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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 27/01/2023 in tutte le sezioni

  1. Prosaico ma efficace Sono pienamente d'accordo (guarda caso la mia ultima gita al Lido è del 2003...)
    1 point
  2. Non credo facciano programmazioni stile uliveto. Il bacino ormai è quello, circoscritto, estinti noi, si estinguerà il fumetto. O questo fumetto. Per cui, credo, la casa editrice raccoglie con reti a strascico. Ma non lo fa solo nelle pubblicazioni. Vengono proposte variant cover con le copertine di prova scartate, cofanetti con la stella di ranger, vecchie storie già pubblicate decine di volte in un nuovo formato, la ristampa delle prime strisce in fora originale non censurata, cross-over con personaggi improbabili di altre case editrici, iniziative, secondo me, inutili per un fruitore di fumetti, eppure molti restano impigliati in queste reti. Perchè si cerca di incassare il più possibile. PapeSatan. Gli esempi che tu citi sono frutto di intuizioni geniali. Non mi riferivo a cose così. Non a caso ho citato a titolo di esempio una mostra di manifesti pubblicitari o di scatole di latta. Per esempio, il Tex Willer wanted box... All'interno di una scatola di metallo con dettagli in rilievo, delle dimensioni di 18 x 25 x 9 cm, i fan del ranger bonelliano possono trovare quattro edizioni diverse di "Vivo o morto", il numero uno di Tex Willer: quella regolare, una variant con copertina di Claudio Villa, una variant che riporta in copertina un avviso di taglia per Tex e una variant con in copertina un effetto a sorpresa tutto da... scoprire! Inoltre, la confezione include la ristampa anastatica della prima raccoltina a striscia di Tex e il manifesto dell'avviso di taglia. Ma, sinceramente, di questa chincaglieria, cosa può fregare a un lettore di Tex? Guardarsela ogni tanto e goderne? Questi sono soldi, secondo me, più mal spesi che non per aver acquistato un color che poi non mi è piaciuto. Quattro edizioni diverse di Vivo o morto? Quattro? E che me ne faccio?
    1 point
  3. Giusto. Ma fino a un certo punto. Un editore sagace, oltre a pensare all'utile immediato, deve pur porsi un minimo di programmazione futura, a maggior ragione in questi periodi molto difficili per il settore. Continuare a percorrere la via dello sfruttamento intensivo della testata, ti donerà sì un utile immediato, ma rischia di pregiudicarti il percorso futuro in una testata con quasi 80 anni di storia alle spalle. Ti porto un esempio: se un albero di ulivo non viene adeguatamente curato e pulito, dapprima, nei primi anni, con l'aumentare di rami e ramaglie ti darà pure qualche chilo di olive in più, ma se continui a lasciarlo nell'incuria e permetti "l'impagliamento", è destinato a cessare la produzione nel giro di un lustro. Capisco che si vuol contenere l'emorragia di lettori, ma non si pensa che scelte forzate possano rivelarsi peggiori del male che si vuole curare e rischiare di portare alla chiusura? Puntare solo su Tex, diluendolo a tutti costi anche a discapito della , qualità è un grosso rischio, visto che preclude le altre serie della casa editrice e se Tex dovesse di colpo cedere nei numeri, come la mettiamo? Ovviamente per noi seduti dietro a una tastiera è facile sentenziare e criticare, ma capisco che non è la stessa cosa per gli addetti ai lavori. Però, non me ne voglia la SBE, pare che si sia deciso di navigare a vista e questo non è un gran bel segno. Si è come su un veliero in balia di un ciclone tropicale: issare tutte le vele ti aiuterà a percorrere più strada ma se non è sufficiente per portarti fuori "dall'occhio" è inevitabile fracassare tutta l'alberatura.
