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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Analizzate al lanternino, anche le storie tue e di GLB presenteranno dei difetti, a volte manifesti e altri invisibili alla maggior parte dei lettori. Quello che dico spesso a Diablero è che con Fuga da Anderville, ma in generale con tutto Nizzi, c'è la precisa volontà di buttare il bambino insieme all'acqua sporca. Perché il bambino lo vedono più sporco e marcio della stessa acqua. Vanno rimossi e cancellati trent'anni di Tex, si dovrebbe passare da Bonelli a Boselli. Punto. E questa ottica talebana tentano di imporla facendo sentire ridicoli gli interlocutori o parlando (urlando) di boriosi coglioni. I coglioni qua ce li siamo solo rotti, perdonate il francesismo. Si perde la voglia di parlare di Tex, anche se a giudicare dal numero dei post non si direbbe E peraltro, se non ci fosse stato Nizzi a tenere il timone con il suo Tex 1.5, sostanzialmente fedele all'originale almeno nella forma, non ci sarebbe stato Boselli con la sua carica innovativa. C'è voluto un intermezzo, il tempo doveva maturare. Ciò che purtroppo andava evitato era l'iperproduzione nizziana degli anni bui, soprattutto perché avevi già un Boselli in scuderia a cui lasciare più spazio. Assolutamente d'accordo. Una delle storie che amo di più, nonostante la caratterizzazione completamente sbagliata di Tex. Ma la storia è valida, andava limata per rendere Tex più fedele a quello bonelliano.
  2. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Il fatto stesso che la sua testimonianza sia stata asciutta, priva di qualsivoglia interpretazione personale, fa capire il conflitto intimo di Tex. I dubbi ci sono, non c'è bisogno di spiegarli con un baloon pensato come quello che hai proposto tu a Boselli. Le cose possono essere lasciate sfumate, questa storia fa anche delle ambiguità i suoi punti di forza. Vergognoso, o obbligato per non rendere vano il sacrificio dell'amico? Qui ne ho discusso con Letizia fino allo sfinimento, la cosa si può vedere da diverse angolature, la mia non è quella della vergogna, la tua sì. Ci può stare, ma non parliamo di verità assolute.
  3. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ammetto di essere stato poco chiaro. "Le" faceva riferimento alle "cose", all'amarezza, all'amicizia ritrovata con John, all'amicizia di sempre col Vecchio Cammello, dal quale Tex non vuole parole di consolazione. Vuole solo la sua presenza, vuole solo che sia con lui al bar o saloon, a bere birra che non è un banale sbronzarsi, è l'atto cameratesco che simboleggia la vita che continua, che rappresenta il bello della vita, dopo le troppe brutture che Tex ha dovuto trangugiare. Era un complemento oggetto neutro, non so perché mi sia venuto al femminile. Ma rappresenta tutto questo. Ho sempre pensato, dalla prima volta che ho letto questo che continuo a ritenere un capolavoro, che quella vignetta fosse magnifica. Ce l'ho come immagine di copertina dal 2012 non a caso. Ci ho sempre visto quelle cose che ho descritto sopra, e credo che l'autore volesse trasmettere proprio quei sentimenti. Quindi sono rimasto sorpreso, non lo nego e lo dico in tutta sincerità, delle conclusioni diametralmente opposte alle quali siete giunti tu e Papesatan. Siete ciechi? Credo che tu abbia ragione quando dici che la storia ti ha talmente spoetizzato prima (Tex che accetta la morte di Tom, ad esempio) da non consentirti di essere nella disposizione d'animo di sentire il bello che c'è in quella conclusione. È una vignetta che non dice nulla, di suo, ha solo il potere (magico) di evocare. Ma quella magia bisogna essere pronti a recepirla. Se qualcosa, prima, ha guastato la lettura, ecco che si perde la magia. Nessuna cecità, quindi. Quanto al "cara signora", lo uso spesso con le mie amiche e amici in tono scherzoso e non voleva assolutamente essere offensivo. Nessuno scherno: torna quello che dicevo prima, lo strumento scritto spesso ci frega. Penso che anche Diablero, pur con tutte le incazzature che