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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [627/628] Salt River

    Veramente strepitosa questa tavola. Mi è già venuta l'acquolina in bocca...
  2. Leo

    [550/551] Un Treno Per Redville

    Che storia. Come dice la Tigre Nera, ricorda La Grande Invasione nella parte in cui i nostri tentano di mettere in salvo la popolazione della vallata del Rio Tinto. La storia di Boselli, a differenza di questa, aveva un sapore da "deserto dei tartari": la minaccia, anche se non manifesta (almeno all'inizio), gravava come una cappa, opprimente, cupa e angosciosa. Questa storia ricrea meno tale atmosfera, ma, in compenso, Nizzi mette maggiormente in risalto le reazioni della povera gente che deve abbandonare la propria casa: l'ansia di una giovane fanciulla che ha paura che le distruggano la casa, la durezza e la forza di una vecchia pioniera che risponde: "la ricostruiremo", la stizza di un vecchio che non vuole abbandonare il proprio paese e lo sconcerto generale della gente tutta che, dalla sommit? di una collina, con i volti illuminati dal tremendo riverbero del fuoco, assiste al rogo di White Rock. Nizzi si sofferma su questa umanit?, ne mostra le reazioni, ci fa vivere la paura e la rabbia della gente, la sua ansia e il suo non darsi per vinti; e in questo supera la storia di Boselli. E poi il bellissimo Carson in solitaria, e le scene al cardiopalma del secondo albo, e, ultimi ma non ultimi, i capolavori di Ortiz, per me tra i più grandi. Storia davvero eccellente.
  3. Leo

    7 - Tex Willer Magazine

    Ragazzi, a prima vista è semplicemente meraviglioso. In questo periodo ho poco tempo, ma intanto l'ho scaricato. Me lo guster? piano piano.
  4. Leo

    [273/274] Un Diabolico Intrigo

    Su Tex secondo Nizzi ho appreso che questa era la prima storia di Nizzi apparsa su Tex: l'ho riletta, dopo tanti anni, e, poich? non la ricordavo affatto, sono stato subito preso dalla trama gialla e sono rimasto realmente sorpreso dal colpo di scena finale (anche se, ovviamente, era facile sospettare che le cose non stavano come le dipingevano i presunti fratello e sorella). Ho trovato quindi questa storia ottima, davvero un grande esordio per Nizzi, ottimo preludio di quello che sarebbe venuto dopo. Peraltro, vorrei sottolineare il personaggio dello sceriffo, che è un tipo che spesso ritorner? sulle pagine di Nizzi e che proprio qui, in questa sua prima storia, l'autore descrive in maniera perfetta per bocca di Tex: "il mondo è pieno di tipi come lui, che si scavano una confortevole nicchia e ci si nascondono dentro con l'unico proposito di tener lontano i guai. Tipi dalle mani pulite ma che, pur di non turbare il proprio quieto vivere, permettono ai furbacchioni di mettere radici e prosperare". Questo tipo, ricorrente in Nizzi, è preso pari pari dalla realtà, è talmente autentico e a noi così ben noto, che mi piace pensare che Nizzi l'abbia pescato dalla realtà del suo piccolo paese di Fiumalbo. Questi intercalari, che poco hanno a che fare con la trama ma che caratterizzano attori e comparse delle storie, li ho sempre molto amati, e Nizzi sin dall'inizio ce ne d' impareggiabile prova. Per me, anche questi particolari sono significativi.
  5. Leo

