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ymalpas

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  1. ymalpas

    [347/349] Zhenda!

    Nella letteratura popolare è avvenuto di tutto. Ponson du Terrail, autore oggi dimenticato, creatore del fortunato personaggio di Rocambole (che sopravvive nell'aggettivo "rocambolesco"), sulla figura del quale incentra tutta una lunga serie di romanzi, a un certo punto immagina che il suo antieroe finisca i suoi giorni nel bagno penale di Cadice dopo essere rimasto sfigurato. Nel 1865, Ponson decide di ritornare sui suoi passi e immagina un seguito nel romanzo "La resurrection de Rocambole" e il personaggio ritrova d'incanto la sua giovinezza e un viso incantevole. Sono risorti nell'ordine il Doctor Who, Sherlock Holmes e Harry Potter. Nel 1993 non si salva nemmeno Superman. Pensa a Sclavi e alla sua storia molto discussa di Hellingen su Zagor. Su un altro piano, il personaggio Long John SIlver da "L’Isola del Tesoro" ha vissuto una trasposizione cinematografica in una serie TV nella quale lo si immagina un' impenitente checca, diventa cioè veicolo di propaganda di rivendicazioni omosessuali. Su Tex, Nizzi all'inizio ha un pochino abusato con El Carnicero, Zhenda e se vogliamo anche Barbanera, ma lo stesso GLB aveva salvato anni prima dai flutti Yama e Loa. Mauro Boselli ha ripreso il personaggio di Thunder dopo aver affermato per anni e anni che era morto e sepolto nel crollo della galleria. Si appresta a farlo con un personaggio, la Tigre Nera, che si era sfracellato su una roccia e che Nizzi riteneva definitivamente morto. E la storia di Wolfman, che è vivo, come recita lo sfortunato titolo dell'albo di luglio 2023, è la storia dell'ennesimo risorto. Una storia, per me, andrebbe giudicata per il suo valore al di là dei ripescaggio un po' sopra le righe, come se la nuova storia di Sumankan che leggeremo da ottobre dovessimo lasciarla in edicola solo perché quel dato albo di Tex aveva avuto quel finale. La Zhenda di Nizzi non vale la storia originale bonelliana, ha un finale molto deludente e lo stesso autore è stato il primo a riconoscerlo, ma contestarla sulla base di una profezia forse è spingersi un po' troppo in la. Premetto che in linea di principio io la penso più o meno come te, oggi serve molta più cautela e rispetto, mi rivolterebbe una ripresa del personaggio di Proteus o per esempio mi ha lasciato dubbioso il Coffin boselliano nella nuova serie, ma le pretese di oggi in quel lontano 1987 però non dovevano essere al centro dell'interesse dell'editore e dell'autore e questo dobbiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscerlo.
  2. ymalpas

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    È in lavorazione dalla primavera 2019, cioè da più o meno tre anni. Se non sarà il maxi autunnale, leggeremo la storia l'anno prossimo. In tre anni Benevento quel numero di pagine te le disegna, ma c'è Diso da smaltire. PS. Naturalmente la storia è di Borden.
  3. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1970-1979)

    Chiedilo al mixer! 😂 Rispondendo seriamente le semifinali dovrebbero darci un'idea della: a) migliore annata bonelliana b) migliore annata post gl bonelli. Cioè migliore annata Nizziana? Non è detto, in campo c'è anche Boselli (e Ruju). Non è poco, se permetti, ci sarà da divertirsi!
  4. Si trattava di un cartonato, speciale che poi non si fece. La storia di Galep finì su Condor Pass e quella di Ticci fu abbandonata e ripresa solo anni dopo perché serviva una breve storia per il numero 199, ripresa e adattata, con Ticci che disegnò le tavole che mancavano.
  5. Il gioco si fa sempre più difficile! Anche in questo caso una settimana per votare tre annate di Tex. clicca per ingrandire l'immagine io ho votato per il 1971, 1973 e 1975.
  6. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1960-1969)

    SONDAGGIO CHIUSO.
  7. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1960-1969)

    Per un anno non uscirono nuove storie, non ricordi?
  8. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1960-1969)

