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TWF - Tex Willer Forum

[98/99] La Sconfitta


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Viste le polemiche feroci delle ultime settimane non replico a coloro che parlano di "mediocrit?" riguardo alle storie di GLB e della "particolare difficolt? a digerirle"... ognuno di noi può trarre le sue conclusioni e pensarla naturalmente come si vuole. Su un punto, però, dissento a tutta forza e pianto la bandiera : NON SI PUO' definire " TEXIANO" chi non possiede o almeno non ha letto tutti gli albi. I buchi o le voragini nella collezione non hanno alibi di sorta. Su questo NON cambio idea.@ La Sconfitta..... formidabile, indimenticabile ed imperdibile avventura !!!!!!!!!!!!!!

@Cheyenne: l'indiano che hai postato con l'intento di colpirmi non mi pare, a prima vista, un'aquila e quindi confido che non abbia una buona mira: in questo ci vedo desiderio di vendetta da parte tua mitigato da una indubbia benevolenza nei miei confronti :D@Havasu: oggi ne ho letta un'altra, che proprio non mi è piaciuta (Il figlio di Cochise). Che rispondere alla tua affermazione? Credi che per questo io non sia texiano? Ok, non lo sono :trapper:
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Sicuramente non siamo qui per misurare la texianit? di un lettore; bisogna oltretutto tenere conto del fatto che non tutti si sono avvicinati a Tex nello stesso periodo. In ogni caso nessuno può presumere di giudicare un altro.

@Cheyenne: l'indiano che hai postato con l'intento di colpirmi non mi pare, a prima vista, un'aquila e quindi confido che non abbia una buona mira: in questo ci vedo desiderio di vendetta da parte tua mitigato da una indubbia benevolenza nei miei confronti :D

sisi :lol2:
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Come dovrebbe accadere sempre, gli interventi vanno letti bene ed interpretati . Il mio "punto fermo" riguardo la "Texianit?" non si riferisce ad un singolo individuo, bensì è un discorso astratto che qualche post in qs discussione mi ha indotto a puntualizzare. Un appassionato di Star Trek non può, secondo me, definirsi "Trekker", o "Trekkie". se non ha visto tutte le serie ed i film, cos1 come un fan di "Guerre Stellari" per la sua saga preferita. Spostandoci nel campo dei romanzi, una persona che legge saltuariamente la Cornwell/Scarpetta o Cussler/Dirk Pitt, non può, a mio avviso, valutare il personaggio, le trame, gli apetti psicologici ecc.. ecc., delle saghe in questione. E così è per Tex . Se, per cause varie e tutte giuste, per carit?, non si sono letti gli albi sceneggiati da GLB NON si può comprendere appieno l'evoluzione del personaggio, il percorso culturale, politico, morale che negli anni, anzi nei decenni, lo ha contraddistinto. Oggi la lettura di un fumetto rimane un passatempo, ma l'attenzione che si ha ai dettagli, al contesto storico, alla consecutio, ai disegni, alle sceneggiature è quasi maniacale e questo Forum ne è la prova. L'essersi accostati a tutti gli albi consente un giudizio più equilibrato, più completo e più articolato sul personaggio Tex Willer e sulle avventure passate, presenti e future.@Leo, anche a me "Il figlio di Cochise" non è mai piaciuto.

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Come dovrebbe accadere sempre, gli interventi vanno letti bene ed interpretati . Il mio "punto fermo" riguardo la "Texianit?" non si riferisce ad un singolo individuo, bensì è un discorso astratto che qualche post in qs discussione mi ha indotto a puntualizzare. Un appassionato di Star Trek non può, secondo me, definirsi "Trekker", o "Trekkie". se non ha visto tutte le serie ed i film, cos1 come un fan di "Guerre Stellari" per la sua saga preferita. Spostandoci nel campo dei romanzi, una persona che legge saltuariamente la Cornwell/Scarpetta o Cussler/Dirk Pitt, non può, a mio avviso, valutare il personaggio, le trame, gli apetti psicologici ecc.. ecc., delle saghe in questione. E così è per Tex . Se, per cause varie e tutte giuste, per carit?, non si sono letti gli albi sceneggiati da GLB NON si può comprendere appieno l'evoluzione del personaggio, il percorso culturale, politico, morale che negli anni, anzi nei decenni, lo ha contraddistinto. Oggi la lettura di un fumetto rimane un passatempo, ma l'attenzione che si ha ai dettagli, al contesto storico, alla consecutio, ai disegni, alle sceneggiature è quasi maniacale e questo Forum ne è la prova. L'essersi accostati a tutti gli albi consente un giudizio più equilibrato, più completo e più articolato sul personaggio Tex Willer e sulle avventure passate, presenti e future.@Leo, anche a me "Il figlio di Cochise" non è mai piaciuto.

