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Sartana

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  • Compleanno Dicembre 30

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  • Sesso
    Maschile
  • Interessi
    Saggi, Romanzi, Fumetti, Videogiochi
  • Nome reale
    Marco

Io e Tex

  • N° 1° Tex che ho letto
    250
  • Pard preferito
    Tiger Jack
  • Personaggio favorito
    Jim Brandon

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  1. Sartana

    [753/754] Wolfman è vivo!

    Storia poco entusiasmante. Come è già stato detto, di fatto si tratta di uno "slasher" con Wolfman nei panni del Michael Myers/Jason Voorhees/Freddy Krueger di turno. Purtroppo dagli slasher mutua anche i difetti peggiori, tra cui il fatto che le vittime si comportano da perfetti idioti. Quando i personaggi sono troppo stupidi, si fatica a empatizzare e a preoccuparsi per la loro sorte. Ci si può solo "divertire" assistendo alla messa in scena degli omicidi. Persino Tex ne esce male, facendosi scappare Wolfman da sotto il naso per ben DUE volte! E, per favore, non giustificate la cosa dicendo che: "Wolfman è troppo veloce"! Anche Tex sa essere veloce quando vuole, o perlomeno è in grado di seguire le tracce di un fuggitivo che di certo non ha il tempo per cancellarle. Aggiungo che la trama complessiva è troppo esile. Non so quante volte, leggendo certi dialoghi o scambi di battute, ho avuto la fastidiosa sensazione che le chiacchiere fossero tirate parecchio per le lunghe, al solo scopo di riempire vignette, con i personaggi che non facevano che ribadire e puntualizzare concetti già chiarissimi. I "gialli" su Tex generalmente mi piacciono, ma gli slasher secondo me non funzionano. Parere personalissimo.
  2. Sartana

    [Speciale Tex Willer N.6] Minstrel Show

    Possibili S P O I L E R Questa storia si svolge nel 1866-67. Jesse James è morto nel 1882. Vabbé che i fumetti di Tex non sono tenuti a rispettare al millimetro e al millisecondo la vera storia del West, ma anticipare la morte di un personaggio reale di ben sedici anni è un po' eccessivo! Tanto più che in mezzo c'è tutto il periodo storico, parecchio famoso, in cui Jesse visse da bandito inafferrabile.
  3. Sartana

    [Tex Willer N.56/57] Comstock Lode

    Storia di assoluta routine. Non la definirei brutta, ma in un contesto come quello di Tex Willer, dove si sono letti quasi esclusivamente capolavori, appare molto (troppo) scialba. Il Tex simil-supereroe che in uno spiazzo aperto sotto il fuoco incrociato di molti nemici fa tutti secchi senza nemmeno un graffio non mi è mai piaciuto e continua a non piacermi. E poi... chiedo scusa se cerco il pelo nell'uovo, ma il titolo del 2° albo non ha senso! Si chiama La miniera d'argento... Peccato che non ci sia nessuna miniera d'argento, nemmeno nei discorsi dei personaggi! Al massimo si parla genericamente della concessione, come era avvenuto nell'albo precedente.
  4. Sartana

    [Speciale Tex Willer N.6] Minstrel Show

    Gran bella storia! Tex affronta alcuni fanatici sudisti che dopo la guerra civile erano diventati banditi della peggior specie. E' un contesto che mi intriga parecchio, fin dai tempi della "Storia del West" di D'Antonio, e che qui viene espresso benissimo, anche se forse con meno potenza narrativa rispetto al Gigante Per l'onore del Texas. I membri del Minstrel Show hanno un ruolo secondario, ma la cosa ha senso: sono musicisti, non pistoleri. Le loro canzoni e i loro scambi di battute sono comunque importanti per contestualizzare una vicenda che altrimenti rischiava di apparire "generica". Bella la caratterizzazione del giovane Carson e di Dan Bannion, mentre pards come Damned Dick sono sempre una garanzia. Notevole e inaspettato il finale amaro.
  5. Sartana

