Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

I.K.E.

Membri
  • Contatore Interventi Texiani

    19
  • Iscritto

  • Ultima attività

Visitatori recenti sul profilo

L'opzione per mostrare i visitatori recenti del profilo attualmente è disabilitata.

I.K.E.'s Achievements

Apprentice

Apprentice (3/14)

  • First Post
  • Collaborator
  • Conversation Starter
  • Week One Done
  • One Month Later

Recent Badges

4

Reputazione nella comunità

  1. I.K.E.

    [637/640] El Supremo

    e, dopo un po' di tempo, è di nuovo capitato che dopo 3 mesi l'avventura non sia ancora conclusa. Anche solo per questo... grazie borden
  2. I.K.E.

    [633/634] Tombstone Epitaph

    p. s. non era "L'uomo chiamato cavallo", ma quello che sussurrava ai cammelli
  3. I.K.E.

    [633/634] Tombstone Epitaph

    cheyenne... non avrei chiesto nulla se avessi visto una qualche traccia del puma nelle pagine in questione.... ma proprio non ho visto nulla del genere
  4. I.K.E.

    [633/634] Tombstone Epitaph

    o forse era QUESTO ???
  5. I.K.E.

    [633/634] Tombstone Epitaph

    Gran bella prima parte, devo dire. Tra azione, gags e la giusta dose di "politicamente SCORRETTO" (a me il politically correct da solo l'orticaria ) la storia scorre via che è una bellezza. Ho solo due cose da dire a borden, la prima è una domanda per un dubbio che mi ha fatto rileggere almeno due volte le pagine dalla 21 alla 29: doubt quando tex, nell'ultima vignetta di pagina 29 dice che Kit "sta seguendo la pista di QUEL leone di montagna".... mi spieghi a quale leone di montagna ti riferivi? doubt La seconda è una richiesta: Kit Willer è il mio personaggio preferito, spero tu non abbia intenzione di trasformarlo in un adolescente talmente carico di ormoni da invaghirsi di ogni personaggio femminile che incontra > Infine un commento sui disegni di Acciarino: nella prima vignetta di pagina 62, trovo che Tex abbia un'espressione da bastardo che la metà basta! INCOMMENSURABILE!!!! clap clap clap Per il resto dei commenti, aspetto il mese prossimo
  6. @TahzayVorrei risponderti per quanto riguarda il termine "artigianato", e ho in testa un modo per farlo, ma prima mi servirebbero un paio di informazioni da parte tua. Mi indichi, tra le storie scritte da Gian Luigi Bonelli e già nate per il formato albo1) Una storia che tu consideri un capolavoro2) Una storia che tu consideri "al di sotto della media" delle storie da lui scritte. Grazie in anticipo
  7. Tre cose rapide, Gianbart: (questo giro sono sintetico) :faccinacheincrociaiditiniafaregiuringiuretta:La prima riguarda il formato albo. So che si è iniziato con un lavoro di ristampa e infatti è stata proprio la differenza di tempo necessario tra il lavoro di creazione di una storia e il lavoro di ristampa della medesima in altro formato, che ha scavato il polmone di tempo necessario a costruire storie con meno bisogno di correre dietro ai tempi di pubblicazione. La Seconda riguarda quello che scrivi su the Walking Dead: non l'ho mai letto, e quindi mi astengo dal giudicarlo, ma non è che tutto quello che esce e che viene prodotto sia sempre e comunque arte. Spesso e volentieri escono prodotti che vengono studiati a tavolino per essere successi commerciali e, per quel che ho avuto modo di leggere, a me sembra che la sergio bonelli editore, sia con Tex che con gli altri personaggi, lavori in tutt'altro modo :)La terza riguarda il tempo di scrittura: è molto peggio di quel che credi (in pratica a scrivere il secondo post-fiume ci ho messo diversi ritagli di tempo libero dell'ultima settimana, mentre ho iniziato a pensare al primo post-fiume due giorni dopo l'apertura del thread, e quindi ci ho messo quasi un mese a tirar fuori il tutto) :DSono stato sufficientemente breve, questo giro?
  8. Leggendo i post successivi al mio ultimo intervento, ho avvertito in un paio di passaggi la sensazione che qualcuno si sia risentito per parte delle coseche ho scritto, quindi prima di continuare vorrei che fosse chiara una cosa, ovvero che nel dire che fino a trent?anni fa una persona aveva meno conoscenzaa sua disposizione e nell'identificare le differenze tra ?lettore di ieri? e ?lettore di oggià, non intendo in nessun modo dare alla frase una valenzadispregiativa rispetto ai lettori di ieri. Detto questo, vorrei dire:@Tahzay alla tua domanda in cui ti sei chiesto quale senso potesse avere questa discussione se la mia tesi che ogni versione di tex sia figlia del suo tempo, rispondo che la mia tesi non voleva contrapporsi ai gusti delle singole persone (io stesso in un post precedente ho detto quello che mi mancava del"vecchio tex") ma voleva entrare nel contesto di una discussione che in questo thread mi è sembrata venire fuori su "Come debba essere il vero tex" ed è questo che io mi sento di contestare. A mio parere non esiste un "vero tex", ma esiste un tex originale, che è quello uscito dalla penna dei suoi primicreatori, e una serie di altri tex, che sono quelli usciti da altri autori, e che comunque tutti i tex (originali o meno che siano) sono "veri tex" perchèsono comunque in identificazione con i relativi autori, che a loro volta sono figli dei tempi in cui vivono e delle esperienze vissute. Quando, citando la parte in cui dico che ?il fumetto si è evoluto fino a diventare una vera forma d'arte? tu chiedi ?perchè, prima cosìera?? rispondo cheprima era artigianato e, negli anni, è diventato poi arte (vedi sotto le definizioni che ho scritto nelle risposte a Gianbart)@GianbartIn primo luogo, voglio definire due termini che per me sono essenziali per sviluppare il discorso con cui voglio risponderti e questi termini sono ?arte? e ?artigianato?. Per quanto riguarda il termine ?arte? cito una frase attribuita a Michelangelo Buonarroti che diceva che la statua era già dentrola pietra e che lui la liberava semplicemente dalla gabbia in cui essa si trovava. Quindi non parlo di qualcosa che è necessariamente complesso, difficile, e capibile solo da nicchie ristrette, ma un qualcosa che nasce da un'ispirazione e che l'artista lavora e modella fino a quando non