Ma io, nel caso specifico, ho letto tanto di GlB, anche se ammetto che ho molti buchi nel primo centinaio. Il problema, Havasu, è che anche storie che hanno fatto tanto per caratterizzare il personaggio (una tra tante, La Legge del più forte), le amo appunto perchè hanno contribuito a delineare la figura di Tex, ma non le amo troppo come storie in quanto tali. Le trovo a volte verbose, a volte inutilmente allungate (tipo La Cella della morte, o Terra Promessa); insomma, preferisco più una bella storia con un Tex moderato che una storia che mi piace di meno con un Super Tex. Forse non posso definirmi texiano (non ne ho la pretesa); sono un appassionato del Tex che, come giustamente ha detto Cheyenne, ho conosciuto io (da fine anni '80 in poi).
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Mah, io non sono troppo d'accordo con Havasu, che forse per Texiano intende "esperto di Tex". Sinceramente preferisco applicare il termine alla passione per il personaggio e al piacere nel leggerlo, e quindi penso che si possa diventare texiani già al primo albo, se con quello scatta una scintilla che fa venir voglia di continuare. Ci possono essere diversi motivi per cui non si hanno, o addirittura non si sono mai letti, tutti gli albi. Personalmente non ho tutta la serie regolare, anche se nel corso degli anni ho letto tutti i numeri usciti, e in quanto agli speciali mi manca qualche Texone, diversi Maxi, e praticamente tutti gli almanacchi tranne due. Ma mi sento texiana fino in fondo ;)

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Per chiudere la parentesi, oltre ad essere fermo sulla mia opinione, aggiungo che un texiano duro e puro, inteso come esperto/appassionato/fan/tifoso/critico/forumista, non certo uno che gira in camicia gialla con Stetson e Colt, dovrebbe essere un collezionista, cioè possedere tutti i Tex, almeno quelli della serie regolare : avrebbe l'opportunità di leggere e rileggere un'avventura, magari cambiando opinione su di essa, mantenendo così un elevato livello di recensione anche per le storie future. Tornando a "La sconfitta", ricordo quando mio padre m port? a casa l'albo nell'Epifania del 1969... avevo sette anni e mezzo. Rimasero impressi nella memoria, oltre al duello, l'ingresso di Tex ferito e malconcio nel saloon..."Posso bere anch'io, bastardo è "..." E adesso voltati e preparati a morire ! ".... Ancora oggi da brivido. Qualcuno si era accorto di qualche tavola di Muzzi alternata a quelle di Galep ?