    Clicca sull'immagine, ci sono le storie per ogni anno
  9. in questo secondo sondaggio si votano le storie bonelliane degli anni sessanta, cioè le ultime pubblicate negli albi a striscia e le prime apparse sul formato gigante (e comunque concepite inizialmente per il formato a striscia) Sono ammessi voti multipli, cioè si scelgono fino a tre annate tra quelle proposte. Il sondaggio chiuderà martedì prossimo. In basso il tabellone con le storie pubblicate anno per anno. 1960, 1965 e 1969 per me.
  10. ymalpas

    MIGLIORE ANNATA DI TEX (1948-1959)

    1949, 1951, 1957 per me! E' stato difficile IMO perché meritavano tanto anche il 1950, il 1956 e il 1959
  11. Il sondaggio per votare, per ogni decennio, la migliore annata di Tex. In tutto ci saranno sette sondaggi preliminari che qualificheranno alla fase finale 21 annate. Questa volta votiamo le annate dal 1948 al 1959. SI POSSONO IN TUTTO DARE FINO A TRE VOTI. Buon voto! Il sondaggio chiude lunedì sera. Per vedere le storie di ogni annata clicca sull'immagine sottostante per ingrandirla.
  12. ymalpas

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Comunque Ruju ha già dimostrato di sapere scrivere grandi storie di Tex. Quello che mi sconcerta è l'alternanza con storie come questa, come lui passi da registri alti a soluzioni improponibili come questo mese. Una storia che è nata anche per colpa mia, il giorno in cui mi lanciai in un gioco sul scrivere soggetti brevi per Tex che magari in via Buonarroti chissà! Marco ha avuto una bella idea per una (bella) storia breve, il buon Ulzana ne ebbe una che non ha accontentato tutti ma che a me è piaciuta. A Carlo Monni nonostante il mezzo passo falso di Manuela Montoya, chiedo sempre di farsi avanti con nuove proposte. Con Barbanera tutto sommato positiva la prima storia, ma questo soggetto non so come Boselli glielo abbia approvato. I difetti ci sono tutti, il soggetto è vero che non lo conosco, ma che sia tutta colpa di uno svogliato Ruju?
  13. ymalpas