si prende e che mi fa prendere, mi starebbe comunque simpatico se di queste cose discorressimo dal vivo. Per Tex, john è un enigma. Se c'è una cosa su cui avete ragione è che Tex non ci ha capito una mazza di tutta questa storia. Quello che contesto è che per voi il vero Tex non può essere ingannato mai, nemmeno davanti a un evento così mostruoso e contronatura (l'omicidio dello zio verso il nipote). E invece la vicenda è talmente aberrante da aver ingannato anche un giovane (si badi bene, anche se non sembra è ancora giovane) Tex, che peraltro si muove sul terreno minato del Sud in piena guerra civile, cosa che gli impedisce di indagare oltre (se anche ne avesse l'intenzione, cosa che non sembra avere e questo concordo che è poco da Tex). Tutto questo per dire che Tex non è un ingrato, troppo semplicistico. È vero che John gli chiede di serbare un buon ricordo di lui, ma Tex, ignaro di come sono andate veramente le cose, non può violentare la sua mente dicendo: "ah cavolo, in punto di morte questo mi ha detto di conservare un buon ricordo di lui, e io invece ancora sospetto di lui, che ingrato!". Non puoi innestare il pilota automatico nella mente. Se non sai come sono andate le cose, il cruccio ti resta. È umano.
  4. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    E invece io le vedo tutte là, l'ho scritto anche in un articolo su FDA che scrissi anni fa per il TWM. Tu non le vedi. Sono un parto della mia fantasia? Una tua parziale cecità? Boh io continuo a pensarla così, ma non ne usciamo Per la storia di Borden su Moss keegan, fui rimproverato di stravolgere il significato delle vignette, rendendole più "poetiche" con i miei voli pindarici. Mi rimproverarono di aver visto in Keegan tutt'altro personaggio rispetto a quello che si vedeva nella storia. Di aver sovrainterpretato le vignette dandone una versione tutta e solo mia. È tutto sul forum. Io risposi che sbagliavano a rimproverarmi queste presunte libertà, che tutto era detto già tra le righe da Boselli. Chiedemmo l'interpretazione autentica all'autore. Indovina cosa rispose? Però ribadisco che non pretendo di convincerti, cara signora
  5. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Tex fa un errore, quello di citare Walcott, non perché sia la satira di un borioso coglione (toni fondamentalisti) ma perché ritiene, sbagliando, che millantare quell'amicizia possa giovargli ad incartare definitivamente i sudisti. È vero che è già passato, ma è vero che è sotto pressione, è giovane all'epoca dei fatti, compie uno sbaglio in fin dei conti plausibile. Non perché sia un borioso coglione, ma perché può succedere anche a uno come Tex. Mi spiace tirare per la giacchetta Borden, ma è comunque intervenuto anche lui, che non si sottrae mai al dibattito, e quindi mi permetto. Ciò che per te fa di Tex un borioso coglione (anzi, la satira di un borioso coglione), per altri è solo un errore, che può starci in un frangente simile. Possiamo avere due visioni totalmente distanti della cosa, come sideralmente distante è la mia visione sull'ultima vignetta rispetto a quella di Letizia o Papesatan. Si tratta di sensibilità, di farci andare o meno determinate cose. Non puoi avere la pretesa oggettiva che in questa storia non ci sia Tex, che sia irrispettosa del personaggio, parlare addirittura di mandanti e moventi, se anche l'attuale curatore - custode dell'ortodossia texiana - l'ha apprezzata non reputandola così scandalosamente antitexiana. Ora, so che questa mia riflessione non è decisiva (tu puoi continuare a pensarla così contestando anche il curatore), ma l'autorevolezza di Boselli dovrebbe almeno indurci a pensare che, al netto di errori o di situazioni al limite (che nessuno qua disconosce), la storia non sia così tremenda, che non possa essere considerata in maniera oggettiva quel "crimine" di cui tu parli col tuo linguaggio colpevolizzante. Non è che non ti stiamo a sentire, è che tutte le tue motivazioni non ci appaiono cosi decisive come invece appaiono a te, nemmeno questa del borioso coglione.
