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TWF - Tex Willer Forum

[471/472] La Collina Della Morte


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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voto alla storia  

35 utenti hanno votato

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

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Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Vìctor De La Fuente
Periodicità mensile: Gennaio / Febbraio 2000 

 

 

Ely Parker intende arrestare gli agenti indiani che affamano le riserve rivendendo gli aiuti governativi a biechi mercanti: farabutti come il vile Berkamp e lo sporco affarista Thompson che lucrano alle spalle degli Apaches di Joselito. I sakem delle tribù danneggiate devono recarsi a Washington per testimoniare, guidati da Tex e Carson, ma Parker ha una spia nel suo ufficio e gli speculatori, informati dell'imminente bufera, tentano di fermare la missione. Berkamp, catturato dai pards dopo un agguato fallito, viene ucciso dai suoi stessi soci prima che possa confessare!

 

 

 

 

 

© Sergio Bonelli Editore

 

 

 

 

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Washington D. C. Ely Parker, responsabile dell'ufficio per gli affari indiani, a deciso di dare il via ad una commissione d'inchiesta atta a demolire lo strapotere di agenti indiani corrotti e sordidi mercanti senza scrupoli. Per procurarsi dei testimoni attendibili, Ely Parker contatta i suoi amici Tex Willer e Kit Carson e chiede loro di reclutare alcuni capi indiani disposti a viaggiare verso la grande città bianca per denunciare le brutture commesse dagli agenti indiani. Purtroppo però il braccio destro di Perker, un bieco ometto di nome George Duglas, è il principale informatore di un grosso mercante, di nome Latimer e dell'agente indiano degli apache Berkamp, e li informa sia dell'imminente inchiesta governativa, sia dell'urgenza di bloccare il capo apache Joselito, che sarà uno dei principali testimoni assieme a Tex Willer, e i due rangers. Latimer e Berkamp non perdono tempo e compiono un agguato proprio mentre Tex e Carson stanno scortando Joselito dal suo villaggio alla riserva Navajo, dove li attendono altri capi indiani pronti a testimoniare. I nostri rangers e Joselito riescono però a salvarsi, anche grazie al provvidenziale intervento degli apache di Joselito; i manigoldi vengono schiacciati, Berkamp viene ferito e catturato ma purtroppo Latimer riesce a sfuggire. I nostri rangers, intenzionati a scoprire chi sia la talpa che ha informato Latimer e Berkamp dell'inchiesta contro di loro, che fino a quel momento era secretata, consegnano il ferito Berkamp ad una colonna di soldati e chiedono loro di scortarlo al forte e farlo curare in infermeria, promettendo inoltre che scortato Joselito al loro villaggio, sarebbero tornati per interrogarlo. Purtroppo però Latimer viene a scoprire la cosa e incarica un suo informatore al forte di uccidere Berkamp. Ciò fa si che quando i nostri ranger giungono al forte trovino solo il cadavere di Berkamp. Comincia così una lunga indagine che porterà Tex, Carson e i capi indiani a Washington D. C. la città dove si consumerà il tragico finale di questa vicenda!!!

Una storia a mio modo di vedere discreta. Nizzi ha ideato un buon soggetto, l'inchiesta contro gli agenti indiani corrotti, ma a mio avviso la sviluppata troppo in fretta perdondosi così diversi possibili spunti narrativi che avrebbero reso la storia sicuramente più avvincente. Inoltre, questa storia "un po' insipida" è "peggiorata" da un disegnatore che proprio non riesco a farmi piacere, Victor De La Fuente!!!
Tex e Carson, sebbene riescano a compiere agilmente i loro soliti numeri e a giocarsi discretamente bene le carte a loro disposizione, non brillano di luce propria in questa storia "politica". Anche i cattivi, Berkamp, Latimer e Duglas sanno un po' troppo di Deja Vu e non riescono a colpire in modo particolare la memoria del lettore, cosa che invece hanno saputo fare egregiamente altri cattivoni Nizziani.... Anche i capi apache, come Joselito o vecchio orso non risultano abbastanza incisivi forse anche perchè utilizzati molto poco....

