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TWF - Tex Willer Forum

[199] A Sud Di Nogales


jim Davis
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Voto all'avventura  

36 utenti hanno votato

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39 minutes ago, Grande Tex said:

non dirmi che non ti piace ken Parker? 

 

Hai capito a rovescio...  :rolleyes:

On 7/6/2020 at 9:17 PM, Diablero said:

... in una delle note a margine dell'intervista a Giovanni Ticci apparsa su Fumo di China n. 19 del dicembre 1983, viene precisato che "l'episodio è composto da strisce rimontate, precedentemente disegnate da Ticci stesso con l'aggiunta di nuove strisce disegnate appositamente" .

 

Forse si riveriva a questo (quoto da Tex Willer Magazine 11, pagina 44)

 

---------------------

La croce tragica è l’ultima storia disegnata sulle strisce anziché sulle tavole, come mai hai aspettato fino ad allora?
Avevo cominciato con le strisce perché la prima storia uscì a strisce, io usavo un formato di carta più grande della pagina, mettevo quattro strisce tanto loro in redazione poi le tagliavano e montavano. Per un po’ di tempo ho continuato a fare così per comodità.

--------------------------

 

Però allora avrebbero dovuto mettere la nota a tutte le storie "rimontate" in questo modo (e poi non è un vero e proprio rimontaggio, visto che erano dall'inizio pensate per la pubblicazione su 3 strisce)

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2 ore fa, virgin dice:

 

Ma Grande Tex, leggi i messaggi a cui rispondi? :blink:

certo

avevo capito che il senso fosse" ignora Ticci e esalta cose tipo ken Parker( che appunto e'diciamo" fumetto d'autore" ) 

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3 hours ago, Grande Tex said:

certo

avevo capito che il senso fosse" ignora Ticci e esalta cose tipo ken Parker( che appunto e'diciamo" fumetto d'autore" ) 

 

Non hai capito...   :laugh:

 

Vabè, sei giovane, e quando "ricordano quei tempi" critica e riviste dicono un sacco di balle... 

 

La "critica alta", all'epoca, considerava Ken Parker anche meno di Tex.

 

Era un "fumettaccio Bonelli", roba plebea,  per un pubblico non acculturato.

 

Il concetto stesso di "fumetto d'autore", da dove viene? Viene dal fatto che intellettuali famosi, come Umberto Eco (che, a differenza di quei soloni, ha sempre tranquillamente considerato ogni tipo di fumetto) si fossero messi a parlare di fumetti. Mentre per molti, il fumetto era una cosa ignobile, "bassa" che nessun vero intellettuale avrebbe mai toccato.

 

Allora, forse per senso d'inferiorità, forse per cercare di attirare più "status" da quegli stessi soloni, molti fanzinari e/o critici di fumetti hanno iniziato a dire "ma no, i fumetti non sono solo quella robaccia da edicola tipo i Bonelli e quelli di Barbieri e Cavedon, quelli sono robaccia, fumetti "popolari" (per la cultura "alta" italiana, ottusa, ignorante e provinciale com'è, "popolare" è il peggiore insulto), "...ma ci sono anche fumetti d'autore come Corto Maltese di Pratt" (si trattava di una vera e propria circonvenzione di incapace, contavano sul fatto che la critica alta fosse così ignorante da non sapere che Corto Maltese lo pubblicava Il Corriere dei Ragazzi...)

 

A questo "elevato status culturale" si sono attaccate poi le "riviste d'autore", che appunto davano status, perchè di soldi ne davano molto pochi (se appunto non eri Pratt o Pazienza...)

 

In quegli anni quindi, Ken Parker era robaccia. A parte "il fumetto" che era la rivista di quelli che cercavano anche i fumetti anni 50, e quindi erano sotto il radar, e poi "fumo di china" che era una fanzine (all'inizio) fotocopiata da alcuni fanzinari di Bologna (gente che davvero chissà dove pensava che sarebbe andata a finire parlando di fumetti Bonelli,  gente senza arte nè parte come Marcheselli, Masiero, Lupoi, etc...), per la critica "alta" la divisione era pressappoco questa:

 

Roba "popolare", schifezze indegne: Tex, Ken Parker, Storia del West, Alan Ford, e Magnus in generale (aveva fatto pure pornazzi, non ti dico le resistenze a considerarlo un "autore" negli anni 80 anche quando iniziò a pubblicare su quelle riviste. Berardi e Milazzo al confronto furono accolti invece subito perchè avevano abbandonato il popolare Bonelli e avevano portato Ken Parker sulle riviste d'autore.

