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Ulzana

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Messaggi pubblicato da Ulzana

  1. Il Tex di Bonelli non si schiera con nessuno. La Storia lasciamola ai libri. Il mio eroe, quello che amo, va oltre questo. È un giustiziere. Fa il culo a chi sbaglia, indipendentemente dalla casacca che indossa. E poi il comportamento di Tex durante le apocrife storie della Guerra (in)Civile è chiaro, basta leggere gli albi. Parlo ideologicamente, perché quelle storie non seguono la "continuity" però è chiaro Tex che pensa della guerra. Ed è chiaro pure il finale di Tramonto rosso 

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  2. Nah, sono parole di Nizzi. Cioè lui la pensa così. Anni fa disse, riferendosi al nuovo Tex di Boselli che arrivava in edicola, che era pericoloso per la tradizione (cioè il fatto che Tex non fosse centrale alle storie, o i troppi comprimari in gamba quasi come il protagonista principale). Attenzione, Nizzi non ha mai detto che erano storie sceneggiate male, il problema, semmai, è la sua personale visione del personaggio. Una visione che è sua e solo sua e che non gli ha permesso di maturare come autore. Secondo me lì è il nocciolo della questione. Nizzi approccia a Tex come un artigiano che ripete il lavoro che ha imparato negli anni. Come a bottega. Non ci mette nulla di più ed è radicato nella sua metodica lavorativa. Che poi, quando era in vena, Nizzi ha raggiunto risultati ottimi è innegabile, ma oggi è un autore che fa un lavoro privo di sussulti. Essere artigiani non fa di te un artista, ma è proprio per questo che Boselli se lo tiene in staff, perché Nizzi è uno che sa lavorare, vai sul sicuro, non devi aspettarti nulla, non ti crea problemi. Oltre al fatto che ha un vasto pubblico di ammiratori cresciuti con lui e che lo seguono, dunque è una scelta che posso capire... 

  3. Di Bradbury consiglio (mi si permetta un veloce off topic) le raccolte di racconti L'uomo Illustrato, Paese d’Ottobre, La fine del Principio, Le auree mele del sole e Molto dopo Mezzanotte. Non si pentirà chi ama le short story di cui Bradbury è Maestro. E in Paese d’Ottobre, così come nel romanzo Il popolo dell'autunno, ci sono alcuni racconti pregni di atmosfera horror adatti a chi ha apprezzato questo Texone (ed ecco che, magicamente, torno in topic :D).

  4. Bill Mohican è un capolavoro di GLB. Sono serissimo. E mi associo alla maligna curiosità di Diablero ma non so se il Bos ne tratterà. Forse en passant. Anni fa deliravo su un remake di Tex contro Bill Mohican... E a proposito, poiché stiamo in argomento, ma la mattanza di morti visti in Uno contro venti? Anche in questo caso mi immagino una nuova riproposizione di quella cruenta vicenda. Il Bos già ha sperimentato le sparatorie epiche nel finale de Gli Invincibili, chissà se stavolta non ci porta un po' di John Woo nel vecchio West, anche se lui strizza l'occhio più a Peckinpah... 

  5. Facciamo un distinguo tra Zagor e Tex però. Il primo ha sempre avuto una galleria variegata di villain, o cattivi, e la serie si è sempre prestata alla operazione "ritorno". Pure quando Boselli curava Zagor i grandi villain di Nolitta sono tornati in pratica tutti tranne Supermike. I lettori, all'epoca, si lamentarono (alcuni), perché la storia di Hellingen fu ritenuta troppo fantastica, idem Kandrax. Ma in nessun CASO gli autori pensano o hanno mai pensato di farne delle macchiette. È solo esigenza creativa che i villain tornino (per andare incontro alla ennesima sconfitta). È materia narrativa e seriale. Tornano perché i lettori hanno voglia di rivederli. Quando la Bonelli fece il famoso referendum il personaggio della serie Tex più votato per un eventuale ritorno fu Mefisto. Quindi... 

