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ymalpas

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  1. ymalpas

    [563/564] Spedizione In Messico

    Letto, anzi divorato, "cannibalizzato" anche il secondo albo. Ce ne fossero altri... Storia che si mantiene sempre su alti livelli, seppure inferiore alla precedente "Morte nella nebbia". Due appunti per la sceneggiatura che mi hanno fatto storcere il naso:1 ) Quando i cinque abbandonano Tecopah, tirandosi dietro i fucili e lasciano i cavalli ai rurales ( che quindi ricompaiono subito dopo, sulle loro tracce, con dei nuovi fucili ) sembra una leggerezza tipicamente nizziana.2 ) Quando Tex e Carson, durante l'assedio, aspettano l'alba e sono salvati in extremis solo dall'arrivo dei mescaleros di Calvado, sembra ancora una volta un imperdonabile leggerezza, che Carson mette bene in evidenza quando si lascia sfuggire dalle labbra la frase... "non sapevo che esistesse un'altra via per arrivare in alto senza essere visti".
  2. <div align="center"> I GHOST ARTISTS <div align="justify">Questa discussione presenta in ordine alfabetico tutti i disegnatori che hanno contribuito, a vario titolo, alla realizzazione delle tavole delle storie di Tex e il cui lavoro sulla testata, ufficialmente, non è mai stato del tutto accreditato dall'editore. Angelo Corrias <div align="justify"> Angelo "Tatano" Corrias, artista nato in Sardegna a San Gavino Monreale, conosce Aurelio Galleppini nella Cagliari del secondo dopoguerra. Sotto la sua guida, Corrias studia e si applica con una costanza tale che presto diventa assistente del suo maestro. Inchiostra le matite di Galep praticamente dall'inizio, forse addirittura dall'avventura "Il totem misterioso" ( n° 1 ) e fino all'episodio "Uno contro venti". Avrebbe inoltre fatto anche le matite di trentadue pagine della storia "La croce tragica", per la precisione, le pagine da 3 a 34 del n° 23, presumibilmente con chine di Galleppini. In seguito Corrias è stato pubblicitario e fotografo per l'agenzia di Armando Testa, oltre che illustratore e disegnatore. Franco Bignotti <div align="justify"> La partecipazione grafica di Franco Bignotti su Tex inizia negli anni cinquanta e si estende almeno fino al periodo 1964 / 1965. I suoi interventi interessano soprattutto le copertine della Prima Serie Gigante e della Seconda Serie Gigante fino alla numero 53. La formula usata per queste copertine era quella di riprendere un vecchio disegno di Galep, in genere la figura di Tex tratta dagli Albo d'Oro. Bignotti si occupava quindi del completamento della tavola. In alcune di queste copertine il suo intervento è davvero minimo, in altre invece la lavorazione agli sfondi è piuttosto rilevante. Gli interventi di Bignotti sulle copertine dei primi numeri 27 numeri della serie: La Mano Rossa - scrive il titolo dell'albo. Uno contro venti - rif? il pezzo di terreno in basso a sinistra sotto i cavalli e scrive il titolo. Fuorilegge - disegna il manifesto della taglia e scrive il titolo. L'eroe del Messico - aggiunge qualche ombra e un pezzo della gamba di Tex. Forse suo il titolo. Satania - interviene sulla gamba destra di Tex. Doppio gioco - scrive il titolo dell'albo. Due contro cento è disegna tutto lo sfondo attorno alle due figure e scrive il titolo. L' ultima battaglia è aggiunge la parte posteriore del cavallo dove in origine appariva un indiano e scrive il titolo. Il tranello ? crea lo sfondo compresa la nuvoletta della pistola e scrive il titolo. Il segno indiano è irrilevanti interventi. Il figlio di Tex è realizza la tavolozza con il titolo. Tex l'intrepido è disegna lo sfondo e scrive il titolo. La gola segreta - forse scrive il titolo. La montagna misteriosa è disegna lo sfondo e scrive il titolo. Restano dubbi sull'attribuzione di Tex e dell'altro personaggio, che non sembrano completamente galleppiniani. Il fuoco è interviene sugli stivali di Tex e sul villaggio che brucia. Forse scrive anche il titolo. Gli sciacalli del Kansas è parte dello sfondo e il titolo sono di Bignotti. Gli indiani sono di Galep. Il Tex di questa copertina non è stato disegnato da Galeppini. Dodge City è forse disegna solo la cornice di case attorno a Tex. La figura di Tex e il cavallo sono di Galeppini. La fine di Lupo Bianco è scrive il titolo. Il Tex di questa copertina è di dubbia attribuzione. Un piano ardito è ritocca qualche piega delle camicie. Forse scrive anche il titolo. Anche il Tex di questa copertina è di dubbia attribuzione. Yampa Flat è disegna tutta la copertina e scrive il titolo. La figura di Tex non è di Galeppini. Qualche segno sulla camicia potrebbe forse ricondurre a Uggeri, anche se gli stivali sono diversi da quelli che in genere lui era solito disegnare. Piutes è disegna le teste degli indiani, il manico della scure e parte del braccio destro di Tex. Suo anche il titolo. L' enigma del feticcio è interviene su piccoli particolari della figura di Tex e realizza un nuovo sfondo. Suo il titolo. L'agguato è suo il titolo e il volto di Tex. Nel disegno dell'Albo d'Oro sul cavallo c'era Kit Willer. Frecce nere è disegna un nuovo sfondo. Suo il titolo. Assedio al posto n° 6 - disegna un nuovo sfondo ed esegue qualche ritocco sull'indiano a cavallo. Suo il titolo. I numeri successivi prevedono un intervento di Bignotti assai più misurato. Tracce del suo lavoro si riscontrano, come già annunciato precedentemente, sino all'albo n. 53 per lo più riferite alla scrittura dei titoli e poche altre cose. Uno dei primi interventi di Bignotti sulle strisce di Tex è databile intorno all'anno 1955 ed è da ricondurre all'episodio ?La caccia di Grosso Serpente? ( n° 21 ) dove, tra la striscia 26 e la striscia 32, completa delle vignette, ritocca molti degli sfondi ed esegue anche figure complete come quella che appare nella striscia 30, quadretto 1. Nell'episodio successivo ?Kit gioca la sua carta? aggiusta invece qualche sfondo: si veda ad esempio il quadretto della sedicesima striscia. Dall'albo n° 21 e fino al n° 64, Bignotti non interviene mai disegnando delle vere proprie sequenze, ma solo correggendo alcuni disegni e realizzando talvolta qualche quadretto completo. Di indubbio interesse resta la figura a lui attribuibile del pistolero Gunning Crane, che appare nell'albo n° 48 intitolato "Duello a Laredo". Ha sicuramente aiutato Galep nell'avventura "Squali" realizzando parte delle matite e delle chine. La sua mano è evidente da pag. 24 a pag. 34 del n° 62. La redazione affid' inoltre a questo prezioso collaboratore di casa Audace ( poi Araldo ) la revisione di molti disegni che dovettero essere corretti per la famosa questione delle censure. Siamo agli inizi degli anni sessanta. Certamente una delle modifiche più emblematiche è rappresentata dal volto della bella Marie Gold che appare nella prima striscia del n° 2. Jesus Blasco <div align="justify"> L'artista spagnolo aveva tre validi collaboratori nei suoi tre fratelli, Alejandro, Pili e Adriano, il cui lavoro non è mai stato accreditato. La presenza di due fratelli ( uno dei tre infatti era morto intorno alla metà degli anni ottanta ) deve essere sicuramente stata notevole nell'ultima storia disegnata da Blasco, intitolata "Bande rivali", portata a termine nei momenti della sua malattia che l'avrebbe portato alla morte l'anno dopo la pubblicazione di questa avventura. Fabio Civitelli <div align="justify"> Ha inchiostrato alcune delle pagine del n° 500, intitolato ?Uomini in fuga?. Nella redazione di via Buonarroti c'era la forte preoccupazione che Ticci non riuscisse a rispettare le scadenze, fu chiesto quindi a Civitelli di inchiostrare le matite del maestro senese, da pag. 67 a pag. 79. Poco tempo dopo Ticci si sent? in grado di finire senza aiuti e riprese ad inchiostrarsi da solo. Nell'inchiostrare le pagine a lui affidate, Civitelli non ha usato il suo solito stile, ma si è rifatto integralmente a quello di Ticci, al punto da essere virtualmente indistinguibile da lui. Raffaele Cormio <div align="justify"> Quest'artista prematuramente scomparso nel 1981 all'età di quarant'anni, esordisce come inchiostratore delle matite di Galleppini intorno alla metà degli anni sessanta, probabilmente con la storia "Mano Gialla", inchiostrando le figure di Tex e Carson che in quella avventura, per il resto disegnata da Gamba, sono invece disegnate dallo stesso Galep. Sicuramente è presente nell'avventura "Pueblo Bonito". La sua mano è riconoscibile a partire almeno da pag. 10 del n° 71. Nella stessa avventura inchiostra anche matite di Gamba ( per esempio a pag. 37 del n° 72 ). Da allora in poi inchiostra tutte le storie a firma Galep sino all'avventura "Terrore sulla savana" ( almeno sino a pag. 84 del n° 93 ). Assiste inoltre anche Virgilio Muzzi nelle avventure "Pony express", dove realizza probabilmente di una parte delle chine e "Giustizia", dove oltre alle chine, corregge anche alcuni volti di Tex e realizza alcune pagine interamente da solo. Si vedano ad esempio le pag. da 73 ad 82 del n° 92. Luigi Corteggi <div align="justify"> Modifica tutta una serie di copertine di Galep, a partire da quella dell'albo "Caccia all'uomo" ( n° 183 ), dove disegna il volto di Andy Wilson ( la faccia, il cappellaccio e un pezzo di gilet dell'antagonista di Tex ). Il resto del disegno è di Galep. Nella fascia 300, suoi sono i tanti aggiustamenti alle copertine di Galep. Con una tecnica non troppo dissimile da quella usata da Bignotti per i primi cinquanta albi della serie, aggiunge tutto lo sfondo della copertina dell'albo "La miniera del terrore" e forse quello de "I predatori del grande Nord". Ridisegna il volto di Tiger Jack nella copertina della storia "Tempo di uccidere" e il volto di Tex in quella del numero 400 nonchè parte dello sfondo, come il roccione davanti al sole. Altri interventi redazionali, anche se non sempre riconducibili a questo prezioso ghost artist, riguardano le copertine di "La taverna sul porto" ( dove sparisce una sedia dalle mani di Tex ), "Bersaglio Tex Willer" ( l'originale disegnato da Galep aveva un quadro sopra la spalla destra di Tex ), "Il mulino abbandnato" ( la casa in legno sullo sfondo, ma la pioggia è di Galep ), "Abissi" ( nell'originale non c'era il teschio tra le spire e mancano le spire stesse ), "Il covo della palude" ( il battello e l'albero a sinistra non sono di Galep, sicuramente attribuibili a Corteggi le felci ai piedi di Tex ). Di Corteggi potrebbe essere infine lo sfondo dell'albo "la fortezza malese" e anche il volto di Tex nella copertina "Una lama nel buio". Corteggi aggiusta anche alcune copertine di Villa ( si tratta in genere di interventi sulle proporzioni, con particlari della copertina che vengono per esempio ingranditi ). L'intervento di maggior rilievo è portato sull'albo numero 506 intitolato "A sud