 

Fumetto "D'autore": Pratt ovviamente, poi Moebius, Manara, il gruppo Valvoline, Elfo, Chiappori, Calligaro...

 

Casi particolari: Pazienza (che vendeva bene, e molto, ma che i lettori delle riviste d'autore consideravano "pornografico" con vibranti lettere di protesta a Comic Art), Berardi e Milazzoi che vennero come ho già detto "adottati subito" una volta rinnegato Bonelli, e gli autori americani come Corben che negli USA pubblicavano sulle riviste più volgari e snobbate dalla critica ma qui venivano "ripuliti, sempre perchè vendevano più di Calligaro...  :lol:

 

(Non vorrei far sembrare che fosse turtta fuffa quello che pubblicavano le riviste d'autore, c'era anche gente come Panebarco o Munoz che non avrebbero mai trovato spazio su riviste rivolte al grande pubblico. Quella che critico è una certa altezzosa cecità verso tutto ciò che era "popolare". Non a caso ignorarono completamente il "rinascimento americano" che stava avvenendo grazie ad autori come Moore e Miller, e quando si trovò a sua insaputa i diritti di Watchmen e Dark Knights Returns chiaramente Fulvia Serra non sapeva che farsene, non li voleva e si vergognava a metterli nella rivista...)

 

Per tornare al mio post, quello che c'è scritto (e davvero, è chiarissimo, basta leggere la frase, non è equivocabile) è che Tex E Ken Parker erano schifati e sbobbati dalla critica "alta" (che non è totalmemente esatto, Tex vendeva tanto e i soldi alla critica alta piacciono, Ken Parker era più schifato di Tex)

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A sentire certe cose non ci si abitua mai, eppure è tutto vero.

Il fumetto d'autore a me ha sempre fatto venire il mal di pancia. Quelli che lo osannano hanno tutto il diritto di farlo,

ma non è corretto che lo facciano a scapito del fumetto popolare, specie quando questo è realizzato bene.

Con certi fumetti d'autore un ragazzo può diventare uno psicopatico o un serial killer, mentre con Tex o Ken Parker

rischia di crescere onesto e pure intelligente.

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  • 5 mesi dopo...
  • Collaboratori
On 6/7/2020 at 21:17, Diablero dice:

Si è mai saputo qualcosa della... "storia di questa storia"? Dai disegni pare una storia disegnata da Ticci anni prima, e poi abbandonata (pagine 18-46), completata poi per riempire le pagine rimanenti del numero 199 (e nella parte successiva per me si nota la mano di Monti). Ma perché far disegnare a Ticci quasi 30 pagine e poi lasciarle lì?

 

In un vecchio post Ymalpas scrive:

 

Perchè "rimontate"? Erano state pensate per un formato diverso?

 

(quel numero di Fumo di China ce l'ho, ho tutti i numeri dell'epoca, solo che vatti a ricordare dove sono adesso dopo quasi quarant'anni, ho una libreria che pare il deposito alla fine dei Predatori dell'Arca Perduta...)

 

 

Siamo finalmente in grado di fare chiarezza su questo piccolo tassello di storia editoriale di Tex, grazie a Giancarlo Malagutti cui mi ero rivolto e che ha avuto recentemente la possibilità di parlarne direttamente con Ticci. Riporto le sue parole:

 

Cita

Come avevamo immaginato, questa era una storia di 32 o 46 tavole (Ticci non ricorda bene) che Sergio Bonelli voleva far uscire come strenna natalizia col nome di Almanacco Tex. Graphic novel e cartonati alla francese erano di là da venire. Qualche anno dopo Sergio decise di riutilizzare le tavole e Gianluigi Bonelli allungò la storia in modo da chiudere per il numero 199. Il 200 era, come di consueto, autoconclusivo. Come, ma forse l'ho già detto, la storia "Condor Pass" di Galep che fu riadattata e rimontata.

