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TWF - Tex Willer Forum

[490/492] Congiura Contro Custer


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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voto alla storia  

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

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Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Giovanni Ticci
Periodicità mensile: Agosto / Ottobre 2001

 

Anche da morto, Custer continua a essere pericoloso per il popolo rosso. Già, perché l'ammirazione di cui gode la sua memoria non accenna a diminuire, e qualche testa calda disposta a servirsene per rinfocolare l'odio contro gli indiani si trova sempre Per questo, il generale Davis chiede a Tex e Carson di incontrare Thomas Farrell, un giornalista deciso a scrivere una biografia rigorosa del vanaglorioso "Lunghi Capelli", perché possa venirne fuori un ritratto più veritiero e meno celebrativo. E così Tex inizia a raccontare di quando lui e Carson affiancarono Custer in una spedizione sulle Black Hills e di come scoprirono che nuovi venti di guerra stavano per spirare sulla regione.

 

 

 

 

© Sergio Bonelli Editore

 

 

 

 

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Arizona. Monti navajo. Tex, Carson, Kit e il navajo Tu-Nah sono alla caccia di un feroce puma che si è macchiato del sangue di diversi bambini in alcuni villaggi della riserva. Al termine della lunga e pericolosa battuta, alcuni segnali di fumo informano aquila della notte che al villaggio centrale della riserva è arrivato un giornalista, tale Thomas Farrell, il quale sta scrivendo una biografia dedicata al fu generale Custer. Tex, già a conoscenza dell'imminente arrivo dell'uomo, si reca quindi a spron battuto verso il villaggio centrale della riserva. Quella sera, dopo aver fatto degustare a Farrell i tipici piatti navajo, Tex comincia a raccontare il suo passato rapporto con "lunghi capelli", e soprattutto alla sua partecipazione alla tragica battaglia sul little Bighorn. Il racconto inizia diversi anni prima, precisamente nel 1874, quando il governo americano si apprestava a far partire una spedizione scientifica sulle Black Hills, montagne sacre agli indiani poichè le reputano dimora del grande spirito. Del comando della spedizione è stato incaricato il generale Custer in persona, nemico giurato degli indiani. Il generale Davis, che non ha mai nutrito simpatie per il generale Custer, chiede a Tex e a Carson di aggregarsi alla spedizione di Custer per poter fare da mediatori con Toro seduto e Cavallo pazzo, i quali non vedevano di buon occhio il sanguinario generale che aveva organizzato il massacro di donne e bambini sul fiume Washita nel 1868. Tex e Carson si imbarcano quindi in direzione di Bismark, il villaggio più prossimo a fort Lincoln, con largo anticipo in modo da poter avvisare della spedizione Toro seduto e cavallo pazzo. Sul traghetto "west star" i due ranger, grazie alla complicità del giovane mozzo Jimmy, vengono a conoscenza di una congiura ordita contro Custer da due uomini. Il loro piano è semplice ucciderlo in territorio indiano e accollare la colpa ai sioux. Sbarcati a Bismark però i due ranger perdono le tracce dei complottatori poichè si fermano a salvare dalla gratuita violenza di alcuni bianchi il loro vecchio amico Lupo-che-corre. Il vecchio indiano, abbruttito e devastato dall'alchool e dai ricordi della famiglia persa sul fiume Washita, si affianca ai due rangers e li scorta al villaggio di Toro seduto. Tex e Carson riescono ad avere l'assenso sia di Toro seduto che di Cavallo pazzo per quanto concerne l'accesso dei militari sulle loro terre. Soddisfatti del risultato ottenuto i due rangers si recano a Fort Lincoln dove incontrano il generale Custer che subito li classifica come "spie" di Davis. Sebbene l'incontro tra lunghi capelli e aquila della notte non nasca sotto i migliori auspici, Tex e Carson si aggregano comunque alla colonna militare e, seppur silentemente, si improvvisano anche "guardie del corpo" di Custer. Da questo momento in poi i nostri rangers e il generale Custer intraprenderanno un lungo percorso che porterà Tex Willer ad essere a fianco di lunghi capelli il giorno in cui perse la vita, assieme a tutti i suoi uomini del settimo cavalleggeri nei pressi del Little Bighorn.

Una storia molto ben costruita. Nizzi ci regala, in questi tre albi, un'immagine particolare del generale Custer, quella di un uomo arrogante e arrivista, che disperezza profondamente gli indiani, ma anche capace di provare amore per la sua dolce compagna Libbie e di rispettare gli uomini di valore, anche se a lui ostili, come appunto Tex e Carson. Molto ben descritte, a mio parere, sono anche le figure di Toro seduto e Cavallo pazzo. Un capo saggio e comprensivo il primo ( bellissime a mio parere lo scambio di battute che ha con lupo-che-corre quando questi torna al villaggio ) irruente e sanguigno il secondo. Tex e Carson, in questa storia, prendono parte alla storia con la S maiuscola, la strage del settimo cavalleggeri!! In questa storia i due pards mettono in risalto principalmente le loro capacità di mediatori più che le loro colt, anche se non mancano i cazzotti e le sparatorie...
I disegni di un Ticci maturo ma sempre bravissimo danno alla storia il tocco giusto per rappresentare i drammatici eventi che si susseguono.