     

    Tex, poi, è proprio opposto a Zagor, non ha bisogno (o quasi) di villain caratterizzati e riciclabili. Mefisto e Yama sono delle eccezioni perché abbracciono entrambi il paranormale, la magia; Proteus, invece, è abile nei travestimenti, il Maestro nelle folli macchinazioni... ma in Tex sono sempre casi sporadici e servono per mettere in difficoltà l’eroe e creare avventure atipiche al "solito" canovaccio più o meno western. Per Zagor non è solo questo. Villain e comprimari (quindi pure "Digging" Bill e soci) sono ingredienti della serie e sono IMPRESCINDIBILI. Dire il contrario è dire una eresia e, soprattutto, significa non conoscere proprio il personaggio. Significa parlare a sproposito. Il che, e si capisce ma lo specifico lo stesso, non vuol dire che le storie sugli eventuali ritorni siano sempre belle, oppure che non si possano trovare idee per NUOVI villain. Zagor però è "come" Batman in questo senso. Joker, Pinguino e altri sono attori di una compagnia stabile, così come Hellingen e company. E devono e possono tornare. 

     

    Insomma c'è pure da constatare che in Zagor ad alcuni non va bene se tornano i nemici, non va bene la saga di Atlantide, non vanno bene le trasferte lunghe, non va bene la predestinazione dell'eroe... ma Zagor non è un ranger! Capiamo bene questo. Zagor è mito. È molto diverso. 

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  6. Ma quale ammiccamento al pubblico LGBT? Non ti sogna nemmeno che gli autori, alle volte, hanno bisogno di scrivere certe storie? Basta così poco per far smettere di acquistare un fumetto? Non è che In Zagor si parla ogni numero di omosessuali, la stai facendo proprio pesante Ymalpas. Pure dare un passato a Hellingen è solo una parentesi, che ci può pure stare, ossia ai lettori piace saperne di più su un villain ma la storia racconta altro. Non è stato Airoldi a dire a Burattini, "scrivi una storia dove due uomini si amano così acchiappiamo nuovi lettori". Le cose non funzionano così. Voi fate i lettori, gli autori fanno gli autori. Le storie o sono belle o brutte, ma voo quante menate che vi fate :P

    A Mac, che dice che Sergio Bonelli odiava i fanzinari... Strano però visto che poi li ha assunti tutti! :lol2:

     

    Cioè, Burattini ma anche Masiero, Marzorati, il trio sardo Medda, Serra e Vigna, si può dire che tutti gli sceneggiatori che hanno scritto per la Bonelli a fine anni Ottanta e inizio Novanta provengano dalle fanzine o hanno iniziato a scrivere articoli e recensioni per riviste di appassionati 

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  7. Ggaaco, le edicole chiudono, non che mi faccia piacere, ma è un dato di fatto, purtroppo. In futuro, se l'andazzo è questo, i fumetti popolari usciranno in edizioni pensate per le fumetterie. Solo Tex sopravviverà ancora, tipo Crockett ad Alamo, ma sappiamo tutti come finì. Vorrei essere pure più ottimista, ma quando leggo certi commenti mi passa la voglia di esserlo e divento un vecchio cammello. 

     

    Per la deriva di questa discussione, compreso discorso sulle pensioni, io mi tiro fuori. Monni ha spiegato bene come funziona in Bonelli. Ymalpas puoi stare sereno che non devi pagare nessuna pensione a chicchessia. L'aumento di prezzo non dovrebbe portare a fare certe discussioni. Il lettore può smettere di acquistare. Oppure formare una delegazione. Magari organizzando un bel gruppo di ribelli e presentarsi, tutti vestiti da Cheyenne, da Airoldi e dirgli che Tex costa troppo!!! :indiano:

  8. Infatti io ho citato a malincuore Bunker riferendomi al costo popolare dei fumetti (che ormai non è più possibile mantenere quindi che si fa?). In generale mi piace molto il messaggio di Piombo Caldo, ad esempio, lo trovo propositivo. Mi sembra più onorevole parlare così. Se poi il fumetto sta diventando un prodotto di nicchia, Tex a parte, ci sono inevitabilmente gli aumenti 

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  9. Adesso, San Antonio Spurs dice:

    Che diceva Luciano Secchi?