    [Texone N. 15] Il Cavaliere Solitario

    Quando ho letto questa storia per la prima volta, appena uscita, non mi piacque. Mi sembrarono più storie in un'unica storia, con il pretesto dello sterminio iniziale della famiglia amica di Tex quale collante. Leggendo Tex Secondo Nizzi, ho appreso che in realtà Nizzi aveva volutamente scritto quattro storie differenti e autoconclusive. Approfittando dello scarsissimo tempo a disposizione di questo periodo, mi sono ripromesso di rileggere, nella settimana appena trascorsa, tutte e quattro le storie di questo Texone, non considerandole come una sola storia, ma come quattro storie brevi. Cambiando la prospettiva, stranamente, quel Texone che all'inizio non mi era piaciuto, mi è diventato adesso bellissimo nella mente. Le storie sono molto intense, drammatiche; si mettono in luce per gli antagonisti di peso, talmente bastardi e malvagi da farsi odiare visceralmente, così che il lettore, come Tex, non vede l'ora di braccarli e fare giustizia. Bella e classica la prima storia, dell'affarista che fa il bello e il cattivo tempo nella vallata, carina la terza storia così come quella di Jako. Quella che mi è rimasta più impressa è però la vicenda di Thorpe: lui è veramente odioso, e non vedi l'ora di farlo fuori. Soprattutto, però, sono riuscitissime le figure della ragazza insidiata e del fidanzato coraggioso che, pur conscio della propria inferiorit? con le armi rispetto all'avversario, non esita a votarsi al sacrificio pur di non vedere macchiato il proprio onore davanti alla sua bella. Soggetto super classico, ma magistralmente sceneggiato. E poi quel Tex, così diverso da quello che conosciamo, cupo, terribile, non concede tregua alla propria mente, pervasa da un solo desiderio: la vendetta. Quasi non sembra il nostro Tex, abituati come siamo a vederlo giocare con Carson. Questo, per la carica di odio e cupezza che serba in sè, sembra più (oltre che un cavaliere solitario) un "cavaliere oscuro" (alla Batman, per intenderci: nessuno spazio per i sorrisi, solo implacabile giustizia).
  6. Leo

    [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!

    Concordo con James sul trattamento inflitto a Carson. Per me Oklahoma è comunque un capolavoro per la bellezza della storia (soggetto e sceneggiatura), e il suo unico neo (Carson arrancante dietro a un Tex straripante) non riesce a cancellare le emozioni provate leggendola (e sè che io amo Carson più di Tex). Ho portato pazienza per Carson perchè la storia, per il resto, è semplicemente incredibile.
  7. Leo

    [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!

    Sono contento che ti sia piaciuta West10, te l'avevo detto no? E' semplicemente uno spettacolo (per me la miglior storia di sempre dopo Il Passato di Carson, Gli Invincibili e Fuga da Anderville). Ecco perchè spero in questa benedetta storia di Berardi che faccia incontrare Tex, Carson e Ken Parker, magari proprio in un bel Maxi. . A proposito, se non hai mai letto Ken Parker, te lo consiglio...
  8. Leo

    Tex Secondo Nizzi

    Carlo non mi sembra che Claudio sia stato indugente con se stesso. Ha anche ammesso che certe storie non sono particolarmente riuscite (ad esempio, Yucatan, I fratelli Donegan, il ritorno di Cane Giallo, solo per citarne alcune). Quanto a me, non credo che sia un difetto il fatto che mi piaccia il Tex di Nizzi. Non è un segreto per nessuno che mi diverta leggere le sue storie, molto più di quanto non accada con altri autori. Trovo i suoi siparietti tra Tex e Carson uno dei momenti più belli della serie. Quanto ai capolavori (stiamo ovviamente parlando di una serie a fumetti) sono a mio parere quelle storie che si staccano dalla routine della serie, che hanno ambizioni superiori e raggiungono risultati particolare. Non mi sembra di averne abusato. Per me, ad esempio, la storia di Custer è un capolavoro, anche, se credo, a te non piace, ma qui siamo nel soggettivo. Mi sembra di avere dedicato fin troppo spazio alle critiche degli antinizziani, tanto che nel libro, si parla di più delle Foreste dell'Oregon che del Ragazzo selvaggio. Ma anche l'Inafferrabile Proteus (che definisce "una storia non riuscita") e La miniera del terrore. Ed è vero anche quanto dice Roberto sul fatto che si parli a volte più delle storie meno riuscite che di quelle riuscite: non entro nel merito, perchè non voglio fare anticipazioni (a proposito, ma secondo voi quando potremo parlare compiutamente e liberamente di questo libro? Quando decideremo che più o meno tutti lo avranno letto? Aspettiamo Natale?), ma, in effetti, mi è dispiaciuto che Nizzi in alcune circostanze non abbia approfondito granch? storie che io reputo memorabili...
  9. Leo

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Sono proprio questi aspetti, che tu qui descrivi benissimo, a farmi prediligere una storia sulla guerra civile (Fuga da Anderville) da un'altra storia sulla guerra civile (Tra due bandiere): in entrambe i due autori hanno voluto affrontare il tema della guerra, ma uno ha centrato l'obiettivo, e ha posto la guerra al centro della storia, l'altro ha scritto semplicemente una storia di Tex, con la guerra civile come sfondo. Due modi diversi di affrontare la guerra, due scelte, con la prima che IMHO è più felice della seconda. Non sei cervellotico e ti sei spiegato benissimo. Il rischio di sconfinare e di confrontare i due autori dietro le due storie c'è, eccome, ma stavolta stiamo solo confrontando le due storie...
  10. Leo