VOTO : 8

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  • 1 mese dopo...

Storia a mio parere di buon livello, ancorch? un po' anomala: molto attenta alla ricostruzione storica e con un andamento più da graphic novel che da fumetto. Tex, come già in diverse altre occasioni in cui si è trovato inserito nella Storia, finisce per esserne un po' schiacciato, ma non si può certo dire che tradisca le proprie caratteristiche essenziali. I disegni di Ticci sono di ottimo livello.

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Niente da ridire: una storia davvero niente male!!
Nizzi ha saputo sceneggiare una vicenda storica senza banalizzare quegli avvenimenti.
Tex e Carson, è vero, hanno un ruolo un po' marginale rispetto a tutta la grandezza della vicenda

I disegni di Ticci impeccabili, come sempre, anche se non ai massimi livelli di una volta

Nel complesso: voto 7

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  • 4 mesi dopo...
  • 1 mese dopo...
  • Collaboratori

Custer visto da Claudio Nizzi




Perchè ha deciso di dedicare uno spazio particolare alla figura di Custer all'interno della saga di Tex?

Credo che chiunque scriva storie western che abbiano un minimo di attinenza con la realtà dell'epoca desideri misurarsi, prima o poi, con la figura del "generale" Custer. è stato fatto da Gino D'Antonio nella Storia del West (in quella sede, era d'obbligo) e da Berardi e Milazzo in Ken Parker. Ma anche molti altri, da Albertarelli a Serpieri, lo hanno fatto. Per "Il Giornalino", nel 1970, io avevo creato una serie umoristica (disegnata da Lino Landolfi) che si chiamava "Il colonnello Caster Bum" (il vero Custer non c'entrava niente se non per l'eco del nome). Insomma, Custer è un personaggio che affascina gli autori di fumetti ed è facile capire perchè. Nella serie di Tex erano già apparse figure realmente esistite, come Buffalo Bill e il giudice Bean. Custer non era mai apparso e tuttavia la sua presenza già incombeva in altre storie. Non v'? dubbio, per esempio, che nella mia storia in due parti ambientata sulle "Colline del Vento" (e uscita sugli albi 358-362, disegnati da Ticci, e sui numeri 480-481, disegnati da Monti), si adombrasse l'esperienza fatta da Custer sulle Black Hills, le Colline Nere. Nonostante questo, il desiderio di far apparire Custer di persona restava forte. Mettere a confronto una leggenda come lui con un personaggio altrettanto carismatico come Tex era un'occasione davvero appetitosa. Ciò che, per anni, mi ha trattenuto era che non ricordavo se Tex avesse o non avesse già avuto a che fare con Custer. Tutti sapevamo che qualche rapporto lo aveva avuto, ma nessuno (Sergio Bonelli compreso) ricordava di cosa si trattasse e in quale albo si parlasse di questo. Finch? il professor Aurelio Sangiorgio di Rovigo, uno di quelli che su Tex sanno davvero tutto, venne in mio soccorso e mi segnal' che, a pagina 139 del Tex n. 15, avrei trovato l'informazione che cercavo. Vado a vedere e, infatti, nella seconda vignetta della pagina, Tex pronuncia questa frase: "Ho servito come guida con Carson sotto il comando di Custer". Eureka! Era quello che mi serviva. Dal solido piedistallo di quella frase potevo dunque partire.

Le memorie di Custer sono sicuramente un affascinante romanzo di Frontiera. Le ha lette per prepararsi alla sua storia di Tex?

Lei si riferisce a "La mia vita nelle pianure", il libro autobiografico di Custer che in Italia è stato pubblicato dall'editore Mursia e in seguito ristampato da Mondadori. Quest'opera, in realtà, è la raccolta di una serie di articoli che Custer scriveva durante le sue campagne contro gli indiani per la rivista "Galaxy". Una lettura interessante e istruttiva perchè, con il suo sapore di cronaca "in diretta", consente di vedere certi problemi che per noi sono ormai storicizzati nell'ottica del tempo. Per esempio, il modo in cui Custer dipingeva gli indiani, ovvero come selvaggi da punire, e i bianchi come vittime da difendere. Cosè la si pensava a quel tempo e per molto altro tempo ancora.

Ha scelto di raccontare il Custer storico o la sua mitologia?

Un po' l'uno e un po' l'altra, come si fa quando, nella fiction, viene utilizzato un personaggio storico. Nella mia trama c'è un impianto di base che rispetta i dati oggettivi dell'epoca e le caratteristiche psicologiche del personaggio, così come ho potuto configurarmelo dalla lettura delle biografie scritte su di lui. Su questa piattaforma di sufficiente fedelt? storica ho naturalmente costruito una serie di episodi di pura fantasia, ma sempre in un'ottica di verosimiglianza. Gli episodi storici che riguardano Custer sono l'esplorazione delle Black Hills nel 1874 (trattato da Manfredi in recenti episodi di Magico Vento) e la sua fine a Little BigHorn due anni dopo.

Come ha descritto il rapporto fra Tex e Custer?

