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[Texone N. 22] Seminoles


ymalpas
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  • 2 settimane dopo...

scusate ragazzi, ma quando tex trova le selle dei due seminoles in fuga.... le due selle non dovrebbero trovarsi sulla sponda opposta del fiume??... forse mi sono perso qualcosa, ho letto il texone questa notte... :Dun piccolo appunto sui disegni: tutte queste frecce che si piantano nel collo della gente, non vi sembrano un pochino statiche?... forse qualche linea di movimento non ci sarebbe stata male... le ambientazioni invece sono semplicemente spettacolari.... :inch:

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  • 6 mesi dopo...
  • 2 settimane dopo...
  • 4 mesi dopo...
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Filippucci l'erede di Magnus


Articolo di Luca Baldazzi per L'Unit?, del 9 ottobre 2005


Disegnare Tex? ?Peste! - direbbe il ranger più celebre del West - è come ricevere un premio alla carriera?. Proprio vero. E stavolta tocca a Lucio Filippucci, 49enne artista bolognese, mettere la matita al servizio dell'eroe più longevo del fumetto italiano. Per il suo personaggio-simbolo, in edicola senza pause dal 1948 con centinaia di migliaia di lettori, l'editore Sergio Bonelli ha sempre un occhio di riguardo: e a Filippucci ha affidato la realizzazione del Tex Speciale, l'albo fuoriserie formato gigante che esce solo una volta l'anno. Un onore toccato in passato a maestri come Guido Buzzelli, l'americano Joe Kubert e a un altro grande autore bolognese, Roberto Raviola in arte Magnus. ?Un onore e un onere - aggiunge Filippucci - perchè si tratta di un lavoro da 224 pagine che richiede, se va bene, due anni al tavolo da disegno. E senza troppe distrazioni?. La storia scritta da Gino D'Antonio (titolo di lavorazione: ?Acque morte?) vedrà Tex Willer, Kit Carson e la compagnia dei pards in trasferta tra le paludi di Louisiana e Florida, alle prese con indiani Seminoles, intrighi e minacce. C?? da aspettarsi, naturalmente, una buona dose di cavalcate, sparatorie, scazzottate, cene nei saloon a base di bistecche alte due dita e indigestioni di piombo per i cattivi di turno. Filippucci, già al lavoro dall'anno scorso nella sua casa dalle parti di Loiano, conta di finire per il settembre 2006. E se vi stupiscono tempi così lunghi per un albo a fumetti, ha la risposta pronta: ?Dietro Tex c'è un grande lavoro di ricerca e documentazione per ricreare con precisione il West dell'Ottocento. Anche nei dettagli: se in una vignetta compare un fucile Winchester, devo sapere che l'arma aveva un anellino sul lato destro per poter essere legata alla sella. E devo ricordarmi di disegnare quell'anellino?. Per le fonti l'autore fa ricorso a illustrazioni e foto d'epoca, a libri e Internet. ?Fare fumetti non è soltanto questione di talento e di mano, ma di testa. E non solo per la fase di ricerca, ma anche perchè è necessaria molta concentrazione. Quando disegni di solito sei solo nel tuo studio, e prima di mettere su carta l'immagine la devi visualizzare. ?Vedere? con la mente personaggi e inquadrature è la cosa più difficile?. Una cosa, tra le tante, che Filippucci ha imparato a Bologna da Magnus e Giovanni Romanini. ?Ho iniziato nel 1975, dopo il liceo artistico, andando a bottega da Romanini che inchiostrava i disegni di Magnus per gli albi di Alan Ford. L' ho appreso la tecnica: fondamentale, perchè passione e talento non bastano. Era anche un ambiente stimolante, frequentato da un circolo di artisti bolognesi amici come lo scultore Carlo Santachiara, Piero Copertini, l'orafo Pambianchi?. Dopo l'esordio professionale con i fumetti tascabili erotici Filippucci ha lavorato per tantissime testate, dal ?CorrierBoy? a ?Diva?. Ma soprattutto, negli ultimi anni, con lo sceneggiatore Alfredo Castelli per Martin Myst?re e per il personaggio del ?Docteur Myst?re?, ispirato ai romanzi popolari d'avventura a dispense del francese Paul D'Ivoi, emulo meno noto di Jule Verne. Siamo in pieno feuilleton, un genere riletto con ironia tra invenzioni fantastiche e improbabili, enigmi e scenari esotici: ?Mi diverte disegnarlo, e mi permette di dare sfogo alla mia passione per oggetti, arredi e architetture liberty dell'800?. Tra gli artisti che lo hanno influenzato Filippucci cita Raymond, Moebius, Pazienza e Giardino, ma il maestro resta Magnus. ?Per fare il Tex gigante lui impieg? sette anni: fu l'ultimo lavoro che completà prima della morte, nel 1996. Era un perfezionista maniacale, curava ogni dettaglio di ogni vignetta. Invecchiando, contrariamente a quanto succede a molti artisti, svilupp? uno stile sempre più complesso. La sua lezione? La volont? costante di migliorarsi, una continua ricerca stilistica sul segno?.

