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TWF - Tex Willer Forum

Pedro Galindez

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Tutto il contenuto pubblicato da Pedro Galindez

  1. Pedro Galindez

    Grandi Citt

    Sempre per quanto riguarda avventure ambientate in grandi città americane, potrebbero interessarti "Il laccio nero" (nn. 171 - 175; testi di GLB, disegni di Letteri ), ambientata a San Francisco e "La maschera di ferro ( nn. 229 - 232; testi di GLB, disegni di Fusco ), in cui la vicenda si svolge a New Orleans. In tutti e due i casi, peraltro, più che l'aspetto "grande città" prevale quello della lotta alle gang criminali, in ambedue i casi condito da più di un pizzico di esotismo ( le tong cinesi nel primo caso, l'armatura medievale usata come travestimento e il vodoo nel secondo ).
  2. Pedro Galindez

    [Texone N. 27] La Cavalcata Del Morto

    A giudicare da come si presenta, non credo che Tex e il Morisco possano fidarsi di lei senza riserve: già il fatto che se la ritrovino davanti in luogo di una vecchia curandera di consocenza del brujo di Pilares, pur essendo spiegabile in maniera plausibile, potrebbe insinuare una certa inquietudine; in più, il fatto che Civitelli le abbia conferito un aspetto IMHO vagamente reminiscente di Mitla difficilmente può presentarla al lettore in una luce molto positiva.
  3. Pedro Galindez

    [Texone N. 27] La Cavalcata Del Morto

    A giudicare dalla seconda immagine postata da Paco, il Texone non manca di punti di contatto con il film di Tim Burton del 1999 "Il mistero di Sleepy Hollow" ( oppure, in alternativa, con la sua fonte, il racconto "La leggenda della valle addormentata" di Washington Irving ). Pare inoltre probabile ( e questo sembra indicarlo anche la prima tavola ) che la narrazione si caratterizzer? per una pronunciata atmosfera da gothic novel.
  4. Pedro Galindez

    Storie Da 175 A 300

    Tra le storie maggiormente rappresentative del periodo potrei indicarti le seguenti:"Una stella per Tex" ( nn. 180 - 183 ), la quintessenza del western cittadino secondo GLB;"Caccia all'uomo" ( nn. 183 - 185 ), la prima storia scritta da Guido Nolitta ( alias Sergio Bonelli;"El Muerto" ( nn. 190 - 191 ), la seconda storia nolittiana, che presenta un antagonista rimasto "storico" nella saga texiana, malgrado appaia solo in questa vicenda;"L'idolo di cristallo" ( n. 200 ), per molti la migliore storia "centenaria" di Tex;"I ribelli del Canada" ( nn. 203 - 207 ), una vicenda epica che si svolge nel grande Nord;"Guerra sui pascoli" ( nn. 217 - 219 );"La piramide misteriosa" ( nn. 228 - 229 ), in cui GLB mescola il western con la magia e l'esotismo egiziano;"Il clan dei cubani" ( nn. 229 - 232 ), forse la migliore delle sceneggiature texiane ambientate a New Orleans;"Il cerchio di sangue" ( nn. 233 - 236 ), un classico del filone "guerre indiane""Giungla crudele" ( nn. 250 - 252 ), in cui Nolitta fa agire Tex e Kit Willer nella zona dell'istmo di Panama;"Un ranger del Texas" ( nn. 285 - 287 ), forse il miglior "giallo western" texiano;"Fuga da Anderville" ( nn. 297 - 299 ), una delle migliori sceneggiature texiane tra quelle ambientate durante la guerra civile americana.
  5. Pedro Galindez

    [Maxi Tex N. 15] L'ora Del Massacro

    Ho letto anch'io questo Maxi e devo dire che mi sento abbastanza incline a una valutazione negativa. A livello di sceneggiatura la sequenza ( quasi ) casuale di episodi on the road ricorda "Lungo i sentieri del West", in cui però vi era, a mio parere, una maggiore leggerezza e freschezza, che ne rendeva assai più gradevole la lettura. Al contrario, i momenti in cui Tex tiene la guardia abbassata e "fa la cosa sbagliata" sono IMHO assai di più in "L'ora del massacro" che nel precedente Maxitex. In sede informatica altri lettori hanno provveduto a farne un elenco dettagliato; per quanto mi riguarda, mi limito a sottolineare che è abbastanza duro da digerire per un lettore texiano vedere il nostro ranger catechizzato sui possibili mandanti dell'agguato per liberare gli evasi da un povero ubriaco come il giornalista - giudice di pace Norton. Per quanto riguarda i disegni, Ortiz mi pare si difenda abbastanza bene alle prese con queste atmosfere da spaghetti western; mi sembra tuttavia difficile negare che gli anni passati da "La grande rapina" si sentono tutti. In sintesi, a mio avviso:soggetto 6--sceneggiatura 5disegni 6,5
  6. Pedro Galindez