Era l'aspetto più suggestivo della faccenda perchè, come ho già detto, sono entrambi due personaggi assolutamente maiuscoli. Cosa sarebbe successo mettendoli insieme? Tex avrebbe maltrattato Custer come fa sempre coi militari guerrafondai? Si sarebbero odiati o stimati? Si sarebbero odiati o combattuti? Non star? a dire com'? andata, i lettori lo scopriranno dalla lettura dei tre albi in cui si compone la storia? Quello che posso dire è che Tex ha affrontato il suo rapporto con Custer senza alcuna sudditanza psicologica, così come è logico che faccia un tipo come Tex, che dall'alto del suo carisma non può avere sudditanze verso nessuno. Ma non ha neppure trattato Custer come un manichino da disprezzare, n° ha commesso l'errore di giudicarlo con quel tipo di moralit? che è solo della nostra epoca (a partire da "Soldato blu"), frutto del "senno di poi".

Ci sono dei libri o dei siti internet specifici che l'hanno aiutata particolarmente nella sua documentazione sull'argomento?

Ho letto diverse biografie di Custer (oggi ce ne sono disponibili davvero tante, anche in Italia), ma i due libri che ho trovato più utili, per chiarezza di esposizione e per il loro sostanziale equilibrio nel giudicare la figura di Custer, sono "Il Figlio della Stella del Mattino", la biografia di Custer scritta da Gualtiero Stefanon per l'editore Mursia, e "Uomini bianchi contro uomini rossi", storie delle guerre indiane, stesso autore e stesso editore.

Come si è posto rispetto alla tradizione bonelliana a fumetti precedentemente dedicata a Custer (da Berardi a D'Antonio, passando per Albertarelli)?

Diversa è la cifra stilistica degli autori citati. Albertarelli fa pura e semplice divulgazione storica, perciò il risultato non è molto diverso da quello di una biografia. Gli altri due fanno fiction e rivelano, nel modo di trattare l'argomento, il diverso "background" e la diversa impostazione delle rispettive saghe. Berardi sposa le tematiche "vietnamite" del western anni Settanta (da qui la precisa volont? di far vedere Custer che, alla fine del gioco, si pianta una palla nella zucca), mentre D'Antonio, vista la diversa impostazione della sua serie, è più cauto e meno radicale nel giudizio (dopotutto, che Custer possa essersi suicidato è tuttora un'ipotesi e non una certezza).

Ci sono dei film che ha rivisto volentieri sull'argomento?

Quello di Raoul Walsh, "La storia del generale Custer", con Errol Flynn nella parte del protagonista, spettacolo godibilissimo che però se ne frega allegramente della verità storica e ci d' una versione agiografica di Custer (il film è del 1942, dunque i tempi di "Soldato blu" sono ancora lontani). L'altro è "Piccolo grande uomo", bellissimo sul piano formale (la battaglia del fiume Washita e il massacro finale), ma irritante nel presentarci Custer come un autentico vanesio.

Perchè, secondo lei, la sua figura è rimasta così impressa nell'immaginario popolare?

Perchè Custer era un personaggio da romanzo già da vivo e lo è diventato ancor di più dopo la sua "ultima eroica resistenza" e la sua morte "gloriosa". Giovane e già famosissimo: si era mai visto un generale poco più che ventenne? Celebre per le sue travolgenti cariche di cavalleria durante la guerra civile. Biondo e bello come un dio, innamoratissimo della sua giovane moglie. Cacciatore di indiani, buon pubblicitario di se stesso con gli articoli su "Galaxy". Aspirante alla carica di presidente degli Stati Uniti. Oggi sugli altari e domani nella polvere. E poi c'è il fascinoso mistero della sua morte. Un argomento su cui non si è ancora smesso di interrogarsi e di scrivere libri. Cos'è successo, veramente, sulla fatal collina? Custer si è comportato da eroe o da vigliacco? è morto combattendo o si è suicidato? Perchè si è tagliato la lunga capigliatura bionda? Una precauzione o un presentimento? Tutti interrogativi su cui gli storici continuano ad accapigliarsi. E la polemica tra i suoi sostenitori a oltranza (tuttora in prevalenza negli Stati Uniti) e i suoi detrattori - a centoventicinque anni dalla sua morte - rimane attualissima. Quale altro personaggio può aspirare a tanto?

Ha dato qualche consiglio particolare a Ticci per illustrare la storia?

Non ce n'? stato bisogno. Tutta la carriera di Ticci dimostra che era lui la "matita" ideale per questa vicenda. è il sommo disegnatore di cavalli e di soldati, possibilmente di soldati in battaglia. A Ticci ho soltanto fornito un "Album Custer" pieno di fotografie del protagonista (che, tra le altre cose, era un gran vanitoso), ma non mi stupirei se - dopo essersene servito per tratteggiare il "suo" Custer - lo avesse messo da parte. Perchè Ticci è uno di quei rari disegnatori che, per illustrare una battaglia, hanno bisogno unicamente del foglio e della matita. Tutto il resto è nella loro testa.

