Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Articoli Su Tex


ymalpas
 Share

Messaggi consigliati/raccomandati

  • Collaboratori

C' era una volta Tex


Articolo di Luca Raffaelli apparso su Repubblica è 13 gennaio 2001


<div align="justify">Se n'? andata anche l'altra metà di Tex. Gianluigi Bonelli, lo sceneggiatore del più popolare personaggio del fumetto italiano, è morto a novantadue anni ad Alessandria, dov'era ricoverato (i funerali si svolgeranno martedì a Milano). Un autore vulcanico, una personalit? esuberante che però non amava farsi vedere, che rifuggiva, secondo le sue stesse parole, i bagni di folla e tutto ciò che ha il marchio dell'ufficialit?. Di lui molto si sa soprattutto attraverso le testimonianze di chi l'ha conosciuto bene: ad esempio di Tea Bonelli, che con lui si era sposata nel '30 separandosi nel dopoguerra, del figlio Sergio, anche lui sceneggiatore e ora leader della casa editrice, e di Aurelio Galleppini, in arte Galep, che di Tex è stato il primo disegnatore. Da anni Gianluigi Bonelli non si faceva vedere, n° concedeva interviste. Le sue ultime fotografie lo ritraevano vestito alla western e si racconta che si divertisse moltissimo a incarnare i panni di Tex nella vita reale, con tanto di saporite esclamazioni. Tex Willer l'ha creato nel '48, a quarant'anni. Da giovanissimo aveva lavorato come impiegato in un'industria di tessuti, ritagliandosi il sabato e la domenica per poter scrivere novelle e poesie. A diciannove anni incontra Tea: le poesie ora sono tutte per lei. Quando tre anni dopo si sposano, Gianluigi ha cominciato a vivere di scrittura, firmando novelle o redazionali per alcuni periodici a fumetti, tra cui Il Vittorioso. Ma che sia uno dal fiuto giusto si capisce fin dal '39 quando, con l'aiuto di alcun amici, Gianluigi riusc? a comprare la testata dell'Audace. Bonelli ruppe con la tradizione che voleva i giornali a fumetti dedicati a tanti personaggi, ognuno con una o due pagine a disposizione e l'avvertenza "continua" in calce. Il pugile italiano Furio, ispirato al Dick Fulmine dei Cossio, si prese tutto lo spazio per scazzottare negri e cinesi. Nacque così per suo merito l'albogiornale, di poco in ritardo sul comic book americano che proprio nel '38 aveva lanciato Superman. Con la guerra anche Furio dovette cambiare atteggiamento, indossè la divisa di pilota e perse i balloon a favore delle didascalie, che fin dai tempi del Corriere dei Piccoli dai genitori italiani sono state considerate meno diseducative. Gianluigi finisce in svizzera, al confino. Il dopoguerra cambia gli orizzonti del fumetto italiano. Non c'è più il Minculpop, e si può sfruttare liberamente il mito americano (Gianluigi per alcune storie si firma B. O'Nelly). Inoltre il limitato costo della carta e della stampa permettono la nascita (e la morte) di decine di pubblicazioni e di personaggi; soprattutto con l'avvento del formato striscia, lo stesso del primo Tex. Gianluigi Bonelli si separa da Tea, che si mette a capo della casa editrice milanese con la sede nella sua abitazione, in via Saffi. Sergio è ancora piccolo, ma quotidianamente respira aria di redazione e di avventure disegnate. Gianluigi è un padre particolare, che fa molti sport, nuota, va in barca a vela e torna spesso, con il viso segnato, dalla palestra di pugilato. Anche in casa viene chiamato per cognome: Bonelli. Nel '48 Tea decide di far partire due nuove serie, Occhio Cupo e Tex, entrambe scritte da Gianluigi e disegnate da Galleppini, arrivato a Milano dalla Sardegna ed ora ospite a casa Bonelli. Il primo (un soggetto cappa e spada alla Dumas) non dura molto. Il secondo regge, senza raggiungere il successo di altri personaggi del tempo, come Piccolo sceriffo. Comunque sembra funzionare bene. D'altra parte le novità di Tex Willer (inizialmente Tex Killer) non sono mica poche. A cominciare dalla fascia di pubblico: Tex punta su quello più adulto, affrancandosi così dal cambiamento del gusto. E poi l'eroe è un giustiziere, che reagisce ai soprusi e alle prevaricazioni. Mantiene l'atteggiamento gradasso dei tradizionali personaggi dei fumetti, ma la novità sta nella finalit? delle sue azioni: Tex non vince per se stesso, per nutrire il suo ego (già abbastanza grande), ma per il Bene del mondo. Lui sa cosa è giusto, anche perchè nelle sue storie la frattura tra il male e il bene è netta, chiara, non ci possono essere fraintendimenti. ?Ancora oggi non saprei trovare i motivi per cui Tex ha funzionato e, per fare un esempio, Yuma Kid si è spento?, ha dichiarato Gianluigi Bonelli in una delle sue rare interviste. ?Nello scriverlo ci ho messo lo stesso impegno. Ma spesso mi sorprendo a pensare che anche la vita dei personaggi dei fumetti sia come quella degli uomini in carne ed ossa: alcuni nascono con i segni di un destino favorevole?. Gli anni Cinquanta sono quelli decisivi per il successo di Tex, ma nel frattempo Bonelli inventa tanti altri personaggi come Il cavaliere nero, Il cavaliere del Texas, Hondo, El Kid, Terry, Big Davy, Kociss del '57. Poi decide che è arrivato il momento di fermarsi. Tex ha bisogno di una cura esclusiva, le sue storie si stanno evolvendo, diventano col tempo più lunghe e più curate. Non devono più accadere incidenti come quello che ha causato il viaggio nel tempo dei primi due episodi: Il totem misterioso è ambientato nella Guerra di Secessione, La mano rossa nel 1898, quarant'anni dopo. Con gli anni la Bonelli, sotto la guida di Sergio, diventa la fucina del fumetto italiano, e si rivolge a lettori sempre più attenti e preparati. Per Tex non bastano più solo Bonelli padre e Galep. Nascono tanti altri Tex, tutti seguono le orme dell'originale, ma con piccole variazioni nei tratti psicologici e grafici. ?Nessuno racconter? mai Tex come l'ho raccontato io?, ha dichiarato Gianluigi. E nessuno sarà mai Tex quanto lo è stato lui.