Voto : 6

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  • 4 mesi dopo...

Personalmente amo molto le storie che riguardano i rapporti fra Washington e gli indiani.. peccato che non ce ne siano molte.. almeno io ricordo questa come la migliore, oltre ad ATTENTATO A WASHINGTON (anch'essa molto bella), e IL COMPLOTTO, che devo ancora leggere (magari ce ne sono altre?). Anche De La Fuente non mi dispiace.

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  • 5 mesi dopo...

:generaleS: anche a me il complotto e' una storia che mi e' piaciuta ma questa in oggetto non le regge molto in confronto forse perche' la vicenda ha del deja vu forse perche' non sono abituato allo stile di de la fuente e non ho dato che una superficiale visione a tutta la storia ma a parte questo forse e' una storia da dimenticare :colt:

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  • 1 mese dopo...
  • co fondatore

Storia pessima, in cui ormai Nizzi comincia a scantonare alla grande. Però qua e l' dei momenti passabili riesce ad averli ancora. L'impiegatino insospettabile, che all'epoca poteva apparire un colpo di scena, è invece una spia d'allarme che indica la via che prenderanno le future storie di Nizzi. De la Fuente dignitoso. TESTI: 5-DISEGNI: 7+

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  • 5 mesi dopo...

Non mi sembra una storia cosi' pessima come l'ha definita Mister p qui sopra. Seppur il soggetto ricalca alcune storie precedenti mi sembra un avventura che si fa abbastanza leggere con un Tex che fa a pugni senza nessun problema. Ordinaria con qualche ottimo spunto. L'unica pecca, a mio avviso, e' l'impiego di Kit e Tiger col singhiozzo. I due infatti sono impiegati solo per poche pagine. Un cameo. Sono completamente contrario a questo utilizzo col contagocce di questi due pards, molto frequente anche nelle ultime storie di Boselli. O si fanno partecipare in modo completo o si lasciano in riserva. Ritengo De La Fuente pochissimo adatto a Tex, e non solo per la difficolta' nel disegnarne il volto(infatti tutti i primi piani del ranger, in questa storia, sono da attribuire a Monti)ma per il suo stile che non apprezzo assolutamente. Storia:6,5Disegni:3

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  • 6 mesi dopo...

Nemmeno a me "La collina della morte" pare una storia così pessima, anche se, rispetto a tante altre trame incentrate su intrighi politico - affaristici ai danni degli Indiani ( come "Attentato a Washington" o il Texone "Fiamme sull'Arizona", con cui condivide il disegnatore, De La Fuente ), è difficile non considerarla meno riuscita. Non tanto, magari per lo snodarsi della trama, che è fluido e logico e non privo di momenti efficaci