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Ho letto il secondo albo solo questo pomeriggio, da parte mia poca attesa per questa parte finale, 110 pagine lette con poca voglia. Non ci siamo, storia che a tratti è una parodia, con scelte ridicole o sconclusionate, personaggi farseschi, situazioni surreali, soluzioni caratterizzate da troppa faciloneria. Ma davvero c'è qualcuno qui dentro che se l'è fatta passare ? Da dimenticare o da ricordare tra gli episodi assolutamente dimenticabili della serie intera. Dell'insieme quello che resta di autenticamente bonelliano è proprio la card in PVC in "omaggio". Tra aprile e maggio dieci euro spesi per questa roba, insomma, alla SBE sono dei maghi.
  14. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Non spunti, soggetti veri e propri. La decadenza di Nizzi andrebbe giudicata anche tenendo conto di questo fattore, nel senso che non si è sforzato molto le meningi, anche questo segno di molto attaccamento al personaggio.
  15. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Bisognerebbe citare tutte le storie in cui GLB ha mortificato il personaggio di Tex. Così di primo acchito mi viene da pensare al povero portiere del Golden Gate, l'albergo di New Orleans ne ''La città corrotta'', ucciso dagli sgherri di Rod Rever per aver parlato con i due pards. Ma sappiamo che quella scena non è farina del sacco bonelliano, ma un'aggiunta di Sclavi. Nizzi andrebbe giudicato sulla base delle storie scritte fino alla crisi del 1992. Gli fu chiesto di continuare e non ha avuto più brillanti idee. Non si contano da allora i soggetti suggeriti da disegnatori come Villa e Civitelli o altri della redazione (per esempio la storia di Boston) che contano tra le sue storie meglio riuscite, i soggetti riciclati da sue vecchie storie del Giornalino, i plagi come nel caso della pur bella avventura di Nuvola Bianca, i soggetti di Traversa dai primi anni duemila in poi, i suggerimenti che gli giungevano dai lettori da Torino (Guarino) a Palermo. Ci sarebbe da analizzare storia per storia cosa è di Nizzi e cosa nasce su impulso esterno, credo che le sorprese non mancherebbero. E vedere cosa è riuscito a tirar fuori da quelle idee.
  16. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    A sentire Nizzi che rimprovera ai due la clamorosa figuraccia del numero 450 dobbiamo dedurne che, se non sprovveduti, fossero almeno distratti. Sappiamo in realtà come l'errore, anche quello più marchiano, possa sfuggire agli occhi più attenti. La verità, temo, stia nel mezzo, come sempre avviene. Il controllo sulle sceneggiature di Nizzi che nei primi anni era stato attento, per stessa ammissione dello sceneggiatore, col tempo si sgretola. Negli anni novanta, il controllo è di sola routine. E quando ci si mettono è che che bisogna dare delle risposte al Codacons, cioè censurare il 458, il 476, la copertina del Texone di Milazzo ecc, stare attenti a che Tex non fumi troppo, ma non che si cali le braghe. In realtà sappiamo solo che ne aveva detto del bene a Sergio quando fu pubblicata e questo lo sappiamo dallo stesso Mauro Boselli. Pubblicamente invece Nizzi non ha MAI speso una parola positiva per l'opera di Boselli, ne ha sempre e solo sparlato. Altra idea tua. Nizzi torna in campo nel settembre 1992 dopo il periodo di crisi, chiede a Sergio di non essere più lasciato solo. Degli autori che in quel periodo hanno scritto delle storie per i disegnatori che erano rimasti in attesa, solo Boselli è arruolato. Ma Boselli è chiamato a tappare i buchi. Cioè a scrivere le storie per il nuovo speciale (l'almanacco del west 1997, 1998, 2000) mentre il Texone, prestigioso, resta a Nizzi ( unico caso, quello di Font con cui lui si rifiuta di collaborare). È pur vero che Boselli continua a scrivere per la serie regolare ma solo per i disegnatori con cui Nizzi non vuole più collaborare (oltre a Font, Marcello, Letteri, inizialmente anche Ortiz, per il quale Nizzi poi si ricrede e se lo riprende). Altro che talentuoso autore riconosciuto! Altra tua fantasticheria. Il fatto è che negli anni novanta Boselli inanella una serie di capolavori, che godono del plauso popolare e della critica, mentre Nizzi fa sbadigliare. Ma lui non si mette mai in discussione, ne allora lo mette in discussione la casa editrice. C'è solo gelosia. Umana gelosia. Io non sono un antinizziano. Dell'ultimo Maxi ho detto anche era una lettura godibile. Anche perché negli ultimi vent'anni alle rigorose sceneggiature boselliane sono succedute storie di Faraci, talvolta Ruju, Manfredi che impeccabili non erano. L'asticella si è abbassata di molto. Ma devo confessarti che se io mi fossi trovato al posto dell'Editore storie come questo Maxi, per la loro faciloneria, le avrei rispedite al mittente senza se e senza ma. Difatti ho scritto che non meritava in alcun modo la serie regolare. Io sono cresciuto con il Tex di GLB, di Nolitta e del primo Nizzi, a cavallo degli anni settanta e ottanta, cioè quando andavano in edicola storie per le quali non occorreva ''spegnere il cervello''. Poche storie su questo.