Modificato da ymalpas
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Tex. E il ranger del West si scopr? pacifista


Articolo di Luca Raffaelli apparso su Repubblica è 09 gennaio 2008


<div align="justify">Si entra nell' era d' oro di Tex, il periodo magico del ranger di Bonelli che coincide con la fine degli anni Sessanta e tutti gli anni Settanta. Con il volume di Tex in edicola da domani con Repubblica e L' espresso, saremo accolti nel periodo migliore della storia del personaggio più popolare del fumetto italiano, tra nemici indimenticabili (ci sarà anche il figlio di Mefisto), scenografie accuratissime, e storie appassionanti e sorprendenti come quella che vedrà Tex coinvolto nella guerra di secessione. Sarà allora che Tex mostrer? il suo volto pacifista, maledicendo le guerre e i potenti che le creano. Le ragioni di questo periodo magico sono molte. Il cambio di formato e l' aumento delle pagine, ad esempio, permettono a Gianluigi Bonelli, che continuerà fino alla metà degli anni Ottanta a scrivere tutte le storie di Tex, una maggiore libertà d' invenzione. E poi Gianluigi decide finalmente, dopo aver creato decine e decine di altri personaggi, di dedicarsi solo al suo ranger. ?? stato un cambiamento fondamentale?, dice Sergio Bonelli, figura storica del fumetto italiano, figlio di Gianluigi, creatore di Tex, e a sua volta editore e sceneggiatore del ranger. ?Perchè mio padre entra definitivamente nel personaggio. Oggi, quando scriviamo una storia ci chiediamo: come si comporterebbe Tex? Lui invece non aveva mai dubbi, sapeva sempre cosa avrebbe fatto e detto. Cominciava con un' idea, sicuro che l' avrebbe sviluppata nella maniera migliore. E aveva sempre ragione?. Negli anni Settanta si era creata una squadra di disegnatori formidabili: oltre ad Aurelio Galleppini detto Galep, il creatore grafico di Tex, ci sono Guglielmo Letteri, Giovanni Ticci, Erio Nicol' e Virgilio Muzzi, ognuno libero di disegnare Tex con il proprio stile. ?Questo è stato uno dei grandi problemi che mi sono posto in quegli anni?, afferma Sergio Bonelli. ?Creare una squadra di imitatori di Galep o lasciare a ciascun disegnatore la libertà di interpretare Tex con il proprio stile? Ho scelto la seconda strada e ho fatto bene. Anche se molti lettori allora protestavano, soprattutto per Ticci, che era "troppo americano"?. Il momento magico è tale anche per le vendite. Tex arriva a toccare le 600mila copie. Ma non solo. Anche i media e la stampa si accorgono di lui. ?Le amarezze erano state tante?, continua Bonelli, ?quanti gli articoli che dicevano che i fumetti facevano male ai ragazzi, con le censure preventive, le interrogazioni parlamentari. Negli anni Settanta si cominciava a parlare del fumetto come letteratura popolare. E questo ci ha fatto capire che i tempi bui erano chiusi?. La redazione si riemp? di lettere, con le richieste più disparate. Delle indicazioni si cerca di tenere conto comunque, alternando le storie: da quella con gli indiani a quella fantastica, a quella western. Di fronte a tanta popolarit? alcuni personaggi cominciano a confessare la loro passione per il personaggio. ?Il primo è stato Fred Bongusto?, dice Sergio Bonelli. ?Ed è a causa sua che spinsi mio padre a scrivere una storia in cui c' è anche un pizzico di romanticismo (di questo lui non era affatto contento). In quest' avventura Kit viene ferito e curato da una ragazza di cui s' innamora. Quando il padre torna a prenderlo il giovane Kit si liberer? di questa ingombrante situazione sentimentale con una battuta meravigliosa: "Ci rivedremo di sicuro: solo le montagne non si incontrano mai!"?.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Collaboratori