    Sergio Nelle Eterne Praterie

    Proprio una brutta notizia..... una perdita gravissima per il fumetto italiano e un'eredit?( quella della casa editrice ) tremendamente onerosa per chiunque...... difficile trovare altre parole ( e già queste sono forse anche troppe )....
  7. Ho letto anch'io questo primo albo. Anche a me, come ad Artiglio Nero, la scelta di Boselli di intrecciare due vicende in apparenza irrelate ha ricordato l'analoga scelta di Manfredi in "Sei divise nella polvere". Altri parallelismi ( comunque IMHO casuali ) tra le due vicende sono costituiti dal soggetto "classico" ( lo scontro con una banda di desperados per Manfredi, l'attività non troppo legale di alcuni bianchi in un territorio "sacro" per gli indiani e a loro garantito da trattati con il governo Usa per Boselli ) e, almeno per ora, dal fatto che la presenza di un discreto numero di personaggi interessanti ( in questo caso il protoecologista Langford e i suoi possibili finanziatori ) non mette affato in ombra Tex e i suoi pards, sempre all'altezza della loro fama nelle varie situazioni ( per quanto Carson, anche qui secondo una linea di sviluppo del personaggio abbastanza seguita negli anni recenti a partire dal Texone di D'Antonio, si mostri un pochino troppo acido con le povere reclute del 5° Cavalleria ). Per quanto riguarda i disegni, invece, mi pare si possa dire che Piccinelli stia cercando di trovare un suo tratto tipico, distinto da quello di Villa, cosa che IMHO rende talora sgraziati i volti dei personaggi, come si può vedere nel Carson delle vignette delle pagine 14 e 15. Insomma, le premesse per una storia di livello piuttosto alto mi pare ci siano....
  8. Questa è la copertina del volume 239 ( e ultimo ) della "Collezione Storica a colori", in edicola da domani con il titolo "Nella tela del ragno" : conterr? la parte finale di "Caccia Infernale" ( nn. 606 - 608 ). Mentre il titolo ha chiare ascendenze cinematografiche, la copertina di Claudio Villa si rif? ad un momento del n. 608. ? Sergio Bonelli Editore
  9. Ecco la copertina del volume 236 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Ombre nella nebbia": comprender? la parte finale de "La prova del fuoco" ( nn. 598 - 599 ), "I demoni del Nord" ( n. 600 ), e l'inizio de "I giustizieri di Vegas" ( nn. 601 - 602 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  10. Ecco la copertina del numero 235 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Un nemico ritorna": comprender? "Oltre il fiume" ( nn. 596 - 597 ) e l'inizio de "La prova del fuoco" ( nn. 598 - 599 ). La copertina di Claudio e Villa ed il titolo ( modellato su quello del n. 566 della serie regolare ) si rifanno alla prima delle due storie. ? Sergio Bonelli Editore
  11. Questa è la copertina del volume 234 della "Collezione Storica a colori", in edicola da domani con il titolo "Chi ha ucciso Wild Bill"; comprender? la gran parte de "La mano del morto" ( nn. 593 - 595 ), cui ovviamente fanno riferimento il titolo e la copertina di Claudio Villa ( che, in maniera tutt'altro che scontata, mette in evidenza il valore simbolico che nel corso di questa vicenda assumono le carte da gioco ). ? Sergio Bonelli Editore
  12. Ecco la copertina del volume 233 della "Collezione Storica a colori", uscito ieri con il titolo "Uomini ed eroi": contiene le ultime pagine de "La rivolta dei Cheyennes" ( nn. 589 - 590 ), "L'uomo di Baltimora" ( nn. 591 - 592 ) e le battute introduttive de "La mano del morto" ( nn. 593 - 595 ). Il titolo e la copertina ( molto evocativa ) di Claudio Villa fanno riferimento alla seconda vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  13. Questa è la copertina del volume 232 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Scontro finale"; comprender? la conclusione de "L'artiglio della Tigre" ( nn. 587 - 588 ) e la quasi totalit? de "La rivolta dei Cheyennes" ( nn. 589 - 590 ). Il titolo e la drammatica copertina di Claudio Villa si riferiscono alla prima delle due storie. ? Sergio Bonelli Editore
