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San Antonio Spurs

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Tutto il contenuto pubblicato da San Antonio Spurs

  1. Scusate ma nel mio intervento precedente quel figlio di mille puzzole del correttore automatico ha stravolto in parte la comprensione del messaggio, che correggo e ripropongo così: Altre notarelle sparse. Magistrali le pagine da 17 a 21, con la tempesta di sabbia che davvero invade la scena con un grigio che spero nella futura versione a colori della serie di Repubblica resti invariata perché non è bianco e nero, ma grigio assoluto. Pagina 23: Shakti porta un anello all'anulare della mano sinistra, solo una curiosa coincidenza (non è certo cattolica) che però mi dà l'assist per una domanda: Kit, Kit Willer, cresciuto come si sa bene anche in una missione, è di religione cattolica? Preciso che saperlo non cambia niente nella mia vita di texiano. Pagina 24: una delle vignette forse più rare o addirittura uniche, divisa a metà fra i personaggi, con replica di rarità nella quarta della pagina successiva: Tex in mezzo a Shakti e Yama. Forse sono espedienti già usati in precedenza, in ogni caso la bravura di Civitelli è riconfermata. Pagina 33: onomatopea Waammp, mai letta ma efficace. Il bello di questa serie è - anche - una continua scoperta di particolari...
  2. Altre notarile sparse. Magistrali le pagine da 17 a 21, con la tempesta di sabbia che davvero invade la scena con un grigio che spero nella futura versione a colori della serie di Repubblica resti invariata perché non è bianco e nero, ma grigio assoluto. Pagina 23: Shakti porta un anello all'anulare della mano sinistra, solo una curiosa coincidenza (non è certo cattolica() che però mi dà l'assist per una domanda Kit, Kit Willer cresciuto come si sa bene in una missione è di religione cattolica, immagino. Preciso che non mi cambia niente nella mia vita da texiano. Pagina 24: una delle vignette forse rare o addirittura anche divise a metà fra i personaggi, con replica di rarità nella quarta della pagina successiva: Tex in mezzo. Pagina 33: onomatopea Waammp, mai letta ma efficace. Il resto a domani
  3. Chiedo scusa se qualcuno lo ha già fatto notare, ma ho scoperto che Shakti (o Sakti) è il nome di una divinità indu con molte caratteristiche peculiari riferite alla femminilità e addirittura con rovesciamento dei ruoli classici uomo dominante-femmina sottomessa e di questo particolare ringrazio Borden, che certamente sapeva e che sulla "nostra" Shakti ha certamente costruito una parte da non comprimaria. Già che ci sono, sottolineo la ripetizione del gesto sul volto di pagina 23 e 110: non so se in Tex e per Tex si sia mai potuto usare il termine "sensualità", ma qui Civitelli ha davvero proposto un paio di vignette capolavoro e indotto al gesto inconsulto. Non mi sono mai preoccupato di immaginare Tex e i suoi interpretati da attori veri, soprattutto dopo l'unico, fallimentare film con il povero Giuliano Gemma. Però adesso mi trovo invece a pensare a chi potrebbe interpretare Shakti. Ed è una ulteriore conferma che la storia prende, eccome.
  4. San Antonio Spurs