  17. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    In un'intervista del 2002 concessa alla Gazzetta di Modena, al giornalista che gli chiede se per lui ci sono dei sostituti in vista, Nizzi risponde: "Nessuno. Non so insegnare e sono troppo geloso del mio lavoro". Cioè, Boselli non lo vede nemmeno. Eppure è un autore che a quella data conta quasi 25 storie pubblicate solo sulla serie regolare. Però Nizzi si vede solo, l'unico depositario del verbo bonelliano. "Nel genere western il grande Gian Luigi Bonelli, il papà di Tex, diceva che ci sono 10 canovacci; su quelli si lavora". Sarà vero che GL Bonelli l'ha detto o sarà l'ennesima invenzione di Nizzi? In ogni caso Nizzi si è sempre presentato alla stampa come un esperto conoscitore della materia e del modus narrandi glbonelliano, mentre Boselli per lui è uno che non sa scrivere Tex, anzi come dice a quelli di UBC nel 1998: "Nelle sceneggiature di G.L.Bonelli, come nelle mie (ma anche in quelle di Sergio Bonelli), Tex è assolutamente centrale nella storia. È lui il protagonista indiscusso. Tutto gira attorno a lui, anche i cattivi. Tex è la colonna portante della narrazione. Questo nelle storie di Boselli non avviene [...]Tex si vede rubare la scena e passa in secondo piano. Per me è un errore. A lungo andare potremmo pagarlo con l'appannamento del personaggio e la sua perdita di carisma". Ne è inconsciamente convinto, Boselli è la rovina di Tex così come è convinto di aver fatto meglio dello stesso GLB. A proposito di "Fuga da Anderville" avrà a dire che l'aveva scritta dopo una lettura di "Tra due bandiere", storia cioè che l'aveva deluso e che andava riscritta. Ci ha pensato lui e diciamo che gli è andata bene perché è anche la sua storia migliore, ma questo è un altro discorso. L'altro punto fondamentale della sua critica al Boselli curatore è l'assegnazione dei disegnatori. Per lui chi disegnerà la SUA storia ha la sua vitale importanza. Su questo punto proprio non ragiona. Questo bisogna dire che lo affermava già vent'anni fa, cioè lo diceva anche in tempi non sospetti. Quando deve scrivere una storia, prima guarda per chi deve scriverla, le caratteristiche del disegnatore gli suggeriscono il genere e gli elementi che dovranno figurare nella sua prossima sceneggiatura, questo il succo del discorso per lui. Per esempio, per la storia "La locanda dei fantasmi", uno dei suoi primi gialli (su cui Sergio Bonelli ebbe a ridire mettendogli l'alt), Nizzi racconta: "All’epoca in cui scrissi La locanda dei fantasmi si era soliti alternare a storie classicamente western (guerre indiane, guerre sui pascoli, banditi che assaltano banche o treni) una di queste storie “strane". Sapendo che avrei scritto la storia per Guglielmo Letteri, pensai di creagli una storia di cupa atmosfera con punte di “giallo”, in cui era particolarmente versato". Sul rapporto con i lettori purtroppo, anche per esperienza personale, devo dire che hai proprio ragione. Non perde occasione di parlare male di quelli che hanno un approccio critico alla lettura di Tex, da cui si difende tirando fuori le unghie. Sempre dall'intervista che ho citato sopra estrapolo un breve passaggio: "Non mi occupo dei maniaci che cercano il pelo nell'uovo. Le critiche intelligenti le accetto. L'altro giorno, ad esempio, è entrato in redazione Gino Strada, il fondatore di Emergency, che scherzosamente ha fatto notare alcuni punti deboli dell'ultimo Texone (Kubert o Brindisi), il volume speciale. Però io tengo soprattutto al lettore medio. E' lui che in fondo dà una coerenza non solo di stile ma anche di carattere a Tex e ai suoi personaggi.". Si lamenta poi di quelli lettori come la volta che in redazione piovettero le lettere di protesta per la balena arpionata da capitan Barbanera nella storia "La congiura". Il suo lettore ideale è quello medio, in pantofole, che non fa baccano e si entusiasma per il Maxi di Alessandrini, che lui definisce una storia particolarmente complessa, lettori che sono gli stessi che lasciano i loro like nella pagina facebook di Tex. Se vi presentate a lui come uno dei forumisti del forum di Tex, lasciategli il tempo di estrarre la colt per vedere se è vero che lui detesta le armi.
