Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2929
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    150

Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. D'accordo con John Deere, sulle idee mai dire mai, non si può escludere nulla. Ma quello che ha scritto le ultime storie (tra queste ci metto pure I Volontari di Hermann, una copia sbiadita e scialba de Fiamme sull'Arizona) è un autore a cui Tex era uscito dal naso. A meno che non si sia disintossicato in questi anni, non credo che possa dare molto di più. La verità è che gli autori, come tutti, invecchiano. Lo spremutissimo Nizzi è invecchiato anzitempo, texianamente parlando: suggerisco però ai nostalgici come pino1980 (capisco la tua nostalgia per Nizzi, sei di poco più giovane di me e quindi presumo che la nostra esperienza texiana sia analoga, anche a me manca la robustezza di Nizzi, anche se la penso in maniera diametralmente opposta rispetto a te su Boselli) di recuperare i romanzi dello scrittore di Fiumalbo: leggeri e divertenti, sono una piacevolissima lettura, un modo diverso per conoscere l'autore da noi così amato.
  2. Leo

    Claudio Nizzi

    No, Traversa non era male, perché obiettivamente in quel periodo Nizzi diede segnali di ripresa. Oltre alle due citate prima, concordo con te che anche Dieci anni dopo sia una storia riuscita. Sul capitolo donne di Nizzi, non si può non rilevare però che per tutte le storie citate sopra (fatta eccezione per Le Iene di Lamont, di cui non ho un gran ricordo, ma che onestamente devo rileggere per meglio cogliere quanto ben sottolinei tu) il soggettista sia un altro. Come non manca di citare Ulzana, Allison dovrebbe essere un personaggio di Civitelli, anche se, come dice sempre Ulzana, senz'altro il personaggio è stato ben caratterizzato da Nizzi. Sono d'accordo che spicchi per "autenticità" e sono altresì d'accordo che sia stata un po' "castrata" per motivi editoriali (Civitelli ha ammesso - se non sbaglio - di aver presentato un soggetto un po' più ardito rispetto alla versione approdata in edicola). C'è peraltro da dire che io trovo Il Presagio non solo una "buona storia tutto sommato", ma una bellissima storia. Non solo per il personaggio di Allison, ma anche per il pathos che sorge dall'incertezza per il destino di Tex, che potrebbe essere morto nella piena, per i due Kit che lo ricercano invano, per un grande Kit Carson che, senza Tex, sbroglia di fatto da solo l'intera matassa assicurando alla giustizia tutte le anime nere della storia. Ed in tutto questo, pure Carson non ruba la scena a Tex, perché in questa trama convivono due filoni, e, nel filone "indiano", indiscusso protagonista è Tex con il vertiginoso ed entusiasmante duello sullo strapiombo.
  3. Leo

    Claudio Nizzi

    Purtroppo non so risponderti, Ulzana. Non mi pare che questi aspetti nel libro fossero specificati. Sorry.
  4. Leo