  14. Ecco la copertina del volume 231 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Quartiere cinese": comprender? gran parte de "La grande sete" ( nn. 585 - 586 ) e la prima metà de "L'artiglio della tigre" ( nn. 587 - 588 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa ( che peraltro, per l'ambientazione e l'atteggiamento di Tex, presenta qualche affinit? con quella del n. 504 della serie regolare, "Il covo del male" ) si rifanno a quest'ultima vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  15. Ecco la copertina del volume 230 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Le stagioni dell'odio"; comprendera le ultime pagine de "Lo sceriffo indiano" ( nn. 581 - 582 ), "Missouri" ( nn. 583 - 584 ) e l'inizio de "La grande sete" ( nn. 585 - 586 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  16. In effetti, nell'albo 607, lo sciamano al suo servizio afferma che Revekti ha la capacità di venire a conoscenza di avvenimenti lontani nel tempo e/o nello spazio ( come il massacro dei Pima perpetrato dalla banda Cunningham ); naturalmente, possiamo anche credere che le affermazioni dello sciamano siano motivate da fini propagandistici ( allo stesso modo delle voci su Revekti che si sono diffuse nelle riserve e su cui Tiger ci ha ragguagliato nell'albo 606 ), ma resta il fatto che ci credono non solo i suoi seguaci abbrutiti dal "pane degli dei", ma anche un guerriero valoroso e lucido ( sappiamo che non usa quasi mai la droga dei cactus dal suo dialogo con Goyaklee subito dopo la scelta di quest'ultimo come capo della spedizione contro Cunningham & Co. ) come Ahwig che, nonostante non attragga molto l'attenzione a una prima lettura, si rivela in realtà ben più pericoloso del suo capo sul piano dell'azione pura e semplice ( con un portentoso tiro d'arco liquida Minnesota; in seguito, pur ferito gravemente da uno o due colpi sparati da Tiger e Mazay [ una prodezza degna del Tex del primo centinaio, anche se forse non troppo verosimile ] riesce a uccidere uno dei cowboys di Cunningham e a togliergli il cavallo, in modo tale da poter avvertire il suo capo degli ultimi sviluppi della situazione; infine, nella parte finale della vicenda, è lui con un lancio di coltello [ il coltello e l'arco sembrano proprio un motivo ricorrente della vicenda, visto che vi ricorrono personaggi tanto diversi come Tex, Ahwig, Carver, Longway e Parkman ] a impedire a Miles Cunnigham di estrarre la sua pistola e impiombare Revekti, oltre a guidare il nerbo degli uomini del "profeta" contro il gruppo di Parkman dove, dopo una carriera nel segno dell'azione, finisce paradossalmente per morire per aver parlato a Goyaklee prima di sparargli ). Lo scarso rilievo sul piano dell'azione e della psicologia di Revekti resta dunque, IMHO, non eccessivamente convincente ( anche perchè il nostro meticcio non è affatto un uomo con la testa fra le nuvole, come il suo equivalente bianco nella nolittiana "I ribelli del Canada" ).
  17. Ecco la copertina del volume 229 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "L'innocente": comprender? le battute conclusive di "Vendetta per Montales" ( nn. 579 - 580 ) e l'inizio de "Lo sceriffo indiano" ( nn. 581 - 582 ). Aquest'ultima storia si riferiscono la copertina di Claudio Villa e il titolo. ? Sergio Bonelli Editore
  18. Non è detto che Parkman debba per forza riavere le sue spalline da tenente; nel mondo anglosassone i gradi militari sono spesso ( soprattutto in occasione di guerre ) conferiti "a titolo temporaneo"; di conseguenza, non è affatto impossibile che Parkman ricominci "dalla gavetta" ( qualcosa del genere, se non ricordo male, era capitato al sergente Torrence di "Cercatori di piste" [ nn. 417 - 418 ], ex ufficiale confederato arruolatosi come soldato tra le giubbe blu ), tanto più in quanto le dimissioni dovevano appunto servire ad evitargli la degradazione e l'espulsione dall'esercito.
