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TWF - Tex Willer Forum

Letizia

Ranchera
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Tutto il contenuto pubblicato da Letizia

  1. In linea di massima mi trovi d'accordo, ma... Ottimo il cielo giallo, ma quello rosso sembra fatto con il secchiello di photoshop: troppo pieno o, se vuoi, omogeneo. Con qualche sfumatura in tinta, non certo del tipo tramonto, sarebbe perfetto.
  2. Secondo me il nome al cavallo gliel'ha dato Marty McFly. E chi se no?
  3. Letizia

    Tex giganti

    A me tempo fa hanno offerto 50 cent ad albo per la collezione completa. Ora come ora sicuramente meno.
  4. NK ha ragione. Il Kit Carson di Tex non è il Carson Storico, massone e sposato con un'indiana, morto nel 1868.
  5. Sul tema dei cosiddetti "falsi storici" o, se preferite, della "massima possibile aderenza alla realtà" credo sia necessario un po' di grano salis. Non si deve esagerare né in un senso (castronerie tipo "il Texas confina con il Canada") né nell'altro (aderenza storica maniacale). A tal proposito mi piace ricordare un fatto in cui, la troppa aderenza storica può essere controproducente. E' noto che, nell'antica Roma, ai gladiatori sconfitti poteva essere concessa la grazia (pollice rivolto verso l'alto) oppure la condanna a morte (pollice verso). Questo fatto era esattamente il contrario di quello che succedeva in realtà. Il pollice indicava il gladio, la spada romana, e, rivolto verso, l'alto indicava l'arma alzata pronta a colpire mentre, rivolta verso il basso indicava la spada a riposo, inserita nel fodero. Il pollice verso indicava quindi clemenza e il pollice alzato indicava invece la morte. A titolo puramente informativo, la grazia poteva anche essere concessa con il pollice nascosto dentro il pugno. Come avrebbero reagito gli spettatori del film "Il gladiatore" vedendo concedere la grazia con un pollice verso? Se Boselli avesse parlato di Rurales invece che "Guardias civilas" io non mi sarei scandalizzata e questa precisione storica comunque non incide minimamente sul mio giudizio sulla bontà della storia. Tra gli 80 mila lettori del giovane Tex Willer quanti se ne sono accorti? Posso solo lodare la minuziosità del Bos, ma non avrei per nulla criticato la sua eventuale mancanza di precisione storica. Infatti.
  6. Tex non è l'abbreviazione di Texas?
  7. Certamente. E' a questo che ho pensato. E nota anche che Tex NON ha uno zio Tom.
  8. Nonno paterno: Ben Nonna paterna: Lea Nonno materno: Ted Nonna materna: Flo Zii: Luc, Bud, Jos, Nat, Eli, Gil, Ned, Red, Cal, Ian, Ros, Dan, Val, Roscoe detto Kid Zie: Ava, Zoe, Ebe, Ann, Bea, Eve, Gea, Isa, Gal, Liz, Mia, Tea, Sue, Samantha detta Sam Cugini: tutti Ben Cugine: tutte Lea Altri parenti: tutti Ted Altre parenti: tutte Flo
  9. Ma Tex Willer è realmente esistito?
  10. Tre su quattro? E chi lo dice? Non lo sai che Carson, prima della storia raccontata nel Passato di Carson (molto prima), si era sposato con rito civile con una Kiowa che poi è stata rapita e uccisa da una banda di Comancheros? E che naturalmente il vedovo Kit in seguito si è vendicato uccidendo uno ad uno tutti gli assassini della moglie? E' una storia che verrà pubblicata tra qualche anno e avrà per titolo "Il passato del passato di Carson". E, se ci ripensano e non la fanno uscire, la scrivo io.
  11. Letizia

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    Da nessuna parte. Il fatto è che Sánchez è mio amico.
  12. Letizia

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    Se tu non puoi darti contro, io però lo posso fare. Se non lo faccio, è evidente che c'è un motivo. La storia non è un capolavoro? Se non lo è, e sottolineo se, c'è andata molto vicina. GLB non avrebbe saputo fare di meglio. La storia è seconda solo a Nueces Valley? Io dico di no. Ma non voglio dire se è meglio o se sono prime a pari merito. Bos, continua così. P.S. Per te ora sono cavoli amari perché mantenere questo livello di qualità non sarà facile. Ma io ho fiducia (non dormire sugli allori, però). P.P.S. La quantità è molto importante (qualche cosa vorrà pur dire), ma la qualità conta molto di più. Complimenti per tutte e due.
  13. Letizia

