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ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. 15 ore fa, Diablero dice:

    Ricordi male "il giuramento", rileggilo.

     

    Dice che Higgins NON HA NESSUNA POSSIBILITÀ DI SOPRAVVIVERE.

     

    Ho riletto poco fa l'intera sequenza del pestaggio nell'albo "L'implacabile". Nella testa di Tex Higgins non ha possibilità di sopravvivere mentre su Sherman è possibilista.

    Il navajo dice che forse uno di loro (cioè i nativi) ci riuscirebbe, ma un viso pallido no! ma Tex non è così categorico su Sherman, ammette che c'è un piccola possibilità che possa attraversare il deserto: non ha bluffato cioè quando Sherman si è guadagnato quella possibilità dando le informazioni che Tex chiedeva.

     

    Eppure aveva giurato di uccidere tutti coloro che avevano mandato la morte a tagliare i fili che legarono le loro vite (di Tex e Lilyth), da pagina 78 del "Giuramento". 

     

    Ora le colpe di Higgins e Sherman sono pressoché identiche, tutti e due hanno trasportato le coperte infette al campo, però GLB per bocca di Tex ammette che almeno Sherman può salvarsi, gli dà un'opportunità piccola piccola (e una pistola con un colpo che parla da se), senza vedere in questo un tradimento al giuramento che aveva fatto nell'albo precedente. Ripeto Tex non bluffa con Sherman, non sarebbe da lui.

     

    Per GLB il fatto è che Sherman è un pesce piccolo e Tex si disinteressa quasi sempre nelle sue storie della manovalanza, punta sempre direttamente ai capi. Anche in questa drammatica storia in cui è personalmente colpito, lui fa la differenza tra mandanti e esecutori materiali. E questo che contribuisce a rendere Tex un uomo diverso e superiore.

     

    Questo è quello che sta scritto nella storia di GLB.

     

    Veniamo ora alle presunte "colpe" di Boselli.

     

    Per GLB, Higgins non può salvarsi, è malconcio, ha subito una memorabile scazzottata (ma nessun calcio in pancia, non sarebbe da Tex). Non ha un goccio d'acqua. Date queste premesse chi darebbe mai una possibilità di farcela a Higgins?

     

    Sherman ha una piccola, flebilissima, possibilità, dettata dalla borraccia piena di acqua (e dal fatto che non ha subito un pestaggio memorabile). Diciamo subito che nella storia di Boselli la differenza non la fa questa borraccia ma il fortuito incontro di due indiani, un'otre e un cavallo. Sono incontri che in letteratura si hanno, talvolta anche nella vita, nessuno scandalo.

     

    Cosa succederebbe se:

     

    1) la borraccia finisse invece nelle mani di Higgins (pag. 17 della nuova storia)

    e

    2) ciò avvenisse in maniera rocambolesca, fuori dal deserto di lava, mettendo nelle mani di Higgins anche il cavallo e l'otre pieno di acqua (e uno degli indiani che gli indichi la strada a un pozzo) ?

     

    Se GLB ha dato una possibilità a Sherman, dopo questo capovolgimento di situazione, bisogna ammettere che Higgins si è guadagnato anche lui una possibilità di sopravvivenza.

     

    Tex non è onnisciente e onnipotente e nulla può contro la dea bendata se quella, per una volta, va incontro a un nemico. Succede tante volte nella vita reale, figuriamoci in quella narrativa a fumetti. No, non diventa un pollo per questo e non per questo è venuto meno al suo giuramento. Higgins è un miracolato e nessuno nulla può farci.

     

    Ed eccolo, coriaceo, essere ripescato in una storia che non ha l'obiettivo di cancellare o riscrivere le passate avventure di Tex, ma quello di celebrarle, offrendo ai lettori una storia plausibile che regali emozioni. Non è stato tirato in ballo per una storia qualsiasi, ma per una storia speciale.

     

    Cosa sta facendo Boselli da diversi anni a questa parte? Sta riprendendo le vecchie storie e le sta integrando con nuovi particolari. Certo non sempre le azzecca tutte, ma complessivamente sta facendo un gran lavoro. E quella sequenza nel deserto in cui Tex sbatacchia Higgins e lo lascia a morire di stenti nel deserto lavico dev'essergli parsa una sequenza sbrigativa, perché è vero che GLB ha fretta di dedicarsi ai viscidi pescicani veri e propri nascosti nei loro uffici dietro le scrivanie.

