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Leo

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Messaggi pubblicato da Leo

  1. Un solo appunto a Tito: Tito, ma che t'ha fatto Carson° Quando lo vedremo su una tua storia da protagonista?

    Uhmm... Una bella domanda... In effetti nemmeno io ho mai capito perchè Faraci non inserisca Carson nelle sue storie. Forse è semplicemente in fase di "adattamento", oppure il vecchio pard non gli è congeniale, come hai detto tu... Vedremo se in futuro qualcosa cambier?... :trapper:
    Non preoccupatevi, vedrete che prima o poi anche Faraci mette in ballo Carson. Comunque Carson compare quasi sempre nelle storie di Tex; di conseguenza mi piace quando si vedono anche gli altri pards. Intendo l'accoppiata Tex - Carson è la più utlizzata di tutte, quindi al vostro posto non mi preoccuperei tanto. :soldatoS:
    Tra storie pronte ed in lavorazione, devono ancora uscire ben 12 storie di Faraci. In ben 9 di queste c'è l'accoppiata Tex e Carson, in una c'è il quartetto al completo, una (quella breve per il Color) forse vede Tex in solitaria e per l'ultima non saprei, ma la presenza di Carson non mi sorprenderebbeQuindi, state tranquilli. :indianovestito:
    Bene, sono più tranquillo. Ho apprezzato il lavoro fatto da Faraci fino ad ora (con qualche eccezione), quindi mi sarebbe dispiaciuto se avesse continuato su questa falsariga (intendo con l'assenza del Vecchio Cammello). Per me il fumetto potrebbe chiamarsi Carson invece che Tex (scherzo ma non troppo :indianovestito: )
  2. Pare che i motivi siano due: il primo riguarderebbe una certa inaffidabilità di Medda con le scadenze, ma quello che secondo me è stato forse quello davvero fondamentale, anche se non l'ammetter? mai nessuno, è dovuto a lettere di protesta di alcuni lettori (tra cui una lettrice) indignati per la scena ambientata nel bordello in "Bande rivali" (e mi immagino pure in "Orrore"). Onestamente, mi astengo dal commentare, dico solo che se qualcuno ha davvero visto in quelle scene una deriva erotica, mi preoccuperei per lui o per lei.

    Certo, Medda su due storie ha fatto apparire due bordelli (che su Tex si vedono di rado). Ma se il motivo è stato davvero questo, c'è da incazzarsi davvero :malediz...

    Se disegnasse Tex oggi (e dopotutto lo ha fatto sul Maxi "Il veleno del Cobra" completando la storia di Letteri), cambierei il mio giudizio di 180 gradi.

    Non ho letto il Veleno del Cobra (a differenza di Cheyenne, amo poco le sette cinesi) ma, se anche non concordi con me sulle storie nizziane, adesso siamo in due a volerlo rivedere su Tex. Speriamo... sempre in tema di disegnatori, avevo dimenticato (ci ha pensato il buon Josey Wales a ricordarmelo) Milazzo, che ho amato moltissimo, oltre che in Ken Parker, anche sul bellissimo Sangue sul Colorado. Non mi dispiacerebbe rivederlo su un Texone.
  3. A me piacciono sia Faraci che Mastantuono, quindi anch'io sono fiducioso. Un solo appunto a Tito: Tito, ma che t'ha fatto Carson° Quando lo vedremo su una tua storia da protagonista? Le comparsate fatte dal Vecchio Cammello in Evasione e in La Legge di Starker sono state più che efficaci, e dimostrano che Faraci sa gestire il personaggio. Posso solo ipotizzare che non gli sia congeniale: spero proprio di no...

  4. Quoto Carlo Monni per quanto riguarda Berardi (anche se della storia con Ken Parker possiamo cominciare a disperare, mi sa) e Medda. Su quest'ultimo già mi ero espresso nel topic della storia Bande Rivali, e a breve dovr? ripetermi sul topic dell'altra sua storia, Orrore. Non ho ancora il secondo albo, ma il primo lo ritengo veramente bello. Storia avvincente, Tex che è Tex, personaggi di contorno splendidamente caratterizzati, linguaggio ironico e cinematografico (penso ad esempio alle scenette, gustosissime, di un divertito Tex con le prostitute), tutte caratteristiche che mi fanno definire le sceneggiature (almeno le sole due che ho letto) di quest'autore molto "mature". Francamente io non sono di quelli che vedono in Tex solo evasione. Io mi aspetto da Tex quello che mi aspetto da un bel film: che mi impegni. Quanto più la storia è complessa e intrigante, quanto più i personaggi sono sfaccettati e di peso, tanto più io sono preso e mi diverto. Medda queste caratteristiche ce le aveva, e davvero mi risulta incomprensibile cosa abbia potuto privare di una simile penna i lettori di Tex: per questo mi associo alla speranza di Carlo Monni che Medda possa apparire, in veste di guest star, su un Maxi o un Texone. Ai disegni rivedrei volentieri, oltre a Leomacs, i cui disegni de I Sabotatori mi sono piaciuti molto, Raffaele Della Monica: un disegnatore realista che strizza l'occhio a Villa che a me è piaciuto molto nelle storie di Nizzi. Mi è davvero dispiaciuto che l'autore di Fiumalbo, nel libro di Guarino, non ne abbia parlato granch? bene, non mettendone in discussione le competenze tecniche ma l'affinit? del disegnatore con Tex. Ho trovato ingenerose quelle parole per un disegnatore che invece io ho molto apprezzato, e anche per questo non mi dispiacerebbe rivedere il suo nome e i suoi disegni su un volume di prestigio qual è il Texone.

