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TWF - Tex Willer Forum

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  1. juanraza85

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 30/09/2022 in tutte le sezioni

  1. Non solo una splendida storia di Tex, con ogni probabilità tra le migliori in assoluto, ma anche un meraviglioso affresco della New York di fine '800, allora come ora un vero e proprio mondo a parte, tale da lasciare inizialmente un po' spaesati, non appena usciti dalla stazione, nemmeno due tipi ultranavigati come Tex e Carson, che pure nella loro carriera ne hanno viste di ogni. Basterebbero queste poche righe, peraltro piuttosto generiche, per descrivere le mie sensazioni relative a questo capolavoro scaturito dai testi di Mauro Boselli e dai disegni di Maurizio Dotti, tornati a lavorare insieme dopo il fortunatissimo esordio con El Supremo, di cui del resto questa avventura rappresenta una sorta di seguito de facto. Boselli, infatti, ha la felice intuizione di riesumare lo spregiudicato e sfuggente mercenario Nick Castle, salvatosi insieme al fido Muggs dalle cannonate della marina messicana che avevano distrutto il pittoresco rifugio del Supremo, e già pronto al pari del taciturno ed erculeo compagno a dedicarsi ad una nuova e profittevole impresa criminosa. Per raggiungere tale scopo, Castle non esita a favorire l'evasione di uno dei più pericolosi avversari mai affrontati da Tex, quel Maestro - alias Andrew Liddel - che per ben due volte era andato assai vicino a causare stragi di enorme portata a San Francisco e New Orleans. In una sequenza da applausi, Castle - sotto le sembianze di guardia carceraria - riesce nell'impresa di sfilare il Maestro proprio sotto gli occhi di Tex e Carson (che non lo hanno mai visto in faccia e, pertanto, non sono in grado di riconoscerlo), intervenuti all'esecuzione capitale del folle scienziato; in realtà, al posto di costui sale sul patibolo un altro complice, mentre il Maestro e Nick Castle riescono tramite Muggs a darsi alla fuga, per poi sparire nei pressi del delta del Mississippi. Tempo dopo, su segnalazione del vecchio amico Buffalo Bill, insospettito da alcuni casi piuttosto sospetti, Tex e Carson si recano (nella falsa veste di guest stars nello show dell'amico) a New York, realtà distante anni luce dal loro amato e sconfinato West: non può non strappare una risata la reazione dei due pards appena messo piede nella grande metropoli, un vero e proprio formicaio impazzito e cosmopolita, uno scenario del tutto inedito anche per chi, come loro, è stato più volte in altre grandi città. Neanche il tempo di abituarsi alla metropoli, però, che tramite Buffalo Bill Tex e Carson fanno la conoscenza dell'insolito giornalista Ned Buntline e, soprattutto, dell'ispettore capo della polizia Thomas Byrnes, i quali li mettono a parte di alcuni cadaveri inspiegabilmente deformati rinvenuti in città negli ultimi tempi, guarda caso tutti appartenenti ai capi delle principali gang cittadine. Byrnes, individuo onesto ma piuttosto innamorato delle proprie idee, nonché poco disposto ad essere messo in secondo piano da due sconosciuti, segue una pista che porta ad omicidi commessi dalle tong cinesi, ed occorre tutta la perseveranza di Tex e Carson - e svariati siparietti moderatamente comici che mai guastano! - per convincerlo che la vera mano responsabile di tali morti è quella del loro vecchio avversario Andrew Liddel e, contestualmente, che costui non può essere tratto in arresto con i convenzionali metodi della polizia. Il Maestro, dal canto suo, ricalca lo stesso modus operandi delle precedenti apparizioni: rimanendo nell'ombra per buona parte della storia, dapprima lavora ai fianchi l'autorità e, togliendo di mezzo vari malviventi, assume il controllo delle gangs cittadine, coadiuvato da Castle e Muggs che lo affiancano nella pianificazione del piano e della parallela vendetta contro Tex e Carson. Tra sparatorie, agguati ed inseguimenti, Tex entra rocambolescamente in contatto con l'anziano capo tong Low Yet, ambiguo ma nient'affatto disposto a cedere il bastone del comando allo Jangshi (sotto le cui sembianze, inutile precisarlo, si nasconde il Maestro), il