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Leo

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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    Claudio Nizzi

    Giusto, Leo, a tal proposito ho una curiosità: quand'è che secondo te Nizzi diede segnali di ripresa? Io mi sono sforzato di ricostruire un andamento, ma il Nizzi dell'ultimo periodo mi è sempre sembrato discontinuo, più che procedere per tendenze. Qual è la tua opinione in merito? Per la verità anch'io trovo il Nizzi della fascia 400-500 discontinuo, e non in calo netto e progressivo. Ma dopo il n.500, inanellò a mio parere storie infelici o che, anche nei casi in cui erano dignitose, mancavano di freschezza e di brillantezza: titoli come Il Mercante francese, Ritorno a Culver City, Le foreste dell'Oregon, Muddy Creek, le pessime - a mio parere - Kiowas e I Fratelli Donegan, l'inesorabile(!) Tumak o l'insopportabilmente lunga Athabaska Lake, li ricordo con una sensazione di grigiume. Storie appannate di un autore nel pieno del suo medioevo. Poi ad un tratto arriva Puerta del Diablo, la prima storia di Traversa. All'epoca della prima lettura naturalmente non sapevo del nuovo soggettista, e mi rallegrai per questa zampata del vecchio leone Nizzi: finalmente una storia briosa, veloce, non scontata, una vera boccata d'ossigeno. Non era una storia molto texiana, questo sì: nel topic apposito scrissi che i due pards avevano avuto poco peso in questa storia, ma che non m'importava perché essa era bella e questo mi bastava. Qualche mese dopo ecco la poetica Documento d'accusa: poco texiana anch'essa ma, rispetto alla mediocrità dei soggetti precedenti, era bontà pura. Poi la per me bellissima Un treno per Redville, la divertente Il villaggio assediato e qualcun'altra ancora. A queste seguì una nuova fase di appannamento, questa volta definitivo, ma eravamo già agli ultimi fuochi. Quindi credo che la sua rinnovata vitalità sia effettivamente dovuta al contributo di Traversa: un contributo limitato ai soggetti, a quanto ne so, mentre le sceneggiature - e la loro bontà - sono tutte ascrivibili al vecchio leone, evidentemente rigenerato dal non dover avere l'assillo del soggetto. A questo proposito, credo che ai soggetti Nizzi non fosse eccezionale (Boselli è ad esempio molto più originale), mentre la sua forza stava nella sceneggiatura, sì Glbonelliana ma in realtà ben riconoscibile, e - a mio parere - anche migliore di quella originale.
  2. Leo

