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TWF - Tex Willer Forum

Ethan Edwards

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Tutto il contenuto pubblicato da Ethan Edwards

  1. Ethan Edwards

    [Color Tex N. 05] Delta Queen

    Eccellente ritmo narrativo, con un finale forse un po' troppo alla "Volemose bene" che non inficia il giudizio positivissimo su un albo nobilitato dal solito, grande Civitelli. Complimenti a Boselli per la citazione della terza vignetta di pagina 89: quel Marca Due è la traduzione dello pseudonimo del grandissimo Mark Twain che lo scelse proprio nell'accezione proposta, ovvero come indice di misurazione delle barche sul grande fiume.
  2. Ethan Edwards

    [643/644] L'indomabile

    Mi pare di tendenza elogiare le storie con un finale aperto, con il ritorno fra qualche albo di uno dei protagonisti negativi. Moda o ispirazione che non mi trovano d'accordo, perchè i veri antagonisti degni di Tex&Co si contano sulle dita di una mano. Torner? Yama ed è minestra riscaldata, restano nel freezer tanti altri di cui io faccio volentieri a meno, ma che possono costituire materia di dibattito: chi vi aspettate, di ritorno?
  3. Ethan Edwards

    [643/644] L'indomabile

    Il declino di Ortiz è evidente, ma dovremmo essere abituati - in ogni campo - alle ultime prestazioni di tante vecchie glorie, prove lontanissime da quelle incerte degli esordi come da quelle splendide della maturit?. L'ultimo Galep immagino abbia provocato imbarazzi sicuramente più forti, perchè legati all'immagine di uno dei due genitori di Tex. Ho comunque visto di peggio, di recente, e da gente assai più giovane e gagliarda del buon Josè.
  4. Ethan Edwards

    [643/644] L'indomabile

    Curiosità nella terza vignetta di pagina 93. Leggete bene e sorridete al lettering sbagliato: APRETE bene le orecchie
  5. Ethan Edwards

    [643/644] L'indomabile

    La copertina non mi piace, lasciando perdere i confronti con quella precedente che rasentava la perfezione. Un indiano salamandra in mezzo alle fiamme e un Tex in primo piano un po' bolso, ma soprattutto quasi abbozzato, non rifinito, con spreco di nero sulla camicia. Poi, mi ripeto e sarà anche una mia fisima, ma gran parte delle ultime opere "in vetrina" di Claudio Villa ha una tonalit? cupa e se non ce l'ha a me appare eccessivamente carica di colore. Quasi come dovesse riscattare - è solo una battuta - il candore del capolavoro del numero 600.
  6. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Forse dobbiamo cercare altri peli... I cinesi e gli antichi Egizi furono i primi ad utilizzare, secondo l'uso moderno, lo smalto. I cinesi usavano dei colori laccati, prodotti da una combinazione di albume d'uovo, gelatina e cera d'api, ma anche dei composti a base di rosa, orchidea ed altri petali misti ad allume. Un manoscritto cita che la dinastia Ming prediligeva i colori rossi e neri. Gli antichi Egizi utilizzavano un tipo di henn° per dipingersi le unghie, il colore era rosso o bruno-rossastro Nefertiti, moglie di Akhenaton dipingeva la sua parrucca e le unghie di rosso, mentre Cleopatra utilizzava un rosso scuro tendente al bordeaux. Gli Incas usavano dipingersi le unghie con motivi aviformi. Dal XIX secolo si usa una miscela di oli rossi scelti e raffinati per la produzione di smalti per unghie. Il secolo successivo si utilizzeranno delle polveri e creme colorate per le unghie. Lo smalto dunque esisteva sicuramente nella seconda metà dell'ottocento. Detto questo la vignetta in questione da te citata è veramente brutta, oltre che poco funzionale alla storia, ma sono disposto a perdonare questo incidente di percorso.. Intuendo che siete addetti ai lavori , gradirei sapere se, a vostro avviso, la senorita in questione si era fatta anche la ceretta... Sinceramente è la prima, e spero l'ultima, volta che vedo commentare un'avventura epocale di Tex parlando di smalto per le unghie (per il quale ha ragione Parker).... Ho rimpianto persino gli interventi di Capelli d'Argento !!!!!!!!!! Un intervento in stile Macho Man
  7. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Storia eccellente e per fortuna un finale senza fretta, anzi: è un crescendo di emozioni e di dubbi. Il pelo nell'uovo? Spiegate ai disegnatori, così come ai coloratori degli speciali a colori di Repubblica/l'Espresso che lo smalto per le unghie delle donne è stato creato negli anni 30 del secolo passato e che dunque le gambe e i piedi peraltro un po' tozzi della bellona nella piscina di Gradson non potevano essere abbelliti appunto da una colorazione antesignana. Peli, come detto. Perchè questa è stata una storia con i controfiocchi nei tempi e nei modi, con la proposta di diverse sfaccettature di carattere, con i quattro pards in continuo confronto, con l'alternanza ottimale di tempi d'azione e di riflessione.
  8. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Giovani assassini: già nel titolo c'è la sottolineatura di un'età bassa distribuita fra i tre protagonisti "cattivi" per un'epoca e un territorio molto diversi di canoni e dai luoghi di oggi. Gente cresciuta in fretta ed età media assai più bassa dell'attuale, 150 anni fa, soprattutto se rapportata all'Italia longeva di oggi. Il bicchiere mezzo vuoto è che stiamo a perderci in questioni futili sulle età. Il bicchiere pieno è che certe discussioni nascono su un qualcosa che ne vale la pena, che appassiona, che piace e che stimola comunque la critica nell'accezione migliore del suo termine.
  9. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Io invece torno a lamentarmi per le copertine cupe che caratterizzano l'ultima produzione di Claudio Villa: quasi sempre in notturna, in interno e perfino quelle un po'più chiare con un eccessivo sovraccarico dei colori - e forse non è del tutto colpa sua - come una sorta di contrappasso per quella meravigliosa del Tex 600. Sono più adatte a storie di Batman che di Tex, ma poi la mia critica o per meglio dire la mia insofferenza riguarda anche buona parte dei disegnatori e dunque immagino che sia uno stile corrente e ricorrente e del resto la "ligne claire" era propria di tutto un altro mondo e un'altra epoca del fumetto.
  10. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Intanto mi dichiar? soddisfatto dell'ampliamento delle storie oltre i canonici due albi. Non perchè debbano essere più lunghe a prescindere, ma perchè ogni storia ha tempi diversi che, come in una canzone o in un fillm, permettono all'autore di gesirla al meglio. Questa mi sta piacendo per il ritmo narrativo e per una gestione alternata di momenti di azione e di riflessione. Ci sono forse troppi comprimari cattivi, quindi non solo un nemico - persona fisica o gruppo - ma in compenso c'è un bel gioco di squadra. Con una metafora cestistica, fra i nostri c'è sicuramente un Michael Jordan, il più bravo di tutti, ma anche un Magic Johnson, un Larry Bird e un John Stockton.
  11. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Le tavole in anteprima rivelano quello che qualcuno ha supposto: la conclusione dell'unit? fra i tre fratelli. Potrebbe essere temporanea, ma probabilmente si tratta di una frattura decisiva e definitiva. Spero non sia una scorciatoia per "eliminare" uno o più personaggi cavando dagli impicci i quattro pard. Volessi scherzare, penserei ad una lei redenta e che si innamora di Kit Willer e lo sposa. Quanto devo scontare per la blasfemia?
  12. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Io trovo interessanti due aspetti di sviluppo recenti: la dialettica fra i pard e il coinvolgimento di elementi esterni nel gruppo.
  13. Ethan Edwards