del Rio Grande", dove sparisce un lazo dalle mani di Tex! La corda era ancorata ad un cavallo, anche lui poi eliminato nella versione finale della copertina. Francesco Gamba <div align="justify"> Inizia affiancando il cugino Pietro nell'inchiostratura delle avventure "Impronte misteriose" ( n° 19 ) e Un piano ardito" ( n° 20 ). Di quest'ultima avventura realizza anche le matite almeno da pag. 24 seconda striscia a pag. 66 del n° 20, su chine di Galeppini. Successivamente realizza interamente le matite delle avventure "L'enigma del feticcio" e "Frecce nere" con chine di Galleppini. Lo ritroviamo ancora nell'avventura "Old Pawnee Bill", dove realizza le matite da pag. 77 ultima striscia sino a circa pag. 130 del n° 30 e da pag. 3 a pag. 45 seconda striscia del n° 31, sempre con chine di Galeppini. Successivamente, realizza le matite di parte dell'avventura "Sabbie mobili". Sono identificabili come sue, ad esempio, le matite da pag. 88 seconda striscia a pag. 98 del n° 38, stavolta con chine di Virgilio Muzzi. Lo ritroviamo ancora nell'avventura "Pueblo Bonito", dove realizza parte delle matite del n° 71 su chine di Galep, ma soprattutto di Raffaele Cormio. Nell'intervallo, oltre a realizzare da solo ben cinque storie ( nelle ultime tre delle quali, comunque, le figure di Tex e dei suoi pards sono disegnate sempre da Galep ), si affianca al solito Galeppini realizzando interamente alcune strisce di cinque storie comprese tra i numeri 33 e 49, non accreditate. La sua ultima storia come "ghost artist" di Galep è l'avventura "Sulle piste del Kansas" ( n° 73 ), dove stavolta inchiostra le matite di Galep. Molti anni dopo ritroviamo Gamba come matitista di Erio Nicolo, per il quale realizza le matite delle avventure: "La cella della morte" da pag. 83 a 114 del n° 144 e da pag. 5 a pag. 114 del n° 145; "Il tiranno dell'isola" da pag. 112 a pag. 114 del n° 157 e da pag. 5 a 48 del n° 158 e ?Lo sceriffo di Durango? da pag. 49 a 114 del n° 158, da pag. 5 a pag. 114 del n° 159 e da pag. 5 a pag. 93 del n° 160. Gamba ha inoltre quasi sicuramente fatto parte delle matite di altre storie attribuite al solo Nicol'. In questo senso, sono sicuramente individuabili le avventure: ?Il mistero della miniera? dove la seconda striscia di pag. 110 del n° 188 e la prima di pag. 5 del n° 189 sono realizzate interamente da Gamba. Lo stesso accade nell'avventura ?Il cowboy senza nome? con la prima striscia di pag. 21 del n° 203 e nell'avventura ?Taglia: duemila dollari? con la terza striscia di pag. 112 e la prima striscia di pag. 113 del n° 227. Tutti casi in cui è lecito presumere che Gamba abbia realizzato le matite di altre pagine delle storie citate. Nulla invece prova che Gamba abbia realizzato le matite di altre storie firmate da Nicol' pubblicate sino al n° 247, tranne l'avventura ?Il figlio di Cochise? in cui, addirittura, Gamba subentra totalmente a Nicol', presumibilmente a causa dei problemi di salute di quest?ultimo, a partire da pag. 34 del n° 247. In tutte le storie citate, Gamba ha sempre e solo realizzato le matite e Nicol' le chine, mai il contrario. Pietro Gamba <div align="justify"> Cugino del più noto Francesco. Si affianca a Mario Uggeri nell'inchiostrazione delle avventure "Il tranello" e "La banda degli Orsi" ( n° 11 e n° 12 ) e poi, a partire da "Il figlio di Tex" sino all'avventura "Traccia tragica" ( n° 25 e n° 26 ), rimane come inchiostratore fisso delle matite di Galeppini. Il suo stile pulito rispetta al massimo le matite di Galleppini con una presenza decisamente molto discreta. Lino Jeva <div align="justify"> Il celebre artista di "Jimmy Jet" o "Ghibli", storiche serie de "Il Monello" e de "L'intrepido", si affianca a Pietro Gamba nell'inchiostrare le avventure "Dramma a Pecos City" ( ad esempio si veda la pag. 142 del n° 13 e le pag. 60 e 61 del n° 14 ), "La corona dai sette smeraldi" ( n° 15 ) e "L'enigma dell'ippocampo" ( n° 16 e n° 17 ). Successivamente realizza le matite dell'avventura "Gli sciacalli del Kansas" da pag. 152 seconda striscia a pag. 162 del n° 17 e da pag. 3 a pag. 88 prima striscia del n° 18, con inchiostratura di Galleppini, tranne alcune pagine non bene identificate che inchiostra personalmente. Il resto delle pagine sono di Galleppini e Pietro Gamba. Vincenzo Monti <div align="justify"> Esordisce su Tex come assistente di Giovanni Ticci, per il quale realizza le chine degli sfondi ( in coppia con Alfio Ticci ) ed una buona parte delle matite delle avventure: ?Gli eroi di Devil Pass" ( forse le pag. da 66 ad 80 del n° 236 ) e ?Il solitario del West?. Da notare che l'ultima pagina del n° 252 è interamente di Monti. Disegnatore polivalente, a lui sarebbero da attribuire anche diverse fisionomie presenti ne "Il marchio di satana", storia disegnata da Fusco ( si veda in particolare la seconda striscia di pag.106 del numero 248 ) e diverse vignette della storia "Uragano a Skagway" ( n° 340 e n° 341 ) che vanno ad integrarsi a quelle disegnate da Guglielmo Letteri. Qualche suo intervento è forse ipotizzabile anche nella prima storia disegnata da Fabio Civitelli "Fuoco incrociato" e in quella dello spagnolo Jesus Blasco, intitolata "Il ritorno della Mano Rossa". Corregge alcuni volti del ranger anche nell'ultima storia della serie regolare di De La Fuente e nel texone di Colin Wilson. Virgilio Muzzi <div align="justify"> Il ben noto disegnatore texiano esordisce in realtà inchiostrando le matite di Galleppini già nell'avventura "La morte aspetta nel buio" e prosegue poi con tutte le successive attribuite a Galeppini sicuramente sino a "Sabbie Mobili", ma forse anche oltre, almeno sino al suo esordio come disegnatore completo, con l'avventura "Contrabbando". La presenza di Muzzi sarebbe riconoscibile soprattutto per l'uso dei "neri", ovvero di chine più pesanti di quelle tradizionali di Galep, che comunque esegue le chine della maggior parte dei volti di Tex e degli altri pards. In seguito aiuter? ancora Galeppini realizzando matite e chine di alcune pagine de "La sconfitta", sicuramente sono da attribuirgli le pag. da 30 a 44 del n° 99. Miguel Angel Repetto <div align="justify"> Repetto non è un ghost artist e figura di diritto in quest'articolo semplicemente perchè nella realizzazione delle tavole della storia "La sentinella" si è fatto aiutare da un collaboratore più giovane, che gli ha disegnato alcuni sfondi. Alfio Ticci <div align="justify"> Fratello di Giovanni Ticci. Il suo primo apporto a Tex è nell'avventura ?La mesa degli Scheletri?, in cui assiste il fratello nell'inchiostrazione. Sue sono probabilmente le chine delle prime 33 pagine della storia ( su schizzi di Giolitti e matite di Todaro ) ad eccezione dei volti di Tex, chiaramente di Giovanni Ticci. Nel resto della storia, oltre a collaborare alle chine, è possibile che abbia realizzato le matite di alcune pagine. Da allora in poi è stato sicuramente assistente alle chine di tutte le storie disegnate dal fratello ( realizzando le chine degli sfondi, ma quasi mai dei personaggi ), sino a ?Il ragazzo selvaggio?. Dopo tale storia avrebbe cessato la sua collaborazione a Tex. Secondo almeno una fonte, avrebbe realizzato anche parte delle matite dell'avventura ?Le terre calde?, probabilmente le pagine da 64 a 67 del n° 264, poi inchiostrate da Vincenzo Monti. Giovanni Ticci <div align="justify"> Questo sommo artista, che solitamente si è giovato dell'aiuto di - ghost artists - per la realizzazione delle sue storie, interviene modificando alcuni volti di Tex nella lunga avventura disegnata da Fusco e intitolata "Il clan dei Cubani". Realizza anche qualche pagina per Vincenzo Monti. Angelo Todaro <div align="justify"> Todaro è tra i disegnatori dello Studio Giolitti che realizzano le matite delle prime 33 pagine dell'avventura ?La mesa degli Scheletri? ( cioè da pag. da 72 a 105 del n° 188 ) su layout e schizzi di Alberto Giolitti. Gli studi erano molto in voga fino ai primi anni sessanta specialmente negli Stati Uniti. Si trattava sostanzialmente di un lavoro di equipe in cui tutti i membri contribuivano al lavoro. Normalmente il titolare dello studio approntava i layout, cioè degli schizzi sommari con la divisione in vignette; uno o più allievi poi realizzavano le matite finite. Se nello staff c'era qualcuno specializzato ad esempio nel disegnare i cavalli o le case, a lui incombeva il compito di completare i disegni relativi. Altri ripassavano a china ed infine interveniva di nuovo il titolare a realizzare le chine dei personaggi o almeno dei loro volti e provvedeva a fare le correzioni necessarie. Nelle storie che Giolitti ha disegnato a partire dal 1989 la presenza dello studio è di secondaria importanza ( sostanzialmente si tratta di una semplice assistenza alle chine degli sfondi ). Su precisa richiesta di Sergio Bonelli, Giolitti ha invece realizzato praticamente da solo le tavole della sua ultima storia "La strage di Red Hill". Angelo Todaro ha abbozzato le matite anche di una quarantina di tavole di una storia di Giovanni Ticci: i suoi interventi riguardano la parte finale dell'avventura. Manlio Truscia <div align="justify"> Collaboratore di Erio Nicol', china le matite di questo artista nella sua prima storia intitolata "dramma nella prateria". Siamo nel 1964. Mario Uggeri <div align="justify"> L'artista inchiostra le matite di Galep a partire dall'avventura "La banda di Kid Billy" iniziando con gli sfondi ( sarebbe riconoscibile sin da pag. 54 del n° 2 ) ed arrivando pian piano ad inchiostrare anche le figure, escluse perlopiù le facce di Tex. La sua collaborazione continua sino all'avventura "La banda degli Orsi" ( n° 11 e n°12 ). Se escludiamo Corrias, Mario Uggeri è il primo vero collaboratore di Galeppini, seppure l'artista, che non si capacitava del successo editoriale di Tex, abbia vanamente cercato di circoscrivere la sua partecipazione alle sole avventure accreditategli dall'editore, quelle cioè che ha disegnato da solo: "L'ultima battaglia" e "Il Mistero delle Montagne Lucenti". Claudio Villa <div align="justify"> Aggiusta almeno una delle ultime copertine di Galleppini, quella dell'albo "Una lama nel buio" dove disegna la mano che si vede in primo piano. Guido Zamperoni <div align="justify"> Nell'avventura "Il patto di sangue" realizza le matite delle pagine da 131 a 162 del n° 7 e da 1 a 120 prima striscia del n° 8 su chine di Galleppini ( il resto della storia vede, ovviamente, le matite di Galleppini e le chine di Uggeri ). La presenza di Zamperoni si nota soprattutto grazie alle pose dei personaggi ed alla foggia dei cappelli. Dall'avventura successiva, "Il dio puma", si torna alla collaborazione Galep / Uggeri, quest'ultimo sempre alle chine. ? TEX WILLER FORUMFREE. ORG - Articolo a cura di ymalpas, Corvo59 e Carlo Monni.
  3. ymalpas

    Un Nuovo Galep?