    [651/653] Luna Insanguinata

    E' verissimo che il tratto di Matantuono è parte integrante della storia. Mentre leggevo, era come se sentissi scrosciare la pioggia tutt'attorno a me. Superlativo questo artista! Scena questa meravigliosa, molto kenparkeriana. Molto efficace l'entrata in scena di Tex a partire dalle tombe, l'ho apprezzata tantissimo anch'io. Ma soprattutto sono d'accordo sulle "premesse grandiose": altro che "inizio convincente", ragazzi, questo è un avvio magnifico, se la storia si mantiene su questi binari sarà l'ennesimo capolavoro di Boselli. Sono abbastanza restio ad usare la parola capolavoro, ma quest'avvio mi fa davvero ben sperare. Un ultimo pensiero per la copertina: la ritengo una delle migliori degli ultimi anni. Solitamente, quando Villa è così ispirato, la storia stessa si rivela un capolavoro: ricordo ad esempio Il Passato di Carson, Gli Invincibili, La Grande Invasione, L'uomo senza passato, copertine belle non solo tecnicamente ma proprio per una certa "ispirazione" che le pervade. Questa mi dà le stesse sensazioni, e ciò mi fa riporre ulteriori speranze su questa storia...
  3. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Grazie per l'apprezzamento, Betta, ma anche tu eri stata chiara. Mi è piaciuto il rimando all'assunto greco, che valeva ovviamente per il solo Sebastian, non per Victor, la cui "austera bellezza" mi ha ricordato una volta di più (ma forse la mia è proprio una mania) la bellezza di Dracula (faccio riferimento ai miei primi post di questa storia) . Anche questo sarebbe un bel finale alternativo
  4. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Ah, a proposito: mi è piaciuto tantissimo il finale alternativo di waco dolan Spero che Boselli ci pensi ad assumerlo...
  5. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Letta finalmente oggi. S P O I L E R Finale veloce, ma degno della storia: pirotecnico, avvincente, accattivante. Tutta la parte ambientata nell'inferno è superba, e non sono d'accordo con Jack65 quando nota la sproporzione tra l'intero albo dedicato alla villa-palazzone e le 40 pagine dedicate all'inferno. La fase nella villa-palazzone serve a creare la giusta dose di suspence e di mistero, ed è giusto quindi che sia più lenta della parte finale, dove infuria la lotta e non si può star tanto lì a riflettere. La villa-palazzone del secondo albo desta curiosità per il mistero, la parte all' "inferno" è adrenalina pura ed è fisiologico che bruci più in fretta. Bellissima la sequenza in cui Tex cade addormentato dopo aver innescato la dinamite, grande la parte giocata da Kit Willer, ottimamente rappresentate da un punto di vista grafico le creature dell'abisso, la cui ripugnanza è una nota di vero merito per il disegnatore. In un mio precedente post avevo ipotizzato anch'io che Victor e Sebastian fossero dalla parte dei buoni. Non era proprio così, perché Victor contribuisce (o quantomeno è inerte) ad imprigionare Kit, Morisco ed Eusebio. Non un buono dall'inizio, quindi, ma un personaggio tormentato, che, consapevole dell'amaro destino della propria famiglia, assiste senza intervenire ai rituali del fratello: pensateci bene, Kit si salva da solo, e il buon Victor non avrebbe fatto nulla per salvarlo. Dice al fratello che non vuole macchiarsi dei suoi delitti, ma poi assiste, molto pilatescamente, al rituale di trasformazione. Victor quindi non vuole opporsi a suo fratello, non vuole fermare il sacrificio di Kit ed Eusebio. Trova il coraggio solo dopo, quando Morisco gli fa balenare l'idea che forse si può fare qualcosa per combattere la maledizione. Molto egoistica, quindi, la sua conversione al mondo dei buoni. Più tardi, però, si scopre che suo figlio Sebastian era stato da lui preparato ad uccidere Sandoral: aveva quindi premeditato tutto, anche prima dell'arrivo degli stranieri. Personaggio quindi con luci e ombre, vuole opporsi a Sandoral ma è indeciso, irresoluto, di fatto non fa nulla per salvare i pards ed anzi vuole che anche sua figlia Leonora assista al rituale così da comprendere appieno la propria natura. Fino a un minuto prima vuole rendere consapevole Leonora della sua natura, un minuto dopo si oppone a quella stessa natura con tutte le sue forze e con suo figlio già ben addestrato. L'ho trovata una bella contraddizione, questa parte, ma ciononostante ritengo che la figura di Victor non ne sia sminuita: è un indeciso, difetta evidentemente anche di coraggio, ma alla fine trova la forza di fare ciò che in cuor suo aveva sempre agognato, e cioé fermare quella stirpe cui lui stesso apparteneva. Significativo è che si serva di suo figlio Sebastian, colui che probabilmente più di tutti deve soffrire della maledizione, visto che è il più colpito da quella che non può non sembrargli una tremenda malattia, per lui totalmente devastante. Ed in questo senso è spiegabile anche il suo sacrificio: si uccide perché per lui la vita in quelle condizioni è intollerabile.
  6. Questa colorazione rosa è indubbiamente suggestiva, tanto che credo di preferirla all'originale. La copertina alternativa di Furia Rossa, che non ricordo dove ho visto, è invece molto meno bella dell'originale, dove quel rosso acceso rende in maniera molto vivida la furia e la passione di Tiger.
  7. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    S P O I L E R S P O I L E R S P O I L E R Ragazzi, io non so postare le immagini. Apro facebook e, tra i post di Tex - Sergio Bonelli Editore, c'è l'albo di questo mese aperto all'inizio della nuova storia Luna Insanguinata. Il commento è "Nel numero in edicola inizia la nuova storia di Boselli e Mastantuono." Peccato però che sia ben visibile, oltre che la prima tavola della nuova storia, anche l'ultima della vecchia!!! E qui si vede chiaramente una ragazza (sana) che non può che essere la guarita Leonora!!! Ma io non ho letto l'albo di questo mese... è un dannatissimo SPOILER
  8. Pino, anche a me mancano i dialoghi di Nizzi e le sue atmosfere. Il Nizzi dei tempi d'oro, la robustezza delle sue storie, l'ironia dei suoi dialoghi sono qualcosa di irreplicato in Tex, perché Boselli e i pochi altri autori che si sono succeduti hanno uno stile molto differente da quello di Claudio. Ma dobbiamo farcene una ragione. Al posto di quelle caratteristiche ne abbiamo altre, non meno importanti: trame non telefonate e comprimari di spessore, a parte i tuoi gusti personali, sono elementi vitali per un fumetto così longevo, che deve necessariamente innovarsi per non ripetere sé stesso (come fatalmente accadrebbe). Ecco quindi che alle vecchie atmosfere ne subentrano delle nuove, diverse (sono d'accordo con te) ma non per questo meno valide. Poi ci può stare che lo stile di uno sceneggiatore possa piacere di più o di meno, ed ecco perché un'alternanza tra essi penso possa essere salutare: per ora i contributi di Ruju e Faraci non sono stati incisivi (meglio Ruju che Faraci), ma dalla loro crescita (o dall'ingresso di qualcun altro) passa il futuro di Tex, anche perché Boselli (che a me, per inciso, piace un casino) non può continuare a fare tutto da solo...
  9. Leo