  6. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Con il rischio, alto, di sbagliare. Invece i lettori hanno avuto tra le mani un Tex inedito, nuovo, ispirato. Dove la cifra non sta (solo) nei personaggi grigi (che c'erano in Glb ma non quanto in Boselli), ma nel peso specifico che questi avevano, nella loro profondità, nel loro vissuto, nelle loro contraddizioni. In questo senso, ho sempre trovato FDA la storia più boselliana di Nizzi. Anche in questa ottica si spiega la mia predilezione per questi albi.
  7. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Questa è una testimonianza significativa e per me inedita. Non immaginavo che glb non sopportasse il Tex di Nizzi, anche se la componente "irritazione" ci sta tutta e magari avrà pesato anche per oltre il 50%. Né immaginavo che anche tu giudicassi il Tex di Nizzi senz'anima e senza mordente. Non escludo che questa tua percezione, come quella di molti altri - anche presenti qui - sia legata al fatto di aver vissuto il passaggio in presa diretta, e di aver subito il contraccolpo del cambio dello sceneggiatore (anche se all'epoca il passaggio di testimone non era cosa nota - forse lo era per te, che eri già dentro?). Peraltro che il Tex di Nizzi abbia meno mordente, quanto a personaggio, di quello di Glb è abbastanza palese, perché è impossibile eguagliare lo stile e il linguaggio di Bonelli. Mentre trovo ingeneroso (ma non giudico) che fosse anche giudicato senz'anima, perché il primo Nizzi io credo abbia reso ottimi servigi a Tex, salvando baracca e burattini. Concordo. Chissà se al grande vecchio sarebbe piaciuto il Tex 2.0 di Boselli. Un Tex non diverso dal suo ma un modo di narrare completamente inedito (per Tex), in cui si vede l'influenza di D'Antonio e Berardi, le cui lezioni, e non solo le loro, miscelate in salsa texiana, hanno consentito ad un autore con l'inventiva e col talento di Boselli di generare capolavori.
  8. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Tu quoque? Tu, fedele prosecutore dell'opera di Glb, non ti sei scandalizzato di fronte a un finale così eretico e scritto in totale spregio del personaggio bonelliano? Cadono tutte le certezze aho' Ok, ma il concetto di fondo è quello espresso anche da Carlo, e cioè che glb avesse nei confronti di Tex un atteggiamento più laico di molti suoi lettori puristi.
  9. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Se sappiamo queste cose, cadono le incertezze citate da Diablero. Se poteva aggiustare dialoghi e bocciare scelte, è facile che GLB fosse nei confronti del suo personaggio più elastico di molti lettori.
  10. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Però anche questo è un atteggiamento oltranzista. Jim bacchetta Tex bonariamente, per scherzo. E anche Tex qualche volta potrà anche scherzare no (comunque la scena non piace neanche a me)?
  11. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Certo, questo è un Tex che anch'io reputo troppo al di là del personaggio. Eppure è stato proposto. E con GLB ancora vivo. Personalmente ci sorrido e passo sopra. Ma il Tex di FDA è altro, è in linea col personaggio (anche se tu dici di no e io colgo le tue osservazioni, senza disconoscerne la validità ma reputandole solo troppo rigide, pur non essendo prive di ragione).
  12. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Premesso che i momenti vanno vissuti, considera che John era morto molti anni prima. Considera anche che Tex è un uomo duro, non una mammoletta che si ferma a piangere. La sua reazione è in linea col personaggio. La mia reazione? Che ne so, forse avrei fatto come lui e forse no. Ma io in tanti casi della vita reagirei in modo diverso da Tex. Qui il nocciolo non sta su ciò che faremmo noi: noi non siamo Tex, non viviamo nell'Ottocento, non siamo rotti a tutte le esperienze. La domanda è se la reazione sia sbagliata o meno. Per me, assolutamente non lo è. La tua sensibilità, evidentemente diversa dalla mia, ti porta a pensare che lo è. Bene, prendiamone atto. Ma non pretendiamo di dire che la scena finale è una cazzata, perché ognuno la legge come crede e in linea con il proprio modo di essere. Io credevo che la vignetta finale di questa storia fosse parlante, ce l'ho da sempre nella mia immagine di copertina di questo forum. Apprendo - non nego che sia un po' sorpreso francamente - che così non è per tutti. Ok. Ne prendo atto.
