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Bob Rock

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Tutto il contenuto pubblicato da Bob Rock

  1. Bob Rock

    Retcon e continuity in Tex

    Non sono d’accordo con questa affermazione, in quanto non vi sono diversi tipi di continuity, semplicemente ogni personaggio ha la sua continuity che corrisponde alla propria vita vissuta, narrata nel corso degli albi a lui dedicati, e per forza che la continuity di Dylan Dog non è quella della storia del West ma nemmeno di Zagor e Mister No, che c’azzecca? Prendiamo Tex, ad oggi ha un vissuto che inizia con il “Totem misterioso”, dove aveva più o meno una ventina d’anni (dettaglio precisato da Boselli e non da GL Bonelli che non ha mai dato un’età specifica a Tex, almeno che io ricordi), fino a quello attuale che dovrebbe avere circa 45 anni e, tutto quello che è stato raccontato nel tempo, i vari dettagli del suo passato narrati attraverso flash back o con pubblicazioni parallele, gli incontri con personaggi comprimari o ricorrenti, che a loro volta hanno un proprio passato, dà forma alla sua continuity. Tutto Questo comporta che più aumenta la quantità di personaggi e dettagli inseriti in un fumetto seriale, più diventa difficile tenere sotto controllo la sua continuità narrativa e, per quanto l’autore possa esser preciso e fedele alla continuity (per non parla quando gli autori si succedono e sono costretti a sapere quello che hanno scritto gli altri), può incappare, prima o poi, in un errore o un’incongrueza che non sfuggono al lettore più attento ed ecco che si palesa la tanto mal sopportata retcon. Boselli, negli ultimi anni, ha contribuito non poco all’ampliamento della continuity di Tex raccontando, finanche, le sue origini con “Nueces Valley” (prima di lui non si era mai vista questa parte del passato di Tex) e, oltretutto, ha aperto l’universo narrativo di Aquila della notte facendovi entrare i Tre Bill e Zagor creando, di fatto, una specie di multiverso bonelliano perché ormai si può ben dire che esista anche quello. Ah e ci sono anche le storie fuori continuity come il cartonato di Serpieri che somiglia alle storie di realtà alternative o ai What-if supereroistici. Si è già detto che GL Bonelli non fosse interessato a dare una continutity a Tex, ma all’epoca l’idea di continuità in un personaggio dei fumetti italiani era pressoché sconosciuta e, probabilmente, GLB non ne aveva mai sentito parlare visto che negli USA il concetto di continuity ha cominciato a germogliare negli anni 40 con il fumetto supereroistico ma ha avuto il suo vero e proprio inizio con la prima storia dei Fantastici Quattro nel 1961 che ha decretato la nascita del Marvel Universe (almeno si tende a considerare quello l’inizio della continuity marveliana). L’esempio che ho fatto sulla datazione alla rinfusa nelle prime avventure di Tex, tipo che “la Mano Rossa” è ambientata nel 1898 e due albi dopo l’ambientazione è durante la guerra messico-statunitense che si svolse tra il 1846 ed il 1848, sta a significare proprio che GL Bonelli non seguisse un’unica linea spazio-temporale per le avventure di Tex ma che scrivesse le sue storie a prescindere dal periodo cronologico in cui si svolgevano, quindi questi salti temporali non possono considerarsi delle retcon, infatti non ho mai detto che li considero tali, anche perché senza continuity non possono esserci le retcon. Ed è qui che entra in gioco Boselli che ormai da tempo ha messo mano alla continuity di Tex per darle anche un ordine cronologico coerente (infatti la guerra messico-statunitense, quando la vedremo su “Tex Willer”, diventerà quella dell’invasione francese in Messico del 1861/1867 e, immagino, che stavolta Mefisto dovrà fare la spia contro i francesi e non più contro l’esercito statunitense) e a tal proposito ha scritto addirittura un libro “Tex Willer il romanzo della mia vita” che “aggiusta” la storia del Ranger e fa diverse retcon che giuste o sbagliate che siano, a seconda dei punti di vista del lettore, Boselli le ha, evidentemente, ritenute necessarie, anche perché, detto da lui, il suo romanzo é da prendere come riferimento per la cronologia ufficiale. Questa è una retcon che sconfessa totalmente quanto raccontato la prima volta in “Un piano ardito” dove Tex ha il figlio adolescente e conosce già da tempo Carson e Tiger Jack e non partecipa attivamente alla guerra civile, mentre, in “Tra due bandiere”, dice di vivere ancora al ranch del padre (se ricordo bene) è un ventenne o poco più, anche se non si direbbe vedendo come lo raffigura Galep, e non conosce ancora i suoi futuri pards. Io non penso che il motivo di questa retcon sia soltanto perché GL Bonelli volesse scrivere una storia contro la guerra ma, siccome Tex cominciava ad avere una sua continuity, si deve essere reso conto che se Kit era adolescente durante la guerra di secessione non poteva essere un ventenne negli anni 80 del 19° secolo, periodo in cui, più o meno, erano e sono ambientate le altre storie, ed ha deciso di apportare un cambiamento radicale nella continuity texiana modificando il passato che conoscevamo. Per concludere, ogni cambiamento del passato di un personaggio è una retcon, poi che siano appropriate o meno sta al lettore deciderlo, perché ci sarà sempre quello che non ci fa caso più di tanto e quello più puntiglioso che invece si accorge del minimo cambiamento apportato alla storia del personaggio.
  2. Bob Rock