Qual è stato il suo approccio nel cercare di ricostruire la battaglia di Little BigHorn°

La descrizione della battaglia l'ho ovviamente ricavata dai libri di storia. Il mio vero problema è stato un altro: fare in modo che, quel fatidico giorno, ci fosse anche Tex sulla collina del massacro. Tutta la storia era nata su questa premessa. Un'avventura in cui si tirava in ballo Custer e che non prevedesse la presenza di Tex nel momento della resa dei conti, mi sembrava un'occasione narrativamente sprecata. L'importante era che la cosa suonasse credibile. Intendo "narrativamente" credibile. E così?

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Dopo l'intervista di Nizzi postata da Ymalpas, mi e' venuto voglia di rileggere per la terza volta questa avventura di Tex a sfondo storico.
Dopo Buffalo Bill,Quanah Parker,Timothy O'Sullivan e altri,Tex incontra uno dei personaggi piu' famosi realmente esistiti dell'epopea western:Il Generale Custer.

Immagine postata


Non solo, ma il ranger e' anche l'ultima persona ad assistere agli ultimi minuti di vita del generale nella famosa e storica resistenza al Little Big Horn.
Ebbene si', tra le tante gia' imprese famose di Tex, c'e' anche questa!
L'idea di Nizzi di inserire Tex e Carson nella piu' famosa battaglia tra l'esercito e gli indiani e' molto suggestiva, ma fa venire molti dubbi sulla gia' molto confusa cronologia storica di Tex.
Quanti anni son passati dalla sera in cui ha raccontato questa sua avventura?
Kit Willer era già nato?

Nizzi non da' una collocazione temporale precisa sull'età di Tex in questa storia, per evitare incongruenze storiche, ma a parte questa "licenza" che si prende l'autore, e' una storia epica, in cui Tex si prodiga nel fare da mediatore tra i due fronti allo scopo di evitare meno spargimento di sangue possibile.
La missione del nostro eroe e' una missione di pace, volta a convincere entrambi i fronti a desistere nello scontrarsi, ma inutilmente, rischiando come al solito di passare per un rinnegato:

"E' da un pezzo che mi sento appioppare l'appellativo di rinnegato, e tutto questo perche' mi sono sempre messo in mezzo tra indiani e bianchi, cercando di fare in modo che la resa dei conti tra di loro potesse avvenire senza che gli uni e gli altri dovessero pagare un eccessivo tributo di sangue"

Questa sua presa di posizione mi ricorda molto il ruolo che Tex assunse in un altra drammatica avventura a sfondo storico:"Tra due bandiere".
Anche li' il ranger assumeva quasi una posizione neutrale tra l'esercito nordista e sudista.
Lo sforzo di Tex nell'evitare uno scontro che avrebbe portato morte e sangue tra esercito e indiani e' destinato a fallire, e d'altronde non si potevano cambiare le sorti di un episodio storico gia' scritto.
Il cuore di Aquila della Notte, come al solito, e' vicino alle sorti degli indiani, ma cerca nel finale anche di avvisare la colonna capeggiata da Custer e convincerlo a ritirarsi per evitare di andare incontro ad un massacro sicuro dato il numero superiore dei Sioux di Toro Seduto e Cavallo Pazzo.
In un certo senso, in questa storia e' un Tex "perdente", un uomo solo contro avvenimenti molto piu' forti e grandi di lui, impotente verso un destino già segnato.
Non era facile l'inserimento del nostro eroe in una realtà storica come quella di Custer, ma Nizzi ci riesce in maniera ottima, regalandoci, a mio parere, una delle piu' belle storie da lui scritte.
E' anche un modo per conoscere un episodio realmente accaduto e quindi i motivi e le varie fasi che portarono Custer e i suoi soldati a morire in quella ormai famosa collina.
E poi sento ancora persone che dicono che leggere Tex non e' istruttivo...! ;)

I disegni di Ticci sono praticamente magnifici nel rappresentare le locations e specie negli scontri tra l'esercito e gli indiani.
Il suo tratto "sintetico" non era ancora come quello di "Buffalo Soldiers"(che considero fin troppo sintetico) e quindi ancora molto godibile.
Unico neo quello di disegnare Tex e Carson sempre alla stessa età, non preoccupandosi di ringiovanirli un po', visto che e' un avventura risalente a un po' di anni fa.

Consiglio vivamente, per chi ancora non l'ha fatto, di leggere queti tre albi!

Sceneggiatura 8
Soggetto 8
Disegni 8

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  • 3 settimane dopo...

esterno i miei ringraziamenti a nizzi per essersi documentato non poco a dire il vero per conoscere la vita e la vanesia del generale custer apprezzo molto le cover illustrative di villa molto belle ma obiettivamente parlando avrei preferito alle matite qualche altro disegnatore

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Piccolo divertisseiment iconografico: divertiamoci a confrontare le realizzazioni grafiche di Ticci con le foto dei personaggi storici che compaiono in "Congiura contro Custer".

