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TWF - Tex Willer Forum

Ted Hawkins

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  • Compleanno 18/12/1969

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Reputazione nella comunità

  1. Ted Hawkins

    [Maxi Tex N. 22] La grande corsa

    Troppa prevenzione su Diso. Vero Tex non è nelle sue corde, preferisco ricordare le meravigliose tavole su Mister No Vero va verso i novanta non si può pretendere che sia ora al suo apice e tutto quello che fa è già un di più Cio detto le tavole sopra postate non mi sembrano così malvage... e di volti e di rappresentazioni di Tex ne ho viste ben di peggio in passato. Ergo, godiamoci questo maxi così com'è che
  2. Ted Hawkins

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    A volte chat e social favoriscono i malintesi o le interpretazioni difformi dal pensiero di chi scrive. Letizia non mi permetterei mai di porre dei diktat a qualcuno. E nemmeno mi sento o desidero rappresentare tutta la comunità texiana. Avevo in testa ciò che aveva scritto Borden e a lui nel mio inconscio stavo rispondendo quando ho detto che "io leggo io decido". Dopodiché tu fai notare che Borden ha concluso che "c'è un solo modo di fare le cose bene. Farle bene." Sono d'accordo in linea di massima con lui, ma devo precisare che o esistono dei criteri oggettivi e condivisi su ciò che è ben fatto oppure vale l'opinione personale di chi scrive come quella di chi legge. Certamente un criterio potrebbe essere quello del successo editoriale, ma ce ne sono altri e altri ancora che io nemmeno conosco. In sostanza rivendicavo la libertà e la legittimità di stabilire io come lettore ciò che è ben fatto e ciò che è mal fatto. Tutto qui
  3. Ted Hawkins

    [684/685] Wolfman

    Storia che fin qui mi è piaciuta, compresi i disegni di Font che non è tra i miei autori preferiti. Anche a me le due storie di Medda (Orrore in particolare) erano piaciute mentre quella di Berardi la considero un capolavoro da top ten texiana di tutti i tempi. Sul "giallo" penso abbia ragione Carlo Monni, comunque ormai non c'è da aspettare molto per saperlo...
  4. Ted Hawkins

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Non ho capito.... sei tu che decidi per me cosa mi piace e cosa no? O mi sfugge il senso del tuo messaggio.....
  5. Ted Hawkins

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Pecos anche su questo sono d'accordo con te. Giusto separare la preoccupazione di una possibile deriva non gradita dalla valutazione su questa storia. Sul calo delle vendite e dal fatto che venga meno il ricambio generazionale ho anche io le mie preoccupazioni. Nel caso di specie, poi, storie tipo questo Maxi non so se siano in grado di acquisire nuovi lettori, ma credo che il problema vendite del prodotto fumetto sia più ampio e non è questo post la sede per trattarne. Borden in linea di massima la regola da te citata mi sembra corretta (anche se su personaggi come Bond o Holmes c'è stato chi ha avuto da ridire). Cmq nel caso di questa storia le cose sono state fatte molto bene, così come è stato per il Texone di questa estate. Per il resto si vedrà. Resta solo da chiarire chi stabilisce cosa è bene e cosa male, ma se devo leggere io sono io che decido
  6. Ted Hawkins