  5. Il soggetto è interessante, peccato perchè meritava di essere sceneggiato meglio, mentre invece i punti cruciali vengono risolti quasi tutti banalmente. I personaggi andavano caratterizzati meglio, e come al solito Tex deve spiegare sempre tutto a Carson, con l'aggravante che le spiegazioni non rivelano nulla al lettore che non sappia già, e pertanto sono pure inutili nell'economia della storia.

    Quoto. Carson fa la figura del babbeo e non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, visto che Tex non spiega nulla che il lettore non abbia già capito. Nizzi doveva avere una forte sfiducia nei confronti dei lettori di Tex... poi, come se non bastasse, fa sorprendere i pards da Hondo perchè Carson si è appisolato durante il turno di guardia :malediz... ma come si fa?... Il soggetto sarebbe stato pure buono, ma la sceneggiatura, nel secondo albo, perde paurosamente di mordente, tanto che non ho nemmeno finito di leggerla. Peccato per i sempre ottimi disegni di Monti e per la copertina di Mille Dollari per morire, la cui bellezza avrebbe meritato un'altra storia.
  6. Prometto che la prossima volta gli errori li farà fare a Carson (e me la vedrà con i suoi ben più numerosi fans!

    E no... dai... quando finalmente ci stiamo divertendo con un Carson in palla ora vuoi scrivere una storia in cui fa degli errori :malediz... Non vale! -_nono Se proprio hai coraggio, gli errori falli fare a Tex... (già vedo le masse di lettori che ti aggredirebbero per lesa maest? :lol2: ) e poi arriva Carson e ci mette una pezza ::evvai::
    Ti straquoto, West!Borden, gli errori falli fare a Tex, e che sia Carson poi a rimediare!Peraltro, è proprio quello che accade in La pista dei fuorilegge: Tex si fa sfuggire la sua preda e tocca Carson stenderla.
  7. Riguardo a Borden, mi metto anticipatamente il cuore in pace... Quel furbone finge di darci ascolto, ma alla fine fa sempre di testa sua! _thia-  :lol2:  :malediz...

    In realtà non finge nemmeno :indianovestito:



    sembra che dimentichiate che tex esiste davvero e boselli & c. hanno solo il privilegio di raccontarne le gesta non possono inventarsi nulla altrimenti il ranger s'incavolerebbe chiudendo per sempre la finestra sul suo mondo, con sommo dispiacere di tutti

    No, infatti. Borden e gli altri autori però scelgono di raccontare alcune delle innumerevoli avventure del ranger. Non le creano loro, ma le scelgono.


    E secondo me è bene che ne scelgano alcune piuttosto che altre :generaleS:

  8. Su fratelli e sorelle, aspetta qualche mese... :indianovestito: E ci saranno altri personaggi femminili.

    Peste ! :shock: Non vorrei farti venire l'orch... ite ma visto che, ultimamente, c'è stato un certo "diradamento" ( con mio personale sollievo _ahsisi ) dell'orda di comprimari
    Ed invece io non sarei affatto contento di un diradamento di comprimari. Anzi, sento un p? la mancanza di un nuovo Shane, o di un Ray, o di un Laredo, o di un reverendo Morrow (mi pare si chiamasse così il bellissimo fratello di Colorado Belle), di un Mitch, o del colonnello Brandon protagonista de I Territori del Nord-Ovest, e così via. CREA UMANITA', Borden, CREA! Tex ne viene solo arricchito, non sminuito!PS Non me ne volere, Capelli D'Argento ;). E' solo che tu intervieni così spesso su questo tema che ho paura che prima o poi Borden finisca per darti retta. E' bene che sappia (già lo sa, ma non vorrei lo dimenticasse...) che esiste anche l'altra faccia della medaglia, quella che nei comprimari vede ricchezza per la saga e dai comprimari (anche se oscurano Tex e forse proprio quando oscurano Tex) traggono nuove emozioni...
  9. Anche nel duello finale, con Dave che si rivolge a lui e che è fiero di averlo ferito, è sempre Carson il pard che più spicca. Oltre al protagonismo di Carson (a me particolarmente gradito), la storia si distingue per un'atmosfera sapientemente creata, per antagonisti molto azzeccati e per dialoghi significativi: penso in particolare a quelle sequenze in cui Carson dialoga con Mather, o l'agente della Fargo con Hoodoo Brown, usando parole all'apparenza cordiali ma con un tono che svela tutto il sospetto e la diffidenza per le ambiguit? che sceriffo e sindaco di Vegas non riescono a celare. Storia molto bella anche per i disegni. Qualche giorno fa ho letto Missouri, ieri I Giustizieri di Vegas: la coppia Boselli-Mastantuono mi piace proprio.

    Magari lo avesse ferito, aggungerebbe un po di pathos. Purtroppo in quella scena non sembra affatto che Carson e gli altri siano feriti (si muovono senza dolori e difficolt?). Insomma, dico che è perfettamente inutile fare tutta una tirata solo per fare qualche discorsetto. Magari pretendo troppo, però mi sarebbe sicuramente piaciuto di più se ci fossero state difficolt? per i pards. Invece se la cavano in maniera facilissima (nonostante le presunte ferite) perchè liquidano tutti i cattivi in poche pagine e in scontri forzati neanche questi fossero delle schiappe. Pessima fine per la Dodge City Gang. :fumo: Contento te, a me l'accoppiata Boselli-Mastantuono non mi soddisfa molto finora. -_nono
    Non hai torto sulla scena finale, John. Ma io sono un lettore di Tex un po' atipico: diciamo che per me l'azione viene molto in secondo piano, e davvero ritengo poco importante se la sparatoria duri troppo o troppo poco, e se i colpi vadano a segno oppure no. In questo senso, non ho amato granch? Salt River proprio perchè nel suo secondo albo è soprattutto azione, mentre in genere amo le storie di Boselli perchè sono storie di atmosfera e di dialoghi. Missouri o I Giustizieri di Vegas, per restare alle ultime due che ho riletto di recente, le trovo straordinarie per i personaggi che le animano, per il dire e il non dire, per i confronti verbali e intellettuali che saturano l'atmosfera. Nelle storie di Boselli privilegiato è il confronto tra intelletti, ed è per questo che Borden ha sempre bisogno di creare comprimari pesanti, proprio perchè possano reggere il confronto, soprattutto "cerebrale", con Tex. Quindi che la scena finale duri troppo o troppo poco, non me ne importa: è azione. Lo so che sembra strano dire che l'azione mi interessa poco (in un fumetto western dovrebbe interessare eccome...), ma in effetti è proprio così.
  10. E' una delle storie migliori di Boselli (e non solo). Stupenda la valorizzaizone di Carson, che sembra vero protagonista anche nel duello finale. Che differenza rispetto agli innumerevoli duelli in cui il Vecchio Cammello si limita a guardare le spalle!

    Concordo in pieno. Kit Carson, protagonista in solitaria per quasi tutto il primo albo, finalmente dimostra tutta la sua autonomia e il suo ingegno nel risolvere, praticamente da solo, il giallo di Dave Mather e Hoodoo Brown. Anche nel duello finale, con Dave che si rivolge a lui e che è fiero di averlo ferito, è sempre Carson il pard che più spicca. Oltre al protagonismo di Carson (a me particolarmente gradito), la storia si distingue per un'atmosfera sapientemente creata, per antagonisti molto azzeccati e per dialoghi significativi: penso in particolare a quelle sequenze in cui Carson dialoga con Mather, o l'agente della Fargo con Hoodoo Brown, usando parole all'apparenza cordiali ma con un tono che svela tutto il sospetto e la diffidenza per le ambiguit? che sceriffo e sindaco di Vegas non riescono a celare. Storia molto bella anche per i disegni. Qualche giorno fa ho letto Missouri, ieri I Giustizieri di Vegas: la coppia Boselli-Mastantuono mi piace proprio.
  11. Senza le loro particolarit?, che li rendono, tra le altre cose, una sorta di diavoli incarnati, Jack Thunder sarebbero stati una banda qualunque, priva del bench? minimo fascino. Quanto alla sospensione dell'incredulità, io di certo non voglio convincere nessuno, ma si sa o si dovrebbe sapere, anche se non si ama il genere ?fantastico? che il grado di realismo in Tex non è assoluto e che cose come il soprannaturale e la fantascienza vi hanno pieno diritto di cittadinanza. Per quello che mi riguarda, un pistolero cieco in una scala di credibilit? sta più in alto di uno stregone in grado di evocare demoni infernali o di un riccio alieno che succhia il sangue degli esseri viventi, eppure li ho graditi entrambi.