Commenti aperti e graditi! :trapper:

I militari

Generale George Crook

Immagine postata

Generale Alfred Terry

Immagine postata

Maggiore Marcus Reno

Immagine postata

Il protagonista della storia, generale George Armstrong Custer

Immagine postata

La bella del generale

Elizabeth "Libbie" Custer

Immagine postata

Gli scout

Charles "Lonesome Charley" Reynolds

Immagine postata

Bloody Knife (Coltello Insanguinato), Arikara

Immagine postata

Mitch Bouyer, mezzosangue Sioux, sposato a una donna Crow

Immagine postata

Curley (Ricciuto), Crow

Immagine postata

Hairy Moccasin (Mocassino Peloso), Crow, il primo ad avvistare il grande villaggio Sioux

Immagine postata

Il sopravvissuto

Giovanni Martini "John Martin", il trombettiere italiano a cui Custer affid' l'ultimo messaggio per Benteen (di cui non ho trovato un disegno sufficientemente visibile nella storia)

http://uptiki.com/images/obvlcgaty0g5b8p10qv.jpg

Il grande capo indiano

Toro Seduto

http://i48.tinypic.com/2s6u9tg.jpg

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  • Collaboratori

Sono tutti molto somiglianti, in particolare gli indiani. Custer sembra leggermente invecchiato da Ticci ( almeno rispetto all'immagine che hai postato ), di Crook e Terry forse non è stata resa al meglio la barba, in modo particolare quella del primo generale. Comunque tutti sono stati riprodotti con fedelt? e le piccole licenze artistiche che Ticci si è preso sono IMO perdonabilissime!Ottimo lavoro NuvolaRossa!

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  • Rangers

Sapevo che Ticci e Nizzi, si erano documentati non poco per questa storia, ma non avevo mai messo a confronto i personaggi reali con quelli creati per questa storia. Ticci ha veramente fatto un ottimo lavoro, cercando di ricreare al meglio i personaggi storici. Forse come diceva Ymalpas, qualcuno è stato invecchiato rispetto alla foto, comunque è interessantissimo questo confronto. Grazie NuvolaRossa75. :inch:

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Per l'invecchiamento di Custer, non so... forse Ticci, dovendo presentarlo con i capelli più corti (particolare storico anche questo :trapper: ), ha pensato che la cosa dovesse influire sull'aspetto altrimenti giovanile del "Boy General". La cosa personalmente mi sembra abbastanza possibile, specie dopo aver visto le ultime foto di Custer qui:http://www.generalsandbrevets.com/ngc/custer24. htmPer altri personaggi, sono praticamente sicura che Ticci abbia preso spunto da altre foto (non ho usato quelle per il confronto perchè mi piacevano di meno): uno di questi casi è quello di Bloody Knife:http://accel6. mettre-put-idata. over-blog. c... loodyKnife2.jpge un altro è quello del generale Crookhttp://www.nps. gov/archive/foda/Fort_Davis... rret%20Peak.jpgPer quanto riguarda la storia, notavo un paio di dettagli che a mio parere sono degli evidenti ammiccamenti al film "Piccolo Grande Uomo" con Dustin Hoffman (1970)

Lupo-che Corre, che dopo aver visto la famiglia sterminata dalle truppe di Custer al fiume Washita, tenta invano di "avvicinarsi a Custer per ucciderlo" e, non riuscendoci, si abbrutisce nell'alcool, ricorda molto da vicino l'analoga vicenda di Jack Crabb/Piccolo Grande Uomo che, dopo la morte di Raggio di Luna, tenta invano di pugnalare il generale
così come
Tex stordito e tratto in salvo dallo stesso Lupo-che-Corre durante la battaglia del Little Big Horn si salva più o meno come si salva Dustin Hoffman, stordito e tratto in salvo dall'amico/nemico Cheyenne Orso Giovane
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  • 1 mese dopo...
  • co fondatore

Un'ottimo episodio biografico, arricchito da magnifici disegni d'un Ticci in grande spolvero, che ripercorre tutti i momenti salienti della preparazione dell'attacco sul Little Big Horn e della successiva disfatta del Settimo Cavalleggeri.... ma non era una storia di Tex? Forse solo nel primo albo... TESTI: 7+DISEGNI: 10

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  • 6 mesi dopo...

Ecco una miniatura di Wallpaper riguardante questa soria:

Immagine postata

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  • 1 mese dopo...

Questa storia non è bella, è un C-A-P-O-L-A-V-O-R-O !
Nizzi ci propone un evento chiaramente reale e nello stesso tempo riesce a farlo entrare nella fantasia del lettore. Le sceneggiature di questo autore su soggetti altrui(come dimostrato ad esempio ne "L'uomo senza passato") o reali (come in questa storia), sono davvero ben costruite e articolate in ogni particolare, persino nelle psicologie dei personaggi, tasto debole in quasi tutte le storie dell'autore modenese e punto di forza di Mauro Boselli.
Tutto è narrato in modo scorrevole, continuativo e quasi surreale, come se il lettore si aspettasse quasi che gli eventi possano cambiare; inoltre in questa storia Nizzi ha capito quando per Tex fosse il momento di menare le mani e quando invece il momento di cercare la mediazione.
Persino Tex in questa storia è caratterizzato alla perfezione e diventa simbolo di tutto l'assurdo massacro con la sua impotenza, si può dunque dire: anche Tex Willerrnon poteva farci nulla!
Nulla da dire sulla caratterizazione grafica dei personaggi da parte di Ticci, perfetti sotto ogni punto di vista.
In questa storia sia Nizzi che Ticci hanno raggiunto l'apice per poi crollare vistosamente in seguito.
Voti:
Nizzi:10-
Ticci:10
Voto alla storia che non può che essere:
10 e lode