    [640/642] Giovani Assassini

    Una storia che è decollata e che vola alto, con i quattro pard interpreti di un perfetto gioco di squadra. Una delle migliori storie degli ultimi anni, anche per disegni efficaci, come quelli caricaturali del protagonista delle ultime pagine (non aggiungo altro e non svelo nulla). Ultima considerazione, un'eccellente gestione fra momento di azione e pause di riflessione.
  14. Ethan Edwards

    [637/640] El Supremo

    Una volta di più, mi tocca puntualizzare che la barriera del massimo di due albi non esiste più almeno dal 2066, è solo che Ruju, Manfredi e Faraci si trovano più loro agio, per loro stessa ammissione, con le storie in due parti. Si tratta di uan loro scelta non di un'imposizione. Boselli, d'altro canto, sta sempre pIi? spesso scrivendo storie di durata superiore alle 220 pagine, come quasi tutte quelle che devono ancora uscire Mah... premesso che i finali accelerati sono comunque un marchio di fabbrica sia di Boselli che di Manfredi, mancando orma una settantina di pagine e alla fine e con tante cose che devono ancora succedere, sul finale frenetico ci metterei la mano sul fuoco. Bene, se gli sceneggiatori si trovano più a loro agio così, nulla da eccepire (e ci mancherebbe). Per finale frenetico intendo quello di storie spesso lente all'inizio e poi magari risolte con una fretta che avrebbe potuto essere evitata. Ma sono solo un lettore, per quanti antico e appassionato, non un esperto.
  15. Ethan Edwards

    [637/640] El Supremo

    Due opinioni: sono contento che sia stata abbattuta la barriera delle storie in due puntate, che spesso hanno portato a finali accelerati per dover chiudere proprio a pagina 114. I disegni: eccellenti, ma dev'essere di tendenza - immagino - esagerare con il nero di sfondo anche nelle scene non notturne o in quelle in interno.
  16. Nota sulle donne: almeno questa volta ci è stato risparmiato lo smalto colorato sulle unghie, elemento che imperversa nella collana "ripittata" di Repubblica e assurdo per l'epoca, visto che l'usanza moderna parte almeno 50 anni dopo le storie narrate. E non certo nel Far West.
  17. Storia declinante nella seconda parte dopo una partenza di argilla: il giudice che spera nella grande attrice, credibile quanto un sindaco di Rosarno (Italia) che si fosse aspettata una visita di Eleonora Duse nel suo paese. Disegni così così, soprattutto nei cappelli, ma dopo aver letto Alaska, il peggio è passato. Forse.
  18. Ethan Edwards

    [Maxi Tex N. 17] Alaska!