come la scena in cui Tex, mentre è sul treno che lo porter? a Washington viene attaccato dai pistoleros dell'agente Macready e reagisce tirando fuori dal cilindro i suoi Navajos nascosti in un vagone merci, o la sequenza d'azione finale
, quanto per la mancanza di freschezza di personaggi e situazioni. Innanzi tutto, come era capitato in altri casi ( per esempio, "Il testimone" ) e capiter? anche in seguito, quello che per Tex è un giallo non lo è affatto per noi visto che sin dalle prime battute sappiamo benissimo chi non vuole riformare l'amministrazione delle riserve e perchè. Inoltre, come è stato puntualizzato su Ubc da V. Oliva in maniera un po' severa ma non infondata, Tex si salva dalla prima non imprevedibile situazione pericolosa che deve affontare con un "arrivano i nostri" un po' facile
: nonostante il "gruppo di fuoco" di Berkamp e Latimer aspetti per agire l'allontanarsi degli Apaches di Joselito, questi ritornano sul campo di battaglia in men che non si dica perchè avvertiti inopinatamente da alcuni pastori; nell'analoga scena di "Fiamme sull'Arizona" l'arrivo di Cochise coi suoi è del tutto casuale e avviene dopo che Tex e Carson si sono battuti usando fin l'utlima cartuccia contro nemici 10 - 15 volte superiori; qui invece, senza l'intervento degli Apaches, una dozzina di pistoleros avrebbero fatto terminare in quel canyon la pista dei due pards e di Joselito
. Anche i "cattivi", come è stato detto, non sono proprio molto memorabili o temibilissimi come personaggi
anche se la natura apparentemente inoffensiva di Douglas è determinante nel consentirgli di giocarsi fino all'ultimo le sue carte, un po' come avviene ne "Il figlio di Cochise", dove il corrotto affarista ferrroviario che d' il via all'azione si rivela infinitamente più pericoloso per Tex di tutti i suoi uomini d'azione
. I disegni di De La Fuente hanno il solito handicap dei volti di Carson e di Tex ( per quanto alcuni di questi ultimi siano stati ritoccati da Monti in modo da renderli più palatabili ); tuttavia, pensando a certe versioni dei due pards firmate da Font ( o da Mastrantuono e Wilson ) non mi pare sia troppo equo puntare il dito su De La Fuente come è stato spesso fatto; va poi aggiunto che i personaggi minori ( Ely Parker compreso ) sono IMHO ben rappresentati e che gli ambienti sono resi in maniera molto accurata ed elegante. In sintesi, per me:soggetto 6,5sceneggiatura 7 --disegni 7 +
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  • 2 anni dopo...

Una storia mediocre. Non entusiasma e non annoia troppo. Sale di livello nel secondo albo che si lascia leggere meglio. Mi sembra inoltre che ci siano un p? di cose da rivedere. Nel primo albo quando i nostri vengono attaccati da Berkamp e Thompson loro stessi dicono di dover lasciare allontanare gli Apache in modo che non sentano gli spari ma puntualmente vengono sentiti e tornano in aiuto. Si comprendono poi subito le intenzioni di Thompson di far fuori il compagno dopo essere scampato alla sparatoria con Tex. Il modo in cui Berkamp viene ucciso grazie alla sbornia della sentinella. Possibile che non ci siano altre sentinelle anche se notte e che il barista agisca inosservato? Bello il trucco dei Navajos nel treno per scampare all'attacco di Mcredy. Il finale ci può stare anche se forse un semplice personaggio che sta tra le scartoffie come fa a tenere in scacco Tex e Cerson anche se con Ely Parker come ostaggio? I disegni di De La Fuente non sono tra i miei preferiti. Voto 7 la tramaVoto 6/7 ai disegni

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  • 3 mesi dopo...

l'idea e' molto buona, ma sviluppata troppo in fretta a mio avviso, trovo molto bello ed attuale il discorso che fa' il capo indiano a tex sul caso della vita di citta'.... noche le critiche al treno , tra l'altro secondo voi tex porta a testimoniare capi di tribu' molto piccole o minori non trovate??? anche i cattivi poco incisivi e poco numerosi una machinazione del genere messa in piedi solo da 3 tipetti??'e' poco credibile dai !!per gli esperti, in quanti albi compare il diplomatico indiano amico di tex???

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l'idea e' molto buona, ma sviluppata troppo in fretta a mio avviso, trovo molto bello ed attuale il discorso che fa' il capo indiano a tex sul caso della vita di citta'.... noche le critiche al treno , tra l'altro secondo voi tex porta a testimoniare capi di tribu' molto piccole o minori non trovate??? anche i cattivi poco incisivi e poco numerosi una machinazione del genere messa in piedi solo da 3 tipetti??'e' poco credibile dai !!per gli esperti, in quanti albi compare il diplomatico indiano amico di tex???

