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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 09/01/2022 in tutte le sezioni

  1. Esco dal mio perenne lurkaggio per spezzare una lancia in favore del bistrattato Muzzi, che probabilmente ha subito la sorte di molti artisti di essere sottovalutato nel periodo di attività e rivalutato in seguito (ricordo un editoriale di Sergio Bonelli molto accalorato in occasione della sua scomparsa). Oltre ad avere disegnato alcune storie che - pur essendo probabilmente definibili "minori" in termini di lunghezza, ambientazione e articolazione della trama - rientrano a mio avviso a pieno titolo tra le pietre miliari del periodo d'oro (si pensi a "La dama di picche" e a "Canyon Diablo"), e benché l'apprezzamento o meno del suo stile rientri inevitabilmente nel campo delle opinioni personali (a me piace), penso sia oggettivo e condivisibile il fatto che il suo lavoro sia, senza mezzi termini, inevitabilmente sfregiato e rovinato dai faccioni di Galep, che ovviamente rompono l'unitarietà stilistica del disegno e sono pure quasi sempre sproporzionati, generando un effetto finale che è un vero e proprio "pugno in occhio" (questo contrariamente ad interventi successivi già richiamati, quali i rifacimenti di Monti sui volti di altri professionisti, che sono generalmente ben amalgamati e non disturbano il lettore occasionale che non si soffermasse a indagare) e che squalifica inevitabilmente l'insieme. Sono convinto che tutti giudicheremmo il lavoro di Muzzi con più obiettività e con maggiore profondità, pur ovviamente mantenendo il proprio parere, se potessimo soffermarci su ogni aspetto del suo stile senza dover ogni volta confrontarci con il pensiero "è quello a cui rifacevano la faccia di Tex perchè non gli veniva bene", che rischia di condurre immediatamente e senza possibilità di obiezioni all'etichetta di peggior disegnatore di sempre. Se davvero la preoccupazione dei Bonelli, all'epoca, era che il volto di Tex non dovesse risultare troppo differente dai parametri stabiliti per anni dal creatore Galep (spiegazione che però può reggere per le prime precoci storie di Muzzi, ma non riesco a capire come potesse essere reiterata in seguito all'ingresso di più disegnatori nello staff, ognuno col proprio volto di Tex ben diverso e ben riconoscibile), mi stupisce come - pur con la diversa sensibilità dell'epoca - non si fosse riuscito a realizzare come il rimedio fosse ben peggiore del male. Concludo, per rinforzare la mia opinione, invitandovi a cercare semplicemente "Tex Virgilio Muzzi" su "Google immagini", e partendo da lì poi indagare scavando fra le pagine dei risultati. Tex Virgilio Muzzi Si trovano numerose tavole, provenienti perlopiù dai volumi "Cavalcando con Tex", degli anni Novanta, in cui Muzzi ha potuto illustrare alcune scene della storia di Tex finalmente con il suo stile compiuto, volto di Tex compreso. Ditemi voi se quel volto aveva davvero qualcosa di così sbagliato da meritare i pessimi rifacimenti coi quali alcune bellissime storie ci sono state tramandate.