     

    Quando vedo Tex legato ai quattro paletti, torturato sapientemente con un coltello arroventato da mano sapiente, e poi liberarsi e fare come se niente fosse successo, da lettore lo accetto perché c'è un patto tra narratore e lettore, per cui se queste cose non sono possibili nella vita reale lo diventano invece nel fumetto.

     

    E per questo patto che possiamo accettare che Higgins, nonostante tutto, riesca a farcela in barba a tutte le leggi della fisica, i serpenti velenosi sono i più duri a morire e non è solo un detto, come accetteremo la Tigre rediviva nelle edicole il mese prossimo dopo essersi schiantata sulle rocce dopo un volo di oltre venti metri. Se non si accetta questo patto, tanto vale lasciare l'albo nello scaffale e buonanotte al secchio.

     

     

    • Confuso (0) 1
    • +1 1
  2. <span style="color:red">35 minuti fa</span>, Leo dice:

    Ma la differenza la fa l'acqua. Higgins è più morto che vivo, dopo il pestaggio. Ha avuto modo di riprendersi rapidamente e fare tanta strada quanta ne ha fatta Sherman, per di più senza acqua? È forzato.

     

    E la lancia che si spezza? Se pure accettiamo la forzatura nelle "leggi fisiche", non ha alcuna importanza il valore simbolico della scena finale?

     

     

    Partiamo dal presupposto che GLB di solito evita che Tex uccida a sangue freddo un avversario (magari ci saranno casi in cui ciò è avvenuto, per esempio con Coffin nella prima storia nella versione non censurata). Nel caso di Higgins ci dice che ha poche possibilità di sopravvivere, nel caso di Fraser non vediamo mai lui che preme la pistola e si suicida, anche se palesemente non pare esserci soluzione diversa. Boselli ha cura di mostrarci come Higgins, tipo coriaceo e velenoso, riesca a farsi strada nel deserto, semplicemente volete ignorare le forze che un individuo riesce a tirare da se stesso per salvarsi. E se non fosse stato per i due indiani che passavano di lui, ne lui ne Sherman ce l'avrebbero mai fatta a salvarsi. Davvero è credibile che Higgins, pestato a sangue, si rassegni e si lasci morire nel deserto lì dove Tex l'ha lasciato? E quante volte in GLB abbiamo visto lo stesso Tex trovare dal suo corpo risorse inaspettate dopo aver subito una batosta (Gli spietati, La sconfitta) Semplicemente è gente dekl West, gente dura, in un ambiente duro, non signorine! Parliamo piuttosto dell'apparizione spettrale di Lylith. E trovatemi qui le "leggi fisiche". Dimenticate che è pur sempre un fumetto e che in letteratura si è osato ben di più.

    • Confuso (0) 1
  3. 36 minuti fa, laredo dice:

    Tex  lascia una pistola con un colpo in canna a Sherman, non a Higgins...

    Non è un dettaglio di poco conto, ymalpas...

     

    Prevedevo la tua obiezione ma non cambia niente. Higgins è lasciato in mezzo al deserto a morire ma resta vivo. Ha una possibilità di salvezza come ce l'ha Sherman. Sono due uomini (invece che uno) condannati in un ambiente che lascia poche possibilità e una pistola. Il cerchio si chiude esattamente in questa storia, dove Higgins muore come Fraser, si suicida come Fraser, con la mediazione di Lylith (geniale trovata). È un finale catartico, dunque prettamente bonelliano, che replica quello di un'altra storia, Massacro, e lo fa in un modo inattaccabile, per me, e anche molto bello devo aggiungere. A chi Tex lasciava la pistola poco importa insomma. Non so spiegartelo meglio, qualcuno più bravo di me lo farà probabilmente.

  4. Intervenire dopo 14 pagine di discussione è difficile. Non vorrei entrare nel merito della polemica e con il mio messaggio vorrei solo tirare le somme su questa storia - speciale - per i 75 anni di Tex che sono anche 755 numeri della serie regolare. Ma credo che sia impossibile non prendere parte e spero di motivare sufficientemente la mia posizione.

