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TWF - Tex Willer Forum

Ted Hawkins

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Tutto il contenuto pubblicato da Ted Hawkins

  1. Ted Hawkins

    Il Tex Di Tito Faraci

    Mah! Faraci doveva essere il "Salvatore della Patria" secondo molti. Da quando ha fatto il suo esordio su Tex sono passati quasi sei anni e a mio giudizio siamo andati peggiorando. Ho trovato discreta la prima (Evasione), e più che discreta la seconda (Lo sceriffo indiano) anche se non mi è piaciuta la gestione di un personaggio come il co-protagonista, (praticamente uno sconosciuto nella saga texiana che ci è stato proposto come se si fosse trattato di un vecchio amico al pari di Gros Jan e Pat, il tutto un po' stridente). Poi è arrivato un lento declino da l'uomo di Baltimora (buona l'idea di fondo, male la sceneggiatura) al peggio cui abbiamo assistito ultimamente. So già che mi si dirà diamogli tempo. Tuttavia faccio notare due cose: 1) come ho detto doveva essere il "Salvatore della Patria" mentre oggi è più un problema che una risorsa. 2) ai loro primi lavori su Tex, gente come Nolitta, Nizzi e Boselli hanno prodotto storie del calibro di: "Caccia all'uomo", "El Muerto", "Fuga da Anderville", "Il passato di Carson". Tutto ciò vorrà dire qualcosa?
  2. Quoto in pieno Anthony Steffen perchè la penso esattamente come lui. L'unico rimprovero che posso muovere a Nizzi ( rimpiango il Nizzi fino al 400 e anche un pochino quello tra 400 e 500) è quello di non avere lottato di più o viceversa di non avere interrotto prima il rapporto. Sicuremente avranno inciso motiazioni economiche nelle sue scelte. Ma pur pagadone un prezzo economico, credo che ne avrebbe guadagnato in serenit? ad imporsi o a troncare prima. In quanto ai suoi rapporti con Sergio Bonelli mi piacerebbe saperne di più sul perchè si sono guastati negli ultimi anni, perchè io sono personalmente convinto che questo deterioramento abbia una relazione diretta con il peggioramento qualitativo della serie. Si credo che ci sia proprio una relazione diretta, una correlazione tra rapporti che si guastano e qualità del prodotto che peggiora. E non parlo solo delle storie di Nizzi post 500, ma più in generale mi riferisco a tutto l'ambiente texiano della casa editriche, perchè l'idea - magari sbagliata - che mi sono fatto è di una situazione ambigua, ricca di rancori, recriminazioni, che ha caratterizzato la gestione di Tex negli ultimi anni e che forse ha trovato un punto a capo, con maggiore chiarezza di ruoli e relazioni solo adesso che è stato individuato il curatore. Per ora mi fermo qu?.
  3. Ted Hawkins

    Tex Secondo Nizzi

    Penso che sia quasi tempo di aprire la discussione su questo punto. Che ne dite?Vi è piaciuto e condividete quello che dice Nizzi?Io ho apprezzato molto l'intervista per come è stata condotta; mi ha illuminato su molti aspetti che non conoscevo del "dietro le quinte"; condivido molte delle considerazioni di Nizzi. Due appunti che posso muovergli sono:1) molte sue considerazioni su certi disegnatori non hanno riscontro da parte degli interessati perchè non sono più nella possibilità di controbattere e questo non è il massimo;2) Nizzi sostiene di avere avuto con Sergio Bonelli negli ultimi anni alcuni dissapori e si rammarica di non averli sanati prima della scomparsa del Sergione nazionale. A me sembra, senza entrare nel merito di dove stanno i torti e le ragioni (probabilmente da ambo le parti ancorch? presumibilmente con pesi e misure differenti), che questi dissapori ed incomprensioni abbiamo pesato non poco sull'economia texiana e della SBE e non ultimo sulla qualità di certe storie texiane degli ultimi anni. Questo è un peccato ed è una sconfitta per tuttti... Vale la pena imparare la lezione per quelli che ci sono e per quelli che verranno....
  4. Ted Hawkins