    Intendiamoci: a me la storia è piaciuta molto, ma mi sarebbe piaciuta di più (e sarebbe stata tra le mie preferite in assoluto, stanti le belle figure di Kid Rodelo, dei fratelli Lane, del bandito filosofo depravato Monk, del ragazzo No-face i cui problemi erano mentali e non fisici, del gentleman ubriacone che fa un po' la corte a Lena, ecc.: è un campionario di personaggi superlativo) se Thunder non fosse stato cieco. Bastardo, perverso, degenerato, diavolo incarnato, folle, questo sè, e avrebbe terrorizzato tutti comunque. Ma cieco, mi sembra davvero un eccesso. Lo so che in Tex non c'è verosimiglianza assoluta, ma quel Tex non mi è mai piaciuto, non mi appartiene. Amo Tex ma non tutto di Tex.
  12. Missouri: già il titolo è molto evocativo, e richiama immediatamente il clima e l'atmosfera di quelle terre al confine che, anche più di altre, hanno pagato la guerra di secessione per questo loro essere "terre di mezzo" o terre di nessuno. Il parallelismo citato da Virgin tra la guerra americana e la nostra guerra civile è particolarmente azzeccato, perchè in qualche modo è riproposto da questa storia, soprattutto alla luce delle recenti revisioni storiche che hanno svelato l'altra faccia dei partigiani e della Resistenza: non erano tutti soldati e uomini d'onore; molti di essi erano solo dei banditi che hanno approfittato della violenza dilagante per poter mimetizzare i propri appetiti e le proprie miserie dietro una causa e una bandiera di cui non gli importava nulla. Quanti hanno rubato e ucciso certi dell'impunit? garantitagli dallo stato di guerra? Quanti hanno predato e arraffato senza ritegno, e quanti altri invece hanno combattuto per il solo gusto di farlo, per una rabbia interiore da estinguere solo con la violenza? Non erano solo i repubblichini, alleati del mostro nazi-fascista, i cattivi, così come in America non lo erano solo i confederati. Nordisti e repubblichini, partigiani e confederati: tra di loro, al di l' della bandiera di appartenenza, vi erano veri uomini e dietro di essi, molto spesso, si nascondevano, da ambo le parti, autentici sciacalli, i profittatori, le iene, specie che proliferano nella guerra e nel caos. Boselli ci fa conoscere proprio loro, le iene e gli sciacalli, e questa volta non sono i soliti repubblichini, non i soliti confederati, ma, con una scelta più "choccante", i nordisti, i soldati dell'Unione; sono loro che fanno la parte del cattivo. Gorki è una figura emblematica, perfetta nel suo essere odioso, nella sua cattiveria innata, nella sua miseria morale celata dietro la nobile causa dell'abolizione della schiavit?. Gorki ha solo bisogno di una guerra da combattere, di un nemico da angariare e da violentare e di un bottino da depredare. Che avvenga in nome dell'abolizionismo o dello schiavismo poco importa, ed è solo un caso che si trovi da questa o quella parte della barricata. Ma Gorki è solo un animale del branco, di un branco istupidito dall'ebbrezza della violenza imperante; chi invece si mantiene lucido e per questo è ancora più colpevole è Jude West, altro grande personaggio: Boselli conferisce a quest'ultimo miseria morale e vigore intellettuale insieme, animo da lupo vorace e carisma, e così questo essere abietto riesce in realtà ad incutere rispetto e ammirazione, tanto che Rebo, in punto di morte, rivolge il proprio estremo pensiero proprio al suo capitano. Miserabile, quindi, ma anche carismatico; farabutto, ladro e assassino ma anche abile, freddo, temuto e anche amato condottiero di uomini. In questo marasma, Tex e Dick devono stornare i sospetti dei commilitoni e devono ingoiare il rospo di dover fare le spie dei propri compagni d'arme, nei confronti dei quali (almeno Dick) solidarizzano inizialmente, ed è tutto complicato e difficile. Poi le cose diventano chiare, quando le ruberie, le violenze e l'assassinio non risparmiano neppure una vedova dell'Unione e un ragazzino di quindici anni: ecco il vero volto di Jude West, ecco i bravi ragazzi del Kansas. Primo albo superlativo, una delle prove migliori di Boselli. Cala in effetti nel secondo albo: anch'io trovo affrettata la conclusione, forse sarebbe stato meglio che la storia si concludesse col flashback, e restasse solo un racconto di Tex ai pards. L'intervento successivo avrebbe avuto bisogno di più pagine, e a quel punto o allunghi la storia o è meglio finirla l'. Resta comunque una grande storia, con testi intensi accompagnati da disegni cupi e duri che ho apprezzato moltissimo, simil-"fontiani" e molto efficaci.

