Ognitalvolta che giunge la notizia di un lutto nel mondo del fumetto, la prima sensazione spiacevole che mi viene in mente è quella che mai più avrò la possibilità di rivedere tra le pagine del mio albo preferito, quella cifra artistica e stilistica che mi ha accompagnato per anni e anni durante le letture.
Via via che si sono spenti titani del calibro di Galep, Letteri, Monti, Fusco, Giolitti, Ortiz (praticamente gran parte del gruppo storico di disegnatori), un senso di vuoto incolmabile ha investito i miei pensieri. E' vero che personalmente non ho mai conosciuto nessuno di questi grandi artisti, ma fluendo della loro arte è come se li avessi avuti accanto da sempre e le loro vignette hanno contribuito ad accompagnare la mia crescita e allietato le ore migliori della mia adolescenza.
Anche adesso che ormai sono un uomo più maturo, queste tristi notizie mantengono lo stesso effetto melanconico del passato.
A maggior ragione quando a lasciarci è un autore che meritava tutta la mia stima, e Seijas era indubbiamente uno di questi.
Un artista molto stiloso, dal tratto deciso e molto espressivo. Un giusto connubio fra classicità e linea più moderna. Non a caso lo definivo come una delle colonne portanti della "legione straniera" di autori texiani.
Esprimo tutto il mio cordoglio; ci rimarranno le sue grandi opere come ricordo, ma sapere che da domani il suo nome non potrà più apparire tra i crediti di una storia inedita, mi mette tanta tristezza. Una tristezza già provata in giorni recenti all'annuncio dell'addio di Piccatto, altro grande autore che con le sue vignette ha accompagnato la mia gioventù. Purtroppo siamo tutte anime vaganti nel cerchio della vita.