    Il Mercato Di Tex

    Caro Maurix ti ringrazio per le spiegazioni ulteriori che hai voluto fornirmi e, credo, di aver compreso meglio il tuo punto di vista. Permettimi una notazione a parte per Mister No che è stato ed è il mio fumetto preferito e le cui vicende e considerazioni che intendo fare, vorrei fossero emblematiche o almeno di riferimento:Mister No è (in molte sue sfaccettature) Sergio Bonelli/Guido Nolitta. La simbiosi tra autore e personaggio ha portato ad osare come chiedi tu, inventando un personaggio atipico, una location sconosciuta e storie dal sapore e dai contenuti innovativi per l'epoca in cui usci. Mister No ha aperto una strada che poi è stata percorsa da altri importanti personaggio KP, BVZM e DYD. Io non credo che nel 2006 a 31 anni dalla sua uscita fosse un personaggio finito. Anzi l'ultima bella conclusiva e lunghissima storia di Nolitta dimostra che il personaggio e l'ambiente in cui si muove avrebbero avuto ancora molto da dirci anche a noi uomini del XXI secolo. Quando è finito Mister No? Quando il suo autore (e i bravi collaboratori che l'avevano assecondato rispettandone i canoni e sforzandosi di esaltarne le caratteristiche del suo autore Castelli Sclavi Ongaro) hanno smesso di scriverlo. Chi ne ha raccolto l'eredit? ha ritenuto di fare un'operazione di "ingegneria fumettistica" innestando contenuti, caratteristiche e location nuove in un personaggio già consolidato; il risultato è li che si vede. Ora, come dicevo, credo di avere compreso il senso delle tue considerazioni. Ma una cosa è l'innovazione organizzativa, procedimentale e relazionale all'interno di un'azienda come la SBE e/o gruppi specifici di lavoro; altra cosa è l'innvazione di un prodotto (come un personaggio letterario/fumettistico). Nel primo caso non mi sento n° di bocciare la tua idea come fanno alcuni in questo forum, ma nemmeno di sponsorizzarla, perchè non credo di avere conoscenze/competenze sufficienti ad argomentare un'eventuale posizione in un senso o nell'altro. Ma per quanto riguarda i personaggi, io credo che li stessi siano quasi indissolubilmente legati a chi li ha creati e, per questa ragione, chi ne raccoglie l'eredit? ha il dovere di rispettarne il canone originale. Ecco perchè penso che le aperture e le innovazioni vadano controllate e sono dubbioso sull'esito positivo di rivoluzioni del personaggio. Certo non si deve neanche restare nella monotonia (come mi pare avvenga da troppo tempo per Julia che non evolve mai, nonostante la serie sia stata impostata su storie che hanno anche una continuity). Ma in via generale, bisogna andarci cauti. Però ho capito il tuo punto di vista da lettore un p? scontento e non posso neanche biasimarti per questo :generaleN: A risentirci
  5. Ted Hawkins

    Il Mercato Di Tex

    Mah! Maurix io non riesco a condividere il tuo discorso se non in parte, ed in parte anche non lo capisco. Prova a spiegarmi meglio il senso di quello che vuoi dire, se ti va . Tu dici che bisognerebbe "sdoganare"; ma che significa veramente? doubt Citi Mister No ed in effetti è stato un personaggio "sdoganato" nel senso di rinnovato ad un certo punto a partire dal n. 241 "Vento Rosso"; con il risultato di disaffezionare anche i pochi rimasti che non ci si trovavano più in quel personaggio (anche se alcune storie post 241 erano buone intendiamoci). Citi Nathan Never come personaggio che è stato sdoganato e che ora non è più quello di prima. No io credo che chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa cosa lascia e non sa cosa trova per cui le sperimentazioni possono andare bene quando sono controllate. E poi siamo sicuri che ci sia un bacino potenziale di acquirenti che non aspettano altro che un rinnovamento? Io temo di no e che le "teste dure" come la mia sono il grosso della clientela della SBE e persi anche loro saranno guai grossissimi per casa editrice ed autori. Capisco però che tu parli con il cuore, da lettore che ama come confessi tu stesso. Temo però che il discorso di osare sia più utopistico che realistico. Intendiamoci, vorrei che avessi ragione, che bastasse osare per ritornare ai fasti di un tempo (non dico le 700.000 copie, mi basterebbero le 330.000 di vent'anni fa e credo che alla SBE farebbero i salti di gioia e sottoscriverebbero subito). Ma io temo che le ragioni del declino numerico della produzione editoriale sia nei due filoni già individuati: 1) la qualità delle storie, che a mio avviso incide in misura molto minore e tocca quei lettori già consolidati come me che se non ritrovano quella qualità e quello spirito a cui sono affezionati possono abbandonare; In questo caso basta stare su livelli come l'albo di gennaio ad esempio piuttosto che sulla media dello scorso anno per evitare l'erosione di lettori. 2) la disaffezione dallo strumento del fumetto a vantaggio di altri generi di divertimento, evasione interesse.... che ha motivazioni plurime e che Io credo che questa battaglia sia molto più difficle da combattere e anche le buone intenzioni e tutta la buona volont? di autori e casa editrice possono ben poco... E' una cosa più forte di loro e di noi. Non si può fermare, si può solo indirizzare....
  6. Ted Hawkins

    Il 2013 Di Tex!

    Mah visto l'albo di gennaio e le anticipazioni sin qu? riportate mi pare che il 2013 prometta bene dal lato degli autori (con qualche riserva su Faraci, ma forse è la volta buona che imbrocca la storia giusta vista la presenza di Tiger e Nizzi che però credo che si congeder? più che onorevolmente) e molto bene dal lato disegnatori. L'apice, credo, lo toccheremo con il Texone di Venturi e il Color di Ticci, mentre non sono troppo entusiasta delle micro-storie del secondo Color, ma spero di essere smentito. :generaleN:
  7. Ted Hawkins

    Mollare Tex?

