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Kerzhakov91

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  1. Kerzhakov91

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Il Texone per eccellenza. Storia bellissima e intrigante, un thriller dai contorni esotici da annoverare tra le prove più brillanti di Nizzi. E i disegni di Magnus... Vabbè, chevvelodicoafare. Una meraviglia. Impressionante la cura di ogni dettaglio.
  2. Per me questa è una delle storie boselliane meno celebrate, e quindi più sottovalutate, ma - a parer mio - anche tra le più brillanti scritte per Tex da Mauro. Così come nella precedente apparizione de Il Maestro, il ritmo è frenetico, in particolare nell'ultimo albo, sebbene comunque non manchino - soprattutto all'inizio del racconto - alcuni brevi momenti di pausa, utili ad approfondire il rapporto di "simpatia" che si viene a creare fra Kit Carson e Annie Oakley (che nella realtà era un cessazzo , giusto per la cronaca ). Sullo sfondo, come da tradizione boselliana, ci sono tantissimi personaggi, direi tutti ben caratterizzati, eccetto paradossalmente Buffalo Bill, che quando la vicenda è entrata nel vivo è stato messo da parte. Affascinanti i criminali scelti dal Maestro: dal maniaco omicida "Ladykiller", tanto mite e buono quanto pazzo e violento, al minuscolo lanciatore di coltelli Squeezy, passando per il freddo e cinico Daniel Lund, che più volte nel corso della storia si chiede come possa essere finito in compagnia di simili malati mentali. Andrew Liddell si conferma come uno dei più geniali e temibili avversari di Tex. Non vedo l'ora che esca la storia del suo ritorno, che sarà ambientata a New York e che promette scintille (in tutti i sensi). Wild West Show l'ho voluta rileggere in questi giorni perché a maggio ho visitato, tra le altre cose, anche la cittadina di Cody, con il relativo museo dedicato a Buffalo Bill
  3. Eh beh, Nolitta è sempre Nolitta, non c'è niente da fare, non mi ha deluso (quasi) mai, neppure su Tex dove molte sue storie sono sempre state piuttosto contestate. Questa teoricamente è una delle più acclamate del Sergione, ma che allo stesso tempo tende comunque a dividere i texiani duri e puri, soprattutto a causa di quel finale amaro, per me bellissimo, che è nolittiano al 100% (visto e stravisto sia su Zagor che su Mister No), ma atipico su Tex. Il Ranger ne esce di fatto sconfitto e per molti lettori ciò non è accettabile. Pur non condividendole, capisco le posizioni di chi la pensa così. Premettendo che per me la storia è un capolavoro, purtroppo uno degli ultimi della saga, non mancano alcune piccole incongruenze e ci sono tre "particolari" che non mi hanno del tutto convinto: 1) guarda caso, gli unici che riescono a salvarsi - in maniera fortunosa - dalla strage di Red Hill sono Tex E Tiger. Inevitabile, ovviamente, però... 2) Kit Carson è particolarmente spiritoso, non la macchietta nizziana, ma in alcuni scambi di battute - per quanto spassosi - ricorda un po' troppo da vicino Cico... Che non è certo un demerito, intendiamoci, però insomma, si tratta di spalle ben differenti; 3) Jim Brandon vigilantes risulta oggettivamente poco credibile. Capitolo disegni: Ticci batte Giolitti, per quanto mi riguarda. Nessuno mette in dubbio le qualità di Gilbert, ma quel suo volto di Tex non mi ha mai convinto...
  4. Peccato per il finale affrettato, rimane comunque una grande storia, molto appassionante, sebbene forse le manchi qualcosina-ina-ina per essere un capolavoro a tutto tondo (mettiamola così: fino alla cattura di Tex e i pards sulla nave tutto fila liscio, poi però il modo in cui si liberano subito - grazie a Jim Brandon - e vengono infine a capo dell'intricata vicenda, è un po' troppo semplicistico). Sono tante comunque le scene memorabili e coinvolgenti, uno dei punti di forza è il ritmo, che non concede soste. Ottimi peraltro i personaggi di contorno creati da Nizzi (da Caudill all'oste doppiogiochista, passando per il greco Tanakis). Non mancano neppure almeno un paio di colpi di scena. Insomma, la valutazione non può che essere ampiamente positiva, nonostante la presenza di qualche difettuccio tipicamente nizziano (su tutti i famosi "origliatori", in questo caso Jim Brandon e Gros-Jean), che però non dà particolarmente fastidio. Ottimi i disegni di Fusco, autore che sto imparando ad apprezzare soprattutto in tempi più recenti, che si è sempre trovato particolarmente a suo agio nel disegnare il grande nord (fantastica, come sempre, l'ambientazione canadese, che è sinonimo di qualità in Tex).
  5. Kerzhakov91

