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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Messaggi pubblicato da Leo

  1. all'ulteriore rilettura sono tornata sui miei giudizi precedenti.

    Accidenti, ti è capitato anche questo? Beh, spero che a me non accada, ho appena annoverato un'altra grande storia nizziana nel mio olimpo, e spero proprio di non perderla ad una terza rilettura. Mi sa che, per non correre il rischio, non la rilegger? mai più :lol2:
  2. E' vero che in questo caso l'arbitro ha estratto subito il cartellino rosso. Ma Pietro aveva detto :"Boselli si vergogni". E' una frase violenta, Ted: un figlio che parla in questo modo, è chiaro che ti diventa figliastro, si mette nel torto da solo. Tra una settimana (ormai meno) speriamo che Pietro abbia voglia di tornare e ci si possa confrontare con lui: non è successo nulla di irreparabile.

  3. La penso come West. Pietro potr? tornare e avere diritto di replica, non è stato bannato per un mese o a vita. Rileggendo i suoi commenti, ciò che traspare da essi è una grande rabbia per come è stato trattato Nizzi negli ultimi tempi un po' ovunque. Ci ho visto un "furore" dettato da un sentimento tutto sommato genuino, che è quello dell'amore per Nizzi che porta Pietro a difendere il suo autore preferito ad oltranza. A ciò aggiungiamoci che Pietro fa una domanda sull'argomento a Borden, e Borden gli risponde secondo me in termini positivi, ma con il suo solito stile abbastanza spigoloso. Pietro forse non conosce granch? Borden e si incacchia ancora di più, divenendo ancora più "tifoso" di Nizzi. Io la vedo così, credo sia andata così. Nel mio precedente post avevo fatto una metafora calcistica che è stata apprezzata da Cheyenne (grazie, Cheyenne). La completo: Pietro ha fatto un'entrata a gamba tesa non perchè lo volesse realmente, ma per troppa foga, per troppa irruenza. E' entrato malissimo. L'intento era nobile, quello di difendere la propria squadra (leggi: le proprie idee e il proprio autore preferito), ma ciò non toglie che l'intervento sia stato scomposto, e per questo l'arbitro (Ymalpas) ha fatto bene a sanzionarlo. Pietro rientrer? e potr? essere (perchè no) un buon utente del forum. Una settimana passa in fretta. E puo' raffreddare uno spirito un po' troppo bollente. Magari solo di genuina passione, ma sempre (troppo) bollente.

  4. Ieri sera ho riletto il Texone di Nizzi e Bernet e ne sono rimasto entusiasta: una grande storia con grandi personaggi. Il problema è che, solo un anno e mezzo fa, ne davo una valutazione (sempre positiva) molto molto più tiepida, poco convinta; insomma è come se avessi letto un'altra storia. Due sono le cose: o sono mezzo matto e ho comportamenti dissociati (e non lo escludo) oppure il cambiare parere su una storia può capitare, dipendendo probabilmente dal momento che si vive, dalla forma fisica (si può essere stanchi e non riuscire a seguire bene la storia) o da chissà quali altri elementi. Volevo chiedervi se a voi fosse capitato di cambiare parere e, se sè, per quali storie. Ciao a tutti

  5. Una buona storia, che si legge con interesse e che scorre via facile, senza picchi che scaldino il cuore.

     

    Mah, ragazzi... possibile che la percezione di una storia possa cambiare in modo netto a distanza di tempo? E peraltro senza nessuna causa apparente? Il 23 aprile 2012 (un anno e mezzo fa, non una vita fa) definivo questa una buona storia, senza picchi che scaldino il cuore. L'ho riletta ieri sera, e ne ho riportato un'impressione totalmente differente: la considero una grande storia, con i personaggi di Butler e di Lola riuscitissimi e con gli altri comprimari gestiti in maniera molto felice. Per non parlare dei disegni di Bernet, che, nonostante l'estremo sintetismo, sono a dir poco magnetici.

    Storia (come minimo) da nove.