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Pecos io sono d'accordo con te. Se rileggi con attenzione ho usato il condizionale. E vale anche l'opposto, ovvero un possibile rafforzamento del mythos , (perché no?) ma questo ormai dipende solo più da chi ha in mano il personaggio e non più dall'immaginario di chi l'ha seguito per quarantanni nel mio caso o più. La mia è una preoccupazione più che una statuizione. Provo a tradurla in metafora. Se uno gioca con i fuochi può anche produrre qualcosa di molto bello e affascinante come uno spettacolo pirotecnico. Oppure può rischiare di dare fuoco a quello che c'è e distruggerlo. Ovviamente spero nella prima ipotesi ma la preoccupazione per la seconda rimane perché quando accendi la miccia si che puoi anche spegnerla ma intanto hai acceso il fuoco e qualcosa si è illuminato e riscaldato. Ymalpas non avertene a male ma proprio non ti vorrei come mio avvocato difensore e nemmeno come fan Sul discorso che fai nella prima parte non ho niente da aggiungere. Il maxi è bello e mi è piaciuto e non è in discussione la sua bellezza. Il discorso che fai nella seconda parte mi sembra invece più incentrato sulla "legittimità". Qui forse bisogna intendersi. E' fuori discussione che l'autore del maxi possa fare quello che ritiene. E' lo sceneggiatore principe della serie, è il curatore del personaggio e ha la copertura della casa editrice. Dal punto di vista della legittimità e della programmazione editoriale è dalla parte della ragione. Quello che invece intendo dire io ha una valenza - se mi si passa il termine - più "etica". Secondo il mio modo di intendere GLB con Tex (ma pure Nolitta con Zagor o Mister No, o Agatha Christie con Poirot o Conan Doyle con Sherlock Holmes) hanno fatto ciò che han ritenuto meglio e ne erano pienamente legittimati. Chi prende in mano i loro personaggi invece - mia modesta opinione - deve fare un passo indietro prima di agire, perché sta raccogliendo una eredità e anche se ha una legittimità contrattuale e artistica non avrà mai completamente quella del mythos. Quindi per tornare a quello che mi chiedeva Pecos e che sostieni tu si il mythos rischia di offuscarsi, c'è anche la possibilità che ne esca rafforzato. Più probabilmente, a mio avviso, si trasformerà in un "midrash" di ciò che fu. Non mi sento di dire che sia sbagliato, e nemmeno giusto. Mi sento però di segnalare il pericolo. Con un ingenuo ma sincero auspicio di trovare confronto come ho trovato con Pecos (cui va il mio ringraziamento).
  7. Ted Hawkins

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    NUECES VALLEY Credo che questa storia meriti una tripla considerazione da parte mia. Spero non annoiare chi avrà la bontà e la pazienza di leggermi. CONSIDERAZIONI BIANCHE Maxi ben riuscito. Storia bella, avvincente, commovente, emozionante. Mi ha rinverdito sentimenti ed emozioni sopite. Ha suscitato fascino, stupore, attenzione, voglia di coinvolgermi e lasciarmi coinvolgere. Ho ritrovato il piacere di leggere un fumetto che non trovavo da tempo, (salvo quando vado a rileggermi le mie storie preferite, chissà perché appartenenti ad un passato che diviene sempre più lontano). Ho ritrovato un Boselli come non vedevo da tanto tempo, il Boselli seconda metà degli anni novanta cui avevo affidato tante speranze su Tex. Un soggetto degno di un romanzo ancor pIù che di una storia da maxi. Personaggi caratterizzati in modo perfetto o quasi perfetto, anche quelli che hanno beneficiato di poche pagine, con raffinatezze di sceneggiatura laddove si rivelano capaci di evocare o di trasmettere messaggi senza cadere (tranne in qualche caso sporadico questa volta) in quello stile verboso, ridondante e noioso che spesso caratterizza i dialoghi di Boselli. La prima parte poi è di valore assoluto. Insomma storia che per soggetto e sceneggiatura arriva in alto molto in alto. Contribuiscono alla riuscita del prodotto i disegni puliti ed efficaci di Del Vecchio che io apprezzo dai tempi di Nick Raider e Napoleone. CONSIDERAZIONI NERE Maxi che segna un punto fermo e forse di non ritorno. Perché rompe il vaso di pandora. Quello che conteneva il passato remoto di Tex e che il suo creatore aveva voluto tenere nel riserbo, nell'immaginario del lettore, nel pudore di non mostrare tutto ma lasciar immaginare. Perché per settanta anni nessuno aveva sentito il bisogno di sapere quello che questo maxi ci ha detto. Perché senza il supporto di quanto questo maxi ci ha detto, Tex ha saputo conquistare generazioni di lettori passando in mezzo a epoche diverse e divenendo un vero e proprio "mythos". Mythos la cui narrazione e sacralità ora potrà essere messa in discussione o essere ridimensionata, o convertita in futuro, facendo leva proprio su questa scelta di andare a scavare nelle origini. Perché moltissime volte quando in un prodotto seriale (editoriale, televisivo o cinematografico o altro) si inizia a scavare troppo nel passato, a inseguire il "come eravamo", si sta avvicinando la fine di un'epoca o quanto meno di uno o più punti di riferimento come sono stati conosciuti e recepiti fino a quel momento. Tutto questo secondo me è molto triste. CONSIDERAZIONI A COLORI Maxi tra i migliori degli ultimi anni, in un certo senso mi ricorda il tipo di storia che fu Oklahoma di Berardi. Maxi che poteva uscire tranquillamente su "Storia del West" di D'Antonio o su "Le Storie" o addirittura su "Ken Parker". Maxi che di Tex ha il logo e alcuni riferimenti al mondo texiano. Maxi che promuovo per la sua piacevolezza Maxi che mi preoccupa un poco per le ragioni esposte prima. Maxi che non sarà dimenticato.
  8. Ted Hawkins