    Faceva molti anni fa un discorso sui prezzi bassi che la Bonelli teneva sul mercato, che, secondo lui, andavano a discapito di altri editori che non potendo contare sulle vendite Bonelli non riuscivano ad adeguarsi. Sergio era un imprenditore, quindi le regole le faceva lui, e in edicola era premiato. Però il lettore davvero si è abituato ai prezzi economici. Oggi che non si possono più mantenere, la situazione è cambiata.

  10. Ha ragione Carlo Monni. C'è poco da dire. 

     

    E poi le vorrei vedere le carte fatte da te, Diablero, dai... ok che i gadget non saranno sempre stati il massimo, ok criticare la gestione attuale (Sergio aveva altri modi per indorare la pillola, ma erano tempi migliori per il fumetto, e pure lui ODIAVA giustificare e giustificarsi dei rincari periodici e posso capirlo), ma non esagerare. Le serie la Bonelli le ha proposte ed alcune erano meritevoli, ma il mercato non premia nulla più. Gli sbagli son stati fatti, certo, ma gli aumenti sono dovuti ad altre dinamiche. Si ricava poco, questo è. E non è una variant a scuotere il lettore moderno o tradizionalista e a influire sulla situazione odierna di mercato (sono solo scelte magari criticabili dal punto di vista editoriale ma lì finisce). Il lettore affezionato compra solo Tex in edicola, la serie regolare, i collezionisti completisti (pochi e che non rappresentano il bacino forte) si accaparrano le variant o altro. Ma non contano quasi nulla. Anzi, non contano niente perché non è mercato da edicola. Ma il fumetto si sta dirottando lentamente nelle fumetterie. Addio, edicola, tanti saluti. Addio vendite enormi. 

     

    A Grande Tex, che parla di dirottare gli autori su altre serie, non sa cosa dice. Oggi, già gli staff stessi fanno fatica a tenere e dar lavoro ai PROPRI autori senza trovarne o aggiungerne altri. Ok, licenziamoli, ma non è nemmeno questo, visto che campare di fumetto è privilegio di pochissimi. Poi chi se ne frega se, pure quel poco di lavoro che c'era, agli autori vecchi e nuovi non è nemmeno più garantito. È la legge di mercato? Yeah. Ma non rompete i coglioni, aggiungo. 

     

    Quindi, se c'è un rincaro dei prezzi fatevele due domande sul perché avviene. E lo sapete. 

     

    Dico la mia, a costo di essere antipatico (e voglio esserlo). Siete abituati bene. Avete per tanti anni creduto che il fumetto fosse un'oasi felice dove valesse la regola del prezzo popolare. L'edicola come tempio del risparmio. Bello, fantastico, ma ora non è più così. E le lamentele, io le ho lette pure quando gli aumenti erano di soli venti centesimi. Perché? Perché, per voi (alcuni) il fumetto è un prodotto che non vale tanto, a dispetto di altro. Questa è la realtà. Non ci girate intorno. Dentro di voi lo sapete, ma molti non lo ammetteranno mai. "Ma come? 4,40 euro per un fumetto di cento pagine?". Questo è. E, per favore, non mi fate i discorsi sulla qualità (che sono personali e soggettivi!). Cento pagine di fumetto inedito, vedete quanto costano davvero e, soprattutto, assicuratevi per quanti decenni il fumetto popolare è stato venduto a prezzi irrisori. Quando il fumetto Sergio ve lo dava al ribasso, tutto ok? E lo dico da squattrinato cronico. Quando il fumetto per quarant'anni è costato poco, si correva in edicola ad acquistare la copia fiammeggiante di Tex, ora che vi si chiede un sacrificio economico (oddio), il fumetto può pure andare a farsi fottere. Fantastico, eh. Bravi. Allora smettiamola con 'ste pagliacciate. È più onorevole il lettore che decide di non acquistare più, piuttosto che parlare di furberie della Bonelli, di mucche da spremere, di mal gestione economica, di scandalo e altro. È così da signori smettere di comprare senza fare allarmismo inutile e stucchevole. Perché poi c'è poco altro da fare. Tanto chi dovrà tagliare, lo farà. 