 

Quindi, concludendo, alla fine degli anni sessanta o primi anni settanta,  Sergio Bonelli ebbe l'idea di lanciare una nuova collana natalizia probabilmente di cartonati e commissionò un paio di storie a Galep e successivamente a Ticci. Quella di Galep, finita, fu poi indirizzata sulla serie regolare dopo che Sergio decise, per ragioni sconosciute, di non puntare più sul progetto. La storia di Ticci, che era ancora in lavorazione, fu invece interrotta e finì in un cassetto. Solo anni dopo, quando serviva una storia breve per il numero 199, il disegnatore potè completare quella storia. Nel frattempo il suo stile era cambiato e anche le vecchie tavole originali, che dovevano avere un'impostazione simile alla storia di Galep furono riadattate. Che dire, un editore lungimirante, avanti coi tempi, i cartonati di Tex nasceranno infatti solo (quasi) cinquant'anni dopo, resta il rimpianto per un progetto che sarebbe stato sicuramente  bellissimo.

 

GrcwfsG.jpg

 

 

Tavola con le indicazioni di colore originali a matita di Galleppini prevista per la strenna natalizia del 1970.

 

 

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Alla fine queste due storie hanno avuto la ricollocazione originale nella serie dei cartonati, rendendo giustizia all'idea iniziale di Sergio Bonelli .

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Grazie Sandro! Un altro mistero svelato!  :)

 

2 hours ago, ymalpas said:

Nel frattempo il suo stile era cambiato e anche le vecchie tavole originali, che dovevano avere un'impostazione simile alla storia di Galep furono riadattate

 

Nella vecchia intervista Ticci dice che fino a "la croce tragica" lavorava su un formato strambo: 4 strisce per tavola, sapendo già che sarebbero state ritagliate in strisce separate. Visto che questa storia doveva essere fatta per un albo di formato francese, può darsi che abbia comunque impostato la storia su quattro strisce, come è stata poi pubblicata nel cartonato.

 

Però nel cartonato, montata su 4 strisce è stranamente "stretta", e non c'è la stessa proporzione delle tavole del volume di Galep...

 

Boh, vallo a sapere che hanno combinato su quelle povere tavole...

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  • Sceriffi
On 11/7/2020 at 14:43, Diablero dice:

In quegli anni quindi, Ken Parker era robaccia. A parte "il fumetto" che era la rivista di quelli che cercavano anche i fumetti anni 50, e quindi erano sotto il radar, e poi "fumo di china" che era una fanzine (all'inizio) fotocopiata da alcuni fanzinari di Bologna (gente che davvero chissà dove pensava che sarebbe andata a finire parlando di fumetti Bonelli,  gente senza arte nè parte come Marcheselli, Masiero, Lupoi, etc...), per la critica "alta" la divisione era pressappoco questa:

Infatti ora, Masiero è direttore in Bonelli, Lupoi ha la panini e Marcheselli è stato in Bonelli.

 

On 11/7/2020 at 14:43, Diablero dice:

Roba "popolare", schifezze indegne: Tex, Ken Parker, Storia del West, Alan Ford, e Magnus in generale (aveva fatto pure pornazzi, non ti dico le resistenze a considerarlo un "autore" negli anni 80 anche quando iniziò a pubblicare su quelle riviste. Berardi e Milazzo al confronto furono accolti invece subito perchè avevano abbandonato il popolare Bonelli e avevano portato Ken Parker sulle riviste d'autore

Se non sbaglio, all'epoca ci fu uno scandalo, per via di un membro maschile ne "Lo Sconosciuto".

Io non li chiamerei pornazzi, in realtà è roba veramente bella, "Le femmine incantate" e "Le 110 pillole" sopra tutti.

Tutta roba ristampata, nella collana dedicata a Magnus, che è piena, di bozzetti ed altro, ottima collana.

1 ora fa, ciro dice:

Alla fine queste due storie hanno avuto la ricollocazione originale nella serie dei cartonati, rendendo giustizia all'idea iniziale di Sergio Bonelli .

Solo, che una ha avuto una colorazione ottima, e l'altra no.

Io continuo a chiedermi il perchè, forse non c'era tempo..