acquista quella formache ha in testa e che, per lui, esprime al meglio quello che vuole trasmettere. In questo senso, l'opera d'arte parla a chi la contempla attraverso leemozioni che sa scatenare. Allora vorrei chiederti: perchè creare un contrasto tra arte e popolare? forse che un'opera d'arte smette di essere tale nelmomento in cui suscita emozioni in una moltitudine di persone, piuttosto che in una nicchia ristretta? Non serve essere ?esperti?, l'arte non necessariamenteva ?capita, analizzata, compresa?, anzi molto spesso basta ?viverla? attraverso le emozioni che ti provoca e questo non è proprio di una qualsivoglia elite, ma di ogni essere umano. Ti sei mai commosso leggendo Tex? Io sè, diverse volte. A questo punto, però, il problema è che, per sua natura, l'ispirazione non è un flusso continuo a cui ognuno attinge quando vuole e nella misura in cui vuole. E? vero che le idee, a volte, ti arrivano in maniera così continua e violenta che tu stesso fatichi a star loro appresso ma, fin troppo spesso, sono frammentarie, arrivano senza che tu te lo aspetti e in molti casi sono anche scoordinate e slegate l'una dall'altra e sei tu, che la storia devi scriverla, che devi lavorare, prima per cercare di organizzare le idee in modo tale che compongano un tessuto organico e coerente e poi devi cercare anche il modo in cui devi narrare lastoria (nel caso del fumetto devi cercare sia le parole, che le immagini, che il modo di incastrarle fra di loro). Spesso e volentieri, inoltre, chi scrivemette dentro sia le sue esperienze che i suoi demoni, e questo è un qualcosa che logora e consuma. Non puoi stare costantemente in contatto con la parte piùprofonda e intima di te stesso e sperare che la cosa non ti cambi e non intacchi il tuo spirito creativo. Per questo capita anche che l'artista arrivi a sentiredi aver più nulla da dare. Per fare un esempio di arte, cito il Texone "La Valle del Terrore", dove Magnus si è ritirato in solitudine e ha cercato ispirazione, ha lavorato e costruitoogni singolo dettaglio, vignetta dopo vignetta, tavola dopo tavola, e consegnava le tavole solo quando erano come lui ha voluto che fossero, tanto che acompletare il lavoro ci ha messo sette anni. Questo vuol dire, però, che per una serie come Tex (e come molte serie della scuderia bonelli) si pongono dueproblemi fondamentali che riguardano il primo la regolare scadenza della pubblicazione delle storie, perchè i tempi del commercio e del mercato non coincidonoquasi mai coi tempi dell'ispirazione e dell'elaborazione delle idee, e il secondo la natura stessa della serie. Perchè se una serie nasce già con un inizioe una fine preordinati, allora veramente si può creare un lavoro che sia artisticamente ispirato dall'inizio alla fine, perchè si concentra tutto su un'idea unica(o al massimo su un numero ristretto di idee) che si elaborano e si sviluppano fino al loro naturale compimento, mentre se si decide di non dare una finealla serie, allora è automatico che non si potr? mai avere lo stesso grado di ispirazione artistica per tutte le storie, ed è qui che subentra quello che iodefinisco come ?artigianato?, ovvero il riuscire a mescolare in maniera armonica ispirazioni frammentarie con la propria capacità e il proprio mestiere, sfruttando anche meccanismi già usati e ripetuti, per costruire comunque delle storie che siano di qualità e non siano prodotte in serie, in attesa di nuovimomenti ispirati che portino l'opera di nuovo allo status di arte. Quando prima, rispondendo a Tahzay, dicevo che Tex in origine era di fatto artigianato, lodicevo perchè, fintanto che Tex usciva in formato striscia, la mole di lavoro a cui Bonelli e Galleppini erano sottoposti era tale da non poter essere gestiticon i tempi di lavorazione ?artisticiò. Inoltre il formato a striscia, per sua natura, limitava molto sia lo spazio in cui il disegnatore poteva esprimersi, sialo scrittore che comunque doveva assicurarsi che l'azione fosse sempre l'elemento predominante e che il ritmo fosse molto elevato. Quando si è poi passatial formato albo e si è passato a non dover più ?correre per tenere il ritmo delle uscite? allora sia lo scrittore che i disegnatori hanno avuto modo diesprimere totalmente la propria arte. Adesso, per come la vedo io, Tex è un ottimo prodotto di ?artigianato? con ancora diversi picchi in cui si esprime come ?arte?. Per quanto riguarda il discorso sulle cifre di vendita, Quando una massa di persone fa qualcosa, normalmente tu hai un gruppo di persone che lo fa perchè è appassionato, perchè quel qualcosa in particolare ?la sua preferita e quindi non ci rinuncer? mai (e questi sono sempre una minoranza) dopodich? hai anche tutte quelle persone che:pur non essendo la sua prima preferenza, lo fa perchè comunque gli piace molto e ci rinuncia difficilmente;hanno scelto quella cosa perchè è comunque una tra le tante che fa parte di ciò che preferisce, e non avrebbe problemi a rinunciarci se le condizioni economiche peggiorassero;hanno scelto quella cosa come ripiego perchè non può permettersi economicamente di fare quello che preferisce, che ci rinuncer? non appena dovesse esserne in grado; fanno quella cosa solo perchè è di moda, e tutti questi vi rinunceranno non appena la moda sarà passata e andranno a fare quello che sarà diventato di moda nell'altro periodo. Nel corso degli anni, le persone hanno mano a mano avuto più soldi per poter accedere ad una scelta più vasta, in più la scelta si è ulteriormente espansa, perchè nel corso degli anni sono stati inventati nuove possibilità di divertimento e di intrattenimento, per cui è naturale che, potendo scegliere tra più cose, la massa di persone si distribuisca più o meno equamente nei vari settori e più settori ci sono, minore sarà la densit? di popolazione di ogni settore. Infine, nel momento in cui i soldi a disposizione diminuiscono, è chiaro che ciascuno rinuncia a quello che ritiene superfluo, cercando di mantenere, però, quello che preferisce e, anche in questo caso, più sono le cose tra cui devi scegliere e meno è probabile che tu mantenga un settore specifico, a