  19. Ora che ho preso e letto anch'io l'ultimo albo, provo anch'io a fissare le mie impressioni sulla storia e i disegni. IL SEGUITO DEL POST POTREBBE CONTENERE SPOILERPer quanto riguarda il primo aspetto, la narrazione procede IMHO in maniera sostanzialmente chiara e fluida ( in questo ritengo non abbia torto Paco che vede in questa sceneggiatura un segno dell' avvicinamento del modus narrandi di Boselli a quello "classico" del medio e tardo GLB e di Nizzi; il problema è però che, come è capitato spesso nel caso di quest'ultimo sceneggiatore, la cosa può prestare il fianco alle accuse di prolissit? e lentezza del ritmo narrativo ) , con non poca azione e alcuni riusciti colpi di scena. D'altro canto, credo sia comunque difficile negare che siano presenti le diverse imperfezioni ravvisate da diversi frequentatori di questo e altri spazi informatici. Cosè, se mi pare probabilmente esagerato affermare che Tex ha un ruolo completamente marginale nell'azione, va comunque detto che, per quanto nel primo albo il nostro ranger sia abbastanza incisivo negli scontri a fuoco coi seguaci di Revekti, nel prosieguo della narrazione è abbastanza facile accorgersi che sul piano strategico il piano per scoprire il covo di Revekti è stato ideato da Laredo, mentre, sul piano dell'azione, buona parte della gloria spetta a Tiger, agli scout di Fort Apache, al bieco torturatore e massacratore d'indiani Carver ( ! ) e persino ( in veste di deus ex machina ) a Kit Willer. Cosa resta dunque a Tex? Il ruolo di guida in campo tattico e quello di uccisore di Revekti. La cosa peraltro è meno gloriosa di quanto potrebbe sembrare un po' perchè il terribile ribelle indiano, la cui entrata in scena è stata tanto attesa per circa due albi è men che nullo come uomo d'azione ( quando Tex se lo ritrova di fronte, è proprio Revekti a eliminare - involontariamente - il suo seguace che sta lottando corpo a corpo col ranger, dando così modo a quest'ultimo, di liquidarlo; del resto, anche in precedenza Revekti non faceva quasi un passo senza essere circondato da un nugolo di guardaspalle, manco fosse stato un boss mafioso ), un po' perchè le sue doti di astuzia e di scaltrezza, pur non del tutto spregevoli, non sono nemmeno eccezionali: per intenderci, a far cadere in trappola a quella maniera Cunningham e i suoi ( con l'ex colonnello che, per mettere meglio la testa nel sacco, si comporta come se indossasse ancora la giubba blu ) ci sarebbe riuscito anche il Cane Giallo di "Oltre il fiume". Anche l'ex colonnello Miles Cunningham non mi pare uscire troppo bene dalla storia. Infatti, mentre i primi due albi e mezzo ce lo avevano mostrato come un uomo certamente spietato e vendicativo, ma anche intelligente ed abile, nella parte finale della vicenda si comporta con lo stesso stupido fanatismo dei vari Elbert ( "Sangue navajo" ), Arlington ( "Vendetta indiana" ) e Ratcliffe ( "Buffalo soldiers" ). Nemmeno la sua morte riesce a mio parere a coinvolgere emotivamente ( in un qualsiasi senso ) il lettore: i suoi tentativi di piatire salva la vita per sè, il figlio e il maggiordomo nero ricordano poco piacevolmente quelle scene di "Ritorno a Culver City", "Moctezuma" e "Il fuggiasco" in cui è Tex a comportarsi in tal modo con chi lo ha ridotto alla sua merc? ( Don Diego Villalta nel secondo caso, due stelle di latta negli altri ); Cunnigham di suo ci mette soltanto una certa viscida vena adulatoria che Tex, anche in questi tristi momenti, non sfoggia. Persino il fatto che accetti di morire piuttosto che sopportare l'uccisione del figlio non mi pare sia in grado di commuovere molto ( anche perchè, come Cunningham aveva probabilmente capito, Revekti non aveva affatto voglia di mantenere la parola; più commovente, semmai, l'eroica abnegazione del maggiordomo Moses che si fa ammazzare per dare ai due padroni la possibilità di fuggire ), mentre la sua fine, identica a quella dei cacciatori di scalpi dell'omonima vicenda bonelliana, è però priva ( magari in ossequio al realismo della situazione ) di quel dignitoso coraggio mostrato da quei vilains in quelle circostanze. Molto più riuscito ( e al centro della narrazione per due terzi della medesima; non so se fosse questo il fine che Boselli si era riproposto, ma tutta quella fitta trama di complicità, rancori e conversazioni tra i membri principali della schiera di Cunnigham, che è parsa a numerosi lettori eccessiva e ridondante, [anche perchè diversi di costoro periscono poi senza troppo rilievo, a differenza degli Innocenti de "Il passato di Carson&quot] finisce per mettere in rilievo sempre più accentuatamente la personalit? dell'ex tenente ) mi pare invece Parkman, che, pur soffrendo per il suo amore perduto, ha acquisito la lucidit?, l'intelligenza tattica e il buonsenso che gli erano del tutto estranei in "Sulla pista di Fort Apache". Pure, a tanti progressi sul piano delle capacità d'azione, non