Affreschi e quadri a San Vincenzo

Pittore di cappella a Cagliari, il passato sconosciuto del 'pap?' di Tex Willer


Articolo pubblicato sul quotidiano L'Unione Sarda il sabato 11 aprile 1998.


<div align="justify">
Soltanto un'anziana suora ricorda quel pittore che alla fine della seconda guerra mondiale, per affrescare la cappella dell'istituto San Vincenzo di Cagliari ?si accontent? di pochissimi soldi?. Unpittore anomalo. Non foss'altro perchè il nome di Aurelio Galleppini, in arteGalep è indissolubilmente legato all'epopea di Tex, il più famoso tra gli eroi del fumetto italiano. Ora si scopre il passato nascosto del grande disegnatore. Quattro dipinti, una via Crucis, gli affreschi e le decorazioni della cappella dell'istituto San Vincenzo de Paoli, che costituiscono un piccolo tesoro artistico che oggi Cagliari riscopre. Nato a Chiavari nel 1917, padre e madre di Iglesias, Galleppini trascorse molti anni in Sardegna. Raccontava: ?Subito dopo la guerra non c'era quasi niente per dipingere e bisognava arrangiarsi. Per sopravvivere mio cognato cercava tra le macerie mattonelle e persiane, con le stecche facevamo cornici per le mattonelle che io dipingevo a olio con soggetti sardi. Li vendevamo come souvenir agli americani. Poi, ho fatto alcune mostre, un mucchio di pubblicit? per la quale pagavano bene: cartelloni, anche per un film, cartoline. Ho dipinto una cappella in un istituto di suore...?. Ma quella frase sarebbe restata un semplice inciso se l'editore Giorgio Ariu non avesse scoperto e deciso di far conoscere il piccolo tesoro di Galep. ?L'artista è tornato a Cagliari, per l'ultima volta, nell'84, in occasione di una mostra che gli abbiamo dedicato. Fu allora - dice Ariu - che, mostrando alla moglie e ai figli le sue opere religiose realizzate in giovent? tra una locandina per il cinema e il logo per la De Riso, decise di metterci la firma?. Una tela raffigura San Vincenzo che porta da Santa Luisa i bambini abbandonati. In un'altra, quattro vicenziane ghigliottinate in piazza durante la Rivoluzione francese davanti alla folla urlante. Nella terza opera, leFiglie di Maria , con i cappelli a punta che ora non fanno più parte della divisa, distribuiscono le medagliette miracolose. Piccoli ovali argentati, gli stessi che ancora oggi le suore regalano a chi va a trovarle. Scherzano suor Caterina e suor Cecilia illustrando i quadri: ?Quando ancora ci facevano portare quei cappelli enormi a punta andammo a San Pietro, a sentire una messa del Papa. Le guardie svizzere si avvicinarono e ci dissero di metterci in disparte, perchè toglievamo la visuale alla gente che c'era intorno. E dire che eravamo andate l' prestissimo per trovare buoni posti?. E nel mini tour alla scoperta del Galep religioso si arriva alla tappa che leFiglie della Carit? amano maggiormente, quella delle tre apparizioni della Madonna. La prima apparizione è del luglio 1830: ?Prima ancora di Lourdesè, tengono a sottolineare le suore. Nell'affresco speculare, il creatore di Tex dipinse la seconda apparizione, del novembre 1930. ?La Madonna tiene tra le mani un globo e chiede di coniare le famose medagliette perchètutti coloro che le porteranno riceveranno grandi grazie ?. La storica del gruppo, Suor Antonietta, racconta che non fu facile convincere la Chiesa aprodurre quelle medagliette. ?Poi, quando Pio IX, nel 1842, seppe del miracolo di un ebreo convertito in seguito all'apparizione della Madonna e tornato in Palestina per fondare una scuola cattolica, diede l'autorizzazione?. La terza apparizione è invece rappresentata da una statua della Vergine ornata da fasci di stelle. L'Ospizio per fanciulli poveri o abbandonati e per ragazze madri fu aperto a Cagliari un secolo prima del passaggio di Galleppini. Nel marzo del 1943, per ordine del comando militare l'istituto divenne un presidio della Marina. Suore e ospiti si trasferirono nel seminario regionale dei gesuiti a Cuglieri. Un anno e mezzo dopo, nonostante una parte dell'edificio fosse ancora occupata dagli uffici del Comune (che vi erano stati sistemati dopo la partenza dei militari), le vicenziane tornarono ai piedi di Buoncammino e diedero il via ai lavori di restauro della cappella. Probabilmente Galep ottenne l'incarico di eseguire i quadri in quegli anni, ma nei pochi documenti conservati dalle suore non c'è traccia di quei lavori. Dei dipinti religiosi di un fumettista sardo di fama internazionale quasi nessuno, fino a ieri, aveva mai sentito parlare.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 3 mesi dopo...
  • Collaboratori