    3 points
  2. Che storia! "La cella della morte", dalla mole di ben 511 pagine, è probabilmente la vicenda più complessa creata da Gianluigi Bonelli per Tex, un capolavoro assoluto di ritmo narrativo, intreccio e suspense. Partiamo subito dalla sceneggiatura e dai dialoghi: entrambi perfetti. La storia, nonostante i balloons non siano pochissimi, è scorevolissima, grazie alla bravura di GLB nello scrivere dialoghi. La storia parte con un misterioso uomo d'affari di Flagstaff che ordisce un diabolico complotto per accusare Tex di omicidio e mandarlo in carcere, in modo da poter impadronirsi dell'oro dei Navajo. Memorabile la scena ricca di pathos in cui Tex, prima di entrare nel carcere di Vicksburg, si separa dai suoi pards: Molto belle le scene all'interno del carcere, soprattutto quando Tex fa lo spiritoso e lo spavaldo con lo spietato capocarceriere Murdock (divertentissime le sue prese in giro, come "Se invece che in una galera tu fossi in un circo, con una grinta come la tua avresti un successone"!). Anche gli altri pards sono gestiti alla perfezione e grintosissimi; da manuale pure la scena all'inizio della storia in cui Tiger, dopo aver saputo dell'arresto di Tex, dà del serpente a sonagli a Myra e, alla reazione furiosa di questa, le risponde: "Calma, donna bianca! Dopotutto, toccherebbe ai serpenti a sonagli offendersi per il paragone"! I personaggi di contorno, numerosissimi, sono ottimi: dalla femme fatale Myra al perfido Murdock (un cattivo davvero odioso), da Clem a Victorio, da Finney a Fred Redwood, senza dimenticare Marcus Parker, l'uomo di Flagstaff, che pur dimostrandosi un "signor nessuno" al termine della storia, per me è uno dei migliori nemici mai apparsi su Tex. Nonostante la complessità della storia, Bonelli padre non perde mai le redini della sceneggiatura e non incorre in grosse incongruenze o buchi di trama, firmando così una Pietra Miliare del tutto priva di difetti della saga di Tex. Mi sono piaciuti i disegni di Nicolò: semplici, ma precisi, curati e leggibili. Peccato che in alcune vignette si noti anche il tratto di Gamba (non accreditato), il cui stile non mi piace proprio. Galep realizza delle grandi copertine; quelle che preferisco sono "In nome della legge" e "L'ombra del patibolo". In conclusione, una delle tre migliori storie scritte da Gianluigi Bonelli in tutta la sua grandiosa carriera. Storia: 10 Disegni: 8
    2 points
  3. Bellissimo commento come sempre, @Leo Sulle perplessità che esprimi nella parte finale, anche a me è sembrato che ci fosse un po’ di confusione sulle distanze, che nella realtà dovrebbero essere ben maggiori di quelle percorse in poche ore dai nostri. Sulla questione del mare ghiacciato, anche qui dovrei riprenderla meglio. Ma l’idea di fondo dovrebbe essere che il ghiaccio si sta progressivamente sciogliendo (i blocchi di ghiaccio su cui saltano Tex e Tiger per raggiungere l’isola, e il ghiaccio che intrappola il relitto della Terror). Per rispondere ad un commento precedente, se il presunto errore fosse che la nave si sarebbe dovuta muovere allo scioglimento dei ghiacci negli anni precedenti, bisogna tenere conto che il mare non ghiaccia allo stesso modo ogni anno: direi che sia perfettamente verosimile che il ghiaccio che intrappolava la Terror non si fosse sciolto per tanti anni (che è poi il motivo per cui la spedizione di Franklin è rimasta bloccata per anni nell’Artico senza possibilità di far ritorno).
    1 point
  4. L’ho detto stamattina che eri in forma, oggi.
    1 point
  5. ATTENZIONE SPOILER Non me ne voglia Boselli, ma mentre leggevo la sua storia mi è venuta davanti agli occhi la sua immagine ai fornelli, intento, con fare divertito, a preparare una prelibata cena per i suoi commensali. Questi ultimi saremmo noi del forum, ai quali secondo me Boselli ogni tanto pensa mentre scrive le storie, riflettendo sul fatto che quel particolare elemento potrebbe far divertire qualcuno di noi e quell'altro farci invece incacchiare, e magari se la ride sotto i baffi compiaciuto. Gli ingredienti del pasto, che con tocco sapiente dispensa qua e là, sono invece le tante situazioni messe in scena in questa sua ultima fatica texiana pubblicata. Da un lato, mettiamoci il redivivo Mike, che cerca la femme, dall'altro i nostri insieme a Jim, che cercano un'altra femme; e poi i professori della spedizione scientifica, anch'essi alla ricerca del loro personale graal, vale a dire le leggendarie navi scomparse della spedizione Franklin. E poi mettiamo un tocco di Tornuak qua, anch'esso alla ricerca di colei che potrà rimpiazzare nel suo cuore la moglie uccisa e di un orso assassino, e i misteriosi Mahaha la', così da aggiungere un tocco di mistero e di inquietudine all'intera vicenda. Con così tanti attori, suddivisi in più gruppi, ognuno dei quali intento alla propria ricerca, non era facile strutturare una trama che filasse fluida e leggera. Ci