  13. Per me Mefisto e Jack Thunder sono invece paragonabili (nel senso proposto dal Tenene Cordoba): sono entrambi del tutto inverosimili, e questo non piace neanche a me. Concordo su un'altra cosa con il Tenente: se ci fosse stata qualche limatura sui personaggi, se fossero stati altrettanto sadici ma un pelino più probabili, questa storia avrebbe potuto essere annoverata tra le più grandi. Cosè invece è solo un bell'episodio, che però fa quasi storia a sè, chiedendo troppo alla sospensione di incredulità del lettore.

  14. S? Tahzay, ma tra le due vicende c'è una sproporzione enorme. Smiley, nel momento del suo riscatto, rischia la propria vita. Sarah no (anzi, quest'ultima resta fino alla fine fedele al suo uomo, senza dare grandi segni di ravvedimento). Smiley, se venisse consegnato alla legge, rischierebbe la forca, o comunque molti anni di lavori forzati, Sarah al più una lavata di capo e qualche anno di galera. Non c'è proporzione tra i meriti per cui i due personaggi possono essere perdonati e le conseguenze cui sarebbero esposti se Tex li consegnasse alla legge. Tex lo sa, segue il suo istinto, come dice Borden, ma evidentemente è anche razionale, nel prendere queste decisioni.

  15. Io credo che Tex, in queste due storie, sia stato coerente. Tex perdona chi ha saputo riscattarsi. Per questo da' una seconda possibilità a Smiley, che con il suo comportamento, sia pure più o meno forzato, trova comunque il suo riscatto, e NON la d' a Sarah, che non viene perdonata e sarà affidata ad uno sceriffo che la metter? in prigione e le farà subire, come giusto, un processo. Non diamo troppo peso alle parole finali di quel vecchio piacione di Carson...

  16. Ozzie Johnson è chiaramente un romantico, uno che magari ucciderebbe un uomo senza pensarci troppo, specie se gli punta contro una pistola, ma non lascerebbe morire donne e bambini.? Si tratta, dopotutto, di una tipologia di personaggio, quella del fuorilegge redento, che è tipica del western classico. Il fatto che non si sia vista spesso su Tex non ne cambia la natura.