    Claudio Nizzi

    Non ti devi scusare Virgin, ci mancherebbe! Ti confermo che anch'io sono felicissimo, e lo sarei stato ancora di più se, accanto alle sue splendide storie del periodo d'oro, avesse calato (due volte o tre) qualche altra Fuga da Anderville. Il mio Tex, peraltro, non è quello di GlB, ma quello di Nizzi... la mia prima storia è stata La leggenda della vecchia missione, i miei primi entusiasmi texiani vengono da Fiumalbo... Totalmente d'accordo. Se parlo male di alcune storie di Nizzi (come anche di Boselli, peraltro), è solo perché l'ho incensato quando ho ritenuto di farlo. Se lo esalto quando mi entusiasma, mi sento quasi in dovere di valutare in maniera severa alcune sue storie per me non riuscite. Altrimenti è come se sminuissi le lodi con la faziosità. Il villaggio assediato è piaciuto anche a me. Ma di quel periodo me ne sono piaciute diverse (ricordo ad esempio Puerta del Diablo, da molti stroncata ma che io ritengo molto buona). Solo che, come ammesso candidamente dallo stesso Nizzi nel libro di Guarino, i soggetti di queste storie non sono suoi ma di Traversa, un affezionato lettore che gli passava le sue idee. Nizzi poi dava forma al soggetto e lo sceneggiava. Questo fa capire quanto Nizzi fosse in disarmo negli ultimi tempi. Peraltro, ho mal digerito che proprio lui, che ha tanto e legittimamente criticato l'editore per avergli imposto il ruolo di ghost writer per cinque anni, proprio lui poi abbia fatto subire la stessa "tortura" ad un altro, non accreditandogli la paternità dei soggetti. Beninteso, non poteva farlo, perché di questa collaborazione aveva tenuto Sergio Bonelli totalmente all'oscuro (sapeva che Sergio sarebbe stato del tutto contrario), ma ciò non mi porta comunque ad accettare di buon grado la cosa. L'unico aspetto positivo è stato che le storie hanno ripreso un pò di verve, anche grazie comunque alla bravura di Nizzi nello sceneggiarle. Non avrei saputo dirlo meglio, Ulzana. Tutto quanto. In particolare che la colpa non è solo di Nizzi. E che bisogna mandare al diavolo i ragionamenti quando una storia, magari solo con Tex e non di Tex, è comunque bella. Io sono per le belle storie. Alcune critiche (non tutte) nascono dall'amore per il personaggio e anche - perché no! - dalla stima nutrita verso Nizzi. Non può farmi piacere che un autore per me superlativo mi propini ad un certo punto Oltre il fiume! Lo devo criticare...
  5. Leo

    Claudio Nizzi

    Beh, Satan, mi pare che i messaggi recenti di questo topic siano abbastanza "affettuosi" nei confronti di Nizzi. Ulzana, Ted, Virgin ed io (per citare i soli utenti che hanno ripreso questo topic negli ultimi tempi) siamo tutti grandi estimatori di Nizzi e credo che ciò dal contenuto dei post sia tutto sommato evidente. Medda sembra Dio solo perché ha scritto tre (facciamo due e un quarto, visto che la storia breve non si dovrebbe contare) storie molto belle, e non ha avuto neanche il tempo di essere messo in discussione. Nessun paragone tra Medda e Nizzi, ci mancherebbe: peccato anzi che non se ne possano fare, perché Sergio Bonelli - infelicemente - non ce ne ha data la possibilità. Ma nessun paragone neanche con Faraci, per carità: Nizzi ha avuto un declino (lungo) dopo anni di gloria, mentre il declino faraciano sembra essere arrivato dopo sole tre buone storie. La verità è che di Faraci oggi possiamo dire molto poco, è ancora una potenzialità, non una realtà. Speriamo bene... Anche per me Boselli è il migliore, ma prima di GLB.
  6. Leo