     

    Ma forse, e mi duole dirlo, aveva ragione Max Bunker...

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  11. <span style="color:red">47 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

    Scherzi a parte, Airtoldi sarebbe stupido se lo licenziasse davvero e checché se ne dica, non è uno stupido.

    Mauro ha fatto un errore e per una volta nella sua vita saràlui a subire quello che in Toscana chiamano un risciacquone invece che essere lui a farlo. Ha le spalle larghe e lo sopporterà.

    Purtroppo noi possiamo essere controllati ma a quelli di Facebook chi li ferma ormai?

     

     

     

     

    Che c'entra Facebook? 

  12. <span style="color:red">6 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    lasciando stare gli sproloqui di Diablero su Nizzi( ormai mi rassegno e non replico quasi più) devo dure che anche io trovo decisamente fuori luogo l' aumento di prezzo.Che a mio giudizio deve essere indipendente dalla qualità , che è soggettiva.

    Fuori luogo... beh, capisco, ma se aumentano avranno i loro motivi e mi inquieta pure elencarli perché tanto li sappiamo. 

     

    Per me cinquanta centesimi in più non sono un problema. Se acquisto cinque testate Bonelli al mese, per fare un esempio, si tratterebbe di un incremento di euro 2,50 alla cifra totale che spendo.

     

    Ora, io non sono ricco, anzi, ma non vado sotto i ponti se li sborso questi 2,50. Certo, ci sono gli extra, uno potrebbe dire, special e quant'altro, però il mio esempio è per far capire che, poi, non è la fine del mondo. 

     

    Va bene pretendere qualità ma nemmeno questa nenia che si sta intonando da giorni. Se si ama il fumetto lo si sostiene. Se no il fumetto da edicola sparirà. Resterà solo un prodotto di nicchia costoso e per pochi. E quando vedo quello che tanti spendono tutti i giorni per le sigarette, sono felice di non fumare, solo che il fumo è un vizio mentre l'arte no. Strano mondo 

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  13. Vabbeh dai, se Diablero scrive che una volta Nizzi almeno faceva ridere e oggi invece fa... lasciando intendere che ora fa cagare, se le cerca. Se Monni fa il saputello dicendo che vogliono pubblicare Nizzi per "levarselo" di torno (come se uno sceneggiatore che ha fatto la storia di Tex fosse il primo scarto di cane da piazzare alla meglio), allora i fan di Nizzi, giustamente, lo difendeno e si crea la discussione.

     

    Per me, Lotta sul mare, è una storia meravigliosa. 

     

    La congiura è una storia meravigliosa.

     

    Preferisco quella di GLB senza sé e senza ma.

     

    Per quanto riguarda la caratterizzazione di Barbanera do ragione a Diablero, ciò non toglie che avercene di storie simili!

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  14. Posso dire una cosa su Galep (ebbene sì, voglio "difenderlo")?

     

    Ieri rivedevo i disegni di Il grande Re e non ho notato sproporzioni, personaggi mal posizionati, occhi strabici e altre inesattezze. Mi sembrano tavole meravigliose, fresche, agili e perfino minuziose, nonostante i tempi di lavorazione massacranti cui era sottoposto Galep. 

     

    Aggiungo poi che c'è un aspetto FONDAMENTALE da tenere in considerazione quando si parla di Galep (il Maestro Galep): non ha mai diminuito la produzione di pagine perché per il lettore lui era un punto di riferimento. Galep poteva ergersi a grande autore e fare capricci, dire a Sergio "io sti ritmi non voglio più reggerli" e campare di rendita, invece ha lavorato sodo per dare ai lettori quello che volevano: i suoi disegni. Perché questo è da tenere in considerazione dal punto di vista editoriale. La gente reclamava Galep e Sergio gli dava Galep.