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Preso e letto. Voglio rileggerlo prima di esprimere un giudizio preciso, ma non posso fare a meno di rilevare che a pagina 110, ultima vignetta, il fucile impugnato sembra un giocattolo per bambini.
  6. Sartana

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Di tutti gli Speciali della collana "Tex Willer", questo non è il peggiore, ma è senz'altro il più fiacco. Pazienza la trama banale (non sono di quelli che pretende originalità a tutti i costi), ma personaggi e dialoghi sono davvero insulsi. Le due rancheras, che dovrebbero costituire il tratto distintivo, si vedono molto meno di quanto ci si aspetterebbe e di fatto sono personaggi intercambiabili. Quello che dice o fa una, potrebbe dirlo o farlo l'altra e non cambierebbe assolutamente nulla. Solo il colore dei capelli le differenzia! Nel tentativo di vivacizzare la vicenda, Ruju inserisce sparatorie a più non posso, ma anche queste dopo un po' vengono a noia dato che si risolvono in uno scontato "tiro al piccione". Tex è un eccellente tiratore, va bene, ma la facilità con cui si sbarazza da solo di LEGIONI di avversari raggiunge il parossismo. Nel complesso lo preferisco al terribile Speciale su Sam Willer. Questo almeno non mi ha fatto venire il nervoso mentre lo leggevo, mi ha solo annoiato. Ma in futuro non comprerò più a scatola chiusa questo genere di albi.
  7. Sartana

    [736/737] Le frecce dei nemici

    Storia di assoluta routine. SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Non ha eccessi al limite del ridicolo come Il pistolero voodoo e la sua strega semi-onnipotente, ma non ha nemmeno granchè per lasciarsi ricordare. E' il tipo di storia che probabilmente tra un paio di giorni avrò rimosso. Chogan è un cattivo banale. Si comporta come centomila altri cattivi "tutti chiacchiere e distintivo". Fa lo spaccamontagne per un bel po' di pagine atteggiandosi a superduro, ma poi al momento decisivo si sgonfia come un palloncino. Non serve neppure Tex per suonargliele, basta un avversario molto più anziano e meno muscoloso di lui. Come se non bastasse, al momento della sconfitta si rivela un vigliacco vergognoso, quando urla al ragazzino di sparare a tradimento a Quercia Rossa. Non basta il flashback sulla sua infanzia infelice per dargli spessore. Cattivi del genere sulle pagine di Tex si trovano a un Euro la dozzina. Quercia Rossa è meglio caratterizzato, ma più per la sua età che per il resto. Di solito in Tex "vendicatori" del genere sono giovani e prestanti. Da questo punto di vista, perlomeno l'anziano sakem ha qualcosa per cui farsi ricordare. Certo, è poco convincente che nonostante la sua età combatta come un giovanotto e senza risentire di fatica e traumi, ma questa è una "forzatura" che sono disposto ad accettare. Per come la vedo io, è la sete di vendetta che gli fa trovare energie inaspettate. Il ragazzino è un personaggio interessante, ma ha chiaramente un ruolo del tutto marginale, per cui non modifica la mia opinione sulla storia. Non ci tengo a rivederlo nei panni di un simil-Chogan, comunque. Voto complessivo: 6 I disegni di Prisco mi sono piaciuti.
  8. Sartana