     

    Bellissima la copertina di Villa. Molto belli i colori di Vattani che non sono un semplice piatto di contorno, ma intervengono con dei colori azzeccatissimi direttamente sulle chine di Villa. Sono rimasto abbagliato per diversi secondi dalla bellezza della prima tavola, che definirei onirica. Eravamo abituati a dei colori che rispettavano ossequiosamente le linee dettate dai disegnatori, non è stato il caso per questo numero, per cui posso dire che è un numero veramente concepito per il colore. Bene. D'altro canto capisco anche l'idea editoriale di darne delle versioni su cartonato in b/n per tutti quei lettori che preferiscono il b/n. Molto bene. Non mi capita spesso di essere d'accordo con le politiche di marketing della SBE, ma in questo caso le sposo entrambe.

     

    Passiamo a un punto dolente: la mia copia è rovinata da una decina di tavole "sfuocate". Esattamente come quelle della storia del maestro a Manhattan diversi anni fa. Non ho letto tutti i messaggi di questo topic, forse è solo un caso, ma non fa piacere. Non sono di quelli che fanno restituzioni agli edicolanti, mi terrò la copia fallata.

     

    Per il numero dei 75 anni ci si aspetta una storia speciale. Quando diversi anni fa, non ricordo quando esattamente, Boselli ci parlò di questa storia, con Lilith, nata da un'idea molto bella e originale di Frediani, ricordo che rimasi sorpreso dalla possibilità che da quella epica materia si potesse ancora trarre qualcosa di veramente nuovo e interessante. Sbagliavo, evidentemente. Qual'era poi quest'idea? Nella storia di GLB quando Tex si lascia alle spalle Higgins, più morto che vivo, lui è ancora in vita. Il Tex di allora è lo stesso della storia di Fraser, lascia ai suoi avversari secondo un medesimo schema narrativo una pistola con un colpo in canna e pochissime possibilità di farla franca. Nel caso di Fraser ci mostra chiaramente come faccia uso della pistola per togliersi la vita. Con Higgins no. All'indiano che gli chiede se lui possa in qualche modo sopravvivere risponde con un "Quien sabe!" Qui la trovata per me geniale di Frediani è di concludere la vita di Higgins allo stesso modo di Fraser, con un colpo che si spara in testa, con la sua mano guidata però da Lilyth e questo è bellissimo, perché la vendetta del solo Tex raccontata dalla storia di GLB diventa qui una vendetta di Lylith o anche di Lylith. Le ultime tavole sono da brivido.

     

    C'è poi la trama secondaria e questa è di poco conto, non adombra quel sentiero che il lettore vuole percorrere con la lettura. Quindi, a parte i nuovi personaggi della Pinkerton, azzeccatissimi, non vorrei aggiungere altro. Certo è che il filone della Pinkerton per anni dimenticato sembra offrire oggi tante possibilità narrative.

     

    Per concludere non è la migliore storia di Boselli, ma probabilmente la migliore nata per finire in un albo speciale. Se c'è un appunto che vorrei fare allo sceneggiatore, l'unico, riguarda Kit Willer. Quando Tex si lancia nella cavalcata del destino sulle tracce di Higgins, avrebbe dovuto avere al suo fianco anche il figlio Kit. Non è concepibile che lui sia rimasto indietro, e quanto sarebbe stato bello se Lilith con il suo sguardo avesse abbracciato il suo "uomo" e contemporaneamente anche il figlio, che in punto di morte fu ben lieta di sapere lontano da se, al sicuro nella missione tra i frati.

  5. <span style="color:red">4 ore fa</span>, Befankio dice:

    A volte mi chiedo perché ricordo bene le storie vecchie invece le storie nuove, già solo di pochi mesi fa, faccio una fatica enorme a ricordarle, sarà la vecchiaia? Perché le storie vecchie mi sono rimaste più impresse? Provate anche voi questa sensazione? :azz:

     

    È una cosa che succede più o meno a tutti. Ma è sempre una questione di tempo, quel tanto che basta che ci consenta di abbracciare con la memoria un certo spazio temporale. Quando ho ripreso la lettura degli inediti di Tex nel 2005, ricordo che riuscivo a elencare nel giusto ordine tutte le storie dal numero uno al numero cento, e così via, mentre delle storie allora in edicola della fascia 500 non riuscivo non solo a metterle una dopo l'altra ma anche a ricordarne i titoli. Oggi che sono passati 20 anni ricordo titoli e ordine delle storie della fascia 500, mentre la cosa mi è impossibile per quelle recentemente uscite della fascia 700.