    Il mio pensiero sul Tex attuale è documentabile nell'altro post (Tex vive?) per cui non ripeter?. Credo che i questo caso l'insoddisfazione sia più legata al tuo stato d'animo che agli elementi oggettivi che possono venire dalla serie. I suggerimenti che ti hanno dato altri utenti - di lasciare temporaneamente queste letture per dedicarti ad altre che ti stimolano di più - possono essere una buona soluzione ad una condizione: che tu sia consapevole che l'esito di una tale decisione non è affatto scontato:per intenderci, se decidi di lasciare Tex e dedicarti a ciò che oggi ti da più soddisfazione (altri fumetti o altri libri o altre letture di carattere professionale, ecc.) potresti forse tornare ricaricato ed appassionato più di prima, ma potresti anche non tornare più al fumetto, scoprendo altre passioni più soddisfacenti per te.
  8. Ted Hawkins

    [627/628] Salt River

    Preso anch'io stamattina e letto nel pomeriggio. Mi piace. Mi pare che Boselli abbia imbastito e sviluppato una bella storia sin qu?. Concordo con West10 sull'ottimo ritmo, sui perfetti stacchi di scena e sullo spazio dedicato ai tre pard ben suddiviso. Aggiungerei che trovo piacevoli i dialoghi tra Tex e Carson (una ironia ben misurata nei termini e nelle scene, un p? come nel primo Nizzi), ottimo l'inizio che ricorda gli inizi al fulmicotone di alcune storie di GLB con sparatorie, fughe, azione e più in generale, direi che i talloni d'achille di Boselli (stucchevolezza dei dialoghi, eccesso di serietà di Tex, dispersione quantitativa di personaggi) mi paiono totalmente assenti. Piccole perplessit? solo sull'idea di otto uomini che si mettono in fuga da due (anche se si tratta dei ns). Bella la figura della dott. ssa che mi sa riserver? soprese nel prossimo albo.... In sostanza un ottimo albo che lascia sperare in un altrettanto ottimo epilogo. Capitolo disegni: apprezzo Andreucci dai tempi di Zagor (Il terrore dal mare). Il suo tratto mi sembra appropriato alla storia e ai personaggi senza particolari eccellenze ma anche senza sbavature rilevanti. Una domanda per chi se ne intende più di me in tema di disegnatori. Andreucci sta evolvendo il suo modo di disengare verso un tratto più stilizzato rispetto a quando era su Zagor? Almeno così mi è sembrato.
  9. Ted Hawkins

    Tex Secondo Nizzi

    Ho quasi finito di leggerlo (due capitoli ancora). Direi molto bene sino ad ora. Tanto materiale per prossime discussioni/confronti. Complimenti a Roberto Guarino per il suo modo molto fine con cui ha affrontato l'intervista e l'ha condotta. Uno stile delicato ed educato che ho apprezzato molto. Sui contenuti entrer? nel merito dopo la fine della lettura (o della eventuale rilettura). A presto
  10. Ted Hawkins

    Tex Secondo Nizzi

    Mi sono fatto regalare il libro per Natale, ma poich? chi me lo ha preso non me lo farà avere fino a quel giorno, dovr? aspettare ancora un p?. Certo che dalle Vs anticipazioni deve essere davvero una bella ed interessante lettura. Non vedo l'ora di potermela godere e poi aprire le grandi discussioni in merito. E già mi immagino quali discussioni mi impegneranno con l'amico Carlo Monni... laughing
  11. Ted Hawkins

    Qualit? attuale dei disegni

    D'accordo sul fatto che il giudizio sconta in parte i gusti personali di ciascuno. Certo alcuni autori non mi piacciono: Font e Mastantuono, ma è perchè non sono amante di quel tipo di tratto; però non mi permetto di dire che il loro lavoro non è di qualità. Mi spiace che Ortiz sia in declino, e qu? mi permetto di ricordare la signorilit? dimostrata da Fusco nel saper uscire di scena al momento opportuno. Diso a me è sempre piaciuto su MisterNo, mentre su Tex non è riuscito a dare il suo meglio. In generale, cmq, ritengo la qualità attuale dei disegni di Tex più che buona (e la ritengo tale anche nel corso di quasi tutta la serie). Ci sono mostri sacri come Villa, Civitelli, Ticci. Autori eccellenti come Del Vecchio e Piccinelli. Altri molto bravi come Bruzzo, Garcia Sejas, ecc... Assolutamente una serie di qualità grafica di cui non ci si può lamentare più di tanto se non per casi limitati ed in molti casi legati a gusti e preferenze di stile... Per Carlo Monni: Anche io sono di quelli a cui piacerebbe Bacillieri sul Texone. E non solo lui. Penso a Laura Zuccheri e persino (eretico :shock: ) ad Elena Pianta.
  12. Provo ad aprire il mio primo topic, giusto per dare un'informazione, della quale probabilmente alcuni sono già a conoscenza. A partire da oggi, su Radio 2 Rai, dalle ore 16,00 presentano Tex contro Mefisto, trasposizione radiofonica dell'ultimo scontro tra i due. (Purtroppo) la storia è quello che ?, e per radio non si possono apprezzare i disegni di CVilla. Ma al di l' di questo, che ve ne pare delle trasposizioni radiofoniche del nostro?In passato avevo assistito alla trasposizione di "El Muerto" e l'avevo trovata avvincente...
  13. Quoto Ulzana e West.....
  14. Ted Hawkins