  13. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ho già risposto ieri a Letizia che di questa storia abbiamo già discusso, nel merito, a iosa qualche mese fa, e già allora abbiamo sviscerato i singoli punti. Ho già risposto alle critiche che tu fai alla storia militarista, al fatto che i sudisti sono rappresentati tutti come criminali, al fatto che Tex non ne becchi una e provoca la morte di innocenti, ecc. Non concordo con nulla, ritengo che la storia sia stata costruita in un modo tale che la "sconfitta" di Tex non fosse a lui imputabile, a causa delle circostanze straordinarie, della mostruosità del gesto dello zio, del rapporto conflittuale tra i nipoti, del terreno che scotta sotto i piedi a Tex, che è un nordista in tempo di guerra e che non può indagare a caldo, ecc.ecc. Non è che io ami vedere Tex sconfitto; semplicemente assisto e mi emoziono di fronte a una vicenda drammatica, ben costruita, con i bei personaggi di John e Leslie (anche su Leslie non andiamo d'accordo, perché io l'ho sempre ritenuto un personaggio a suo modo positivo), con un Tex che si muove in un contesto tremendo e fa quel che può, comportandosi da Tex (e qui più volte ho ribattuto a Letizia, ma abbiamo posizioni irriducibili e ci sta). Ho anche detto che l'eccezionalità della storia sta anche nel suo esito, e se per una volta Tex non ne esce pieno vincitore, sacrificato ad una vicenda che si vuole scrivere a tinte più fosche, non mi sembra una tragedia, o un tradimento del personaggio. Poi c'è un altro aspetto: amare Tex non significa volerlo sempre vincente. Ad esempio, un'altra storia che amo è Il Colonnello Watson. Lì sì che Tex è un minchione e ci sarebbe da storcere il naso troppe volte. Eppure, il mio modo di essere lettore mi consente di amare anche quella vicenda; so che Nolitta ne dà un'altra interpretazione, sembra quasi un altro personaggio, ma questo non mi impedisce di gustarmene la lettura. Non credo che GLB abbia gridato allo scandalo quando ha letto le storie del figlio. Non credo abbia protestato o abbia preteso non uscissero. Era probabilmente meno oltranzista lui di tanti qua dentro. Il problema non è la critica in sé. L'offesa alla singola persona inoltre non c'è mai, né da parte tua né di altri. C'è una boria, un'arroganza, nel tono, e nei giudizi su una certa categoria di lettori. E c'è in quasi tutti i topic, non solo su questo. Sei indisponente, perché vuoi esserlo, perché vanno bacchettati tutti coloro che si allontanano dal verbo Glbonelliano (ecco che l'offesa personale la sto facendo io, ma credo che non te la prenderai, perché immagino tu sia del tutto consapevole di ciò che sei e che vuoi essere, del ruolo da Savonarola che hai voluto ritagliarti). Quando dico che non c'è serenità a parlare, non intendo solo di questa storia o del fatto che parlarne lede la mia autostima. Intendo che il tuo modo di criticare è aspro, il tuo modo di fare è saccente, la tua pretesa di oggettività inaccettabile. Ma cosa dovrebbe fare, Tex? È un uomo duro, non si ferma certo a piangere in solitaria per una morte avvenuta decenni prima. Quello che ora domina il suo animo è un sentimento di rabbia, di disgusto, ed è quello che vuole annegare in compagnia dell'amico di sempre. È talmente nauseato da ciò che ha dovuto ascoltare, tra l'altro senza poter reagire perché ha di fronte un moribondo, che non gli resta che trangugiare il boccone, e vuole farlo in compagnia dell'amico di sempre e ricacciandosi nei rumori e nelle luci della vita.
  14. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Parli del forum di qualche anno fa? Epiteti offensivi comunque non ce ne sono, ci sono allusioni velate, che è forse peggio... ma epiteti offensivi mi pare di no. O sbaglio pure su questo?