    Bella discussione. I disegni di Torricelli, come dicevi, sono straordinariamente simili a quelli di Galeppini. Quello che mi lascia perplesso è la decisione della SBE di permettere una cosa simile, non è nello spirito di Sergio Bonelli, che se non sbaglio si era liberato di Della Monica proprio per questo motivo ( in pratica lui copiava Ticci ). Comunque io sono felice della presenza di Torricelli nello staff dei disegnatori texiani, sarà un ritorno al passato. Spero che la faccia di Carson suia quella del periodo d'oro e non quella invecchiata della fine, come mi sembra dalla tavola da te postata. Se avete altre immagini potete magari verificare e rendercene conto. Non è il caso comunque di cambiare il titolo intestando la discussione all'artista ?
  4. ymalpas

    Il Mio Primo Tex

    Ho già raccontato che mi sono avvicinato ai fumetti intorno ai mesi estivi dell'anno 1981. Mio fratello aveva una bella collezione di Tex, ma allora ero più attratto dalle storie di Zagor, per intenderci quelle con il vampiro, Hammad l'egiziano ( mi chiedo poi che fine avrà fatto è ) ecc Tex ho incominciato a leggerlo seriamente all'epoca delle prime di Nizzi. Solo qualche anno dopo quindi. La vera passione era nata con I dominatori della valle di Nolitta, ma ricordo anche Luna comanche una storia che mi aveva allora favorevolmente impressionato. Venne quindi Fuga da Anderville! A quei tempi tutti i ragazzi collezionavano i fumetti, almeno quei pochi che giungevano nel piccolo paese di montagna: Tex e Zagor naturalmente, il Comandante Mark e Mister No ( di questi ultimi le copie in edicola si potevano contare sulle dita della mano ed erano quindi rarissime ). Erano i tempi dei primi Martin Mystere, Akim, Bella & Bronco, Gil e dal 1986, Dylan Dog... albi che erano tutti quotati nei nostri scambi un terzo rispetto a quelli di Tex e Zagor. Immagino che il loro valore oggi sia notevolemente aumentato, ma a quei tempi ricordo che mi ero "liberato" di almeno una o due copie del primo DD!!! Mi ricordo che alcuni tra i più audaci di noi si erano specializzati nel collezionare fumetti "porno" ( la sorveglianza dei genitori doveva essere molto limitata, anzi diciamo che certi padri vedevano anche la cosa di buon occhio, """mio Dio che tempi!""" ). Fu in quegli anni che mi prestarono una copia del famoso ( e rarissimo ) Tex Miller che trovate recensita da qualche parte in questo forum. Alla fine del 1985 era iniziata la ristampa del TuttoTex, del quale cercavo di accapparrarmi i numeri che mancavano, collezione che ho portato avanti per anni, anche dopo che mio fratello si era venduto gli originali :soldaton: . Avevo del tutto abbandonato Zagor, che giudicavo troppo bambinesco e ancor oggi riesco a stento a digerirlo. Devo dire che dal 2001 al 2005 avevo smesso di leggere Tex... per questioni che poco hanno a che vedere col fumetto. Negli ultimi anni ( dal 2005 ), mi sono procurato una collezione di Tex originale in condizioni da edicola, che convive con i vecchi TuttoTex. Collezione che da vent'anni mi ero ripromesso di avere. Eh si, l'idea l'ho covata almeno per vent'anni e alla fine posso dire che ho mantenuto la promessa con me stesso. Ritornando in topic, la prima storia di Tex che ricordi di aver letto? Forse il tre stelle di Tortura o La rupe nera, oppure l'originale di Sentiero senza ritorno, sempre nei primi anni ottanta, ovviamente.
  5. ymalpas

    [Maxi Tex N. 11] Fort Sahara

    Fino a qualche tempo fa si parlava del colonnello Drake a capo di un corpo speciale. Oggi sappiamo che non è mai esistito nessun Drake in questa sceneggiatura, che c'è un certo capitano Duchamp e che il corpo è la legione straniera. Insomma come anticipazioni abbiamo toppato alla grande. Dopo questo indispensabile preludio passiamo al commento della storia. Un'approfondita recensione sarebbe infatti tempo sprecato. Non fraintendetemi, la storia questa volta è sufficiente. Ci sono infatti numerosi passi interessanti, c'è ritmo nell'azione, un p? di violenza e qualche scena di umanit? che non guasta la lettura. Sulla scia delle ultime di Nizzi, la sceneggiatura non regge ad un esame approfondito, e non parlo delle solite incongruenze e della scrittura piatta e ridondante a cui ci ha abituato l'autore negli ultimi anni. Parlo invece di un soggetto che non ha ne capo ne coda: un capitano di ferro circondato dal rispetto e dal fanatismo delle sue truppe, che altro non è che un vile arrivista, militare dal regolamento spietato e lui stesso disertore della sua patria e degli alti ideali di cui dovrebbe fregiarsi, complotta con un oscuro burocrate messicano ( che appena si intravede nella storia ) per la poltrona di governatore dello stato di Chihuahua. La storia è tutta qui e non regge. Nizzi pretende troppo dall'accondiscendenza dei suoi lettori, dimentico che occorre anche guadagnarsela con qualche fiammata, che in questa storia proprio non c'è. Faccio un esempio. Pensiamo a quando Tex viene smascherato nel tentativo di liberare Carson. la sorpresa è di breve durata e il tutto viene velocemente liquidato con una sola frase. Qualcosa come... nel forte c'era qualcuno che vi ha descritto come i più rognosi serpenti del sud - ovest... niente di più, Nizzi non si preoccupa neanche di dare un volto al traditore! La missione di Tex e dei suoi pards è quella di scoprire la tana del nemico: Fort Sahara. Nelle ultime pagine scopriamo però che il grosso del lavoro l'hanno fatto i rurales di Montales. Certo c'è l'esplosione finale della polveriera, ma anche questa avviene tra gli sbadigli del lettore. Tutto molto prevedibile insomma. Come dicevo la storia a una lettura semplice e disinteressata può apparire comunque godibile. Vive di alcuni buoni momenti, come ad esempio quello relativo all'arruolamento di Tex e Kit Willer nelle fila dei legionari. Quello che guasta, in fondo, sono i soliti disegni inguardabili di Diso. Mi chiedo come si può affidare Tex in codeste mani. C'è forse il fatto dell'amicizia, della riconoscenza come volete chiamarla, di Sergio Bonelli, ma se questa storia l'avesse disegnata Mastantuono, forse certi errori sarebbero stati meno visibili. I quattro pards a livello grafico comunque sono assolutamente delle controfigure. Per il resto, molte delle critiche che leggevo negli altri forum mi sono parse per fortuna ingiustificate... a partire dal salto dal treno, che ci stava eccome, così come la mattanza a cui alludevo nel post sopra, compiuta da trenta soldati, pardon legionari ( quindi un corpo speciale ) a cui Tex e soci assistono inermi... certo non è una bella scena da vedere ma i nostri non potevano certo agire diversamente!
  6. ymalpas

    [Maxi Tex N. 11] Fort Sahara

    Nessuno ha letto il maxi ?Dalle mie parti ancora non se ne ha notizia... mi diletto quindi a leggere i vari commenti sulla rete e a quanto pare l'affiatata coppia Nizzi & Diso ne ha fatta un'altra delle sue!!!Nelle prime pagine pare sia contenuto un viaggetto in treno bruscamente interrotto da un ponte... fatto saltare in aria dai legionari, che poi si divertono a fare una calorosa mattanza dei sopravvissuti, sotto gli sguardi allibiti ( e impotenti ) dei quattro pards ( perchè si, ci sono tutti e quattro! da tempo Nizzi non ci regalava più azioni corali... )Detta così sembriamo proprio messi male anche questa volta, tuttavia aspetto di leggere il maxi, qualcuno che gli ha dato ( coraggiosamente ) la sufficienza c'è stato.
  7. ymalpas

    Domande Ai Cestaro

    Grazie per la risposta Raul. Aspetto con grande curiosità di vedere il vostro prossimo lavoro. Non dovrebbe mancare molto ormai.
  8. Apro un topic sulla morte di Manfred Sommer, già annunciata da Zeca col suo intervento nella discussione dedicata a questo autore texiano. A Sommer sono da attribuire un texone e una storia della serie inedita. Dal 2005 stava lavorando su una storia di un albo e la malattia gli aveva impedito di portarla a termine nei tempi previsti. Le ultime notizie, non ufficiali, dicevano che l'aveva quasi conclusa. Difficile dire oggi se Bonelli affider? le restanti tavole a un 'altro artista o se decider? di far ridisegnare la storia... molto dipende ovviamente dalla qualità dei disegni! E' un artista che non ha lasciato una grande traccia nella serie di Tex, merita comunque il nostro ADIOS, AMIGO!
  9. ymalpas

    Licenze Artistiche

    C'è stato anche un'altro personaggio stravolto nella sua fisionomia, credo di ricordare si tratti di Mac Parland, disegni di uno spagnolo, forse Blasco, forse De La Fuente...
  10. ymalpas

    Domande Ai Cestaro

    Rileggendo i vecchi Tex non posso fare a meno di notare l'evoluzione del segno grafico di disegnatori come Civitelli e Villa per citarne due... E' evidente che si tratta di una lenta maturazione, ma potrebbe anche trattarsi di scelte volute, dettate dalle circostanze ( Villa nel suo topic ha ad esempio parlato della volta in cui si era "innamorato" del segno dell'autore X... ). Puoi dirci se prevedete una qualche evoluzione nel vostro modo di disegnare? La domanda è un po' ingarbugliata, non so se capisci cosa voglio dire... la riformulo così: se deve esserci cambiamento è perchè in fondo sentite la necessit? di cambiare, cioè migliorare alcune cose che non vi soddisfano pienamente nelle vostre tavole... insomma a me sembrano già perfette così come sono, ma volendo cambiare, magari "rubando" qualcosa a qualche altro artista, cosa scegliereste ?
  11. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Claudio che tipo di tecnica hai usato nel disegnare la nebbia di Alcatraz nell'omonima storia è Difficile da realizzare è Più in generale quali sono le cose a cui devi prestare il maggiore impegno quando disegni ?
  12. ymalpas

    Licenze Artistiche

    Parlando di licenze artistiche, Erio Nicol' disegn° in quella che fu la sua ultima storia di Tex, Gros Jean con dei baffoni alquanto brutti!
  13. ymalpas

    Licenze Artistiche

    Di Dante Spada ricordiamo certamente il particolare della fascia del cappello. che ricorda quella di Aldo capitanio, che però era priva degli ornamenti.
  14. ymalpas

