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[Texone N. 22] Seminoles


ymalpas
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Speciale Tex n. 22

Soggetto e sceneggiatura: Gino D'Antonio
Disegni: Lucio Filippucci
Periodicità annuale: Giugno 2008


Tex deve impedire che il sangue seminole tinga di rosso le acque delle Everglades!

Tex e Carson giungono a Fort Bliss, in Louisiana, per prelevare il seminole Ochala dalla galera e scortarlo fino a un tribunale del Texas. L'indiano è accusato di aver trucidato un allevatore locale e di avere assalito due ranger, uccidendone uno. Nell'agguato è rimasto ferito lo scout cajun Lafarge, che non vede l'ora di assistere all'impiccagione del pellerossa. Poco prima che il prigioniero venga preso in consegna dai due pard, però, Longknife, membro della tribù di Ochala, riesce a liberarlo dalla cella e a scomparire con lui nella notte. Tex e Carson si mettono sulle tracce dei due fuggitivi, decisi a riconsegnare Ochala alla Legge, proteggendolo, nel contempo, da tutti coloro che lo vorrebbero morto prima che sia sottoposto a un giusto processo?


? Sergio Bonelli Editore

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Il texone sarà, come avrete intuito dalle tavole postate sopra, parzialmente ambientato in Florida, tra i Seminoles. La prima nota dolente riguarder? Kit Carson. Il vecchio cammello, ferito, sarà confinato nell'infermeria di un forte. Gino D'Antonio aveva pensato di affidarlo alle cure di una donna che gli avrebbe preparato brodini caldi, ne sarebbero nati continui diverbi ( ma bonari ): la parte è stata però censurata dall'editore. Tra gli altri personaggi, oltre Tex, un ruolo chiave l'avranno una guida scout ( vedi sopra ) e un indiano Seminole, capo di una piccola tribu. La trama... ci sarà una lunga fuga e relativo inseguimento, che finir? in Louisiana. Il soggetto, se non ricordo male, è in parte attribuibile a Sergio Bonelli. Si tratta di una di quelle storie che concep? intorno al 1992, nel periodo della crisi artistica di Nizzi, che a differenza di "La strage di Red Hill" e di "Golden Pass" ( solo il primo albo della storia ), non concretizz? mai in una vera e propria sceneggiatura. E' lecito supporre che tale soggetto sia stato ripreso anni dopo dal compianto Gino D'Antonio, rielaborato ( vedi quanto riferito sopra ) e trasformato in una vera e propria sceneggiatura. Vedremo se ne sarà fatta menzione nei credits.

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Nella prima tavola postata sopra, nell'ultima ( bellissima ) vignetta, si vede un uccello volare. E' un' aninga, volatile tipico della regione, molto simile ad un cormorano:


Immagine postata


Gli alberi dovrebbero essere dei cipressi, piante tipiche delle Everglades.

Le Everglades sono una vasta zona paludosa subtropicale del sud della Florida, che si sviluppa a partire dal Lago Okeechobee.

Oggi le acque ricoprono una zona larga 65 Km e lunga 160 Km, ma al tempo in cui si svolge l'azione della storia narrata da D'Antonio era molto più estesa.

Molta attenzione ai dettagli da parte di Filippucci, quindi.

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Sul Texone di D'Antonio ( Nolitta ) e Lucio Filippucci di prossima pubblicazione, riprendo del materiale postato anni fa da Zeca sul sito di TWO:





FUMO DI CHINA - Lei sta scrivendo ( ha quasi finito ) un Texone, disegnato da Lucio Filippuci, ambientato anche in Florida...

GINO D'ANTONIO - Un po' piu della metà si svolge... altrove, non anticipiamo troppo. Non è facile fare Tex, ho cercato di essere molto fedele ai canoni classici: questa storia mi serve anche per impratichirmi. Nel caso mi capitasse di scrivere qualche altra storia potrei diventare un po' piu "audace"... Avevo pensato di "eliminare" Carson facendolo infortunare: si faceva male e lo affidavano ad una donna di mezza età, la vedova di un predicatore, per curarlo. E lei gli avrebbe fatto un sacco delle cose che lui non sopporta: minestrine, gli avrebbe letto la Bibbia... Ma Bonelli non ha voluto: lo mandiamo all'infermeria del forte! è molto attento a non introdurre "novità" che il lettore tipo potrebbe contestare.