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Avevo riletto la storia un p? di tempo fa. Stasera ho letto i Vostri post. Mi trovo in sintonia con Paco. Questo è un bel Texone. Sia per la storia in se (e per gli evocativi omaggi che vuole rendere ad alcuni protagonisti della storia del fumetto) sia per i disegni che ho trovato efficaci. Non so se sia un capolavoro e come dice Paco non mi importa molto di saperlo. Ma, personalmente, credo che possa rientrare ampiamente nella top ten dei Texoni (ed anche in buona posizione).
  15. L'ho riletta stamattina e l'ho trovata migliore di come la ricordavo (per la verità la ricordavo poco). E' vero che siamo nella fase crepuscolare dell'autore, tuttavia, senza scrivere un capolavoro GLB ci presenta Tex e Carson in gran forma. La storia ha ritmo. I personaggi pur non restando nella memoria (forse) mi sembrano caratterizzati più che dignitosamente. Forse un p? forzata la figura di Testa di Pietra (un Sakem anziano che si lascia illudere da un giovane scapestrato e che poi repentinamente cambia idea su suggerimento di Tex mi è sembrato un p? fuori dalle righe). Da ricordare l'esordio dell'immenso Claudio Villa. Se devo valutare direi Soggetto 6/7 - Sceneggiatura 7 - Disegni 9
  16. Vedi Gianbart, anche io non sono soddisfatto della piega che hanno preso i maxi (parlo degli ultimi citati da Ymalpas), così come non sono soddisfatto degli ultimi due anni della serie regolare; viceversa mi reputo soddisfatto dei Texoni se penso che gli ultimi quattro li valuterei così: Patagonia capolavoro, Ribelli di Cuba e Verso l'Oregon molto buoni, la cavalcata del morto discreto. Tornando all'argomento del post, però, io penso che se si fermasse il Maxi (anche con buone intenzioni), non si tratterebbe solo di perdite economiche per la SBE. Si tratterebbe di un propabile addio al prodotto, che difficilmente poi riuscirebbe a ripartire. Non conosco i dati delle vendite ma credo che siano inferiori al Texone. In tempi di magra economico-commerciale come quelli in cui viviamo, segnare il passo o addirittura uscire di scena, per un prodotto è rischiosissimo; perchè poi è dura rientrare se perdi anche quel poco capitale (in questo caso si tratterebbe di un capitale clientelare, per intenderci). Senza contare gli eventuali problemi che potrebbero sorgere del tipo contenzioso con i distributori, gli autori, contratti da risolvere, ecc. ecc.. Per questo invoco un rinnovamento verso la valorizzazione qualitativa del Maxi (così come della regolare per altro); e lo faccio, in parte con un p? di fiducia verso la SBE e i suoi uomini, anche se non sempre concordo con le loro scelte editoriali o commerciali. A questo ultimo proposito, ho trovato le tue osservazioni molto interessati; ::evvai:: In parte, poi, invoco un rinnovamento esprimendomi come utente/cliente e cercando di far conoscere ciò che mi piacerebbe. Ma non riesco ad auspicarmi un abbandono di questa serie. Se proprio non riuscissi più a reggere, sarei io ad abbandonarla.
  17. Io non ho avuto la sensazione che Gianbart voglia imporre la propria idea agli altri. Piuttosto, i suoi mi sono sembrati gli interventi di un appassionato lettore che non riesce più a trarre dal prodotto che ci accomuna quelle sensazioni e quelle soddisfazioni che provava prima. Alcuni dei suoi interventi li condivido. Però è vero che questo post è nato con riferimento ai Maxi e non allo stato di salute (editoriale e non) di Tex. Per cui, tornando all'oggetto della discussione mi sento di dire quanto segue:1) Se il problema di questa serie è l'eccessivo impegno degli sceneggiatori che arriverebbero oberati alla stesura di un Maxi, una soluzione è quella di aprirla a nuovi sceneggiatori che abbiano voglia di cimentarsi su Tex. Io credo che di aspiranti ce ne sarebbero; inoltre, se devo guardare al passato, le sperimentazioni dei nuovi sceneggiatori le ho gradite (Berardi, Segura, Medda, Manfredi) per cui si potrebbe continuare con gli esperimenti.2) Se il problema sono i disegnatori e le 330 pagine, registro il fatto che sarebbe stata messa in cantiere una soluzione del tipo 3 storie da 110. Questa è una soluzione che non gradisco molto, perchè a me piace il Maxi per il fatto che posso leggere una storia di ampio respiro tutto di un fiato. Cosa che tra l'altro, faccio anche con la regolare (io di solito aspetto la fine della storia per leggermi tutti gli albi di fila). Capisco però che le esigenze di programmazione possono richiedere una correzione in questo senso. Spero di no, francamente; o meglio, spero che si possano trovare altre soluzioni. Per es. sono necessarie 330 pagine o è possibile fare anche maxi un p? più brevi (280 pagine magari neessitano di 5/6 mesi in meno di tempo per finirli). Oppure un'altra soluzione è rivolgersi magari a nuovi disegnatori mediamente veloci.3) La sproporzione tra Maxi e regolare, potrebbe essere dovuta proprio al fatto che - come dice StefanoTex a proposito di Faraci - alcuni non comprano il maxi proprio perchè non sono convinti dai suoi autori. Non credo che questa sia l'unica risposta possibile, ma certamente è una possibilità. In conclusione, io non sono per la chiusura della serie, piuttosto per la sua valorizzazione, attraverso una attenta valutazione delle possibili soluzioni qu? individuate e di quelle che ancora possono essere presentate.