    [682/683] Il ritorno di Lupe

    Sensazioni contrastanti su questa storia. Il ritorno di un personaggio come Lupe mi intrigava non poco. I disegni affidati a Piccinelli accrescevano l'attesa. Un po' di timore per come Boselli avrebbe gestito il tutto. Dopo il primo albo mi sono sentito abbastanza soddisfatto. Purtroppo la vicenda ha preso poi una piega deludente. 1) La politica editoriale del chiudere la storia in concomitanza con l'albo ha secondo me penalizzato la storia, che avrebbe avuto necessità di più spazio. Il finale affrettato avrebbe meritato tempi, vignette e dialoghi ben più congrui. 2) I dialoghi (tallone d'achille dell'autore) si sono appesantiti con l'andare della storia, ripresentando quella verbosità e quella putualità di termini a volte stonati. 3) Don Ricardo ha una evoluzione schizofrenica e poco credibile per un contesto così. 4) Evocare vicende del passato avvenute o presumibilmente avvenute, o comunque possibili attraverso frasi messe in bocca ai vari personaggi (Carson su Tex mentre parla a Kit), o attraverso gli ottimi disegni di Piccinelli può dare corso a fraintendimenti. Questa storia di Lupe secondo me andrebbe trattata con molto riserbo senza dare spazio a fantasie più di tanto. In generale io sono d'accordo a cambiamenti futuri anche del tipo di una presenza costante di Lupe nelle storie, ma a condizione che questa presenza non trasformi un fumetto d'avventura in una serie stile telenovela, o all'americana con batman e batgirl. Ovviamente quest'ultima osservazione non è una critica alla storia, ma una preoccupazione circa il futuro da lettore texiano. Complessivamente una sensazione di mancata occasione che mi fa propendere per un giudizio di "rimandato a settembre" di questa storia.
  9. Ted Hawkins

    [Texone N. 30] Tempesta Su Galveston

    Bello, bello, bello!!! L'ho letto tutto di un fiato e goduto non poco. Ambientazione e personaggi ben riusciti. Tex e Carson davvero tosti. Equilibrio nell'alternare le scene e i personaggi, ottime caratterizzazioni, finale degno dei capolavori (un po mi ha ricordato le ultime tavole della "Grande Rapina" di Nizzi Ortiz con quel raggiungere l'agognato oro in fondo ad una fossa), funzionali i disegni a mio avviso. Uniche pecche direi una certa forzatura nel caratterizzare Elias e il suo odio verso il colonnello, e il rapporto tra il colonnello e Clementine, troppo ambiguo; ad esempio non mi è sufficientemente chiaro il perché della sua fedeltà nonostante la percossa che le riserva ad un certo punto il colonnello; poi nel finale un salto della quaglia troppo inspiegabile per me. Ma a parte questo, bella storia da 8
  10. Ted Hawkins

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    Sam Stone ha espresso bene quel che penso. Il paragone di Cruzado non regge, sia per le motivazioni che hanno spinto il giovane indiano a sfidare Tex sono diverse sia perché la storia poi si sviluppa veramente in modo diverso, e il Tex di Cruzado è fortemente nolittiano, molto più che in altre storie di Sergio (direi che con il giudice Maddox è forse il Tex più antieroe che abbiamo visto). Narvaez forse si ma anche qui ci stanno motivazioni diverse alla base ed esiti diversi nelle modalità di sviluppo della storia. Anche io credo che Recchioni non abbia minimamente pensato a quelle due storie... volevo solo far notare come il pretesto di "andare ad avvisare Tex" per far partire la storia fosse un po troppo tirato per la giacca..... discorso diverso la reazione di Tex che invece mi è piaciuta...
  11. Ted Hawkins