    Tex Secondo Nizzi

    Credo che Ulzana si riferisca alla rivelazione di cui avete parlato tu e Carlo Monni qualche post fa (dicendo per l'appunto di non poterne parlare per non spoilerare). Ho risposto a Ulzana privatamente, come aveva chiesto. Io l'ho divorato e ora me lo sto rileggendo soffermandomi meglio per assaporare più a lungo tutti i passaggi. La prima lettura è stata troppo esplosiva, ma non riuscivo a fermarmi. Ora, alla seconda lettura, lo sto apprezzando ancor di più...
  11. Leo

    [113/115] Tra Due Bandiere

    In che senso pericoloso, Sam? In effetti, forse non è del tutto corretto fare paragoni. Diciamo che le due storie si prestano ad un confronto perchè sono le due riletture della guerra civile più note. Le due trame sono profondamente differenti, come giustamente dici tu, così come l'approfondimento psicologico dei personaggi. Ma hanno in comune l'atmosfera che si respira, il periodo storico, il giovane Tex impegnato a suo modo nel conflitto. Siamo quindi d'accordo sul fatto che le due storie non siano confrontabili per le trame (come detto totalmente diverse l'una dall'altra), ma è possibile IMHO fare un paragone o esprimere una preferenza tra le storie aventi come sfondo la guerra civile (e, in questo senso, se ne possono aggiungere altre, quale ad esempio Missouri di Boselli). In questo senso, quando penso alla guerra civile in Tex (al di l' delle trame), pur piacendomi Tra due bandiere, il mio pensiero va subito a Fuga da Anderville.
  12. Leo

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Prego Carlo, Paco e tutti gli altri di perdonarmi
  13. Leo

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Quando lessi Fuga da Anderville, rimasi folgorato. Più tardi, recuperai Tra due bandiere, con altissime aspettative per l'aura di epicit? che c'era attorno a questa storia. Pensai (e lo penso tuttora) che non ci fossero paragoni. Ma nella maniera più assoluta. E lo penso tuttora: Tra due bandiere è IMHO una buona storia, con un ottimo momento tragico alla fine; Fuga da Anderville è un impareggiabile capolavoro.
  14. Leo

    [Maxi Tex N. 09] La Pista Degli Agguati

    Dispiace anche a me, il Texone "Verso l'Oregon" è veramente memorabile. Speriamo che nel futuro cambi idea riguardo la sua presenza su Tex. A Lucca Manfredi ha detto a me e ad un gruppetto di fans riuniti davanti allo stand Bonelli che gli è stato chiesto un soggetto per un Maxi e che ci stava ragionando sopra. Da quello che ho capito, scriver? altre storie di Tex se gliele chiederanno ed ha anche detto che si trova bene a lavorare con Boselli come curatore. Credo che non sia stata una risposta diplomatica perchè in quella chiacchierata Manfredi non ha risparmiato giudizi impietosi su altre questioni, che non riporto per ovvi motivi. D'altro canto, trovo difficile fare troppe osservazioni sui una sceneggiatura di Manfredi una volta approvato il soggetto. Boselli non può nemmeno rimproverargli i finali affrettati, perchè sono anche un suo marchio di fabbrica. Quanto a Boselli, lui definisce Manfredi una risorsa per Tex e l'unico limite ad affidargli nuove storie, se ho capito bene, starebbe esclusivamente nella necessit? oltre che nella disponibilit? di Manfredi stesso. Ora che sta aumentando il numero di storie da scrivere, con Maxi a storie multiple, Color con storie brevio e ben quattro Texoni nuovi da programmare, questa necessit? esiste sempre di più e secondo me ricorrere a Manfredi sarà inevitabile. Personalmente non sarei affatto sorpreso s e uno dei prossimi Texoni fosse affidato a lui. Bene, le aspettative possono essere positive, allora. Non posso che ringraziare il nostro solito Carlo, inesauribile miniera d'informazioni.
  15. Leo