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per restare in topic, direi che la storia "La Sconfitta" è davvero un bell'albo. E' un periodo di Tex che suggerisco a Leo. Le storie che vanno dalla fascia 40-100 sono meno verbose delle altre. E' un Tex pimpante e grantico come sempre, ma forse complice anche il formato in cui uscirono queste storie si lasciano leggere che è un piacere. "La Sconfitta" è un'avventura di formato tradizionale, che è poi quello attuale delle famigerate 114 pagine, ma ha un ritmo ben calibrato e personaggi delineati bene. Poi sulla texanietà o meno penso che bisogna prendere questo fumetto come un classico alla Verne o alla Dickens. Tex è un immensa biblioteca a piani. Nei piani bassi ci sono i libri più antichi, quelli che hanno generato tutto e che vanno letti per capire meglio i piani successivi, i libri moderni. Le storie odierne hanno un ritmo attuale che giustamente può affascinare di più. Però da cultore di Tex penso che le prime storie bonelliane, come "Il Tranello" per fare un esempio, sono capolavori fumettistici sia per quanto riguarda la storia che i disegni. Dall'assedio che subiscono Tex e Gross Jean, con quei cannoni caricati a chiodi, c'è tutta la genesi di cui parlo: da l' nasce tutto, da quel fumetto che riesce ad avvincerti e a commuoverti pure, da quella storia fluiranno sparatorie ben più complesse, assedi storici come quelli degli albi "Tragico Assedio" o "Sfida sulla Sierra" di Boselli-Marcello ma Tex nasce l', da Galep e Bonelli e dalle sue classiche avventure. Poi i gusti sono personali. Anch'io oggi rileggo alle volte a fatica certe storie che da bambino mi avevano entusiasmato di più ma quando mi lascio andare, quando leggo quei dialoghi, quando vedo Tex che fa lo sbruffone, s'impone, ha la meglio, quando avverto quella coralità che ha con i suoi pards e che mi ricorda tanto I Tre Moschettieri e D'Artagnan, rivedo gli ideali con cui sono cresciuto: l'amicizia, la fratellanza, la giustizia. Cose, valori, che nel Tex di GLB sono ben presenti e che ti fanno pensare all'avventura da vvere inn ogni istante insieme a lui... come con un amico. Tex ormai è memoria collettiva, come le canzoni di Battisti, i films di Tot?, i libri di Dumas, Salgari e Verne, ma anche il libro Cuore, perchè no? Tex è qualcosa che non avrà mai un tempo preciso, qualcosa che trascende e va oltre, nonostante Tex viva oggi, esca adesso nelle edicole, si stia ancora formando ed evolvendo... ma è tutto un divenire. Un bel divenire, e speriamo duri sempre di più. In fondo Tex ?, bene o male, la nostra infanzia.

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per restare in topic, direi che la storia "La Sconfitta" è davvero un bell'albo. E' un periodo di Tex che suggerisco a Leo. Le storie che vanno dalla fascia 40-100 sono meno verbose delle altre. E' un Tex pimpante e grantico come sempre, ma forse complice anche il formato in cui uscirono queste storie si lasciano leggere che è un piacere. "La Sconfitta" è un'avventura di formato tradizionale, che è poi quello attuale delle famigerate 114 pagine, ma ha un ritmo ben calibrato e personaggi delineati bene. Poi sulla texanietà o meno penso che bisogna prendere questo fumetto come un classico alla Verne o alla Dickens. Tex è un immensa biblioteca a piani. Nei piani bassi ci sono i libri più antichi, quelli che hanno generato tutto e che vanno letti per capire meglio i piani successivi, i libri moderni. Le storie odierne hanno un ritmo attuale che giustamente può affascinare di più. Però da cultore di Tex penso che le prime storie bonelliane, come "Il Tranello" per fare un esempio, sono capolavori fumettistici sia per quanto riguarda la storia che i disegni. Dall'assedio che subiscono Tex e Gross Jean, con quei cannoni caricati a chiodi, c'è tutta la genesi di cui parlo: da l' nasce tutto, da quel fumetto che riesce ad avvincerti e a commuoverti pure, da quella storia fluiranno sparatorie ben più complesse, assedi storici come quelli degli albi "Tragico Assedio" o "Sfida sulla Sierra" di Boselli-Marcello ma Tex nasce l', da Galep e Bonelli e dalle sue classiche avventure. Poi i gusti sono personali. Anch'io oggi rileggo alle volte a fatica certe storie che da bambino mi avevano entusiasmato di più ma quando mi lascio andare, quando leggo quei dialoghi, quando vedo Tex che fa lo sbruffone, s'impone, ha la meglio, quando avverto quella coralità che ha con i suoi pards e che mi ricorda tanto I Tre Moschettieri e D'Artagnan, rivedo gli ideali con cui sono cresciuto: l'amicizia, la fratellanza, la giustizia. Cose, valori, che nel Tex di GLB sono ben presenti e che ti fanno pensare all'avventura da vvere inn ogni istante insieme a lui... come con un amico. Tex ormai è memoria collettiva, come le canzoni di Battisti, i films di Tot?, i libri di Dumas, Salgari e Verne, ma anche il libro Cuore, perchè no? Tex è qualcosa che non avrà mai un tempo preciso, qualcosa che trascende e va oltre, nonostante Tex viva oggi, esca adesso nelle edicole, si stia ancora formando ed evolvendo... ma è tutto un divenire. Un bel divenire, e speriamo duri sempre di più. In fondo Tex ?, bene o male, la nostra infanzia.