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  • 5 mesi dopo...
  • Collaboratori

Leggevo su uBC del finale di questo Texone, quando Tex sbatacchia un pochino il verme Batterbaum... beh a quanto pare non so se è un suggerimento dello stesso Sergio Bonelli, ma lui ha gradito tantissimo la scena, e in particolare ha messo in luce quello che era uno dei grandi pregi del Tex scritto dal padre, ovvero quello di un personaggio che fa già paura agli avversari solo a sentirne pronunciare il nome...

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  • 3 mesi dopo...

Questo Texone mi lascia parecchi dubbi. Certo, non si può dare un giudizio netto sul Tex di D'Antonio, dato che questa ?, purtroppo, la sua unica storia, ma la mia impressione è che la "diffidenza" verso il personaggio non viene meno con lo scorrere delle pagine. Il rapporto tra Tex e Carson ?, secondo me, quantomeno strano. E' vero che i due battibeccano tra loro da sempre, ma in questa storia sembra che i due pards lo facciano con più cattiveria del solito. Non ridono, non c'è il loro prendersi in giro tipicamente bonario. Tex maltratta il povero Carson, quasi lo considerasse un vecchio rompiscatole:la scena del loro incontro, verso la fine della storia, mi ha dato un senso di fastidio, perchè quelli ad essere infastiditi l'uno dell'altro sono proprio i due pards. Carson, nelle poche pagine in cui appare, non fa altro che lamentarsi... lamentarsi e arrabbiarsi col suo pard. Mentre leggevo l'albo mi compariva un punto interrogativo sulla testa:? questa la magnifica coppia che amo, la magnifica coppia che si prende per i fondelli in continuazione col sorriso sulle labbra?Tex, poi, mi sembra piuttosto lontano dal Tex autentico. In realtà, nei pensieri, negli ideali, questo Tex è indubbiamente il vero Tex:"rossa, nera, bianca o gialla... il colore della pelle, per me, non conta nulla". Inoltre agisce di testa sua, se ne frega degli ordini dei potenti se questi vanno contro i suoi principi, non esita a mettersi di mezzo pur di evitare un massacro. Il fatto è che questo Tex è un Tex più antieroico e meno risoluto, che lascia che Lafarge continui tranquillamente l'inseguimento, che si giustifica se deve alzare le mani:"IDIOTA!Mi costringi a mostrare il mio lato peggiore!"... quando mai Tex si è sentito in dovere di giustificarsi quando c'è da malmenare un farabutto?E quando mai Tex ha avuto un "lato peggiore"?E, se anche così fosse, quando mai tex ne ha avuto una coscienza così chiara?-tutte le volte che pesta qualcuno,Tex allora si sente un verme?.... non credo proprio. Insomma, il nostro, nel suo modo d'agire, si comporta in maniera strana:si fa più problemi del solito,? meno duro del solito, lascia fare in maniera inconsueta(ripeto, secondo me il comportamento che tiene con Lafarge non è il solito comportamento che tiene con i criminali). Significativo il fatto che il nostro, in ben 220 pagine, uccida una sola persona. Quando, nella scena finale, affronta il nanerottolo, lo fa ancora una volta stranamente:invece di mettersi a sparare cazzotti, si giustifica, ci tiene a precisare che lui non è un burattino.... ce n'era bisogno?Lo sappiamo tutti che Tex non è un burattino!O forse è questo Tex a non saperlo con chiarezza, questo