Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Classifica

  1. Diablero

    Diablero

    Ranchero


    • Punti

      3

    • Contatore Interventi Texiani

      3049


  2. Sartana

    Sartana

    Membri


    • Punti

      1

    • Contatore Interventi Texiani

      31


  3. Condor senza meta

    • Punti

      1

    • Contatore Interventi Texiani

      1244


  4. dario63

    dario63

    Cittadino


    • Punti

      1

    • Contatore Interventi Texiani

      196


Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 16/09/2021 in tutte le sezioni

  1. Rimango fortemente perplesso dopo aver letto il commento che mi precede... Barbanera, apprezzato ideatore di una storia che non avrà accontentato tutti, ma comunque a detta di molti (anche da me) nel complesso gradevole, ha solo espresso una valutazione alquanto contenuta e per nulla altisonante in rapporto al lavoro compiuto da colui che ha raccolto il suo spunto e l'ha poi elaborato e fatto diventare una storia di Tex. Stiamo parlando di Tex, che pure piace a tutti noi, pur con qualche giudizio discordante, non di questioni di Stato. Ha affermato "secondo me ha svolto un buon lavoro"... Che cosa avrebbe dovuto dire invece Barbanera?? E se uno dice "secondo me Boselli ha fatto un buon lavoro" dovremmo condannarlo o evocare scenari in cui si alzano le mani verso un'altra persona?? E poi dovremmo stare con i piedi per terra! Del Questore e dei suoi metri di giudizio, francamente non mi importa nulla... Ma in un forum in cui si parla di fumetti mi pare che si dovrebbero mantenere dei toni un po' più sereni e contenuti. E anche accogliere un parere (a mio avviso, più che legittimo, oltre che presentato con garbo, senza alcun secondo fine - senza andare a domandarsi se espresso in modo consapevole o meno) in maniera più pacata...
    1 point
  2. Storia scorrevole e di piacevole lettura, anche se non priva di difetti. Come hanno già fatto notare altri, uno dei problemi principali è che l'identità del Siats viene scoperta troppo presto (e di conseguenza anche il suo movente: la vendetta). E' vero che questo non è un "giallo", ma mi pare evidente che l'autore volesse comunque conferire al Siats un alone di mistero. Purtroppo non c'erano "candidati" alternativi. Nessun personaggio secondario ha la stazza di un armadio, sono tutti di corporatura media, di conseguenza era facilissimo escluderli in partenza. Condivido la decisione di Barbanera di rendere il Siats più l'incarnazione di una forza della natura (in senso metaforico, ovviamente, non letterale) che non un personaggio sfaccettato. Anch'io avrei fatto lo stesso. L'errore, secondo me, è stato umanizzarlo TROPPO. Quando il Siats, ferito, nel primi albo si sfoga con lo sciamano raccontando la rava e la fava sulle sue intenzioni diventa automaticamente un cattivo come se ne sono visti tanti, il classico spaccamontagne "tutto chiacchiere e distintivo". Io non lo avrei fatto parlare proprio. Avrei lasciato che rimanesse muto e imperscrutabile fino al duello con Tex. Solo DOPO avrei lasciato che si sfogasse. Nel flashback con Colter, avrei fatto in modo che gli eventi venissero raccontati indirettamente da Colter, tramite didascalie, senza dialoghi diretti (qualcosa tipo: "Lui mi disse [....] E la sua voce era qualcosa di terrificante"). Lo so che oggigiorno queste soluzioni si preferisce evitarle, perchè in teoria nessuno legge più le didascalie ma secondo me avrebbe giovato. Ruju sfoggia la consueta passione per le scene a effetto, ma qui la cosa funziona meglio che altrove. La rottura del collo con una mano sola è un clichè diffuso da decenni. Serve a sottolineare la forza sovrumana dell'assassino, e in questo caso non c'è dubbio che il Siats possieda una forza nettamente superiore alla media. L'uso della cerbottana mi è parso funzionale alla caratterizzazione del personaggio, che preferisce dirigere il massacro a distanza e si sporca direttamente le mani solo in casi particolari. Se avesse ammazzato tutti gli Utes che incontrava a mani nude, sarebbe parso un semplice bruto. Ah, già.. Anche la caratterizzazione degli Utes mi ha lasciato perplesso. Vabbè che sono superstiziosi, ma qui appaiono davvero troppo rinunciatari! Hanno già deciso: i nemici sono spiriti malvagi, gli spiriti non possono essere combattuti e per definizione non lasciano tracce, quindi non c'è nulla da fare. Fine. Praticamente a questi Utes mancano solo la sveglia al collo e il parlare coi verbi all'infinito. Comunque, ripeto, nel complesso ho gradito assai di più rispetto al pistolero vudu all'ultimo Gigante.