Un applauso per il bellissimo commento, Ulzana ::evvai:: Vibrante, commovente e incisivo. Chapeau. Sto cominciando la rilettura delle storie più datate, anche se, caro Havasu :trapper: , non ce le ho tutte...
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Anche io trovo molto bello e vibrante il commento di Ulzana e anche io - che, tra l'altro, appartengo alla stessa generazione - associo molti albi di quel periodo a ricordi dell'infanzia. E' inevitabile che - anche a prescindere dal valore delle storie (che spesso, comunque, è notevole, come nel caso de La sconfitta) - quelli come me le vivano e le ricordino con un trasporto molto intenso. Condivido tutti i giudizi positivi sulla storia e sul Tex che in essa agisce da par suo. Voglio solo aggiungere che è un peccato che in essa Carson non sia presentato in modo coerente. Mi spiego: per buona parte dell'albo Carson è un degno compagno d'armi di Tex. Basta guardare, ad esempio, ciò che riesce a fare nello scontro con i cowboys, seguendo la tattica dello "spara e scappa": in due vignette, con una sventagliata di colpi neutralizza tre avversari contemporaneamente (roba da spaghetti western, per capirci). E poi? e poi, nel finale, più nulla. Assiste inerte allo sleale ferimento dell'amico da parte di Ruby Scott, resta passivo quando accorre da lui, non ha la bench? minima reazione che ci si aspetterebbe in un caso del genere. Sarebbe stato logico che fosse lo stesso Carson a farla pagare al gunman meticcio. Questo avrebbe rubato il gran finale a Tex? e allora perchè creare questa situazione? In definitiva, secondo bisogna che, pur nella diversit? delle storie e degli autori, ci sia una linea "autoriale" coerente. Se Carson è "quasi" alla pari del grande Tex, se ne deve tenere debito conto nelle varie vicende, evitando quelle oscillazioni tra un Carson valoroso e un Carson spalla comica.

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Anche io trovo molto bello e vibrante il commento di Ulzana e anche io - che, tra l'altro, appartengo alla stessa generazione - associo molti albi di quel periodo a ricordi dell'infanzia. E' inevitabile che - anche a prescindere dal valore delle storie (che spesso, comunque, è notevole, come nel caso de La sconfitta) - quelli come me le vivano e le ricordino con un trasporto molto intenso. Condivido tutti i giudizi positivi sulla storia e sul Tex che in essa agisce da par suo. Voglio solo aggiungere che è un peccato che in essa Carson non sia presentato in modo coerente. Mi spiego: per buona parte dell'albo Carson è un degno compagno d'armi di Tex. Basta guardare, ad esempio, ciò che riesce a fare nello scontro con i cowboys, seguendo la tattica dello "spara e scappa": in due vignette, con una sventagliata di colpi neutralizza tre avversari contemporaneamente (roba da spaghetti western, per capirci). E poi? e poi, nel finale, più nulla. Assiste inerte allo sleale ferimento dell'amico da parte di Ruby Scott, resta passivo quando accorre da lui, non ha la bench? minima reazione che ci si aspetterebbe in un caso del genere. Sarebbe stato logico che fosse lo stesso Carson a farla pagare al gunman meticcio. Questo avrebbe rubato il gran finale a Tex? e allora perchè creare questa situazione? In definitiva, secondo bisogna che, pur nella diversit? delle storie e degli autori, ci sia una linea "autoriale" coerente. Se Carson è "quasi" alla pari del grande Tex, se ne deve tenere debito conto nelle varie vicende, evitando quelle oscillazioni tra un Carson valoroso e un Carson spalla comica.

Trovo corretto quello che dici su Carson. Anche a me aveva fatto storcere un po' il naso la passivit?, quasi ignavia, di Carson nel finale. E' vero che avrebbe rubato la scena a Tex se fosse intervenuto, ma è anche vero che così è stridente la "non-scena" di Carson.
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Carson non è mica un robot programmato per la vendetta! Era più importante l'amico ferito!Sul fatto che non abbia dato segni di particolare emozione, io ricordo una scena, su cui tra l'altro avevo fatto anche un commento, riguardo ad una storia più datata di questa, credo che fosse "Dodge City", quando Carson viene tramortito dal rinnegato Sterling e Tex, quando sopraggiunge con il figlio, vede il corpo e pensa che il suo pard sia stato ucciso. In quell'occasione non si percepisce dolore da parte di Tex o di Kit, ma se Carson fosse stato morto? O se lo fosse stato Tex dopo il duello con Ruby? Qualcuno può avere dubbi su ciò che sarebbe successo? :colt:

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Qualcuno può avere dubbi su ciò che sarebbe successo? :colt:

Nessun dubbio, Cheyenne. E' solo che, da buon fan di Carson, ogni tanto spero che il Vecchio Cammello assurga a protagonista e riesca anche laddove non è riuscito Tex. ;)
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  • 2 settimane dopo...