  15. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Purtroppo mi capita, nei miei post, di riassumere varie posizioni senza specificarne gli utenti, e ciò genera confusione, chiedo venia. Ce l'avevo con Diablero, non con te. A te contesto il tono troppo perentorio di alcune tue risposte, questo sì. Il "ma dai" non mi è piaciuto, sono un po' permaloso, ultimamente Infatti non lo penso. Penso che siamo colpiti da situazioni diverse. Ma è sufficiente rivedere questo stesso post per trovare le mie argomentazioni. Che ho esposto rispondendo proprio a te, che contestavi a questa storia le medesime cose che le imputi adesso. Ogni volta che qualcuno legge e commenta FDA, si rinfocolano le polemiche, con le stesse identiche posizioni. Sinceramente non mi va di ripeterle, basta riprendere il dibattito che proprio io e te, tempo fa, avemmo su questi lidi. Mi sembra di ricordare che io ti dissi che capivo il tuo punto di vista su alcune tue osservazioni, alle quali tuttavia non riconoscevo quell'oggettivita' che tu invece volevi assolutamente conferirgli. Ti ho risposto su Tom, su Tex piccione, ecc. ecc. Credo che parlare, in un forum, sia l'unica cosa che conta. Dibattere, scambiarsi opinioni. Solo che qui, come ha detto Condor, ci sono ormai toni da crociata, troppo spesso. Non si dibatte, si ripetono in un eterno loop le stesse identiche cose, sempre le stesse, sempre le stesse, e non con il tono di chi sta esprimendo, sia pure con forza, la sua opinione (come ad esempio fai tu), ma con la pretesa di avere verità dogmatiche, di essere gli unici autentici interpreti dell'ortodossia texiana. E il bersaglio è sempre uno, e con lui sono coinvolti i tanti lettori rei di apprezzare quell'uno. Penso che il mezzo del "social" non aiuti, poi. Questi messaggi scambiati tra persone che non si conoscono non sempre agevolano un bel clima, e certi toni perentori sono resi più aspri dall'impersonalita del mezzo. Allora io propongo: diamocele di santa ragione in una bella cena raduno, penso che mi risulteranno più graditi i vostri assurdi ( ) punti di vista se vi vedessi di persona e potessi guardarvi negli occhi, magari toccando i vostri boccali di birra in un brindisi pacificatore Non avrei saputo dirlo meglio
  16. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Io sono sicuro del contrario, anzi stracerto. La vignetta evoca tutto questo, anche grazie alla maestria di Ticci. È il suggello poetico di una storia che non esito a definire lirica. Che vuol dire che non c'e' e non è neanche pagata? È tutto in quella vignetta, tutto quello che ho descritto è già lì. Tuttavia non pretendo di convincerti, staremmo delle ore a ribattere ma evidentemente abbiamo "occhiali" diversi. Se ci si accapiglia per una vignetta, figurarsi per una storia intera. In quanto racconto, esso può piacere oppure no, può entusiasmare o essere indigesto. Ciò che mi dispiace è la pretesa assoluta che questa storia sia antitexiana, sia addirittura un parto criminale, posto che ci sono moventi e mandanti. Che sia una storia da nulla, capace di entusiasmare quattro gonzi. E sono concetti ripetuti fino alla noia, fino alla nausea. Cheppalle ragazzi. C'è una volontà di distruggere questa storia (ma Nizzi me avrà fatta una buona, anche per sbaglio?), di seppellire sotto quintali di merda Nizzi e tutta la sua trentennale produzione, con l'editore che, complice, glielo ha consentito. Solo Boselli ha proseguito nel solco del Verbo, Nolitta e Nizzi sono semplicemente esecrabili. È un gioco al massacro, di autori e storie e finanche lettori. Dei quali ci si sorprende che abbiano apprezzato Nizzi dopo Bonelli. Sono un po' nauseato, da tempo credo che il dibattito qua dentro sia diventato tossico. Non c'è serenità quando si parla di Nizzi, bisogna mettere in croce qualsiasi cosa lui abbia fatto, bisogna mettere al bando tutta una epoca in cui, che lo si riconosca o meno, Tex ha prima prosperato, e poi tenuto botta. Certo, ci sono stati errori, il primo dei quali è stato quello di non allontanare un autore bollito, ma da qui a disconoscere quanto di buono ha fatto Nizzi nei quindici anni precedenti, ce ne vuole di pelo sullo stomaco. Si dice che alcuni di noi non sappiano leggere. Che si facciano piacere 'sta sbobba. Mi dovrei sentire un coglione perché adoro FDA e trovo del tutto insufficiente la sua omologa glbonelliana? "Ma dai" lo dico io stavolta, cara Letizia. Ognuno di noi ha un proprio modo di leggere, e se io ci vedo in una sola vignetta tutto un mondo non è merito mio, ma dell'autore che ha toccato delle corde che sono in me. Se altri sono meno sensibili, e magari sono invece più attenti ad altro, ci sta che apprezzino meno. Ma quanta sicumera invece ci si deve sorbire, qua dentro.