meno che tunon ne sia proprio appassionato. Questo vuol dire che, allo stato attuale delle cose, o riesci ad avere la capacità di ammaliare e di sedurre le masse inmaniera costante e continuativa (e questa capacità non c?entra nulla n° con l'arte, n° con l'artigianato, n° con la qualità intrinseca di ciò che tu fai)oppure, qualunque cosa tu crei e vendi, potrai solo cercare di perdere quote di mercato minori di altri. Per quanto riguarda il discorso relativo a Tex, invece, non vedo tutto questo immobilismo del personaggio nel corso dei decenni, anzi nelle sue avventuresi è visto veramente di tutto: dal simpatico raddrizzatorti che arriva e le suona a tutti, allo stratega e diplomatico che si batte per fare da mediatoretra i pellerossa e i bianchi; dal vendicatore al tex capace di perdonare; dall'uomo che "sente le carogne a fiuto" a quello che ammette di "non comprenderele motivazioni di questo assassino"; dal protagonista assoluto delle sue storie, al protagonista che condivide la scena con altri; dall'aquila al piccione;dai trionfi della giustizia, fino alle vittorie amare. Negli anni Tex è stato questo e molto altro, anche se ha saputo mantenere inalterata la sua figura eroica. Per quanto riguarda il discorso sui ?lettori ignorantoni?, posso tranquillamente dire che, da adolescente, lo sono stato anch?io. Poi nel corso degli anni, e delle letture, i miei gusti si sono ampliati e adesso mi piace molto anche vedere come si modificano nel corso del tempo le figure dei personaggi di serieormai pluridecennali. Non c'è nulla di male a leggere un fumetto con il solo scopo di divertirsi e passare delle mezz?ore spensierate (ancora oggi lo faccio molto spesso), ilfatto che io facessi notare la differenza di potenziale per quanto riguarda l'accesso alle informazioni tra il passato e i giorni nostri era solo per rimarcarela difficolt? a cui chi scrive oggi va incontro, nel cercare di trovare spunti che possano colpire l'immaginazione di chi legge oggi.@Don Fabio EsquedaQuando parlo di ingenuità delle storie di Gian Luigi Bonelli, anche in questo caso non intendo dare all'espressione una valenza dispregiativa. L'ingenuità di cui parlo io, è quella che si ritrova nell'innocenza dei bambini. Quella per cui, quando sei piccolo, pensi che i tuoi genitori siano deigiganti; o quella per cui esistono babbo natale, la befana e la fatina dei denti, i robot dei cartoni animati sono invincibili, e gli eroi salvano la bravagente dalle persone cattive. E' anche quella per cui nelle storie un eroe resta sempre e comunque tale, nonostante tutto e tutti, e non capiter? mai chepassi dalla parte dei cattivi. L'ingenuità non è simbolo di storia scritta male, o con sufficienza, è semplicemente una visione del mondo (o una speranza chelo possa diventare) che ti fa scrivere storie in cui si descrive il male, ma si fa trionfare sempre il bene, perchè è bello poter credere e pensare che, allafine di tutto, nel mondo (o almeno nei mondi fantastici in cui ci piace tuffarci sia come scrittori che come lettori) possa risolversi sempre tutto per ilmeglio, perchè basta l'eroe a mettere a posto tutto quello che non va. Quando dico che, sotto certi aspetti, preferisco il Tex moderno al Tex primigenio voglio dire che:Definito il Tex primigenio come le annate dal 1948 al 1987, e il moderno come le annate dal 1988 ad oggi e Fatta una scala di gradimento da 0 a 1000, con il valore 500 che equivale a "mi piace", per me:il Tex primigenio ha punte da 900-950 e una media attorno agli 800, mentre il Tex moderno ha punte da 950-1000 e una media attorno agli 830-840La scrittura del Tex originale mi piace e non smetter? mai di piacermi (e tanto), ma ad oggi io preferisco il modo in cui è scritto il Tex moderno e, proprio per quanto scritto nel mio post precedente, se un autore di OGGI cercasse di scrivere tex semplicemente imitando lo stile di Gian Luigi Bonelli, lo sentirei fasullo e per questo mi piacerebbe decisamente di meno.@Cheyenne. Due cose:La prima ?, per come la vedo io, che non c'è nulla di più sbagliato che fare qualsiasi cosa basandosi su ciò che si pensi che gli altri vogliano da noi, perchè così facendo le prime cose che si perdono sono la libertà d'espressione, la sincerit? e la spontaneit? (che già sono fondamentali nella vita diognuno di noi, ma per la creativit? e per l'arte lo sono ancora di più). La seconda è che semplicit? e complessit? sono due concetti diametralmente opposti, per cui puoi scrivere storie O più semplici, O più complesse. Non puoiscrivere storie che siano contemporaneamente PIU' SEMPLICI E PIU' COMPLESSE. Chiunque scriva, nel momento in cui scrive una storia, lo fa non solo seguendo modelli preimpostati, ma anche (e spero soprattutto) attraverso la propriasensibilit? e le proprie corde e, se nelle sue corde c'è una maggiore tendenza alla semplicit?, allora la storia guadagner? in semplicit? e perder? incomplessit?. Mentre, se nulle sue corde c'è una maggiore tendenza alla complessit?, la storia guadagner? in complessit? e perder? in semplicit?. E' inevitabile.[mode cialtronesco: ON]@UlzanaBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHBWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAH > sono prolisso anche quando rido > (che dite devo darmi una calmata?) blablabla @BordenHo detto che ho sempre percepito Gian Luigi Bonelli come una persona tagliata con l'accetta.... ma anche tu mica scherzi eh? O sarà lo spirito del Tex primigenio che si è infiltrato in te? ;)E adesso che ho detto tutto quello che avevo da dire..... :s Salute a tutti!!P. S. Per mangiarsi una pizza assieme, accetterei più che volentieri. P. P. S. Lo so che arrivo sempre tardi a scrivere, ma quando parlo di cose che mi appassionano mi lascio giusto un po' prendere e, normalmente, mi ci vuoleparecchio tempo per riannodare i pensieri e dar loro una forma chiara e capibile :rolleyes:P. P. P. S. azz? sono anche prolisso nei post scriptum! blablabla blablabla blablabla P. P. P. P. S. OK? Ora la smetto! _ahsisi [mode cialtronesco: OFF]A presto