Cheyenne, sè, secondo me l'occasione era proprio giusta. Certo, si può dire che di occasioni sprecate ce ne sono state parecchie, negli oltre 600 albi. Non vale la pena ricordarli (la storia non si fa con i se ... anche se a volte è un esercizio affascinante) ma spero che prima o poi si colmi anche questa lacuna (intendo, di un duello singolo per Carson). Ci è andato molto, molto vicino Mauro Boselli ne Il passato di Carson e ne I giustizieri di Vegas. Forse ci si arriver?, però - accidenti! - quanta attesa! E dire che la cosa non sarebbe poi così eccezionale per un ranger presentato come un eroe leggendario quasi al pari di Tex.

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  • 9 mesi dopo...

Una delle migliori storie del primo centinaio di Tex. La parte saliente vede il nostro ranger prima sconfitto in duello grazie al trucco dello "swiwel", ma poi , pur se ferito, ottenere la sua vendetta su Ruby Scott. Essendo cresciuto con il Tex di Nizzi e Boselli, anche io fatico un pochino a comprendere il Tex originale creato da GLB... mi sembra un ranger a troppo sicuro di sè, troppo superuomo, quasi antipatico. Tutte queste caratteristiche comportamentali del Tex Gian Luigi Bonelliano diventano i veri punti di forza di questa storia. Ci vuole un Tex sicuro di sè per riprendersi dalla sconfitta e seppur ferito, dare a Ruby Scott quello che si merita, perchè Tex Willer non accetta la sconfitta, specie se con il trucco. Secondo me il duo Nizzi/ Villa si è in parte ispirato a questa vicenda quando ha costruito il bellissimo duello tra Tex e Joe Galvez ne "l'uomo senza passato", proprio a sottolineare ancora una volta che, nonostante sia ferito, Tex è il n.1 e ti becca sempre. Non mi è piaciuto invece il suicidio di Baker padre alla fine della vicenda, che reputo un pochino eccessivo. Buoni i disegni d Galep. Soggetto:9Sceneggiatura:9Disegni:8Voto finale alla storia:9

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  • 6 anni dopo...

Storia breve e atipica, ma al contempo molto interessante e ben scritta. L’esempio di quanto G.L. Bonelli sapesse districarsi anche su trame non del tutto convenzionali. Il soggetto in fondo è basilare: il solito figlio di papà con le pigne nel cervello, rampollo di un prepotente ancor più odioso, convinto di poter fare il bello e il cattivo tempo sull’intera comunità di Silver Bell. La prima parte della storia non ha nulla di eccessivamente particolare, visto che s’incentra sulla punizione di Tex nei confronti del giovane Baker e la successiva rappresaglia per vendetta degli uomini di quest’ultimo, che andranno comunque incontro al piombo dei due pards. Ordinaria amministrazione, direte, eppure il grande Bonelli tira fuori il proverbiale coniglio dal cilindro, arricchendo la parte finale con tanti colpi di scena e personaggi memorabili, facendo far il salto di qualità a quella che in apparenza, sembrava solo una storiellina insipida e poco originale. Non è certo la prima volta che i nemici di Tex assoldano pistoleri prezzolati per farlo fuori, la lista sarebbe lunghissima e potrebbe riempire un volume dello spessore di “Guerra e Pace”, ma bisogna dire che quasi nessuno riesce ad andare vicino dal compiere la missione come Ruby Scott. L’ineffabile meticcio vestito di nero con tanto di giacca ornata da monete d’argento, sapientemente tratteggiato dai pennelli di Galep, con lo sporco trucco della fondina rotante, ferisce seriamente Tex nel duello sulla main street. Tex sconfitto, questa sì che è una notizia e che ciò avvenga dalla penna di Bonelli senior fa ancor più effetto. Una sconfitta nata dalla slealtà, ma pur sempre un epilogo inatteso del duello. Ovviamente la soddisfazione di Scott ha brevissima durata, visto che Tex, contravvenendo ai moniti del medico, ancora parzialmente svestito, otterrà la sua vendetta con la sola mano sinistra, dimostrando che senza il trucco dello swivel un simile avversario se lo beve come un caffè nero e forte. Ruby Scott è in fondo solo un vigliacco, ma col suo gesto, non previsto da Tex, si ritaglia un ruolo importante nella saga. Ma l’episodio ci regala sui titoli di coda altri due colpi di scena memorabili: il primo la fiera vendetta della bella Sahuara, che impiomba l’odioso Baker Jr. ritenendolo responsabile della morte dell’amato e la successiva follia del vecchio Baker, che dopo aver appreso della morte del figlio, si lascia morire tra le fiamme, in una scena di forte impatto.