  18. Molto bella ed interessante questa discussione. E mi pare che permetta di analizzare le cose su piani diversi. Mi spiego meglio.1) Un piano è quello dei disegnatori. Qu? concordo con Carlo Monni e in generale sul fatto che i disegnatori destinati al maxi non sono affatto degli scarti. Un p? di esempi: Diso, io lo adoro su Mister No ed in generale, però riconosco che su Tex non è a suo agio, non esprime il suo talento e pertanto gli preferisco molti altri. Ma questo non significa che non sia un grandissimo nel suo campo. Ortiz è stato bravissimo fino a qualche anno fa, ora è in declino e lo vediamo nelle tavole; ma questo è un fatto oggettivo che si manifesterebbe anche qualora le sue storie fossero dirottate sulla regolare. Semmai per gli autori in fase di declino io farei un discorso sull'intelligenza delle persone che hanno la dignitosa capacità di ritirarsi quando sentono che ne è giunto il momento. Ne cito uno per tutti relativamente al mondo del disegno e del fumetto: il maestro Fusco (eppure lui sè che in anni addietro avrebbe meritato Maxi, Color e Texoni e invece non abbiamo potuto godere nulla di questo).2) La qualità dei Maxi degli ultimi anni. E qu? mi sento molto vicino a Ymalpas e la sensazione che si tratti di storie giudicate da Sergio Bonelli o da qualcuno della redazione non destinabili alla regolare (anche se poi noi utenti che diamo voce al forum sembriamo pensarla diversamente).3) I gusti come dicono Leo, Ymalpas e Carlo, sono personali, ma qualche punto di incontro lo troviamo. Oklahoma, Il cacciatore di fossili, l'Oro del sud, I territori del Nord Ovest e Rio Hondo sembrano aver accontentato tutti (pur nella diversa gradualit? di giudizio).4) L'anima nelle storie. E qu? secondo me si aprirebbe un discorso delicato. Secondo me, al di l' di soggetti più o meno deboli, sceneggiature tirate o meno, disegni scadenti o meno, gli ultimi Maxi o meglio quelli citati da Ymalpas, mi danno la sensazione (generale intendo) di prodotti senz'anima. Non che non ci sia stato impegno o professionalità nel produrli e commercializzarli. Ma sembra IMHO che manchi qualcosa rispetto agli altri o ai Texoni. Che ne dite?
  19. Ho votato la prima opzione, ma non disdegnerei un raddoppio di entrambi i formati, perchè il problema non è tanto maxi vs color, ma belle storie/brutte storie. Personalmente io amo molto le storie di lungo respiro e molte pagine per cui mi riesce difficile rinunciare ai maxi (e poi è vero come dice West10 che in proporzione costano meno) . ::evvai:: Per Carlo Monni: nella tua set list ti sei dimenticato di Oklahoma che IMHO è tra i capolavori assoluti. Segura a me è piaciuto (sopratutto i primi due maxi) e qlche storia sulla regolare l'avrei portata. D'accordo che le valutazioni sugli autori sono personali, ma credo che si possa concordare tutti nel dire che purtroppo è altrettanto vero che gli ultimi maxi non hanno convinto. O quanto meno credo si possa riconoscere che i primi maxi sono stati di un livello decisamente superiore rispetto a quelli citati da Ymalpas. Per cui non mi resta che auspicare un rilancio di questa collana che può benissimo passare attraverso alcuni accorgimenti, alcuni dei quali sono stati già individuati da alcuni di voi:1) assegnare i disegni ad autori veloci. Sul fronte disegnatori credo che avesse ragione Nizzi quando anni fa diceva che i vecchi disegnatori (Galep Letteri Nicolo Ticci Fusco) erano dei gran sgobboni mentre oggi per le più svariate ragioni se la prendono molto più con calma. Per cui chi vuole andare sul maxi cambi abitudini.2) Perchè non sperimentare anche qualche sceneggiatore? Io credo che un Moreno Burattini (per citarne uno) un bel Maxi di 330 pagine o più lo scriverebbe di corsa se gli fosse chiesto.3)Trattandosi di un solo volume all'anno, non è obbligatorio che esca per forza il 5 ottobre. Se esigenze di redazione o stampa lo richiedono si può posticipare anche un mese o due. Ma da qu? a chiudere la serie aspetterei ancora e provando a fare questi tentativi. Poi se la qualità continua ad essere scadente... allora bisogner? trarre le dovute conclusioni.
  20. Ted Hawkins