DOMANDA - Parlando del texone che sta scrivendo, come ha affrontato la storia, e i comprimari?

GINO D'ANTONIO - In questa storia del Texone non si sono comprimari importanti. Ho messo fuori gioco Kit Carson perchè volevo cambiarlo un po' ma mi sentivo bloccato. I personaggi che agiscono di più sono Tex, una guida scout e un indiano Seminole, il capo di una tribù piccola. C'è una lunga fuga e inseguimento, che finisce in Louisiana. Ma non c'è un carattere forte nuovo.

DOMANDA - E un personaggio preesistente, magari un po' intoccabile come Tex, come lo si affronta?

GINO D'ANTONIO - Con incertezza. Con timore di quello che si può o non si può fare. Ci sono in Tex parecchi limiti, anche se pochi divieti, che riducono le possibilità di azioni, di invenzione e si rischia di fare storie tutte uguali. Scrivendolo credo di essere stato fedele alle cose principali, magari me ne correggeranno, ma ecco, soprattutto, finita questa storia mi si è creato un affetto, un piacere, che mi fa venir voglia di scriverne anche un'altra, perchè vedo meglio che è un personaggio che offre delle possibilità di storia al di l' della scazzottata, ho imparato a conoscerlo... L'avevo affrontato con timore sapendo che dovevo anche un po' cambiare il mio modo di fare, tenendo i ritmi meno serrati... sono libero, ma con dei limiti. Per esempio avevo iniziato la storia dove Tex appariva alla 35esima pagina e Bonelli non ha accettato, non si fa con Tex. Magari è accaduto già, ma di regola non si fa.


.

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  • 3 settimane dopo...

Beh ad essere sincero, anche a me non piace molto la rappresentazione grafica del volto di tex che fa Lucio Filippucci. Ma in fondo, questa serie è nata proprio per far spazio ad autori estranei a tex che sappiano dare a tex una versione graficamente inedita del personaggio

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Guest Wasted Years

Beh ad essere sincero, anche a me non piace molto la rappresentazione grafica del volto di tex che fa Lucio Filippucci. Ma in fondo, questa serie è nata proprio per far spazio ad autori estranei a tex che sappiano dare a tex una versione graficamente inedita del personaggio

Già... anche a me non fa impazzire. Spero almeno che l'intreccio funzioni, dato che gli ultimi Texoni sono stati una tristezza. Spero in una boccata di ossigeno, anche se con disegni anomali.
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I disegni di Filippucci sono molto belli e anche il volto di Tex non è male, in linea con quelli di Ticci e Villa e con tutti gli altri nuovi disegnatori che si sono affacciati su Tex: non chiedo di meglio. Manca meno di un mese, non vedo l'ora di averlo tra le mani!!!

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  • 5 settimane dopo...

Ho appena finito di leggere questo texone fresco di stampa! Le mie impressioni di lettore "vergine" ( è il primo texone a finire in mio possesso, e non avevo la bench? minima conoscenza diretta dell'opera di D'Antonio e Filippucci ) sono.... estremamente positive: IMHO, se non si tratta di un capolavoro, poco ci manca. Il soggetto, all'apparenza, non è molto originale ( nelle linee generali somiglia abbastanza a quello della recente storia della serie regolare "Il fuggiasco" ); tuttavia, non solo la narrazione scorre fluida e ricca di avvenimenti, ma la maggior parte dei personaggi sono caratterizzati in maniera memorabile,