     

    Poi, certo, c'è gente che disprezza Mozart, ok, ma davvero davanti alle tavole de Il figlio di Mefisto c'è solo da ringraziare gli dèi della fantasia che ci hanno permesso di godere di un autore così magnifico. Idem le tavole marinaresche di Lotta sul mare. Perché Galep è proprio epico. Al diavolo i tecnicismo, il disegno fotocopia tutto uguale di tanti autori attuali, così freddi e distanti dal MIO modo di vedere il fumetto!

     

    Negli anni Cinquanta le copertine dei fumetti si stampavano in tipografia usando la triconomia, ossia tre colori base, giallo, rosso e blu. Solo verso la fine degli anni Cinquanta si sarebbe passati alla stampa in litografia a quattro colori. Ora, chi studia un po' il fumetto sa bene che, in quel periodo storico, e parlo del dopoguerra, le cover avevano un ruolo determinante. I personaggi uscivano nelle edicole in tanti formati, strisce, albo d'oro, quadretto, raccoltine, e sparivano nel giro di pochi numeri sostituiti da altri. C'era tanta confusione. La Essegesse è stata, negli anni Cinquanta, la regina delle vendite, e le copertine di Sinchetto, soprattutto le primissime di Capitan Miki, hanno determinato il meritato successo del trio torinese. Ecco, io sono davvero sicuro che, pure se il successo di copie di Tex si sia consolidato grazie al formato gigante, è grazie alle copertine di Galep dei primi anni Cinquanta che il nostro eroe è riuscito a SOPRAVVIVERE in edicola. Sappiamo che, pur essendo moderno e avanti nei testi (rispetto a Blek, Sciuscià, Pecos Bill), Tex non era popolare come vendite rispetto a un Piccolo Sceriffo, tanto per fare un esempio. Ma le storie di GLB di quegli anni, seppur meravigliose, hanno retto nelle edicole grazie a quelle stupende copertine delle strisce, degli albo d'oro o delle raccoltine (queste davvero meravigliose), a quei colori sgargianti, al tratto evocativo e immediato di Aurelio Galleppini in arte Galep. Un punto di riferimento per il lettore.

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  15. Invece è un dialogo giusto e pertinente. Tex non vuole perdere tempo in chiacchiere perché la situazione è di per sé drammatica e intuisce lo stato d'animo del figlio. Insomma si comporta da padre e tu ci vedi Un posto al Sole. Ooook

     

    Beh se per te è da telenovela che ti devo dire... per fortuna tu, Grande Tex, non sei uno sceneggiatore! :P

  16. A proposito di pathos, vogliamo parlare di come GLB ha sceneggiato tutta la sequenza dell'arresto di Tex fino al suo arrivo in carcere (mi riferisco alla celebrata storia "La trappola")? Dialoghi, montaggio, scene. Tutto perfetto. E quando il giovane Kit, arrivati al penitenziario di Vicksburg, tentenna e fa capire al padre che deve ripensarci, di non entrare in quel carcere, di scappare perché si è ancora in tempo! E Tex, da eroe giusto, affronta il suo destino. "Non dire niente, Kit, non dire niente!..." e i due si abbracciano.

     

    La trovo una sequenza molto "sentita" e umana potrei dire. Ogni volta che la rileggo, ho i brividi. Eppure GLB è praticamente essenziale, con poche parole fa dire tutto a Tex, perché i suoi eroi sono uomini veri. Altri sceneggiatori avrebbero forse rimarcato il momento, si sarebbero soffermati (Nolitta di sicuro) ma lui no. Ripeto, GLB è sempre essenziale, diretto e pratico. Come un proiettile calibro .45

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  17. Scusa, Mac, ma davvero sulla storia delle fonti... dai. Non insisto nemmeno. Questa storia è anacronistica già di per sé. Ma hai letto i numeri post 17?