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  • 4 mesi dopo...
  • 7 mesi dopo...

storia che ho appena finito di rileggere.. d' voto complessivo 7! ciò che cattura il lettore è senza dubbio il fatto che sia una dettagliata ricostruzione storica di una grande battaglia con gli indiani con la figura protagonista del generale Custer.. una storia godibile e appassionante, nonostante i primi due albi siano forse un p? troppo dialogati.. ma comunque riesce a catturare e trasportare con sè il lettore.. Ticci come sempre rappresenta meglio di ogni altro il caos e il disordine durante le battaglie.. e ho notato che tutti i volti dei personaggi storici sono davvero molto simili.. grandioso! :inch:

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  • 7 mesi dopo...

E invece a me secca dare un voto contrario a quello degli altri, per me questa storia è da 6, 6 e mezza massimo. Perchè? Perchè nonostante i bellissimi disegni di Ticci, abbiamo alcune discrepanze a livello sia storico che logico non da poco. La prima è il comportamento ridicolo dei cospiratori, che se ne fregano del ragazzo che ha sentito tutto, e pasis, ma che poi, di fronte a un interrogatorio da parte di due tipi "sconosciuti" contro Regan se ne freghino allo stesso modo!!! E continuano il piano senza problemi!!!! RIDICOLO! A livello storico abbiamo un ottimo Custer, a livello caratteriale, ma sulla ricostruzione del Little Big Horn (assurdo Tex che attrraversa la battaglia senza nessuno che gli spari, ok la fascia Wampum, ma c'è un limite a tutto), per quanto corretta dal punto di vista delle operazioni, manca la menzione, non da poco, della probabile possibilità di SALVARE Custer da aprte delle compagnie di Reno E BEnteen, che han preferito restarsene al sicuro pur avendo sofferto molte meno perdite (29 tra morti e feriti, tutti nella ritirata al fiume iniziata dopo appena un ferito non grave) di quante se ne vedano nel fumetto, dove sembra che i superstiti siano 4 gatti. Nulla levando agli errori tattici di Custer (oltre ai cavalli e ai soldati stanchi, l'idea di far togliere le sciabole si è rivelata una gran cavolata, visto il vantaggio che dava nel corpo a corpo una lama di 70 cm in acciaio contro le lance e le scuri in pietra e legno), se 300 uomini (questa la forza complessiva di Reno e Benteen, escludendone altri 40 alle salmerie) fossero arrivati sul retro dei forse 2mila indiani (recenti stime hanno addiirttura abbassato il numero al 1500 già supposto da Custer) sarebbero quasi certamente riusciti a liberare Custer dalla morsa e fare ritorno alla collina, questo perchè gli indiani stessi non sapevano con quanti nemici avevano a che fare (e di questi 300 almeno 150- quelli di Benteen - non erano stati visti) e per prima cosa sarebbero tornati a proteggere il campo. Solo dopo quasi un'ora che Reno e Benteen sentivano un intenso fuoco di fucileria, il capitano Weir, contravvenendo agli ordini, andr? con una compagnia a cercare Custer, ma era ormai troppo tardi, e comunque i soli 50 soldati furono costretti a rinculare dagli indiani, ormai "liberi" dal problema Custer. C'entra poco per carit?, ma essendo questa una cosa ormai assodata, sarebbe da iniziare a dirla, invece di lasciare il mito del pazzo fuiroso che porta 300 uomini contro 5mila, sicuramente a causa dei suoi errori, ma che della incapacità (Reno) e dei rancori personali (Benteen) di alcuni sottoposti. Altra cosa che non ho perdonato alla storia è il comportamento di Davis: riferire a tex, dandogli il compito di riferirlo poi al nemico, l'intera strategia, è una cosa che sfiora L'ALTO TRADIMENTO, inconcepibile. Piccola chicca: i 3 "gorilla" che Tex e Carson incontrano quando salvano Lupo che Corre sono sicuramente i fratelli Earp.

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Splendida disamina Ammiraglio, e da vecchio appassionato di battaglie storiche e tattica militare non posso che ringraziarti. Sono assolutamente d'accordo con te sugli errori "logici" nella vicenda dei cospiratori (assurdo che se ne freghino di un testimone, per quanto solo un ragazzo, che ha visto e sentito TUTTo, adducendo la risibile motivazione che "probabilmente non ha capito nulla"!). Bella la chicca che hai scovato, in effetti i tre sembravano proprio gli Earp ma non avevo mai verificato. Io comunque alla storia d' almeno 7,5, perchè - errori a parte - mi ha divertito e tenuto in tensione fino all'ultimo (nonostante si sapesse già come sarebbe finita, e questo è sicuramente un pregio), e alla fine ad un fumetto si chiede soprattutto questo.

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E invece a me secca dare un voto contrario a quello degli altri, per me questa storia è da 6, 6 e mezza massimo.