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Probabilmente qualcuno l'ha già ricordato, che sono 20 anni dall'uscita di quel capolavoro disegnato da Magnus: 1996. 2016 alla fine nel migliore dei modi per quello che riguarda i tratti dei "Nostri", visto il lavoro di Civitelli nei primi due albi della storia del ritorno di Yama e il rammarico è immaginare che cosa avrebbe potuto produrre Roberto Raviola in una storia "fanta", la soddisfazione è di aver visto, prima ancora che letto, quel Texone
  5. Dei quattro cavalieri del titolo tre mi sembrano montare ronzini o esserlo loro stessi, dopo l'eliminazione di Avendra ci rimangono l'inconsistente Rinchen il fricchttone pre rasta Lefeuvre e l'Hayden chiamato giusto perché un altro occidentale ci voleva. Non credo, a due terzi della storia, che nessuno di loro sarà rivisto, perché in fondo sono assistenti - uso terminologia cestista- dell'head coach Yama.Tre Dambo per Mefisto, più o meno; più accurati ma meno muscolosi. Mentre Kamal conquista la fiducia e c'è da credere che l'eredità se la sia già guadagnata per gli albi dopo il prossimo quello della rinnovata sconfitta di Yama. Infine, Shakti: difficile prevedere la sorte, non credo alla prigionia alla Lily Dickart, né al ravvedimento e nemmeno alla morte prematura magari fra le braccia di Kit. Morale: l'attesa per il terzo albo della storia è spasmodica e questo va a lode di chi l'ha ideata, sceneggiata e disegnata.
  6. Shakti è nettamente la più bella figliola vista da molti decenni
  7. E con queste parole, perfette, aggiungo un elemento al mio precedente giudizio: la voglia spasmodica di sapere che andrà a finire. Timbro di qualità. Ricordo che nel 1990, quando in Italia andavano in onda le puntate di Twin Peaks e non c'erano tutti i mezzi di informazione di adesso, chiamai il corrispondente USA del io giornale dell'epoca per farmi dire chi era l'assassino di Laura Palmer. Me lo disse, lo scrissi in un articolo (di basket!) e Sorrisi&Canzoni si arrabbiò molto. Quindi, io rapirei Boselli o Civitelli e chiamerei Carlo Monni a difendermi per il crimine, motivandolo dal fatto che 28 giorni per conoscere la fine della storia sono una tortura ;-)
  8. Il confine fra storie insufficienti, sufficienti, belle, bellissime e da 10 e lode per me è rappresentato dalla voglia di rileggerle più volte, anche a distanza di tempo, cercando magari nuovi particolari. In questa e nello specifico nell'ultimo albo, trovo che Civitelli dia il meglio di sé nelle tavole di azione e in quelle con effetto notte, ma i suoi chiaroscuri restano impagabili.Segnalo alcune vignette da lode: la quinta di pagina 73, con El Morisco che ha decisamente paura; ultima vignetta di pagina 85: dovrebbe essere noto ai pard che le pallottole non servono contro le visioni, e va bene, ma se guardate la traiettoria dei colpi nessuno di quelli sparati dagli infallibili avrebbe colpito Yama che si protegge comunque con il coltellaccio; dei quattro "nostri" Tex è l'unico che si presenta con cinturone e fondine , della serie "Non fidarti mai, non si sa mai"; infine, non ho mai capito perché Tex&Co tengano i cappelli in testa anche quando sono al ristorante o in qualsiasi posto chiuso, non devo certo celare calvizie, non ne faccio una questione di educazione ma a che serve lo Stetson e/o cugini vari calcati fra una bistecca alta tre dita o davanti ad Ely Parker? Come fare la doccia con il calzini, anche se il riferimento di base è altro
  9. Storia in crescendo e con una costante: lo splendore dell'opera di Civitelli. La Dark Lady Shakti nella quarta vignetta di pagina 23 è da podio nella intera saga dell'eterno femminino texiano. C'è solo una cosa che ancora non mi torna: perché le Forze del Male o chi per loro va a ripescare Blacky? E con quale scopo, considerando che il mondo è grande e i quattro pard ne occupano una porzione sì vasta ma minoritaria? Perché allora i quattro cavalieri sarebbero loro, considerati gli unici al mondo a poter sconfiggere il male. Risposta presunta (da me): Blacky/Yama è un predestinato che prima di dominare il mondo intanto vuole vendicarsi ed eliminare i suoi antichi nemici. Concludo e ripeto: albo molto avvincente e avvolgente, bravo Borden, bravissimo Civitelli, con il top raggiunto all'ultima vignetta: il Carson con occhio sinistro chiuso a rappresentare, come meglio non sarebbe stato possibile fare, la determinazione del vecchio cammello.