tex antieroe e ben educato?D'Antonio si sente più a suo agio con gli altri personaggi:Lafarge è un cattivo da ricordare, bastardo e folle come ogni cattivo che si rispetti!Ochala è un personaggio ben caratterizzato, e la sua storia non fa che renderlo più simpatico, profondo, e impresso nella mente del lettore. Bello anche il personaggio del prete;bello Jesus e bello il vecchio senza un'occhio. Insomma,? nei personaggi di contorno che la storia guadagna punti:se D'Antonio ha(secondo me)dimostrato di non avere Tex nelle sue corde, ha comunque dimostrato ancora una volta di essere un'ottimo sceneggiatore. Ma la storia in sè ha numerose pecche. La più evidente:? tirata troppo per le lunghe:anche così si spiega la bonarietà con cui Tex tratta Lafarge, anche così si spiega l'inseguimento finale con un Tex che quasi si fa fregare. Inoltre la vicenda si vivacizza un p? solo col racconto di Ochala:per il resto rimane piatta e con uno svolgimento blando e ripetitivo:Tex arriva, si scontra con Lafarge, lo lascia andare... e via così. La scena finale, lo scontro al villaggio seminole poteva e doveva essere più agguerrito, più coinvolgente:tutto finisce troppo in fretta e in maniera troppo scontata. La storia, secondo me, soffre di una mancanza di "brivido", che la appiatisce e la appesantisce. Inoltre gli stacchi narrativi(se così si chiamano)se ci sono sono troppo blandi:ci si ritrova catapultati da una scena all'altra improvvisamente, nel pieno di un discorso e nella stessa pagina, in maniera disordinata, caotica:si capisce con fatica quando una scena finisce e quando ne inizia un'altra:pag.128,104,90... Dimenticavo, il Tex che lancia la monetina mi ha stranito un bel p?. Comunque, per la validit? dei personaggi di contorno e per la caratterizzazione storica del mondo Seminole, questo Texone la sufficenza piena la prende... ma di certo, sempre e solo secondo me, non lo si può considerare uno dei migliori della serie. Di Filippucci ho già parlato nel suo topic, ma ripeto:ottima prova!

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  • 2 mesi dopo...
  • 1 anno dopo...

Bellissimo Texone questo di Gino D'Antonio ben accompagnato dagli ottimi disegni di Filippucci. Gino D'Antonio riesce a costruire una storia credibile, nonostante la sua visione del west abbastanza diversa da quella di GLB, senza snaturare l'essenza del ranger bonelliano. Un vero peccato che non abbia mai voluto/potuto sceneggiare altre storie di Tex. Voto 10 senza alcun dubbio!

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  • 4 mesi dopo...

Letta ieri per la prima volta.

Speravo sinceramente che D'Antonio bissasse Berardi, che, grande autore di West, nella sua unica apparizione texiana ha sfornato un capolavoro indimenticabile come Oklahoma. Purtroppo non è andata così, e anch'io, come Paco, alla storia non darei più della sufficienza. Sempre come il solito Paco, ritengo che i punti più alti della storia stiano nei comprimari, in primis Ochala, protagonista, ma anche il vecchio orbo, Jesus e il reverendo-medico. Ochala, in particolare, mi ha consentito di apprendere qualcosa sul mondo dei Seminoles, e su come gli si desse la caccia, cose di cui non sapevo assolutamente nulla, e che mi ha fatto piacere apprendere.