Anche molto interessante la figura del soprastante Keno, che si rivela una persona coscienziosa e di buon senso, stupendo positivamente Tex con il suo gesto di avvisarlo dell’arrivo del macabro Scott a Silver Bell. Solo Bonelli riusciva a condensare tante emozioni in pochissimi tavole, il tutto sempre arricchito dai consueti dialoghi splendidi e ritmo narrativo serrato e mai noioso. Che dire poi dei disegni di Galep: semplicemente splendidi. Un regista visivo d’eccezione che su punta di pennino dà corpo alla fantasia di Bonelli e ci dona tavole molto dinamiche ed espressive. Un tratto classico ma altamente elegante, molto efficace nella recitazione dei personaggi e diretto, con pochi fronzoli e tanta sostanza. Capisco che le giovani leve di lettori facciano fatica a metabolizzare uno stile molto lontano dai canoni grafici moderni, ma commettono un errore notevole nel sottovalutare l’indispensabile e (imprescindibile!) contributo del compianto maestro alla celebre saga di Aquila della Notte. Galep non è solo il papà di Tex, è qualcosa di più e, a mio avviso, senza la sua preziosa opera, son certo che non ci sarebbe stato né Tex né il grande successo. Che poi nel mio piccolo, posso dire che ricopiare i suoi disegni imitandone lo stile è di una difficoltà innata, d’altronde se lo è per mostri sacri come Villa, figurarsi per piccoli scarabbocchiatori amatoriali come il sottoscritto. Chiudo con due piccole curiosità riscontrate durante la rilettura. Nelle tavole 66 e 67 dell’albo “La sconfitta” Galep disegna lo sceriffo Andy Ross molto più magro rispetto alla caratterizzazione grafica data fino a quel momento e pure dopo; semplice svista? Solo io vedo la mano di Muzzi nella quarta e quinta vignetta di pag. 38, nella quarta di pag 39 e nella seconda di pag. 40? Correzioni redazionali o un mio banale abbaglio? Il mio voto finale è 8  

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  • 10 mesi dopo...

Riletta oggi un pò di fretta, dopo decenni.

Storia che indubbiamente funziona, probabilmente un tipo di storia molto invecchiata però. Il solito prepotente che spadroneggia in paese, a un certo punto arrivano Tex e Carson e sistemano la faccenda. Vi è però la novità del Killer che bara al duello e che rischia di accoppare Tex, il quale poi fasciato e ricoperto di cerotti, si alza dal letto di dolore e lo uccide. Un tipico GLBonelli, un Tex quindi che si batte solo con l'imbroglio e però poi arriva la terribile vendetta. C'è una certa drammaticità nel ferimento di Tex, che agli occhi del lettore pare morto, invece l'aspirante assassino accecato dal sole lo ferisce di striscio.

La polvere del tempo si sente, sul soggetto, sulla narrazione, ma si sente anche il carisma del creatore di Tex e la sua forza narrativa.

Galep molto bene, era in piena forma all'epoca.

Un 7 ai testi e un otto ai disegni, sempre restando ben presente dell'epoca e quindi del gusto.

Modificato da valerio
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<span style="color:red">30 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

Bhe essendo la storia uscita più di 50 anni fa, a parer mio un otto pieno ci sta tutto. 

Quello era il Tex di GLB - Galep e a 17 anni anche il mio! 

Ah beh era anche il mio, figuriamoci.