Andando a memoria:Attentato a Washington (prima apparizione)Una pallottola per il presidente. Me ne sfugge sicuramente un paio che non ricordo.
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l'idea e' molto buona, ma sviluppata troppo in fretta a mio avviso, trovo molto bello ed attuale il discorso che fa' il capo indiano a tex sul caso della vita di citta'.... noche le critiche al treno , tra l'altro secondo voi tex porta a testimoniare capi di tribu' molto piccole o minori non trovate??? anche i cattivi poco incisivi e poco numerosi una machinazione del genere messa in piedi solo da 3 tipetti??'e' poco credibile dai !!per gli esperti, in quanti albi compare il diplomatico indiano amico di tex???

Andando a memoria:Attentato a Washington (prima apparizione)Una pallottola per il presidente. Me ne sfugge sicuramente un paio che non ricordo.
Dunque, la prima apparizione non è in "Attentato a Washington". Se non ho clamorosi cedimenti di memoria, la prima apparizione mi sembra sia in "Tucson!" (nn.211-213), su testi di GLB. Segue, sempre su testi del "pap?" di Tex, "Il complotto" (nn.219-220). Domani, dopo una controllata (alla mia memoria, non agli albi, che non ho qui a portata di mano), apporto eventuali aggiunte e correzioni.
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  • 4 settimane dopo...

Storia un po' sottovalutata. La trama propone situazioni lette abbastanza volte, tuttavia rimane godibile e piacevole. Presenta inoltre anche alcune scene "gustose" come Tex che mette in riga il galantuomo che criticava il "cattivo odore" degli indiani. Non sono neanche male le condanne del capo Joselito allo stile di vita degli uomini bianchi. La scelta di Nizzi nell'usare capi indiani "piccoli" rispetto personaggi prestigiosi come Cochise, probabilmente sta nel fatto che sarebbe stato più impegnativo utilizzare figure storiche in processi di Washington. L'utilizzare capi indiani di fantasia rende la storia più normale e anche più credibile. La Fuente non è decisamente il mio disegnatore preferito ma nel complesso è più che sufficiente. VOTI:STORIA: 8/10DISEGNI: 6,5/10

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  • 1 mese dopo...