Non mi è invece piaciuto Lafarge, e credo, a differenza di West10, che questa storia non sia invece granch? credibile proprio per lui, e per il trattamento che gli riserva Tex.

Tex che non getta le armi di Lafarge in acqua per bloccarlo nell'inseguimento, giustificandosi tra sè e sè che non vuole spappolargli il fegato. Ma scherziamo? Lafarge è un farabutto, e pericoloso, per giunta. Tex deve bloccarlo, per non averlo più col fiato sul collo, e invece si dice che "? pur sempre uno scout dell'esercito" e quindi non vuole nuocergli più di tanto? Mah.


E poi, l'ossessione di Lafarge mi sembra semplicemente eccessiva. Va bene che Ochala ha tentato di ucciderlo, ma ciò non giustifica la pervicacia dell'inseguimento e il successivo (tentato) sterminio del villaggio Seminole.

E' pazzo, Lafarge? Sicuramente sè, ma quali sono le motivazioni che muovono all'azione gli sgherri da lui assoldati? E soprattutto, con quali soldi ha assoldato questa decina di uomini? Che disponibilit? finanziarie, e che credibilit?, può avere questo scout dell'esercito per spingere tutti questi tagliagole a rischiare la propria pelle nelle evergladesè

Si dir? che, in definitiva, avevano poco da rischiare, grazie alla Gatling. Ma anche questo è un evento totalmente improbabile. Dove se la sono procurata, 'sta Gatling?

Il difetto di motivazioni di Lafarge (pazzo) e degli altri suoi sgherri (denaro? ma quanto?), la presenza poco verosimile della mitragliatrice, Tex che può mettere fuori combattimento l'avversario e non lo fa, mi sembrano intoppi della sceneggiatura più che sufficienti per non dirmi troppo soddisfatto di questa storia, con il sincero dispiacere dato dalla coscienza che questa è stata l'unica apparizione del grande autore western sul nostro Tex.


Capitolo disegni: non essendo un mysteriano, non conoscevo Filippucci. Ne sono rimasto semplicemente estasiato. Le everglades della Florida sono a dir poco straordinarie, vera goduria per gli occhi. Per me 10 e lode è anche poco: ma non si può far nulla per assoldare questo straordinario artista in pianta stabile per il nostro ranger?

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... oh l', finalmente una storia del tutto nuova realizzata dalla coppia D'Antonio - Filippucci...
... nn fantasmagorica ma intrecciata il giusto con sorpresa finale ... mi è piaciuta molto.

Gradevole è anche l'ambientazione storica di questa avventura che ci permette di conoscere i Seminoles come erano in realtà e nn come pellerossa "classici" visti all'epoca della "scomparsa terrena" di Mefisto.
Veramente belle le ambientazioni con flora e fauna decisamente particolareggiate, più che interessanti i costumi e gli accampamenti dei Seminoles stessi: tutto questo per dire che, per quanto mi riguarda, Filippucci ha sollevato decisamente la qualità grafica degli ultimi Texoni ...

Trama...................................... Disegni
La Valle del Terrore.................. La Valle del Terrore
L'Ultimo Ribelle......................... Il Soldato Comanche
Fiamme sull'Arizona.................. L'Ultimo Ribelle
Sangue sul Colorado................Seminoles
La Grande Rapina..................... L'Ultima Frontiera
Seminoles................................. Il Pueblo Perduto
L'Ultima Frontiera...................... La Grande Rapina
L'Uomo di Atlanta...................... Terra senza Legge
Il Soldato Comanche................. Il Segno del Serpente
Gli Assassini.............................. Il Profeta Hualpai
Il Pueblo Perduto...................... I Predatori del Deserto
Il Cavaliere Solitario.................. Mercanti di Schiavi
Il Profeta Hualpai...................... Il Cavaliere Solitario
Terra senza Legge.................... Fiamme sull'Arizona
Il Segno del Serpente............... Ombre nella Notte
I Predatori del Deserto............. Tex il Grande
Tex il Grande............................. Gli Assassini
Piombo Rovente........................ Il Prezzo della Vendetta
Ombre nella Notte..................... L'Uomo di Atlanta
Il Prezzo della Vendetta............ Canyon Dorado
Canyon Dorado......................... Sangue sul Colorado
Mercanti di Schiavi..................... Piombo Rovente
;)

Al 23?albo
ilbor

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  • 3 mesi dopo...
  • 1 anno dopo...