    Claudio Nizzi

    Non vorrei fare il malevolo, ma, attenendoci solo a questo piccolo dato (Tex che subisce gli eventi), in fondo negli ultimi vent'anni Nizzi raramente ha fatto fare a Tex qualcosa di diverso. Di fronte al suo periodo buio (vale a dire, dal 1994 in avanti), la giustificazione del Tex canonico, statico e rassicurante non regge. Dico così soprattutto per rendere giustizia al Tex canonico, statico e rassicurante che Nizzi scrisse con eccellenti risultati nel suo periodo migliore. Il Nizzi in disarmo è palesemente un autore ormai svogliato, che sottobanco si fa scrivere i soggetti da un altro (questo si commenta da sé...) e scrive i dialoghi col pilota automatico inserito, caratterizzando i personaggi ad mentulam e facendo accadere tutto nel modo più piatto e insignificante possibile. Ci sono state eccezioni, ma l'andazzo grosso modo è stato quello. Però, Virgin, la bellezza di Fuga da Anderville non sta nel semplice fatto che Tex subisce gli eventi, ma negli splendidi comprimari a cui Nizzi riesce a dare vita. Personaggi che necessariamente lasciano Tex un po' al margine, tanto sono forti, prendendosi la scena in maniera pesante. Nelle storie post 1994, invece, c'è un autore probabilmente (come dici tu) nauseato, non c'è più neanche il mestiere, e se Tex non è al centro degli eventi non è perché qualche buon comprimario gli ruba la scena, ma è perché non c'è proprio, la scena, tutto è stanco, sfilacciato, imbolsito. Non è un paragone che regge. Il Nizzi di Fuga da Anderville è un Nizzi atipico, splendidamente incoerente con sé stesso. Il Nizzi del post 400 è un autore incoerente, nel senso che spesso le sue storie non hanno capo né coda... Ma anch'io credo che il Nizzi "manierista" sia un ottimo Nizzi. La Congiura è una goduria, Sioux una delizia. Né io ho detto che volevo un Nizzi sempre da Fuga da Anderville. Ma più spesso sì, l'avrei voluto. Questo sì. E avrei voluto anche che Nizzi fosse in grado di riconoscere che Gli Invincibili erano un arricchimento, per Tex, altro che pericolosi. Avrei voluto un Nizzi più vicino a Gli Invincibili, cosa che gli sarebbe riuscita benissimo, a mio avviso: lo ha fatto vedere con Fuga da Anderville e lo ha fatto vedere anche con L'Ultimo Ribelle da te citata: storia bellissima, in cui un comprimario pesante si prende la scena. Ecco, avrei voluto leggere, accanto al Nizzi de La Congiura e de La maledizione di Escondida, anche un Nizzi un po' più boselliano. Il Nizzi "boselliano" a mio parere lo abbiamo letto soprattutto sui Texoni: oltre a L'Ultimo Ribelle, ricordo la struggente Sangue sul Colorado, o anche i Predatori del Deserto, citata da Ulzana. Appunto questo volevo dire: storie meno di maniera e che lasciano invece spazio a personaggi di sostanza. Quindi viva il Nizzi di maniera, senza dubbio, ma peccato per esserci persi un Nizzi diverso che - ne sono sicuro - ci avrebbe dato grandi soddisfazioni. Il linguaggio di Bonelli padre è inimitabile. Nizzi ne ha creato uno suo, da commedia brillante come ben dice Virgin, ed in questo è stato un numero uno. I siparietti migliori con Carson - in tutta la saga - sono i suoi.
  7. Leo