Dico solo che, OVVIAMENTE, si sente la polvere del tempo. Otto mi pare però eccessivo anche considerando l'epoca. E' vero che era l'inizio del periodo d'oro, ma era appunto...l'inizio. Dopo arrivarono storie migliori. Comunque certo, essendo una storia piuttosto breve (poco più di un albo), non è male e soprattutto si lascia ricordare per la vicenda della quasi uccisione di Tex.

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  • 1 anno dopo...

Allora...Il marchio di GLB con i dialoghi, l'azione e il saper far "respirare" i personaggi. Galep che tratteggia sapientemente Ruby Scott, mezzosangue che batte Tex in duello usando un trucco. Poi solita storia di prepotenti, di figli stupidi e viziati. Forse GLB tira un po' via la fine del vecchio Baker però tra Ruby ed i dialoghi il bicchiere è ampiamente mezzo pieno.

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Il 22/3/2013 at 14:56, Leo dice:

Non avevo mai letto questa storia, ma molta era la curiosità dopo aver letto l'appassionato articolo di Paco nel TWM del giugno scorso.

Riporto per intero la domanda che Paco pone e si pone all'inizio del suo articolo:

Pu? il Tex di Gian Luigi Bonelli, per definizione fumetto granitico e spacca tutto, che condensa nelle sue avventure azione a gog?, pestaggi, scazzottate e sparatorie a ripetizione, essere un qualcosa di ulteriore, diverso, più ?profondo??
Pu? quel Tex presentare storie in cui la psicologia dei personaggi, lo scavo nella loro personalit?, il dramma psicologico, risultano importanti quanto e più della componente avventurosa?
Pu?, insomma, quel Tex, non aver niente da invidiare ai fumetti più moderni e ?autoriali??
Indubbiamente la risposta è si!

Sto rileggendo, sia pure la sera e sia pure a fatica (per il sonno), le vecchie storie di GlB, e per ora posso dire che non ce n'? nessuna che mi abbia soddisfatto appieno. Il suo Tex "granitico e spaccatutto" mi diverte, ma (e qui mi aspetto strali) mi rendo conto che non mi appassiona davvero. Anche storie che mi avevano appassionato da ragazzino, oggi le trovo non più soddisfacenti come una volta (una su tutte, Gilas, ma anche pietre miliari come La cella della morte, Terra Promessa, ecc). Il mio non è un giudizio definitivo, ed anzi vorrei rileggere quelle storie, magari in un momento in cui la mia attenzione possa essere più alta di quella che posso prestare la sera a letto già annebbiato dal sonno e dalle fatiche quotidiane. Vero è che rileggere I Giustizieri di Vegas o Colorado Belle mi d' immensamente più piacere che rileggere la Cella della morte, che trovo insopportabilmente allungata. E non ne faccio neanche una questione di "datazione" della storia: Caccia all'Uomo o El Muerto sono altrettanto datate, eppure le adoro. Lo stile di Nolitta mi è molto congeniale, quel Tex più umano (i cui esiti sono meno scontati quindi di quelli di GlB) mi intriga e mi incuriosisce di più, lo sento più vicino. In questo non posso non dirmi d'accordo con l'intervento di Pippo scritto qualche post fa su questo stesso topic, e probabilmente Zagor come eroe mi sarebbe forse più gradito se solo non sconfinasse così spesso nell'inverosimile e addirittura nella fantascienza.

Questa lunga premessa per dire che La Sconfitta conferma e smentisce al contempo le mie sensazioni, e quindi già per questo è molto particolare: storia al solito divertente nel linguaggio (ma questo tipo di divertimento non mi basta più), si eleva di molto nel finale.

La conferma sta nel fatto che la storia si eleva con l'intervento di Nolitta, e con il suo suggerimento sulla sconfitta di Tex.

La smentita sta nel fatto che i personaggi (interamente GlBonelliani) di Keno (che è splendido nelle sue remore morali), Sahuara (personaggio epico) e del vecchio Baker (una mente già probabilmente malata colta da delirio di onnipotenza nel più tragico momento che possa vivere un padre) sono, pur nell'estrema sintesi e asciuttezza delle loro parole e dei loro pensieri, caratterizzati psicologicamente in maniera perfetta, drammaticamente perfetta, e qui non posso non essere d'accordo con Carlo Monni quando parla di psicologie ben scavate e azzarda un paragone con Shakespeare.