    Tex vive o sopravvive?

    Sono rientrato dopo qlche giorno e mi sono letto i Vs post con attenzione. Vedo che la discussione si è riaccesa ancorch? su argomenti diciamo "collaterali". Personalmente non ho molto da aggiungere; ho una bassissima frequenza agli eventi di cui si sta discutendo negli ultimi post, per cui oltre a leggere i vs commenti posso solo fare supposizioni basate sulla mia sensibilit?. Condivido anch'io l'idea che la verità in questo caso stia nel mezzo. Da quello che intuisco, mi pare di percepire un fondo di verità in ciascuno dei Vs commenti. L'utilizzo che si può fare servendosi di certe considerazioni o, le conclusioni che si possono trarre da quanto dite, sono altra cosa.....
  21. Ted Hawkins

    Tex vive o sopravvive?

    Provo a dire la mia:Punto 1) bere più birra di giorno quando fa caldo e più whisky la sera o a stomaco pieno (sembrano i consigli della nonna )Punto 2) Credo che le tavole con arrotolamento di sigaretta siano anche funzionali alla sceneggiatura (es. se Tex sta parlando con Carson seduto intorno al fuoco, ovvero non c'è molta azione, due o tre inquadrature del ns mentre si fa una sigaretta possono aiutare a dare un senso dinamico alle vignette; peraltro, questa è una spiegazione che credo di avere già sentito altrove, ma non ricordo da chi). Punto 3) una bella scazzottata con Pat e Gros-Jean con contestuale domolizione del locale e ricostruzione a spese di Tex o del cattivone di turno non mi dispiacerebbe vederla qualche volta in più;Punto 4) Su questo punto vorrei chiedere una cosa a Borden: premesso che rispetto ed accetto la tua scelta, ma ci puoi spiegarne il motivo? Perchè non vuoi vedere Tex barare, anche qualora ciò potesse sembrare giustificato? Solo per curiosità. Grazie. Punto 5) Non saprei se sia o meno bonelliano, ma le donne sono una "luce nel buio" e sono le benvenute, anche se è vero che a volte creano casini e sanno essere fonte di guai. Punti 6 e 7) non saprei, dovrei rileggere un p? di storie. Punto 8) Se fossi negli autori, mentre scrivo Tex mi ispirerei al Tex di Fusco. La sua era proprio una bella caratterizzazione del fusto faccia-di-bronzo, ai limiti dell'arroganza, ma splendida.9 e 10) battibecchi umoristici con Carson, qualche scena di vita quotidiana tra i pards, un p? di cauta evoluzione sentimentale per qualcuno di loro.
  22. Ted Hawkins

    Tex vive o sopravvive?

    Io me lo sono chiesto in passato, sai? Mi sono domandato se l'insoddisfazione per le ultime storie, o la mia idiosincrasia per trame e comprimari eccessivamente caratterizzati, fosse solo una questione mia personale? Ma la risposta che mi sono dato è n°. Cioè, tutto quello che dici a proposito di quanto sopra ha del vero e non ho difficolt? a riconoscerlo, ma non mi sembra che, da solo, possa essere esauriente come spiegazione di quello che io definiriei "il problema del pathos"; problema che investe lettori come GianBart, Cheyenne o me. Altrimenti, almeno per quanto riguarda il mio caso, non si spiegherebbe come mai io resto letteralmente a bocca aperta quando leggo ad esempio "Patagonia" di Boselli così come mi succede se rileggo "Oklahoma" di Berardi o vecchie storie sia di GLB sia di Nolitta o di Nizzi. Io credo che nel caso del "problema phatos", così come nel caso del "calo di vendite nel tempo", le ragioni all'origine di tali problemi possano essere molteplici. Come per Cheyenne, anch'io sono rimasto un p? bambino, e questo può influenzare il modo in cui vedo tutto ciò che ho conosciuto nell'infanzia, non solo Tex. E' una spiegazione, plausibile; secondo me, però, può e deve essere affiancanta da altre spiegazioni, più oggettive. Cosè come nel caso dell'andamento delle vendite. Nemmeno io trovo giusto associare in forma diretta ed univoca il calo di vendite agli autori (di tutti i tempi e per tutte le testate intendo). Perchè, come è stato detto, ci sono tante variabili che incidono su queste tendenze. Volendo sintetizzare come hai detto tu, il mondo è cambiato e tale cambiamento ha prodotto risultati diversi. Secondo me, poi, il mondo sta cambiando e cambier? ancora più velocemente nel futuro e gli effetti di tali cambiamenti si sentiranno eccome. Ecco, perchè ho espresso dei timori per il futuro in termini di sopravvivenza. Se la vediamo solo in senso statico con un occhio al passato e uno al presente (come guardare delle fotografie di come eravamo e di come siamo) allora non ho difficolt? a riconoscere che Tex dal punto di vista delle vendite va ancora fin troppo bene, considerato l'andamento generalizzato che c'è stato in diversi segmenti di mercato come l'editoria e, più in generale, considerando tutti quei cambiamenti di cui abbiamo parlato. Ma se provo a fare delle proiezioni per il futuro, mi nasconoo delle preoccupazioni; preoccupazioni che un p? per le rassicurazioni che ho sentito su questo forum, un p? per la passione che nutro per questo fumetto, auspico e spero possano rivelarsi infondate. Un'ultima considerazione circa le espressioni usate nelle storie. Credo sia fuori di discussione il fatto che facciano parte del linguaggio e che pertanto mutino nel tempo così come evolve il linguaggio. Guai se così non fosse; e credo che sarebbe una forzatura usare espressioni non troppo in linea con i tempi. Ma il problema del "phatos", IMHO, non è tanto o solo un problema di linguaggio. E', giustamente, un problema in parte legato alle caratteristiche del personaggio e delle storie e in parte all'approccio che ciascuno di noi ha alla storia.
  23. Ted Hawkins

    Tex vive o sopravvive?