    Che Ne Pensate Delle Didascalie?

    I vari esempi riportati dimostrano l'importanza delle didascalie, la loro necessità in alcuni casi, o, in altri casi, almeno l'opportunità che esse ci siano. L'esempio di Ulzana poi è particolarmente calzante e convincente, e secondo me può dare una conferma circa il fatto che in fin dei conti si tratta di gusto personale. Ora non ho con me i vecchi albi (che sono ancora nella mia casa paterna) e quindi non posso dare un'occhiata a Il Tranello. Trattandosi del numero 10, risale ad un'epoca in cui le didascalie erano molto utilizzate, come ha ben ricordato Carlo. Immaginiamo però che non vi sia alcuna didascalia a commentare la scena e che invece le si dedichi qualche vignetta in più. I due si guardano silenziosamente, il disegnatore deve essere bravo a farli recitare ovviamente, poi si scambiano un abbraccio virile. Una sequenza siffatta, muta ma eloquente, io l'apprezzo di più della parola parlata. In Ken Parker di tali vignette ce ne sono davvero tante, e sono quelle che apprezzo di più. Quelle che mi emozionano di più. Soprattutto, attraverso di esse, io riesco a percepire, in maniera tangibile, l'amalgama, la sintonia, l'affiatamento tra sceneggiatore e disegnatore. Lì i due danno maggior prova della propria maestria individuale e del loro essere squadra. Quando le parole non servono e sono sufficienti i gesti. La didascalia di Ulzana è bellissima. E' poetica. Capisco che vi piaccia e che vi emozioni. Oggi non si usa più e capisco che se ne possa sentire la mancanza. Ma se non si usa più è anche perché i gusti cambiano nel tempo, non solo dei lettori ma anche degli sceneggiatori, che magari oggi ritengono di non doverle utilizzare non per non dare pathos alla scena, ma per darlo in misura maggiore. Sembrerà paradossale, ma per alcuni la sequenza muta è più potente di quella parlata. Tra questi ci sono io e molti altri. L'ultima didascalia ricordata da Pallino è di un altro tipo. Ma è anche un altro discorso. Il primo tipo di didascalia è "emozionale", il secondo è descrittivo. Per un scena del genere - che ha bisogno di spiegazione - magari anche oggi il Boselli di turno inserirebbe la didascalia. Io preferirei invece che affidasse la spiegazione ad un personaggio (magari allo stesso Tex), rendendosi - parlo dello sceneggiatore - pressoché invisibile. Quanto meno si vede il narratore, tanto più per me la storia è riuscita. Per me. De gustibus.
  10. Leo

    Che Ne Pensate Delle Didascalie?