  18. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Se leggi le interviste dal 2017, spesso parla di questo aspetto: secondo lui scrive il Tex che il lettore medio si aspetta, cioè un tipo di storia secondo lui ''classica'' che ovviamente è l'opposto di quello che è una storia originale. Nel 1982 quando scrive Tex per la prima volta l'editore gli chiede una copia del Tex bonelliano. All'inizio qualche barlume di originalità si manifesta quando scrive per Ticci e Letteri dei gialli, Sergio Bonelli gli mette subito lo stop. Nizzi gli dice che sente più suo il Tex nolittiano, vorrebbe scrivere il Tex alla Nolitta che allora andava ogni mese in edicola, Sergio Bonelli gli intima di seguire la traccia del Bonelli paterno. Che abbia letto tutti i duecentocinquanta numeri della serie può anche essere vero (anche se materialmente in quel lasso di tempo è impossibile che l'abbia fatto), per me si è letto bene i numeri dal 100 in su, le storie del Carnicero, Tucson, quelle di Fusco, San Francisco, Il laccio nero. Non inventa nulla, ricalca con brio. E si incazza pure. A un certo punto vede Sergio avallare le storie di Boselli, ne riconosce l'originalità, se la prende, ma come? A lui gliele lasci scrivere e a me hai imposto dei modelli ''classici'' ( lo metto tra virgolette). Ed ecco che ti scrive il Texone dei Parlov, dove lascia parlare i sentimenti, anche se come originalità c'è l'impronta prattiana, giustificata in parte proprio dalla presenza del Croato. Da quel momento Nizzi si lascia andare, è meno rigoroso, smette di guardare del tutto al tex glbonelliano e lo fa come vorrebbe lui, nolittiano, solo che è in vistosa fase calante, quando va bene lo sorregge il mestiere, quando va male scrive storie poco ispirare o insulse. Dopo il 5O0 non si mette freni, scrive svogliatamente il Tex che ha in testa (che ha poco di Bonelliano o nolittiano, è solo un povero sfigato che ne combina una dopo l'altra), gli fa fare figuracce, svarioni, MA gli hanno messo in testa che ha salvato Tex e lui non si mette mai in discussione nelle sue scelte, anche quando gli fanno capire che sbaglia è convinto di scrivere il Tex come va scritto. Nel 2008 lascia, legge di tanto in tanto i Tex di Faraci e Ruju, diversi dal suo Tex, e quelli di Boselli che non riconosce come storie texiane. Ma si morde le mani perché sono belle storie, da qui il suo astio. Nell'autunno 2016 Boselli, che è un signore, da un lato ha bisogno di autori che scrivano Tex in modo accettabile, tanto c'è lui che supervisiona sulle magagne, cosa che Decio e Sergio non facevano più da tempo, dall'altro Boselli ha la scusa di voler scrivere il ritorno della Tigre. Nizzi si lascia tentare, non ci sono più Canzio e Sergio i cui tempi rimpiange (nelle interviste) dimenticando di dire che ormai gli bocciavano tutte le storie (perché facevano schifo), mentre ora con Boselli curatore chissà... In ogni caso torno, incasso un po'di euro, faccio felici i lettori che da dieci anni non leggono più una storia decente di Tex, con me ritorna il Tex dei battibecchi con Carson, le patatine e le bistecche, le storie come questo Maxi che non hanno un bricciolo di originalità ne pretendono di averla, tutto il contrario, e peggio per chi il polpettone non lo digerirà, Boselli lo sopporta anche, perché lui, cioè nella testa di Nizzi, lui è la primadonna, insomma l'unico in Italia ancora capace di sapere scrivere Tex come va scritto. Solo che in redazione ti correggono alcune cose, poche a sentire Boselli, e non ti danno il disegnatore che vuoi, Biglia, che sta per disegnare il Texone, Guarino che gli sussurra all'orecchio: ma il texone dovresti scriverlo tu per lui, chi meglio di te? E volano gli stracci. Perché in via Buonarroti non manca la pazienza ma nessuno, proprio nessuno ha voglia di passare per il coglione della situazione. E vorrei vedere anche. Questa è la mia chiave di lettura, penso non troppo lontana dalla verità. Questo è quello che Nizzi ha sempre ammesso: le storie bonelliane possono essere ridotte a schemi. Dice di aver letto le storie ed essersi ricavato così questi schemi. Ma non dimentichiamo che del 1979 era il libro di due giovani universitari seguaci della scuola russa, di Propp, quello della ''fiaba'' e dei suoi modelli, tutta la letteratura che può essere ridotta a questi schemi attanziali. Questo libro, quando tre anni dopo inizia a scrivere Tex, Nizzi lo conosce. Impossibile che non l'abbia letto. Se l'è bevuto, per me. Che dica balle, ormai lo sappiamo. Da qui per me il Tex manierista, per usare un termine che mi è sempre piaciuto poco, perché comunque riduttivo.
  19. ymalpas