  6. Ma guardate che se cito a caso solo tre delle ultime storie di Boselli, quella sull' Erebus della serie regolare, quella dei seminoles sulla nuova serie, quella del dark carnival sul Texone, sono assolutamente le prime tre che mi vengono in mente, siamo davvero lontani dai livelli irraggiungibili di GLB? O ci sta molto il fattore nostalgico e che per le storie di Boselli, specie le ultime, ci manca lo spazio temporale per valutarle per quello che sono?

  7. Per qualcuno potrebbe anche sembrare una bestemmia, ma invito comunque a riflettere sulla portata delle storie scritte dal suo amico e allievo Mauro Boselli.

     

    Come mi è nata questa idea? Qualche giorno fa riflettendo sulle parole dello stesso Mauro Boselli sulle ''perle'' date ai porci nell'ambito di quella discussione sull'inedito bonelliano che sarà pubblicato a novembre.

     

    Non voglio dire che la notizia non sia clamorosa e che una storia così un po' tutti ce la sognavamo, però ecco mi sono reso conto che tutto sommato nutro più aspettative per la storia di Villa (che non ho ancora comprato) e per la successiva della Tigre che per le 110 pagine del futuro cartonato.

     

    E una simile idea, non mi avrebbe mai sfiorato le meningi se stessimo a parlare delle storie di un Nizzi, Ruju, Manfredi o Rauch, mi perdonino.

     

    Certo il GLB della fascia dal numero 100 al numero 175 è stato immortale. Ma quanto gli è da meno il Boselli della serie regolare degli ultimi trent'anni, della nuova serie del Tex giovane e dei texoni e dei cartonati?

     

    Una qualità costante, ha inanellato una serie di capolavori e qualche storia che è certo minore o meno riuscita, ed è straordinario che al contempo si sia speso anche per altri personaggi da Dampyr a Zagor.

     

    Per me ha ormai superato il suo maestro.

  8. <span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

    In questi casi il mio consiglio professionale è di ricominciare con una trama completamente diversa. Se un soggetto non va è inutile e insensato rappezzarlo per farlo diventare una cosa che non c’entra più niente con l’originale Lo si butta.

     

    Beh, comunque questo topic era nato come un gioco e poi ne è venuta fuori anche qualche storia pubblicata, e questo fatto è davvero positivo e immagino anche immensamente gratificante per tutti quelli che si sono visti approvato un soggetto.

     

    Però da quei giorni ne è venuta fuori anche la notizia che tu hai, nella tua testa, molti più ''soggetti'' di quanti mai riusciresti a scrivere e questo sia per Tex che per altri personaggi, tipo Zagor.

     

    Se ti chiedessi un ''regalo'', non a me, ma ai forumisti, per un'altra discussione, ovvero offrirci uno di questi tuoi soggetti, bene articolato nelle sue scene (principali), di una storia breve ( max 32 pagine ), cioé tre o quattro righe di soggetto e quattro o cinque altre righe per le varie scene, per sperimentare esclusivamente le capacità di sceneggiare, per quelli che vorrebbero avventurarsi nel gioco? Chi dei forumisti riuscirebbe a essere più autenticamente Glbonelliano?

  9. <span style="color:red">1 minuto fa</span>, Il sassaroli dice:

    Se l'edizione non piace

     

    Il discorso è che per definizione un prodotto da libreria non è un prodotto da edicola. Non è solo una questione di dimensioni o di prezzo. Mi aspetto qualcosa di molto più curato.

    La copertina, per esempio. 

    Ci sono molti inediti galleppiniani che dopo un lavoro redazionale potrebbero fare davvero la differenza:

     

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  10. Clamoroso errore di marketing dare la notizia per mezzo di una rivista pubblicitaria online con una copertina non contrattuale. Qui l'errore è tutto della SBE. Che presto ne darà notizia sul suo sito con tanto di anteprime. Pretendere che Boselli spifferi tutto qui è infantile. E già molto che Airoldi ci consenta di esistere come forum. Un po' di pazienza. 