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Letta. Mi è piaciuta abbastanza e la considero la migliore tra le storie di Tex Willer non-boselliane uscite finora. Però è vero che i difetti non mancano. Giusfredi tira "l'introduzione" un po' troppo per le lunghe (i primi 3 albi) per poi chiudere il tutto in fretta e furia nel 4° capitolo, come se si fosse accorto troppo tardi che le pagine non erano sufficienti. Il risultato è che Tex appare più infallibile e letale di Ken il Guerriero! Nessuno è in grado anche solo di impensierirlo, benchè sia quasi sempre solo contro un intero carcere e tutte le sue guardie. Hutch mi è risultato antipatico. Non so da cosa dipenda, so solo che durante la lettura non l'ho sopportato. Eppure in Nueces Valley mi aveva fatto ben altra impressione. Le numerose pagine dedicate all'esposizione del passato dei "cattivi" mi sono parse troppe, visto che alla resa dei conti si tratta di banali malvagioni senza sfumature, che fanno il male per puro sadismo (per quale altra ragione il Cangrejo sfigurerebbe le donne se non per pura cattiveria?). Comunque la storia ha un buon ritmo e io non mi sono mai annoiato.
  9. Torti su Martin Mystère non mi è mai piaciuto. Spero che su Tex faccia un lavoro migliore, ma non tratterrò il respiro nell'attesa.
  10. Sartana

    [Romanzi A Fumetti 13] Snakeman

    Soggetto semplice (ma non banale) svolto in maniera lineare. Del resto, con sole 50 pagine a disposizione, non c'era spazio per trame "barocche". Ho trovato l'idea alla base molto interessante. Da un lato abbiamo due uomini che si presentano come spettri mostruosi, ma che conservano la loro natura vulnerabile di creature di carne e sangue. Imvece l'unico vero "spettro" (Lilyth) non ha nulla di mostruoso e agisce in funzione salvifica anzichè distruttiva. Forse lo svolgimento è stato un po' sbrigativo, ma a me è piaciuto molto ugualmente. Ribadisco l'apprezzamento per i disegni e i colori di Breccia.
  11. Sartana