Come Tex non c'è nessuno


Articolo apparso sul quotidiano " L'Unione Sarda" il 04 novembre 1998



Una grande mostra a Milano celebra i 50 anni del fumetto più amato un eroe nato per caso Tex Willer. Anzi, secondo le intenzioni del suo creatore Gian Luigi Bonelli, destinato addirittura ad una vita breve, forse 3 o al massimo 5 anni. Lo ha ricordato oggi il figlio Sergio, che ha preso in mano la casa editrice di famiglia, presentando la mostraI 50 anni di Tex - L'evoluzione di un mito , aperta al pubblico dal 5 novembre al 20 dicembre.?Per mio padre, Tex era solo un personaggio come tanti, ai quali non venne dedicata certo un'attenzione particolare - ha raccontato Sergio Bonelli -. Doveva servire a sbarcare il lunario e in quegli anni, il '48, essere fumettari era quasi una vergogna, al punto che io ai miei compagni di collegio dicevo sempre che i miei genitori si occupavano di export-import?. Il successo del mitico ranger, che ha superato in longevit? qualunque fumetto, in Italia, e nel mondo è secondo solo a Topolino, ha ripagato ampiamente Bonelli dei sacrifici del passato. ?Anche se adesso quando vedo filosofi ed esperti discernere sulla psicologia di Tex, mi sento un po' imbarazzato - ha detto -. Tex è nato dalla fantasia di mio padre e del suo amico, il disegnatore Aurelio Galleppini, che dentro questo personaggio hanno messo tutte le loro passioni di giovani cresciuti prima della guerra all'insegna dei miti americani, i film, la letteratura, i fumetti?. La mostra è un viaggio nel mondo dell'inafferrabile Aquila della notte e dei suoi compagni, il figlio Kit, e gli amici Carson e Tiger Jack. Sembra quasi di sentire l'odore dei cavalli o delle praterie entrando nei saloni, dove sono stati ricostruiti la bottega del maniscalco con i ferri degli zoccoli o l'ufficio dello sceriffo. Ma, scenografia a parte, è sicuramente la rassegna più completa mai realizzata su Tex. Ci sono tutti i numeri (dalle strisce degli anni '50 ai Texoni), i disegni (in 50 anni si sono succeduti 28 disegnatori e 8 soggettisti), tavole orginali, riferimenti letterari e cinematografici, un video con interviste ad illustri fans, come il segretario Cgil Cgil , Sergio Cofferati.?Certo 50 anni fa era più facile scrivere le storie - ha ammesso Bonelli - adesso i lettori sono severissimi e guai se facciamo impugnare a un pistolero la Colt sbagliata: c'è subito chi ci scrive per dirci che quell'arma in quel periodo non c'era ancora. Cosè come Tex non può più chiamare un messicano 'mangiatortillas'. Arriva subito la reazione del console: i suoi compatrioti mangiano ora bistecche?. Ma il successo di Tex è dovuto anche all' attenzione dei particolari e alla passione dei suoi fans, che ne hanno fatto un simbolo. ?Per tutti i diavoli! Che mi siano ancora alle costole?? esclamava Tex al suo esordio il 30 settembre '48. Visto l'interesse attorno a lui, può stare sicuro che nessuno è ancora disposto a mollarlo. La mostra milanese voluta dalla Sergio Bonelli Editore con le Regioni Lombardia e Piemonte e gli assessorati alla cultura di Milano e Trento, la