  9. Vedo che arrivo quando ormai il dibattito ha un po' rallentato (ho tempi lunghi di elaborazione delle risposte, chiedo venia), ma volevo comunque spiegare un po' meglio quello che io intendevo associando il concetto di "ingenuità" al Tex di Gian Luigi Bonelli e, per poterlo fare, dico subito che il nodo centrale da cui parte il tutto è la considerazione che ogni singola persona (autori di fumetti compresi) è anche figlia del proprio tempo e questo si ripercuote inevitabilmente sulle azioni della persona stessa. Per questo motivo, quando esaminiamo l'opera di un qualsiasi autore, non possiamo prescindere dal momento storico e dalla terra in cui quella persona è vissuta dalla sua nascita fino al momento ha dato vita alla sua opera. Le storie di Tex scritte da Gian Luigi Bonelli, sono state pubblicate tra il 1948 e il 1991 (anno in cui venne pubblicata la sua ultima storia "Il Medaglione Spagnolo"). Ci ricordiamo (per vissuto o per sentito raccontare) di come era l'Italia quando uscirono i primi numeri di Tex? Era un paese appena uscito da un ventennio di dittatura e da una guerra devastante, dove un referendum dal risultato estremamente incerto aveva da poco sancito la morte del regno d'Italia e la nascita della Repubblica Italiana; era un paese in cui povert? e scarsa alfabetizzazione erano ancora molto diffuse, dove le persone vivevano e lavoravano essenzialmente per procurare la sopravvivenza alle proprie famiglie e per provare a ricostruire una società che la guerra aveva messo quasi in ginocchio; era un paese in cui la conoscenza dovuta alla circolazione delle informazioni era un fenomeno ancora molto limitato; era un paese in cui la maggioranza delle persone viveva la propria vita in un raggio di pochi chilometri; infine era anche un paese da cui, soprattutto agli inizi di quel secolo, c'era stata una forte emigrazione verso l'America che era vista come una terra in cui poter coltivare il sogno di rifarsi una vita migliore. Se proviamo a pensare a quello che era Tex in quegli anni, ci possiamo rendere conto di come quelle storie fossero da una parte le avventure di un eroe, ma dall'altra erano anche finestre aperte su un mondo che la gente comune non immaginava di poter vedere e di poter conoscere nel corso della propria vita; erano sogni ad occhi aperti che davano alla gente il modo di staccare per una manciata di minuti dalla dura realtà quotidiana, e di poter immaginare di vivere in quegli spazi. Nel corso dei decenni in cui Bonelli ha scritto le storie di Tex, l'Italia è passata dalla ricostruzione, al boom economico e alla scolarizzazione di massa degli anni '60, dalla rivoluzione culturale e dei costumi iniziata nel '68 fino alla diffusione di un benessere economico su larga scala, che ha avuto il suo apice negli anni '80 e anche di una diffusione della conoscenza e delle informazioni che continua tutt?oggi a potenziarsi e ad espandersi. Tex è stato scritto in quei decenni, intingendo il pennino nel calamaio dell'ottimismo di chi ha vissuto la guerra sulla propria pelle e ha visto che, dal nulla della distruzione e delle città bombardate, le persone si sono rimesse in piedi con volont?, forza, fatica e sacrificio. Inoltre, soprattutto negli anni '60 e '70, l'Italia era anche un paese in cui vi erano forti scontri tra ideologie e Tex stesso, anche se non si è mai messo da una delle due parti politiche, ha sempre avuto posizioni molto nette nel definire quello che era giusto e quello che era sbagliato. E adesso, invece?Per quanto riguarda le persone, ci si accorge che la gente ha maturato da una parte una maggiore coscienza e conoscenza sia del mondo circostante che dei meccanismi profondi del proprio essere, e dall'altra una forte carica di cinismo e di disillusione. Infatti, mentre le scoperte scientifiche progredivano e la diffusione e la condivisione di informazioni si evolveva in modo esponenziale grazie all'informatica e alla rete telematica, dall'altra, sui piani politico economico e sociale, si sono vissuti anni estremamente difficili, dovuti sia ad una serie di crisi in ogni ambito che hanno portato anche ad una progressiva perdita di modelli e di punti di riferimento. Se pensiamo al periodo storico che ha vissuto l'Italia dal 1991 ad oggi, vediamo che lo slancio verso un benessere crescente si è fermato; che le varie ideologie che avevano tenuto banco per decenni sono crollate una dopo l'altra; che la fiducia verso la società (intesa non tanto come uomini politici, quanto proprio come fiducia nei singoli individui) è sempre più diminuita fino quasi al collasso; che ad oggi, purtroppo, molte persone sono talmente abituate al benessere ed al superfluo che non sanno più farne a meno e, per questo, non riescono a guardare con ottimismo al futuro; infine molte persone hanno avuto la terribile dimostrazione che, a volte, tutti gli sforzi fatti per cercare di rialzarsi, possono anche non portare a nulla, o comunque non essere sufficienti allo scopo. Come si fa a credere che le persone nate dalla seconda metà degli anni '60 in avanti, non siano stati influenzati da tutto questo?Come si fa a pensare che anche l'approccio a scrivere di avventure e di eroi non sia profondamente cambiato?Da tutto ciò che ho letto su Gian Luigi Bonelli, l'ho sempre percepito come una persona letteralmente "tagliata con l'accetta", dura spigolosa, determinata, con opinioni nette e con "pochi fronzoli", con l'animo di uno spirito libero e provocatorio, ma era in tutto e per tutto un figlio del suo tempo. Tra Gian Luigi Bonelli e il suo Tex c'era un'identificazione praticamente totale ed è stata questa la vera forza del suo stile. Un'identificazione che per gli autori di oggi è praticamente impossibile da ricreare, se la si intende non tanto col personaggio in sè, ma piuttosto con l'interpretazione che ne aveva dato il suo creatore ed è precisamente questo il distinguo tra stile "Gianluigibonelliano" e "Gianluigibonellesco", dove il primo è lo stile originale del creatore di Tex e il secondo una copia sbiadita e manieristica che, a mio parere, impoverirebbe Tex in maniera irreparabile. D'altro canto ogni singolo autore può arricchire