  17. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    È una possibile versione, parodistica e, consentimelo, un po' banalizzante. Io francamente ci ho visto tutt'altro, ci ho visto l'amarezza del momento da fugare in compagnia dell'amico di sempre, nel ricordo di quell'altro, sfortunato, amico. Ci ho visto la voglia di continuare a vivere, con le vecchie e solide certezze, quale è una bevuta con Carson, nonostante il groppo in gola... ci ho visto la scena che Nizzi, ne sono strasicuro, voleva evocare.
  18. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Non si tratta di amare o non amare Tex. Vedi, Diablo, questa storia, oltre che non canonica, è un gialletto stratelefonato. Basta saper leggere, e tu non sei all'altezza. Sei un sempliciotto, un lettore alla buona, che ti fai piacere questa storiellina di pura propaganda (che piacque anche a Boselli, come lui stesso ha scritto, ma lo ha fatto probabilmente per pura cortesia verso il più anziano collega, non è che gli piacesse davvero, diamine quello di FDA non è mica Tex, è una versione infedele e traditrice, ci sono mandanti e moventi, solo tu, Diablo, non te ne accorgi). La vignetta evoca questi sentimenti, senza bisogno di essere esplicita. Sei tu che sei arida (scherzo Letizia )
  19. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Quindi Nizzi scrive una bella storia perché odia il Tex di GLB e "vuole prendersi le sue soddisfazioni" distruggendo da un lato la creatura del grande vecchio e facendo così dall'altro lato un piacere all'editore che vedeva nel personaggio la proiezione del proprio padre. È una tesi interessante. Ovviamente non la condivido per nulla (così come non condivido chi contesta la scena della bevuta, che continuo a ritenere una delle piu belle vignette texiane: dentro c'è un mix di sentimenti e di realtà, l'amarezza per come sono andate le cose, l'amicizia ritrovata, i rimpianti e i sensi di colpa, il vento sulla faccia, il cotone del Sud: stupenda...) però, pur trovandola fantasiosa, ammetto che è intrigante.