    Quoto in toto le parole di natural! Non sono un estremista, le didascalie in alcune circostanze ci possono stare (ad esempio il diario di julia io non lo considero una didascalia vera e propria ma anche alcune didascalie "emozionali" possono andar bene) ma in linea generale preferisco che a parlare siano le immagini e i dialoghi, con interventi del narratore prossimi allo zero.
  11. Molto interessante Ym. Sai che ritorno di pubblico ha avuto?
  12. Per la verità anch'io mi ero perso o non ricordavo tutti i particolari sulla datazione della storia, tanto che non sapevo il perché questa storia non potesse essere cocollocata nel periodo in ombra della saga... Succede...
  13. Leo

    Che Ne Pensate Delle Didascalie?

    E' sicuramente una questione di gusti. Proprio El Muerto, ad esempio, io l'avrei lasciata senza didascalia, pur ammettendo però che quella che c'è è ben scritta e non stona affatto. Ma, gusto mio, io non l'avrei inserita.
  14. Leo

    Che Ne Pensate Delle Didascalie?

    Pallino, è vero che il confronto probabilmente non si può fare, proprio per la differenza di linguaggio tra le due serie sin dall'origine (Tex ha sempre fatto uso delle didascalie, Ken no). Ma è anche vero che oggi a scrivere Tex è Boselli che si ispira, per sua stessa ammissione, oltre che a GLB, proprio a Gino D'Antonio e Giancarlo Berardi. Ispirandosi a loro (e quindi anche a Ken Parker), ha un po' rarefatto (non eliminato del tutto) l'uso delle didascalie, facendo parlare di più le immagini. Per me questo è un pregio, perché è questo il compito principale del fumetto: parlare per immagini, fidandosi del lettore e della sua capacità di comprensione. Pensa che io le didascalie le saltavo...
  15. John, Carlo voleva dire che nell'epoca in cui è ambientata la storia Tex avrebbe dovuto avere 12 anni e non avrebbe dovuto conoscere Carson. Poiché però nella storia di Serpieri Tex non ha 12 anni e conosce Carson, ecco che la storia è fuori cronologia, nel senso che Serpieri se n'è bellamente infischiato della coerenza cronologica e ha scritto una storia fuori dal tempo, con Tex più adulto e che già conosce Carson. Ma a questo punto sono io a chiedere a Carlo: perché invece la storia non può essere collocata durante l'infanzia di Kit Willer, in quel buco nero lasciato da GLBonelli? C'è un qualche riferimento storico preciso che esclude questa possibilità, evidentemente. Quale?
  16. Leo

    Che Ne Pensate Delle Didascalie?

    Io la vedo come natural e pecos. Da un po' di tempo leggo ogni settimana la ristampa di Ken Parker, che è stato il primo fumetto o uno dei primi a non utilizzare le didascalie e a parlare solo per immagini. Sicuramente così facendo ci si avvicina al linguaggio cinematografico, ma non credo che sia solo questo: la bravura di un'autore (sceneggiatore e disegnatore) sta anche nel far parlare le immagini. Alcune immagini mute di Ken Parker sono poesia pura. La didascalia le avrebbe quasi banalizzate. Io, insomma, non ne sento la mancanza.
  17. Leo

    Una Scena Di Tex Che Vi Ha Emozionati..