    Interviste A Raul E Gianluca Cestaro

    Grazie Zeca, inserisci comunque il link...
  15. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Claudio pensi che in futuro potrai ritornare alla normale attività di disegnatore è Sono in molti i "Nostradamus del malaugurio" a scommettere che anche per la fascia 600 ci dovremo accontentare di una tua sola storia... Per quale anno ipotizzi la pubblicazione di Eagle Pass è E' possibile che si vedano i due albi in edicola a ridosso del numero 600 è parliamo ovviamente solo di ipotesi... Terza e ultima domanda. Il numero 575 di Nizzi e Civitelli vedrà il ritorno di Lylith... come ti immagini la copertina è trattandosi di un albo celebrativo, come quello del 455, ci può stare un bel primo piano di Tex con Lylith che niente abbia a che vedere con la storia? Ci hai già pensato o pensi che finirai per affidarti alla trama della storia e alle indicazioni della SBE ?
  16. <div align="center"> L' EROTISMO NEGLI ALBI DI TEX <div align="justify"> Il nostro immaginario dell'ovest americano trae spunto dai numerosi film e dalle serie a fumetti western. Il vecchio West si presenta così con un mix abbastanza calibrato di characters, che spaziano di volta in volta, mi sia permessa una sommaria esemplificazione, dagli stranieri senza nome, cinici, sadici e sprezzanti, agli indiani pittoreschi, indecifrabili nelle loro fisionomie, uomini tutti d'un pezzo, appartenenti a una dimensione quasi del tutto scomparsa. è un folklore di buoni e di cattivi, un mondo leggendario. All'interminabile parata di personaggi maschili, fa riscontro una presenza tutto sommato esigua di personaggi femminili. Se questo da un lato può sembrare un compromesso indispensabile per l'Avventura, il rifiuto della donna e quindi della sessualit? è da interpretarsi nel genere western ( e quindi anche negli albi di Tex ) come una precisa scelta degli autori di conformarsi agli standard culturali di un'epoca che ha fatto della misoginia la sua bandiera. Nell'immagine sottostante Giovanni Ticci spazia con la fantasia e mostra Tex in compagnia dell'adorata moglie Lilyth. Si tratta solo di un disegno, ma la giovane indiana seminuda permette all'artista di ironizzare sulla claustrofobica censura che da cinquant'anni soffoca il più popolare fumetto italiano. <div align="center"> <div align="justify"> Nel mondo a striscia della fine degli anni quaranta gli albi di Tex sono un prodotto editoriale destinato essenzialmente a un pubblico di ragazzi, dominato da una straordinaria presenza di characters femminili. Le donne di Galep, dalla splendida Lily Dickart di "Fuorilegge" alla caliente Lupe Velasco di "Doppio gioco", sono delle bellissime supermaggiorate. Rapidamente vestite con degli abiti che devono accontentare i lettori senza tergiversazioni, partecipano alle avventure dell'eroe senza che nessuno debba adontarsene. L'indianina Tesah, la primissima donna ad apparire nell'albo "La mano rossa", incanta con l'intramontabile bellezza delle sue gambe, la bionda Marie Gold si presenta invece ai lettori praticamente nuda. Nei fumetti di allora è una consuetudine e se pensiamo alla scandalosa "Pantera Bionda", non stupisce più di tanto l'uso ?consumistico? della donna attuato dalla coppia Bonelli / Galep. <div align="center"> <div align="justify"> Nel secondo dopoguerra esploder? comunque una vera e propria caccia alle streghe contro i fumetti, colpevoli secondo alcuni di avvelenare l'anima dei lettori. Gli anni Cinquanta sono stati un periodo estremamente difficile per i comics. Nel 1951, l'Apostolato della Buona Stampa pubblica un "Indicatore della stampa per ragazzi" in cui si elencano le testate "raccomandabili", "leggibili", "leggibili con cautela", e quelle "escluse". In questo ultimo gruppo, riservato alla stampa moralmente nociva, che non è permesso leggere per nessuna ragione, perchè costituisce un eccitamento alla delinquenza, alla corruzione, alla sensualit?... figurano, in mezzo ad altri duecentotrenta titoli, anche Pecos Bill, Il Piccolo Ranger e Tex Willer! L'accusa non del tutto ingiustificata di immoralit? si abbatte sulle prime storie di Tex. Nello stesso periodo, due deputati democristiani, Federici e Migliori, presentano alla Camera un progetto di legge che chiede un controllo preventivo sui periodici a fumetti, che passa alla Camera ma non al Senato. Il tentativo viene ripetuto prima nel 1955 e poi nel 1958. Per evitare di dover sottoporre ogni pagina al giudizio di una commissione di censura governativa, gli editori del settore, allarmati, si coalizzano istituendo una propria commissione di autocensura, contraddistinta dal marchio MG, ovvero di Garanzia Morale, che per anni è applicato in bella vista sulla copertina delle varie pubblicazioni a fumetti. L'epoca di straordinaria libertà di espressione di cui i comics avevano goduto può definirsi definitivamente tramontata. Bonelli e Galep sono ben presto imbavagliati. Nelle storie inedite di Tex sono bandite le scene eccessivamente violente, il linguaggio crudo e scurrile, i vestiti e le pose sconvenienti dei personaggi femminili... Cosè si materializza, brutalmente, il trapasso della femminilit? nel fumetto western italiano, che diventa quello che tutti noi oggi conosciamo. Il moralismo asfissiante dell'epoca successiva ha impedito a Tex di riapropriarsi dei suoi caratteri originari. Non lo si vedrà più a petto nudo accanto alla bella Estrella Miranda ( n° 2 ) o sfiorare con la mano il seno della signora Horton ( n° 20 ). Paradossalmente in quegli anni si sviluppa e prospera il fumetto nero. Il Diabolik delle sorelle Giussani, il Kriminal e il Satanik di Max Bunker e Magnus, i tanti altri characters rivoluzionari nati sulla loro scia, anticipano i movimenti studenteschi del 1968, che di quegli albi erano stati i primi fruitori. I confini della trasgressione sembrano raggiunti con la successiva ondata del fumetto erotico. Sul finire degli anni sessanta ad esempio Furio Viano e Sandro Angiolini danno vita, con grande successo, alla splendida creatura che risponde al nome di Vartan, l'indiana bianca. Nella sterminata produzione pornografica degli anni settanta si possono contare altre "western stories" erotiche. Tex resta però lontano dalla pericolosa contaminazione con l'erotismo imperante e se la bella Hanaba ne "L'idolo di smeraldo" ( n° 168 ) ricorda molto i personaggi femminili dei primi numeri, il merito è sicuramente tutto delle pennellate dell'esordiente Fernando Fusco! <div align="center"> <div align="justify"> L'allora giovane disegnatore, alla sua prima storia texiana, iscriver? nel repertorio di bellezze femminili, una carrellata di giovani indiane sensuali e conturbanti, che affiancheranno l'indomito eroe nella sua strenua lotta contro i cattivi indiani hualpai. <div align="justify"> In una storia successiva, G. L. Bonelli, stavolta accompagnato da Aurelio Galleppini, cerca di riproporre lo stesso coctail di erotismo e sensualit?, con delle giovani indiane seminude. <div align="center"> <div align="justify"> Le squaws Hualpai de "L'idolo di cristallo", numero duecento della serie, sono tuttavia una delle loro rare concessioni. Sergio Bonelli, seguendo l'esempio paterno, inserisce nelle scene iniziali della fortunata storia "I ribelli del Canada", l'esibizione della focosa Lilly Bijoux, disegnata splendidamente da Fusco, che per l'occasione sceglie gambe lunghe e affusolate, che i numerosi clienti del locale notturno, sembrano particlarmente gradire. Della donna si ricorder? Claudio Nizzi per il Texone di Bernet! Se le concessioni restano minime, i lettori possono comunque dilettarsi con il volumetto "per adulti" intitolato "Tex Miller", pubblicato dalla Omnia Edizioni, che appare fugacemente nelle edicole nell'anno di grazia 1976. Si tratta di una parodia erotica prontamente condannata dall' autorit? giudiziaria perchè lesiva dell'immagine del personaggio, destinata a rimanere purtroppo l'unico tentativo di coinvolgere il ranger e i suoi pards in situazioni sessualmente ( assai ) compromettenti. La scarsa reperibilit? e il costo elevato ne rendono oggi quantomeno difficile l'accesso al grande pubblico dei lettori di Tex. <div align="center"> <div align="justify"> In questi termini ne parla Sergio Bonelli nella Posta di TuttoTex: ? C'è stato però soltanto un caso in cui un uso scorretto della parodia è risultato talmente di cattivo gusto da farmi andare su tutte le furie e da farmi scatenare contro l'editore dell'iniziativa per mezzo di tutte le vie legali. Si tratta di un volumetto uscito nel lontano 1976, di cui vi mostro sopra la copertina. Come vedete è stato usato lo stesso marchio editoriale del nostro Ranger, con l'unica "spiritosa" differenza di una M al posto della W nel cognome del personaggio. In verità ben pochi si sono accorti della sua uscita in edicola, evidentemente perchè l'editore ( anche se il termine, in questo caso, mi sembra un eufemismo ) ha trovato i soldi per pubblicare soltanto un limitato numero di copie. Come potete intuire, possiamo classificare la pubblicazione come una delle tante porcherie pornografiche che invadevano l'Italia in quegli anni. "Porcherie" intendiamoci bene, non tanto per la tematica erotica ( che, inutile negarlo, in alcuni casi può essere sviluppata in forma interessante e piacevole ), ma perchè è un albo scritto male, disegnato peggio e stampato peggio ancora... ?. E' proprio a Sergio Bonelli comunque che si deve la primissima apertura nei confronti delle tematiche erotiche. Anche se di fatto nel suo Mister No non si vede nulla, il suo è un eroe moderno, frequentatore abituale ad esempio di prostitute. Dopo di lui, un p? tutti i nuovi personaggi presenteranno un atteggiamento più adulto verso il sesso e l'?apertura verso situazioni ( o più semplicemente vignette ) prima di allora inimmaginabili in Tex è sicuramente sollecitata dalle nuove testate più libere e moderne, come il Dylan Dog di Tiziano Sclavi. Intorno agli anni novanta l'esordiente Raffaele della Monica inserisce nella storia de "La setta dei Tre K" ( n° 351 ) un'immagine molto interessante in cui la protagonista Helga Barnett, viene presentata oltre che in una veste inconsueta, anche in prospettiva decisamente sadica! <div align="center"> <div align="justify"> Nel quarto Texone intitolato "Piombo Rovente", Nizzi e Zaniboni introducono delle scene ambientate in un bordello. Anche se la location non è del tutto nuova, la ritroviamo per esempio nella parte finale de "Il tesoro di Victorio" ( n° 192 ), in queste pagine avviene la prima vera rottura con l'ostracismo della tradizione passata. La tenutaria Lul' Darling e le sue ragazze sono caratterizzate dall'autore con una finissima ironia, che contribuisce a garantire alla storia una notevole freschezza sul piano narrativo. <div align="center"> <div align="justify"> Il bordello riappare a distanza di pochi anni nell'albo "Bande rivali" ( n° 403 ) dell'esordiente Michele Medda. Questa volta è un affesco sordido e squallido, con i suoi odori e le sue donne di malaffare, che a malapena ricorda l'ambientazione del Texone di Zaniboni. La tavola sottostante di Jesus Blasco, che riproduce freddamente un atto sessuale, non può passare inosservata. Nella redazione di via Buonarroti fioccano le lettere di protesta da parte di alcuni lettori indignati e inferociti. Sulle pagine della posta di Tutto Tex il sentito mea culpa di Sergio Bonelli non tarda a farsi vedere. Ancora oggi è difficile capire i motivi che abbiano spinto l'editore a fare questa concessione all'autore sardo, che peraltro non manca di riproporre delle prostitute anche nella sua storia successiva, "Orrore" ( n° 410 ) per essere quindi prontamente ripudiato dal clan degli sceneggiatori di Tex. <div align="center"> http://i40.tinypic.com/2rp8ufa.gif http://i43.tinypic.com/2m4613b.gif <div align="justify"> Nel quinto Texone, "Fiamme sull'Arizona", Nizzi e il disegnatore spagnolo Victor De la Fuente inseriscono una scena che contempla invece due amanti colti nell'intimit? della notte. <div align="center"> http://i39.tinypic.com/28spr1w.gif <div align="justify"> Se ne "Il passato di Carson" ( n° 407 / 409 ) non c'è nessuna scena di nudo, il quasi esordiente Mauro Boselli tenta la sua carta vincente inventando dei trascorsi sentimentali per il vecchio cammello. La compagna prescelta è la cantante Lena Parker, una creatura ambigua con un passato senz?altro poco limpido. Il gioco sottile delle allusioni si accentua ne "I sette assassini" ( n° 463 / 465 ), dove recitano la loro parte Kit Willer e la smaliziata Donna Parker: è finisci in fretta la torta che ti porto a fare una passeggiata! ?. La materia erotica è trattata dall'autore con uno stile all'eau de rose che contagia anche la storia successiva intitolata "Golden pass" ( n° 466 / 469 ). Nel primo albo, sceneggiato da Sergio Bonelli, Tex smaschera con sarcasmo una scappatella notturna di Carson. Nel proseguo della storia, affidato a Boselli, il vecchio cammello finisce invece col ritrovare una sua vecchia fiamma, Mamie Smith, con la quale rinverdire i passati trascorsi. "L'uomo di Atlanta", il decimo Texone di Nizzi e Jordi Bernet, pubblicato nel 1996, ci offre uno spunto di amara riflessione. Se dalle sue pagine ( e non sembra vero ) fa capolino la splendida e conturbante Lola Dixieland, con ampio sfoggio di piccantissime calze a rete, la copertina dell'albo, che inizialmente prevedeva la presenza, in bella evidenza, della ballerina, è immediatamente cassata dall'editore. Sarà per via delle mutandine della bella Lola? <div align="center"> http://texwillersite.altervista.org/images/schizzobernet.jpg http://i39.tinypic.com/5ev3ie.gif http://i44.tinypic.com/25jzgxv.gif http://i43.tinypic.com/5vvfgn.gif <div align="justify"> Il maxi del 2000 dello spagnolo Antonio Segura e dell'argentino Miguel Angel Repetto intitolato "I due volti della vendetta" contiene una scena molto interessante che culmina in un bacio dato da un febbricitante Tex ad un'anonima comparsa, scambiata per l'adorata moglie Lilyth. Nel terzo millennio la politica editoriale di Sergio Bonelli non cambia e la censura apportata all'edizione italiana del Texone di Joe Kubert la dice lunga riguardo all'ostracismo imperante anche nei confronti delle forme più blande dell'erotismo. Nelle immagini sottostanti, il nudo della versione olandese e la corrispondente pagina della versione italiana censurata. <div align="center"> http://texwillersite.altervista.org/images/kubert2.jpg <div align="justify"> Il maxi del 2001, intitolato "Nei territori de Nord Ovest", si segnala per il bagno in una vecchia tinozza della bella e seducente Kathy Dawn. L'episodio è tutto contenuto nella sceneggiatura, come ha confermato lo stesso Mauro Boselli: è ... di suo Font ha aggiunto lo splendido disegno! La scena era ovviamente in sceneggiatura, descritta proprio così e con l'avvertenza di non mostrare nulla ?. L'autore prova un piacere tutto particolare a ?giocare? con il carattere non proprio facile della ragazza: l'inserimento della meticcia in questo contesto indubbiamente intimo, produce infatti un piacevole e evidente contrasto, che contribuisce a mettere in risalto proprio la ricca personalit? della giovane. Resta intatta invece l'avvertenza di non mostrare nulla... <div align="center"> http://i40.tinypic.com/df881.gif http://i40.tinypic.com/4q2243.gif <div align="justify"> Il "Mefisto!" ( n° 501 ) del luglio 2002, presenta altre due scene di nudo. La prima si trova a pagina 75 e mostra l'interessante "strip tease" della rediviva Lily Dickart. Claudio Villa, rispondendo a una mia domanda sull'origine della vignetta, ne ha precisato la paternit?: è La vignetta è nata dalla descrizione di Nizzi: Boris e Lily in camera, lei si sta spogliando. Non potevo certo farla più svestita. Siamo in Tex... per cui l'ho "fotografata" un attimo prima che slacciase il fatidico bottone l' dietro. Mossa carica di aspettative e di immaginazione, niente di più, ma è proprio quello che dovrebbe dare un fumetto... ?. L'immagine è semplicemente perfetta, perchè pur essendo solo un nudo parziale di donna, è dotata comunque di una forte carica erotica: le aspettative che il deshabill' di Lily Dickart suggerisce al lettore sono curiosamente le stesse che aveva generato la vignetta della galleppiniana Marie Gold alla fine degli anni quaranta. <div align="center"> http://i42.tinypic.com/20krdlj.gif <div align="justify"> Qualche pagina dopo riappare anche la mambo Loa, anche lei seminuda. Il vestito inzuppato d'acqua mostra le sue giunoniche forme, degne di una Venere. Secondo Claudio Villa l'erotismo è una componente del fumetto che deve restare ai margini: è ...ci può essere amore ( vedi Kit e Fiore di Luna ), ci può essere passione, ma l'erotismo è fuorviante in una storia di Tex: ti racconta un'altra cosa, non certo Tex ?. Peraltro in queste pagine, aggiungiamo noi, c'è quanto basta per risvegliare l'interesse sopito dei lettori nei confronti di questa storica avventura. <div align="center"> http://i41.tinypic.com/1zxaav8.gif <div align="justify"> Brindisi, nel numero 520 intitolato "Agguato a mezzanotte", ci propone a sua volta una bella Kathleen, tanto per cambiare una prostituta, in biancheria intima che sembra studiata appositamente per provocare il lettore. è un immagine che probabilmente fa il verso alla Lily di Claudio Villa che abbiamo appena visto. è significativo tuttavia che sia ancora una volta un disegnatore della nuova generazione, cioè poco legato ai rigidi canoni della texianit?, a proporcela, un poco come aveva fatto Zaniboni nell'indimenticabile texone del 1991, con le ?ballerine? di Lul' Darling e il piano di sopra del suo locale pomposamente rinominato Moulin Rouge! <div align="center"> http://i43.tinypic.com/zmb5md.gif <div align="justify"> La pubblicazione del Texone di Seijas non è stata autorizzata sembra a causa dell'eccessiva presenza di characters femminili. Alcune provvidenziali correzioni dovrebbero garantirne la prossima uscita nelle edicole. Nel frattempo i lettori si sono consolati con il suo Almanacco del West, anche se in fondo, diciamolo, non possiamo non condividere il giudizio ( sconsolato ) di V. Oliva, che sul sito ubc. fumetti scrive ironicamente: è Da applausi, infine, l'abilità ( tutta caratteristica della SBE? ) nell'aver fornito a uno degli interpreti più squisiti della figura femminile in fiore, una storia dove ha potuto prodursi nel disegno di un'infinita teoria di maschioni, interrotta da un'anziana Apache non meno che ottantenne e dal lampeggiare di una macilenta ragazza coperta all'inverosimile ?. Ai lettori è stata comunque recentemente offerta una scena di nudo con l'albo speciale n° 21, "Il profeta Hualpai", di Corrado Mastantuono. <div align="center"> http://i44.tinypic.com/hufuag.gif http://i41.tinypic.com/e71ctt.gif http://i42.tinypic.com/1z6t85c.gif <div align="justify"> Concludio con un'immagine molto più osè del ranger, che qualche malizioso e improvvisato fan portoghese ha così poco pudicamente immaginato nell'atto di consolare una delle tante vedove in difficolt?! Acalme-se... <div align="center"> http://texwillersite.altervista.org/images/texportugues.gif Copyright - Tex Willer Forum -
  17. Nel sito del forum è presente la pagina aggiornata con tutte le donne della serie regolare. La trovate a questo indirizzo...http://texwillersite.altervista.org/articoli/donne. htmDicevo tutte... in realtà ne manca qualcuna. Potete continuare con le vostre segnalazioni. Grazie.
  18. ymalpas