    Claudio Nizzi

    Tra i capolavori, Ulzana, hai dimenticato Fuga da Anderville, che invece è importante citare proprio in questa sede. Tu dici che a Nizzi è mancato il coraggio di ottenere una maggiore libertà dai cosiddetti canoni o schemi rigidi bonelliani, ma io non credo si sia trattato di mancanza di coraggio. Quella di Nizzi era una "poetica", una convinzione, un modo di vedere ed interpretare Tex. Nel libro-intervista di Guarino, Nizzi dice ad un certo punto che la texianità per lui è un buon bagno caldo in cui immergersi ogni mese per ritrovare vecchie e piacevoli sensazioni. Con questo Nizzi ha efficacemente palesato il suo modo di intendere Tex, un modo statico, tranquillo, quella tranquillità e quella staticità condannate, qualche post fa, da Carlo Monni che invece ha sempre preferito situazioni dinamiche come quelle di Ken Parker o de La Storia del West. Ed io sono d'accordo con lui. E con te, da quanto ho capito. Solo che tu parli di una mancanza di coraggio: e invece no, era vera convinzione. L'unica volta che si è discostato da questi suoi criteri rigidi, oltre a Furia Rossa, è stato con Fuga da Anderville, una storia che acuisce in me il rimpianto di non aver potuto vedere Nizzi altre volte infedele a sé stesso. Qui Nizzi è stato splendidamente incoerente, per una volta non è Tex al centro della storia, che anzi subisce gli eventi e non è mai determinante. Assiste alla morte del povero Tom, di Leslie, di John ed infine del vecchio Howard Walcott senza avere mai la possibilità di intervenire. I protagonisti in questa storia sono i Walcott, proprio quei comprimari rubascena così spesso rimproverati a Boselli. Lo stesso Mauro una volta ha affermato che la storia di Nizzi che avrebbe voluto scrivere lui è Fuga da Anderville. A Nizzi non mancavano le doti per scrivere capolavori epici alla Boselli, per intenderci, solo che non ha voluto scriverli. Non ha voluto scriverli, perché li vedeva poco texiani. Ha scritto quindi un Tex "di maniera" ed io di questo me ne dolgo e tanto. Se avesse voluto scrivere un'altra Fuga da Anderville, ci sarebbe riuscito, e ci avrebbe deliziati ancora. Ma, come ben scrive Ted, forse quel manierismo è stato anche una necessità e una fortuna che hanno salvato Tex in un periodo ed in un contesto in cui la salute editoriale del ranger avrebbe potuto volgere male in maniera anche irreparabile. ecco, questo a mio parere è un punto cruciale. Nizzi s'è preso sulle spalle Tex in un periodo in cui la massima preoccupazione era di non far avvertire al pubblico il cambio di timone. Addirittura la firma gli fu negata. Boselli invece ha potuto scrivere le sue storie sempre sapendo che la sua innovazione (che è indubbia, checché ne dica lo stesso Borden) sarebbe stata compensata dalla scrittura tradizionale di Nizzi, con il quale per anni si è alternato. Nizzi questa tranquillità non ce l'ha mai avuta. E non è escluso che ciò in qualche modo lo abbia condizionato portandolo a scrivere in un certo modo e facendolo convincere poi che quello e solo quello era il modo di scrivere Tex. Un modo superlativo, intendiamoci, ma non epico, non "caldo", ed anzi talmente "distaccato" da rendere cieco l'autore di Fiumalbo anche di fronte a storie capolavoro come Gli Invincibili, che lui, molto poco carinamente nei confronti del collega Boselli, definì "pericolosa". Pericolosa perché Tex era messo in un angolo ed il protagonista era il ribelle irlandese! Ma l'avessi fatto tu, Claudio! L'unica volta che hai messo Tex in un angolo lasciando la scena a Joh Walcott, hai partorito il tuo più grande capolavoro! Io comunque mi attacco al periodo che preferisco. Non faccio finta che gli altri non ci siano, e che mi sia dovuto sorbire I Fratelli Donegan! Dico solo che preferisco ricordarlo per i suoi capolavori. Mai epici, purtroppo, perché il senso dell'epico per l'appunto non c'era. Ma perfetti dal punto di vista del linguaggio, della texianità, e - vivaddio - del divertimento! che poi è quello che chiediamo alla fine. Se Gli Invincibili mi commuove, è vero pure che La Congiura mi avvinghia in una lettura mozzafiato. Se Cercatori di Piste mi porta a solidarizzare con i personaggi, è vero pure che L'Uomo con la frusta mi affascina per la sua architettura. Se voglio leggere un grande western, mi leggo La Grande Rapina. Se voglio un epico Carson, leggo Il Passato di Carson, se voglio un Carson invece irresistibile per simpatia, leggo La Leggenda della Vecchia Missione. Questo per dire che Nizzi lo adoro. Ma che, almeno ogni tanto, avrebbe potuto concedersi il lusso di scrivere altre Fuga da Anderville. Ne avremmo guadagnato noi e lui!
  8. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Però leonora è più bella e affascinante dai... Piccinelli l ha fatta proprio bene...
  9. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    E' vero natural. Sta appassionando anche me che solitamente sono allergico alle storie inverosimili, ma questa è veramente coinvolgente...
  10. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Ma resterà donna? Comunque questa è l arte del racconto: creare l attesa...
  11. Leo