    Bellissima domanda, dalle risposte praticamente illimitate... Personalmente la scena che ricordo con maggiore "gratitudine" (per l'emozione provata) è la morte di Shane ne Gli Invincibili: in particolare, quando Shane, ormai morente, crede di vedere Shan Van Vocht, la fata dell'Irlanda. "Shan Van Vocht, sei venuta...per me? Riportami... a casa..." L'altra che mi piace da morire è l'incontro tra Lena e Carson venticinque anni dopo ne Il Passato di Carson. Quindi la vignetta finale di Fuga da Anderville, in cui un Tex amarissimo per la conclusione tragica della vicenda della famiglia Walcott, cavalca tra i campi di cotone con Carson, di cui cerca la compagnia per scacciar via i pensieri neri: "mi farai compagnia, Vecchio Cammello?" E' un momento di umanità di Tex, abbastanza raro, una delle vignette più rappresentative dell'amicizia tra i due pards. Poi la scena in cui Tex interviene a difendere il giornalista in Oklahoma, il quale era stato costretto da un prepotente a raccogliergli il cappello da terra. Tex spara prima che il giornalista possa umiliarsi, e dice: "Serve un addetto al guardaroba?" Il prepotente, sconcertato, dice: "E tu chi sei, il suo angelo custode?". E Tex: "no, il tuo castigo"! Da applausi Anche le ultime vignette di Furia Rossa e la morte di Andy Wilson, già menzionate, sono emozionanti. Trovo molto particolare, molto maturo, il confronto tra il reverendo Monroe e l'indiano di cui non ricordo il nome in Colorado Belle, quando l'indiano dice al reverendo di sapere dov'è sua sorella, ma non lo rivela sfoggiando un terribile sorriso di depravata soddisfazione. L'ultima di questa carrellata (che in verità potrebbe essere molto più lunga) è la scena in cui, ne L'Uomo senza passato, Carson e Tiger comunicano a Tex ferito di non essere riusciti a trovare Tex, con Tex che, evidentemente commosso, si volta dall'altra parte: geniali Nizzi e Villa.
  18. Purtroppo questo è successo anche a me. La stessa identica cosa. Vedevo il nome di Nizzi e non compravo l'albo. Ingeneroso o meno verso un autore che mi aveva dato tanto e che mi aveva fatto conoscere ed amare Tex, non riuscivo a non farlo. Ero nauseato da Nizzi. Forse perché il primo ad essere nauseato era proprio lui. Solo con i soggetti di Traversa tornerà a livelli accettabili. Ribadisco però il consiglio datovi qualche post fa: procuratevi i suoi libri. Sono davvero una piacevole lettura!
  19. Leo

    Claudio Nizzi

    Non lo sapevo di abc ma il nome (oltre che il cognome)è il suo...
  20. D'accordo con John Deere, sulle idee mai dire mai, non si può escludere nulla. Ma quello che ha scritto le ultime storie (tra queste ci metto pure I Volontari di Hermann, una copia sbiadita e scialba de Fiamme sull'Arizona) è un autore a cui Tex era uscito dal naso. A meno che non si sia disintossicato in questi anni, non credo che possa dare molto di più. La verità è che gli autori, come tutti, invecchiano. Lo spremutissimo Nizzi è invecchiato anzitempo, texianamente parlando: suggerisco però ai nostalgici come pino1980 (capisco la tua nostalgia per Nizzi, sei di poco più giovane di me e quindi presumo che la nostra esperienza texiana sia analoga, anche a me manca la robustezza di Nizzi, anche se la penso in maniera diametralmente opposta rispetto a te su Boselli) di recuperare i romanzi dello scrittore di Fiumalbo: leggeri e divertenti, sono una piacevolissima lettura, un modo diverso per conoscere l'autore da noi così amato.
  21. Leo

    Claudio Nizzi

    No, Traversa non era male, perché obiettivamente in quel periodo Nizzi diede segnali di ripresa. Oltre alle due citate prima, concordo con te che anche Dieci anni dopo sia una storia riuscita. Sul capitolo donne di Nizzi, non si può non rilevare però che per tutte le storie citate sopra (fatta eccezione per Le Iene di Lamont, di cui non ho un gran ricordo, ma che onestamente devo rileggere per meglio cogliere quanto ben sottolinei tu) il soggettista sia un altro. Come non manca di citare Ulzana, Allison dovrebbe essere un personaggio di Civitelli, anche se, come dice sempre Ulzana, senz'altro il personaggio è stato ben caratterizzato da Nizzi. Sono d'accordo che spicchi per "autenticità" e sono altresì d'accordo che sia stata un po' "castrata" per motivi editoriali (Civitelli ha ammesso - se non sbaglio - di aver presentato un soggetto un po' più ardito rispetto alla versione approdata in edicola). C'è peraltro da dire che io trovo Il Presagio non solo una "buona storia tutto sommato", ma una bellissima storia. Non solo per il personaggio di Allison, ma anche per il pathos che sorge dall'incertezza per il destino di Tex, che potrebbe essere morto nella piena, per i due Kit che lo ricercano invano, per un grande Kit Carson che, senza Tex, sbroglia di fatto da solo l'intera matassa assicurando alla giustizia tutte le anime nere della storia. Ed in tutto questo, pure Carson non ruba la scena a Tex, perché in questa trama convivono due filoni, e, nel filone "indiano", indiscusso protagonista è Tex con il vertiginoso ed entusiasmante duello sullo strapiombo.
  22. Leo