    Tex E Le Thongs Cinesi...

    Questa è la prima parte di un articolo che da tempo avevo in preparazione per il sito... risulta perciò ( molto ) incompleto! Nei prossimi mesi potrete leggerlo nella sua intierezza sempre su... texwillersite.altervista.org ! Dimenticavo.... non fate mancare i vostri commenti, tutto il materiale può essere utile per la redazione dell'articolo finale. Il vostro nome sarà regolarmente accreditato.
  19. Mi piaceva molto il Tex di pap? Bonelli. Riuniva tante di quelle cose, tante eredit? del periodo precedente, sia dal mondo più tipicamente fumettistico, che da quello letterario e cinematografico. [?] Il western non era alle origini un genere codificato e classico, era un mondo fantastico in cui poteva accadere qualunque cosa. Le parole di Gianfranco Manfredi rivisitano i moduli narrativi delle prime avventure di Tex e mettono in luce quello che resta uno dei fatti essenziali della scrittura bonelliana, che in quegli anni eroici si tradusse in una quasi totale assenza di è limiti è , una scrittura cioè dominata da un'essenza profondamente libertaria e talvolta sovvertitrice anche della realtà. Uno dei più felici esempi è dato dal filone ( in seguito tra i maggiormente sfruttati nella serie ) che vede Tex alle prese con le - triadi - cinesi, le multiformi "thong" nate nelle più remote ?Chinatown° dell'America dell'ottocento. La copertina dell'Albo d'Oro n° 22 che vede all'opera per la prima volta Tex contro i cinesi Se si esclude l'Asia, negli Stati Uniti risiede la più grande comunit? di immigrati cinesi e tutte le più grandi metropoli americane ( San Francisco, New York, Seattle, Chicago, Sacramento, Boston, Los Angeles, Las Vegas, New Orleans, Houston, Dallas o Miami ) hanno storicamente conosciuto la piaga delle triadi. La sinistra parola deriva dall'inglese ?triad', termine usato per la prima volta dalle autorit? britanniche a Hong Kong, in riferimento alla forma triangolare dell'ideogramma cinese che designava una ?società segreta?, associazione dedita alle più svariate attività delittuose, non ultima quella del commercio dell'oppio. E se il west bonelliano delle origini è un mondo insolito dove accade di tutto, come giustamente ricorda Manfredi, una delle prime contaminazioni con il genere western l'abbiamo proprio con i traffici illegali di sostanze stupefacenti, storicamente ben documentati. Il primo esempio si trova nell'albetto a striscia del novembre del 1949, intitolato La tragica notte, dove Tex, sulle tracce del misterioso Mister X, giunge a Maricopa, la città dell'oppio. In questa breve avventura ( Tex Gigante n° 4 e 5 ), i cinesi compaiono per la prima volta nella saga di Tex e sono subito dei temuti antagonisti. In queste pagine l'eroe fronteggia la prima è thong è inaugurando un vero e proprio filone nella serie che vedrà all'opera numerose altre organizzazioni segrete coinvolte in attività criminali, dalla più classica estorsione, al gioco d'azzardo, ma anche rapimenti, omicidi e prostituzione. Wang-Ho, il primo "Drago" della storia sessantennale di Tex Nel dialogo della vignetta sopra riprodotta, tratta dall'episodio - La bisca di Hackett - che apre il quinto albo della serie gigante ( intitolato Satania ) ricorrono almeno due parole che descrivono efficacemente la struttura piramidale della - thong - cinese, che si tramander? immutata nel tempo fino ai giorni nostri. Wang-Ho, il capo dell'associazione è chiamato - il Drago -, termine che viene riproposto, con varianti minime, anche nelle immediate storie successive. Claudio Nizzi, nell'ultimo maxi intitolato - Il veleno del Cobra - rinnova in senso classico la terminologia bonelliana, facendo simbolicamente riferimento, nella scelta del nome del capo della setta, al cobra, il cui veleno dovrebbe essere, in senso questa volta puramente materiale, altrettanto micidiale degli artigli del drago ( menzionati nella vignetta ). Uno degli elementi di maggior interesse che ruotano intorno alla figura del Drago è dato dall'alone di mistero che gli autori creano intorno a lui. Ricollegandoci al discorso precedente di Giancarlo Manfredi, siamo in presenza di un prototipo che Bonelli ha ripreso direttamente dalla letteratura e dal cinema ( non necessariamente western ). L' identit? del Drago è spesso tanto celata da risultare impenetrabile anche ai componenti della stessa setta. Janet Brent, protagonista della storia Chinatown ( Tex Gigante 109-112 ) usa una vistosa maschera per coprirsi il viso. L'Artiglio Nero, uno dei potenti capi della thong di Frisco in un altro indimenticabile classico di G. L. Bonelli datato anni settanta, si serve invece di un sinistro cappuccio, la cui funzione evidentemente è più che altro quella di suscitare una timorosa deferenza tra i membri dell'associazione. Un dato sul quale si potrebbe facilmente obiettare nella prima storia di Tex contro i cinesi è il fatto che Wang-Ho non ricorra a nessun espediente pur di celare la sua identit?. E questo non avviene per il semplice motivo che in questa avventura esiste già un personaggio che si camuffa. Si tratta di Mister Stern, il falso paralitico, il misterioso e imprendibile Mister X. Gli - uomini della scure - ( hatchet man, in inglese ) sono invece i sicari che assicurano alla base della comunit? cinese l'ordine e la stabilità della setta. La Chinatown cinese si propone come un mondo chiuso, dove i problemi non possono che essere regolati all'interno della communit?, senza cioè che possa materializzarsi l'intervento della legge dei "diavoli bianchi", ciò che facilita ovviamente l'esistenza stessa della setta... Una delle tipiche ambientazioni delle Chinatowns del West americano: la camera dei supplizi. ...
  20. Intervista tratta da: http://www.lospaziobianco. it La chiacchierata non poteva che iniziare dallo spunto più singolare che li riguarda. Le storie di Nick Raider (ed anche quelle di Tex) sono realizzate da Raul e Gianluca dividendosi le tavole in parti uguali; uno realizza le pari e l'altro le dispari (!?!). Il perchè è presto spiegato? Finch? non diventeremo appena più veloci da riuscire a realizzare una storia autonomamente saremo costretti a dividere le tavole fra noi due in modo da dimezzare i tempi. Non siamo stati molto veloci nel realizzare gli albi editi da Bonelli e se avessimo provato a realizzarli ognuno per suo conto ci avremmo messo il doppio del tempo. Tecnicamente il nostro modo di disegnare non è uguale: noi cerchiamo di disegnare nello stesso modo, o meglio di uniformare il nostro tratto che comunque di base è abbastanza simile, in modo che negli albi non si noti la differenza. Non ci comporta grandi problemi fare tutto ciò perchè oltre al disegno simile siamo entrambi dotati di grande malleabilità nello stile e possiamo, laddove realizziamo una storia a pagine alterne, ?incontrarciò in un punto comune laddove il disegno è uniforme agli occhi di tutti (tranne che ai nostri, ovviamente). Tanti addetti ai lavori, in merito a questa vicenda della divisione delle tavole (uno fa le pari e l'altro le dispari), sono rimasti stupiti; è una cosa quasi mai sentita. Pare che anche Fernando Fusco, una volta saputo il fatto, si sia dichiarato decisamente incuriosito? Sicuramente non è una cosa che può succedere molto spesso (gemelli che disegnano per lo stesso albo) ma teniamo a precisare che non è che lo facciamo perchè vogliamo per forza lavorare insieme. Ognuno di noi sente forte ora anche la necessit? di lavorare da solo (la voglia, il piacere di provarsi a lavorare da solo) ma per ora non possiamo per motivi di lentezza. La scelta della divisone fra noi due è invece una scelta di necessit?; dovendo affrontare una sequenza dove va inventato un personaggio sarebbe complicato prenderlo in mano dopo che l'altro ci ha lavorato in esclusiva per venti, trenta tavole. Preferiamo affrontarlo per gradi contemporaneamente tenendo sotto controllo la sua nascita e crescita piuttosto che passarci la storia dopo blocchi di tavole e di eventi. Siamo ovviamente aiutati dall'avere sceneggiature chiare e sapere come e dove andr? a finire la storia. Quelle di Nizzi sono dettagliate anche se fortunatamente non maniacali; a metà, diremmo, fra una che non lascia nulla al caso e una che libera le briglie del disegnatore. In ogni caso lavoriamo nello stesso studio ma non uno a fianco all'altro. Siamo, da questo punto di vista, autonomi; ci sono delle cose da affrontare insieme nella creazione di alcuni personaggi oppure luoghi da rappresentare, ma, a parte questo, abbiamo superato la necessit? di avere l'uno il giudizio dell'altro dopo ogni vignetta. I battibecchi, ad esempio, nascono quando si devono impostare le basi sulle quali lavoreremo entrambi, laddove ad uno dei due, ad esempio, tocca inventare il costume di un indiano e che magari all'altro non piace? ma sulle singole tavole siamo autonomi. Per ora lavorare così è impegnativo ma funzionale ai tempi di realizzazione. Attualmente per completare una tavola ci mettiamo circa due giorni, due giorni e mezzo. Devo dire però che notiamo con il passare del tempo che questo tempo si assottiglia; o meglio siamo noi probabilmente che acquisiamo la dimestichezza con il lavoro e riusciamo a finirla prima. Parliamo di disegno inteso come schizzo a matita? disegno allo stato puro, per intenderci. Pu? sembrare una domanda sciocca? ma quanto vi piace disegnare? Sfondi una porta aperta. Tanto è la risposta. Nella casa in cui abitavamo in precedenza c'era una intera parete che, fin da piccolissimi, abbiamo riempito di disegnini a matita di tutti i tipi; non c'è mai stato modo di farci smettere di disegnare. Il piacere ?puro? che proviamo nel disegnare è quello che ci ha portato a lavorare nel campo fumettistico. Tutto parte dalla passione per il disegno; anche per i fumetti e i libri che acquisto il comune denominatore è la qualità del disegno. Non siamo collezionisti di serie a fumetti, direi piuttosto che ci piace comprare quello che è disegnato bene, o meglio, che è disegnato come ci piace e ci soddisfi anche e soprattutto dal punto di vista grafico. Raul, in particolare, sente di essere un disegnatore Disney mancato. Disney è stata la nostra primissima e grande passione. Come tutti o quasi abbiamo iniziato da bambini disegnando Paperino; da sempre consideriamo Giorgio Cavazzano e Massimo De Vita due disegnatori di fumetti grandissimi in senso assoluto. Il disegno Disney è comunque molto codificato e per nulla semplice come può sembrare; ho scoperto, crescendo, che esiste una rigida costruzione dei volti dei personaggi e che non si inizia a disegnare Topolino dal naso, ad esempio? Nel ?90 andammo a Lucca (accompagnati da nostra madre, avevamo quindici anni ed eravamo molto timidi) e ci presentammo al ?maestro? Cavazzano chiedendo come si raggiungesse uno stile personale. Lui ci rispose che in effetti lo stile personale è comunque una ?macedonia? di quello che piace di più. A parte Uderzo, ci ha confessato di aver studiato (e amato) Pazienza, Toppi e Giraud' Abbastanza singolare come un disegnatore che fa Topolino si dichiari seguace di Toppi e cerchi di mettere