quale propone al Ranger un'alleanza sottobanco per mettere nel sacco gli avversari. A prezzo di non irrilevanti pericoli, Tex va vicinissimo ad acciuffare Castle e Muggs, senza però riuscirvi, per ritrovarsi quindi Castle tra i piedi in un'altra sequenza da brividi al Bowery Theater dove, con la complicità di alcuni fuorilegge, Castle - travestito da piacente vedovella - per un soffio non causa una strage, non fosse per la prontezza dei pards (in doppia veste di rangers ed attori) e dei loro comprimari, su tutti Buntline che evita per un soffio la diffusione nel teatro dei bacilli del Maestro. La nota perseveranza dei Nostri, non poco favorita dall'alleanza con la tong di Low Yet, permette però di evitare nuovi attentati orditi dal Maestro, conducendo tra altri colpi di scena la vicenda al suo gran finale, nella cornice del Madison Square Garden, dove è in programma l'atteso incontro di boxe che vedrà esibirsi nientemeno che Pat McRyan, assoldato da Castle non certo per spirito sportivo ed imprenditoriale: con la teatralità che ha sempre amato, il Maestro ha infatti predisposto l'avvelenamento del colosso irlandese durante l'incontro, per vendicarsi della sua passata collaborazione coi pards nel loro primo incontro. La tragedia viene evitata solo da Kit Carson, presente sugli spalti del Madison, che intuisce il piano degli avversari e salva la vita a Pat, che dal canto suo si rifà mettendo ko Castle ( che si ritrova lievemente contagiato dal morbo) e Muggs; il tutto mentre Tex, dopo aver scoperto l'insospettabile rifugio del Maestro, lo costringe alla fuga fino a Central Park dove, sopraggiunti anche Carson e Byrnes, Andrew Liddel muore crivellato dai colpi dei poliziotti. Una degna chiusura del cerchio, dunque, per uno degli avversari più ostici mai affrontati da Tex, al termine di una sceneggiatura curata da Boselli nei minimi dettagli, anche a costo di riservare poco spazio al ciclone McRyan (ma del resto, quando gli elementi a disposizione sono tanti, qualcuno di essi deve per forza giocare un ruolo minore, per cui la scelta del Bos è stata senz'altro la meno peggiore nell'economia della storia). Al contempo, non posso che plaudere alla sua gestione dei vari Byrnes, Buntline, Buffalo Bill, Low Yet e la coppia Castle/Muggs, quest'ultima opportunamente "risparmiata" e, quindi, pronta ad essere rispolverata in caso di progetto interessante. Difficile, in parallelo, descrivere in maniera adeguata la bellezza dei disegni di Dotti, capaci di raffigurare il cuore di Manhattan ed i suoi luoghi più iconici (i Five Points, Central Park) e di suscitare una suggestione anche superiore alle mie aspettative.
    1 point
  2. In Tex il capolavoro è una storia "straordinaria" (nel senso primitivo del termine, cioè fuori dall'ordinario) in cui vi è una compresenza di avversari tosti, comprimari maiuscoli e situazioni difficili in cui il Nostro opera:in più vi è un mix perfetto di tutti gli ingredienti che compongono la storia,oltre naturalmente ad una sceneggiatura perfetta... Per esempio, un capolavoro di Boselli è "Il Passato di Carson". lì dentro c è tutto il west e il mondo di Tex, più il valore dell'amicizia e del riscatto. Tu hai citato giustamente Fuga Da Anderville (tradimento, amicizia, sullo sfondo la Guerra Fratricida che divide gli uomini e persino le famiglie,il Giallo). Ne la Tigre Nera c è l'odio,la vendetta,la volontà di potenza di un personaggio grigio,ambiguo.ma ci sono anche tempi perfetti di sceneggiatura e un mix eccezionale di felluiton (il teatro) ,di avventura,di humour. Ne la Congiura c è il mare,la fuga da Alcatraz, la ripresa perfetta di un personaggio ambiguo ma maiuscolo (Barbanera),lo humour virile,il coraggio e l'amicizia che lega i nostri a Tom: passaggi perfetti tra scene,e mix perfetto di tre generi:avventura,storia marinaresca e giallo. capolavoro In questa di cui dibattiamo c è un mix di avventura,di avversari tosti, di intrighi,di humour,di amicizia,di giallo,di eroico...il tutto unito da una sceneggiatura perfetta, come solo il curatore sa fare (e quando vuole,pure un signore di ottant'anni )..per le ragioni da me espresse la storia in questione è un capolavoro.non ci sarà l'epica, ma non importa.