  6. Meglio il confronto ma quando un utente dice Boselli si vergogni ha copiato il passato do Carson da Nizzi non mi pare più che ci si stIa confrontando. La verità è che Pietro, nella sua irruenza, è entrato a gamba tesa E per questo è stato espulso. Non potete proprio dire che il suo fosse un intervento innocuo: è stato offensivo ed è stato giusto reprimrrlo. Spero che tra una settimana torni fra noi e ci si possa confrontare con più serenit

  7. Ti dir?, West, che ho un po' cambiato idea su quella scena. Questa storia mi è piaciuta talmente tanto che, un po' stizzito all'idea di dover aspettare un altro mese (e altri due ancora) per leggerne il seguito, l'ho subito riletta, per poter prolungare il piacere intellettuale tratto dalla prima lettura. Io digerisco malvolentieri quelle storie nelle quali ci si debba affidare alla sospensione dell'incredulità. Le forzature, specie se determinanti per far proseguire la storia, mi rendono la stessa praticamente illeggibile. Nel caso della storia del Giudice Bean, come ho scritto nell'apposito topic, le forzature mi sembravano talmente evidenti, e soprattutto determinanti per lo svolgimento della trama, che oggi non ricordo quella storia con piacere, nonostante la stessa sia "boselliana" (aggettivo dall'accezione per me fortemente positiva) in molte sequenze e nell'atmosfera che vi si respira. In El Supremo, invece, quel passaggio che ritenevo leggermente forzato, ad una seconda rilettura mi pare invece molto più naturale:

    nessun soldato esperto si sarebbe fatto guidare così a sud rispetto alla giusta pista da seguire. Nessun soldato esperto sarebbe potuto cadere in quella trappola. N° tanto meno vi sarebbe potuta cadere una guida esperta. E poich? la guida non è tra i caduti, è probabile che la stessa fosse complice dei bandidos, e fosse stata essa stessa ad attirare i pivellini nella trappola. Rileggendo le spiegazioni che Tex d' a Carson (accidenti, è sempre Tex che deve spiegare a Carson, MAI che accada il contrario :malediz... :malediz... ), mi sono convinto che l'intuizione di Tex non è forzata, ma risponde anzi ad una logica ben argomentata.
    Insomma, per me la storia (o meglio, questo singolo albo) è ampiamente promosso anche ad una seconda rilettura. ::evvai::
  8. Anch'io ho letto con attenzione gli ultimi commenti, e devo dire che mi ritrovo nella fascia di chi ritiene che l'esordio di questa storia sia molto positivo. In particolare, ho la sensazione contraria a quella di Ymalpas sul ritmo della storia, che ho trovato invece molto sostenuto.