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    Ciao amici di TW .... impegni eccessivi mi hanno allontanato per un po' dai vari forum e dalle letture. Ho ripreso complice le vacanze da qlche giorno, leggendo proprio questo Color Tex. L'ho fatto prima di leggermi i commenti in rete, proprio per non essere, come dice giustamente Sam Stone, prevenuto.... Allora, sarà che non toccavo un fumetto da mesi, ma direi che la sensazione è stata piacevole. A me è piaciuto. L'ho letto d'un fiato in maniera scorrevole. Albo più che discreto, certo con qualche lacuna e dei limiti. Tra i punti forti direi: - i disegni di Del Vecchio, (apprezzatissimo da me già dai tempi di Napoleone e Nick Raider). Un tratto che a me pare efficace in rifermento a quanto chiedeva la storia, pulito nel disegno (cosa che a me piace molto), essenziale, come ai tempi d'oro di Galep. - la caratterizzazione di Tex. Il raddrizzatore di torti, diretto nella parola e nell'azione e vincente in riferimento ai propri propositi. Un Tex da cui sono assenti ridondanze, ambiguità, verbosità, stonature. - il ritmo della sceneggiatura, ben calibrato in funzione della storia e del numero di pagine. Punti deboli: - lo spunto iniziale, un poco forzato. Cattivi che vanno al villaggio Navajo a sfidare e provocare Tex e i suoi pards? Mah, forse il solo Mefisto (forse Yama) avrebbe le p....e per farlo ma manco lui l'ha fatto se non per interposta magia..... - la figura del giudice, qualcuno ha sottolineato di nolittiana memoria e sembra anche a me, però non è definita bene come quella del ranger. - un poco defilati Kit e Tiger, ma forse questo è dipeso dal numero limitato di pagine, una storia in due albi avrebbe lasciato spazio sicuramente per farli agire di più... In definitiva, una buona storia. Promuovo Recchioni perché sono convinto abbia margini di miglioramento notevoli e perché mi piace il suo Tex. Promuovo Del Vecchio perché è ormai una garanzia. Voto alla storia 7+
  12. Carlo hai colto bene il punto e sono d'accordo pienamente con te su quanto affermi nei primi tre paragrafi. Invece sul giudizio che esprimi nei confronti di Nizzi e Boselli, giudizio che rispetto, sono un pochino meno d'accordo. Io mi sento un tantino più indulgente verso Nizzi; è vero che alla fine ha prodotto grandi disastri, ma non ne farei il capro espiatorio, perché IMHO ci sono altre ed altri responsabili (tà) che andrebbero indicate ma non è questa la sede ne è opportuno farlo ora. Per questo preferisco ricordare le pagine belle e cerco di dimenticare quelle brutte. E mi sento un tantino più severo di te su Boselli. Intendiamoci Boselli potrebbe stare anche al primo posto per certe caratteristiche su cui è innegabilmente bravissimo; ma negli ultimi anni ha reso meno che all'inizio per me e anche se non ha scritto delle ciofeche ha cmq scontentato molti anche lui per altre ragioni. Ciò detto bravi cmq tutti. Pecos anche a me piace moltissimo Manfredi tanto che lo vorrei spesso su Tex.
  13. Si Pecos ho capito cosa vuoi dire. Se vogliamo intendere il più dotato tecnicamente, più originale, che scrive i dialoghi migliori, il discorso potrebbe cambiare, ma non tanto facilmente. Personalmente non mi sento in grado di esprimere giudizi oggettivi, perché io non saprei scrivere una sceneggiatura e figuriamoci giudicare le capacità professionali altrui che io non posseggo. Tutto quello che posso dire è che amo la scrittura di Nolitta, i suoi inizi soft, carichi di ironia e spensieratezza, l'introduzione nella storia e la presentazione dei vari personaggi, il crescere della tensione, il pathos apicale e le conclusioni finali, talvolta amare. Mi piace il suo tentativo di toccare temi sociali attraverso la scrittura del fumetto. Mi piacciono i suoi personaggi, le caratterizzazioni che ne sa dare. Il suo Tex molto umano. Per queste caratteristiche potrei metterlo al primo posto. Ma voglio riconoscere anche a Nizzi il talento, perché la sua scrittura mi dava sicurezza, con i suoi cliché, la sua rappresentazione sicura di Tex, la valorizzazione di Carson, le potenzialità che lasciava trasparire, talvolta contenute per scelta (sua o dell'editore). 