vuole maestria, a far giostrare tutti questi personaggi, ma Boselli, non nuovo a tali imprese, conferma ancora una volta la propria vocazione per le storie corali, dando vita a un'avventura che è un grande romanzo: il tema della ricerca, declinato in più modi, unito a taluni elementi arcani e svolto nel contesto estremo e tremendamente affascinante del grande Nord, consente a un ispiratissimo Boselli lo svolgimento di una trama che è bellissima da leggere, nonostante larghi tratti della stessa siano occupati da pagine "normali", e finanche gratuite, già viste in svariate salse sugli albi del ranger: si pensi al primo albo, pressoché integralmente occupato dai Fox, con lo sciamano ostile. Questi a un certo punto muore, e la sottotrama dei Fox muore con lui! Essi infatti non torneranno più nel prosieguo, e di fatto la loro "storia nella storia", che come detto occupa larga parte della prima parte, non ha alcun peso nell'economia di questa avventura, rappresentando invece solo l'ennesima variante degli scontri tra i nostri e nativi ostili. Ma nonostante questo, nonostante la gratuità, nell'economia della storia, di tutte queste pagine che costituiscono circa un quinto dell'intera avventura, nonostante questo a noi questi rimandi a Le Piste del Nord sono piaciuti, e quel sapore, qui rigustato, dei territori del Grande Nord glbonelliani ha rappresentato il giusto antipasto, per rimanere nella metafora culinaria, di quello che sarebbe venuto dopo. Di tutto quel lugubre, magnifico gelo. Di quel mare placido e mortale, oscuro abisso sormontato da un deserto di un bianco abbacinante, all'orizzonte del quale, in alto nel cielo, si staglia una delle navi della sfortunata spedizione, per via dell'effetto ottico della "fata morgana" che regala una delle scene più belle di tutta questa straordinaria epopea: quel veliero splendente nel cielo - riprodotto anche nella copertina dell'albo, una delle piu belle di sempre, e che mi ha richiamato il veliero di Xabaras del Dyd n.100 - è una sorta di magia che da un lato intimorisce i metis e dall'altro suscita invece eccitazione negli scienziati, esaltati dal fatto di essere al cospetto dell'obiettivo della loro recherche. E la loro eccitazione è quella del lettore, avvinto da una storia bellissima, emozionato per una scoperta epocale che, in contemporanea con la realizzazione di questa storia, avveniva davvero in quelle sperdute e gelide latitudini. Ma la nave ha in serbo altre sorprese, come il suono irreale della campana, che rimanda al ricordo de I predatori del deserto e de La leggenda della vecchia missione, con scene altrettanto inquietanti e misteriose e bellissime. Si arriva così all'epilogo, con un quarto albo eccezionale, ma eccezionale letteralmente. Oltre ad essere appassionante come poche altre volte, esso mi appare anomalo per i suoi tratti particolarmente forti e quasi splatter: è vero che protagonista è una tribù cannibale, ma francamente fa sensazione vedere sulle pagine di Tex bambini che mangiano dita umane, o la carcassa del professore appena spolpata, o un orso polare gigantesco che fa un sol boccone della testa di un malcapitato, con abbondanti schizzi di sangue sull'inuit Yotimo al momento del morso della bestia. Altrettanto anomala, per le pagine del ranger, è quella seconda fine quasi horror, con un effetto sorpresa a cui si è fatto ricorso pochissime volte nella saga, e che rimanda piuttosto a quei b-movie che cercano il colpo a effetto. Un Boselli, insomma, atipico, a tinte davvero forti, piu' dampyriane che texiane, cosa che da un lato non nego mi abbia sconcertato ma dall'altra non mi è nemmeno dispiaciuta, e che senz'altro contribuisce alla peculiarità di questa lunga avventura. Devo però ammettere di essermi un pò perso, nell'ultimo albo: il mare prima è navigabile (tanto che la spedizione arriva alla nave in barca), poi diventa completamente ghiacciato, poi si apre di nuovo, con la Terror che scompare nelle acque: è realistico che ci siano tali variazioni di temperatura che portano le acque, nel giro di pochi giorni, a gelare e poi al disgelo e poi di nuovo al gelo? E poi, alla fine ho avuto la sensazione che tra la nave e l'isola della tribù cannibale, o tra queste e la postazione della spedizione di terra, non ci fossero che poche miglia, che peraltro i nostri riescono a percorrere come se stessero facendo jogging domenicale, quando inizialmente avevo avuto invece la sensazione che tra le due spedizioni ci fosse una distanza più importante, che non consentisse di raggiungersi reciprocamente così facilmente o di sentire ad esempio il suono della campana. Insomma, un pò di fatica l'ho fatta, lo ammetto, devo rileggere il quarto albo per decifrare meglio alcune situazioni. In conclusione, però, non posso esimermi dal complimentarmi con entrambi gli autori per aver dato vita a una delle storie più esaltanti e più belle degli ultimi anni!