    1 point
  3. Senza alcun intento polemico devo dire che mi trovo d’accordo con Diablero nell’analisi di questa storia, dalla quale mi aspettavo di più. La vicenda purtroppo non mi ha preso più di tanto perché, almeno secondo me, manca di pathos. Penso che ciò sia dovuto principalmente al fatto che per i nostri è tutto, ma davvero tutto, troppo semplice: - Trovano le tracce degli assalitori del villaggio in un minuto, tracce che per gli utes sembravano inesistenti - Gli viene subito rivelata la storia della famiglia di Conroy - Dei balordi prezzolati che tentano di fare loro la pelle l’unico che si salva, pur non sapendo niente della faccenda, ha sentito il nome del mandante - Colter spiffera tutto, pensa goffamente di corromperli e poi come un pesce abbocca ad una frase sibillina di Tex e si fa seguire sul luogo dell’attacco alla carovana - In fin di vita lo stesso Colter racconta quello che in precedenza ha omesso sul Siats e su Conroy padre - Condisce il tutto il fatto che gli accoliti del Siats si rivelino, al pari dei pistoleri assoldati da Colter, carne da macello che i nostri potrebbero sbaragliare con sigaretta e caffè in mano - Troppo semplice la vittoria di Tex sul Siats, dopo che quest’ultimo ci viene presentato come un energumeno dalla forza davvero sovrumana Apprezzabile e centrata la caratterizzazione dei pards, che risalta però meno di fronte ad avversari palesemente sotto tono, in una storia che dovrebbe risultare maggiormente drammatica. Oltre a questi punti alcune incongruenze, che saranno anche piccole, ma che comunque durante la lettura si notano, perché, diciamo così, gratuite, vedi la punta del dardo non rimossa quando il Siats si china sulle vittime proprio per fare quello. E poi, a livello molto soggettivo, non capisco perché un bestione del genere dovrebbe usare una cerbottana per colpire i nemici, quando ogni volta sbuca silenziosamente ed all’improvviso a poca distanza dalle vittime. Avrei preferito un coltellaccio/tomahawk/lancia, magari particolare o rituale, più confacente al nerboruto personaggio. Forse la cerbottana ha un nesso che non conosco con la leggenda indiana ed è semplicemente un elemento folkloristico che non ho apprezzato. A differenza di altri ho poi preferito maggiormente il secondo albo, perché nel primo ho avuto anche io l’impressione di un susseguirsi di scene poco legate tra loro, cosa che non avviene con il secondo; tuttavia una domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto Dente di Puma ed i suoi? Una piccola chiosa finale presso gli Utes l’avrei vista bene, dopo tutto sono loro che chiamano in scena i nostri. In sostanza condivo questo post Effettivamente seguire il forum mi ha reso un lettore più esigente e più attento, cosa che non mi ha impedito di leggere con leggerezza la storia in questione. Tuttavia, pur senza gridare allo scandalo, quanto evidenziato non mi ha fatto immergere come si deve nell’avventura, che catalogo tra quegli episodi con uno spunto interessante ma poi sviluppati e gestiti non al meglio. Ultimamente a mio avviso sono diverse le storie di Ruju che possono ricondursi a questa categoria, e la migliore dell’autore per il sottoscritto post 700 rimane “La seconda vita di Bowen”.
    1 point
  4. Alla prima occasione ricordamelo! Visto che si sta parlando di versioni alternative della storia, ecco i miei 2 cents. Avrei tolto tutta la parte di Colter. Se vuoi fare una storia dalle tinte fosche, che a tratti pare sovrannaturale (anche se si scopre poi che non lo è) e che finisce in tragedia, non ci sta molto bene l'intermezzo comico con il commerciante disonesto e idiota e la sua scalcinata banda, più adatto per una storia più "leggera". Le pagine risparmiate si potevano usare per approfondire di più la vita di quella strana comunità di predoni, che sembrano apparire sulle pagine quando servono per una scazzottata o una strage e poi spariscono senza lasciare traccia (per gli utes, Tex invece le tracce le trova in cinque minuti... anche qui magari con qualche pagina in più si poteva far vedere che Tex ci metteva più tempo, fatica ed astuzia per ritrovarle), e quindi anche per far vedere qualche "location" meno banale (in questa storia si è andati al risparmio sulle location), il loro nascondiglio adeguatamente oscuro e adatto ad una "setta" così sanguinaria (e se il nascondiglio era ideato bene - una grotta con l'apertura sott'acqua o in una zona disabitata, sinistra e pietrosa dove è facile far perdere le tracce, per esempio - si poteva giustificare meglio l'incapacità degli Utes che invece nella storia pubblicata sembrano ciechi) Visto che non c'era maniera per impedire che il lettore capisse subito chi era il Siats dopo aver letto che il figlio del comandante era stato ucciso dagli Utes, oltre ad essere spostata molto più avanti nella storia quella vicenda sarebbe dovuta essere presentata in maniera magari un po' più drammatica. Non una chiacchierata al bar, ma magari incubi dello stesso Siats (è giusto un idea, eh, i modi potevano essere tanti) con una figura in divisa che solo alla fine si scopre essere il colonnello. Visto che non ha nessuna utilità nella storia (Tex non utilizza l'informazione in alcuna maniera, serve solo a rendere più chiara al lettore l'identità del Siats a quasi 200 pagine dalla fine...), la scena del ritrovamento del dardo poteva benissimo omettere l'errore di sceneggiatura del "cerca il dardo ma per fortuna non ha cercato il dardo" La tragedia finale poteva avvenire comunque. Il colonnello non ha alcun bisogno di essere corrotto per odiare gli indiani, e se il Siats avesse attaccato dei bianchi dando la colpa agli utes sarebbe intervenuto lo stesso. Sarebbe mancata la paura del carcere per corruzione, ma il rischio di essere radiato per il suo comportamento e l'onta per le azioni del figlio sarebbero bastate (oppure, poteva essere il figlio ad uccidere il padre, riconoscendolo solo dopo...)
    1 point
  5. Visto che si parlava delle ultime storie di Bonelli disegnate da Letteri, mi sono riletto, dopo davvero un sacco di tempo (mi sa che non l'ho più riletta dal mese in cui è uscita) "Luna Comanche. All'epoca, con ancora nella testa le epiche avventure di GL Bonelli di pochi anni prima (ma anche le spaventose ciofeche antitexiane di Nolitta) questa avventura non mi aveva lasciato particolari motivi per ricordarla, nel bene o nel male, e infatti non me la ricordavo. Rileggendola, a distanza di anni, pensando al "tex sbirro integerrimo" che ci siamo dovuti sorbire in seguito, presenta aspetti che l'hanno fatta rivalutare. Prima di tutto, il Tex "giustiziere" che presenta. Che se ne frega di "prove" e "tribunali", c'è gente che ha ucciso il figlio di una donna navajo? Lui va e li fa secchi (quasi) tutti. Non c'è alcun cenno al cercare prove (non dopo che muore anche il padre, almeno), o a tribunali. La posta in gioco è chiara, Sam Stanton e i suoi uomini vogliono uccidere Tex e Carson, e Tex e Carson vogliono uccidere Sam Stanton e i suoi uomini (e, davvero... che bello ritrovare QUEL Tex, sia pure in un avventura "minore"....) E quando Tiuba parte nella sua missione di vendetta (che è praticamente un suicidio)? Tex non lo ferma. Anzi, capisce e rispetta la sua decisione. Per lui è una decisione da guerriero, un debito di sangue con il suo amico ucciso. Non viene detto, ma pensandoci, cosa farebbe Tex se qualcuno uccidesse Carson? Il west di GL Bonelli è un luogo di conflitti fra titani, dove non ci si rifugia dietro "prove", "confessioni" o scartoffie, la lotta per la sopravvivenza e contro predoni e prepotenti è quotidiana, e senza spazio per debolezze. Altro aspetto che ricorda miei post recenti, il Tex "fallibile". Il Tex di GL Bonelli non è un figurino da rivista che si vanta e compiace della sua infallibilità. Come tante altre, anche questa avventura inizia con uno smacco. Questo Tex non ha origlioni che vanno a spifferare tutto subito, questo Tex deve spendere fatica e sudore a seguire piste e spesso per niente. E questa fallibilità alla fine lo rende più epico (a volte leggo post di lettori contentissimi perchè Tex viene sconfitto, o viene ingannato, smitizzato, etc, come se non aspettassero altro. Di solito dico che non li capisco, ma recentemente mi sono ricordato che anch'io, ad un certo punto, avevo reagito con lo stesso entusiasmo a storie "smitizzanti" come i delitti del lago ghiacciato e fuga da anderville. Oggi non mi fanno lo stesso effetto. E mi sa che ho capito. Quando Nolitta e Nizzi tramutano Tex nello "sbirro infallibile" (che poi nelle avventure fa spesso magre figure) lo rendono antipatico, e ti capita di fare il tifo per i "cattivi". Con GL Bonelli non mi capitava mai. Rileggendolo, credo che il far vedere Tex che a volte fallisce, associato ad un immagine meno da sbirro, rendesse il suo Tex molto più simpatico, ti veniva di