Modificato da MacParland
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7 minutes ago, MacParland said:
On 7/11/2020 at 2:43 PM, Diablero said:

In quegli anni quindi, Ken Parker era robaccia. A parte "il fumetto" che era la rivista di quelli che cercavano anche i fumetti anni 50, e quindi erano sotto il radar, e poi "fumo di china" che era una fanzine (all'inizio) fotocopiata da alcuni fanzinari di Bologna (gente che davvero chissà dove pensava che sarebbe andata a finire parlando di fumetti Bonelli,  gente senza arte nè parte come Marcheselli, Masiero, Lupoi, etc...), per la critica "alta" la divisione era pressappoco questa:

Infatti ora, Masiero è direttore in Bonelli, Lupoi ha la panini e Marcheselli è stato in Bonelli.

 

Hai capito che ero ironico (anzi, sarcastico), vero?

 

7 minutes ago, MacParland said:

Se non sbaglio, all'epoca ci fu uno scandalo, per via di un membro maschile ne "Lo Sconosciuto".

 

Nessuno scandalo che io ricordi, gli anni 70 erano un altro mondo, probabilmente inimmaginabile per chi è nato negli ultimi anni. Si vedevano tette nude e capezzoli in un varietà del sabato sera. Si trovavano fumetti con sesso, torture e perversioni varie in tutte le case, senza particolare vergogna (almeno per le cose più mainstream tipo Jacula o Vartan o Oltretomba, che vendevano veramente un botto e in edicola erano vicino a Tex). All'epoca Magnus in un numero dello "sconosciuto" ruppe l'ultima ipocrisia mostrando un membro eretto, ma nei fumetti precedenti erano semplicemente tenuti in ombra o coperti da un braccio o una gamba, mentre tette, culi e pubi femminili si vedevano tranquillamente. Poi negli anni 80 si andò verso il pornografico spinto senza personaggi fissi, e fu il declino di quel tipo di editoria (e negli anni 80 arrivò anche una forte stretta della censura: oggi ti riscrivono la storia e dicono che gli anni 80 erano piu libertini e i 70 più politicizzati. Forse in privato nelle ville, ma pubblicamente, gli anni 80 furono molto più bacchettoni e censurati dei 70, ci fu un vero e proprio vento di restaurazione alla fine del decennio, e per esempio furono costretti a censurare le ristampe perchè se fossero usciti con la stessa copertina usata nella prima pubblicazione negli anni 70 rischiavano la galera...

 

18 minutes ago, MacParland said:

Io non li chiamerei pornazzi, in realtà è roba veramente bella, "Le femmine incantate" e "Le 110 pillole" sopra tutti.

 

"Le femmine incantate" è del 1987-1991, quasi 15 anni dopo, quando Magnus aveva sfondato la resistenza dei soloni ed era considerato un "autore", e fu pubblicato su "riviste d'autore" di grande formato tipo Comic Art e Dolce Vita, mica sui tascabili di Renzo Barbieri! :laugh:

 

(idem per Le 110 pillole,  del 1985, pubblicato in Italia su Totem)

 

Le opere che ha fatto Magnus per i tascabili erotici elencate qui e qui

 

Però se ne vuoi parlare, è meglio aprire un altro thread. Ho citato Magnus solo come esempio di CHI erano gli artisti sottovalutati da quei soloni come "non autori"

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  • Sceriffi
<span style="color:red;">13 minuti fa</span>, Diablero dice:

Hai capito che ero ironico (anzi, sarcastico), vero?

No:lol:

<span style="color:red;">14 minuti fa</span>, Diablero dice:

Nessuno scandalo che io ricordi, gli anni 70 erano un altro mondo, probabilmente inimmaginabile per chi è nato negli ultimi anni. Si vedevano tette nude e capezzoli in un varietà del sabato sera. Si trovavano fumetti con sesso, torture e perversioni varie in tutte le case, senza particolare vergogna (almeno per le cose più mainstream tipo Jacula o Vartan o Oltretomba, che vendevano veramente un botto e in edicola erano vicino a Tex). All'epoca Magnus in un numero dello "sconosciuto" ruppe l'ultima ipocrisia mostrando un membro eretto, ma nei fumetti precedenti erano semplicemente tenuti in ombra o coperti da un braccio o una gamba, mentre tette, culi e pubi femminili si vedevano tranquillamente. Poi negli anni 80 si andò verso il pornografico spinto senza personaggi fissi, e fu il declino di quel tipo di editoria (e negli anni 80 arrivò anche una forte stretta della censura: oggi ti riscrivono la storia e dicono che gli anni 80 erano piu libertini e i 70 più politicizzati. Forse in privato nelle ville, ma pubblicamente, gli anni 80 furono molto più bacchettoni e censurati dei 70, ci fu un vero e proprio vento di restaurazione alla fine del decennio, e per esempio furono costretti a censurare le ristampe perchè se fossero usciti con la stessa copertina usata nella prima pubblicazione negli anni 70 rischiavano la galera...