    Ma Ozzy è un "romantico", ossia uno che rispetta solo donne e bambini (......... concetto molto particolare di "romanticismo", peraltro), o un "redento"?No, perchè se è un "romantico", allora non si è affatto redento: anzi, è un personaggio rimasto coerente con il suo credo lungo tutto l'arco della storia; se invece si è redento, non è un "romantico"..... sisi Smiley, invece, non è certamente un "romantico", ma un........."redento di riflesso", altra categoria molto particolare. Gli altri due sopravvissuti della banda, invece, non si sa! doubtPer cui, Tex perdona ai romantici, o ai redenti? E la dottoressa Wyatt? Ha indubbiamente un animo romantico, eppure finisce in galera..... si redimer??(spunti di riflessione sparsi......;) )
    Ozzie si redime quando asseconda il proprio animo romantico. Non è un "redento" perchè improvvisamente folgorato dalla luce divina sulla via di Damasco, ma è un redento per l'occasione che gli capita, e solo per quella. Avrebbe continuato a rapinare e a delinquere, se l'occasione non lo avesse messo di fronte alla necessit? di dover lottare per sopravvivere. E, fedele al proprio animo romantico, ma fedele anche alla propria indole di uomo d'azione, AGISCE, senza pensarci su. E poich? lui è il leader carismatico della banda, gli altri, sia pure a malincuore, lo seguono, e collaborano, e scoprono (perchè no) la bellezza di fare del bene. La dott. ssa Wyatt mi ha appassionato meno, sinceramente. Non è una redenta, è solo una donna debole, che si lascia trascinare dal suo uomo senza troppi scrupoli morali. Ma, riprendendo il mio commento su Salt River, lei non è "innocente" come Lena, non è splendidamente perfida come Bethanie Marsh, non è vittima (perchè alla fine si salva) come Colorado Belle. Lei a mio parere NON ?. Non è n° carne n° pesce. Ozzie invece E'. E' un delinquente. E' un romantico. E' un uomo d'azione. E' costretto ad agire per sopravvivere e per far sopravvivere gli altri. Ozzie in definitiva riesce a rimanere coerente con sè stesso. Forse è vero che personaggi simili in Boselli sono inflazionati, come dice Anthony, ma se sono bei personaggi, come questo o come (con le debite differenze) Mondego, ben vengano.
  17. Anche se con Texnon c'entra nulla, mi ricollego a quanto scritto da Paco per consigliare a tutti l'altro libro scritto da Pennacchi, Canale Mussolini, vincitore peraltro del Premio Strega. Con lo stesso stile scanzonato, ironico e quasi dialettale usato in Fascio e Martello (che non ho letto, ma che legger?: lo stile è desumibile dalle poche righe postate da Paco), Pennacchi racconta la nascita della città di Littoria (oggi Latina) , sorta con l'importante bonifica dell'Agro Pontino e popolata per lo più da contadini veneti trapiantati dal Fascismo in quelle terre un tempo mefitiche. Non è un romanzo revisionista (Pennacchi è di sinistra) anche se si riconoscono alcuni meriti del regime per l'appunto per la bonifica, per la costruzione delle nuove città e per la realizzazione, sia pure in scala locale, dell'atavico sogno "la terra ai contadini". Nel romanzo appare anche lo stesso Duce, ai tempi un cui, ancora socialista, preparava la rivoluzione. I personaggi si muovono in questi contesti, la prima "guerra civile" successiva alla prima guerra mondiale, che port? poi il Fascismo al potere, gli anni Trenta con la guerra d'Etiopia ed infine la sciagura della guerra nazi-fascista. E' un romanzo commovente e scanzonato, amaro e divertente, e dentro ho ritovato davvero uno spicchio significativo di vita vissuta del nostro paese. Non sono un parente di Pennacchi, ho scritto questo solo perchè ho amato visceralmente questo libro, paragonato da gente più competente di me anche a I Promessi Sposi e soprattutto a I Malavoglia, per il dialetto imperante, per l'impianto verista, per l'umanit? spicciola ivi raccontata. Mi scuso per l'OT, ma Paco ha parlato di Pennacchi (sia pure per Tex) e ci tenevo. Se ritenete, spostate altrove questo post o cancellatelo.

  18. Boselli è il mio autore preferito. Per me Boselli è DIALOGHI, dialoghi intensi, emozionanti, veri, spesso epici ("che cosa li ha divisi, una donna?" "Qualcosa del genere", e via di seguito). Per me Boselli è PERSONAGGI, sè, da quelli ruba-scena (anzi questi ultimi sono quelli che mi piacciono più di tutti), ai semplici co-protagonisti (penso ora, tra i tanti, al reverendo ansioso per la sorella Colorado Belle, splendido comprimario di una storia capolavoro). Per me Boselli è FLASH-BACKS, espedienti narrativi da me amatissimi che, rivelando un difficile vissuto dei personaggi, conferiscono agli stessi una personalit? e uno spessore tali da renderli indimenticabili. Boselli appartiene al mio personalissimo Pantheon di Grandi. Qui Boselli è soprattutto AZIONE. Il secondo albo, soprattutto, è Azione continua. Non grandi dialoghi e nessun personaggio memorabile. Non certo Curtiss, farabutto simpatico ma non troppo, n° tanto meno la bella Sarah, che non è "innocente" come Lena, non è perfida come quel capolavoro che è Bethanie Marsh, non è vittima come la sfortunata Colorado Belle. Sarah NON E'. Le storie d'azione come questa sono gradevoli, ci mancherebbe. Ma sono storie di mestiere. L'avesse scritta qualcun altro, l'avrei definita una buona storia (che in definitiva è quello che ?). Ma per me Boselli è altro. Boselli è ISPIRAZIONE. E qui ne ho vista poca.

  19. L'elemento inverosimile è del tutto in linea con la tradizione texiana, lo so. Tuttavia, ho sempre saltato quelle storie a più pari, perchè per me il West è qualcosa di concreto, solido, duro come la pietra. E' sporco e selvaggio, e può essere, nella mentalit? dei nativi, superstizioso e onirico, ma deve rimanere tale solo nella fantasia impressionabile degli uomini, non anche nella vita reale. Per tale ragione non ho mai amato n° Mefisto n° il suo meno carismatico figlio.

    Nizzi stesso, pur sempre ligio alla tradizione, afferma nel libro di non amare l'inverosimiglianza, e forse, a mia memoria, l'unica digressione che si è concessa è proprio quella relativa a Mefisto, con la per me inaccettabile resurrezione. Mi piacciono invece le storie tendenti al fantastico, ma che poi si rivelano aderenti al realismo: penso a La leggenda della Vecchia missione, La miniera del Terrore, La locanda dei fantasmi, e in questo senso Nizzi non mi ha mai deluso.