    Molto bella è la scena della liberazione di Lozano (che anche a me ha ricordato l'esordio de Gli Schiavisti) e altrettanto avvincente è la sequenza della fuga: è vero che la stessa si dilunga in due fasi, ma la ritengo perfettamente funzionale a rappresentare la difficolt? dei nostri a sfuggire ad una banda agguerrita e composta non da pivellini, ed è anzi la migliore presentazione per farci capire quale avversario si trovi di fronte stavolta Tex, una serie di bande armate (cui questa appartiene) composte da messicani brutali e da mimbres apaches al soldo del potente messicano. Proprio per la "tignosit?" di questi avversari, ai nostri non resta che gettarsi in mare in una scena altamente spettacolare, al termine della quale ritroviamo la sempre gradita figura di Montales. Poco dopo, anche la scena dei due rangers a San Diego è a mio parere costruita perfettamente, soprattutto per l'introduzione dell'interessantissima figura del giovane e sanguinario texano: un'altra canaglia col sorriso sulle labbra che un po' mi ha ricordato Kid Rodelo. Anche questo avversario mi sembra all'altezza della situazione e mi aspetto che possa avere una parte da protagonista nel prosieguo. Infine, ho trovato molto efficace anche la scena del massacro della colonna militare. Qui la mia perplessit? non risiede nel fatto che Boselli non ci dice come i nostri siano piovuti l' (non la ritengo un'informazione essenziale, loro sono dei rangers in fase di indagine e in qualche modo, anche fortuito, ci saranno arrivati), quanto nell'immediata comprensione, da parte dei pards, di come si sono svolte le cose, e cioè che si trattava di una colonna di pivellini alle prime armi, probabilmente mandati al massacro da qualcuno nelle alte sfere, con lo scout esecutore materiale del tradimento. Attenzione, mi è parsa solo un po' esagerata questa estrema abilità dei pards (che consente alla storia di andare avanti), ma non la ritengo una vera e propria forzatura (come quelle IMHO ben più evidenti da me lamentate nella storia del Giudice Bean, ad esempio); non è comunque una di quelle forzature che, quando ci sono, non mi consentono neanche di godermi il resto della storia. Qui per ora non c'è questo pericolo; la storia mi convince e non vedo l'ora di poter leggerne il seguito.
    Dotti mi è piaciuto molto, nella rappresentazione dei pards (anche se alcune vignette IMHO lasciano un po' a desiderare) e nei paesaggi: davvero un ottimo acquisto.
  9. Finalmente, grazie alla Nuova Ristampa, ho colmato un buco nella mia collezione e ho potuto leggere I Diavoli Rossi. Storia dal soggetto ultra classico, è sceneggiata in maniera magnifica. Per la verità, mi sembrava di leggere una storia di Boselli per via dei numerosi comprimari, e soprattutto per il fatto che Nizzi tratteggia per ciascuno di essi un passato, una psicologia, una spiccata personalit?. Mi è piaciuta tantissima la coppia della Wells Fargo, il vecchio postiglione (tipico personaggio alla Sergio Leone) e il capo scorta giovane e un po' fifone. Ma, se questo duo fa colore, altri sono i personaggi destinati ad incidere sulla storia, e almeno due di essi sono tipicamente boselliani: il capitano Fremont, vecchio e distinto gentiluomo dallo sguardo dignitoso e triste e il giovane fuorilegge Ray Benton. Quest'ultimo, pur essendo un fuorilegge, muore da eroe durante l'assedio. Il primo, invece, ha un'ombra nel proprio passato, occhi (superbamente resi da Galep) velati di tristezza e rassegnazione. Qui l'artista sardo è superlativo nel rendere la figura del capitano: il lettore capisce immediatamente di trovarsi di fronte ad un uomo pieno di dignit? ma con qualcosa di sfuggente e di triste dentro di sè. Nizzi, nel libro di Guarino, elogia Galep per la figura di Bellamy, per come Galep è riuscito a rendere la sua lucida follia: ebbene, se anch'io penso che Galep sia stato molto bravo nel tratteggiare Bellamy, credo però che il suo capolavoro in questa storia sia stato invece Fremont. Nizzi fa di Fremont un personaggio profondo, con un suo spessore, un suo passato, una sua dignit? e personalit? (e in ciò a me pare un personaggio molto boselliano), ma questa profondit? e dignit? sono rese vive proprio dalla grandezza di Galep. Se qui si comincia a vederne la decadenza (e si vede eccome, ragazzi, in molte vignette davvero poco guardabili), si riesce comunque a scorgere ancora la grandezza dell'artista, che riesce a conferire ai suoi personaggi una vera e propria ANIMA. Questa storia dimostra appieno come Nizzi, quando vuole scavare nella vita degli altri personaggi, quando vuole dare risalto ai comprimari, sa essere anche lui un grande. Già lo aveva fatto anni prima con Fuga da Anderville, e questa storia ne è un'altra testimonianza. Se Nizzi non ha voluto ricorrere spesso a questi schemi narrativi (a differenza di quanto ha fatto Boselli) è perchè la sua "poetica" prevedeva un grande Tex al centro e personaggi manichei e comunque poco approfonditi psicologicamente sullo sfondo. Era una sua scelta, una sua convinzione, un suo "credo" (lui stesso dice che sa di cosa parla, al riguardo, e fa l'esempio dei cittadini di Fiumalbo che vogliono storie molto avvincenti e poco complicate). Leggendo questa storia, mi viene un po' di rammarico per le storie che Nizzi avrebbe potuto scrivere se non avesse avuto salde queste convinzioni. I Diavoli Rossi dimostra che, percorrendo questa strada, averebbe potuto darci anche altre soddisfazioni, oltre alle tante che già ci ha dato. E' vero che ci ha pensato Boselli a sdoganare un certo modo di scrivere Tex, ma I Diavoli Rossi mi fa pensare che, se lo avesse voluto, anche Nizzi avrebbe saputo rendere al massimo con questo tipo di storie.