    Anche secondo me il discorso conservatori e progressisti non è affatto e comunque necessariamente un discorso di età. Io ho 43 anni e mi ritengo aperto alle innovazioni. Però bisogna intendersi bene su che cosa è innovazione. Il discorso per cui "non bisogna sacrificare il nuovo sull'altare del passato" lo condivido in linea di principio, ma sento a questo punto la necessit? di fare alcune precisazioni. Per come la vedo io, il Tex - personaggio creato da GLB e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini - presenta alcuni tratti che sono univoci, consolidati e caratterizzanti della personalit?. Tratti che gli sono stati assegnati dal suo creatore e che sono indicativi di un preciso universo di valori. Ora, quando si tratta di ripresentare queste caratteristiche attraverso una scrittura diversa da quella di GLB, o attraverso una forma di narrazione più moderna, o ancora tentando innovazioni ed evoluzioni all'interno della serie, io sono aperto e sgombro da pregiudizi. Al contrario, tuttavia, se nel tentativo di innovare o anche solo di sperimentare le caratteristiche fondamentali del personaggio o della serie finiscono nell'ombra - o peggio spariscono del tutto - allora divento conservatore duro e puro. Faccio un esempio: se io compro Tex voglio leggere di Tex; voglio leggere storie che hanno Tex e le sue caratteristiche di fondo come protagoniste e i diversi comprimari e le loro storie come co-protagonisti. La caratterizzazione di questi ultimi, le loro storie personali e le loro evoluzioni vanno benissimo, purch? restino confinate nell'alveo del ruolo di "comprimario". Quando leggo una bellissima storia (da premio oscar), con tanti comprimari ed un intreccio di vicende diverse tra di esse legate, voglio potere assengare ai comprimari l'oscar per il "migliore attore non protagonista", e a Tex l'oscar per il "migliore attore protagonista". Non so se sono riuscito ad esprimere quello che intendo. Non si tratta solo - o tanto - di questione di gusti personali, perchè la mia non è solo un'istanza. La considero, piuttosto, la rivendicazione di un diritto. Il mio diritto di consumatore che acquista un prodotto definito da un marchio e presentato come tale all'atto dell'acquisto. Se quello che mi accingo ad acquistare è qualcosa di diverso, allora in tal caso, pretendo - legittimamente - di essere informato preventivamente. Poi decider? se acquistarlo o meno. Altrimenti si commette una scorrettezza ai danni del cliente/lettore. Cosè la vedo io. Ciao
  24. Ted Hawkins

    Tex vive o sopravvive?