  20. Leo

    [395/397] Il Testimone

    È una delle storie più particolari di Nizzi, all'epoca la trovai molto bella
  21. Leo

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Una cialtronata. Quindi dopo di lui il diluvio? Dopo che Boselli aveva non solo scritto già 25 storie, ma che storie, di quale qualità! Se questa frase l'avesse detta all'inizio degli anni novanta, avrebbe avuto forse una logica, e comunque lo stesso Berardi con Oklahoma dimostrò come ci fossero eccome degni suoi sostituti nello scrivere Tex; ma dirla nel 2002, in piena crisi, proprio mentre Tex lo stai ammazzando con le tue storie a dir poco infelici, denota una presunzione senza limiti, o forse un complesso (di superiorità o di inferiorità, vallo a capire) che ne mina la lucidità, o almeno una visione serena della situazione. Cioè, Tex è sopravvissuto alla fine di Glb (grazie a Nizzi, ricordiamolo sempre) e non sarebbe dovuto continuare dopo di lui? Perché lui non è bravo a insegnare, dice, quasi a dire che senza di lui nessun successore può nemmeno formarsi... ah, Sergio Sergio... Diablero ha parlato di dichiarazione di intenti. Mi chiedo: quello di Nizzi è solo un modo di intendere Tex (a mio avviso profondamente sbagliato: se non interviene Boselli, la testata Nizzi la ammazza, come un tempo l'aveva salvata) o è anche una dichiarazione di comodo, nel senso che poiché non riesce più a scrivere storie di una certa caratura, getta discredito su un modo di scrivere che è invece più felice del suo? Il cui modo di leggere, lo ribadisco, merita rispetto. Qua dentro li si tratta come lettori scadenti, ci si arrabbia addirittura perché c'è gent(aglia) che apprezza un maxi ignobile come quello disegnato da Alessandrini o altre storie dell'innominabile. Storia, quella dell'ultimo Maxi, che molti hanno trovato godibilissima, e proprio questo apprezzamento non dice che certi lettori sono gente da ospizio, come pretenderebbe Diablero col suo solito sarcasmo fuori posto, dice invece che Tex è anche questo, è una buona storia western, dei dialoghi divertenti, delle situazioni scoppiettanti. Tex è anche questo, è anche il Tex di Nizzi. A prescindere dalle singole storie - molte delle quali, dell'ultimo periodo, illeggibili - i lettori riconoscono un certo modo di scrivere, uno stile, che bene o male ha caratterizzato decenni di letture texiane. Alcune delle quali, lo ribadisco fino alla nausea, straordinarie, come quella Fuga da Anderville che ormai sembra diventata la madre di tutte le ciofeche solo perché Tex strilla (come un gallinaccio, si aggiunge sempre), e la si accusa di lesa maestà perché Tex sarebbe sconfitto; senza considerare la bellezza di tutta la sceneggiatura, le emozioni che ha saputo suscitare in tantissimi lettori. Emozioni che qui vengono calpestate, in nome di una logica che si pretende ferrea e inattaccabile, che vuole che Tex non debba mai essere gabbato, nemmeno se la vicenda è costruita in maniera tale che la sconfitta appaia come inevitabile. Perché il primo Nizzi non è stato solo il "bagno caldo" di cui lui stesso parla; è stato La Congiura (con un Barbanera sbagliato, si dice ormai, una commediola è diventata qui dentro), è stato Furia Rossa, è stato Un ranger del Texas (uh, Tex di nuovo gabbato, che scandalo), è stato L'uomo senza passato (ma è tutto di Villa, il merito), La leggenda della vecchia missione (dozzinale), La tigre nera, Sioux, Fiamme sull'Arizona, La grande rapina, i Cospiratori, l'uomo con la frusta (copiata male da Il grande intrigo, si dice ora). Nizzi è stato tutto questo, è stato molto amato per come ha saputo scrivere Tex, per la sua versione del personaggio, e tutto questo non è cancellabile. Non lo cancelleranno i suoi detrattori a prescindere, e non lo cancellerà neanche lui stesso, pur con tutte le boiate che dice nelle interviste su se stesso numero uno e su Boselli signor nessuno.
  22. Leo

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Bella recensione, come sempre Condor
  23. Leo

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Dal che devo desumere che la tua fede calcistica è rossonera? Comunque, non condivido la tua lettura, ma in effetti non volevo accusarti di animosita' antinizziana: è che le critiche a Nizzi, mosse in via generale ma partendo da questa storia, stavolta mi son parse ingenerose.
  24. Leo

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Quoto tutto, è un commento che faccio mio, oltre che per la storia (per QUESTO Tex) anche per il disegnatore: preso dalla querelle su Nizzi, non ho detto nulla sui disegni, che ho apprezzato.
  25. Leo

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Circa il fatto che alcuni non saprebbero leggere, mi pare che l'affermazione fosse proprio tua. La lista poi riporta affermazioni non attribuibili a una persona, è solo una sequela di cose lette in questa discussione, dette da più persone, quindi nulla di provocatorio nei confronti di qualcuno in particolare. In generale, quelle affermazioni riportano il sentiment del topic.
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