    [10/11] Il Tranello

    Impossibile non elogiare questa splendida avventura, il primo vero e proprio capolavoro texiano, nonché probabilmente la miglior storia dei primi 40-50 numeri e in assoluto una delle più apprezzate dagli affezionati lettori (il sottoscritto in primis: Il Tranello fa sicuramente parte della mia TOP 5 ). Ad impressionare però, ancor più della favolosa trama della vicenda (la prima ambientata in quel favoloso territorio qual è il Canada: adoro le storie canadesi, sono tradizionalmente tra le mie preferite in assoluto, troppo affascinante l'ambiente, con le foreste innevate, gli indiani del nord, etc ), è l'importanza che ha questa Il Tranello per la continuity della saga: le sorprese non mancano fin dalle primissime pagine, dalle quali scopriamo che sono passati diversi anni dall'ultima avventura di Tex, che nel frattempo è diventato padre di Kit, ma che allo stesso tempo è tragicamente divenuto vedovo della povera Lilith (chissà come avranno preso a quel tempo tutti questi repentini cambiamenti i lettori dell'epoca ). Ma le sorprese non finiscono qui: ricompare un invecchiato Kit Carson, che dà a Tex la triste notizia della prematura scomparsa del mitico Arkansas Joe, la comparsa più famosa dell'intera serie , con il Nostro che per vendicare l'uccisione del vecchio amico accetta di rientrare a far parte del corpo dei Rangers, addentrandosi in seguito nel lontano e remoto territorio canadese, nel quale - tra le altre cose - conoscerà due tra i personaggi più amati dai lettori: la giubba rossa Jim Brandon e il trapper francese Gros-Jean. Tutto ciò basta e avanza per capire quanto sia straordinaria e fondamentale per la saga texiana questa storia, impreziosita da una trama come detto eccezionale (mi aggiungo a quelli che preferiscono la prima parte, con l'interminabile e memorabile assedio, alla seconda, che rimane comunque di notevole qualità ), con degli indiani crudeli al punto giusto e dei cattivi bianchi molto ben caratterizzati. Epicità allo stato puro. Grazie GLB e Galep
  6. Eh, insomma... Lo hanno seppellito
  7. Kerzhakov91

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    E' una bella storia, sicuramente avvantaggiata dall'ambientazione del grande Nord, che è sempre affascinante; un racconto però imperfetto, con delle incongruenze, seppur nel complesso gradevole, da 7 pieno a mio avviso. In diversi passaggi mi ha ricordato un capolavoro zagoriano, "L'uomo con il fucile" di Burattini e Ferri, che tuttavia è di ben altro livello (soprattutto per la complessità del coprotagonista). Jesus Zane è in effetti un cattivo più zagoriano (o nolittiano, se preferite) che texiano. Senza avere però lo spessore psicologico necessario. Nizzi, in tal senso, avrebbe potuto fare di più. Troppo monotematico questo Magico Vento... ehm, questo Jesus Zane Per carità, non ha certo avuto un passato facile alle spalle, ma il suo odio appare, se non immotivato, quantomeno esagerato, eccessivo. Almeno per quello che l'autore ci mostra/ci fa sapere. E poi non convince nel finale: la morte dell'amata Sheewa avrebbe dovuto farlo uscire fuori di senno, invece poche tavole dopo lo ritroviamo lucido e deciso a far la pelle a Tex e ai pards, come se nulla fosse successo. Per come era stato presentato, vista l'ossessione che provava per quell'amore non ricambiato, sarebbe stato più logico se avesse perso completamente la ragione. Invece si dimostra un bastardo totale, persino privo di lealtà, nei confronti del quale il lettore non può provare alcuna empatia (come invece spesso succede con quei cattivi dal passato tragico). Qualcuno ha giustamente scritto che, per certi versi, questa storia si può considerare anche boselliana: vero, viste le tavole dedicate a comprimari come Sheewa e soprattutto a Martin Mystère... ehm, a Nat Quest'ultimo lo si è voluto far apparire come più in gamba del previsto, emblematico lo stupore di Tex, ma non ha convinto francamente al 100% come personaggio. Inaspettata però la fine di entrambi, che dà un sapore più amaro all'intera vicenda, dalla quale in fondo anche i pards non ne escono pienamente vincitori. Ogni tanto è anche giusto che sia così Un po' sottotono Gros-Jean, che ha fatto più che altro presenza. Spassosa però la scenetta con la domestica Chi ne esce abbastanza male, purtroppo, è Jim Brandon. Innanzitutto, sono rimasto un po' deluso dal fatto che sia stato messo in disparte fin da subito: me lo aspettavo protagonista attivo, vista la copertina. E vabbé. Ma soprattutto non fa una bella figura all'inizio della storia, quando si lascia fregare come un pivello da Zane e i suoi complici. E poi: possibile che non sia riuscito ad avere la soffiata sulla reale attività svolta da Jesus? Cavolo, a Saskatoon lo sapevano praticamente cani e porci che vendeva armi e whisky a Boudet... Insomma, non la sua partecipazione più memorabile, mettiamola così. Ottimi i disegni di Parlov.
  8. Kerzhakov91