    [Maxi Tex N. 09] La Pista Degli Agguati

    No, non è l'età, io ero lento anche prima :DBeato te, che ti sentivi un leone. Io alla mia età sono già un po' troppo sfiatato. Stanco e fuori forma. Soffro lo stress (la canzone dei Velvet è stata scritta per me...). Ci sono momenti che neanche il buon Tex mi rilassa. Ma adesso siamo troppo OT. Chiedo venia > PS per tornare in topic, più ci penso e più ricordo che questa storia, La Pista degli agguati, mi è proprio piaciuta. E lo stesso dicasi per Verso l'Oregon, che mi è capitata casualmente sotto gli occhi questa sera. Se a queste ci aggiungi la Grande Sete e (in parte) Sei Divise nella polvere, posso dirmi ben soddisfatto di Manfredi. So che sta scrivendo una storia breve, ma mi dispiace davvero che non entri in pianta stabile tra gli sceneggiatori texiani.
  16. Leo

    [Maxi Tex N. 09] La Pista Degli Agguati

    Si poteva intuire che non fosse Gus, che in effetti sarebbe stato troppo scontato (tra l'altro, che bella figura, Gus). Ma che si capisse chi era, questo no. Ma forse, West, noi siamo un p? lenti
  17. Leo

    Tex Secondo Nizzi

    Ciao Roberto (consentimi di darti del tu), eccome se è apprezzata. Per mancanza di tempo sto leggendo col contagocce, ma oggi mi è capitato, al lavoro, di pensare a quello che mi aspettava, una volta a casa, e questo pensiero mi ha aiutato a passare meglio la giornata. E' stata un'idea eccezionale, la tua, di parlare con Nizzi di tutte le sue storie. Non voglio spingermi troppo in avanti, perchè sono solo agli inizi, ma credo di non sbagliarmi se dico che con quest'opera tu ti sei guadagnato l'immortalit?. Sarà una di quelle opere fondamentali che i texiani di tutti i tempi non potranno non leggere. Chapeau.
  18. Leo

    [Texone N. 16] I Predatori Del Deserto

    Addirittura una buffonata? Parole forti... io, invece, come ho scritto in qualche post fa, ricordo questa storia sempre con piacere. E non mi pare proprio che non ci fosse azione. Per me questa è stata davvero una bella storia, con personaggi riusciti. Ovviamente, de gustibus...
  19. Leo

    Tex Secondo Nizzi

    Condivido in toto l'entusiasmo di Ymalpas. Mi è arrivato l'altro ieri, per ora ho letto molto poco ma ogni volta che ci do una sbirciata mi viene l'acquolina in bocca: troppo bella la carta, quel bianco luminoso, quel sorriso ticciano, e tutte quelle foto ma soprattutto tutte quelle parole: è deliziosamente denso... Post Scriptum per Carlo: anch'io non ho nella mia Top Ten storie di GlB. Credo, come già hanno detto in tanti, che la cosa possa associarsi in qualche modo a un fattore anagrafico. Io ho conosciuto il Tex di Nizzi e, per quanto questi si sforzasse di rimanere fedele al padre di Tex, aveva comunque una sua originalità, un suo tocco, un suo marchio di fabbrica che consente di distinguere il suo Tex da quello di GlB. Il Tex di cui mi sono innamorato è quello di Nizzi: nel cuore sono marchiate a fuoco, indelebilmente, La leggenda della vecchia missione, I delitti del lago ghiacciato (quanto ho amato Macready), Fiamme sull'Arizona (per me un capolavoro assoluto), L'Ultimo Ribelle e soprattutto Fuga da Anderville, vera ossessione per quel "fanciullo" che sono stato... Poi ho recuperato e letto tanto GlB, che mi è piaciuto molto, soprattutto per quei dialoghi esplosivi che nessuno è mai più riuscito a ripetere. Ma nessuna sua storia, anche quelle pubblicate in Oscar, ha mai rappresentato per me ciò che è stata Fuga da Anderville (certo, del primo centinaio mi mancano diverse storie, tra cui La Sconfitta, che, da come l'ha descritta Paco Ordonez nell'ultimo TWM, dovrebbe essere molto interessante). Quindi Nizzi rimaneva il faro. Poi è arrivato Boselli, con le sue storie con Marcello, e con Colorado Belle, e l' per me è stato un giramento di testa continuo: storie di una bellezza così violenta che mi sentivo stordito ogni volta che mi cimentavo nella loro lettura. Per non parlare di quell'opera pazzesca che è Oklahoma... Tex è figlio di GlB, Tex è GlB, ma per alcuni, come me lettori un po' più tardi, gli allievi hanno superato il maestro. Non è poi così incomprensibile...
  20. Leo