il personaggio di Tex, semplicemente creandone una versione con cui autore e personaggio raggiungano quella sintonia che proprio Gian Luigi Bonelli aveva col primo Tex, riuscendo così nel compito di far evolvere il personaggio senza snaturarlo. Provo a fare un esempio: pensate alla sequenza di PATAGONIA in cui Tex e Kit arrivano quasi alla lite per poi abbracciarsi. Gian Luigi Bonelli non avrebbe mai potuto scriverla, proprio perchè assolutamente in antitesi con tutto quello che lui e il suo tex erano, ma in mano a Boselli è una scena che da sola arricchisce Tex in maniera stupenda. Non c'è dubbio che Tex sia un eroe, che sia nel giusto, che combatta dalla parte di chi subisce un'ingiustizia, fino all'ultima fibra del suo essere e che mantenga il suo essere uno spirito libero che non puoi ingabbiare, ma in quella sequenza c'è anche profonda umanit?, coinvolgimento emotivo, dolore del distacco e senso del destino e della tragedia. In più, anche noi lettori siamo profondamente cambiati nel corso nel tempo. In che senso? provate ad immaginare una tavola di un episodio con Tex e i pards che partono da [nome_di_una_cittadina] e cavalcano fino ad arrivare ad una mesa; immaginate una vignetta in particolare in cui i pards sono ritratti in un punto della mesa in cui fissano il paesaggio che si apre su una serie di pinnacoli e rocce, con il sole sullo sfondo alla linea dell'orizzonte e un fiume che scorre sulla direttrice est-ovest. Una didascalia in questa vignetta, ci avvisa che siamo al tramonto e che i pards hanno cavalcato per circa 6 ore sempre verso ovest. Ora mettetevi nei panni di una persona inizi a leggere tex e si trovi davanti la tavola in questione e provate a pensarlo come una persona che ha vissuto in uno dei decenni dagli anni '50 agli anni '80. Questa persona non è mai stata negli stati uniti; ha in casa una radio e una televisione, in cui le fonti principali di informazione sono i canali nazionali; molta parte della sua cultura arriva o dai libri di scuola su cui ha studiato, o dai quotidiani che legge. Al di fuori di questi canali informativi, la ricerca di informazioni che gli siano sconosciute può essere fatta o con l'esperienza diretta o nelle biblioteche pubbliche, oppure attraverso le enciclopedie o su volumi che siano specializzati nell'argomento in cui si stiano cercando le informazioni in questione. Leggete questa storia e, nel guardare questa tavola, ammettendo che nel mentre state leggendo voi non sappiate dove si trova la città all'interno del territorio del sudovest degli stati uniti, e che non abbiate conoscenze precise riguardo la morfologia dei luoghi che le vignette inquadrano, che fate? Potreste essere incuriositi di sapere dove sia quel luogo e quel panorama, oppure no, ma in ogni caso la ricerca che dovreste fare vi porterebbe via parecchio tempo e, eventualmente, anche una certa qual spesa, per cui vi è molto più facile guardare la vignetta e cercare di immaginare i colori, i rumori, gli odori, e crearlo nella vostra mente come una sorta di "luogo della fantasia", che a questo punto non vi importa di andare a vedere in realtà, perchè è ormai alla vostra fantasia personale che fate riferimento. Immaginate di essere, invece, nei panni di una persona che inizia a leggere Tex oggi, che si trova davanti alla stessa tavola ed ha le stesse informazioni di partenza dell'omologo lettore neofita degli anni dai '50 agli '80, se vi viene voglia di vedere dove sia e come sia quel luogo, quanto può costarvi in termini di tempo e di costo la ricerca dei dati necessari? Avendo un computer (o un qualsiasi altro strumento informatico che si possa collegare in rete) in pochi minuti potete recuperare tutte le informazioni che vi servono (dalla coordinate della cittadina di partenza, alla velocit? media a cui puoi fare andare un cavallo per 6 ore senza farlo morire; dal trovare un arco sulla cartina geografica in cui si può ragionevolmente supporre che siano finiti i pards, fino anche alle foto di quei luoghi) e potresti tranquillamente scoprire qualsiasi tipo di difetto di riproduzione del disegno, o anche scoprire che quel disegno è un luogo inventato. E qui arriva il punto critico, ovvero: anche se non tutti i lettori si comportassero come sopra descritto, resta il fatto che ciascuno di noi ha la possibilità di accedere in qualunque momento ad un numero di informazioni praticamente illimitato. Basta anche pensare un attimo solo a questo: fino al 1988, anno in cui è uscito il primo giornale di sergio bonelli, le anticipazioni erano veramente minime con le anteprime sulla quarta di copertina che pubblicizzavano il numero successivo; con "il giornale di sb" l'arco temporale delle anticipazioni è passato a circa un trimestre, per poi arrivare nei numeri di fine anno, a dare un breve sguardo sulla programmazione dell'anno successivo; nel forum, volendo, si possono trovare anticipazioni anche molto precise per un periodo variabile dai due ai tre anni. Questo porta anche che molto dell'effetto sorpresa che, prima, si aveva nello scoprire l'argomento della storia successiva (il ritorno di un amico, o di un nemico; una vignetta che raffigurava Tex in pericolo di vita, piuttosto che uno degli altri pards o per qualsiasi altro elemento nuovo o ritrovato) si perda inevitabilmente. Emozione e saggezza nascono con lo stupore, ma come fai a stupire qualcuno che può accedere, volendo, a quasi tutto il sapere del mondo?La realtà cambia, così come cambiano le persone e la loro coscienza del mondo esterno, e questo non può non riflettersi anche sull'arte. Anche le arti stesse nascono e si evolvono, perchè chi sperimenta nuove forme di espressione se ne impadronisce mano a mano che ci lavora, che migliora la sua percezione di quel che può fare con gli strumenti a disposizione, che si evolvono gli strumenti stessi. Tex è nato quando il fumetto era semplice intrattenimento, è cresciuto e ha attraversato decenni in cui questa forma di espressione si è evoluta fino a diventare una vera e propria forma d'arte e ancora oggi ha lettori che leggono fedelmente da più decenni. Non