    [750/751] Ritorno a Redrock

    La storia si legge bene anche se è tutto un susseguirsi di coincidenze. Tex e Carson che ritornano a Redrock dopo cinque anni, trovano Rick Sanders sceriffo e fin qui va bene. Ma ecco che rispuntano d'incanto anche i vecchi antagonisti, Spring e Holmer e fa capolino un improbabile cugino di El Tuerto che replica le gesta del defunto. E tutto avviene contemporaneamente. Ecco queste cose sono da evitarsi: sarebbe bastato nella sceneggiatura specificare che l'arrivo di Tex a Redrock è dovuto PROPRIO a una chiamata di Sanders, ora sceriffo, perché da qualche tempo ha avuto delle noie con i vecchi nemici e tutto diventa plausibile. Messa così invece è poco credibile e non so, ma a me basta questo per falsare la storia, altro che origlioni!
  20. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Bel balenottero anche per me, dall'impostazione classica, che anche senza i disegni di Alessandrini (che ho comunque apprezzato) non avrebbe comunque meritato i tre albi sulla serie regolare. La storia si lascia leggere con scorrevolezza, senza momenti di stanca, certo non mancano le sequenze in cui lo sceneggiatore tira la manica al lettore, tipo il colonnello babbione, l'agguato degli hualpai a Kit ecc, cioè tutti quei momenti pilotati in cui non riesce a conservare la naturalezza ma appare come il deus ex machina della storia trasformandola rapidamente in una parodia. Divertenti i dialoghi, che sono forse la cosa più riuscita dell'intero Maxi Tex, specie nei momenti in cui i pards si scambiano le solite battute ironiche. Apprezzabile anche il ripescaggio di Mac Parland e di Allan Pinkerton, anche se poi la loro gestione nell'economia della storia non si rivela del tutto ottimale. Bel momento anche l'arrivo del generale tirapiedi di Davis, un tipetto con le idee chiare e con il fare sbrigativo, un personaggio che se Nizzi avesse continuato a scrivere Tex avrei rivisto volentieri in una nuova storia. Forse il Maxi non vale la banconota da dieci euro che ho speso, ma su Tex si è letto decisamente di peggio.
  21. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Invece non è così scontato. Uno pensa che se un signore ottantenne con una gloriosa carriera alle spalle affermi queste cose perché (in fondo) è vero. Io dapprima ho pensato che in quella occasione ha usato una frase infelice, cioè ha riportato una tua frase in maniera non proprio fedele, questo a volte capita, e magari questa frase era tutta da riferirsi alla questione spinosa dell'ultima storia che lui voleva vedere disegnata da Biglia mentre per ragioni - tecniche - questo non è stato possibile. E tu sei diventato il capro espiatorio. E invece è come se io estrapolando da quel video quelle righe che ti concernono invece di farlo letteralmente parola per parola mi mettessi all'improvviso a inventare balle di sana pianta. Non ci farei una bella figura. Ma l'interesse di queste righe risiede comunque IMO non nella sterile polemica che non fa che confermare la sua acredine nei tuoi confronti (implicito riconoscimento al tuo lavoro su Tex) ma laddove tu e Nizzi ricostruite un modus operandi, sia nella scrittura di una sceneggiatura che nella individuazione di un disegnatore. Vent'anni fa e più (tu non ne hai mai parlato), mi sembra di ricordare che Nizzi abbia parlato non ricordo più dove di certe riunioni in redazione mensili (?) per coordinare il vostro lavoro, in cui vi scambiavate le informazioni in maniera sbrigativa sulle vostre storie in lavorazione. Mi chiedo se in tali riunioni fosse così potente da fare sempre il bello e cattivo tempo, come se la considerazione di Sergio Bonelli nei confronti del suo lavoro fosse illimitata, così da accaparrarsi sempre le uscite più prestigiose (per esempio i Texoni), i disegnatori preferiti (Villa, Civitelli, Ticci, Fusco) e gli spunti migliori allora a disposizione (nuova storia di Mefisto, Tex e Custer ecc). Senza nulla togliere alla tua ultima bellissima storia incentrata su Yama e Mefisto, mi chiedo cosa avrebbe potuto sfornare la tua mente nel 1996, cioè ai tempi del Boselli prima maniera e senza, ovviamente, la cosiddetta "mefistolata" di Nizzi, con una base di partenza, la prima parte di una sceneggiatura GLBonelliana su Cagliostro storico ambientata a Parigi, che abbiamo potuto leggere nell'albo 501 (non a caso l'unico che vale dei quattro numeri poi andati in edicola). E ovviamente con il Villa da urlo di quella storia. Mi scuso con gli altri utenti per l'off topic, magari spostiamo i messaggi nella discussione sulle domande all'autore.
  22. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Ho controllato nel tabellone ed è un color di 160 tavole. Sinceramente ora non ricordo chi me ne ha parlato. Forse Carlo Monni ne sa qualcosa... Riporto quanto ha affermato sulla questione Nizzi nell'incontro a Lerici avvenuto nel 2022. Così magari ne approfiotti per replicare direttamente a lui. Guarino: Ma una cosa interessante è che tutti i disegnatori amano lavorare con te, perché tu hai molto rispetto dei disegnatori e cerchi di agevolarli. Ad esempio Boselli, che hai nominato prima, lui sostiene che i disegnatori sono al servizio dello sceneggiatore e devono disegnare qualunque cosa lo sceneggiatore immagini, mentre tu hai una concezione un po' diversa... Nizzi: Beh... così alla lettera è anche vero, questo resta vero, non è tanto che tu li voglia compiacere, ma se tu vuoi ottenere il meglio da loro, fai le cose che loro sanno fare meglio. I disegnatori sono tutti bravi ma non tutti sanno fare bene le stesse cose, per esempio Ticci che è forse il più grande di tutti, non sa fare le donne, quindi lui dice: "non mi mettete le donne perché non le so disegnare". Fusco! Ora Fusco non vuole gli