    1 point
  6. Gran bel maxi questo "Mississippi Ring" realizzato dall'affiatata coppia Manfredi/Rotundo. La storia di Manfredi mi è innanzitutto parsa piuttosto originale, dato che non è una classica storia western dallo sviluppo prevedibile e non mi ha neppure dato l'idea di "già visto". La sceneggiatura mi è sembrata piuttosto solida e ho trovato ottima la gestione di azione e dialoghi, entrambi ben dosati in modo da rendere intrigante la vicenda. Ben caratterizzati anche i numerosi personaggi dell'intreccio. Belli i flashback sulla Guerra Civile, in cui, oltre a dare un background più completo del colonnello Dickinson e del sicario Drunky, viene mostrata tutta l'insensatezza dei massacri e delle carneficine avvenute. Infatti, come in numerose storie di Manfredi, sono presenti anche critiche e messaggi sociali/politici: oltre all'insensatezza della guerra, un esempio è la denuncia della corruzione e del malaffare. Ben riuscita, inoltre, la tesa sequenza finale in cui vengono scortati i testimoni in tribunale attraverso la città. Splendide le ultime due tavole finali, che chiudono alla grande questo piacevolissimo episodio. Rotundo non è mai stato tra i miei disegnatori preferiti, però è comunque un grande artista che qui realizza un buonissimo lavoro. Un aspetto positivo che ho notato è la sua capacità di realizzare volti molto diversi tra loro (non come altri disegnatori che realizzano volti molto simili che variano solamente per baffi, barba, capelli) e per questo perfettamente riconoscibili. Rotundo se la cava alla grande anche nel realizzare le complicate scene con i vari battelli in battaglia tra loro. Per una volta si possono tirare le orecchie anche a Villa, che realizza una figura abbastanza sproporzionata di Tex in copertina, mentre tutto il resto bisogna riconoscere che, come al solito, è realizzato veramente bene. Storia: 8 Disegni: 8
    1 point
  7. A parte le estreme e divertenti dissertazioni di Virigin, di cui ormai si aspetta proprio la stoccata pesa a Nolitta, ciò che dice Diablero di Nolitta è sostanzialmente vero (al contrario delle sue dissertazioni su Nizzi, che sono vere ma non sempre e continuo a pensare che ci calchi la mano un pò troppo e un pò a caso). Nolitta con Tex non c'entra nulla, a livello di personaggio. Intanto non aveva il senso della misura, le sue storie sono spesso interminabili e i dialoghi lunghissimi, pesantissimi (ma lo sono anche con Boselli, spesso, quando cade un pò di ispirazione, non è certo l'unico)e il suo Tex diventa cervellotico e parolaio all'inverosimile. E' poi un Tex diverso, perennemente in bilico tra una fallibilità piccionesca e una infallibilità da supereroe. E' anche uno sbirro e uno sbirro spesso abborracciato, in difficoltà, che mostra le spalle al nemico, che non legge bene le tracce. Insomma un personaggio travisato. Io non credo che un personaggio possa prescindere da chi lo scrive. Sarebbe stupido pensare che un altro debba scrivere il Tex di GLB paro paro, l'unico che ci è riuscito perchè glielo hanno imposto è stato Nizzi per qualche anno (con qualche aggiunta farsesca e gialla che facevano parte del suo "sentire")ma poi non a caso ci ha rimesso il collo. Però con Nolitta si esagera con la personalizzazione. Tuttavia alcune sue storie restano molto belle, magari c'entrano poco con Tex ma sono belle e le ricordo volentieri. Questa non la ricordo affatto. Non l'ho nemmeno mai recensita, si vede che non l'ho riletta. Strano.