Prossimamente torner? con una mia opinione articolata su questa storia. Per il momento espongo soltanto questa riflessione: In questa vicenda non si fa accenno a Tex come capo dei Navajos, Ochala e gli altri lo trattano all'inizio con molta diffidenza, strano che Tex non abbia detto di essere un capo (facendo magari vedere la fascia di Wampum), inoltre da ricordare che era stato alleato col capo seminole Yampas ai tempi dello scontro con Mefisto & Barone Lafayette e poi con Yama. Voi che ne pensate?

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  • 6 anni dopo...

Sulla sponte dell'avventura del Nostro nella guerra Seminole attualmente in corso sulla serie del giovane Tex Willer, tra ieri ed oggi sono andato a rileggermi questo Texone, sotto alcuni aspetti poco convenzionale rispetto agli abituali standard del personaggio, ma nel complesso un albo di grande ed indiscutibile valore, davvero un Texone con la T maiuscola.

 

Il Tex di D'Antonio è decisamente atipico, probabilmente ancora più risoluto e deciso di come non lo sia quello degli abituali sceneggiatori, e di certo contraddistinto da una forte carica di strafottente ironia, come si è potuto constatare nel confronto finale con Batterbaum. Quel che invece è rimasto immutato, per fortuna, è l'inclinazione naturale di Aquila della Notte a battersi sempre e comunque affinché trionfi la Vera Giustizia, e non la pedissequa applicazione della legge. Inclinazione che, nel caso specifico, lo convince di fatto ad abbandonare la caccia ad Ochala e, anzi, a dargli manforte contro gli sgherri di Lafarge. Peccato solo per il ruolo meno che marginale riservato a Carson, fuori gioco sin dalle prime battute per una brutta distorsione alla caviglia: c'è da scommettere che, tra le paludi delle Everglades, lui e Tex avrebbero potuto stimolare D'Antonio alla stesura di siparietti niente male :D.

 

Stupendi anche i disegni di Filippucci, accuratissimi ed al contempo dinamici, anche e soprattutto nel tratteggiare i Seminoles.  GLB li avrebbe apprezzati moltissimo. 

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  • 2 settimane dopo...

Anche io ho recuperato e letto questo questo Texone grazie all'avventura attualmente in edicola nella collana Tex Willer (L'agente federale).

 

Avvicinandomi alla lettura dell'albo ero consapevole che D'Antonio ha sempre pensato che Tex fosse poco nelle sue corde. Eppure, a mio avviso, il personaggio è ben centrato, non solo nei valori morali di fondo, ma anche nella durezza da giustiziere con cui affronta gli avversari.

 

Due, invece, sono gli aspetti che non mi hanno convinto. Il primo è il rapporto, inacidito, tra il nostro ranger e Kit Carson, peraltro ben presto accantonato, con mio disappunto.

Il secondo è il finale. Intendiamoci, non è una novità un finale un po' slegato dal resto della sceneggiatura. Né mi è dispiaciuto il sarcasmo con cui Tex affronta Batterbaum. Solo, mi pare che questo odioso politicante, in realtà una mezza calzetta, se la cavi troppo a buon mercato. Una ripassatina da parte di Tex, invece,sarebbe stata gradita.

 

Belli i disegni di Filippucci, in particolare nella resa dei paesaggi delle Everglades.

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Mamma mia, mi sono ricordato di un messaggio di più o meno dieci anni fa in cui strillavo all'antisemitismo perché Batterbaum ha un cognome da ebreo ed è la classica caricatura dell'ebreo. Ma quanto si può essere scemi? Dovevo davvero avere la passerina infiammata. :D

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