Soggetto sempre interessante, non supportato però da un'adeguata sceneggiatura, che anzi mi è parsa a dir poco indecorosa. Tex e Carson subiscono un attentato, fanno fuori tutti ma tra le rocce del deserto non trovano l'organizzatore, Thompson. E che fanno? Lo lasciano andare, perchè probabilmente è fuggito? Ma dove mai sarebbe potuto andare? I due pards che rinunciano ad inseguire e braccare uno scaldasedie? E' un errore semplicemente imperdonabile, ed è il motore di questa storia. Solo l'incredibile fuga di Thompson, infatti, consente alla storia di andare avanti. Ma andare avanti come? Con l'organizzazione dell'assassinio del complice di Thompson, ricoverato al forte. Guarda caso, Thompson ha un contatto al forte, e gli è sufficiente ricattarlo per convincerlo ad uccidere un uomo. E che avrà fatto mai, questo barista del forte, per dover essere costretto ad eseguire addirittura un omicidio, e nel bel mezzo del forte per giunta? Ma non è finita qui. Tex e Carson giungono al forte eindividuano con velocit? a dir poco sconcertante l'assassino. E mentre lo sbatacchiano, ecco che esce fuori provvidenziale il messaggino (firmato NOME e COGNOME: Mike Thompson!) in cui gli si commissiona l'omicidio. Semplicemente ridicolo! E ridicolo è anche il modo del tutto fortuito con cui i nostri ritrovano Thompson: gli è sufficiente ascoltare non visti un dialogo tra il soprastante di Thompson e un suo fornitore che si lamenta per un mancato pagamento! Mah. Trovato finalmente questo Thompson, questi contribuisce a smascherare tutti, da Latimer a Douglas, ed ecco che la storia sembra finalmente finita. E invece NO: Tex non vuole avvertire Parker, e non se ne capisce davvero il perchè, e preferisce affrontare un agguato con i Navajos nascosti nel treno! E se l'agguato fosse avvenuto nei pressi di Washington, che avrebbero fatto i Navajosè Sarebbero rimasti stipati in un carro merci fino alla capitale? Sventato l'agguato, riesce poi anche la cattura di Latimer, nel treno, nonostante i nostri non l'abbiano mai visto!!! Lo riconoscono solo dal vestito a quadretti, che evidentemente questo scaldasedie di città non si cambia mai!!!. E la scena finale, poi, con Douglas, piedidolci minuto e rotondetto, che mette in scacco i pards e quell'omaccione di Ely Parker... Bah: questa storia va avanti a prezzo di forti scossoni assestati dal suo creatore, davvero poco in forma in questo caso. Quanto ai disegni: Carson è veramente brutto, ed evidentemente anche Tex non è accettabile, dato che l'autore dei visi del ranger è il solito impareggiabile Monti. A parte i volti dei nostri, però, devo dire che io amo De La Fuente. I suoi impiantiti di legno mi sembra di poterli calpestare, i suoi ambienti li posso respirare, i suoi paesaggi sono uno spettacolo per gli occhi. Nella scena iniziale dell'agguato, la spettacolare grande vignetta raffigurante "la collina della morte" mi ha molto ricordato la stessa scena (con Tex e Carson braccati su una collina rocciosa e poi salvati dagli Apaches) di quel capolavoro che per me è Fiamme sull'Arizona (una delle storie che ho amato di più sin da quando ero piccolo, per me uno dei più grandi capolavori nizziani). Per non parlare dei personaggi: a parte Tex e Carson, fate caso ai volti di tutti gli altri. Sono tutti incredibilmente espressivi, la loro mimica facciale è parlante ed esprime in maniera superlativa gli stati d'animo dei personaggi in ogni momento. Non mi intendo granch? di disegni, ma io credo che De La Fuente possa davvero definirsi GRANDE.

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  • 3 mesi dopo...

Storia non entusiasmante e piena, come dice Leo, di passaggi a vuoto, in particolare in occasione della prima sparatoria in cui Tex e Carson non si fanno premura di cercare l'organizzatore dell'agguato. Un errore marchiano, assolutamente insolito per due ammazzasette come loro. Da apprezzare, in compenso, la problematica di fondo della storia, ossia il confronto tra realtà e contesti, il mondo dei bianchi e quello dei nativi americani, troppo distanti tra loro per convivere in armonia. Lapidarie, in tal senso, le parole di Joselito a Tex: "Credo che gli uomini della tua razza siano molto infelici, Aquila della Notte... Il possesso è solo illusione! A che serve il possesso se l'uomo deve morire?". Per quanto riguarda i voti, 7 alla storia e 7,5 ai disegni di De La Fuente

  • +1 1
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  • 4 mesi dopo...

Con questa storia ho parzialmente rivalutato De la Fuente nei confronti del quale sono stato troppo ingeneroso nelle precedenti due storie della serie regolare. Resta il fatto che Carson ha l'aspetto più somigliante a quello di una capra, e che il volto di Tex è stato ritoccatto da Monti in diverse tavole, tuttavia per quel che riguarda il resto bisogna fargli tanto di cappello.

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  • 6 anni dopo...