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Intanto ben trovato, Jack: ormai hai diradato le tue presenze su questi lidi, ma leggerti per il sottoscritto è sempre un piacere. Ti quoto perché io stesso ho alcune perplessità sulla trama. Nel primo albo ho trovato strana l'arrendevolezza dei quattro killers che inseguono con tanta tenacia Guzman e Palacio e poi si bloccano davanti al fucile del solo Eusebio. Dopo questa inspiegabile pausa, ritornano a cacciare con la protervia di prima solo da quando arrivano Tex e pards. Già ho detto nel mio primo commento che questi passaggi mi sono sembrati troppo al servizio della storia. Nel secondo albo mi è sembrata invece troppo veloce la fase in cui i Diago sgominano i ribelli: perché non lo hanno fatto prima? Non credo che non fossero a conoscenza del loro covo. E' chiaro che qui probabilmente li hanno solo sfruttati per stornare i sospetti sulla famiglia, ma se è così perché fino a quel momento avevano consentito di starsene indisturbati? A parte questi aspetti poco chiari (che probabilmente resteranno inspiegati), la storia è veramente avvincente. Da maestro consumato Borden mette in piedi una sceneggiatura che non si concede e non ci concede pause, ed è bellissimo il passaggio in cui tutti si ritrovano nella biblioteca dei Diago e tutti hanno scoperto qualcosa: Tiger ha ucciso un uomo serpente, Morisco ha capito il mistero di quella spaventosa famiglia, Kit è addirittura riuscito a parlare con l'irraggiungibile Leonora... Sì, Leonora è un bellissimo personaggio, il più "draculiano" della storia. Nel primo albo, la scena in cui Palacio arriva alla magione dei Diago mi ha ricordato l'arrivo di Jonathan Harker al castello di Vlad. Ci ho voluto vedere, forse a torto, anche un velato omaggio di Mauro ad un romanzo che credo che al Nostro piaccia molto. In Leonora ci vedo un po' Dracula: un personaggio maledetto, con una capacità di amare che lo umanizza ma condannato dalla sua natura mostruosa al male. Leonora è così: un personaggio dall'"essenza buona", ma che potrebbe divenire, suo malgrado, una presenza malvagia. I "famosi grigi boselliani", dice natural killer. Gli splendidi grigi boselliani, aggiungo io: è grazie alla presenza di questi personaggi che ci appassioniamo alle storie, sono loro a rendere le trame non scontate e quindi intriganti e avvincenti fino alla fine. Ci sono dubbi che Tex e company abbiano la meglio sui serpentoni? Nessun dubbio, ma che ne sarà di Leonora? Questa è il personaggio chiave, il suo destino (condannata dalla sua malattia a morire o a essere uccisa da parte dei pards o salvata da qualche trovata geniale del Morisco?) ci appassiona, come quello di Colorado Belle, del Sergente Torrence, di Glenn Corbett, ecc. ecc.: io di Boselli ho sempre amato i comprimari e Leonora, per quanto non rubi affatto la scena (tutt'altro), è una figura bellissima, draculiana e boselliana. Non bisogna neanche tirare troppo la fune con una risoluzione di tipo fantastico del problematico caso offerto da Lenora. Sandoral potrebbe anche essere, lui stesso, una creatura dell'abisso, cioè un essere subumano, ciò che spiegherebbe il ruolo preminente che ha nella famiglia dei Diago. Ym, io credo che non ci siano dubbi che Sandoral è una creatura dell'abisso. Nei sotterranei, i suoi occhi sono occhi di serpente, non occhi umani: credo che i disegni lo mettano ben in evidenza. Il tema è interessante non tanto per il voltafaccia che preventiva NK e che comunque non avremo. In questo stesso forum Mauro Boselli diversi anni fa aveva spiegato come lui ritenesse impossibile cambiare, nella storia in corso, l'identità positiva, o negativa, di un suo personaggio. E' un assioma. Per cui se a pagina X sta scritto a chiare lettere che nella famiglia Diago, Lenora e il padre - non a caso entrambi restano chiusi a chiave nei rispettivi appartamenti - sono dei "buoni", non potremmo mai avere una repentina trasformazione, perché sarebbe un inganno "letterario" perpetrato ai danni del lettore. Non è nello stile di Boselli, che nelle sue storie si diverte un mondo a lasciare, infatti, disseminati tutta una serie di indizi convergenti che operano in maniera latente, e che in linea teorica dovrebbero orientare la nostra lettura, ma che spesso passano invece inosservati se la lettura è disattenta. Il tema è interessante, dicevo, per un altro ordine di motivi. Lenora è malata. Lenora si configura poi come la donzella da mettere in salvo. Tex, e non il dottor Palacio, provvederà, come sempre, a fare piazza pulita della famiglia Diago. Più difficile sarà il compito del Morisco, definito come l'unico in grado di salvare Lenora dal suo destino. A questo mira palacio nella sua folle e sfortunata corsa verso Pilares. Ma la ragazza potrebbe anche non essere "guarita". L'origine del suo male è infatti genetico, non bastano delle erbe e degli intrugli per operare il miracolo. Questo è un punto di svolta fondamentale. O Morisco (cioé Boselli) escogita un sistema per cui Lenora ritorna "normale" oppure la sua figura di grande medico ne esce ridimensionata. Se è vera la seconda ipotesi, ovvero che Morisco non può niente oppure può al massimo fermare gli effetti devastanti della malattia, ad intervenire come ultimo attore del dramma deve essere Tex, con la sua colt. Spiego meglio questo concetto. Lenora è buona e resterà buona. Ma come dice NK è donna e quindi anche possibile "vipera", ovvero la sua progenitura, che nessuno può escludere a priori, potrebbe rivelarsi di natura evidentemente malvagia, come del resto sono tutti gli altri componenti della famiglia Diago e gli altri della stirpe dell'abisso, in linea decisamente maggioritaria. Può Tex far affidamento sul buon senso della ragazza, una volta che apparentemente guarita, resterà condannata alla castità ? Può Tex far affidamento sul suo infallibile sesto senso ? Si rimetterà anche questa volta la decisione finale ai voti ? Concludendo, Lenora morirà per mano degli antagonisti, perché nessuno dei nostri può usare la violenza contro di lei. Ma sarà sempre una sconfitta per chi era stato chiamato a soccorrerla, a meno che non si dia la morte di sua mano. Bellissima analisi, che condensa la bellezza del personaggio di Leonora: se Morisco (Boselli) non riuscirà a salvarla, l'ultimo atto sarà della colt di Tex? O di nuovo non saprà che fare, stretto in un rompicapo tremendo? Farà come Mina Murray, che decapiterà quel mostro che ama per poi piangerne la morte? Un dramma possente, quello che si anticipa: speriamo di non restare delusi, ma c'è davvero da fare i complimenti a Boselli per tutto il pathos che è riuscito a creare. Tu dici che da qualche parte si afferma che il padre è un buono? Io pure lo credo, ma non ricordo che lo si dica né esplicitamente né velatamente (dove e chi lo dice?). Peraltro, io ho pure pensato che il grosso anaconda altri non sia che il padre, la cui evoluzione in rettile è completa e definitiva. Un buono, quindi, ormai condannato dal male in maniera irreversibile. Io mi son fatta quest'idea...
  12. Leo