     

    Sul discorso Galep, pure lui ha disegnato gli episodi più belli (Il figlio di Mefisto, Il giuramento, Sangue Navajo, Il tranello... Posso continuare sai). Pure Galep e il suo stile sarebbero evoluti se non fosse stato per i problemi fisici che purtroppo ha avuto. Ma basta così, non devo convincerti. Rivendico il diritto di difendere Galep se mi si dice che era un incapace.

     

    Sul discorso età, davvero glisso ma, per il resto, mica sto offendendo. Credo che tu abbia molti più anni, ma che problema c'è? Se sei davvero un tredicenne beato te 

  18. 4 minuti fa, Magico Vento dice:

    Grazie, ho trovato l'aggettivo con cui spiegare perché non adoro Ticci.

     

     

     

    Ecco, io che adoro Ticci non dico nulla. Perché qui sono gusti personali. Però se uno mi inizia a dire che Ticci non sa disegnare (perché è quello che Mac sta dicendo sostanzialmente di Galep), allora no. Giocoforza si crea una discussione. Perché certe cose vanno oltre la critica o il parere personale. Al massimo, se proprio uno vuol dire quello che gli pare, sia concesso di rispondere. Con argomentazioni, ed è ciò che faccio 

    <span style="color:red;">2 minuti fa</span>, Poe dice:

     

    Be', perché di solito a 13 anni la mattina uno va a scuola in terza media (scuola dell'obbligo), non scrive sui forum come fai tu. A meno che non faccia buco tutti i giorni... ;)

    Niente di male eh, io credo di avere sempre 21 anni :D

  19. <span style="color:red;">21 minuti fa</span>, valerio dice:

    Mah, a me quasta lunga diatriba pare un pò inutile, nel senso, ok, al nostro amico non piace per nulla Galep. Non ci vedo nulla di scandaloso. Sono esagerate le critiche che gli muove? Forse si, ma è il suo gusto. Non vanno bene certi termini usati per appellare Galep? Assolutamente no.

    Però ci sono stati termini simili usati qui per altri, tipo Nolitta o tipo Nizzi. O certe cose non vanno bene per nessuno o vanno bene per tutti.

    Io credo che vada sempre rispettato l'autore, qualunque sia. Frasi come "fa defecare" "è un dilettante" e robe del genere non vorrei mai leggere.

    Detto questo ogni critica è legittima, e però vale per tutti gli autori. Non è che sparare su Nolitta vada bene e su Galep no.

    Anche il discorso che il Tex di Nolitta o di chiunque altro non sia Tex oggettivamente, non mi convince.

    Io credo che ogni autore possa mettere del suo. E' certamente oggettivo che il Tex di Nolitta sia molto diverso da quello originale, ma che non sia legittimo fare qualcosa di diverso è tutto li da discutere.

    Il problema non è il criticare o la libertà di farlo. È l'esagerazione che stona. Questo è il forum di Tex, non di Nick Raider. Se muovi critiche (e si può) agli autori originali del personaggio si risponde. 

    <span style="color:red;">9 minuti fa</span>, MacParland dice:

    Perchè sono le cose che un non disegnatore va a vedere. Se togliessimo i volti, le proporzioni ed i personaggi che guardiamo? Mica possiamo parlare di inquadrature e di come un disegnatore usa lo spazio nella tavola. 

     

    Ticci le donne non le sa minimamente fare, ma in un fumetto dove i protagonisti sono quasi tutti maschi va pure bene.

    Divento ripetitivo perchè andando avanti le cose da dire sono sempre le stesse. Sulla produzione anni '30 e '40 ne so poco o nulla, ma a me Ora interessa il suo operato su Tex. Quando valuto il Texone di Magnus valuto quello. Non penso a Kriminal ai fumetti con le donnine o ai 76 albi di Alan Ford. Per curiosità sono andato a vedere quante volte ho detto la parola defecare. Beh... l'ho scritto quattro volte e ben due volte ho detto che era un iperbole. 

    13. Poi perchè non dovrei avere 13 anni?

    Io odio chiamare in causa altri utenti senza che abbiano partecipato alla discussione. Sulle critiche tipo i vari tormentoni... non concordo (solo sulle botte in testa in sei sette storie) però lui la pensa così e va bene così.