  10. PIetro, io trovo che abbia ragione West: perchè cercare a tutti i costi di esaltare uno e denigrare l'altro? Nizzi e Boselli sono diversi, e questo è assodato. Ad alcuni piace l'uno, ad altri piace l'altro, a me (ad esempio) piacciono entrambi. Tu esalti caratteristiche di Nizzi che Boselli non ha: ebbene, ti do ragione. Per quegli aspetti Nizzi era a mio parere superiore a Boselli. Per altri, però, Boselli batte di molte lunghezze Nizzi: sono due Tex diversi, bellissimi entrambi nei loro esiti migliori. Due cose: 1) tu imputi l'allontanamento di Nizzi a Boselli: la cosa non sta in piedi: Nizzi ha scritto per più di dieci anni dopo l'avvento di Boselli, e i due hanno a mio parere convissuto in maniera perfetta, l'uno a rappresentare la tradizione e l'altro l'innovazione (innovazione pur sempre nel solco della tradizione, però).2) nella discussione del forum di Dampyr da te citata, tu chiami Borden più volte "sommo" e "maestro": come puoi essere così deferente in un posto e attaccare con così tanta verve ("sto Boselli" colpevole dell'allontanamento di Nizzi) in un altro? Bada bene, non sto criticando il merito di quello che dici (anzi, quando citi La Congiura, La miniera del terrore, L'Uomo con la frusta tocchi corde a cui sono molto sensibile, ed è facile darti ragione) ma la forma (oltre al fatto che comunque questo non è il topic giusto, ma vabb?...)

  11. E tra l'altro Boselli non si è mai fatto problemi a dire quello che pensava di Nizzi: solo per citare frasi lette negli ultimi tempi su questo stesso forum, Boselli ha affermato che Nizzi ha uno stile troppo telefonato che lui non apprezza granch?, che non è bravo nell'umorismo a differenza di Nolitta, e altre cose che si sarebbe anche potuto risparmiare. D'altronde, lo stesso Nizzi non si è mai fatto pregare nel definire addirittura pericoloso e stravolgente lo stile di Boselli. Quindi tra i due non corre buon sangue, e questo è un fatto.

    Ma in questo caso, al di l' del tono di Boselli (che non è mai tenero), dobbiamo attenerci alla lettera di quello che dice Borden: definisce la Congiura una bella storia, e la definisce di QUEL livello, cioè di un livello alto, molto alto, un livello non sempre facilmente ripetibile. Qui francamente io ci vedo comunque un giudizio positivo: con lo stile delle risposte di Boselli, d'accordo, uno stile spesso aspro, non tenero con nessuno (tanto meno con Nizzi), una risposta che pecca per difetto (le storie di QUEL livello di Nizzi sono sicuramente state più di dieci, ma anch'io ritengo che non siano state molte di più, e non perchè le storie di Nizzi non fossero belle, ma perchè la Congiura era davvero troppo bella...)

  12. Mi spiace contribuire anch'io a sporcare questo topic con un intervento off topic, ma mi sento in dovere di intervenire.

    la storia di alcatraz con capitan barbanera,? stata una delle 5 o 6 storie da lui sceneggiate da essere passabbili

    Ho letto quell'intervento di Borden e lo riporto di seguito. Riferendfosi a La Congiura Boselli dice:



    Okay, una bella storia... Solo per essere educato e risponderti... Quante ne ha fatte Nizzi a QUEL livello? Cinque o sei? Dieciò

    Quindi Boselli la definisce una bella storia e non passabile. E poi quando si chiede quante volte Nizzi abbia sceneggiato a quel livello non fa che ingrandire ulteriormente la grandezza della storia: cioè Boselli dice, a mio parere, che la storia era davvero sceneggiata alla grande, ad un livello quasi irripetibile, tanto che Nizzi ha raggiunto quel livello poche altre volte (e d'altronde questo è il concetto di capolavoro).


    Credo quindi che il concetto espresso da Borden fosse ben diverso.

    Inoltre, perchè Borden non può dare un suo giudizio su una storia come Athabaska Lake? Non è certo lesa maest?... io sono un grande estimatore di Nizzi, ma anche per me quella storia è mediocre: posso esprimerlo? E perchè Borden non dovrebbe farlo?