    Un Nuovo Arcinemico Per Tex?

    A parte la bella battuta di Ymalpas, anche per me Jack Thunder è morto: un personaggio così "trash" va bene in una singola (e peraltro molto bella) storia caratterizzata in maniera molto particolare, ma farlo tornare significa riproporre un certo clima che è più zagoriano che texiano...
  13. Leo

    Un Nuovo Arcinemico Per Tex?

    Si è scontrato anche con uomini serpente... Ma se proprio deve essere un vampiro, io direi una vampira... Per me il vampiro è innanzitutto una figura romantica, non horrorifica. Un vampiro prima o poi Tex l ammazzerebbe, diverso potrebbe essere per una vampira seducente che magari fa anche breccia (solo in virtù dei suoi poteri magici eh) nel cuore del nostro ranger tutto d un pezzo...
  14. Leo

    [651/653] Luna Insanguinata

    Complimenti a Betta per il fiuto!!!
  15. Leo

    [651/653] Luna Insanguinata

    Storie con Tex giovane mi attraggono molto. Come già molti di voi avete detto, quei quindici anni non svelati da Bonelli senior coincidenti con la crescita di Kit lasciano possibilità narrative praticamente illimitate, terreno vergine ed ultra-fertile per la fervida fantasia del Maurone nazionale e degli altri suoi colleghi. Peccato che, da quel che mi pare di capire, il nostro ranger non sarà accompagnato da un amico/collega con baffi e pizzetto neri... un'assenza per me pesantissima, anche se ad esempio Missouri, altra storia boselliana-mastantuoniana, mi piacque tantissimo nonostante l'assenza di quel personaggio per me quasi imprescindibile... La presenza della bella Ada mi intriga altrettanto. Siamo in un periodo in cui Tex, con la focosità della sua gioventù, non era castigato come oggi. Questa Ada potrebbe aggiungersi a Lupe, a Tesah e alle altre sconosciute prede del nostro Tex...
  16. Leo