ambienti chiusi, lui è un disegnatore che ama stare en plein air, cioè disegnare gli esterni e quindi tu cosa fai, gli metti... molti esterni! Questo non significa accondiscendere il disegnatore, significa semplicemente ottenere il meglio da lui. Valorizzarlo... Dopo aver sospeso di scrivere Tex nel 2008 o nel 2009, non ricordo, sono stato fino al 2017 che non l'ho più scritto per una serie di motivi che è inutile riassumere, poi ho avuto l'infelice idea di ricominciare, perché avevo ancora in mente... un po' di nostalgia della Bonelli che avevo conosciuto, che era la Bonelli con Sergio Bonelli padrone e Decio Canzio direttore, io avevo i miei rapporti con loro. Ora invece sono alle prese con Mauro Boselli, voglio dire, lui per esempio non mi diceva mai per quale disegnatore avrei dovuto scrivere: "tu scrivila e poi la do io a chi mi pare". Questa era già una partenza... no? E mi fermo qui. E riprendo il discorso di prima, sarebbe come se uno sceneggiatore di cinema facesse fare le parti sbagliate agli attori, butterebbe via il vantaggio di avere un bravo attore. Per continuare le differenze con Boselli, lui non fa soggetti, tu invece fai... Ma certo, ma questo per due motivi. Uno, perché il disegnatore ha il diritto di sapere come va a finire la storia, perché è chiaro che se io il falso agente della Pinkerton non gli avessi detto prima che era il colpevole finale, lui l'avrebbe fatto in un altro modo, invece il disegnatore accorto, in quel caso era Letteri, lui non era un grandissimo disegnatore western, non aveva il segno western, però era bravissimo a fare le espressioni dei personaggi, cosa molto importante, cosa che non sanno fare i disegnatori d'oggi che sono bravini in tante cose ma in quello proprio no, non tutti eh, alcuni le sanno fare, Villa le sa fare, i Cestaro le sanno fare e così via. Due, anche per me, io ho scritto anche fino a dodici storie contemporaneamente negli anni ottanta quando ero rimasto solo a scriverle, tanto è vero che mi sono buscato anche una depressione per eccesso di lavoro dopo, un affaticamento. Comunque se io non avessi fatto una scaletta molto dettagliata! Perché cosa facevo? scrivevo cento pagine per un disegnatore e gli venivano spedite e quel disegnatore lì diciamo che era a posto per un certo numero di mesi a seconda della sua velocità. Perché una volta Galep faceva anche quaranta tavole al mese, oggi abbiamo disegnatori giovani che ne fanno sette, otto e non si sa se perché sono ricchi o sono pigri, ricchi di famiglia, non perché guadagnano con sette tavole! Quindi io quando ritornavo a proseguire la storia se non avessi avuto la scaletta dettagliata mi sarei dovuto andare a rileggere tutto, insomma mi sarei trovato male, invece trovandomi già la scaletta già fatta... Quindi io non so come faccia Boselli a mandare dieci pagine alla volta, io forse lo so, perché lo capisco da come scrive, però (sorride) ... è un'altra cosa! Il disegnatore ha il diritto di sapere come va a finire la storia per potersi regolare con la caratterizzazione dei personaggi, questa è una legge, non scritta, ma i bravi sceneggiatori sanno che bisogna fare così. [citazione tratta da filmato su youtube intorno ai minuti 23:00 - 26:00]
  23. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Per ammissione dello stesso Nizzi lui scrive dei soggetti molto dettagliati a differenza di quanto fai tu Mauro (Nizzi cita sempre i tempi in cui scriveva tante sceneggiature contemporaneamente e per non andare a rileggersele daccapo ogni volta che si tratta di mandare altre parti di sceneggiature (in genere una settantina di pagine, per un totale di tre invii) ai vari disegnatori, questo metodo gli è o meglio era congeniale). Il soggetto della storia di Filippucci fu scritto dunque nel 2008 e, come conferma Carlo Monni, Canzio gli chiese delle modifiche, goccia che lo portò a dire basta con Tex. Se nel 2017 scrivendo la sceneggiatura qualcosa ha cambiato come dici anche tu, resta pur sempre una storia che apparteneva al vecchio Nizzi. Come pensavo. Questa volta però è andato "lento", lui che lento non è. Se non ricordo male il Maxi Tex era stato messo nella programmazione delle uscite del 2022 ed è slittato di sei mesi. Spero anche io che abbia risolto i suoi problemi. Resterà su Tex ? A dire il vero Nizzi ha sempre detto che lui scriveva le storie su misura una volta che veniva a sapere per chi le avrebbe scritte. Così, a caso, cito gli esempi di Calegari e l'almanacco, di Letteri (storie cittadine con i cinesi o del mistero), di Magnus o meglio ancora del texone di Bernet (il personaggio chiave di Lola), per non parlare di Kubert. Quello che dimentica di dire è che a te lasciava i disegnatori con cui non si trovava a suo agio, per cui tu qualunque storia tu scrivessi, con quei disegnatori avevi PER FORZA a che fare! Troppo comodo come ragionamento il suo. Però ricordo che anche tu Mauro diverse volte hai scritto storie ritagliate su misura, per esempio "Matador" per Capitanio oppure "Cuba libre" per Suarez. Si è una cosa nota, per lo meno io lo sapevo, magari è una news per gli altri del forum. Qui lui ha peccato di scarsa umiltà, ma ormai si è capito che un po' megalomane lo è, per non parlare della considerazione che porta a Bruzzo che è un signor disegnatore, certo non una seconda scelta. Sono in effetti tre storie per la serie regolare mensile e due per degli speciali, per l'esattezza abbiamo: FUGA VERSO IL CONFINE di TIcci L'UOMO SENZA PAURA di Volante SOLDATO BLU di Bruzzo UN MALEDETTO IMBROGLIO, Color Tex di Filippucci IL MAXI TEX di Rossi, se la storia l'ha scritta e consegnata tutta, come ultimamente stava facendo, e come mi lascia supporre il fatto che alla fine sia stata assegnata al disegnatore.
  24. ymalpas