dallo spietato scout Lafarge, al guerriero seminole Ochala, all'ex schiavo nero che guida Tex nelle paludi della Florida al pastore protestante che cura il compagno di Ochala ferito e apprende la versione di quest'ultimo a proposito dell'episodio per cui Tex vuole acciuffarlo
; l'unica eccezione ( almeno parziale ) è Carson, qui un po' troppo sofferente del complesso del "povero vecchio"
quando si azzoppa perchè il suo cavallo ucciso gli cade sopra una gamba, compie numerosi vani tentativi di rimettersi in piedi e montarne un altro ma essi, pur offrendo un'occasione ai siparietti comici tipici dei dialoghi tra lui e Tex, risultano a vero dire un po' patetici; va meglio nella parte introduttiva e nell'epilogo della storia, ma in tali circostanze il "vecchio cammello" si mostra un pochino acido, contagiando anche Tex che gli risponde a tono
Anche Tex è caratterizzato ( siparietti con Carson a parte ) in maniera al contempo incisiva, originale e rispettosa della tradizione: riflessivo, ma non irresoluto, coraggioso, ma non temerario, dignitoso, ma non altezzoso, duro, ma non vendicativo
dopo che Lafarge gli ha teso vari agguati e ha dimostrato una ferocia a tutta prova, cerca persino di salvarlo dalle sabbie mobili, malgrado lo scout progetti in realtà di trascinarcelo dentro per farlo morire con lui stesso; comunque, giunge in buon punto Ochala a saldargli il conto.
;Lafarge potr? anche definirlo sprezzantemente "sbirro", ma il comportamento del ranger è quanto di meno "sbirresco" si possa immaginare dato che, come lui stesso dice, non è un burattino, ma un uomo capace di ragionare con la sua testa e capace ( aggiungiamo noi ) di anteporre la Giustizia all'astratta Legge ( specie se, come il nostro ranger apprende nel caso di Ochala, la Legge è stata invocata per interessi inconfessabili ). I disegni di Lucio Filippucci sono IMHO eccellenti: meravigliosa la resa dei vari ambienti e paesaggi ( con autentiche "chicche" come la splendida resa dei Seminole in tutta la storia e delle uniformi dei dragoni Usa nel flashback sul passato di Lafarge e Ochala ), mentre per quanto riguarda i volti di Tex e Carson posso ripetere quanto ho detto per la caratterizzazione del Tex di D'Antonio: originale, ma rispettosa del modello tradizionale ( in questo caso, come è già stato detto da Ymalpas, quello di Ticci e Villa )La mia valutazione personale ?:soggetto 9+sceneggiatura 9,5disegni 10
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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Finito di leggerlo ieri in nottata.
A caldo posso tranquillamente affermare che Seminoles si presenta come una bella storia dalla trama accattivante.
Molto bella, anche graficamente, l'ambientazione nelle paludi delle everglades, molto ben rappresentati i seminoles e soprattutto i loro villaggi, molto bello Fort Bliss, un forte decadente, spoglio, protetto solo da bassi muriccioli, un forte che quasi impallidisce di fornte ai forti del sud ovest dove le palizzate sono alte diversi metri.
Per quanto riguarda i personaggi, in questo Texone, come già accaduto in passato, non sono Tex e Carson a far da padroni... Come già anticipato da Pedro, in questo Texone Carson è relegato a "vecchietto acciaccato, costretto a letto a seguito

di una brutta caduta da cavallo
mentre Tex, sebbene in più situazioni metta "i denti in mostra", risulta essere poco brillante rispetto al solito. Un Tex molto nostalgico
che soffre molto per la mancanza del suo "pard" fisso, come da lui stesso affermato mentre si addentra nelle everglades con Jesus
.

Molto bella e ben articolata è però la "sfida" tra Tex e il personaggio più riuscito dello speciale, ossia quel velenosissimo bastardo di Lafarge... Questo scout di fort Bliss cinico, spietato, violento e malvagio fino al midollo, grazie alla sua rabbia e alla sua negativa determinazione, riesce a regalarci i momenti migliori del nostro ranger.
Deludenti le ultime 5/6 pagine, che con un finale quasi avulso dal contesto, rovinano in parte l'ottimo lavoro fatto da D'antonio... Peccato.
Per il lato grafico, nulla da eccepire, Filippucci si è dimostrato il maestro che ?!!! Speriamo di rivederlo presto sulle pagine di Tex!!!