    Sul libro di Nizzi c'è tanto da dire, ma forse abbiamo aspettato troppo: ora che possiamo parlarne, non ce l'ho più freschissimo nella memoria (? vero che l'ho letto solo un mese e mezzo fa, ma la mia memoria evidentemente è poco brillante...) e quindi sono costretto a rileggermelo (quando ne avrà il tempo).

    Pescando nella mia vacillante memoria, ricordo l'amarezza con cui Nizzi parla di Bonelli, dicendosi triste per non essere riuscito a riappacificarsi con Sergio prima della scomparsa di quest'ultimo. Forse ha ragione Ted Hawkins, quando pensa che il deteriorarsi dei rapporti fosse collegato al deperimento qualitativo delle storie di Nizzi. Comunque si resta con l'amaro in bocca, per come una collaborazione e una amicizia siano finite così. Non so cosa sia accaduto, anche se alcune cose le si può forse intuire.

    Ad esempio, ho sempre trovato poco carino che Nizzi parlasse di Boselli come di un autore pericoloso, che poteva snaturare il personaggio facendogli sempre rubare la scena da qualcun altro. Nizzi era pur sempre un autore di Tex, e di certo non poteva fare piacere all'editore che l'autore storico parlasse con fastidio delle nuove leve. E che diamine, deve aver pensato Sergio, certe esternazioni, potenzialmente nocive per le vendite della testata, se le poteva certo risparmiare. Puoi anche pensarle quelle cose, ma non dirle in pubblico. Qui non parlo di libertà di opinione, ma di opportunità di opinione: se ritengo che un mio collega stia lavorando male, talch? il suo lavoro può compromettere il progetto comune, io ne parlo con lui, poi magari con il mio capo, ma non vado a dirlo ai quattro venti. Per la serie, i panni sporchi è meglio lavarseli in casa. Certe uscite polemiche Nizzi poteva evitarle: l'eccesso di franchezza a mio parere non è sempre felice.

    Al contrario, è altrettanto biasimevole lo stop della Casa Editrice alla collaborazione Nizzi-Civitelli, che peraltro ha prodotto cose pregevoli (io il Presagio, a differenza di Ymalpas, la trovo una storia OTTIMA, per non parlare poi de Il Duello): se il tuo soggettista di punta accusa un calo, perchè non farlo collaborare con qualcuno, preservandone il sempre ottimo lavoro di sceneggiatore? Dove sta scritto che soggettista e sceneggiatore debbano sempre coincidere? Nizzi è un grande sceneggiatore (il suo linguaggio rimane a mio parere insuperato, e anch'io, come Anthony, ne sento la mancanza), e in quanto tale può sceneggiare magistralmente anche soggetti non suoi: perchè no? Perchè costringerlo a collaborare con un ghost writer (facendo subire peraltro al suddetto ghost writer quella stessa "umiliazione" che lo stesso Nizzi degli esordi ha subito e, per sua stessa ammissione, patito, e anche questo non mi è piaciuto: proprio lui, Nizzi, che sa cosa si prova a non poter firmare i propri lavori, ha fatto ricorso a questo mortificante mezzo)?.

    Ora devo andare, riprendiamo più tardi...

  20. Non è che il pubblico sia meno fantasioso, piuttosto tende ad incanalare la fantasia in contesti narrativi più consoni e appropriati ai vari filoni.

    Ben detto, Josey. Io non sono a priori contro l'elemento inverosimile, ma lo sono fortemente contro l'elemento inverosimile IN TEX. Tex per me è un western, e le contaminazioni tra generi non mi piacciono affatto. Sai l'entusiasmo all'idea che sta per tornare Yama...
  21. Non amo le storie di 110 pagine, sono davvero poche quelle che ho trovato apprezzabili. Questa è tra quelle.