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    A mio avviso questa non è "una storia con Tex" ma "una storia di Tex". Già altre volte è stata data un'alta rilevanza ad altri personaggi, specialmente ai nemici di Tex. Non pretendo di vedere Tex in ogni pagina, anzi mi darebbe fastidio. E' stato detto che questa storia è un team-up e deve essere così, ma immaginiamo che non lo sia e che i tre fossero i Kidson Brothers, creati lì per lì da Boselli e che GLB non avesse creato i tre Bill: quale sarebbe stata la differenza? La storia mi sarebbe piaciuta un sacco lo stesso. I tre rubano la scena a Tex? Ma dai! Voglio provare a fare da giudice a un'ipotetica gara tra pards e fratelli, per vedere chi vince. Vediamo chi ammazza più cattivi, chi corre più rischi, chi è più coraggioso, chi è più stratega... insomma chi è il migliore. Assegno dei punteggi mirati per ogni azione, poi tiro le somme e infine devo fare anche la media (eh sì, sono 2 pards e 3 fratelli, senza contare le pagine di presenza che contano sia nel punteggio che nella media: insomma, non è facile, la media va ponderata). Ma tranquilli, il tempo a disposizione non è molto, ma prima o poi ce la farò e vi farò sapere. Ma no, il fatto è che il bandito in realtà si chiama Pablo Manuel Emiliano Sánchez.
  14. Letizia

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    A parte il fatto che il vero Gerorimo si arrese nel 1886 e che morì nel 1909, ci sta che nella finzione le cose siano un po' alterate. Ma chi dice che i tre Bill non abbiano incontrato Tex prima di "uccidere" Geronimo?
  15. Letizia