Voto : 8

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I disegni sono bellissimi, ad eccezione delle ultime pagine, che sembrano davvero tirate via. L'ho letto ieri sera tutto di un fiato. All'inizio non mi potevo capacitare, perchè mi sembrava davvero molto bello e tutto lasciava ben sperare. Ma poi ho cambiato totalmente idea. Concordo con quanto già detto dal Colonnello. Per me Tex non c'era, c'era qualcun altro, una copia sbiadita. Tanto valeva azzoppare anche lui dall'inizio. Mi spiace dover scrivere questo sul grande D'Antonio, ma d'altra parte si vede che a lui Tex, voglio dire il vero Tex, non piaceva ... e così l'ha cambiato con un altro. Si vede che Carson gli piaceva anche meno, perchè l'ha tolto subito di mezzo (ma perchè insistere così sul patetico, non è da Carson farla tanto lunga per una gamba gonfia), bella però la scena in cui richiama il pard raccomandandogli di stare attento, quella ci stava come ci sta Tex che monta impavido a cavallo senza rispondergli. Peccato, peccato dover sentire Tex che racconta trenta volte la storia di Ochala a chiunque incontri, mentre non c'è una scena in cui qualcuno la racconti a lui all'inizio per benino. Mah! Per ora la penso così, ma non vorrei guastare la lettura a nessuno e non aggiungo altro. Mi spiace però, perchè l'ambientazione della storia mi attirava parecchio e c'è più di un personaggio riuscito (anche se man mano che la storia procede Lafarge più che una pura carogna risulta essere un totale svitato). Mah...

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Guest Wasted Years

Concordo pienamente con il Cobra, pur essendo questo il mio ventunesimo texone, mancando solo del 15° oltre a due almananacchi. Grande D'Antonio. ma grande: riesce a catturarti, e riesce a costruire un Tex originale e una storia bella e fluida. Riesce perfettamente dove Boselli si impantana:

nel far assolvere un uomo da Tex che la giustizia avrebbe invece condannato.
Poco umorismo, ma c'è, un tex duro ma umano (che la leggessero gli umanizzatori, questa storia), disposto a cambiare idea. Un finale slegato che nel Tex di GLB si è già visto e che è in linea col resto della serie. Grandi i disegni, un pelino sotto nel finale, ma vabb?. Sarà che entrambi gli autori mi sono sempre piaciuti, ma io lo trovo molto bello. Il personaggio principe è quel pazzo di Lafarge, che in effetti non convince molto nelle sue azioni, tanto che l'autore stesso deve dargli del matto. Punto debole della storia ma fino ad un certo punto. Mi sono piaciute diverse caratterizzazioni:
Ochala e Longknife sono un esempio di umanit? e la scena del predicatore-guaritore è un bell'esempio di introspezione e di dignit? di un uomo che cura un altro uomo senza preoccuparsi delle sue colpe, e che ha fiducia in coloro che sono diversi.
Bellissimo, da 9 e da leggere tutto di un fiato.
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Voglio commentare il texone affidandomi a qualche immagine. Quella che vedete riprodotta sopra è tratta dalle pagine finali, che segnano un epilogo che non da tutti è stato accolto positivamente. Inizio subito col dire che personalmente mi ha assai divertito essendo incentrato in massima parte su quella componente umoristica di cui lamento ormai l'assenza sulla serie regolare e che è direttamente riconducibile allo stile glbonelliano, componente così felicemente ripresa da Nizzi ( nelle sue prime storie ) e da Boselli ( solo nella sua prima storia ). Il Carson D'Antoniano è stato criticato sul web più che altro per quel rapporto "strano" che a detta di molti sembrerebbe instaurarsi col suo pard, caratterizzato soprattutto dalla freddezza delle battute che i due si scambiano. Anche in questo caso devo dissentire totalmente non ravvisando nessuna fondamentale contraddizione, anzi devo dire che in moltissimi casi Gianluigi Bonelli ha messo sulle labbra di Tex parole molto più graffianti, fermo restando il fatto che nessuno dei lettori di allora ( così come penso quelli di oggi ) ha mai messo in discussione il fatto che fossero battute neppure lontanamente offensive. Il Carson che mette a tacere il segretario mentre Tex è "impegnato" nell'ufficio col "principale" è uno dei canoni classici della letteratura bonelliana, qui reso divertente dal fatto che Tex si scontra non con un vero avversario, non con un vero uomo, ma con una mezza calzetta di nanerottolo, la cui statura esalta la perfidia e la vigliaccheria del suo animo, esemplificata nella pagina finale con il licenziamento del suo collaboratore... ma questa è un'altra parte della storia sulla quale vorrei dilungarmi in un altro messaggio. Ritornando sulla vignetta, l'abbigliamento del lacch? e i suoi basettoni, si contrappongono singolarmente al pizzetto incolto di Carson e al suo camicione sudato e impolverato, per segnalare una differenza di vedute se non di modi o mondi ( civilizzato e corrotto il primo, naturale e selvaggio - nel senso di puro e incontaminato - il secondo ) nel quale il "piccolo" può ancora prendere a calci nel sedere il "grande" politicante... cose che oggi, va da se, non ci sogniamo neppure ma che se fossero ancora possibili, farebbero strafelici, ne sono sicuro, un sacco di brave persone. In questa parentesi, vedete, sta tutto il successo di Tex, tutte le ragioni che spiegano il suo successo, D'Antonio, pace all'anima sua, l'aveva capito benissimo, meno bene quelli che oggi ne contestano apertamente l'utilit? parlando di finale rovinato.

