliori copertine mai realizzate... Posso capire benissimo perchè nei i primi lettori del ranger il segno di Galep sia rimasto nel cuore... :rolleyes: clap

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  • 3 mesi dopo...

Storiella che di per se non dovrebbe avere alcuna pretesa per una trama lineare senza particolari intrighi. In realtà dovendo essere celebrativa di pretese ne aveva, eccome. La presenza degli amici è quasi fuori luogo, Jim Brandon praticamente inutile. In definitiva si tratta solo di una serie di tappe incendiarie da persone che non hanno nulla da nascondere perchè Tex è già stato puntualmente imbeccato, e di uno scontro finale a cui avrei preferito un duello da resa dei conti con Matias.

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Johnny Colt, questa sezione è fatta per postare commenti - che non siano di una riga o di due o tre faccine - sulle storie di Tex. Per valutazioni, condizioni dell'albo ecc. c'è la sezione apposita. La prossima volta saremo costretti a cancellare il messaggio.
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  • 1 anno dopo...

Una avventura celebrativa che scorre velocemente, abbastanza ben architettata, con questi novelli "magnifici sette" implacabili con Apaches ribelli, trafficanti e traditori. Alla pecca già rilevata di un Jim Brandon al quale stona decisamente l'uniforme di "mountie", aggiungerei quella enorme del Maestro Galep nel tratteggiare Cochise (pag.20 e 21) come un trentenne,"dimenticandosi clamorosamente che anni addietro, nella sua prima comparsa in Tex nell'episodio "L'enigma della lancia",Letteri lo aveva giustamente rappresentato sessantenne. Voto : 8

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di questa storia ricordo con piacere la copertina. Penso che Galep abbia usato uno stile a olio per raffigurare Tex. Però potrei sbagliarmi perchè non ne capisco nulla di queste cose ma so riconoscere un gran disegno. Per il resto l'albo mi ricorda un film come "I Magnifici Sette" nel senso che oltre ai pards tradizionali con Tex ci sono anche, per la prima e unica volta insieme in una singola storia, personaggi del calibro di Gross Jean, Pat e Jim Brandon. E' sempre stato, questo, un elemento che mi ha affascinato perchè storia del genere non si era mai vista nella saga. Pur preferendogli il numero duecento quest'avventura è sapientemente orchestrata da GLB con il suo stile INIMITABILE mentre i disegni di Galep sono al massimo della potenza grafica che di l' a poco ci avrebbe regalato perle come "Tramonto Rosso", "Il Figlio di Mefisto" e il capolavoro grafico "Gli Sterminatori".

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  • 1 anno dopo...

Volevo chiedere se le strisce che compaiono in copertina dietro alla figura di Tex sono tratte da qualche precedente avventura oppure no. 

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  • 6 mesi dopo...

Non avevo ancora nove anni e tutto mi pareva perfetto, con il senno di poi mi diverte Jim Brandon in divisa e Gros Jean lui pure vestito da Grande Nord. Era iniziato però da qualche tempo il periodo più bello della saga texiana, sia per Galep che per Bonelli, come se la fine definitiva delle uscite in formato striscia li avesse lasciati liberi di galoppare in altre praterie di espressione.

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E' chiaramente una storia celebrativa, senza pretese, ma disegnata splendidamente da un Galep che sta vivendo il culmine della sua abilità. Ricordo che quando la lessi, rimasi perplesso del fatto che Carson e Brandon paiono essersi già conosciuti...

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  • 3 anni dopo...

Storia di intento puramente celebrativo, che risulta appieno come tale in virtù della partecipazione di tre dei principali comprimari occasionali di Tex e dei suoi pards. La trama di per sé non presenta nulla di memorabile, non fosse appunto per la presenza di Jim Brandon, Gros-Jean e Pat Mac Ryan che contribuiscono (in particolare gli ultimi due, devo dire) a rendere l'andamento della storia un po' meno prevedibile ed a regalare qualche gag. L'obiettivo di andare a stanare in Messico Matias e la sua banda di predoni riesce appieno, grazie anche alla collaborazione dei tre amici nelle fasi preliminari di individuazione del covo della banda, inoltre non ho mai avuto la sensazione che i Nostri siano mai stati davvero in difficoltà.

 

Per quanto figlia di una sceneggiatura senza troppe pretese, questa storia rimane forse l'unica veramente riuscita tra quelle "celebrative" (fino almeno al recente numero 700), poiché l'unica in grado di assolvere appieno a tale funzione (vero anche che, forse, GLB non prevedeva che Tex sarebbe andato tanto avanti negli anni). Superba la prova ai disegni di Galep, anche se secondo me l'idea di raffigurare Brandon con la sua divisa d'ordinanza da ufficiale delle Giubbe Rosse non è stata delle più felici, avendo egli comunque agito in un paese straniero.