    [455] Vendetta Navajo

    Beh, insomma, l'assassino che porta il testimone dallo sceriffo, non regge. Il testimone che non parla perchè vuole vendicarsi, ma è ormai praticamente condannato, non regge. L'unica cosa che regge in questa storia sono i soliti, grandi disegni ticciani. Devo dire una cosa: con la scusa delle celebrazioni, ogni volte 'ste storie di un albo sono una mezza delusione. Invece di premiare il lettore, che ti ha consentito di reggere per 50 anni, lo mortifichi così: mah!
  21. Leo

    [493] La Morte Nera

    Io trovo che questa sia tutto sommato una buona storia, nonostante la pensi come Don Fabio sulle storie brevi (le storie di un albo difficilmente possono raggiungere vette elevate). Non ci vedo un Nizzi svogliato, ma un autore esperto di gialli che, una volta tanto, e per lo spazio esiguo di un albo, ci ha proposto una trama gialla e non western. Non è western perchè l'azione, come avete detto in tanti, è praticamente assente, e anch'io mi chiedo, come Carson00, che senso avesse qui la presenza di Carson: ad esempio, qualche giorno fa ho letto "Pioggia", e qui, nonostante la brevit? della storia, a mio parere il Vecchio Cammello ci sarebbe stato benissimo. In questa storia, invece, è poco più di un orpello: o gli si fa fare qualcosa in più, oppure (sia pure con mio rammarico) è meglio lasciarlo a casa. E' un giallo discreto, anche se è vero che colpevole e arma del delitto sono abbastanza scontati. Il suo punto di forza è probabilmente l'ouverture, con i pochi abitanti del paese asserragliati nel saloon, terrorizzati dai recenti inspiegabili avvenimenti e dalla maledizione del vecchio indiano. In questa prima parte, anch'io come Pedro Galindez, rivedo molto de La miniera del terrore, storia ovviamente di ben altro spessore rispetto a questa. Tirando le somme, è una storia che si fa leggere bene, un buon riempitivo, senza ambizioni ma senza dubbio onesta. Sul capitolo disegni: le parole di Don Fabio mi fanno riflettere molto, perchè avrei potuto scriverle io qualche anno fa. Anch'io, pur trovandolo tecnicamente perfetto, non venivo "scaldato" da Civitelli: più da Piccole Donne (come mi pare abbia detto da qualche altra parte lo stesso Don Fabio) che non da West. Al bianco "freddo" di Civitelli preferivo il nero sporco e "puzzolente" di Ortiz, Fusco, Ticci o Font, o il tratto morbido e caldo di Marcello. Da qualche anno a questa parte, invece, Civitelli mi emoziona: le espressioni dei suoi volti sono parlanti, i suoi paesaggi, sè perfetti e puliti, sono anche stupendamente scenografici nel loro realismo. Storie come Il Presagio, La Grande Sete e La Cavalcata del morto le ricordo anche per il suo determinante contributo.
  22. Leo

    [265/268] L'ombra Di Mefisto

    neanch'io riesco ad immaginare come possa Boselli recuperare Yama :fumo: Mah, spero che mi stupisca, ma ho i miei dubbi...
  23. Leo

    [508/510] Il Mercante Francese

    Qualche giorno fa ho finito di leggere La Maschera dell'Orrore, da cui ho tratto grande soddisfazione. Tanta azione, situazioni ben congegnate, paesaggi naturali mozzafiato, una girandola di personaggi riusciti (Gil Baron, l'agente indiano, lo stesso trippone Bennett). Di quest'ultima storia si possono dire più o meno le stesse cose, ma, nonostante tutto, la sua lettura mi ha lasciato più freddo. Quoto Paco per le sue parole su Colter e sull'umanit? di Tex, ma, a parte questi aspetti, ho la sensazione che qui gli autori fossero un po' appannati: i dialoghi non sono freschi come altre volte, la trama si dipana bene ma non entusiasma, probabilmente manca il carisma di un avversario vero, che certo non è rinvenibile nelle abbastanza opache figure di Chambronne e di Snake Bill. La stessa cosa posso dire sul capitolo disegni: il tratto di Fusco rivela abbastanza pesantemente, a mio parere, la stanchezza dell'autore, e proprio non posso fare a meno di fare un confronto (per la contiguit? temporale di cui parlavo prima) con La Maschera dell'Orrore, dove i paesaggi di Ortiz fanno sgranare gli occhi tanto sono belli. Sia chiaro, non sto facendo un confronto tra i due disegnatori, Fusco per me è un intoccabile, ma stavolta i suoi disegni, con ancora negli occhi le vignette dello spagnolo, mi sono parsi non entusiasmanti, sfilacciati, non all'altezza del nome dell'artista.
  24. Leo