    Uh? sono diventato il portavoce di Boselli adesso? :deserto _ahsisi Bisogna che stia davvero a quel che scrivo se la gente mi prende così sul serio. _ahsisi Beh, sai com'?, nella vita mai dire mai! Forse sarà tacciato di radicalismo estremo, ma su Mister No mi era piaciuta la svolta coraggiosa effettuata con "Vento rosso", un esperimento coraggioso che avrebbe meritato maggior fortuna. Io personalmente ho apprezzato sia le avventure on the road sia le successive avventure a New York. Pu? darsi che sia mancata, almeno per i gusti di parte dei lettori, la capacità di narrare storie sufficientemente coinvolgenti o che sia stata ?colpa? di un editore troppo restio ai rinnovamenti. Sta di fatto che dal ritorno in Amazzonia in avanti le avventure diventano sempre meno interessanti e coinvolgenti. Colpa dell'esaurimento del filone amazzonico, o dell'incapacità degli sceneggiatori di narrare storie interessanti? Forse entrambe le cose. Forse, in questo caso, la ben nota lealt? di Sergio Bonelli verso i suoi collaboratori è andata a detrimento della serie, impedendogli di cambiare lo staff (mi riferisco, ovviamente agli sceneggiatori) prima che fosse troppo tardi. Una cosa è certa ed è che i 16 numeri finali di Nolitta dimostrano che un autore innamorato del personaggio di cose da raccontare ne avrebbe avute eccome. Mi raccontavano che nel periodo del ritorno di Nolitta le vendite ebbero un deciso balzo in avanti (sentii parlare addirittura del 30%). Purtroppo , diceva uno sconsolato Sergio in persona, non abbastanza da garantirgli la sopravvivenza. Certo, se il famigerato livello di guardia fosse stato superato, perchè la serie continuasse comunque ci sarebbe voluto che restasse lui a scrivere la serie, ma sono convinto che se le vendite avessero superato il fatidico livello di guardia lui il sacrificio l'avrebbe fatto volentieri. In un'intervista rilasciata non ricordo quando ed a chi, Boselli rivel' che gli fu offerta l'opportunità di scegliere se tentare di rivitalizzare Mister no o Zagor. Scelse Zagor e tutti sappiamo com?? andata. Gli zagoriani elevano peana di Gloria per la sua scelta. Sulla serialit? voglio citare quanto dice Gianfranco Manfredi a proposito della serialit? in genere in un saggio intitolato: ?Il fumetto e la narrativa seriale? edito in ?Scrittori e scritture nella letteratura disegnata?, ed. Fondazione Mondadori: ?Nel Seriale di Personaggio ci si affeziona anzitutto alle caratteristiche fondamentali dell'eroe e solo in seconda istanza ad un certo modo espressivo tipico di quel certo autore o di quel genere di racconto. In ogni caso, una serie non può, nemmeno volendo, ricominciare da zero. L'origine va sempre rispettata, e la complessa stratificazione che nel tempo è cresciuta attorno al nucleo iniziale non è una buccia che si possa tagliare via. Ogni modifica deve venire valutata molto attentamente, perchè non sia avvertita dal pubblico degli appassionati come un tradimento. D'altra parte il seriale, ogni seriale, anche quello di Personaggio, è una forma di narrativa in costante evoluzione. Perchè un seriale resti vivo, deve continuare ad appassionare al di l' dell'abitudine, deve saper sorprendere in modo che l'abitudine non si muti in noia, e deve inoltre saper attrarre nuovi lettori e mostrarsi sempre all'altezza dei tempi. Dunque non può assolutamente limitarsi alla ripetizione meccanica di uno stereotipo. Il suo passato glorioso non deve rappresentare un altare cui sacrificare vergini e bambini (cioè il nuovo). Il fatto stesso che la serialit? si fondi su una storia scandita per episodi successivi, una storia che non finisce mai o della quale comunque non si può prevedere la fine, chiarisce come la sua vera natura sia evolutiva. Oggi molti tendono a pensare la serialit? come eterna riproposizione di un modello che funziona di per sè, alla cieca, puro motore immobile nel cambiamento vorticoso delle cose, e unico saldo appiglio cui afferrarsi proprio perchè fondata sul già conosciuto. In poche parole una minestra riscaldata. La serialit? è invece un modello in progress, si fonda su una tradizione, ma la sviluppa adattandola e reinventandola costantemente ai mezzi, ai modi espressivi e produttivi e ai tempi. In conclusione. Il fumetto seriale risolve (secondo molteplici modalit?) il problema della contrapposizione tra testo scritto e immagini, ma ne apre un altro: come regolare i due opposti elementi che lo costituiscono cioè la permanenza e lo sviluppo, sempre alla ricerca di un equilibrio. Il senso profondo e insieme il difficile compito della serialit? è cambiare riproducendosi e riprodursi cambiando.? Non faccio alcuna fatica a dire che condivido praticamente ogni parola di Manfredi, specie dove dice che il passato non deve essere un altare su cui sacrificare il nuovo. Il che non vuol dire rinnegare il passato, come sostiene a torto qualcuno ma evolversi nel rispetto di quel passato. Il compito di un curatore di una serie come Tex ?, in sintesi, proprio quello di trovare l'equilibrio tra il giusto e necessario grado di innovazione e rispetto della tradizione, con la consapevolezza che da un lato bisogna avere, se mi passate l'espressione, il coraggio di osare e dall'altro tracciare il limite sono cui ci si può permettere di farlo, accettando il fatto che inevitabilmente qualsiasi scelta si faccia si accontenter? qualcuno e si scontenter? qualcun altro, sperando che alla fine il bilancio sia in attivo. Niente radicalismo da parte tua, IMHO. Anche a me sono piaciute molto alcune storie post n. 241 "Vento rosso". In particolare "New York City Blues", "Detective Story" e sopratutto il meraviglioso maxi "C'era una volta a New York". Ed è vero che il declino maggiore è avvenuto a partire da "Ritorno a Manaus" ed è proseguito sino alla trasferta asiatica. Il problema, a mio avviso, è che il Mister No di Masiero, Marzorati, Colombo e del secondo Mignacco non era più lo stesso personaggio creato da Nolitta e portato avanti abbastanza fedelmente (pur nella diversit? della loro scrittura) da Castelli, Sclavi, Ongaro, dal primo Mignacco e persino da Nizzi in due avventure. Per me era un'altro personaggio, con caratteristiche diverse. Avrei visto meglio per quel tipo di storie il lancio di una nuova serie, con un personaggio nuovo, anzich? il tentativo di inserire nella serie Mister No un taglio più crudo, realistico e noir fatto (forse involontariamente) a detrimento delle caratteristiche tipiche del pilota amazzonico così come le aveva tracciate il suo creatore. Ribadisco che molte storie del nuovo corso non erano affatto male, ma il Mister No come lo aveva dipinto il suo creatore non c'era più, e non era sufficiente a mio avviso inserire qualche "Puxa vida" o "Sangue di giuda" ogni tanto per dare l'impressione a chi lo comprava come ho fatto io di leggere Mister No. Quello era Jerry Drake, non più Mister No. Non faccio alcuna fatica a dire che condivido praticamente ogni parola di Manfredi, specie dove dice che il passato non deve essere un altare su cui sacrificare il nuovo. Il che non vuol dire rinnegare il passato, come sostiene a torto qualcuno ma evolversi nel rispetto di quel passato. Il compito di un curatore di una serie come Tex ?, in sintesi, proprio quello di trovare l'equilibrio tra il giusto e necessario grado di innovazione e rispetto della tradizione, con la consapevolezza che da un lato bisogna avere, se mi passate l'espressione, il coraggio di osare e dall'altro tracciare il limite sono cui ci si può permettere di farlo, accettando il fatto che inevitabilmente qualsiasi scelta si faccia si accontenter? qualcuno e si scontenter? qualcun altro, sperando che alla fine il bilancio sia in attivo. E su questo, in linea di principio, non posso che dichiararmi d'accordo. clap attenzione ai quote, rischiano di rendere illeggibile un post se sono gestiti male - TexFanatico
  25. Ted Hawkins

    Tex vive o sopravvive?

    E' proprio quello che avevo sottolineato in un altro mio intervento, cioè il timore che ci potessero essere analogie con Mister No, anche se non necessariamente lo stesso epilogo. Monni ha in parte fugato alcuni dei miei dubbi rassicurandomi circa le intenzioni del curatore della serie; ragion per cui attender? di vedere cosa succeder? in futuro. Quanto a Mister No sfondi una porta aperta: davvero Nolitta con la sua ultima storia ha dimostrato che il personaggio di cose da dire ne avrebbe avute ancora tantissimi e di contenuti profondi; ma i suoi autori non sono riusciti o non hanno voluto tirarle fuori. Cosè è andata come sappiamo.
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