    Retcon e continuity in Tex

    Devo farti i miei complimenti @F80T, era questo tipo di intervento che mi auspicavo quando ho aperto questo topic, sapere cioè cosa ne pensavano anche gli altri del fatto che ormai Tex ha una sua continuity e che di conseguenza ci siano anche delle retcon e tu hai detto delle cose pertinenti, oltre che interessanti facendo anche gli esempi giusti e dimostrando una certa competenza fumettistica nel senso che sapevi quello che stavi dicendo al contrario per esempio di @andreadelussu74@gmail.com che come un novello Forrest Gump non si sa mai quello che vuole dire. P.s.: Andrea, spero che non te la prenda, scherzavo sul fatto che il tuo t9 ti fa spesso scrivere il contrario di quello che pensi
  3. Bob Rock

    Retcon e continuity in Tex

    Oddio, ora si che sono in confusione totale, quindi, per capire, se una cosa non viene narrata sulla serie regolare non fa parte della continuity di Tex? E allora quanto raccontato, ad esempio, nel Maxi “Nueces Valley” (con un Tex addirittura bambino) o nel Texone “Il magnifico fuorilegge” (con il famoso patto di sangue tra Tex e Cochise) cosa sarebbero? Racconti apocrifi? Storie di Terra 2? What if ? o dei veri e propri reboot? La continuity, in pratica, non è altro che il vissuto del personaggio e quando si scrive del suo passato, anche con pubblicazioni diverse (non si deve considerare una sola pubblicazione ma tutte quelle collegate e l’esempio massimo di continuity su varie testate sono i comics supereroistici), si sta alimentando l’universo narrativo di quel personaggio e si sta ampliando la sua continuity (la continuity di Tex, una volta quasi inesistente, oggi proprio grazie alle storie pubblicate su albi diversi si è molto ampliata con nuovi personaggi che hanno un loro vissuto) quando si aggiungono o si cambiano dettagli a quanto già si sapeva si tratta di continuità retroattiva e cerco di spiegarmi meglio: la continuità retroattiva, o retcon, è quando alcuni dettagli di una storia di finzione, come un film, una serie televisiva, un libro o un fumetto, vengono aggiunti, modificati o ignorati in una parte successiva della serie. Può accadere per diversi motivi, come ad esempio per riparare un buco nella trama o per sbarazzarsi di un dettaglio che non piaceva a molte persone. Ci sono alcuni tipi principali di retcons: Il primo è l'aggiunta. Si tratta di un nuovo dettaglio aggiunto per dare al lettore o allo spettatore una nuova comprensione della storia. Questo dettaglio non sarebbe stato pianificato al momento della realizzazione di una serie. Un caso di retcon aggiuntiva, come ho già detto, è quella relativa alla morte di Mefisto ne “Il figlio di Mefisto”, la morte di Coffin vista in Tex Willer o il patto di sangue tra Tex e Cochise in “Il magnifico fuorilegge”; Il secondo è l'alterazione. Questo è un dettaglio che va contro i dettagli già dati. Questa si chiama contraddizione. Un caso tipico, visto ultimamente, è l’incontro Padma Mefisto in “Sierra Nevada” (ma, insisto, anche il Mefisto di Pinkerton Lady); Il terzo è la sottrazione. Questo è un dettaglio che viene ignorato o dimenticato in seguito in una serie. Qui ci metterei il Tex della guerra di secessione di “Tra due bandiere” che rinnega, del tutto, quanto raccontato nella precedente rappresentazione della guerra nell’albo “Un piano ardito”. Detto questo desidero far presente che ho aperto questo topic perché avevo trovato molto interessante la discussione sulla retcon di Boselli su Padma e Mefisto e pensavo si potesse parlare più approfonditamente di continuity e retcon su Tex, in generale, ma non è, assolutamente, mia intenzione avere la presunzione che ciò che scrivo sia il verbo, anzi, ci sono utenti molto più competenti di me e volevo semplicemente leggere il loro parere in merito e discuterne con loro. P.S.: Mi scuso con i moderatori perché ho scoperto, tardivamente, la presenza di un topic sulla continutity e, magari, se lo ritengono appropriato, possono accorpare questo topic a quello esistente.
  4. Bob Rock