  10. ma torno indietro, all'albo precedente, riletto come prequel: da pagina 84 in poi Tex e Kit scappano nella notte senza che nessuna se ne accorga, poi, da un'altura vicino al villaggio vedono che un gruppo di cavalieri va al loro inseguimento e si mettono a correre piedi con una corsa presunta di tre miglia. Impresa surreale che infatti viene interrotta da uno scivolamento dell'arroyo. Poi la ricomparsa su due cavalli non loro che si presume, vedi prima vignetta pagina 93, siano stati rubati ad una sorta di retroguardia del gruppo selvaggio inseguitrice. Poi si intuisce, ma chiedo conferma, che i due pard cerchino di raggiungere le colline con un percorso alternativo. Curioso che anche nel Ponte della Battaglia ci sia stata una curiosa e un po' improbabile prova podistica notturna di rilievo di uno dei nostri.
  11. "L'inferno che urla" è uno dei titoli più belli degli ultimi tempi. Per intanto.
  12. Caro Carlo, di quel numero 100 ricordo la trepida attesa scandita dalle quarte di copertina dei mesi precedenti. Gran bella storia, anche se oggi mi fa sorridere il fatto che Jim Brandon sia in divisa e Gros Jean vestito come se la temperatura anziché a +40 fosse a -20. Febbraio 1969...
  13. In realtà Jim Brandon compRE ANCHE NEL NUMERO 100
  14. Riflessioni a sangue freddo. Il mescalero senza volto: bella storia, bei disegni ma una vocina interna mi suggerisce un chissà perché: in bianco e nero sarebbe venuta meglio. Rio Quemado: tema già affrontato altre volte, ma non è una critica; al contrario è un elogio a Borden per come la sviluppa e la concentra. Il finale, con la riunione fra babbo, mamma e figlio mi ha ricordato quello di "Cuore Selvaggio" di David Lynch. I disegni di Dotti hanno un che di spigoloso, anche qui è più elogio che perplessità. Mi diverte molto il Carson della seconda vignetta di pagina 37. Un cavallo di pezza: premessa, scherzo. Barberi ha fatto poca fatica per i dialoghi di questa storia. In realtà proprio l'assenza di fumetti nell'accezione originale dell'uso allarga lo schermo sulle profondità di Venturi. E'una storia breve perfetta in quanto tale, avete presente "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"? Scarno ma efficace. Essenziale Amici per la morte: la storia che è mi è piaciuta di meno per la legnosità dei personaggi e per un tex quasi irriconoscibile e con caratterizzazioni al limite del grottesco. Chupacabras: horror alla Dylan Dog e probabilmente è già stato rilevato. Boh? Il tratto di Rubini mi convince il giusto, sono d'accordo con chi sostiene che non era una storia "allungabile. Nella mia mania delle fisionomie, nella terza vignetta di pagina 131 il conducente mi ricorda Charles Bronson.
  15. Cinque storie ben congegnate, di vera frontiera, non paragonabili fa di loro a partire dai disegnatori che hanno lavorato come fossero in un continente proprio e non è una critica. Questa esperienza rappresenta per la maggior parte di "pennini e pennelli" una buona scuola di base per aspirare ad una classe superiore, serie mensile o quel Texone a cui si arriva anche da fuoriclasse prodigio e in tutta sincerità io mi aspetto un grandissimo lavoro da parte di Laura Zuccheri.
  16. Due domande/constatazioni dopo aver riletto la storia a distanza di tempo: 1) Fa un fresco cane, sta per nevicare e Tex caduto in acqua dopo un po' è bello asciutto e tranquillo? 2) Il povero cavallo che lo riporta verso Carson e che poi viene abbandonato nella foresta che fine avrà fatto, meschino?
  17. San Antonio Spurs