si accompagnano analoghi progressi sul piano del senso morale, che si risveglia solo di fronte alla morte fra i tormenti dello scout indiano catturato, mentre non è abbastanza sveglio da impedirgli di partecipare alla strage dei Pima. Per quest'ultima Tex, pur dopo aver espresso propositi di vendetta, una volta sentite alcune dichiarazioni di rimorso e pentimento di incerta sincerit?, lascia andare liberi sia lui che gli altri superstiti del "gruppo di fuoco" del fu Cunningham, cosa che ha comprensibilmente lasciato l'amaro in bocca a un discreto numero di lettori. Certo, non mancano esempi di analoghi "patti col diavolo" anche in GLB, ma quasi sempre essi o concernevano pesci piccoli, lasciati liberi di "andare a farsi impiccare altrove" ( come ne "Lo sfregiato" ) oppure la sorte si incaricava di liberare Tex dalla necessit? di dover ringraziare e beneficare i suoi provvisori alleati ( come mostrano la sorte di Thomas e degli altri adepti del vodoo alla fine de "Il figlio di Mefisto" e quella del cugino di Eusebio ne "Gli scorridori del Rio Grande" ); IMHO, se dallo scontro con Revekti si fossero salvati soltanto i cowboys di Cunnigham, l'effetto vagamente stridente del finale sarebbe stato quantomeno molto attutito. Per quanto riguarda i disegni, si può certo notare che Ginosatis eccede un po' con l'inchiostro ( certe sue vignette paiono incisioni all'acquaforte ) e talora con l'espressionismo nella resa dei volti di certi personaggi caratterizzati in senso bieco; penso tuttavia che la sua prestazione sia di livello piuttosto buono, specie se si considerano le dimensioni della storia e il fatto che fosse all'esordio su "Tex". In sintesi, a mio parere:soggetto 7sceneggiatura 6,5disegni 7,5
  20. Ecco la copertina del volume 228 della "Collezione Storica a colori" da domani in edicola con il titolo "La palude degli agguati"; saranno comprese in esso la conclusione di "Omicidio in Bourbon Street" ( nn. 576 - 578 ) e l'inizio di "Vendetta per Montales" ( nn. 579 - 580 ). Il titolo e la copertina fanno riferimento alla prima vicenda ( curiosamente, anche se non forse la cosa non era del tutto imprevedibile visti i caratteri "magico - occultistici" della trama di Boselli, Claudio Villa si è ispirato per la sua immagine alla copertina galleppiniana del n. 162 della serie regolare [ "Nel regno dei Maya&quot] in cui Tex e i pards penetrano nello Yucatan per affrontarne gli abitanti, caduti sotto il malefico influsso di Yama ) ? Sergio Bonelli Editore
  21. Questa è la copertina del volume 227 della "Collezione Storica a colori", in edicola da domani con il titolo "Cuervo lo spietato": conterr? le ultimissime pagine di "Terre maledette" ( nn. 573 - 574 ), "Sul sentiero dei ricordi" ( n. 575 ) e la prima parte di "Omicidio in Bourbon Street" ( nn. 576 - 578 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riallacciano alla seconda vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
  22. Ecco la copertina del volume 226 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Indian Plains": includer? l'ultima parte de "Il Fuggiasco" ( nn. 571- 572 ), oltre alla quasi totalit? di "Terre maledette" ( nn. 573 - 574 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda storia. ? Sergio Bonelli Editore
  23. Ecco la copertina del volume 225 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Ultima notte a Destiny": comprender? la maggior parte di "Buffalo Soldiers" ( nn. 569 - 571 ) e l'inizio de "Il fuggiasco" ( nn. 571 - 572 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla prima storia. ? Sergio Bonelli Editore
  24. Per favore, cerchiamo di restare calmi e di non fare della discussione di una storia ( che potr? essere un capolavoro, di buon livello, palatabile, mediocre o pessima ) il motivo per dare inizio ad una disfida di Barletta. del tutto fuori luogo in un forum come questo.
  25. Eccola copertina del volume 224 della " Collezione Storica a colori" , da oggi in edicola con il titolo "Le belve di Carrizo": contiene la quasi totalit? di "Dieci anni dopo" ( nn. 567 - 568 ) e la parte iniziale di "Buffalo Soldiers" ( nn. 569 - 571 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono a quest'ultima vicenda. ? Sergio Bonelli Editore
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