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  11. Una cosa certa è che la critica rivolta al prodotto editoriale (cartonato a 29 euro) andrebbe comunque fatta davanti al prodotto finito in vendita. È una cosa su cui Boselli si sta sgolando dall'inizio. Prendete, è solo un esempio, che il suddetto volume esca non con quell'orribile copertina ma con una copertina inedita di Galep acquarellata da leccarsi i baffi (dopotutto sono i 75 del Tex di GLB ma perché non ricordare anche Galep?). Ecco magari alla SBE stanno lavorando a questo, o altro di altrettanto entusiasmante, ciò che metterebbe in altra luce anche la difesa che ne sta facendo Boselli. Ecco, non sappiamo niente, neanche uno straccio di tavola. Quindi se vogliamo continuare a discutere della politica editoriale si può aprire un altro topic ma mischiare il tutto qui non va bene. Il giorno in cui, sempre un esempio, vedremo che la copertina è di Villa andrà bene lo stesso, potremmo criticarne i colori slavati e photoshoppati, ma prima di giudicare sarebbe un sacco più bello parlare delle nostre aspettative su questa storia che in fondo è la sola cosa che dovrebbe interessare veramente gli appassionati.

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  12. Se posso fare una o due domande ... 

     

    1) si può conoscere il nome della persona che ha scoperto il malloppo ?

    2) si può conoscere esattamente il punto dove il malloppo era stato nascosto ?

    3) si può sapere, infine, se con il malloppo c'era qualche altro reperto di qualche utilità ?

    4) il volume conterrà qualche intervento dello stesso Tarquinio (credo che sia ancora in vita ma non sono sicuro spero di si)?

    5) dato l'esoso prezzo di vendita il volume si presenterà rilegato in pelle umana, con cuciture eseguite a mano, e fregi in metallo prezioso? (scherzo, è che non trovavo la quinta domanda intelligente)

  13. E' un Tex d'autore che mi ricorda per l'originalità il Tex di Buzzelli, da qui la probabile bocciatura di Tarquinio come disegnatore in anni in cui sono reclutati nell'ordine Nicolò, Letteri, Ticci e Raschitelli (e poi Magni).

     

    Le storie di circa un albo in quel periodo sono abbastanza frequenti:

     

    CORSA ALLA MORTE

    MORTE NELLA NEVE

    DRAMMA NELLA PRATERIA

    MANO GIALLA

    L'ULTIMA CARICA

    NEW ORLEANS

    PONY EXPRESS

    DESERTO BIANCO

     

     

     

     

  14. Foto 1 di 1

     

     

     

    OMBRE DI MORTE

     

    di Gianluigi Bonelli e Sergio Tarquinio

     

    Cartonato b/n e colore di 216 pagine, 22 X 30 cm

     

    ISBN 978-88-6961-864-2

     

    In libreria dal novembre 2023.

     

    Ritrovata negli archivi della Casa editrice è una storia inedita di circa 110 pagine di Gianluigi Bonelli risalente alla metà degli anni sessanta e disegnata allora da Sergio Tarquinio. Oggi vede la luce in un prestigioso cartonato in bianco e nero e a colori.

     

     

     

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  15. Ma Zagor era, ai tempi in cui lo scriveva Nolitta, un contenitore, cioè uno spazio in cui il suo autore riversava l'amore per le sue passate letture, nel genere avventuroso, fantastico, orroristico (se mi passate il neologismo), per tacere dei film che vedeva al cinema che ai tempi suoi era fatto soventemente di semplici adattamenti di classici della letteratura. C'è evidentemente il tarzanide, c'è il costume ( ma è un classico), c'è Verne, c'è Stoker (e Feval e Cyprien e Lamothe e Calmet e evidentemente Polidori e tutti i classici inglesi che hanno creato il genere fantastico ecc), c' è Frankenstein, c'è la bestia del Gevaudan, i classici western, c'è il genere picaresco spagnolo, c'è la Storia tout court, e c'è l'arte di un giovane autore di saper raccontare agli altri in maniera appassionante questi tesori della narrativa aggiungendo la nota comica di un personaggio, Cico, che ci riporta alle spalle comiche che letterariamente hanno sempre avuto la loro ragione di essere. Lo stesso Cico, con quello che già il suo nome lascia intendere, non e nemmeno una creazione originale nolittiana. Può piacere o non piacere, ma usare certi termini denigratori mi sembra in questo caso disconoscere tutto quello che c'è dietro, e non è poca roba. Il giorno in cui Zagor scenderà al centro della Terra, come gli eroi di  Verne o di Bessière (quello che ha ispirato la serie The 100), non sarà ridicolo anche se a qualcuno potrà sembrarlo, ed è una tragedia perche a queste persone manca il senso del wonder, semplicemente la capacità di sognare a occhi aperti e se permettete questo è molto triste.