    [651/653] Luna Insanguinata

    Non credo proprio invece. Esanime ma non defunta. Nella vignetta Tex è chiaramente un salvatore, non un becchino...
  17. Leo

    [Color Tex N. 06] Stelle Di Latta E Altre Storie

    D accordo con te Ym. Medda è un regista vero, lo è stato in tutte e tre le sue storie texiane. Mi dispiace non riuscire a leggere di fantascienza, penso che le sue storie mi sarebbero piaciute molto.
  18. Leo

    [651/653] Luna Insanguinata

    Copertina molto bella. La tripla con mastantuono è veramente ghiotta...
  19. Leo

    [Color Tex N. 06] Stelle Di Latta E Altre Storie

    In realtà è sicuro anche per un altro particolare: le sacche della refurtiva. Sono lì, nell ultima vignetta. Nessuno le ha portate via.
  20. Leo

    [Color Tex N. 06] Stelle Di Latta E Altre Storie

    Non troppo rapidamente Cheyenne se pensi che tex ha dormito talmente profondamente da essere svestito da coronel senza accorgersi di nulla. Comunque quello che dici è vero: l autore più volte lo rimarca facendo dire a Tex che Coronel non ha possibilità, che trema troppo, ecc. Ma alla fine pensavo che non avesse avuto il cuore di sottrarre a Coronel la sua occasione di vendetta, considerando che quella da tempo era l unica ragione di vita dell uomo. Storia comunque bellissima.
  21. Leo

    [Color Tex N. 06] Stelle Di Latta E Altre Storie

    Carlo, la mia era solo una provocazione, in effetti non esplicitata bene: in soldoni volevo dire: che aspettano ad arruorarlo??? Per quanto è bravo, avrebbero dovuto farlo da tempo... Non sapevo che in futuro si dedicherà a Tex. Magari tu l'avrai anche scritto nelle tue anteprime (per le quali ti ringrazio, io come penso tutti gli altri del forum, sei una preziosissima miniera di informazioni), ma io ho pochissima memoria per i nomi di autori di cui non ho letto nulla, e Benevento è uno di questi.
  22. Leo