    Nella prima scena, che si svolge in un'ambientazione sempre molto "felice" nelle storie di Borden, c'è quasi un'inversione di ruoli. I banditi hanno paura di un'oscura minaccia, di una qualche indesiderata presenza rivelata solo dal sinistro nitrito dei cavalli. Per un naturale processo di identificazione con i personaggi della storia, io stesso ero inquietato da quanto stava per accadere, ignaro che la minaccia incombente altri non erano che Tex e soci: forse sarà stato ingenuo, forse era facile da capire, ma a me qui Borden mi ha davvero sorpreso. L'inizio della storia è memorabile anche per un altro, importante, particolare: un grande Carson. Forse è l'unica volta che Tex fallisce con la sua preda ed è Carson che deve rimediare: direi, finalmente! Troppo volte ho visto Tex stendere due avversari con Carson spettatore; una volta tanto, è un super atletico Carson (anche grazie a Gomez) a fare la parte del leone. Nel seguito, era invece facile da capire che la convergenza delle strade degli apaches ribelli e dei banditi avrebbe portato la banda di Ozzie Jonhson ad allearsi con i ranger e, devo dire, qui stavo anch'io per storcere il naso, per l'eccessiva inflazione di tali personaggi (che pure ho sempre amato) nelle storie di Borden. Stavo (quasi) per sentirmi solidale con Capelli d'Argento (i cui gusti sono diametralmente opposti ai miei) ed invece Borden è riuscito a gestire la conversione dei banditi in maniera perfetta: non c'è stato un processo psicologico di conversione, o parole di redenzione, o altro; c'è stata solo una tremenda emergenza, che ha portato delle canaglie a non avere nemmeno il tempo di pensare, ma solo quello di agire: e quello hanno fatto, hanno AGITO, senza pensare, da uomini d'azione quali sono: nessuna scena strappalacrime, nessuna forzatura, nessun cerebralismo, solo l'impellenza del momento e l'istinto. Ciò ha reso la collaborazione tra i banditi e i rangers quasi naturale, e comunque non artificiosa o costruita. Solo il finale (il bandito nell'emporio) mi è parso francamente un eccesso di buonismo, ma questo piccolo particolare non inficia la bellezza e il valore della storia.
  22. Mi son reso conto di poter fare domande al grande Mauro e ne approfitto.1) ci saranno ancora storie connesse al passato di Carson° mi riferisco sia alle avventure che vedono l'affermarsi della sua fama di ranger indomito sia al periodo che precede il suo arruolamento, magari la prima giovinezza (chissa' perchè, mi vengono in mente storie di ragazzi orfani, in fuga da opprimenti istituti, in cerca della libertà negli spazi sconfinati del west degli anni '40;2) ci potr? mai essere una serie spin off, con Kit Carson protagonista (magari, limitata ad un numero predefinito di albi, che terminino con l'incontro con Tex)3) Mauro, ti sono molto riconoscente per aver ridato (anzi, secondo me, dovrei dire "dato" ex novo) il dovuto spazio a Carson, salvandolo dal ruolo di spalla comica, tirapiedi e vecchia gloria al tramonto. Con te, Carson appare spesso al livello di Tex, o quasi. Potranno mai essere riprese e rinarrate, le prime storie di Tex, anche e soprattutto per dare verità a quanto tu gli fai affermare ne I sette assassini (Kit Carson è stato mia amico e maestro). Converrai che, invece, il Tex ventenne diventa immediatamente leader e dominante, mentre il Carson trentenne e veterano affermato, appare un suo timido aiutante! Si può rimediare?4) anche se l'amicizia tra Tex e Carson è uno dei punti fermi fondamentali della saga, ci sarà mai una qualche rivalit?, uno scontro, naturalmente temporaneo?5) a quando il ritorno di Lena e Donna?6) nel tuo romanzo, ambientato nel 1899, Kit Carson è morto. Visto che le storie del presente son situate, pare, a metà degli anni '80, Carson dovrebbe morire entro i 65 anni. Perchè questa scelta? verr? mostrato come è morto? in combattimento?Ciao  Mauro

    Tutto su Carson, eh? Purtroppo il protagonista è Tex... Ma una breve storia con protagonista il vecchio Kit, chissà... O un'altra con riferimenti al passato... Pu? darsi. Per Lena e donna ho già detto che serve un'idea buona e non ce l'ho, per ora. Il che significa anche che poco mi interessa... Carson , nella serie, non morir? mai, quindi ogni discorso sulla sua morte è ozioso. nella serie il tempo è FERMO.
    Tutto su Carson, già. E' vero che il protagonista è Tex, ma in questo caso il coprotagonista è amato quanto il protagonista... bissare il Passato di Carson, con un altro episodio significativo della vita del giovane Kit, per me sarebbe un sogno che si avvera. Pensaci bene Mauro, in collaborazione col fascino del Vecchio Cammello potresti tirar fuori dal cilindro un altro Capolavoro...
  23. Non a caso, una delle mie storie preferite è Bande rivali, dove il nostro le busca di brutto da O'Bannon: scena molto poco umile per un esordiente (su Tex) come Medda, ma adrenalinica e inconsueta. Mi piacque davvero tanto.

  24. ... e anche le botte che si è preso ne "In nome della legge" non erano male ;) A me comunque quest'idea di vedere Tex fracchiato di botte non attira proprio per niente! -_nono

    Il peggior pestaggio fu quello della storia, cupa e bellissima, di Kubert...
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