solo, ma proprio Tex e anche gli altri personaggi creati dalla Sergio Bonelli Editore nel corso di questi decenni, hanno contribuito a far ridefinire come arte quello che prima era etichettato, anche con una certa qual sufficienza, ?fumetto popolare? e questo, a mio parere, è stato possibile proprio grazie all'evoluzione dei vari personaggi (Tex compreso) al suo arricchirsi di dettagli, di sfumature e di realismo, anche se questo ha portato ad un attenuarsi di alcune caratteristiche del personaggio Tex originario. P. S. Per come la vedo io l'arma in più di Tex rispetto ad altri eroi positivi non sono tanto le scazzottate, l'essere spavaldo (e a volte anche spaccone), ma è il suo essere, oltre che un giusto, anche uno spirito libero che sa guardare la realtà senza pregiudizi e che vive in un mondo dove, comunque, la ragione e il torto non si appiccicano per categorie ma per le azioni che ogni individuo compie. Salute a tutti e arriscriverci a presto
  10. no dai, Cheyenne... che a provare a sfondare una porta aperta si cade nello slancio e si picchiano pesanti facciate a terra!
  11. A parte il fatto che io sono animale fumettistico da storie lunghe (infatti tutte le volte che in Nathan Never si preannunciava una saga in 5-6 albi mi sfregavo le mani dalla gioia) ma poi c'è anche un altro dettaglio che vorrei spiegare meglio e per farlo uso un esempio: prendiamo la storia della vendetta di Tex nei confronti di Fred Brennan (a tutti nota come IL GIURAMENTO) questa storia iniziava alla fine del n° 103, continuava per l'interezza dei nn° 104 e 105 e poi finiva circa a metà del n° 106. Quello era il tipo di storie che io volevo intendere come storia sviluppata in quattro albi. Anche perchè, a mio parere, il sapere con estrema certezza che la fine della storia coincida sempre con la fine di un albo (indipendentemente dal numero di albi in cui è divisa la storia stessa) toglie alla serie un po' di fascino.
  12. Mi mancano:Le storie ad ampio respiro sviluppate su 4 - 5 albi; le storie dove Tex è Aquila della Notte, dove cerca di essere l'ago della bilancia nel conflitto sia tra tribù native, sia tra i nativi e i bianchi e, infine, mi mancano anche le storie in cui oltre a Tex vengano coinvolti anche i suoi amici (o comunque delle situazioni che presentino il recupero di personaggi che all'interno della saga texiana sono stati delineati e caratterizzati con un certo spessore). Per il resto a me l'evoluzione di Tex nel corso del tempo è piaciuta molto perchè, pur senza snaturarne la natura eroica, lo ha anche arricchito di uno spessore umano che prima veniva evidenziato molto di meno. Inoltre trovo che le storie stesse si siano arricchite di spunti e di sfumature che hanno reso il mondo texiano più verosimile, pur mantenendo la caratteristica che sono Tex e i pards a modellare il loro mondo con la loro azione, e non viceversa. Pensando a Tex (sia come personaggio che come fumetto), io dico:Se mi piace il Tex di Gian Luigi Bonelli? S?, perchè è spavaldo, eroico, avventuroso, genuino e anche ingenuo. Se mi piace il Tex di questi ultimi 25 anni? S?, perchè è più sfaccettato, umano, ricco di dettagli che caratterizzano luoghi, personaggi e situazioni. Se mi piacerebbe che Tex tornasse ad essere scritto nello stile di Gian Luigi Bonelli? No, perchè Gian Luigi ha vissuto e scritto in un'epoca molto diversa da quella in cui ci troviamo adesso, per cui quello che allora era spontaneit? e genuinit?, oggi sarebbe semplicemente superficialit?, e svilirebbe sia il personaggio che la serie. Per come la vedo non può più esistere lo stile GianLuigiBonelliano, al massimo ci sarebbe uno stile GianLuigiBonellesco (e quello me lo risparmierei volentieri)
  13. Cosa si dice capolavoro? Un capolavoro è un'opera d'arte che ti entra nel sangue e non ne esce più. E' un qualcosa di cui ogni volta che rileggi le prime parole, riguardi le prime sequenze, riascolti le prime note... sei totalmente coinvolto con un'intensit? che non cala fino a quando non hai finito; è un qualcosa che non ti stancheresti mai di contemplare e che ti lascia senza fiato per la sua bellezza da qualunque punto di vista tu lo osservi; è un qualcosa a cui puoi non riavvicinarti per anni, ma i ricordi che ti lascia sono come marchi a fuoco che non vanno via neppure se ti strappi la pelle; è un qualcosa che diventa parte di te e ti unisce a tutte quelle persone che hanno avuto la fortuna di potervici aver a che fare; è un qualcosa che travalica tutte le classificazioni per risplendere di luce propria; è l'arte che si esprime al massimo delle sue forme e delle sue ispirazioni per dare vita ad un'opera immortale. E fatemi la cortesia di non sminuire il fumetto, dicendo che non è arte o che non possa dare vita a dei capolavori, perchè dentro un fumetto c'è il disegno e la letteratura, c'è la poesia e il cinema, c'è la pittura e la storia. Creare un fumetto è arte e, quando la tua arte tocca certe vette, allora non c'è dubbio che tu abbia dato origine ad un capolavoro. Per dare un'unit? di misura e usare qualche esempio praticoLeggo DOPPIO FUTURO in Nathan Never, PATAGONIA in Tex, la saga delle black hills in magico ventoAscolto BEETHOVEN'S LAST NIGHT dei TRANS-SIBERIAN ORCHESTRA, THE WAKE OF MAGELLAN dei Savatage o INTO THE ELECTRIC CASTLE degli AYREONGuardo BLADE RUNNER, LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO o l'episodio di C. S. I. "TEORIA DEL CAOS"Leggo CACCIATORE DI ANDROIDI di Philip K. Dick, EXCALIBUR di Bernard Cornwell o LE CRONACHE di dragonlace... (che per me sono TUTTI capolavori)e li metto tranquillamente assieme al cielo stellato di van gogh, alla divina commedia di dante alighieri, al Macbeth di shakespeare, al "giudizio universale" di michelangelo nella cappella sistina, al requiem di mozart o alla V sinfonia di beethoven e devo dire che, in certi casi, il confronto non viene vinto dai classici... Non è il numero di persone che ricordano un'opera a fare di quella un capolavoro, ma la potenza delle emozioni e la limpidezza dei ricordi che riesce a lasciare in coloro che l'hanno contemplata.
  14. I.K.E.