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Del prode Batterbaum ho già parlato sopra. Non mi dilungo di più dunque sulle sue fattezze fisiche ( l'immagine postata sopra parla da sola ) ma voglio comunque far notare due cose importanti.

Partiamo dal cognome, di chiara origine tedesca. Nella vecchia lingua germanica il suffisso -baum è un sostantivo ( significa - albero - ), una parola che diventa un aggettivo se applicata al cognome, in questo caso otteniamo cioè... "alto" come un albero! Ora inutile farvi notare che Batterbaum è praticamente un nano.

Quel che è interessante però è il fatto che il cognome Batterbaum sembrerebbe indicare anche una chiara origine ebraica, sottolineata ( seppure in via caricaturale ) anche dai tratti tipicamente medio-orientali dell'uomo. In tempi di stretta osservanza della famigerata - political correctness - non mi sembra poco, inutile dire comunque che secondo me la cosa calza a pennello!

In un altro forum il paragone è stato fatto provocatoriamente con un noto politico nostrano, ma non credo che D'Antonio volesse fare alcun riferimento all'attualit? contemporanea.

Concludo dicendo che dei grandi intrallazzatori e maneggioni che finora hanno costellato il mondo di Tex, il piccolo Batterbaum è una figura più unica che rara per l'originalità della sua caratterizzazione, cosa che aggiunge, se vogliamo, maggior pregio al valore già di per se cospicuo di questo bellissimo texone.

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Piccolo ritocco alla sceneggiatura di D'Antonio, oppure come spesso accade piccola limatura postuma della redazione è Bah...

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Letto oggi. Secondo le mie abitudini, prima lettura veloce per impadronirmi del contenuto, e successive con calma per assaporare sempre qualche sfaccettatura non notata prima.
Molto bello, tenendo conto che i Texoni difficilmente mi mandano in visibilio. Un Tex che si avvicina molto al ranger prima maniera, con in più una carica di malinconia (la lontananza di Carson) che, se da una parte ne accentua la durezza, dall'altra lo rende particolarmente umano e aperto alla comprensione. Sarebbe stato forse più facile semplicemente non inserire Carson nella storia, ma forse quella di farlo infortunare e tornare indietro alle prime battute, lasciando Tex da solo, è stata una mossa vincente.

Un bel 9, direi

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Come prima cosa... inserito il sondaggio per il voto ad una storia che li merita belli belli. Allora, che dire dopo interventi quali i precedenti. Ammetto che i personaggi sono stati presentati tutti ottimamente, scoprendo tratti del passato di tutti o quasi, cosa che permette al lettore di farsi anche un bel quadro generale di tutta la situazione, fondando il presente sul passato. Come tutti, reputo estremamente peccato il togliere di mezzo Carson, anche se le battute... ragazzi! Che gioia! Finalmente una qualche battuta come si deve con tanto di minacce fraterne. Stupendo il finale tra Tex e lo scout, un'idea secondo me azzeccata per nulla togliere al cattivo. Nella parte finale ammetto che una cosa m'ha lasciato di stucco....

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