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Sono d'accordo sulla critica riguardo all'abbigliamento di Jim Brandon, su cui sorvoliamo proprio perché è un numero celebrativo, nel quale GLB ha voluto riunire i tre personaggi più importanti fra gli amici dei quattro pard. La loro presenza è per così dire accessoria, l'abbigliamento è quello classico per renderli immediatamente riconoscibili e riconducibili al mondo di Tex. Per quanto riguarda gli altri numeri con lo 00 finale, sì sono stati spesso episodi non felicissimi, ma io elogio invece il 600 con "I demoni del Nord", per la copertina, la trama e per un Ticci ancora al massimo.

Modificato da San Antonio Spurs
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, San Antonio Spurs dice:

io elogio invece il 600 con "I demoni del Nord", per la copertina, la trama e per un Ticci ancora al massimo

 

Vero, avrei voluto e dovuto citarlo anche io tra i numeri 00 meglio riusciti, me ne sono dimenticato...

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L'albo usci all'inizio del '69 con grandissima attesa di noi lettori, anche e forse soprattutto perché era a  colori. 

La storia non era granché, più che altro la celebrazione di Tex assieme ai pards, "dimenticando" volutamente Montales forse per rendere omaggio al film 

 "I magnifici sette". Ricordo che rimasi deluso sia per la storia, che per i colori, che, a mio modo di vedere, su Tex ci stanno come i cavoli a merenda. 

Voto al tutto 6 di stima. 

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Fra l'altro fu un numero che uscì in mezzo ad una serie straordinaria, quella che io ritengo un'età dell'oro. Dopo l'esordio di Ticci, la lunga avventura in Florida contro Mefisto. Una 

breve pausa di storie "normali" e poi a raffica dal 101 il Signore degli Abissi e la vendetta contro gli assassini di Lylith, e poi ancora almeno venti albi capolavoro, fra cinesi, malviventi nel loro covo,  il massacro di Goldeena, Tra due bandiere, Sulle piste del Nord e Yama. Direi che i primi anni '70 rappresentano un eccezionale concentrato di qualità, probabilmente mai più eguagliato, nella concentrazione di capolavori. Dal numero 90 al 130, siamo al top sia come sceneggiature che come disegnatori. Ovviamente in riferimento all'epoca GLB/Galep ed altri  Lieto che fra gli illustratori di allora Ticci sia ancora, per me, un Must.

 

 

Modificato da San Antonio Spurs
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Con gli anni, ho molto rivalutato questa storia. Alla fine, è una festa, dove Tex invita i suoi amici...

 

(Montales ci sta che non fosse invitato, era apparso l'ultima volta decenni prima, il suo fu un ritorno dal passato al livello del ritorno di Tesah...)

Modificato da Diablero
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  • 4 mesi dopo...