    Tex E' Morto?

    Parlando di fumetti, io ho l'impressione che dietro a certe stroncature che proclamano la morte o lo snaturamento di una serie e/o di un personaggio, ci sia semplicemente la rigidit? mentale delle persone che fanno questi proclami, che non riescono a capire, o non vogliono nemmeno provarci, che l'arte (e il fumetto E' ARTE, su questo non si discute) è cangiante per natura, perchè è l'espressione delle ispirazioni degli artisti, che sono persone esattamente come noi, che crescono, cambiano sia nel carattere che nella percezione e nella consapevolezza sia di sè stessi che del mondo che li circonda e tutto questo non può non riversarsi in ciò che loro creano. Quando poi esiste, come nei fumetti, il fenomeno della serializzazione, ovvero si crea un mondo che ci viene raccontato nel corso dei mesi e degli anni con racconti sempre differenti, allora si aggiunge anche un altro fattore che è indipendente dall'ispirazione degli autori, ovvero la richiesta del pubblico che queste storie le legge, che vuole che le storie continuino, indipendentemente dal fatto che gli autori abbiano o no ancora qualcosa da dare al personaggio. Parlando di Tex, è impossibile anche solo credere che un unico sceneggiatore e un unico disegnatore, possano creare per 60 e più anni storie sempre diverse, sempre ispirate e sempre mantenendo invariate tutte le caratteristiche originali dei singoli personaggi. Raccontare storie non è un mestiere, o un lavoro tipo fabbrica, dove tu entri produci sempre le stesse cose, ma è un qualcosa ha a che vedere con l'ispirazione, con il mettere in ballo la propria sensibilit? e la propria parte più profonda per coinvolgere e far provare emozioni a chi legge (e non puoi scatenare emozioni negli altri se per prima cosa quelle emozioni non le senti tu). Ogni volta che un artista crea un'opera, consuma parte di sè e questo vuol dire che, con l'andare del tempo, le soluzioni diventano solo due: o si chiude la serie di fumetti, o la si lascia in mani di altri autori che abbiano voglia di raccontare quel mondo che gli viene lasciato in eredit?. Evoluzione e cambiamenti sono intrinseche in tutte quelle serie che nascono senza una fine prestabilita e se un lettore non riesce ad accettarlo è un problema suo, non di chi, quel personaggio, lo crea. ah... ho da dirvi un segreto... ;)La verità è che Tex è proprio morto e quello che vediamo agire adesso è un suo clone.... ecco la vera storia di Tex, dopo l'abbandono di Gianluigi Bonelli e di Aurelio GaleppiniTex è morto dopo essere stato rapito dalle Lanterne Blu di Tai-Mien e offerto dalla Regina Tait? ad una ragazza pallida dai capelli neri che lo sventra tirandone fuori dal corpo il triacanto e distruggendo quel pericoloso parassita purificando, così, una sua altra linea di germinazione. I ricordi di TEX, però, immaganizzati nella macchina di Mr. Jinx, si sono conservati nel tempo. Quando, più di un secolo dopo, il suo codice genetico viene sparso dal piper di Mister No sui cieli dell'Arizona, alcune cellule filtrano in una macchina per il processo di clonazione accelerata inventato da Odaka. A questo punto le due macchine, azionate da Hellingen per far ritornare in vita Wendigo, rigenerano Tex sia nel corpo che nei ricordi che, uscito dalla macchina, piazza ad Hellingen una sequenza ganciosinistroalvolto-destroseccoallostomaco-uppercutsinistrosulmento che manda Hellingen a sbattere violentemente contro la Harley di Thorn Kitcheyan che s'incazza perchè gli hanno bollato la moto e sbatte Hellingen in galera. Tex si presenta dicendo "Salute, fratello, io sono Aquila della Notte! Ma, scusami, su cosa sei seduto?!?" e allora Thorn decide di portarlo da Howi, ma, nel tragitto, finiscono nel mezzo di un inseguimento della polizia nei confronti della banda di Cassidy, che ha appena fatto una rapina con destrezza e una pallottola vagante sparata dai poliziotti colpisce Tex di striscio alla tempia facendogli perdere conoscenza. Visto che n° il whisky n° le secchiate d'acqua n° i fiammiferi accesi tra le dita dei piedi riescono a risvegliarlo, viene messo su un elicottero della Fraternit? e trasferito all'ospedale di New York, dove gli inducono un coma farmacologico per tenerlo comunque in vita. Quando, anni dopo, Tex si risveglia dal coma, si trova piantonato da un nero con su uno