    Posso definirla storia Bordenline? Al confine con il grottesco. Un pentolone di ingredienti mescolati a caso, per un brodo allungato con 1250 personaggi alternati a coprire il nulla. E disegni parrocchiali, senza offesa. Per quello che mi riguarda, per quello che ho letto e visto in quasi 50 anni, il punto più basso della produzione texana.
  19. Ethan Edwards

    [Maxi Tex N. 17] Alaska!

    Il confronto è impietoso, lo so: quando comprai il texone di Magnus rimasi bloccato e affascinato dai disegni, tanto che appena finito di guardare e leggere la storia ricominciai da capo dedicandomi solo ai dettagli di ogni singola tavola di Roberto Raviola. Qui basta leggere i fumetti e sperare che finisca tutto presto. Seconda nota: perchè, come nel caso del "Color", questi extra escono a distanza di uno o soli due giorni dal classico mensile? Probabilmente per non danneggiare le repliche.
  20. Ethan Edwards

    [633/634] Tombstone Epitaph

    A Lucca è già uscito "I professionisti". Dico solo: primissime pagine da antologia.
  21. Ethan Edwards

    [633/634] Tombstone Epitaph

    Lo definirei un numero equilibrato, fra storia e immagini. Acciarino in alcuni piani l' per l' sorprende, però poi ti rendi conto che il personaggio è comunque riconoscibile e ti ricordi che ad esempio i Tex di Muzzi o Fusco erano diversi da quelli di Galep o Nicol', eppure immediatamente conosciuti. Nell'ultimo mese, oltre ad Acciarino abbiamo visto ottime cose da Filippucci e Andreucci, in storie anche molto ben sviluppate. Sono d'accordo: questo 2013 potrebbe essere un'ottima annata. Considerando che il "Color" è affidato a Ticci, poi... Unica nota, nemmeno di lamentela, però: siamo ormai abituati a copertine scure, notturne.
  22. Ethan Edwards

    [629/630] L'inseguimento

    Stile che può essere criticato e critica che non può essere liquidata con un "a me piace". O no? Siamo qui per un confronto, certo non per uno scontro
  23. Ethan Edwards

    [629/630] L'inseguimento

    Ennesima storia prevedibile soprattutto nelle fasi accessorie o di allungamento del brodo. Poi, resto dell'idea che obbligare sceneggiatore e disegnatore a chiudere in due albi sia una frustrazione e una penalizzazione percepibile. L'ultima tavola ha almeno il pregio dell'originalità, con quell'intervento a sorpresa mentre il "villano" già se la ride. Diciamo che il periodo generale è di bassa marea.
  24. Ethan Edwards

    [627/628] Salt River

    Credo che che Sergio Bonelli avrebbe fatto la stessa sceltaLo so, lo ha fatto ad esempio sulla collezione storica a colori sempre a spese di Kit Willer nel volume in cui quest'ultimo sparava ad un enorme mostro preistorico. Nella copertina fu sostituito da Tex e Claudio spieg? che gli fu chiesto da SB. A mio modesto avviso fare queste sostituzioni è un errore, chiunque sia a deciderlo sbaglia. Se non si vuole pubblicare una copertina senza Tex, tanto vale utilizzare un'altra scena in cui sia veramente Tex protagonista. Però, ripeto, dopo quasi 65 anni si può anche andare in edicola con una copertina in cui non c'è Tex ma uno degli altri pard. Anche perchè è già successo due volte di non avere Tex in copertina, la prima addirittura sul numero 27.
  25. Ethan Edwards

    [627/628] Salt River

    Continuo ad avere la convinzione che l'obbligo a concludere le storie entro la fine del secondo albo sia penalizzante per chi le idea e le disegna e per chi le legge, perchè nelle ultime venti pagine io avverto sempre una frenesia che contrasta con il passo lento delle precedenti. E anche questa storia me lo conferma, seppure in maniera penalizzante rispetto ad altre. In quanto alla dottoressa, c'è stato evidente un "gioco" per stuzzicare l'interesse e alla fine ce n'? un altro che lascia la porta aperta ad una sia pur improbabile ricomparsa. Ma se dovessi votare un ripescaggio sarebbe per Bethanie Walsh sopravvissuta al deragliamento del treno, Sarah Wyatt non... attizza. Ho aggiunto a questo messaggio la correzione effettuata da Ethan, probabilmente dopo il tempo concesso per le modifiche (che non so bene quanto sia). Suggerirei a chi dovesse effettuare brevi variazioni di segnalarlo in shoutbox ai moderatori, che provvederanno e si potranno evitare messaggi così brevi
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