  13. Sono d'accordo con John per i concetti che esprime, ma non credo che don Fabio, Cheyenne, e gli altri abbiano dato 10 a questa storia solo per il ritorno di un Tex finalmente texiano, ma anche per la storia in sè e per le sensazioni che suscita. è innegabile che molte sue sequenze sono suggestive, e queste, unite ad un atteggiamento e a dialoghi più texiani, colpiscono positivamente il lettore, fino a farle meritare, agli occhi di molti, il 10. Io, dal canto mio, pur riconoscendo la presenza di un bel Tex, contesto quelli che ritengo passaggi infelici della sceneggiatura, ed è questo che non mi consente di darne un giudizio pienamente positivo. Probabilmente quelle incongruenze che a me appaiono gravi non sono tali per Cheyenne e don Fabio e ciò li porta ad essere entusiasti della storia. Ma non credo si tratti del solo ritrovato Tex o del fiammifero tra i piedi...

  14. Su questo ti do ragione: qui c'è un bel Tex e in generale bei personaggi. Ma il fatto che si muovano in maniera forzata me li fa apparire come finti, come marionette mosse dalla troppo pesante e troppo visibile mano del burattinaio. Preferisco un Tex meno Tex ma calato in una vicenda verosimile che un "vero" Tex in un contesto IMHO molto improbabile

  15. Ciao Giacomo. Per me invece la logica di una storia deve essere quanto più ferrea possibile; altrimenti la trovo artificiosa. Non è solo la liberazione di Moon: obiettivamente, tu ce li vedi dei veri bandidos messicani allestire una così sofisticata trappola quando potrebbero tranquillamente catturare il giudice e sbatacchiarlo come si deve? Cosa li spinge a credere che il vecchio non parler? neanche sotto tortura? Mi sembra tutto un pretesto per fare andare avanti la vicenda... Tu conosci il mio amore per Boselli e sai che poche volte io l' ho trovato artificioso. Ma Moon e tutta la vicenda di Lily mi paiono sinceramente poco credibili e troppo forzate.

    • +1 1
  16. Ragazzi, io per questa storia sono fuori dal coro. Bellissima nelle atmosfere (anche grazie agli ispiratissimi "quadri" di Frisenda), la trama tuttavia mi pare troppo forzata, e le forzature non mi paiono poche.

    1) La liberazione di Moon: perchè la banda di Morientes dovrebbe liberare Moon° Perchè il messicano è tanto convinto che Moon possa aiutarlo contro il Giudice Bean° La liberazione di Moon, a ben guardare, è ben poco giustificata...

    2) I liberatori di Moon parlano spagnolo: questo è sufficiente a Tex per capire che a liberare Moon è stato Pablo Morientes: mi sembra una preveggenza esagerata...

    3) Moon serve per organizzare la trappola di Lily Langtry (ma questo Morientes lo apprende dopo la liberazione di Moon: nel liberarlo quindi dimostra una preveggenza a mio parere troppo artificiale). Ma tutta questa trappola perchè? Per costringere Roy Bean, un vecchio, a confessare dove ha nascosto il provento di una rapina. E ci voleva tutta questa trappola per far confessare un vecchio? Per quale ragione il bandito messicano deve pensare a priori che Roy Bean resister? in maniera stoica (e francamente incredibile) alla tortura? Tutta la storia della trappola mi sembra altrettanto artificiosa, contorta, non lineare.

    Nelle singole scene Boselli è sempre Boselli, l'autore che amo più di tutti. La figura del giudice è bella, alcune sequenze sono molto ispirate ma presa nel complesso la sceneggiatura mi pare francamente poco credibile...

  17. ? una grossa sconfitta per tutti, Ymalpas. Non nascondo di essermi avvicinato al forum attratto proprio dalla presenza di uno dei miei autori preferiti. Purtroppo abbiamo tirato la corda e abbiamo rotto il giocattolo: mossi dalla passione, abbiamo dimenticato che per Boselli Tex era anche (oltre che passione) lavoro, e a volte proprio di questo, IMHO, non abbiamo avuto il debito rispetto. Non voglio con questo accusare nessuno, io per primo non ho lesinato critiche e commenti aspri, ma è un dato di fatto che tutti abbiamo perso tanto, la possibilità di avere un filo diretto col curaTore della serie! Capisco anche la tua frustrazione, tu che più di tutti hai profuso impegno energia e pazienza per convincere borden a tornare sui suoi passi. Anche se è stato inutile, mi sento comunque di doverti ringraziare per il tentativo. Una cosa sola non mi è chiara: Borden, hai detto, forse ha fatto sua la filosofia di chi crede che l auTore non debba partecipare ai forum ma in reaalta altrove scrive ancora: quindi forse ha solo abbandonato questo forum?

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