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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 28/01/2022 in tutte le sezioni

  1. Episodio che ricordavo per sommi capi e che ho riletto con grande piacere. In primis per la presenza ai disegni di Nicolò che mi predispone sempre positivamente alla lettura. E' inutile negarlo, la presenza di un certo disegnatore fornisce già l'approccio (positivo o negativo) che si avrà verso una determinata storia. Poi se c'è GL Bonelli ai testi allora siamo a cavallo! In effetti la storia è molto ben fatta, con tanti siparietti gustosi (il pestaggio di Morley è da antologia, il devastante "free for all" nel saloon), i soliti dialoghi frizzanti, momenti comici (il povero cavallo Gelsomino) e un susseguirsi di eventi che ti fanno leggere la storia, seppur decisamente lunga, senza pause. Tex, come sa fare solo GL Bonelli, è perfetto: duro e deciso ma anche ironico (specie con Pat alle prese con lo sfortunato cavallo) e, in base alle situazioni, sa essere spietato o conciliante con i tanti nemici incontrati nel suo cammino. Buono anche il bilanciamento della presenza degli altri tre pard all'interno della storia, attivi e protagonisti anch'essi. L'unico neo che posso trovare è la presenza decisamente anonima dell'irlandese Pat, spesso trascurato nella seconda parte della storia se non addirittura dimenticato in certi frangenti. Bonelli ci aveva abituato ad un personaggio sempre sopra le righe e decisamente fracassone mentre qui fa un po' da contorno. Nicolò è sempre una garanzia: il suo Tex "buono e bello" come ebbe a dire Decio Canzio è il mio preferito da sempre. Lo adoravo da bambino e con gli anni ho potuto ammirare sempre di più il suo splendido lavoro. Ad onor del vero non posso negare che la sua rappresentazione di Pat MacRyan sia decisamente fuori dal canone a cui ci aveva abituati Galep (molto meno massiccio). Tuttavia, a differenza di alcune critiche accese che ci furono nel tempo (ad esempio quella su Fumo di China), la cosa non mi ha disturbato più di tanto, considerando quanto poco sia protagonista. In definitiva storia che si incastra bene nel finale di un centinaio strepitoso.
    1 point
  2. Si. Adesso si mettono anche a ragionare così. Vanno col misurino: "Noi lavoriamo male, poi quando tocchiamo il fondo mettiamo una tripla per salvare baracca e Burattini". Ogni autore cerca di dare il meglio sempre. Indipendentemente se la sua storia esce sulla collana madre o su una testata "minore", il termine più gettonato. La storia di Manfredi era destinata alla serie regolare, ma sarebbe uscita lì solo se Bruzzo non avesse finito in tempo la storia. Ma se vai alle pagine del Maxi in cui dovrebbe finire un albo della serie regolare, non trovi un cliffhanger o qualcosa di simile. Lo stesso dicasi per il Magazine. Da quando l'hanno creato ben sei anni fa, ci sono le storie con i comprimari. Non mi sembra che adesso abbiano deciso di dare la scossa ad una testata minore.
    1 point
  3. Il boss di Chigaco Se non fosse stato per il finale banalotto e un non adeguato sviluppo della trama, la storia non sarebbe stata affatto male. Ruju si ricorda di essere stato ai suoi esordi sulla saga un ideatore di buoni spunti e ne partorisce uno particolare, ambientandolo in una importante città dell'est come Chigaco, con un villain protagonista (vecchio nemico di Carson), che con abili speculazioni edilizie, ha accumulato denaro e potere, divenendo perfino un senatore. Un tipico gangster con le mani in pasta e con appoggi altolocati, che pur di difendere la sua nuova identità di influente papavero, non esita a sopprimere un giornalista a lui ostile. Purtroppo la sceneggiatura non accompagna adeguatamente il soggetto e la trama non assume mai quella ariosità che ci si attenderebbe in una simile ambientazione. La location non viene quasi per nulla sfruttata, così come stona alquanto che un simile boss, sia servito solo da una coppia di bravacci (peraltro nemmeno tanto irresistibili) e che sull'epilogo si muova di persona per risolvere la faccenda. A me pare poco credibile la cosa, ancor più del fatto che un vecchio bandito di due soldi possa essere diventato senatore. Non male l'idea originale del duello sul grattacielo in costruzione, ma reputo l'epilogo troppo facilone e banale: un boss che si fa cogliere con le mani nel sacco e sebbene abbia conoscenze influenti (vedi il capo della polizia che però sparisce dalla sceneggiatura) non riesca a ribaltare una deposizione di una testimone alquanto indifesa, sembra uno snodo un po' ingenuo. Spunto che andava sfruttato decisamente meglio e che a stento strappa una generosa sufficienza. Mi accodo al pard @Leo sul fatto che la sofferenza di Repetto sia tangibile sulle sue ultime tavole. E' vero che il calo è stato meno netto rispetto ad altri colleghi e che, per avere quasi novanta primavere, il livello è altamente decoroso, ma celata dal consueto tratteggio (ho notato che a volte il tradizionale incrociato è rimasto incompleto in alcuni sfondi presentandosi come un poco piacevole reticolato), la stanchezza del tratto si percepisce. Tuttavia l'autore argentino merita un plauso e un ringraziamento per la sua opera sulla saga del nostro eroe preferito. Il mio voto finale è 6 Tempesta Il secondo episodio del maxi, ha un numero di pagine maggiori. La prima parte è un po' noiosetta e lenta, ma innegabile che nel proseguo il ritmo si alzi e la tensione narrativa cresca. Purtroppo ho come l'impressione che alcuni snodi narrativi vengono troppo "artefatti" dall'autore e ciò mi ha un po' infastidito. Il ritrovamento della banconota nella grotta o dei cadaveri sulla collina, la valanga che colpisce la casa del falegname ma lascia lui e la figlia indenni, la scena del saloon con il bevitore che attira l'attenzione di Tex con i suoi cinque dollari, sono solo alcuni episodi che puzzano di stratagemmi narrativi. Se ne potrebbe ancora aggiungerne altri, vedi il fatto che il falegname (guarda caso) assista al rapimento di Carson o che i banditi di vedetta alla montagna scoprano i nostri a disseppellire le salme e altre cose notate durante la lettura ma che adesso mi sfuggono. Tutti passaggi che mi danno l'impressione di scorciatoie troppo forzate per condurre la trama, tipiche del Nizzi ultimo periodo. Più di una volta con Tex ignaro e di spalle, i nemici non sparano, con la scusante che sia troppo pericoloso affrontarlo, per poi doverlo fare alla fine faccia a faccia con il ben prevedibile esito. Avversari poco incisivi, visto come si fanno mettere nel sacco sebbene in grande superiorità numerica. Altro aspetto poco plausibile, a mio avviso, che la sommetta di ventimila dollari possa essere sufficiente a tirar su le sorti di un villaggio in decadenza: dividere fra decine e decine di abitanti il maltolto non credo che avrebbe fornito una cifra tale da giustificare un duplice omicidio. Motivazione tirata coi capelli: era più credibile che fossero stati solo pochi ceffi a prendere una simile decisione, non un paese intero. Buoni i disegni di Rossano Rossi, che continuano a ricordare il primo Civitelli. Da notare con quanta maestria vengono rappresentati i viottoli infangati con rigagnoli e ciottolati, nonché le scene della valanga e della tempesta. Tecnicamente una prova non facilissima da realizzare, ma l'autore se la cava soddisfacentemente. Il mio voto finale è 5
    1 point
  4. Posso concordare sul fatto che la qualità della serie regolare con tutte queste uscite sia calata, ma credimi in Bonelli di quante copie arrivano alla tua edicola non se ne fregano nulla. Ti posso dire che nella mia edicola ne sono arrivate 13, perchè ho chiesto il numero all'edicolante, tra cui tre esposte. Ti sembrano poche? Rispetto alla serie regolare, ma sono tirature che quasi tutti i fumetti da edicola e non solo, si sognano. "Si chiama dare un senso a quello che fai", così disse un grande chef, quando gli criticarono un dettaglio nel piatto, secondo loro inutile. Il motivo è lo stesso, Boselli ha deciso di dedicare a Montales un bel Magazine, dando importanza alla testata. E poi ha senso, tu avresti voluto vedere questa storia sul mensile. Ok, ma seguendo lo stesso ragionamento anche quella sul passato di Brandon, la prima con il passato di Carson, due storie per il Magazine del 70ennale, quante storie sui vari passati volevi o vuoi vedere sul mensile? Il senso della collana è quello di narrare storie oltre Tex, per caratterizzare e dare spazio alle altre figure del mondo di Bonelli. Al massimo ti stai lamentando perchè una storia fuori collana è bella, mentre tu la volevi brutta. Quelli che non compreranno l'albo reputando il Magazine un prodotto di serie B, faranno un grande errore.
    1 point
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