    1 point
  8. Quarto albo assolutamente splendido, magnifica conclusione di una delle storie più belle degli ultimi anni. ‼️SPOILER‼️ Come da tradizione boselliana, dopo i primi albi più lenti ed introduttivi la storia decolla nel terzo albo in un crescendo di azione ed emozioni, che culmina in un finale intenso e coinvolgente. Ancora una volta, non si può fare a meno di sottolineare la maestria dello sceneggiatore nella gestione dei tanti personaggi che affollano i deserti ghiacciati dell'estremo Nord. La sottotrama di Tornuak si va a inserire in maniera perfetta nella trama principale, non c'è davvero una virgola fuori posto nella sceneggiatura. L'ambientazione del tutto inedita ed affascinante - qui il pack ghiacciato e la pietraia dell'Isola di Re Guglielmo si sostituiscono alla tundra degli albi precedenti - consente a Boselli di sbizzarrirsi con le sue trovate, che sono il suo marchio di fabbrica e che rendono la sceneggiatura mai noiosa: è particolarmente riuscita la scena in cui Tex e Tiger raggiungono l'isola saltando sui lastroni di ghiaggio, così come l'utilizzo dei cairn (gli ometti di pietra), che non potevano davvero mancare in una storia come questa, con cui Tornuak indica ai nostri la pista per il villaggio dei Mahaha. Se già dal terzo albo si poteva intuire il legame tra i membri della spedizione perduta e la tribù "dannata" dei Mahaha, qui abbiamo la conferma dalla viva voce di uno dei membri dell'equipaggio del capitano Franklin, l'ice-master James Reid (personaggio storico). L'idea è davvero bella, Boselli mescola abilmente realtà storica e immaginazione, proprio come è giusto che sia in una storia d'Avventura. Anche il finale è quello classicamente più giusto, con la Terror che si inabissa tra le nebbie, come tanti luoghi fantastici che ritornano ad essere irraggiungibili dopo essere stati fugacemente visitati dai nostri eroi. Le ultime due pagine sono stilisticamente curiose; come bene dice @cggiorgi, la storia si conclude effettivamente a pagina 112, le ultime due pagine vanno lette come una scena "extra" dopo i titoli di coda. Avrei una curiosità da chiedere a @borden: sappiamo che il titolo di lavorazione della storia era "Erebus", ma la nave che viene ritrovata dalla spedizione della storia è la Terror, mentre la Erebus viene solo menzionata. Quando hai ideato la storia pensavi di far raggiungere ai nostri l'altra nave, e c'è stato un cambio in corsa dovuto al ritrovamento del relitto della Erebus mentre scrivevi la sceneggiatura? In conclusione ritengo questa storia una delle migliori uscite dalla penna di Boselli degli ultimi anni: per il fascino dell'ambientazione inedita, per l'idea alla base del soggetto, e per la sua bravura nel saper raccontare una bella storia. Da rileggere presto tutta di fila.
    1 point
  9. Tornando alla valutazione complessiva del fumetto: per chi volesse capire certi meccanismi della storia editoriale di Tex: va letto. Il mese successivo arriva la prima storia di Nizzi pubblicata. Se non si capisce a che livello di stravolgimento ed irriconoscibilità era arrivato Tex con storie come questa, è difficile capire come mai Nizzi, pur con i suoi stravolgimenti del personaggio, fu accolto come il Salvatore della Patria (dai lettori, fra cui me, e persino dallo stesso Sergio Bonelli): le sue modifiche al personaggio furono molto graduali e all'inizio era molto più "somigliante" al vecchio personaggio ancora ricordato dai lettori, che non a questa versione totalmente stravolta e irriconoscibile sin dall'inizio.
