Gli autori capaci di scrivere Tex non si trovano in ogni angolo, ci mancherebbe. Però quelli che hanno trovato fino ad ora a me personalmente mi hanno soddisfatto. Non tutti, certo, ma niente che mi abbia fatto gridare allo scandalo, almeno negli ultimi anni.
Sul significato della parola "qualità", ovviamente abbiamo tutti delle sensibilità diverse. Dato che stiamo parlando di fumetti, per me un fumetto di qualità è una storia che:
- mi ha fatto passare del tempo senza rimpianti (della serie: invece di leggere questa roba potevo fare altro);
- mi ha distratto dalla realtà di tutti i giorni;
- mi ha fatto divertire;
- si fa leggere una seconda volta.
Che poi sono (o dovrebbero essere) gli scopi di un fumetto. Se poi mi ha anche trasmesso emozioni (come nel finale de Gli Invincibili) o è un capolavoro (la saga delle navi nell'artico, per rimanere in tempi recenti) ovviamente meglio, vorrà dire che la rileggerò più spesso.
Per il resto, io non ho alcuna comprensione o benevolenza per le politiche della Bonelli: fosse per me, gli albi sarebbero tutti in bianco e nero, avrebbero 150 tavole e costerebbero 3 euro l'uno, senza aggiunte e gadget vari. Questi sono i miei desideri come lettore, ma la casa editrice ovviamente fa i suoi conti e le sue scelte. Fino a quando le condivido (o per me sono sostenibili) continuo a comprare, poi qualcosa taglio. In altre parole:
- la Bonelli non fa beneficenza. E' un'azienda, deve pagare il personale, remunerare gli azionisti e versare le tasse allo Stato. Quindi fa delle scelte, sia strategiche (nuove serie) sia di marketing (le mini copertine). Alcune di queste scelte puntano solo ad un determinato target (i "completisti" per le mini copertine, così come per le più vecchie medagliette), altre riguardano tutti (l'aumento del prezzo di copertina). E' la nostra fabbrica dei sogni preferita, ma è pur sempre un'azienda con un bilancio da far quadrare.
- i lettori non fanno beneficenza. Ripeto quanto detto sopra: noi lettori non siamo obbligati a comprare tutto quello che fa uscire la casa editrice. Siamo esseri razionali, possiamo scegliere in base ai nostri gusti, alle nostre possibilità e (non secondario) allo spazio che abbiamo in casa. Quindi se una nuova iniziativa non ci piace siamo liberissimi di non seguirla. Ma se uno può farlo, perchè impedirglielo?
Ti faccio il mio esempio. Io di Tex prendo solo la regolare e tutto quello che è legato ad essa. Seguo pochissimo Tex Willer e per niente i cartonati. Dell'altra serie che seguo assiduamente, Dragonero, prendo praticamente tutto a parte Senzanima (per motivi di costo). Ho fatto delle scelte, e come me tantissimi altri. Anni fa avevo iniziato a comprare le raccolte di Dylan Dog, poi ad un certo punto ho smesso perchè le storie non mi piacevano più. Stesso discorso con la serie Le Storie, che ad un certo punto (secondo me) ha iniziato a non valere più il prezzo di copertina.
Detto in brutali termini utilitaristici, è un trade off: fino a quando Tex (e Dragonero) continuerà con l'attuale livello (che a me soddisfa) con gli albi venduti al prezzo che reputo congruo per ciò che mi offre, io continuerò a comprarlo. Se dovessero cambiare le condizioni (un aumento eccessivo del prezzo o uno scadimento della qualità percepita delle storie secondo i miei parametri, oppure una diminuzione delle mie disponibilità) farò altre scelte. E non credo di essere l'unico a fare questi ragionamenti.
Nessuno fa niente per niente e nessuno giustifica nessuno, né la Bonelli né la stragrande maggioranza dei lettori.