    Claudio Nizzi

    Purtroppo non so risponderti, Ulzana. Non mi pare che questi aspetti nel libro fossero specificati. Sorry.
  23. Leo

    Claudio Nizzi

    Non ti devi scusare Virgin, ci mancherebbe! Ti confermo che anch'io sono felicissimo, e lo sarei stato ancora di più se, accanto alle sue splendide storie del periodo d'oro, avesse calato (due volte o tre) qualche altra Fuga da Anderville. Il mio Tex, peraltro, non è quello di GlB, ma quello di Nizzi... la mia prima storia è stata La leggenda della vecchia missione, i miei primi entusiasmi texiani vengono da Fiumalbo... Totalmente d'accordo. Se parlo male di alcune storie di Nizzi (come anche di Boselli, peraltro), è solo perché l'ho incensato quando ho ritenuto di farlo. Se lo esalto quando mi entusiasma, mi sento quasi in dovere di valutare in maniera severa alcune sue storie per me non riuscite. Altrimenti è come se sminuissi le lodi con la faziosità. Il villaggio assediato è piaciuto anche a me. Ma di quel periodo me ne sono piaciute diverse (ricordo ad esempio Puerta del Diablo, da molti stroncata ma che io ritengo molto buona). Solo che, come ammesso candidamente dallo stesso Nizzi nel libro di Guarino, i soggetti di queste storie non sono suoi ma di Traversa, un affezionato lettore che gli passava le sue idee. Nizzi poi dava forma al soggetto e lo sceneggiava. Questo fa capire quanto Nizzi fosse in disarmo negli ultimi tempi. Peraltro, ho mal digerito che proprio lui, che ha tanto e legittimamente criticato l'editore per avergli imposto il ruolo di ghost writer per cinque anni, proprio lui poi abbia fatto subire la stessa "tortura" ad un altro, non accreditandogli la paternità dei soggetti. Beninteso, non poteva farlo, perché di questa collaborazione aveva tenuto Sergio Bonelli totalmente all'oscuro (sapeva che Sergio sarebbe stato del tutto contrario), ma ciò non mi porta comunque ad accettare di buon grado la cosa. L'unico aspetto positivo è stato che le storie hanno ripreso un pò di verve, anche grazie comunque alla bravura di Nizzi nello sceneggiarle. Non avrei saputo dirlo meglio, Ulzana. Tutto quanto. In particolare che la colpa non è solo di Nizzi. E che bisogna mandare al diavolo i ragionamenti quando una storia, magari solo con Tex e non di Tex, è comunque bella. Io sono per le belle storie. Alcune critiche (non tutte) nascono dall'amore per il personaggio e anche - perché no! - dalla stima nutrita verso Nizzi. Non può farmi piacere che un autore per me superlativo mi propini ad un certo punto Oltre il fiume! Lo devo criticare...
  24. Leo

    Claudio Nizzi

    Beh, Satan, mi pare che i messaggi recenti di questo topic siano abbastanza "affettuosi" nei confronti di Nizzi. Ulzana, Ted, Virgin ed io (per citare i soli utenti che hanno ripreso questo topic negli ultimi tempi) siamo tutti grandi estimatori di Nizzi e credo che ciò dal contenuto dei post sia tutto sommato evidente. Medda sembra Dio solo perché ha scritto tre (facciamo due e un quarto, visto che la storia breve non si dovrebbe contare) storie molto belle, e non ha avuto neanche il tempo di essere messo in discussione. Nessun paragone tra Medda e Nizzi, ci mancherebbe: peccato anzi che non se ne possano fare, perché Sergio Bonelli - infelicemente - non ce ne ha data la possibilità. Ma nessun paragone neanche con Faraci, per carità: Nizzi ha avuto un declino (lungo) dopo anni di gloria, mentre il declino faraciano sembra essere arrivato dopo sole tre buone storie. La verità è che di Faraci oggi possiamo dire molto poco, è ancora una potenzialità, non una realtà. Speriamo bene... Anche per me Boselli è il migliore, ma prima di GLB.
  25. Leo