strano vestito con una M e una B scritte sopra, si accorge di tutti quegli strani tubi di materiale sconosciuto che entrano ed escono dal suo corpo e pensa "sono di nuovo nelle mani di Mefisto, maledizione!!!.... ma non me lo ricordavo con la pelle scura". Nel provare a muoversi, un gemito gli sfugge, Marvin Brown si sveglia e chiama di corsa il personale dell'ospedale che accorre e provvede a disintubare il paziente che poi sbotta "dannati segaossa, cosa mi avete combinato?" si libera dei medici e alla domanda "ma lei chi si crede di essere?" risponde "Sono Tex Willer, Peste!" e senti Marvin dire "E io sono Axel Foley". Viste le reazioni del (non tanto) paziente, l'ospedale si rivolge ad una famosa docente di criminologia dell'universit? della vicina Garden City che accetta di incontrare quello strano uomo in cappello, camicia gialla e fazzoletto nero. Durante il trasferimento in elicottero dall'alto incrociano una strana carovana che continua a viaggiare su strade secondarie senza però andare verso una destinazione ben precisa, e arrivati sulla soglia di casa di Julia Kendall, ecco spuntare una strana ragazzina su uno scooter, con gli occhiali scuri e un basso a tracolla che si ferma sgommando davanti a TEX. "Ma tu sei TEX WILLER!!!! Che ci fai in questo piano di realtà?" dice estraendo la spada dal manico del basso elettrico e forma attorno a Tex l'apertura del limbo. Tex entra nel portale, ma il contemporaneo arrivo sulla terra della razza nemica, manda il limbo in frantumi e Tex si trova in una realtà alternativa in cui strani oggetti volanti non identificati atterrano sul pianeta terra per dare il via all'invasione da parte della spietata razza dei MORB. Mentre Tex (che si vede lanciare tra le mani una pistola da Groucho) e Brad Barron combattono fianco a fianco una vera e propria battaglia per la sopravvivenza, da una piega dello spazio-tempo arriva Nemo che rapisce TEX e lo porta con se e lo porta nel laboratorio sul planetoide ab 324 rk che sta controllando tutte le anomalie temporali che si aprono nel multiverso. Completamente disorientato, Tex ascolta il racconto di Nemo che lo informa che lui è un clone di un eroe del passato che stava rischiando di creare irreparabili paradossi temporali nelle epoche che ha attraversato e, quindi, Nemo stesso è stato inviato nel passato (che per TEX è il futuro) per riportarlo al suo tempo originario. A quel punto Tex entra in un lampo di luce e si trova su un treno dove uno strano tipo coi capelli lunghi ed una grande cicatrice sulla fronte disarma un cacciatore di bisonti che voleva fermare il treno per abbattere i capi di un branco che stava l' a pochi passi e lo butta già dal treno senza dargli la possibilità di fermarlo, perchè "Tu cacci solo per divertimento, mentre gli indiani lo fanno per necessit?". "Finalmente un bianco saggio", esordisce Tex, che si fa raccontare degli eventi accaduti in sua assenza da quell'uomo strano che, arrivati in arizona, lo congenda col saluto "Mitakuye Oyasin" e, ritrovando infine i suoi pards che gli chiedono "Ma dov'eri finito in tutto questo tempo'!?!?", lui risponde: "Ne ho viste, io, di cose che voi umani non potreste immaginarvi.... Ma adesso andiamo a mangiarci una bella bistecca alta tre dita con una montagna di patatine fritte e una bella torta di mele, dopodiche andiamo a farci una bella battuta di caccia su te-en-ta che voglio riprendere la nostra solita vita". E mentre i nostri cavalcano verso il tramonto, ai giorni nostri un critico d'arte del museo di amsterdam, un certo Jan Dix mette in una teca del museo una mysteriosa foto con un cowboy affiancato ad un uomo con un giubbotto militare che lottano contro gli alieni...
  15. I.K.E.

    MAXI TEX: Una Serie Da Chiudere ?

    @GianbartTrovo che, invece, sia il maxi che il color, potrebbero essere dei begli espedienti anche per osare qualche sperimentazione in più. Tex, pur essendo un personaggio e un eroe marcatamente tradizionale, ha anche degli spazi di manovra in cui nuovi sceneggiatori potrebbero dare degli spunti e dei punti di vista differenti che, nel caso piacessero, potrebbero anche essere inserite in serie regolare.@Carlo Monni... ammetto di peccare di ingenuità nel credere a ciò che mi si da come notizia ufficiale dalla bonelli
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.