più di fare il tifo per lui.) Detto questo, a parte queste caratteristiche tipiche del Tex di GL Bonelli che non sono certo uniche in questa storia, non c'è tanto da dire. La vicenda parte in maniera ambiziosa, ma si sgonfia in un unica sfida finale che copre tutta la seconda parte. Le due metà non si legano molto assieme. Sono troppo diverse. Ma non è solo la storia. Guardate i disegni. Onestamente io non sono mai stato uno che sappia riconoscere a colpo d'occhio non solo l'autore di un disegno ma pure l'epoca, quindi potrei sbagliarmi, ma... il Letteri che disegna le prime tavole non mi sembra quello che disegna le ultime. Appunto perchè non ho mai avuto molto occhio per queste cose, chiedo la consulenza degli "esperti Letteriani" del forum... non sembra anche a voi che le prime pagine siano disegnate in uno stile "precedente" di alcuni anni a quello delle tavole finali? (certo, magari è solo che verso la fine era in ritardo nelle consegne e ha disegnato più in fretta) E la storia... è noto che GL Bonelli scriveva "a braccio", aveva magari un idea generale dell'argomento della storia (ovvio che nel figlio di mefisto era previsto lo scontro con il figlio di mefisto...) ma poi sceneggiava senza un soggetto scritto o una scaletta. A volte cambiava idea e direzione in corsa, seguendo magari qualcosa che di colpo gli interessava di più e abbandonando la trama principale. Per chi scrive così, penso che capito ogni tanto che, in assenza di un idea "forte", sceneggino magari le tavole iniziali sperando sul fatto che l'idea gli arrivi "in corsa". Qui, all'inizio, la sceneggiatura ha i "tempi lunghi e rilassati" più tipici del bonelli degli anni 70. Anzi, persino troppo lunghi e rilassati! Per tutta la prima parte ci sono le storie in parallelo dell'assassinio di Billy (che era probabilmente la "scintilla" su cui costruire la storia) e Tex e Carson che seguono un losco mercante perchè stanno indagando su un traffico di armi e whisky con gli indiani. In questa prima parte la gara fra i pards e il mercante (terminata con la morte accidentale di quest'ultimo, che fa fallire il piano dei pards) pare solo un qualcosa da far fare a Tex e Carson fra una scena della congiura contro Billy e l'altra. Solo dopo trenta pagine i pards incontrano Tiuba con il cadavere di Billy. A questo punto, i due si dividono, e.... mi pare strano che questa non sia una delle avventure preferite di Leo! Ci sono ben 36 pagine di Kit Carson in solitaria, che insegue e fa secco un bandito, nonostante i suoi trucchi! È una bella sequenza, in cui il vecchio Carson si dimostra all'altezza di Tex, anche se più saggio e meno irruento. Anche di fronte alla prateria in fiamme, non si scompone, si accende tranquillamente un sigaro, e poi aggira l'incendio! (non capisco l'incredulità di kaciaro nel post precedente al riguardo. Certo che si aggiravano gli incendi, cosa credeva, che si mettessero a fare a gara di velocità`con il fuoco?) Per un altro po' la storia prosegue con i tempi lunghi iniziali, poi... nel finale tutto viene accelerato, Tex e Carson tornano al ranch, sparatoria finale (in cui i cow boys si dimostrano stranamente fedeli al nuovo padrone, anche se magari li avrà ben forniti di dollari prima), e il sacrificio di Tiuba che chiude in fretta la storia. Alla fine, è una storia strana. Con un ritmo discontinuo. Eppure... non ci vedo aggiustamenti di Sclavi o di altri. I dialoghi mi sembrano davvero tipicamente GLBonelliani, e anche la vendetta finale non mi sembra (anche se potrei sbagliarmi) nelle corde degli altri autori che hanno sistemato le sue ultime storie. Il dubbio che ho, è che questa storia sia stata iniziata da GL Bonelli all'inizio dei suoi problemi, magari facendola disegnare subito man mano da Letteri. Che all'inizio ci sia tanto girovagare perchè Bonelli sono aveva ben chiaro dove andare a parare. Che poi l'abbia interrotta e lasciata incompiuta, e poi l'abbia ripresa e terminata anni dopo. Questo spiegherebbe il ritmo discontinuo, il fatto che sia stata disegnata da Letteri in un periodo in cui Letteri lavorava già con Nizzi (prima dei problemi fra di loro) e anche il finale frettoloso con dialoghi meno ispirati della prima parte. O forse sono solo fantasie mie, è una storia scritta e disegnata tutta in una volta, la discontinuità è solo GLBonelli che si era rotto le balle, e a furia di scrutare dei Tex inizio a vederci cose che non esistono...
    1 point
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.