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Potenzialmente l'avventura più interessante degli ultimi anni. Vediamo come prosegue. Bentornato, intanto, a El Morisco, che mancava davvero da troppo tempo sulla serie regolare
  9. Che dire... Molto banalmente, la mia storia preferita di Tex. In assoluto. La storia è appassionante e coinvolgente, fila che è una meraviglia, ma è grazie a Lucero - il vero protagonista - se viene ancora oggi ricordata come uno dei più grandi capolavori dell'intera saga texiana. Un villain assolutamente unico nel suo genere, impossibile da replicare, insieme a Mefisto secondo me il meglio caratterizzato da GianLuigi Bonelli. Il principale punto di forza di Odio senza fine è proprio lui. Un nemico furbissimo, un cervellone, che sotto le mentite spoglie di Don Fabio Esqueda nasconde quelle del terribile e spietato capo Mescaleros Lucero. Basta vedere come fa sempre perdere le tracce dei suoi uomini con un abile stratagemma, che la prima volta inganna anche dei mastini come i quattro pards, gente che di caccia all'uomo è veterana e ne conosce tutti i trucchi. Fa eliminare il tipo sopravvissuto all' attacco, facendo nascondere nel carro del commerciante uno dei suoi sicari. E non esita a sporcarsi le mani andando di persona nel convento di San Xavier per eliminare il povero padre Miguel, colpevole solo di essere l' unico frate rimasto vivo che si ricorda di lui; ne approfitta poi per far sparire anche la foto che lo ritrae ragazzino. Ma Lucero non è solo un nemico spietato, è sfaccettato, ha profonde motivazioni che lo spingono a comportarsi in quel modo, è in bilico tra bene e male, non è un banale cattivo a tutto tondo. Il lettore entra inevitabilmente in empatia con lui, quasi fai il tifo per l'Apache, sperando che riesca a farla franca. Lucero è un nemico particolare, talmente inafferrabile che Tex non avrà mai il piacere di avvicinarlo faccia a faccia. Il ranger è solo uno strumento del destino, il suo merito è quello di aver giocato un pressing asfissiante, aver ordito la trappola, ma altrettanto fondamentali sono Tiger e Carson (è lui a sparare la "pallottola del destino"). Ciliegina sulla torta il memorabile finale, nel quale GLB raggiunge dei vertici di poeticità e lirismo difficilmente raggiungibili: ormai sconfitto e in fuga, devastato dalla febbre, dove va a morire Lucero? Sulla tomba del frate che aveva ucciso, chiedendogli perdono. Antologia del fumetto. Tex e i pards, che arrivano in ritardo su ogni tappa del calvario personale del Mescalero, arrivano in ritardo anche sul giudizio finale, quello divino sottolineato dai funebri rintocchi della campana. "L'avresti mai immaginata una fine del genere?" chiedono Carson e GLBonelli. "Nemmeno sognata" rispondono Tex e il lettore. Signori, giù il cappello.
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