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    Maxi favoloso, storia e tavole, senza tanti sproloqui e senza scendere nei particolari. L'unica cosa che mi va di far notare è che tra le nazioni Athabaska (Apache e Navajo) il femminismo non era "necessario". Tra uomini e donne c'era sì differenza di ruoli e divisione dei compiti, ma gli uomini rispettavano le donne molto più di noi del terzo millennio. La società era di tipo matriarcale, come a dire che con il matrimonio "lo sposo assumeva il cognome della sposa" (cosa impensabile per noi). Tra gli indiani ovviamente il cognome non esisteva, semplicemente l'uomo, se di tribù diversa, si trasferiva nella tribù della moglie e non viceversa. L'ironia di Tahzay, che non stona, non è quella di un apache ma di Boselli (ovviamente). Bravo Bos. Bravo Piccinelli.
  16. Ma è ovvio. Tex non poteva aggorgersene perché anche lui era una controfigura.
  17. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Preferisco farmelo raccontare da qualche anima pia (se la trovo, se no, amen). P.S.: Ma la mamma di Zagor era una brava persona?
  18. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Davvero lo vuoi sapere?
  19. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Se tu riesci a dormire sonni tranquilli, io no purtroppo. E allora mi sono decisa, ho aumentato la mia visione piuttosto ridotta leggendo "Zagor racconta" al duplice scopo di vedere il vero livello di questo fumetto e di rendermi conto di cosa avrei perso se non l'avessi letto.
  20. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Reputo il giovane Tex Willer il miglior fumetto che abbia mai letto, naturalmente (mi sia consentito) dopo il Pecos Bill di Guido Martina. Se non lo avessi mai letto e qualcuno mi avesse detto "non sai quello che ti perdi", avrei sicuramente provato a leggerlo e, naturalmente, mi sarebbe piaciuto molto. Ma da qui a dire "non sai quello che ti perdi" ce ne corre. Sono altre le cose che mi meravigliano a tal punto da giudicarle imperdibili. Figuriamoci Zagor. Me ne farò una ragione e continuerò a ignorare tale meraviglia. Questo non è vero. Se lo fosse, avrei sicuramente calcato la mano e di difetti ne avrei elencati molti di più. E, anche se non li ho enumerati tutti, una cosa è certa: li ho trovati proprio tutti. Sono stata molto imparziale e certamente non mi sono divertita, ma il mio approccio non è stato quello di fare le pulci. Io ho tantissimi difetti (come tutti i comuni mortali), ma quello di avere pregiudizi certamente no, perché penso che solo le persone poco intelligenti abbiano pregiudizi e io, come ormai tutti sanno, sono una persona con una "intelligenza superiore alla media".
  21. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Sarò brevissima e darò una risposta secca: No, non si può. E il motivo è semplicissimo: se si potesse, io sarei autorizzata ad affermare che tu di sciocchezze ne hai dette una montagna ma, in questo modo, dimostrerei solo una totale mancanza di rispetto per la tua persona. Non trovi? E voglio solo ricordare che la diatriba l'hai iniziata tu, dicendo "E' un ragionamento senza senso", frase poco carina che sarebbe potuta invece essere "Non sono d'accordo" e non mi avrebbe fatto girare i santissimi.
  22. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Ti ringrazio delle tue belle parole ( poi sarei io quella che offende). Di conseguenza? Poi ti consiglio vivamente di approfondire il concetto di "sospensione dell'incredulità" soprattutto dove si parla che i fatti incredibili devono rispettare determinate regole ed essere coerenti tra loro. Mi pare di aver già parlato, non ricordo dove (chi mi aiuta?) che la kriptonite deve essere dannosa per Superman anche il venerdì. Infine vorrei farti notare che quello che proprio non mi va giù in Zagor sono gli episodi dove fa la figura del pirla, i siparietti pseudocomici, non solo di Cico, ma anche di Zagor e le sberle che prende a profusione. Tutto il resto sono critiche che farei anche a Tex (e qualche volta è successo). Sei infine pregato di essere rispettoso con me come lo sono io con te e, se ritieni che io non lo sia con te, sei pregato di farmi notare dove e quando.
  23. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Andiamoci piano. Io non sono stata offensiva né con Sergio Bonelli, né con te, né con le migliaia di lettori cui è piaciuta questa avventura. Se ti sei sentito offeso (non credo che tu possa parlare anche a nome di tutti gli altri), non so che farci perché, ripeto, io non ho offeso nessuno e non ho mai detto né di avere un'intelligenza superiore alla media né che siete tutti stupidi (queste sono solo parole tue). Mi sono limitata a esprimere un giudizio tutto personale. Non mi suggerire poi come si devono leggere le storie o cos'è un fumetto o cos'è la fantasia. Se vedo un asino volare in un fumetto Disney, non mi stupisco per niente, ma se lo vedo in un fumetto di Tex, smetto subito di comprarlo e di leggerlo. Si chiama sospensione dell'incredulità e forse ne hai sentito parlare. Se ci sono delle incongruenze in Tex, e ci sono, se mi va, la faccio notare e non mi nascondo dietro la scusa della "fantasia di un fumetto". Ho poi soltanto fatto notare i difetti della storia in questione, non mi pare in modo scarsissimo, difetti che possono essere contestati uno per uno portando magari le argomentazioni. E la scorrettezza non sta certo dalla mia parte perché non ho usato trucchi denigratori, ma solo fatti facilmente verificabili. Ti piace Zagor e trovi bellissima questa storia? Padronissimo. Sei in buona compagnia (migliaia di lettori la pensano come te)? Meraviglioso. Ma io, con il tuo permesso, la penso diversamente e, se qualcuno mi chiede come la penso, lo posso dire, o no?
  24. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Ed eccomi qui a dire la mia, anche se ripeterò dei concetti già espressi da altri, non certo per accentuarli ma perché, essendo stata chiamata in causa, mi sembra doveroso esprimere il mio pensiero, ora che ho terminato finalmente di leggere la storia. Non voglio minimamente parlare del mondo di Zagor e le differenze con quello di Tex e mi limiterò a commentare l'avventura della "Marcia della disperazione". Sorvolerò sulla prolissità di Sergio Bonelli e delle sue fastidiose e pleonastiche spiegazioni su quello che il lettore nota già nelle tavole ridondanti di particolari. Sorvolerò anche sull'assurdo comportamento dei Kiowa che, nel nobile tentativo di recare conforto alle vedove dei loro guerrieri barbaramente uccisi a tradimento, ne aumentano a dismisura il numero (delle vedove) in un eroico suicidio di massa (a proposito, i Kiowa conoscevano l'uso delle frecce incendiarie?) Non voglio neanche insistere sulla fallibilità dell'eroe, che comunque viene suonato come un tamburo da un cirimpillo qualsiasi. Trascuriamo poi il fatto che Zagor, con la palla al piede di Cico, che non ha certo le gambe lunghe come lui, viaggia a piedi negli sterminati territori americani (ricordate il film "Il grande paese"?) percorrendo... quante miglia al giorno? Boselli in un post, in risposta ad alcune mie osservazioni, affermava 25 miglia al giorno a cavallo. E a piedi? La vogliamo fare una colletta per comprare un paio di cavalli a Zagor? E tralasciamo anche la vena poetica dell'autore che descrive "i raggi dell'astro diurno esplodono..." e l'accento forbito di Memphis Joe che, osservando i Kiowa con il binocolo, esclama "ci stanno guatando come un puma..." Parliamo invece di come Nolitta ridicolizzi Zagor mediante le attenzioni delle due carampane e dandogli un'espressione ebete quando, prima di ricevere l'ennesimo cazzotto, bofonchia: "Avanti... Eccomi pronto per una nuova carezza.....". Non discuterò sul fatto, già fatto notare da Diablero, che Zagor poteva fuggire dall'assegio dei Kiowa (che ingenui a farsi prendere per i fondelli con falsi segnali) usando i cavalli mentre gli assedianti erano a piedi. E il fortino? Situato in posizione strategica e difeso da soldati ben armati, è stato espugnato in quattro e quattr'otto dai "colleghi" dei Kiowa mentre questi ultimi non sono stati capaci di aver ragione di quattro gatti di piedi dolci europei che "quando sparavano a quegli stupidi bisonti sembravano degli autentici campioni, e adesso invece... Puah! Adesso non c'è uno di loro che abbia messo a segno un colpo". Dopo l'ennesimo incremento di vedove kiowa e dopo la prematura fine della guida, finalmente l'eroico gesto di Zagor che, per salvare i suoi compagni di sventura, si consegna ai Kiowa pronto al sacrificio. E i sopravvissuti ci donano l'ennesimo infantile siparietto che probabilmente aveva l'unico scopo di arrivare a fine albo. Finalmente arriva il sacrificio dell'eroe, con un prologo di una decina di pagine prima di arrivare al clou. E il clou puntualmente, com'era prevedibile, non arriva perché quel volpone di Zagor ha un asso nella manica: ha praticamente salvato la vita al 99% dei Kiova (che se ne rammentano solo ora) e nessuno si prende la responsabilità di inferire il primo colpo e quindi il Serpente d'Inverno si sente obbligato al duello con il prigioniero. E' inutile dire che Zagor, nonostante non sia proprio in forma, ha la meglio e che il grande capo, stremato, implora il dio Manito di dargli la forza perché lui, in perfetto dialetto kiova (che, lo sanno tutti, assomiglia un po' al toscano) dice: "gli è inutile, proprio 'un ce la fo". A questo punto, direte voi, il capolavoro è finito. Eh no, deve esserci il doppio indispensabile siparietto finale. Zagor deve sgattaiolare dalle grinfie di Frida: "chiudi per un minuto questi tuoi occhioni vellutati... il mitico eroe (ammaliatore n.d.A)... è stato solo un sogno...che svanisce con la luce del giorno..." e, detto fatto, che pena, svanisce (dalla finestra). Cico, per non essere da meno (e questo Nolitta ce lo poteva anche risparmiare) deve evitare una carampana e non trova di meglio che una bella martellata sul cranio. Se questa è una delle storie migliori di Zagor, nessuno riuscirà mai a convincermi di leggere anche solo una tavola di Alcoholic Ax. Boselli ha scritto storie migliori su Zagor? Non lo voglio sapere. Preferisco il suo Tex e, ancor di più, nonostante qualche mia critica osservazione, il suo giovane Tex.
  25. Letizia

