Credo ci siano tre modi per dare un bilancio di questi tre albi.
Il primo è considerarli “solo” come metà di una storia ancora ben lungi dal finire: e per me questo è il modo giusto, al di là del cambio di disegnatori e della parola “Fine” in chiusura dell’albo “Bedlam” (è lo stesso discorso, insomma, che si fa per “L’uomo con la frusta”). Quindi una storia a metà, per ora molto bella ma ovviamente ingiudicabile nel suo insieme.
Il secondo è considerarla come una storia isolata di Tex, a prescindere dal nemico: e in questo caso siamo di fronte a una storia bellissima, una delle più cupe e horror di Tex, con un’ ambientazione da brividi (il manicomio, quasi un protagonista a sé) e un nemico, tal Mefisto, che ha messo in difficoltà i pards come forse mai si era visto. Tutta la lunga scena della cattura di Tex e Carson è magnifica, un crescendo di tensione che culmina quasi nel puro horror: Boselli, accompagnato alla grandissima dai Cestaro, ci mostra qui tutta la sua maestria di sceneggiatore.
C’è poi il terzo modo, che porta a considerare questa storia per quello che è: l’ennesimo ritorno di Mefisto. E allora, ecco il solito problema – almeno mio – coi ritorni di Mefisto e Yama: alla fine della fiera tutto questo dispiegamento di orrori e allucinazioni, demoni infernali e ipnosi, a cosa ha condotto? Chiudi “Bedlam” e i pards sono salvi, Tom Devlin non è impazzito, anche Mike Tracy è sopravvissuto a una coltellata in pancia. Insomma, tutta la terribilità di Mefisto si conclude nella scontata fuga rocambolesca, a mostrare un nemico che come al solito a Tex non riesce a fare nulla; e anzi, non solo a Tex, il che è ovvio, ma anche a comprimari di secondo piano come appunto un Tracy (e qui, per me, va fatta una tirata d’orecchi a Boselli: la scena dell’accoltellamento, bella senza dubbio, si rivela solo fine a se stessa e gratuita, e anzi il fatto che Tracy si salvi sottolinea ancor di più la sostanziale inconsistenza, la non pericolosità, di Mefisto).
Insomma, il problema è che quando arrivi alla fine di “Bedlam”, ripensi al terribile Mefisto e ti viene uno sbadiglio: e i reiterati ritorni di un personaggio sempre più terribile e infernale ma in realtà sempre solitamente non pericoloso, non fanno che renderlo sempre più noioso.
Cosa aspettarsi dal resto della storia? In cosa consisterà questo “trionfo di Mefisto” dell’ultimo albo a cui, credo, nessun lettore un minimo scafato crede? Boselli ci stupirà e avrà il coraggio di azzardare o assisteremo all’ennesima fuga con giuramento di vendetta? In questo caso il commento giusto sarebbe un laconico “che palle”!
Menzione speciale per i disegni dei Cestaro, soprattutto per il gemello autore delle pagine dispari, che secondo me mantiene un maggior equilibrio tra dettaglio e sintesi (in soldoni, mi sembra che l'altro abbia alcune volte la tendenza a tirare un po' via).