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Premesso che non ho ancora letto l'albo, vorrei fare sommessamente notare che questo Maxi è, storia breve "Dal tramonto all'alba" per il color disegnata da Zaghi e da lui scritta nel dicembre 2016 e storia di due albi "L'assedio di mezcali" che non fa testo perché risalente comunque al 2008 storie che mettiamo da parte, la prima VERA storia che Nizzi scrive nel 2017 dopo il suo ritorno su Tex. Non vorrei dirlo ma a giudicare da quello che è venuto dopo (e che abbiamo letto prima, per via di un Alessandrini lento) l'autore di Fiumalbo le batterie le ha scaricate presto. Se è vero che nel 2017 scrive una storia per Ticci (per il quale si dovrebbe pensare che abbia riservato le sue cartucce migliori, storia che non abbiamo ancora letto, di cui si vocifera non proprio un gran bene, ma che giudicheremo solo quando il disegnatore l'avrà conclusa), c'è anche la storia breve per il Color "Funerale a Sierrita" per Torti che mostra già delle pecche. Poi nel 2018 c'è si la storia di Mastantuono, abbastanza divertente, senz'altro la migliore di quelle che abbiamo letto dopo il suo ritorno, c'è anche un'altro Color lungo per Torti intitolato "Un capestro per Kit Willer". E qui siamo a un Nizzi che ha perso IMO del tutto lo smalto iniziale. Parere confermato dal secondo Color di Torti e dal Maxi di Casertano, senza citare nemmeno la breve di Gualandris quasi certamente contemporanea come stesura di quest'ultima. A sentire la sua campana è lui che fa l'offeso e saresti tu a doverti scusarti per la tua "pessima" gestione nella assegnazione dei disegnatori: cavolo violi una legge non scritta del codice dei - bravi - sceneggiatori, ipse dixit, facendogli scrivere delle nuove storie senza che lui nemmeno sappia chi sarà poi a disegnarle!!! Non ce lo vedo presto a riprendere la sua collaborazione con la casa editrice e soprattutto con te, violatore di leggi non scritte
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