qualcosa di quest?ultimo in quello che fa. Noi sentiamo e vediamo, nel nostro piccolo, di avere comunque una grossa versatilit? e ci piacerebbe tanto fare come fa, ad esempio, Mastantuono, che riesce a spaziare fra vari generi con ottimi risultati. Senza falsa modestia crediamo che ci potremmo riuscire, o almeno siamo molto tentati dal farlo. Volevamo disegnare Disney? però i ?piani? sono stati sconvolti dall'avvento di Dylan Dog, o meglio dal nostro incontro con l'indagatore dell'incubo: un amico ce lo fece leggere dicendoci che era davvero bello; acquistammo in edicola ?Jeckill!? (n. 33 Sclavi/ Roi) e rimanemmo folgorati. Da l' è cambiato un po' tutto; fu poi che con ?Il signore del silenzio? (n. 39 Ferrandino/ Casertano) conoscemmo il talento di Casertano che ci impression° tantissimo. All'inizio, quindi, abbiamo cominciato guardando con attenzione il fumetto francese e la linea chiara. Manara, Dall'Agnol, Nizzoli, sono stati i primi ai quali ci siamo rifatti con rispetto e attenzione proprio perchè ci piaceva molto quel tipo di realizzazione, pulita. Oppure su tutti il Casertano dei primi Dylan Dog, come detto prima. Ed è con un occhio affettuoso ed ammirato verso quello stile l' che abbiamo realizzato le storie di Zona X, il nostro debutto in Bonelli. Avevamo inviato (credo fosse il ?97 o già di l') un grosso portfolio a Bonelli nel quale avevamo realizzato prove per molti personaggi: Dylan Dog, Magico Vento, Nathan Never, Nick Raider. Dopo le storie brevi su Zona X fummo chiamati per realizzare una storia proprio per la serie poliziesca di Nick Raider, su testi di un altro autore quasi esordiente in Bonelli, Tito Faraci. Il nostro Nick Raider strizza molto l'occhio al Dylan Dog di Casertano: la rotondit? del tratto, la pulizia e l'uso dei neri sono più da Dylan Dog che da Nick Raider. Le prime cinquanta tavole furono giudicate anche troppo pulite e ci furono rimandate indietro al fine di ?sporcarle? con tratteggi: le abbiamo rese più calde e meno ?linea chiara?. Tra l'altro avevamo già provveduto, rispetto all'albo fantascientifico ?Engaso? che avevamo realizzato nel ?95, a variare il nostro stile, rendendolo più verosimile e meno ?supereroistico?; le donne in Nick Raider (una serie realistica ambientata ai nostri giorni) non possono essere per forza tutte modelle alla Manara, per intenderci (cosa che invece può starci bene in un fumetto supereroistico/fantasy come ?Engaso?). In Nick Raider io ho apprezzato (e tanto) l'utilizzo del nero, soprattutto nelle scene al buio ed anche le scene sotto la pioggia. Beh anche nel primo Tex che abbiamo realizzato (il n. 518 ?Pioggia?, appunto) abbiamo avuto la possibilità di usare molto il nero e sbizzarrirci perchè tante scene erano notturne. Anche in Nick Raider c'era un uso così forte del nero ed era diretta conseguenza sia del genere (in un poliziesco metropolitano molto nero non è che ci stia tanto male) sia delle nostre grandi passioni fumettistiche; non ultime anche le copertine di Casertano. Questi due albi (NR n. 158 e n. 175) sono stati punti di crescita notevoli per il nostro modo di disegnare o meglio, di inchiostrare. In pratica abbiamo iniziato a realizzare le ombre con il tratteggio. In precedenza avevamo sempre lavorato in ?linea chiara? trovando poi grandi difficolt? a mettere le ombre e i neri in modo realistico e naturale. E? stato il passaggio dal pulitissimo tratto utilizzato nel volume di Eduardo (a pennarello) al pennello (iniziato ad utilizzare verso la metà del primo Nick Raider); il tratto si è sciolto, ammorbidito, abbiamo iniziato a dedicarci alle ombre ed i tratteggi, costruendoci una personale strada per raggiungere il tratto sporco del western° In questo siamo stati portati per mano dai più grandi autori che hanno una forte predominanza del nero: per citarne qualcuno fra i più grandi direi Jordi Bernet, Jorge Zaffino, Roberto Mandrafina, Enrique Breccia. Neanche a farlo apposta quasi tutti argentini; troviamo infatti che il tratto di autori come questi si sposi bene con le storie di Nick Raider. L'atmosfera, secondo noi, è fondamentale per la realizzazione di un buon fumetto; in questo abbiamo imparato tanto dagli autori che abbiamo citato prima. Il fumetto ed il disegno sono la nostra passione; questo vuol dire che continuiamo a leggere e guardare di tutto. Ci appassioniamo continuamente a nuovi filoni e generi e cerchiamo sempre di portare in quello che facciamo quello che ci ha impressionato maggiormente. Ci piace indicare Mastantuono (che consideriamo un ?grande?) come esempio anche nel continuo ricordare quali siano stati i suoi miti, i suoi maestri; non è detto che una volta diventati grandi si debba rinnegare l'aver amato e seguito alcuni autori dei quali ci si è ubriacati e ci si continua ad ubriacarsi. Ci sono ancora autori affermati che non si dimenticano dei propri miti e che comunque esternano la propria passione. Quanto è dettagliata la matita in una tavola dei fratelli Cestaro? Beh, un limite forse che abbiamo è proprio questo. Realizziamo, per abitudine, una matita davvero molto dettagliata; forse per la incapacità di abbozzare e la grande voglia di disegnare sempre e non lasciare nulla di poco preciso. La matita è comunque molto definita, quasi un'inchiostrazione dettagliata. L'inchiostrazione è sicuramente è più rapida della matita ma non rapidissima comunque. Ripassiamo le matite con il pennello e magari usiamo il pennarello per le cose più piccole (mani, occhi, naso, viso?), ma abitualmente facciamo tutto con il pennello. Raggiunta una migliore rapidit? il prossimo passo sarà quello di realizzare albi da soli; ognuno, quindi, sarà più libero di fare quello che vuole e questo ci solleverebbe non tanto dalla preoccupazione del giudizio dell'altro, piuttosto dall'impegno che abbiamo verso l'editore nel produrre una realizzazione omogenea lavorando in due. Nell'albo "Sabato Domenica e Lunedì" addirittura è praticamente impossibile notare le differenze fra noi due. L'albo è realizzato con un bianco e nero molto pulito, nettissimo. Non c'è tratteggio, gli elementi da variare sono pochi. In un disegno più complesso come quello che si deve realizzare per Tex la presenza delle ombre e del tratteggio fa sè che l'indole di ognuno dei due (che fondamentalmente è diversa) possa portare verso due direzioni diverse. Anche se per Tex confermiamo che non è siamo stati obbligati da nessuno a seguire in particolare questo o quell'autore è chiaro che all'atto pratico abbiamo ripreso la struttura di tratteggio più usata (che poi è quella di Villa) salvo poi cercare subito dopo una sintesi personale. Disegnando poi per Nick Raider è ovvio che abbiamo sentito la necessit? di adeguarci al personaggio e ad come era stato realizzato in precedenza. Oltre al personaggio anche l'ambientazione è cambiata (da Nick Raider a Tex ulteriormente) e quindi ne è venuta fuori, per realizzare il West, decisamente più ?sporco? della New York del poliziesco Bonelli, questa necessit? di tratteggio. Il primo intendimento è stato quello di illustrare il mondo western così come lo sentivamo e pertanto la variazione stilistica ne è venuta fuori come diretta conseguenza. Non vi è mai passato per la mente di far inchiostrare le vostre dettagliatissime matite a qualcun altro? All'americana? No, fino ad ora no. Ci teniamo troppo ad inchiostrare i nostri lavori. E? un modo di affrontare il lavoro (lasciar fare le matite ad un autore e le chine ad un altro) molto americano e poco italiano, in sostanza. E? capitato, nella realizzazione della storia di "Robinson Hart" su "Zona X", che alcune pagine da noi solo completate a matita, siano state inchiostrate, per motivi di tempo, da Romanini. Dopo questo episodio non è successo più; tra l'altro in quel caso l' avevamo due storie brevi divise fra noi due e non eravamo andati avanti dividendoci le pagine in due. In ogni caso per un fatto di completezza davvero ci teniamo tanto ad ultimare la tavola da soli. Quali autori apprezzate espressamente per le capacità tecniche di disegno? A parte quelli già indicati ci piace aggiungere Andrea Pazienza. Checch? ne dicano alcuni colleghi crediamo proprio che Pazienza sia stato anche un grandissimo disegnatore. Abbiamo tutta la sua produzione e siamo convinti che le sue capacità tecniche siano eccezionali. A parte questo ci ha insegnato che con il fumetto si può fare anche qualcosa di più ?alto?. E poi altri, tanti, come Jean Giraud, Tanino Liberatore? O magari Frezzato, del quale anche ho praticamente l'opera omnia, che considero un grandissimo disegnatore anche se non di tipo accademico, che ha sempre avuto, a mio parere, sempre voglia di inserire nei suoi lavori una forte spinta grottesca, caricaturale. Anche in lui vedo, ed apprezzo, un continuo riferimento a Disney o ai giapponesi. Aggiungo ancora il nome di Alessandro Barbucci, che con Sky Doll ha raggiunto una ottima sintesi, anche lui, fra Disney e nipponico. Oppure, come riferimento per Tex, Giovanni Ticci e Claudio Villa. Fondamentalmente siamo disegnatori con una costruzione della figura abbastanza accademica e quindi i punti di riferimenti sono questi. Uno degli ultimi autori che abbiamo apprezzato, e tanto, è Juanjo Guarnido. E? un disegnatore che proviene dal cinema di animazione e che ha grandissime capacità grafiche: a queste aggiunge una ottima capacità di narrazione, quasi cinematografica e di atmosfera. Un disegnatore che realizza Tex non apprezza solo Calegari e D'Antonio. Ti facciamo, saltando da un genere all'altro, da un tipo di autore all'altro, il nome anche di Ivo Milazzo, che spesso ha dichiarato che il disegno fine a se stesso non gli interessa poi tanto; ciò a cui tiene maggiormente è il raccontare attraverso le immagini. Ecco, agli autori più propriamente di tratto e di capacità tecnica, aggiungiamo anche quelli che (per carit?, pur essendo ottimi da un punto di vista tecnico) preferiscono curare maggiormente la narrazione, il mezzo fumetto inteso come mezzo di comunicazione di storie e non solo rappresentazione di immagini. I nomi? Beh, Milazzo, un genio, poi magari, che so, Parlov, Alex Toth?o lo stesso Guarnido, probabilmente sintesi perfetta del disegno che si mette al servizio della narrazione, tramite l'ottima tecnica e la grande espressivit? dei personaggi (che viene dal suo lavoro di animazione). Un Ken Parker di Milazzo è un fumetto intimistico che ha molto da comunicare e raccontare e necessita di un autore in grado di narrare, oltre a saper disegnare; narrazione allo stato puro, questo è il Ken Parker di Berardi e Milazzo. Anche nei film d'animazione ci piace apprezzare questa capacità, delle realizzazioni americane o di quelle nipponiche, di narrare, più che di illustrare. Per inciso, Gianluca considera il Texone di Milazzo un capolavoro assoluto. Dove lavorate abitualmente? Abitualmente lavoriamo in uno studio che non è vicino a dove abitiamo; abbiamo pensato di separare la vita e quello che succede durante una normale giornata in una normale casa dal lavoro. E? un luogo dove lavorare più tranquillamente; non è inusuale che un disegnatore abbia uno ?studio? dove disegna dove si reca a ?lavorare? quotidianamente come un qualsiasi impiegato che va nel suo ufficio. La scelta di solito è dettata dalla tranquillit? che si riesce ad avere in casa propria: se non c'è, è meglio andare fuori a disegnare. Come siete arrivati a Tex? Mentre realizzavamo Nick Raider abbiamo avuto qualche contatto per fare qualche prova per Tex. Abbiamo completato sei tavole per una storia ?breve? di un almanacco. Una volta giunte in redazione ci hanno confermato che andavano bene e che avremmo realizzato Tex ma, curiosamente, non quella storia che avevamo già iniziato (che poi fu disegnata da Diso e pubblicata nell'Almanacco del West del 2002). Il primo Tex che è stato pubblicato ?Pioggia? è una storia breve abbastanza inusuale nella serie regolare del Ranger; infatti doveva essere inserita in un almanacco del West. Pare (almeno questo ci è arrivato all'orecchio) che l'editore sia rimasto molto soddisfatto del risultato grafico ed abbia spinto per la pubblicazione sulla serie regolare. E? una storia in cui Tex agisce da solo e che si sviluppa nell'arco di un solo albo ed il nostro sforzo di rendere il lavoro omogeneo evidentemente è stato premiato dalla pubblicazione. Il nostro secondo lavoro su Tex è il naturale seguito di ?Pioggia?. Nella storia non vedi più Tex agire da solo come in Pioggia ed è una ?classica? storia di Tex, con non tantissima azione e le classicissime lunghe galoppate e discorsi fra Tex e Carson. Abbiamo cominciato applicando lo stesso stile; con il passare delle tavole però abbiamo cominciato a scioglierci ed a prendere maggiore e migliore dimestichezza con il personaggio provando a raggiungere sintesi tutte nostre. Ci troverai altre influenze (Mandrafina, Calegari) ma in generale forse troverai più che altro una ricerca personale, speriamo coronata dal successo. La coerenza di stile la stiamo raggiungendo ora che riusciamo a lavorare continuativamente. Cosa è cambiato affrontando un albo di Tex? Cosa vi è stato detto? Nel realizzare Tex (ma anche nei lavori precedenti per Bonelli) non abbiamo avuto alcuna imposizione o censura da parte dell'Editore. Diciamo che è successo che noi stessi abbiamo iniziato a ragionare in un certo modo diverso, considerando a cosa stavamo lavorando e che tipo di prodotto dovevamo realizzare. Dire che ci siamo autocensurati è forse troppo forte; ci siamo rifatti a certi standard di questo tipo di fumetto. E i riferimenti graficiò Per quel che riguarda i riferimenti graficiò beh, la cosa più importante probabilmente è la pistola (replica, ovviamente) che nostro padre ci ha regalato lamentando il fatto che non riuscivamo a disegnarla per bene: è il modello esatto che replica la pistola che Villa di solito disegna nelle copertine di Tex. Nostro padre è davvero un grande bastonatore dei nostri Tex; continua a riprenderci per dettagli realizzati male, è davvero inflessibile, intimamente orgoglioso ed esternamente molto critico. Per il resto ovviamente ci rifacciamo ad una grande collezione sia di film che fumetti western, ne abbiamo una casa piena. Potrei citarti alcuni fumetti che ci piace avere come riferimento: il Blueberry di Giraud, il Comanche di Hermann e ovviamente il Tex di Ticci. E molte altre fonti per tutto il resto, libri, riviste? Nostro padre compra Tex da una vita e ne abbiamo una conoscenza molto profonda. Dall'87 in poi abbiamo iniziato a studiarlo in maniera vera e propria e lo consideriamo il nostro punto di partenza per il fumetto realistico. Possiamo dire in tutta sicurezza che un primo piano di Tex di Ticci è stata una delle cose che in assoluto ci ha fatto scattare l'affetto verso questo personaggio e l'ammirazione verso il disegnatore stesso. Per noi Tex è Ticci. Il disegno dell'autore senese è quello che maggiormente, secondo noi, esprime il carattere e la personalit? di Tex ed il suo modo di essere un eroe granitico, una roccia. In questo segue la linea di Galep; anche nelle differenze grafiche quello che ?passa? attraverso le tavole è il carattere del personaggio. Il Tex di Ticci che tira su un nemico dopo che lo ha scazzottato è il vero Tex; nelle ultime storie, addirittura, l'autore sta diventando sempre più espressionista, più pittore, più sintetico e potente nel tratto. Siamo stati poi colpiti dal primo Texone e dalla splendida composizione iper-dinamica che ci appassion° tantissimo: l'idea di movimento che usciva dalle pagine realizzate dal grandissimo Buzzelli per noi era una cosa mai vista. Si tratt?, in quel caso, di un episodio singolare ed eccezionale: un pittore, in pratica, che realizzava Tex, vista la formazione accademica dell'autore. Non a caso la storia non pot? essere inclusa nella serie regolare e fu creata la collana fuori serie. Un altro ancora molto poco citato ma per noi eccezionale è Andrea Venturi: molto dotato tecnicamente ha avuto la bravura, pazienza e capacità di trasformare il suo tratto nel tempo, diventando, ai nostri occhi, l'erede naturale di Ticci, un vero e proprio disegnatore di razza. Se sfogli la sua ultima storia vedrai come sia veramente portato per questo genere e come abbia ormai nelle sue corde il Tex classico. Su tutti, insieme a Ticci e Venturi, ovviamente mettiamo anche Claudio Villa. Di Villa, che sentiamo talvolta al telefono, ci piace sottolineare una qualità che forse traspare dai suoi disegni ma che diventa lampante quando ci hai a che fare: Claudio è una persona che getta nel proprio lavoro tutto se stesso ed è pienamente orientato allo sviluppo del personaggio Tex; ha piacere che Tex come serie abbia successo, più che aver piacere che il suo lavoro abbia successo. Lo sentiamo entusiasta (ed è un bene per un autore così ?grande?) della storia che sta realizzando adesso su testi di Boselli ed è fonte di grande entusiasmo anche per noi; non capita stesso che un disegnatore sia così appassionato al personaggio che sta realizzando e così pieno di voglia di restituirgli nuova linfa, confrontandosi e avendo contatti con gli altri disegnatori e autori. Un altro disegnatore che ha lasciato il segno in Tex è sicuramente Fabio Civitelli; gli riconosciamo, fra le tante qualità, una su tutte: l'esser partito con un segno abbastanza tradizionale, alla Ticci, per intenderci, ed aver costruito, negli anni, un suo segno molto personale e in parte anche innovativo (per quel che riguarda Tex): ci ha colpito molto come sia riuscito ad imporre il suo stile nel tempo. Ti segnaliamo un nostro tentativo di ?personalizzare? il lavoro su Tex; nell'ultima storia realizzata c'è una parte, un flashback, che abbiamo realizzato in maniera un po' particolare. C?? un tratteggio a piccoli segni bianchi su sfondo nero che a noi è piaciuto molto realizzare (un po' come nelle ultime pagine del Texone di Milazzo). Diciamo che è abbastanza improponibile, visti gli standard della serie, realizzare un flashback in acquerello, però, non si sa mai? Due parole sul vostro lavoro sul quale siete impegnati in questi giorni? La nostra prossima storia di Tex è realizzata da Tito Faraci. Abbiamo già disegnato i due Nick Raider con sue sceneggiature e, nel caso di Tex, ci ha spiegato che sarà una grande storia di azione con un po' di poliziesco (grande passione di Tito), molto movimentata, in ogni caso. Tito ha confessato di voler riportare il personaggio agli albori, anticipandoci di volergli mettere in bocca qualche espressione tipica gergale degli inizi (corna di bisonte? fulmini e saette? - ndi) e restituirgli una certa ?scanzonatura? e sbruffoneria che aveva in passato figlia dell'autore Bonelli padre. Contiamo di divertirci molto nel realizzarla perchè è una storia con molto ritmo. Che altro Vi piacerebbe realizzare oltre Tex? Entrambi siamo molto eclettici nel disegno, anche se in quello che non abbiamo pubblicato con Bonelli non è potuto ancora emergere, e ci piacerebbe metterci alla prova. Abbiamo realizzato, per un progetto per la Francia, alcune tavole di ambientazione vagamente medioevale-fantasy che, ad esempio, ha visto Marco Soldi e che hanno uno stile del tutto diverso, faticheresti a capire che le abbiamo realizzate noi. Progetto, tra l'altro, accantonato per ora solo a causa della lentezza e contro la quale stiamo lavorando. In queste tavole ci troverai davvero poco di Tex; sono realizzate in previsione di una colorazione al computer e sono un tentativo davvero alternativo, piccolo esempio della nostra voglia di voler e riuscire a realizzare altro. Ci troverai tanti spunti comuni ai volumi ?cartonati? alla francese; un occhio a Breccia (figlio) e uno al Casertano più grottesco, uno al disegno realistico ed uno al grottesco (non nell'accezione caricaturale o comica), allo stesso Frezzato, a Mastantuono e anche un'impostazione di tavola e di inquadratura molto disneyana? Un disegno libero, di nuovo molto linea chiara con pochi angoli e con un modo di interpretare i personaggi che spinge più sul grottesco? cito anche Miguel Angel Prado come riferimento, per essere ancora più chiaro. Aggiungi che oltre questo comunque ci piace ?provarciò a fare un po' di tutto; da animali antropomorfi alla linea chiara alla Dall'Agnol, dal nero poliziesco alla Bernet al caricaturale? Conserviamo il piacere di fare davvero tante cose diverse e speriamo di poter in un futuro avere chanches di pubblicazione anche con cose così diverse da Tex. Probabilmente nella nostra cultura fumettistica manca solo il genere supereroistico; forse perchè la nostra fantasia non è mai stata catturata da un fumetto di supereroi e quindi è una passione che ci manca. Probabilmente ci piacerebbe realizzare magari uno Spider Man ?deformed' come ultimamente è stato realizzato in Usa (o come quello realizzato da Cavazzano su testi di Faraci) o anche, allontanandoci molto da quest?ultima proposta, addirittura un Batman molto ?noir? con molti neri e molti graffi? come vedi, siamo sempre attratti da generi anche molto distanti fra loro. Probabilmente non avendo avuto un mito supereroistico nell'infanzia ne siamo attratti in misura minore; salvo casi eccezionali, magari come Miller in Dark Knight Returns o Batman Year One (Miller / Mazzucchelli), ovvero grandi esempi di capacità narrative applicare a tematiche supereroistiche... O ancora Watchmen di Moore/ Gibbonsè ma qui andiamo nell'ovvio. Qualche parola sulla situazione editoriale del fumetto in Italia? In Italia ci sono abbastanza pubblicazioni a fumetti; probabilmente il limite è che tante cose sono troppo simili fra loro e si tolgono spazio a vicenda. La cosa che più salta agli occhi in questi ultimi anni è come il mercato italiano si sia un po' appiattito in termini di varietà di proposte. Ovviamente Bonelli è una presenza molto importante ma magari vale la pena notare che ci sono stati ultimamente altri ?fenomeni? editoriali come Witch che hanno comunque dato un indirizzo per percorrere nuove strade e proporre nuovi progetti. Servono prodotti che siano basati su una idea forte e sulla continuit? della proposta; serve una politica editoriale seria che non si limiti a ?tentare? strade che nascono e muoiono nell'arco di un tramonto.
  21. ymalpas