Perchè? Perchè nonostante i bellissimi disegni di Ticci, abbiamo alcune discrepanze a livello sia storico che logico non da poco.

La prima è il comportamento ridicolo dei cospiratori, che se ne fregano del ragazzo che ha sentito tutto, e pasis, ma che poi, di fronte a un interrogatorio da parte di due tipi "sconosciuti" contro Regan se ne freghino allo stesso modo!!! E continuano il piano senza problemi!!!! RIDICOLO!

Faccio troppo l'antinizziano se dico che questo è un difetto tipico del Nizzi del periodo?


Poco gli importava della logica: le cose andavano come voleva lui e basta.
Troppa fatica far cambiare il piano ai cospiratori e poco importa se il motivo era praticamente imposto da un passaggio della sceneggiatura.

Tacer? anche sul fatto che il personaggio dell'indiano abbruttito che ha perso la famiglia nel massacro del Washita e decide di riscattarsi uccidendo Custer è copiato (non esiste termine migliore) dall'analogo personaggio che appare nell'episodio "Giorno di gloria" della "Storia del West", ma senza un briciolo della personalit? e dell'intensit? che aveva saputo infondergli Gino D'Antonio.

Mi soffermer? invece sugli errori marchiani che Nizzi ha commesso riguardo alla storia del personaggio Tex.

Cominciamo proprio dall'indiano, Lupo che Corre. Tex asserisce di averlo incontrato per l'ultima volta dieci anni prima. La sequenza è ambientata esplicitamente nel 1874 (quindi, in linea teorica circa un anno dopo gli eventi de "Il tranello" e "La banda degli Orsi"), quindi l'ultimo incontro tra Tex e l'indiano risale al 1864, in piena guerra civile, eppure quando il Cheyenne si risveglia e vede Tex lo chiama Aquila della Notte, un nome che secondo ogni biografia, compresa quella del romanzo, Tex nel 1864 non aveva ancora acquisito.
Non solo: chiama anche Kit Carson col nome di Capelli d''Argento e dice che Tex gliene aveva parlato quando si erano visti l'ultima volta. Ancora una volta, nel 1864 Tex non conosceva ancora Kit Carson e comunque non ne era il pard abituale e di certo all'epoca il vecchio Kit aveva ancora dei lunghissimi capelli neri ed era conosciuto solo come "Il grande cacciatore"
Ancora: Custer, rivolgendosi a Tex gli dice di sapere che è capo dei Navajos.
Nizzi ha affermato di aver tratto ispirazione da una sequenza del n° 15 in cui Tex, presentandosi sotto falso nome (e quindi non propriamente attendibile in tutte le sue affermazioni) al ranch di Nellie Delane dichiara di aver servito come esploratore sotto Custer. Ebbene, è proprio in quella storia, e precisamente nel numero successivo, che muore Freccia Rossa e Tex è nominato capo dei Navajos, quindi Custer, anni prima non poteva appellarlo in quel modo.

Confesso che questi errori mi hanno irritato più di quelli logici o storici.
Uno può anche prendersi delle libertà coi fatti storici, ma sulla storia personale dei personaggi che scrive dovrebbe essere sempre più rigoroso.
Quel tipo di menefreghismo era un altro indice della china che Nizzi stava discendendo.

Sul fatto che Ticci ha disegnato i Tex e Carson del 1874/1876 pressoch? identici a quelli di una decina di anni dopo non dico niente.
Un certo scrupolo filologico nella ricostruzione del look dei personaggi in sequenze ambientate nel passato sarebbe arrivato solo con Fabio Civitelli nell'albo che festeggiava i 60 anni di Tex.
A questo proposito, non so voi ma a me fa piacere poter vedere, sia pure per poche pagine, agire insieme un Tex giovane ed un Kit Carson dai capelli e pizzetto neri. ::evvai::

Piccola chicca: i 3 "gorilla" che Tex e Carson incontrano quando salvano Lupo che Corre sono sicuramente i fratelli Earp.

Ne sono convintissimo anch'io. Anzi... non ho l'albo sottomano purtroppo e non posso controllare, ma direi che uno di loro potrebbe anche essere Bat Masterson, almeno dal look.

Nessuno di loro comunque viene chiamato mai per nome.

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L'analisi di Carlo sarebbe corretta se non fosse che il numero 15, in linea teorica, è ambientato PRIMA dello scoppio della guerra civile (che succede nel 17) e quando Custer, oltre che essere vivo, più di collezionare note di demerito a West Point non faceva. Peccato che tutti sappiamo che poi Tex racconta di quel che faceva DURANTE la guerra civile, spostando l'attuale epopea a non prima del 1890. Sappiamo tutti che i primi 100 numeri non sono da considerare in un qualsiasi tentativo di dare una cronologia a Tex, dai :)