    1 point
  10. Per chi volesse leggersi il confronto, lo trovate qui: https://texwiller.ch/index.php?/topic/882-190191-el-muerto/&do=findComment&comment=163571 Non starò a rifare un confronto qui, perché ho visto che è TOTALMENTE INUTILE... anche in quel thread, subito dopo, c'era chi negava ogni differenza. L'evidenza non basta, non conta di fronte al pregiudizio personale... Anche qui... è mai possibile che OGNI SINGOLA FOTTUTA VOLTA che si fanno affermazioni OVVIE su un testo CHE CHIUNQUE PUÒ CONTROLLARE, saltano sempre fuori i NEGAZIONISTI AD OLTRANZA? Perché ogni singola fottuta volta devo essere IO ad andare a fare gli scan e a postarli, per dimostrare quello che CHIUNQUE AVREBBE POTUTO SEMPLICEMENTE ANDARE A CONTROLLARE DA SOLO? Grande Tex, davvero non vedi la differenza fra questi dialoghi e quelli di GLBonelli? E anche rispondendo a MacParland.... cosa devo fare? Devo postarvi TRENTA SCAN DI PAGINE CONSECUTIVE per farvi vedere il numero di pagine consecutive dedicato a pallosissimi dialoghi innaturali con balloon ipertrofici che occupano gran parte della pagina, o facciamo che almeno per una volta vi alzate e andate a rileggere direttamente l'albo? O vogliamo parlare delle azioni dei "cattivi"? Non ho voglia di RISCRIVERE tutto il testo che ho perso sul fatto che compagnia "cattiva" tenta di ammazzare chi porta il messaggio all'inventore e solo in seconda battuta l'inventore (che è come se la mafia invece di ammazzare un testimone ammazzasse tutti i postini che gli devono portare l'ingiunzione di presentarsi in tribunale), o su Tex che fa il riassunto quello che avvenuto tre pagine prima sbagliandolo e assumendosi l'uccisione di tre banditi che sono stati uccisi da altri. Ma voglia parlare delle assurde azioni dei messicani? Che prima (con un CANNONE assurdamente portato fin lì... perché non un galeone già che ci siamo? A chi gli serviva un cannone?) sparano tre "colpi di avvertimento", e poi dicono che...non vogliono fare trattative, il loro scopo è ammazzarli e basta? (Allora PERCHÉ CAVOLO LI AVVERTI, per farli fuggire???) E come è possibile che si continui a parlare del Tex di Nolitta come "più realistico" o addirittura "più umano"... quando È TALMENTE INVULNERABILE CHE UNDICI COLPI DA TRE METRI NON GLI FANNO NIENTE? (a parte che sa che ha di fronte tre assassini mandati lì per uccidere... e si fa prendere completamente di sorpresa da loro quando estraggono, facendogli sparare QUATTRO COLPI prima di riuscire a sparare. Ma d'altronde è il Tex di Nolitta, che considera troppo vecchie e impossibili da seguire tracce vecchie di tre ore, è già molto che sappia cos'è una pistola, figurati saperla usare...) Stavolta ho postato le immagini in anticipo. Vediamo se negate anche stavolta... (ma non si può andare avanti così, che ogni singola volta bisogna postare le immagini contro i negazionisti...)
    1 point
  11. Sono riuscito a dire una scemenza, una parolaccia, buttare in vacca una discussione, commentare la storia di Tex in edicola senza averla letta e spoilerare a tutti i lettori del forum la trama de "Il codice da Vinci". Tutto ciò con un messaggio di due righe. Sono immodestamente tentato di darti ragione, caro @pecos.
    0 points
  12. Scusate se scrivo scemenze come al solito, ma questa frase del buon Leo mi ha fatto tornare in mente le arcane e oscuramente simboliche teorie che identificano il Sacro Graal con la figa. Prego, riprendete pure la discussione.
    0 points
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