    [Romanzi A Fumetti 13] Snakeman

    Letto il volume, ma devo ammettere che ero talmente ipnotizzato dai disegni e i colori di Breccia da non aver seguito la trama con la dovuta attenzione. Urge seconda lettura. In ogni caso per me un lavoro di Breccia è un capolavoro a prescindere.
  12. Storia scorrevole e di piacevole lettura, anche se non priva di difetti. Come hanno già fatto notare altri, uno dei problemi principali è che l'identità del Siats viene scoperta troppo presto (e di conseguenza anche il suo movente: la vendetta). E' vero che questo non è un "giallo", ma mi pare evidente che l'autore volesse comunque conferire al Siats un alone di mistero. Purtroppo non c'erano "candidati" alternativi. Nessun personaggio secondario ha la stazza di un armadio, sono tutti di corporatura media, di conseguenza era facilissimo escluderli in partenza. Condivido la decisione di Barbanera di rendere il Siats più l'incarnazione di una forza della natura (in senso metaforico, ovviamente, non letterale) che non un personaggio sfaccettato. Anch'io avrei fatto lo stesso. L'errore, secondo me, è stato umanizzarlo TROPPO. Quando il Siats, ferito, nel primi albo si sfoga con lo sciamano raccontando la rava e la fava sulle sue intenzioni diventa automaticamente un cattivo come se ne sono visti tanti, il classico spaccamontagne "tutto chiacchiere e distintivo". Io non lo avrei fatto parlare proprio. Avrei lasciato che rimanesse muto e imperscrutabile fino al duello con Tex. Solo DOPO avrei lasciato che si sfogasse. Nel flashback con Colter, avrei fatto in modo che gli eventi venissero raccontati indirettamente da Colter, tramite didascalie, senza dialoghi diretti (qualcosa tipo: "Lui mi disse [....] E la sua voce era qualcosa di terrificante"). Lo so che oggigiorno queste soluzioni si preferisce evitarle, perchè in teoria nessuno legge più le didascalie ma secondo me avrebbe giovato. Ruju sfoggia la consueta passione per le scene a effetto, ma qui la cosa funziona meglio che altrove. La rottura del collo con una mano sola è un clichè diffuso da decenni. Serve a sottolineare la forza sovrumana dell'assassino, e in questo caso non c'è dubbio che il Siats possieda una forza nettamente superiore alla media. L'uso della cerbottana mi è parso funzionale alla caratterizzazione del personaggio, che preferisce dirigere il massacro a distanza e si sporca direttamente le mani solo in casi particolari. Se avesse ammazzato tutti gli Utes che incontrava a mani nude, sarebbe parso un semplice bruto. Ah, già.. Anche la caratterizzazione degli Utes mi ha lasciato perplesso. Vabbè che sono superstiziosi, ma qui appaiono davvero troppo rinunciatari! Hanno già deciso: i nemici sono spiriti malvagi, gli spiriti non possono essere combattuti e per definizione non lasciano tracce, quindi non c'è nulla da fare. Fine. Praticamente a questi Utes mancano solo la sveglia al collo e il parlare coi verbi all'infinito. Comunque, ripeto, nel complesso ho gradito assai di più rispetto al pistolero vudu all'ultimo Gigante.
  13. La storia mi è piaciuta molto. Per me è almeno da 7 e mezzo. E' senz'altro atipica, ma questo me l'ha fatta apprezzare di più. In genere non amo i ripescaggi di character storici, in quanto si rischia di focalizzarsi troppo sul personaggio in questione trascurando la storia vera e propria. Era successo con Il ritorno di Lupe, danneggiata da una trama davvero troppo banale e condotta col pilota automatico. Qui non è successo, e ho letto entrambi gli albi volentieri e d'un fiato. Solo la prima metà era a tratti un po' lenta e dispersiva. Qualche osservazione... - Non ho visto nulla di sbagliato nel confronto/scontro tra Manuela e Kit. I due agiscono come due giovani costretti dalle circostanze a diventare adulti molto in fretta, ma di fatto ancora immaturi dal punto di vista emotivo/sentimentale. Si attraggono e al contempo si respingono, proprio come farebbero due giovani innamorati incerti, prima ancora che dei sentimenti altrui, dei propri. - Non considero un errore il linciaggio. Va tenuto conto che il tutto è avvenuto in Messico, dove il criminale ha commesso i delitti più recenti e dove i ranger non hanno giurisdizione. Anche Kit è solo un gringo come tanti, non aveva l'autorità per arrestare il cattivo e portarlo via. Poteva al massimo minacciare la gente del villaggio (col rischio di ammazzare degli innocenti) o restare sul posto in attesa che arrivasse qualcuno di autorevole (dopo chissà quanto tempo, visto che il luogo è isolato e non c'è l'ombra di un alcalde). Aggiungo che il risultato sarebbe stato lo stesso, dato che un'autorità avrebbe comunque condannato il cattivo a morte. Per quanto riguarda l'atteggiamento, Kit non è Tex. Non è nemmeno un "Tex giovane" (la sua personalità è ben diversa da quella del Tex di Tex Willer). Tex o Carson avrebbero probabilmente riflettuto un po' sul da farsi, ma uno come Tiger (e Kit è mezzo indiano), legato a una giustizia "nativa" che non ha nulla a che fare con quella dei bianchi, sarebbe stato anche più lesto nell'abbandonare il criminale al suo destino. Diciamo che le idee di Kit sulla giustizia sono una via di mezzo tra quelle di Tex e quelle di Tiger. In ALCUNI (rari) frangenti è comprensibile che ceda alla logica dell'occhio per occhio. Lode a Borden, abilissimo come sempre nel gestire numerosi personaggi facendo sì che ciascuno abbia una personalità precisa, un tratto distintivo, un modo di fare che lo distingua dagli altri. Lode anche all'avvocato Monni, per il contributo dato all'epopea di Tex. Per quanto riguarda Laurenti, all'inizio l'ho visto un po' impacciato, ma pian piano è migliorato. Io comunque lo preferivo su Zagor e su altri fumetti dove aveva, tra le altre cose, la possibilità di valorizzare la carica erotica dei personaggi femminili.
  14. Sartana