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Sappiamo tutti che i primi 100 numeri non sono da considerare in un qualsiasi tentativo di dare una cronologia a Tex, dai :)

ma perchè, scusa? :blink: non sono del tutto d'accordo... se dobbiamo parlare della storia di tex, allora bisogna prendere in considerazione tutti gli albi, nessuno escluso, perchè ogni episodio può rivelare dettagli significativi ai fini di una indagine :old: ... non capisco perchè escludere, così arbitrariamente, un centinaio di albi :ph34r: ... se è solo per una questione di incongruenze, quelle si trovano pure sugli albi posteriori al numero 100, quindi ragionando in questo senso, ovvero in termini di affidabilità storica, ci sarebbe da filtrare qualunque avventura di tex :capoInguerra:
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Ma almeno dopo qualche tentativo storiografico c'è stato, prima si passava dalla guerra messico statunitense a Pancho Villa (il primo Montales)

Zapata, Per me Montales era ispirato a Zapata.

a Butch Cassidy ai Dalton alle guette indiane senza una minima logica

. Non del tutto vero. Una sorta di logica c'era. Se è vero che la posizione cronologica delle pfime avventure è piuttosto ballerina, alcuni punti fermi c'erano comunque, tra cui il fatto che la maggior parte delle avventure è ambientata dopo la fine delle guerre indiane.
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L'analisi di Carlo sarebbe corretta se non fosse che il numero 15, in linea teorica, è ambientato PRIMA dello scoppio della guerra civile (che succede nel 17) e quando Custer, oltre che essere vivo, più di collezionare note di demerito a West Point non faceva.

E qui commetti un errore di prospettiva: non sono i numeri prima del 17 ad essere ambientati prima della Guerra Civile, bensì i numeri dal 17 al 23 ad essere ambientati durante la guerra, è molto diverso.


Ogni riferimento cronologico fornito nelle storie precedenti a "Gli sciacalli del Kansas" punta invariabilmente ad un'ambientazione negli anni 70/80 del XIX Secolo.
Per esempio: come poteva Tex, nel n° 7, finire nella Riserva Navajo se questa non esisteva prima del 1867?
Se "Il tranello è ambientata prima della Guerra Civile (diciamo nel 1851/1853, vista l'età del piccolo Kit allora e nel n° 17), allora Tex sarebbe stato in una nazione (il Dominion del Canada) che non sarebbe esistita fino al 1867 ed avrebbe collaborato con un Corpo di Polizia che non sarebbe esistito sino al 1873.
Nel n° 12, parlando del capo Apache Natanis, il comandante di Fort Dennison lo descrive come ex membro della banda del famoso Geronimo.
I pochi riferimenti a Custer fatti poi nei racconti sottintendono chiaramente un'ambientazione posteriore al 1876.

Se poi vogliamo fare le pulci storiografiche al n° 17, giudicando quello che racconta Mr. Hovendal ai tre pards quando ritornano dalla caccia a Dona Manuela, dovremmo concludere che i suddetti ci hanno messo due anni ad uscire dal deserto e tornare a Santa Fe. Infatti, stando a quanto viene loro raccontato, durante la loro assenza sono avvenuti: l'assalto all'arsenale di Harper's Ferry da parte di John Brown (1859), l'elezione di Lincoln (novembre 1860), la secessione degli undici Stati del Sud (novembre 1860/marzo 1861) e l'inizio della guerra (aprile 1861).
Un vero guazzabuglio storico.
Per tacere del fatto che la guerra stessa è descritta senza un minimo senso logico, con i Rangers addirittura usati come corpo di polizia neutrale, cosa totalmente illogica in quel contesto.
Insomma, bene ha fatto Bonelli a dimenticarsene presto (quietamente, senza chiasso si è presto tornati ad un'ambientazione abituale tra la fine degli anni 70 e quella degli anni 80). A conti fatti, prendere a paradigma per la datazione il n° 17 è assolutamente illogico.

Peccato che tutti sappiamo che poi Tex racconta di quel che faceva DURANTE la guerra civile, spostando l'attuale epopea a non prima del 1890.

Due appunti:


1) l'ambientazione attuale è secondo me, posteriore al 1885, ma è un dato che non va comunque preso in maniera troppo rigida, visto che anche gli autori moderni non esitano a prendersi delle libertà quando lo ritengono opportuno.

2) A maggior ragione se ne ricava che gli eventi del n° 15 sono ambientati dopo il 1876 e tanto basta.

Sappiamo tutti che i primi 100 numeri non sono da considerare in un qualsiasi tentativo di dare una cronologia a Tex, dai :)

I primi 100 numeri sono considerabili quanto i secondi 100 secondo me. :colt:


Se partiamo dal presupposto che gli eventi dal n° 1 al n° 8 si svolgono nel 1866/1867, quelli dei nn° 8/9 intorno al 1870, quelli dei nn° 10/11 nel 1873/184 e quelli dal n° 12 in avanti dopo il 1882, vediamo che le licenze prese da GLB e continuatore non sono poi tante. Le più macroscopiche sono lo scontro coi Dalton, quello col Mucchio Selvaggio ed ovviamente il contesto storico dei nn° 17/23.
Non molto, in fondo, per una saga che non ha pretese di assoluta fedelt? alla storia ed alla storiografia, direi.
Per il resto, tutte le altre storie di Tex del periodo 1/100 possono essere senza grossi problemi nel contesto storico prevalente, sia pure con qualche incongruenza qua e l'? esattamente come tutte le successive. :colt:

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