L'albo che mi appresto a commentare fu speciale davvero, non tanto per la storia in sé, che per vari motivi si presenta alquanto leggerina e non certo epocale, ma soprattutto per quel che rappresentò per la saga e la casa editrice in generale. Sergio Bonelli, nelle sue rubriche, non ha mai nascosto quanto il raggiungimento di un simile traguardo, nel 1969 fosse un'impresa titanica da festeggiare con i botti. Col senno di poi, ogni record editoriale è stato frantumato dal nostro inossidabile Tex, ma allora, raggiungere il numero cento e ventuno anni di vita editoriale per il personaggio fu davvero straordinario. Già l'aria di festa si respira nella copertina: una rivisitazione pittorica personale di un vecchio manifesto di Bogart, a opera di un Galep ispirato e in piena forma. Al tutto si aggiunse il colore, aspetto totalmente straordinario in quel contesto e Bonelli senior, per non essere di meno, tirò fuori una trama particolare che vede la presenza in contemporanea di tre amici importanti quali Jim Brandon, Gross Jean e Pat Mac Ryan. Il soggetto è esile e la sceneggiatura risente forse del limite di foliazione, tutto sommato l'episodio assolve appieno il suo compito celebrativo e funge da apripista al periodo d'oro della serie. Pazienza per l'assenza di Montales, cosi come per la non eccessiva incidenza di Matías e i suoi predoni, tutto sommato la storia intrattiene e diverte, grazie anche alle gag dei due energumeni e un Tex tirato a lucido. Meglio comunque la prima parte, dove i sette castigatori smantellano il servizio d'informatori della banda, che la parte finale in cui Matías viene sconfitto. Qui un po' la velocità con cui si risolve la faccenda disturba un po'. Sull'errore di rappresentare Jim Brandon in divisa d'ordinanza in Messico se ne è già parlato e condivido, non meno curioso quello di rappresentare Cochise giovanissimo e con tanto di chioma nera. A dire il vero anche Bonelli incappa in due leggerezze, a mio avviso: la prima al forte dove l'ufficiale senza uno straccio di prova in fondo, avalla la tesi di Tex in merito alla colpevolezza della guida indiana, ma ancor più insolita, a mio avviso, la scena in cui Tex spara bellamente alle spalle di Runyon senza crearsi problemi. Di solito cerca prima di fermare l'avversario, magari ferendolo o sparando al cavallo, qui, forse avendo fretta, lo liquida in un amen e buonanotte! Comunque sono dettagli che poco incidono in una prova celebrativa e sebbene "Super Tex" la reputo un gradino sotto all' Idolo di Cristallo" la piena sufficienza di valutazione è raggiunta. I disegni di Galep sono ottimi e maestosi come sempre e sebbene la colorazione piatta e "pittoresca" dell'epoca non giova al miglioramento della prova grafica, l'indimenticato maestro si ritaglia il giusto merito nella festa del nostro ranger. D'altronde il suo continuo contributo fu alla base del successo di allora visto che senza lui, un simile traguardo era arduo raggiungerlo. Chiudo con l'ennesimo aneddoto personale legato all'episodio: la prima volta che lessi la storia non fu su un albo ufficiale, bensì nel diario scolastico che nei primi anni novanta fu prodotto e che acquistai immediatamente appena lo vidi in cartoleria. Già amavo Tex e poi la splendida copertina “dell'Enigma del feticcio” che capeggiava in cima al diario, fu l'ennesima folgorazione. Ricordo che l'episodio in B/n era suddiviso per strisce sotto ogni pagina destinata a segnare i compiti delle lezioni. Solo alla fine di ogni mese si trovava una pagina completa, comunque era un'idea originale per passare un anno in compagnia di Tex e cercare di attirare giovani lettori. Un'idea molto più suggestiva rispetto alle operazioni di marketing attuale. Il mio voto finale è 6

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<span style="color:red">17 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

 Sergio Bonelli, nelle sue rubriche, non ha mai nascosto quanto il raggiungimento di un simile traguardo, nel 1969 fosse un'impresa titanica da festeggiare con i botti. Col senno di poi, ogni record editoriale è stato frantumato dal nostro inossidabile Tex, ma allora, raggiungere il numero cento e ventuno anni di vita editoriale per il personaggio fu davvero straordinario.

Ricordo personale. Sergio, giustamente, enfatizzava molto questo storico traguardo, ma tra noi ragazzi, ed allora eravamo veramente tanti, questo traguardo era solo un passaggio verso nuove avventure e nuovi traguardi. Non dico pensare al numero 700 e più, ma per noi a quei tempi, Tex sarebbe durato ancora per tantissimi anni. 

E, lo dico con gioia, ci avevamo visto giusto. 

  • +1 2
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  • 6 mesi dopo...

Storia discreta, certamente celebrativa e senza troppe pretese. GLB riunisce quasi tutti gli amici di Tex in una storia troppo breve per dare risalto a tutti, ma comunque la vicenda funziona.

Soprattutto funziona Tex, che è quello dei tempi migliori, ossia uno che per far parlare i farabutti gli mette senza troppi complimenti una corda al collo, li pesta come un tappetino e gli incendia la proprietà.

Storia, dunque, che scorre. In diversi punti c'è troppa fretta, lo spazio è poco, non tutto è coerente e realistico, ma insomma, ci si può anche divertire.

Galp al suo meglio, bravissimo. Nulla in comunque con quello sfiancato e malato degli ultimi tempi.

GLB 6.50

Galep 8

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  • 1 mese dopo...

Una curiosità che non ricordavo: nel 1989 per Pigna uscì un Diario di Tex contenente questa storia, ma in bianco e nero e penso che questa versione - che con il senno di poi e con 50 e passa anni dopo mi piace più della versione colorata - non sia mai stata proposta altrove. 
P.S. Con questo intervento raggiungo il numero di albi mensili, due bis inclusi.:inch:

Modificato da San Antonio Spurs
  • Grazie (+1) 1
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