rassegna è dunque un viaggio nel mondo del vecchio West. Ma è anche un cammino attraverso l'evoluzione di un mito (così si chiama la mostra) che dal 1948 ha cambiato lo stile grafico, ma non certo il suo fascino. Cinquant'anni di storia che sono anche la storia del costume italiano dal dopoguerra ad oggi, e di quella cultura western che in Italia ha avuto uno sviluppo tutto suo. Cinquant'anni anni di lavoro che hanno prodotto 53.000 tavole, 9 edizioni straniere, 975 strisce di vecchie avventure, 446 Tex Giganti, 11 Texoni illustrati. Da una sala all'altra della mostra sembrer? di vivere in prima persona le storie di Tex e dei suoi amici. Tra gigantografie, ricostruzione di arredi con sagome dei personaggi in sapore western e totem a colori, i visitatori ripercorreranno 50 anni di avventure. Ma la parte più interessante è sicuramente quella dei cimeli: la prima striscia del settembre '48, scritta da Gian Luigi Bonelli (ed edita dalla casa editrice Audace), poi gli studi del disegnatore Aurelio Galleppini, che ambientava le storie nel suo amato Trentino in versione mitico West, bozzetti, tavole edite ed inedite, studi, tavole sinottiche, riferimenti letterari e cinematografici.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • 3 anni dopo...

Siamo alla frutta: adesso i politici usano illegalmente i fumetti per pubblicizzarsi- Dylan Dog in questo caso. E il corriere scrive un articolo, "Tex contro Ingroia", in cui dimostra tutta l'ignoranza e la superficialit? del giornalismo italiano quando si parla di fumetti- io un commentino pepato l'ho lasciato! :Dhttp://apps. facebook.com/corrieresocial/po... fb906e25e. shtml

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Oh, santo cielo! >:azz: :malediz... Ma perchè devono coinvolgere pure i nostri fumetti del cuore? E' abbastanza chiaro che Tex non ha alcun orientamento politico (un po' come un sacco di italiani che quest'anno non andranno a votare) e che quindi non può essere inserito in queste faccende. Questa campagna non ha alcun senso ed è persino un insulto a una passione che continua a resistere nel tempo. La Bonelli fa benissimo ad opporsi; non si possono rovinare personaggi del cuore infilandoli in campagne che non c'entrano per niente con loro. :bisonte:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Uh, pensavo di aver messo il link giusto- io comunque è su quello che ho commentato, ma magari è visibile solo se sei connesso su facebook doubt Comunque siamo davvero alla frutta, e mi dispiace che coinvolto in questa cosa ci sia uno come Ingroia: concordo anche io che la Bonelli fa bene a tutelare i suoi personaggi!

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

  • Rangers

Sempre su FB sono presenti tutte queste locandine "illegali", contenenti tantissimi personaggi dei fumetti: I Simpsons, Batman e Robin, Asterix e Obelix, Lupin e molti altri. Della Bonelli Dylan Dog e lo stesso Tex con i pards. Sicuramente la SBE prender? provvedimenti legali..... e farà anche bene clap ::evvai::

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.