Avevo letto un articolo, o qualcosa di simile, ma molto probabilmente mi sbaglio.

<span style="color:red;">15 minuti fa</span>, Diablero dice:

Però se ne vuoi parlare, è meglio aprire un altro thread. Ho citato Magnus solo come esempio di CHI erano gli artisti sottovalutati da quei soloni come "non autori"

Si, anzi chiedo scusa ai moderatori!

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  • Collaboratori

Se le tavole di Ticci furono messe da parte il fatto è quasi certamente da addebitare alla "gliglia" non canonica delle tre strisce (o quattro), come vediamo per Galep.

Altrimenti sarebbe stata finita oppure allungata, non c'era ragione di interromperla, in anni in cui i tempi di lavorazione e pubblicazione erano strettissimi.

 

<span style="color:red;">13 ore fa</span>, Diablero dice:

Però nel cartonato, montata su 4 strisce è stranamente "stretta", e non c'è la stessa proporzione delle tavole del volume di Galep...

 

Un'ulteriore conferma a quanto detto sopra. E' stato fatto un rimontaggio artigianale delle vignette . Corteggi ?

 

<span style="color:red;">14 ore fa</span>, ciro dice:

Alla fine queste due storie hanno avuto la ricollocazione originale nella serie dei cartonati, rendendo giustizia all'idea iniziale di Sergio Bonelli .

 

Questo progetto era ancora ben stampato nella mente della SBE quando si sono scelte queste due storie (scelta ovvia per Galep, meno per Ticci), oppure si è trattato di una mera scelta casuale (ci si è messo di mezzo il destino).

 

<span style="color:red;">16 ore fa</span>, ymalpas dice:

resta il rimpianto per un progetto che sarebbe stato sicuramente  bellissimo.

 

Quando parlo di rimpianto mi riferisco ovviamente ai cartonati di Nicolò, Letteri, Fusco (forse anche Muzzi), nonché di altri autori internazionali di quegli anni che forse avrebbero accettato gli inviti di Sergio di fare una storia unica di Tex e con un numero limitato di pagine, una cinquantina come nel caso de "Gli sterminatori" di Galep. Il progetto dei Texoni nascerà solo vent'anni dopo, ma l'editore ci provava già dagli anni sessanta. Una perdita considerevole, direi, per noi lettori.

 

Da notare che al posto di questi cartonati avemmo invece la collana "Un uomo un'avventura" (anche per saggiare i possibili disegnatori che si sarebbero potuti cimentare: immaginate un cartonato di Tex di Hugo Pratt) e i cartonati della CEPIM, ad iniziare da "Tex contro Mefisto".

 

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  • 4 mesi dopo...

Pollice su:

- i disegni, soprattutto quelli dove sono presenti tutti i 4 pards insieme, oppure la cavalcata ti Tex, Carson e Tiger, e anche le scene al saloon con Kit di spalle. 

- la missione di Kit ci mostra che anche da solo è un osso duro, tutto suo padre.

- pur essendo più corta di un albo quest'avventura comprende tutti i pards.

-il crescente aumento di tensione e problemi che porta Tex e Carson a darsi ormai per morti.

 

Pollice giù:

-la cattura di Carson. Ci sta il colpo di scena di vedere Kit legato, senza sapere com'è successo. Però poi sarebbe stato bello vedere qualche disegno con il flashback anziché il racconto mentre sono sotto tiro. Niente di grave comunque.

-l'arrivo degli apache con Kit e Tiger era molto probabilmente l'unico modo per risolvere la situazione, però poi è troppo simile l'intervento "provvidenziale" della cavalleria. Quest'ultima parte è troppo sbilanciata a favore dei buoni. Sarebbe stato interessante vedere come sarebbero andate le cose in un altro modo. In una storia così breve due espedienti molto simili che poi sommati sembrano un po' troppo sforzati (soprattutto il secondo).

 

 

 

 

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