Credo che GlB abbia avuto il grandissimo e insuperabile merito di aver creato il personaggio e il suo mondo, ma credo che le storie più belle non siano state scritte da lui. Amo lo stile di suo figlio, di Nizzi (pur così vicino al suo), ovviamente di Boselli (per il quale ho una predilezione assoluta). Lo stile di Bonelli padre, oggi, mi appassiona poco. Ma storie come La Sconfitta mi fanno ricredere. Mi smentiscono. E, ovviamente, non posso che esserne felice.

Concordo su molte cose Leo. Ogni tanto leggo (e rileggo) GLB. Sono dialoghi freschi, essenziali, in alcuni momenti divertenti, schietti. C'è tanta azione. Alcune volte mi basta, altre no. In questa storia ci sono anche personaggi di contorno incisivi, c'è un bel cattivo.

Gli preferirò sempre il Bos però GLB ciclicamente lo devo leggere.

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Io invece non sono più d'accordo con il me stesso stanco di 10 anni fa. Molte storie di Glb non le ricordavo, e le stavo rileggendo la sera, distrutto da orari lavorativi all'epoca particolarmente impegnativi. 

 

Nel 2020 ho affrontato una rilettura di Glb, e oggi davvero non potrei ripetere quelle mie parole dell'epoca. ;)

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

Io invece non sono più d'accordo con il me stesso stanco di 10 anni fa. Molte storie di Glb non le ricordavo, e le stavo rileggendo la sera, distrutto da orari lavorativi all'epoca particolarmente impegnativi. 

 

Nel 2020 ho affrontato una rilettura di Glb, e oggi davvero non potrei ripetere quelle mie parole dell'epoca. ;)

Io invece sono sempre della mia idea come gusti e stile(Boselli) però ciclicamente ho bisogno delle scariche di GLB...😉😀

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On 7/16/2010 at 8:41 PM, Carlo Monni said:

E che dire dellla geniale idea del finale, dove la vittima della vendetta di sahuara non è colui che ha ucciso Ruby Scott ma colui che l'ha portato sul sentiero di Tex Willer, ovvero il givane Baker?Io direi che ci sono tutti gli elementi di un vero e proprio dramma, che a Shakespeare non sarebbe dispiaciuto adattare per il palco se fosse vissuto ai tempi nostri. :indianovestito:

Sahuara è uno dei tanti personaggi nelle storie di GL Bonelli che ha un contatto con un mondo "sovrannaturale" appena dietro un sottile velo, non fa "magie" nel grezzo senso comune oggi del "fantasy", non spara raggi fotonici: però "percepisce". Presentimenti, simboli, profezie, caratterizzano tutto il mondo di Tex per GL Bonelli (e su tutto questo purtroppo passera come uno schiacciasassi il "cattolicissimo" Nizzi che oltre a far sposare in chiesa Mefisto per far di lui uno stregone onesto che non vive nel peccato, si è premunito di cancellare più profezie possibile...)

 

E anche mentre Ruby Scott va a tendere la trappole che dovrebbe far preoccupare noi lettori, lei lo dice, che su di lui aleggia la morte: "RINUNCIA A SFIDARE AQUILA DELLA NOTTE". Il consiglio che avrebbe salvato un bel po' di gente dal camposanto...

 

Non è paragonabile il Tex di GL Bonelli con Zagor. Zagor è un uomo. Il Tex di GL Bonelli no. Sia pur fallibile, e a volte sconfitto (ma non da Ruby Scott: non ha potuto salvare la moglie, non ha potuto salvare Goldeena, non ha potuto salvare Apache Kid, queste sono le VERE sconfitte di Tex, non un banale "duello" con trucchetto...), Tex è la giustizia, è la voce di GL Bonelli, è la volontà del lettore (per questo Tex non può essere antipatico come lo rendeva Nolitta: un Tex che non fosse "la mano del lettore che desidera la giustizia", diventa lo sbirro odioso descritto da Nolitta...)

 

La vendetta di Sahuara è perfettamente logica e conseguente in questo mondo: il vero responsabile della morte di Ruby non è Tex: una volta che si è messo sulla sua strada per Ruby non c'è scampo. Ruby è già morto non appena accetta l'incarico. Per questo chi l'ha ucciso è chi gliel'ha dato.

 

 

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