Il nostro amato ranger si affacciò nel nuovo millennio con una storia rientrante nei più classici canoni nizziani. Un buon soggetto riguardante l'ennesima congiura ai danni degli indiani, ramificata questa volta fino a Washington, con brutti ceffi, agenti corrotti e i nostri eroi schierati in prima linea per smantellare l'apparato criminale, scortando importanti testimoni indigeni a deporre dinanzi la commissione d'inchiesta voluta da Ely Parker. Ben conscio di muoversi sul suo terreno (perchè è indubbio che Nizzi in queste tematiche ci andava a nozze), l'autore si apprestò a imbastire una passabile sceneggiatura per avvalorare al massimo il buon spunto iniziale, però l'esito finale risente molto della sua fase calante d'ispirazione. Ormai privo di quella effervescente verve creativa che caratterizzò il suo lavoro sulla serie nel decennio precedente, Nizzi fornisce al lettore l'ennesima dimostrazione di affidarsi al mestiere per portare al temine le sue prove, quasi perchè costretto più che ispirato. La sceneggiatura, sebbene conservi un accettabile ritmo narrativo, inciampa su alcuni passaggi forzati, tipici di chi cerca a tutti i costi sbocchi per mirare all'obiettivo e non far arenare la trama. Già alcuni forumisti prima di me, hanno fatto notare in maniera dettagliata quanto la leggerezza nei confronti dello scampato Mike Thompson faccia storcere il muso e si riveli il fulcro su cui basare gran parte dell'episodio. Anche l'eliminazione di Berkamp, avvenuta all'interno dell'infermeria del forte ad opera del gestore dello spaccio (che, se da un lato è ricattabile da Thompson a tal punto di dover macchiarsi le mani di un delitto su un semplice ordine scritto, dall'altro commette l'assurda imprudenza di non bruciare il biglietto), suona come una scorciatoia per indirizzare subito i nostri sulla strada giusta. Infatti da lì a poco, senza grandi problemi, Tex risale la fila, identificando Latimer sul treno, e dopo aver scampato all'agguato teso ai suoi danni grazie al colpo di scena dei navajos imbarcati sul vagone merci, raggiunge Washington con i suoi compagni di viaggio. L'epilogo è molto movimentato, anche se pare alquanto improbabile che uno scaldasedie del calibro di Douglas, sia in grado di prendersi gioco dei ranger in quel modo e costringerli a slacciare i cinturoni.:azz: L'autore si rifà alla grande con due pagine di pura poesia: il dialogo fra Tex e Joselito appena giunti in stazione nella capitale è intriso di malinconica filosofia esistenziale e saggezza indiana, lasciando il segno nel lettore. Una considerazione acuta sulla vita e l'assurda corsa al guadagno dell'uomo che si perde le vere ricchezza dell'esistenza durante il suo percorso terrestre seguendo fugaci e illusorie chimere; molto intensa e che fa riflettere. Gran classe! 

Nel complesso una buon lettura, ma rimane la consapevolezza che, se un simile soggetto Nizzi lo avesse sviluppato in piena grazia compositiva, sarebbe diventato un gioiellino; così a stento si riesce a ricordare la storia dopo aver riposto gli albi sullo scaffale. Ultima prova di De La Fuente sulla regolare, che si disimpegnò senza grandi picchi o grossolani scivoloni di stile, tuttavia il disegnatore spagnolo durante la sua opera sulla serie, palesò una notevole fatica a pareggiare il buon debutto sul texone. Forse fu dovuto allo scarso feeling con il personaggio o al fisiologico calo artistico dovuto all'età, fatto sta che le sue prove, sebbene egregie e ben caratterizzate da un tratto classico ma personale, mancano sempre di qualcosina per fare il vero salto di qualità. Buone le ambientazioni e l'espressività dei personaggi, purtroppo l'artista iberico cicca in pieno i due pards, con un Carson irriconoscibile e il volto di Tex che la redazione preferì affidare ai ritocchi di Monti, anzi mi stupisce come il suo nome non appaia fra i crediti visto la mole di lavoro, come accadeva con Galep nelle storie di Muzzi. Curioso il breve cameo di Kit e Tiger, con il navajo ammutolito che non pronuncia nemmeno un "Ugh" :D;  sembra quasi che il duo sia stato inserito solo per far cimentare, almeno una volta, De La Fuente con i comprimari, prima del congedo dalla saga. Il mio voto finale è 7

Modificato da Condor senza meta
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  • 4 mesi dopo...