    [Texone N. 37] Old South

    Anche per me questa storia è suppergiù da 6 e mezzo. L'ho letta volentieri, ma trovo che Ruju abbia ancora il vizio di inserire nelle sue sceneggiature sequenze forzate -quando non del tutto inverosimili- al solo scopo di "fare scena", cioè perchè in teoria così la storia sarebbe più spettacolare. Quel che più mi ha lasciato perplesso: 1. Perchè i sudisti in fuga hanno nascosto l'oro nel cannone quando potevano benissimo trasportarlo in bisacce o giberne? Tanto più che il cannone li rallenta e, visto che la loro principale preoccupazione è non farsi raggiungere dai nordisti, avrebbero tutto da guadagnare ad abbandonare l'oggetto pesantissimo. Aggiungo che il cannone, tappato com'è, non potrebbe in ogni caso venire usato contro i nemici, quindi è veramente solo un peso inutile. Insomma, non credo che i nordisti, se li raggiungessero, dopo averli arrestati consentirebbero loro di tenersi il cannone... Nascondere l'oro lì dentro non ha senso, è solo per fare scena. AVREBBE un minimo di senso se il capitano e i sottufficiali temessero che qualcuno dei loro uomini li tradisse e pensasse di fuggire col bottino. In tal caso il cannone, pesante com'è, li scoraggerebbe. Ma i soldati appaiono tutti affidabili e del resto nè il capitano nè gli altri esprimono la benchè minima sfiducia nei loro confronti. 2. Ho trovato del tutto gratuita la scazzottata nel saloon. Non serve a niente. L'attaccabrighe viene dal nulla e torna nel nulla (dopo la rissa sparisce e di lui non sentiamo più parlare). La città stessa è tutt'altro che composta da teste calde. Persino dopo che il sindaco è morto si limitano a urlare, ma poi lasciano fare ai soldati (nessuno organizza una posse o qualcosa del genere). La scazzottata sembra messa solo perchè qualcuno crede che Tex DEVE menare le mani ogni tot pagine, altrimenti il lettore si annoia (ma sarà poi vero?). 3. Come hanno già rilevato altri, il tentativo di fuga del cattivo col cannone a traino non ha senso. Anche se non fosse precipitato, quanta strada avrebbe potuto fare con un peso del genere, prima che Tex e gli altri lo raggiungessero e gli mettessero le mani addosso. 100 metri? Io dico neanche 50... Per il resto, Tex e Carson sono ben caratterizzati e hanno modo di risaltare ciascuno a suo modo. Banale la vicenda degli apache ribelli, ma il mio problema è che solo pochi mesi fa abbiamo visto un altro capo ribelle incapace, Il Sebastian di Guatemala! (non era un pellerossa, ma era fatto della stesa pasta). Certe tipologie di cattivi secondo me andrebbero centellinate, non usate troppo di frequente, altrimenti diventano stucchevoli.
  15. Sartana

    [726/727] Il pistolero vudu

    Mi scuso per non aver notato le pistole appese al muro e gli accenni nei dialoghi. Diciamo che mi aspettavo che le pistole avessero un ruolo effettivo, proprio come la "protezione", non importa se soprannaturale o meno. E invece quella di Carrillo era solo superstizione. Per di più del tutto fallata, dato che con le sue cosiddette "pistole miglior i" sbaglia Tex da tre passi. Ramella mi è piaciuto abbastanza. Purtroppo non è riuscito a rendere Carrillo inquietante come nelle intenzioni. D'altra parte, il vudu è un soggetto difficile da raffigurare. Il Baron Samedi (cui Carrillo a grandi linee si ispira) indossa cilindro e marsina: se non sei un disegnatore coi controfiocchi, viene fuori solo un tizio strambo.
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