    1 point
  4. Che sono Avventura Magazine (ora conosci il titolo della testata) Con un: "Me ne infischio degli Avventura Magazine" rendevi tutto meno complicato!😂
    1 point
  5. Prosegue la mia rilettura degli episodi mitici degli albori. La storia in questione inizia e si conclude senza soluzione di continuità e riprende, purtroppo, l’incongruenza della Guerra Civile, accennata già nell’avventura precedente con Manuela Guzman. Tuttavia Bonelli il conflitto civile lo tiene solo ai margini, senza mai mostrarlo direttamente ai lettori, e ai nostri tocca il compito di proteggere i civili da eventuale banditi e sciacalli durante il periodo bellico. Inutile ribadire la premessa sulla difficoltà d’inserire questo periodo di storie in una potenziale continuity texiana, visto che il celebre “Tra due bandiere” contraddice in toto l’ambientazione e le date, comunque al netto di questa notevole zavorra, la sceneggiatura merita un plauso. L’autore in palla, snocciola pagine e pagine con un ritmo narrativo apprezzabile e riesce a donare una cornice di epicità agli eventi, sfruttando uno spunto classico ma sempre valido di carovane di pionieri e assalti indiani, con tanto di traditori rinnegati, che per brama di denaro, non si creano remore a “vendere” la vita di innocui civili. Sterling (alias Lupo Bianco) è una carogna matricolata e possiede molto acume, visto che mette più volte in difficoltà i tre pards. L’assedio dei Pawnee sulla rupe assolata è sceneggiato magistralmente da Bonelli, che riesce a ricreare un pathos notevole e molta tensione narrativa. Un’autentica sfida a scacchi per la sopravvivenza, dove ogni minuto o cibaria può fare la differenza, nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi chiamati dal giovane Kit. La seconda parte ambientata a Dodge City è pur essa esplosiva, ma perde un po’ di epicità, tuttavia il grande Bonelli ci regala un epilogo crudo ma ad effetto, con la morte di Sterling, massacrato dai suoi ex alleati Pawnee, così come indotto da Tex con un diabolico piano di vendetta. Curioso notare con l’attenzione dei dettagli attuali, come i Pawnee vengono rappresentati in maniera standard (molto diversa dalla corretta rivisitazione attuale apparsa nelle storie di Mauro), così come apprendere che anche il giovane Kit giura per diventare ranger, ma di fatto nel proseguo della saga questa sua carica si perde come un ago nel pagliaio. In merito alla progressiva caratterizzazione del rapporto fra padre e figlio, fa quasi tenerezza leggere la scena in cui Tex, trova il pretesto per allontanare il giovane dal campo di battaglia per salvargli la vita, o quando lo ammonisce di non osservare lo scempio del corpo di Sterling, essendo ancora troppo ragazzo per “simili spettacoli”. Pure curioso il dialogo tra Tex e Carson, in cui il secondo tesse le lodi del piccolo monello e il padre gli suggerisce di non farsi sentire per non montargli la testa. Piccoli dettagli, ma molto importanti secondo me. La grafica è affidata al solito e infaticabile Galep, che, per l’occasione, si avvale della collaborazione di alcuni ghost artist non accreditati, fra cui spicca il solito Gamba, aiuto prezioso sia alle matite che alle chine. Livello sempre alto, anche se in alcune sessioni si percepisce una certa fretta realizzativa, ma che non incide tanto nell’esito complessivo. Il mio voto finale è 8
    1 point
  6. Finalizzata ad arrivare "la"! E ti tocca anche guardarlo tutto, guai se ti addormenti. Parlo per esperienza personale. Che poi il tutto non è stato neanche un granché.
    0 points
  7. Comunque oggi mi è arrivata la sostituzione dell'uscita n. 60 che conteneva, appunto, la striscia n. 4 difettosa... inutile dire che quella sostitutiva è difettosa anch'essa... vabbè... aspettiamo l'uscita n. 72... pazienza
    0 points
  8. Ahahahah... Non so se hai mai visto Cyclò, un film vietnamita che ha vinto il festival di Venezia del 1995.. Io all'epoca, per captatio benevolentiae di una tizia intelettualoide, l'ho visto... Brrrrr
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