    Lupe

    I veri figli della Lupe
  18. Tex e Lupe possono essersi conosciuti in senso biblico e anche non molto tempo fa qui in Italia di ragazzi cresciuti senza il padre ce ne sono stati eccome (colonna sonora di sottofondo: "Tammurriata nera"). E' probabile che i due non si siano mai più rivisti, né che Tex abbia conosciuto la fanciulla. In quanto a Kit e agli altri pard non credo interesserebbe più di tanto sapere dell'esistenza di un altro discendente diretto di Tex. Che poi sia una donna è (purtroppo) un altro discorso, o forse lo era un tempo, quasi 70 anni dopo non dovrebbero esserci problemi, anche perché l'ambientazione non è nella Londra vittoriana.
  19. Seneca con il suo "Cui prodest" non scrisse con secoli di anticipo la chiave per comprendere solo la genesi di un delitto da libro giallo ed è la stessa domanda che mi pongo io: a chi giova una figlia di Tex? Domanda che non mi vede contrario all'eventualità, ci mancherebbe, come nel caso Carson-Lena però cosa modificherebbe in tutto il canone il fatto che il "Nostro" abbia un'altra figlia? La convincerebbe a venire ad abitare con la mamma nella riserva? Ecco, la mamma: forse bisognerebbe concentrarsi più su Lupe, perché lei, di più, potrebbe influenzare la vita di Tex, nel caso si riattizzasse una fiamma che a dire il vero è durata pochi giorni e poche vignette ad inizio della storia texiana. Toccata e fuga, come già detto altrove. Dunque, favorevole ma perplesso sull'efficacia e/o sullo sviluppo della eventuale scoperta.
  20. Altre note dopo una terza lettura ATTENZIONE: PERICOLO DI SPOILER ONDIVAGO Nel tronco bruciato della copertina io vedo una figura antropomorfa, una creatura a braccia alzate con il capo reclinato e le braccia alzate. Come in un rogo, insomma. Magistrali, tanto per cominciare, pagina 6 con solo 3 vignette e la centrale della pagina successiva, senza contorno. Con un senno di poi ovviamente indotto dalla storia recente, vera, il Blacky nel saloon assomiglia molto ad un classico Bob Dylan (senza pizzetto). La prima vignetta di pagina 38, con cavallo che si impenna mi ha un po’ riportato alla sigla TV di Zorro. Quarta vignetta di pagina 40: Tiger Jack chiama Piccolo Falco e continua l’alternanza dei nomi per il pard indiano, albo dopo albo: Kit o Piccolo Falco, Tex o Aquila della Notte, Carson o Capelli d’Argento. Pagina 63, quarta vignetta: si cita la Via Lattea, forse non proprio conosciutissima nel West, ma è una di quelle “esagerazioni di conoscenza” che tolleriamo benissimo da sempre. Come un indiano che si chiami Tigre, un vecchio che viene definito Cammello (anche a pagina 67, ultima vignetta) e poi 85 e 103) e naturalmente la barba di Giosafatte e gran Putifarre. La sparatoria nel saloon è la meglio narrata e disegnata di sempre. E sono quasi 70 anni…
  21. San Antonio Spurs

    Lupe

    Ok, grazie, che sia alla base della narrazione porterà naturalmente l'attenzione verso il "chi" potrebbe esserne il padre e mi pare che questo aspetto sia già stato pronosticato. Così come i pareri pro e contro la possibile paternità del "Nostro". In ogni caso, ultimamente, quando una storia crea molta attesa poi non mi ha mai deluso. Vedi il numero 673, l'ultimo, magistrale per trama e disegni.
  22. San Antonio Spurs

    Lupe

    Scusa, ma devo aver perso un passaggio: nella storia c'è una figlia di Lupe?
  23. Finalmente l'avvertimento del ritorno di "Lui", Father or Son, non arriva con una tempesta di sabbia o con fiammata nel villaggio navajo e nemmeno nelle prime pagine di un albo che si conclude in maniera ancora quasi misteriosa dopo la morte del santone venerabile. Un baciapile classico da setta con le teste di caprone, un deja vu (non è una critica, sia chiaro). Io qui e ora vorrei solo sottolineare, al di là della storia ben preparata soprattutto come antipasto per il seguito, la bellezza del lavoro di Civitelli. E l'originalità stupenda di alcune tavole riguardanti Kit Carson: la quarta di pagina 74, la seconda di 76, la seconda di 77. Ma tutta la serie di disegni in notturna nel villaggio è da standing ovation.
  24. Non avevo ancora nove anni e tutto mi pareva perfetto, con il senno di poi mi diverte Jim Brandon in divisa e Gros Jean lui pure vestito da Grande Nord. Era iniziato però da qualche tempo il periodo più bello della saga texiana, sia per Galep che per Bonelli, come se la fine definitiva delle uscite in formato striscia li avesse lasciati liberi di galoppare in altre praterie di espressione.
  25. Mefisto è per Tex quello che James Moriarty è per Sherlock Holmes, una presenza ricorrente e caratterizzante. Come dire? Uno che speri sempre che ritorni da antagonista. Yama non è all'altezza del padre, mi è sempre apparso più goffo e impacciato, ma anche Moriarty aveva un subalterno - Sebastian Moran - più, molto più sbiadito. Le storie soprannaturali a me sono quasi sempre piaciute, dai Figli della Notte ai Demoni del nord, dalla Stirpe dell'abisso a I fiori della morte. Poi, ho fiducia in Borden, ho stima di Civitelli e quindi mi aspetto albi non banali, interessanti, coinvolgenti. Spero solo in una cosa: che non si ripeta la litania dei pard catturati separatamente, che è come sentire Mike Oldfield concludere un concerto con Moonlight Shadow.
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