    [518] Pioggia

    Pur non essendo un amante delle storie riempitivo, devo dire che questa mi è davvero piaciuta, e mi dispiace vedere le tante critiche che le sono "piovute" addosso. Innanzitutto l'ambientazione: paesino tipico del sudovest, case basse e bianche, main street (si fa per dire) unica strada del villaggio e per di più sonnacchiosa. Una banda di fuorilegge in cui, nonostante il limitatissimo numero di pagine, si intravedono almeno tre bei personaggi: il figlio del ranger, Jess e Sheldon. Dei primi due è ben delineato il rapporto d'amicizia. Prima nel dialogo tra i due in cui Evans si "confida" con Jess manifestandogli il suo desiderio di andarsene, poi con la scena in cui Evans si rammarica di dover tradire Jess, ed infine con Jess che, sentendosi tradito, scarica il suo ex amico Evans. Ray Sheldon è senza dubbio un personaggio boselliano. Un bandito senza scrupoli, che non si perita di minacciare di tagliare la gola ad una signora pur di ottenere ciò che vuole, ma anche un codardo, uno che, all'udire i primi spari, si acquatta alle pareti sperando che sia tutto finito. Significativo il suo flashback, rivelatore di una fragile psicologia tormentata dalle parole del vecchio padre, parole che evidentemente hanno fatto breccia nel cuore del figlio, senza che quest'ultimo voglia ammetterlo. E intanto aspetta, spera che sia tutto finito, ma lo attende invece l'uomo del destino, perchè prima o poi deve arrivare, come dice il vecchio, quello che spara più veloce. La vita del bandito è una vita di perdizione, alla fine della pista c'è il nulla, il suo vecchio gliel'aveva detto, lo aveva avvertito, ed ora era l', all'appuntamento con "quello più veloce": molto bello, il personaggio di Ray Sheldon. E nel frattempo, durante questa tempesta di sensazioni e ricordi che travolge il biondo bandito, un'altra tempesta, quella degli elementi, infuria l' fuori, e tra la pioggia fitta che tutto oscura, si intravede l'ombra, semi invisibile eppure netta e decisa, di un giustiziere in spolverino col collo alzato. Entr?e molto cinematografica, il nostro appare e scompare, e confonde gli avversari, già annebbiati dalla pioggia e dalla fama del loro imprevisto avversario. Il tutto, reso magnificamente da due grandi esordienti. Decisamente non mi piacciono le avventure di un albo, ma questa è una bellissima eccezione.
  25. In questa storia vi è una girandola di personaggi da far girare la testa, e ognuno di essi è essenziale nel dare una spinta alla vicenda. Ricorrere a così tanti personaggi, ed averne bisogno per far svolgere la trama, potrebbe essere indice di debolezza (e spesso lo ?), con personaggi inseriti forzatamente proprio perchè altrimenti non si sa come andare avanti: il sergente Buford, incontrato casualmente, rimanda al barista Mike; quest'ultimo, sempre per caso, ha ascoltato non visto le parole di Gil Baron; questi, a sua volta, prima di morire fa giusto in tempo a coinvolgere l'agente indiano; l'agente porta i nostri dal Teschio ma al contempo li fa cadere in trappola, poi c'è il soccorso insperato del francese che, mezzo matto, o matto per intero, accetta gratuitamente di prender parte alla missione suicida di Tex e Carson sull'isolotto del teschio... insomma, la carne al fuoco è davvero troppa e si rischia di non riuscire a cuocere tutto per bene. E invece non c'è debolezza, ma una storia ben salda che fila dritta con vigore. E la carne, tanta, è pronta per una abbondante scorpacciata, e ben cotta. Il tocco di Nizzi nella sceneggiatura è infatti davvero ispirato, la storia va avanti che è una bellezza divertendo come poche altre volte; i tanti personaggi sono come tanti attori guidati da un sapiente regista che sa ben calibrare gli ingressi in scena e i successivi congedi, e gli svariati paesaggi naturali (con un Ortiz semplicemente da paura) superbi teatri di sequenze emozionanti e memorabili. L'unica situazione IMHO esagerata è l'eccessiva facilit? con cui i nostri rapiscono il Teschio... l'identit? di quest'ultimo non era un mistero (troppi riferimenti durante la storia) ma le motivazioni sè, non erano affatto immaginabili. Storia sceneggiata magistralmente e disegnata in maniera spettacolare, è a mio parere uno dei gioielli della saga.
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