    • +1 2
  16. <span style="color:red">8 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    Poiché questa storia deriva da un'idea di Nizzi, cosa di cui suppongo che sarà dato atto in qualche modo, Boselli gli propose di sceneggiarla insieme ma lui rifiutò.

     

    Nizzi però avrà modo di dire che è una ciofeca e che lui l'avrebbe scritta diversamente e in puro stile, come sempre per lui, glbonelliano.

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  17. <span style="color:red">4 ore fa</span>, PapeSatan dice:

    Molto interessante e di piacevole lettura.

    Quel "volume 1" significa che ulteriori interviste sono state raccolte in un successivo volume?

     

    E' una raccolta di interviste che feci più di dieci anni fa tratte soprattutto dal web e che, come temevo allora, rischiavano di sparire con le pagine che le ospitavano. Ne ho un volume 2 più corto e più recente ma dovrei metterci mano per una necessaria revisione.

    • Grazie (+1) 2
  18. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Sulle date di produzione delle ultime storie di Galep, sei sicuro?

     

    Sulle date no! non sono sicuro! Però dalle date di pubblicazione delle storie precedenti possiamo dire che Galep realizzava circa un albo all'anno. Il 1993 fu particolarmente travagliato. Da quello che mi ha raccontato Francesco Bosco che fu uno degli ultimi a intervistarlo, cito a memoria perché trovare la fonte esatta mi prenderebbe troppo tempo, quell'anno fu particolarmente drammatico, con un'operazione chirurgica di quelle considerate di routine che non riuscì (qui preferisco non aggiungere altro), in pratica smette di disegnare sicuramente già nell'estate 2003 e comunque anche nei mesi precedenti aveva il problema alle mani. Se davvero disegna 60 tavole in sei/nove mesi più o meno è quella la media che aveva negli ultimi anni, cioè leggermente inferiore ma comunque il rallentamento è comprensibile considerato lo stato di salute. Io tenderei a retrodatare l'inizio di Golden Pass alla tarda primavera del 1992, ma sono conclusioni non suffragate da prove.

     

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Se Golden Pass l'ha iniziata nel autunno 1992 significa che quando è stato pubblicato il numero 400, con Bonelli che dichiarava che Galep era già al lavoro per la storia successiva, Galep aveva fatto solo 60 pagine in quasi 18 mesi... significa che quando ha scritto quell'editoriale, Bonelli invece sapeva che Galep non avrebbe mai concluso "Golden Pass"

     

    Quello che scrive Sergio Bonelli in quella posta è purtroppo del tutto inaffidabile. Nel febbraio 1994, quando esce il numero celebrativo a colori, Sergio Bonelli sa già che Galep non concluderà mai quella storia (è fermo, di fatto, come ho detto sopra, da sette, otto mesi circa). Su questo non sussistono dubbi.

     

     

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Più interessante (e più difficile da spiegare) è la domanda opposta: perchè non l'ha lasciata nel cassetto e basta, senza farla ridisegnare? Un ipotesi è che comunque gli dispiaceva lasciare nell'oblio quelle 120 pagine di cui comunque era soddisfatto e gli piacevano. A favore di questa ipotesi c'è anche il fatto che l'ha fatta ridisegnare da Ticci, il disegnatore principale della serie in quel momento, a costo di "toglierlo" a Nizzi. Per me dimostra che comunque a quelle 120 pagine ci teneva.

     

    La domanda è questa. Ci teneva, perché non si è sforzato di dargli una conclusione? Dopotutto la stessa identica situazione presentava anche la sua penultima storia disegnata e interrotta da Giolitti e finita da... Ticci! Stessa identica situazione, a distanza di pochi anni. Probabilmente si sentiva troppo vecchio per scrivere il secondo o terzo albo. Se non pressato lui non scriveva!

     

    Piuttosto perché nel 1992 non pensò invece di ricorrere all'aiuto paterno ? Qui apriamo un'altra parentesi, ma anche ammettendo che le "forze" glielo consentissero, il desiderio di scrivere uno speciale fianco a fianco con Mauro Boselli GLB ce l'aveva, ma la SBE non glielo comunque avrebbe consentito. Qui se Borden si sente di puntualizzare, altrimenti è meglio lasciar perdere.

     

     

    Per chi volesse approfondire sul 1993 e Galep, inserisco in allegato il file con le interviste (volume 1) che compilai anni fa.

    INTERVISTE A VARI AUTORI.pdf

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