Storia che poteva essere sviluppata meglio, e che invece, come ha scritto qualcuno, va avanti  col pilota automatico. Il declino Nizziano si vede tutto, la storia del ritrovamento del biglietto poi....

De la Fuente non mi ha mai entusiasmato,  e meno male che il volto di Tex è stato pure ritoccato.

Voto al tutto 6 --

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  • 5 settimane dopo...

In linea con Condor senza meta. Una bella storia, interessante. Intrighi, tradimenti, indiani. Tanta carne al fuoco. Tex e Carson impeccabili.

Non entusiasmanti i disegni, invece.

Testi 7 Disegni 6

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  • co fondatore

Episodio mediocre. Siamo prossimi ormai agli sfaceli post 500, anche se ricordo ancora un minimo di leggibilità.

 

Testi e disegni: 4

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<span style="color:red;">16 minuti fa</span>, Diablero dice:

Questa storia è uno dei tanti esempi che dimostrano che il crollo di Nizzi è avvenuto ben prima del numero 500... 

 

Il declino, se non il crollo di Nizzi comincia sostanzialmente intorno al n. 400.

Posto  che bisogna stare attenti a non confondere l'ordine di pubblicazione delle storie con quello di scrittura perché il primo dipende molto dalla velocità di realizzazione del disegnatore a cui ciascuna storia è stata affidata, io penso l'ultima bella storia interamente scritta da Nizzi prima della sua crisi siastata "La Tigre Nera" o forse "Intrigo a Santa Fe". Ripensandoci oggi , la decisione di  far fare a  Civitelli una storia di Mistter No per l'Almanacco dell'Avventura può essere stata motivata proprio dalla volontà di tenerlo impegnato in assenza di una sceneggiatura di Tex pronta per lui.

Il n. 400 è una storia mediocre ma in questo caso può aver influito il dover lavorare con un pessimo Galep e si sa che Nizzi ha sempre dato il duo meglio se si trovava in sintonia con il disegatore, non a caso Boselli si vide rifilare tutti i disegnatori che a Nizzi non piacevano.

Ma siamo OT.

 

  • +1 1
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  • 1 anno dopo...

Storia recuperata oggi. Niente di speciale, sicuramente, ma io questo "crollo" di Nizzi, cui qualche forumista accenna, qui non lo rilevo. È comunque una storia decorosa, con qualche scivolone (ad esempio, la vicenda di Comstock, il gestore dello spaccio di Fort Wingate non è molto credibile), ma anche qualche trovata indovinata (i Navajos nascosti nei carri merci), che scorre quantomeno in maniera lineare e si legge senza fatica. In questo ultimo periodo '20-'21 si è letto certamente di peggio, tra trovate improbabili e storie verbose, che si fatica anche a terminare di leggere.

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  • 3 mesi dopo...
On 10/10/2019 at 4:38 PM, Condor senza meta said:

 L'autore si rifà alla grande con due pagine di pura poesia: il dialogo fra Tex e Joselito appena giunti in stazione nella capitale è intriso di malinconica filosofia esistenziale e saggezza indiana, lasciando il segno nel lettore. Una considerazione acuta sulla vita e l'assurda corsa al guadagno dell'uomo che si perde le vere ricchezza dell'esistenza durante il suo percorso terrestre seguendo fugaci e illusorie chimere; molto intensa e che fa riflettere. Gran classe! 

  

Me la sono appena riletta. Storia non spettacolare, ma neppure scandalosa.

Anche io ho molto apprezzato la scena descritta da Condor senza meta.  Atmosfera alla Ken Parker...

Alla lista di piccole perle, aggiungerei anche il siparietto coi funzionari ministeriali all'arrivo di Tex accompagnato dai Capi Indiani. 

Capitolo a parte i disegni di De la Fuente. Inadeguati.

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