    Ancora Su Tex & Zagor

    Letto il n. 112. Mamma mia. Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo freschi. Meno male che mi sono ripresa subito dallo choc da copertina e che ho saltato pari pari la fine della storia precedente. Ma poi le cose non sono andate meglio. A parte la farsa penosa di Cico, cominciamo subito con Zagor che sa che il prossimo plenilunio è fra tre giorni ma ignora che è già primavera (meno male che non si dimentica che deve difendere gli oppressi e punire gli aggressori); si continua poi con lo stregone occhialuto professore universitario in cerca di un barometro per finire poi con la furbata di Zagor che passa la notte dentro un tronco cavo per poter stupire i poveri e ingenui sachem uscendo da una fitta nube di fumo che avrebbe potuto nascondere anche un elettrotreno. E non vi dico la delusione quando il nostro eroe, dopo aver accettato la sfida del capo kiowa fulminandolo con un'occhiata terribile, ci ripensa roso dalla curiosità di conoscere i motivi della sfida. E finiamo in bellezza: dopo un bel volo tra le liane, il nostro novello Tarzan, con il suo fedele amico Cico pié veloce, si mette in marcia, a piedi ovviamente, e in una sola giornata raggiunge il lontano forte Trust. E' vero che è troppo presto per catalogare la storia ma, se questo è il prologo e se il seguito è un capolavoro, mi domando: ma perché non hanno cambiato l'antefatto adeguandolo al resto della storia e hanno invece lasciato questa ciofeca?
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