    Quali sono le critiche che ho mosso a Galleppini?

    Sproporzioni, la faccia di Tex, gli sfondi. La seconda è personale, ma sulle altre due non penso non siano vere. Sono ripetitivo? Si. Però la discussione va avanti va due pagine. Poi che altro ho detto? "Mi fa defecare" per ben quattro volte, ma ho già specificato sopra e più volte. La questione dei soldi ho detto che era un'ipotesi (infatti in quel messaggio c'è il Se). Ho detto che Galep per me sta sopra solo allo Studio Fernandez embè? Lo stile che piace a me, non è quello di Galep, e visto che l'80% ma anche di più, adotta uno stile più minuzioso è ovvio che per me stanno sopra a Galep.

    A me importa. Non possiedo le nozioni storiche di Monni o Barbanera, però mi informo abbastanza, e nelle storia in questione non c'è verosimiglianza. Ed era il 1971 "Storia del West" c'era già.

    Se tu credi che Tex sia Storia del West, almeno quello di GLB, hai un problema proprio di comprensione del personaggio 

  20. È ovvio che i detrattori di Galep suonano (e suoni) sempre la stessa musica. In tanti anni impari a conoscerli. Vanno a vedere gli occhi strabici, gli sfondi e le proporzioni dei personaggi, ma allora dobbiamo fare le pulci a tutti? Sai quante belle scoperte che si farebbero. Che, ad esempio, il Monumentale Ticci non sappia disegnare le donne, lo diciamo? O forse, per questo, lo mettiamo in discussione dicendo che fa defecare? Eppure, una storia non è fatta solo di ambienti, dove Ticci è Maestro, ma anche di altro.

     

    Io ho parlato con persone che sono state a casa di Galleppini e hanno visto le tavole originali dei primissimi Tex e hanno parlato di miracolo. Perché in quei disegni abbozzati di fretta c'era TUTTO. E ci sono fior di professionisti che, ancora oggi, si meravigliano di come Galep abbia potuto fare certi tratteggi a mano così minuziosi nelle sue tavole e in tempi eroici del fumetto, tanto da non perdere la vista! E senza l'uso degli espedienti tecnici che ci sono oggi. 

     

    Tu poi parli di collinette sarde. Dici che Galep è Dio, insomma fai ironia. Che il volto di Tex fatto da Galep è "da fesso", parli (e sei ripetitivo) su quanto ti faccia defecare (e no, tu non sei ironico come Virgin) e ancora credi di conoscere Galep ma non SAI nulla della sua produzione anni Trenta e Quaranta, però blateri lo stesso. Non hai ancora capito che a me non frega nulla del tuo parere su Galep (oltre al fatto che sei un quattordicenne finto. Certo, mentire in un forum non è reato, però perdi di credibilità, "ragazzo"), ma che tu voglia entrare nello specifico: "tutti sono superiori a lui, tranne solo lo studio Fernandez", e ti aspetti che non ti si risponda, è utopistico! Eh, caro mio, su! Perfino Boselli, che di solito non interviene nelle discussioni che riguardano i disegnatori per ovvi motivi (visto il suo ruolo di autore e curatore), ti ha detto che Galep, ancora oggi, darebbe punti a tutti (quindi ai vari professionisti che lavorano su Tex e che lui ben conosce), ma te niente. Te ne esci che dici la tua. Che sorpresa! Noi (io) diciamo la nostra. E io ho sempre pensato che le critiche, soprattutto se sprezzanti, vanno motivate con cognizione (vedi Diablero su Nizzi: puoi non essere d'accordo, però le argomentazioni lui le porta!), e allora continua pure a pensare quello che credi, ma se spari cavolate su Galleppini ti si risponde a muso duro. 

     

    P.s. Stanotte ho rivisto i disegni di questa storia (Tra due bandiere) e li ho trovati buoni a dispetto della poca verosimiglianza storica ma, francamente, chi se ne importa!

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