    Claudio Nizzi

    Non vorrei fare il malevolo, ma, attenendoci solo a questo piccolo dato (Tex che subisce gli eventi), in fondo negli ultimi vent'anni Nizzi raramente ha fatto fare a Tex qualcosa di diverso. Di fronte al suo periodo buio (vale a dire, dal 1994 in avanti), la giustificazione del Tex canonico, statico e rassicurante non regge. Dico così soprattutto per rendere giustizia al Tex canonico, statico e rassicurante che Nizzi scrisse con eccellenti risultati nel suo periodo migliore. Il Nizzi in disarmo è palesemente un autore ormai svogliato, che sottobanco si fa scrivere i soggetti da un altro (questo si commenta da sé...) e scrive i dialoghi col pilota automatico inserito, caratterizzando i personaggi ad mentulam e facendo accadere tutto nel modo più piatto e insignificante possibile. Ci sono state eccezioni, ma l'andazzo grosso modo è stato quello. Però, Virgin, la bellezza di Fuga da Anderville non sta nel semplice fatto che Tex subisce gli eventi, ma negli splendidi comprimari a cui Nizzi riesce a dare vita. Personaggi che necessariamente lasciano Tex un po' al margine, tanto sono forti, prendendosi la scena in maniera pesante. Nelle storie post 1994, invece, c'è un autore probabilmente (come dici tu) nauseato, non c'è più neanche il mestiere, e se Tex non è al centro degli eventi non è perché qualche buon comprimario gli ruba la scena, ma è perché non c'è proprio, la scena, tutto è stanco, sfilacciato, imbolsito. Non è un paragone che regge. Il Nizzi di Fuga da Anderville è un Nizzi atipico, splendidamente incoerente con sé stesso. Il Nizzi del post 400 è un autore incoerente, nel senso che spesso le sue storie non hanno capo né coda... Ma anch'io credo che il Nizzi "manierista" sia un ottimo Nizzi. La Congiura è una goduria, Sioux una delizia. Né io ho detto che volevo un Nizzi sempre da Fuga da Anderville. Ma più spesso sì, l'avrei voluto. Questo sì. E avrei voluto anche che Nizzi fosse in grado di riconoscere che Gli Invincibili erano un arricchimento, per Tex, altro che pericolosi. Avrei voluto un Nizzi più vicino a Gli Invincibili, cosa che gli sarebbe riuscita benissimo, a mio avviso: lo ha fatto vedere con Fuga da Anderville e lo ha fatto vedere anche con L'Ultimo Ribelle da te citata: storia bellissima, in cui un comprimario pesante si prende la scena. Ecco, avrei voluto leggere, accanto al Nizzi de La Congiura e de La maledizione di Escondida, anche un Nizzi un po' più boselliano. Il Nizzi "boselliano" a mio parere lo abbiamo letto soprattutto sui Texoni: oltre a L'Ultimo Ribelle, ricordo la struggente Sangue sul Colorado, o anche i Predatori del Deserto, citata da Ulzana. Appunto questo volevo dire: storie meno di maniera e che lasciano invece spazio a personaggi di sostanza. Quindi viva il Nizzi di maniera, senza dubbio, ma peccato per esserci persi un Nizzi diverso che - ne sono sicuro - ci avrebbe dato grandi soddisfazioni. Il linguaggio di Bonelli padre è inimitabile. Nizzi ne ha creato uno suo, da commedia brillante come ben dice Virgin, ed in questo è stato un numero uno. I siparietti migliori con Carson - in tutta la saga - sono i suoi.
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