    1 point
  3. A distanza di alcuni mesi, sono tornato a leggere Tex, ultimando la storia del Maestro. Ho letto che qualcuno ha tirato in ballo i feuilleton, e credo che il paragone sia azzeccato, perché la storia è rocambolesca e infarcita (anche troppo) di personaggi e di situazioni forti (e magari improbabili) prefiggendosi (e riuscendovi) innanzitutto lo scopo di divertire il lettore. Come il grosso dei feuilleton, che per l'appunto miravano soprattutto ad intrattenere un vasto pubblico, questa opera a mio parere non è un capolavoro. Primo: perché personalmente ritengo capolavori le storie con un respiro epico; secondo: perché credo che la storia chieda al lettore un grosso sforzo e una forte complicità, nell'accettare alcune situazioni poco credibili e troppo prone alle esigenze della trama. Tra queste: - l'eccessiva arrendevolezza delle gangs of New York: non ho digerito la facilità con cui le formidabili gangs si sono fatte soggiogare dal Maestro. In particolare, ho trovato poco credibile la sottomissione immediata di Low Yet e delle altre tong cinesi; - per la stessa ragione di cui sopra, ho trovato altrettanto poco verosimile il doppio gioco di Low Yet: nonostante sia a capo di una presumibilmente forte organizzazione, subisce l'assassinio di uno dei capi delle tong senza reagire (anche solo per orgoglio), per poi passare dalla parte del ranger confidando in lui (che in fin dei conti è un uomo solo): non proprio il comportamento di un "cazzuto" boss mafioso newyorchese, che pare piuttosto un agnellino in cerca di protezione dal lupo cattivo; - le scelte dei ranger 1: Tex e Carson, oltre che Byrnes, sono uomini di legge. Possono prendersi dei rischi, ma non possono essere avventati quando di mezzo c'è la vita di tanti innocenti. Ebbene, la scelta di recitare a teatro (per quanto forzata dall'espediente del ricatto del Maestro) con la consapevolezza di fare da esca per una "azione dimostrativa" del loro avversario è a dir poco avventata. E infatti, senza la "botta" di fortuna del cappello di Ned Buntline, la frittata sarebbe stata gigantesca, e avrebbe coinvolto tanti innocenti oltre che magari anche i nostri. Per non parlare di quando Carson e Annie si mettono a sparare sulla folla: è vero che i nostri hanno una mira perfetta, però ragazzi, qui si mettono a sparare su un mucchio di gente che potrebbe muoversi per sbaglio, senza contare che Carson e la Oakley non conoscono le fisionomie dei Dusters e potrebbero quindi sbagliarsi. Scena adrenalinica, ma anche un tantino esagerata. - le scelte dei ranger 2: la trappola per Castle, che prevede l'avvelenamento di alcune cisterne. Anche qui, è sufficiente che Nick modifichi il piano di un nonnulla per mettere a repentaglio la vita di tanti innocenti, che devono essere salvati quasi uno per uno, e piano per piano di un affollato palazzo: altra scelta per me discutibile. - alcune scelte narrative: per giustificarsi e tornare pulito agli occhi del Maestro, Low Yet e i nostri inscenano il finto omicidio di Lee: l'escamotage della prigione inaccessibile eppure così vulnerabile mi è piaciuto poco. Da buon feuilleton, però, la storia diverte, eccome se lo fa. Le scene del teatro e dell'avvelenamento delle cisterne, che sopra ho criticato, sono tuttavia estremamente appassionanti, le si legge tutte d'un fiato, e non mancano gli intermezzi umoristici, soprattutto ad opera di un Carson in grande spolvero. Ma dire che la storia è "solo" divertente è riduttivo. Durante la lettura, non si può non apprezzare la cura dei dettagli: la ricostruzione di New York, le sue tecnologie (telefono e fonografo), i suoi ambienti, il ponte ancora in costruzione. Non si può non apprezzare l'ispettore Byrnes, un personaggio per nulla edulcorato e buonista, ma autentico nei suoi metodi brutali, in una sua certa animosità nei confronti dei rangers, nelle sue "incazzature" verso Tex e Carson per i loro piani spericolati. C'è una sorta di dualismo, di competizione, che Byrnes da padrone di casa sente al cospetto dei rangers, che è resa davvero bene e che non può non essere messa in risalto: i grandi personaggi funzionano per queste loro caratteristiche, e Byrnes senz'altro un grande personaggio lo è. Nei canoni invece Castle e il Maestro, con il primo che buca lo schermo più del secondo: trovo inoltre azzeccato il paragone che un forumista ha fatto tra il Maestro e il Joker, ho avuto anch'io a volte la sensazione di star leggendo "Batman", indubbiamente anche per via dell'ambientazione ("Gotham"). Tirando le fila, una gran bella storia, succulenta, ricca. Non sempre credibile, ed anzi in alcuni snodi narrativi IMHO troppo forzata, ma ad ogni modo divertente, atipica nell'ambientazione, curatissima nella ricostruzione e nella resa dei personaggi. Una gran bella prova d'autore.
    1 point
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