10 anni di bel Tex e altrettanti di un discreto buon Tex sono un biglietto da visita non di poco conto, che l'ultimo periodo di grande declino non possono cancellare. Ma devo anche dare atto a Boselli di aver rivitalizzato Tex con autentici gioielli di storie, di aver trasmesso il senso dell'epicità nelle storie e anche per Boselli (come per Nizzi) le ultime delusioni provate nelle storie degli ultimi 3/4 anni non inficiano il suo grande talento. Come vedi, però a mio avviso si tratta di valutazioni più soggettive che oggettive. Se devo dire la mia nel senso da te esposto, ribadisco quanto prima: su Tex il migliore è GLB perché è il più nelle corde del personaggio. Su altri soggetti, lascio a chi è più competente di me le valutazioni.
  14. Il migliore sceneggiatore di Tex è GLB semplicemente per il fatto che Tex è GLB e GLB è Tex. Al secondo posto ex aequo Nolitta, Nizzi e Boselli le cui rispettive caratteristiche sono state così bene sintetizzate da Ulzana. Ovviamente tra i tre succitati ciascuno di noi potrebbe ritenerne uno più meritevole degli altri, ma IMHO si tratterebbe di "gusti" personali, perché al di là delle differenze stilistiche e dei periodi storici in cui hanno operato, e della diversa libertà di cui hanno goduto, è innegabile che si tratta di tre autori (quando sono stati al loro meglio), superlativi. GLB è oltre.....
  15. mmm chissà come se la caverebbe il buon Jack nei panni di Mefisto. I tre oscar di Daniel Day Lewis tutti meritati e secondo me insieme a Robert De Niro (ma a me piace anche Al Pacino) è tra gli attori più camaleontici che ci sia in giro, capaci di trasformarsi in ogni film. De Niro ha avuto purtroppo una parabola discendente dovuta all'età eccetera ma negli anni settanta e ottanta era proprio come Daniel capace di dare a ogni film quel qualcosa in più. Vedere Toro Scatenato ad esempio. Ma potrei parlare per pagine e pagine. Tornando a Tex beh degli attori citati anche Matthew (guarda caso mancio io cito il cognome eh eh eh eh) forse con i capelli neri e truccato bene chissà... anche se penso ci voglia un attore diverso. Purtroppo l'immagine classica di Tex è troppo legata a Gary Cooper... anni fa lessi che si fece anche il nome di Charlton Heston tra i papabili... comunque alla fine stiamo giocando con i nomi ma se fossimo negli Stati Uniti un fumetto con il successo che ha Tex (duecentomila copie al mese non le vende nessun supereroe) stai ben certo che il film glielo avrebbero già fatto. Condivido l'analisi cinematografica, con la precisazione che De Niro ha IMHO voluto fare troppi film. Daniel Day Lewis ha - tra le altre cose - il merito di aver scelto nella sua carriera pochi ruoli cui hanno fatto riscontro eccellenti recitazioni (è rimanso anche per diversi anni fuori dalla scene senza fare film) e rispetto agli altri due (sopratutto De Niro) che cmq mi piacciono molto anche loro, ha un approccio alla recitazione completamente diverso. Anzi direi rispetto alla maggior parte degli attori holliwodiani, perché DDL interpreta i ruoli con approccio teatrale a differenza della maggior parte delle star holliwoodiane. Tornando a Tex Matthew sarebbe ottimo ribadisco. Però è vero che lo stereotipo è legato a Gary Cooper (forse anche in parte a Gregory Peck). Charlton Heston l'avevo dimenticato ed in effetti sarebbe stato ottimo anche lui. Un altro che avrebbe avuto il fisic du role è Burt Lancaster - grandissimo atleta circense e grandissimo attore. Vedere il film di cui hai scelto di nick name o la splendida interpretazione in Da qui all'eternità
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