    Il Mio Primo Tex

    Il numero si aggira intorno al 350, una bella storia tutto sommato, non all'altezza dei capolavori nizziani del periodo ma senz'altro da leggere. Se non ricordo male i disegni sono di Blasco, che nell'occasione riesce nell'intento di farsi apprezzare, cosa che non può dirsi di tutte le sue altre storie... Tornando in topic, mi sono avvicinato a Tex nel 1981, Giungla crudele era l'inedito in edicola, uno dei capolavori di Nolitta...
  22. ymalpas

    [Texone N. 06] La Grande Rapina

    Una storia molto bella che fa rimpiangere il Nizzi dei tempi andati... Favoloso il finale sul treno e il tragico epilogo, ma anche tutto il resto è su livelli altissimi... Uno dei texoni migliori fra quelli che ho letto finora!
  23. Ritorno sulla presenza delle donne nelle copertine di Tex, assolutamente inadeguata! Mitla, nel numero 136 intitolato La Regina della Notte Una donna, nel numero 146 intitolato Terra promessa Irma, nel numero 276 intitolato La grande minaccia Miss Corbett, nel numero 314 intitolato Labirinto mortale Zhenda, nel numero 347 intitolato Zhenda! Daana, nel numero 364 intitolato Il medaglione spagnolo Una bambina, nel numero 439 intitolato Il segreto dell'imperatore Colorado Belle, nel numero 538 intitolato Colorado Belle ym
  24. Le storie di Claudio Nizzi attualmente in lavorazione risultano 11. L'autore, da quel che ci è dato sapere, non sta scrivendo più nuovi capitoli della serie Tex! Scrivo in ordine la data in cui sono state scritte, il titolo provvisorio e l'eventuale data di pubblicazione. Serie regolare: 2005 - Il difensore di Mesa Serrada - disegni di Repetto - novembre/dicembre 2007 pubblicata 2004 - Inferno nella Terra Promessa - disegni di Rossi - gennaio/febbraio 2008 pubblicata 2005 - Titolo storia ? - disegni di Sommer - è 2006 - Il ritorno della Tigre Nera - disegni di Venturi - estate 2009 2006 - Intrigo militare - disegni di Rossi - autunno 2009 è 2006 - Titolo storia è - disegni di Fusco - 2009 è 2007 - La missione assediata - disegni di Civitelli - settembre 2008 2007 - Titolo storia ? - disegni di Del Vecchio - 2009 è Albi speciali: 2000 - Titolo storia ? - texone di Seijas - novembre 2007 è 2003 - Fort Sahara - maxi di Diso - ottobre 2007 pubblicata 2006 - Titolo storia ? - maxi di Cossu - 2008 è ym
  25. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Grazie Claudio, la percentuale di tavole com'? logico deve essere calata in concomitanza con l'incarico di copertinista... comunque 15 / 20 erano davvero tante! La tendenza 5 immagino sia da riferirsi alla storia Eagle Pass e non a quella di Mefisto... no ? Il sapere che qualcosa si muove intorno a questa storia, metti anche una cinquantina di tavole all'anno, sarebbe una grande notizia! Magari fosse vera!
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