    [Color Tex N. 06] Stelle Di Latta E Altre Storie

    Mai stato un amante delle storie brevi, mai stato un amante (viscerale) del colore. Ma che color, ragazzi! Il più bello di sempre... Mi piacerebbe fare una classifica di queste storie, come già molti di voi hanno fatto, ma il fatto è che non ce la faccio proprio! Sono storie troppo diverse tra di loro e tutte e quattro mi hanno entusiasmato, per cui alla fine sono anche contento di non riuscire a manifestare delle preferenze a causa di un'estrema soddisfazione per tutto quello che ho letto. E sto parlando di storie brevi, cioé di un formato che non mi ha mai convinto e che ancora per la verità non mi convince. Le storie brevi tipo color estive non mi sono mai piaciute, in effetti, e le storie dell'Almanacco altrettanto; queste del color Tex autunnale sono storie brevissime, non brevi, ed evidentemente questo tipo di storie lo apprezzo e molto, dato che anche il precedente color Tex mi è piaciuto così come le storie brevi apparse su quotidiani e riviste nel corso degli anni. Gli autori, nonostante la franca ammissione di Borden in seconda di copertina ("quella del racconto breve è un'arte difficile che non riusciamo ancora a padroneggiare come vorremmo"), si sono invece superati: sapendo di avere a disposizione poche pagine, hanno puntato sull'intensità delle stesse, ed hanno raggiunto appieno l'obiettivo. Se devo attribuire un aggettivo a questo Color Tex, dico che quest'albo è INTENSO. E drammatico, anzi tragico, epicamente tragico. S P O I L E R Già le prime vignette mi hanno fatto sospirare. Ah, Medda... La sua Bande Rivali per me rivaleggia con i grandi capolavori della saga. Un esordio fulminante come quello di Boselli e Berardi. Peccato che, come quello di Berardi, non abbia avuto seguito (a parte Orrore). Ciò che più mi colpì nelle storie di Medda sulla serie regolare era il taglio molto cinematografico delle sue sequenze e dei suoi dialoghi, e questa sua caratteristica l'ho ritrovata anche nel suo contributo al Color, specie nella presentazione che fa dei due ex sceriffi, l'orgoglio dell'uno e l'amarezza dell'altro. Benevento molto "villiano", non mi spiego perché ancora non sia stato arruolato sulla serie regolare. Superlativo. Ammetto che invece ero diffidente nei confronti di Burattini. Non so bene neanch'io perché, non avendo mai letto niente di lui, non essendo io un lettore di Zagor. Ed invece la sua storia è forse la più drammatica e sicuramente la più commovente, con una figura epica qual è quella di Coronel. Per la verità, l'espediente del narcotico l'ho trovato improbabile, perché Coronel non poteva sapere quando si sarebbe risvegliato Tex. Una forzatura che non mi è piaciuta. Io per la verità avevo pensato piuttosto ad una soluzione tipo quella del finale di Per qualche dollaro in più, in cui Clint Eastwood lascia che sia il colonnello a battersi in duello contro l'Indio, perché aveva capito che era giusto non sottrargli la vendetta per la morte della sorella. Avevo quindi immaginato che Tex avesse volutamente lasciato la scena a Coronel, per consentirgli di provare ad ottenere la sua vendetta. Nonostante tutto, però, la storia resta bellissima, con questa figura tragica di Coronel che raggiunge sua figlia Soledad... I disegni di Camuncoli sono bellissimi, ma credo debba ancora affinare il suo Tex. Il suo ranger colosso tipo Fusco non mi ha convinto appieno, ma grande prova per il resto. Paco ha definito la storia di Boselli Dylandoghiana, per la sua vicinanza a Johnny Freak o ad altre storie sclaviane incentrate sulla paura del diverso. Concordo in pieno. A me ha fatto venire in mente anche Il miglio verde, in cui le ragazzine vengono trucidate da un ragazzo della zona ed invece tutti se la prendono con l'orco cattivo. E non ho potuto fare a meno di pensare anche alla nizziana Sangue sul Colorado, per la figura tragica del padre che uccide il proprio figlio ormai degenerato. Tra tanto - stupendo - dramma, ho apprezzato anche la scena iniziale, in cui Carson si lamenta con Tex rimproverandolo di avere sbagliato strada. Solitamente Carson viene smentito dai fatti, e stavolta è invece lui - incredibilmente - ad avere ragione! C'è poco da fare: il nostro Borden ha proprio un debole per il Vecchio Cammello... Rossi sontuoso in tutto, salvo che nella caratterizzazione - estremamente personalistica - dei pards. Ma, a parte questo (che però non è poco), sontuoso. E veniamo alla storia di Recchioni: anche qui riprendo un aggettivo di Paco: geniale... o, come dice Cheyenne: Tex in carne ed ossa o la sua nemesi? Non lo sapremo mai, ma senza dubbio il contributo del nuovo curatore di Dylan Dog è di un'originalità entusiasmante. L'ultima sequenza, dall'inseguimento alla morte di tutti i banditi, è semplicemente da urlo! Pura goduria! Anche grazie ai disegni di un maestoso Accardi, il cui unico neo è proprio il volto di Tex, senza dubbio da migliorare. Ma per il resto, complici anche gli eccezionali colori, sembrava di cavalcare anche noi nella Monument Valley... Colori eccellenti, in tutte e quattro le storie. Anch'io spero che il Tex estivo si adegui, anche a costo di un aumento di prezzo. Copertina di De Vita molto bella, mi ha un po' ricordato lo stile di Capitanio. Infine menzione speciale per il curatore: il Color Tex autunnale è un prodotto eccellente, sia in sé che come mezzo per (come dici tu) "scoprire angolazioni insolite della saga texiana". Angolazioni ma anche autori, per i quali speriamo che il color sia solo l'inizio di una collaborazione futura per il nostro ranger.
  23. Leo

    [Color Tex N. 06] Stelle Di Latta E Altre Storie

    Le tavole, salvo quel primo piano di Carson in effetti, sono eccezionali! E' uno spettacolo che non vedo l'ora di avere tra le mani!
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.