    Retcon e continuity in Tex

    Boselli ha sempre affermato che con “Tex Willer” voleva riscrivere le prime avventure di Tex senza intaccare, però, i sacri testi di GL Bonelli, per poter raccontare nuove storie che si andavano ad incastrare tra quelle già conosciute e questo, per me significa ampliare la continuity inserendoci anche personaggi che non ne facevano parte. Se a questo ci mettiamo le storie (già pubblicate), per fare un esempio, che ci fanno vedere Damned Kid e Rod Vergil giovani o il passato di Sam, il fratello di Tex, o le varie storie del giovane Carson, per non parlare del Mefisto di “Pinkerton Lady” e di ”Mefisto le origini del male”, bè io queste le considero retcon che aggiungono e completano la continuity e i personaggi interessati. Ecco perché ho detto che Boselli sta cercando di dare, giusto o sbagliato che sia a seconda dei punti di vista, un senso di completezza alla continuity di Tex, non intendevo assolutamente dire che la serie “Tex Willer” è completa o migliore ma, semplicemente, che ciò che vi viene narrato si inserisce nella continuity del personaggio Tex e questo, per me, è un dato di fatto.
  5. Bob Rock

    Retcon e continuity in Tex

    La tua segnalazione, @Jeff_Weber, è molto interessante, ben articolata e dimostra una certa conoscenza, da parte tua, dei fatti storici “Bonelliani” ma permettimi di farti notare che è leggermente off topic in quanto l’argomento della mia discussione non è assolutamente la cronologia negli albi di Tex ma la continuity e le relative retcon. Come ho già accennato, la continuity, nei fumetti, è quella linea spazio-temporale in cui si svolge l’azione e che serve a collegare tra loro i diversi episodi di una pubblicazione o anche di diverse pubblicazioni come nel caso degli universi narrativi dei fumetti supereroistici ed è proprio per questo motivo che andando a riprendere vecchi episodi o personaggi si rischia di fare qualche tipo di retcon, si, perché, come ho spiegato nel post precedente, ci sono vari tipi di retcon che non sto a ripetere. La cronologia, invece, serve a chiarire i rapporti temporali dei vari fatti storici, specificando la collocazione di ciascuno di essi nel tempo, scandendo l’ordine secondo il quale si succedono determinati fatti e collocando i personaggi storici utilizzati nel giusto contesto cronologico. La continuity prescinde dalla cronologia vera e propria, infatti, nel caso di Tex, abbiamo una continuity che, soprattutto con GL Bonelli, non teneva conto della collocazione cronologica dei vari personaggi, un esempio classico è la presenza anacronistica di Cochise nell’universo di Tex visto che, nella realtà, è morto nel 1874 e non dovrebbe poter interagire con Tex, le cui avventure si svolgono, all’incirca, negli anni 80 del 19° secolo, invece negli albi lo ritroviamo invecchiato e con i capelli Bianchi ma ancora bello arzillo e pronto all’azione. Ma ce ne sono altri di casi del genere, come quando Tex cerca di salvare Apache Kid da quella morte che nella realtà è avvenuta nel 1894, quando Aquila della notte avrebbe ben più dei circa 45 anni canonici che gli vengono attribuiti. L’esempio che ho fatto riguardo alle date riportate nei primi albi di Tex, nella discussione precedente, che, evidentemente, ha catturato il tuo interesse, era proprio per sottolineare quanto, evidentemente, GL Bonelli desse poca importanza, almeno inizialmente, alla continuity del suo personaggio che, ricordiamolo, all’epoca nessuno immaginava sarebbe stato così longevo, ma con oltre 70 anni di storia editoriale anche Tex ha la sua continuity, non paragonabile con quella dei personaggi dei supereroi, ma ce l’ha eccome, anche perché come hai detto anche tu, GL Bonelli, all’epoca, scriveva di getto e, probabilmente, non gli interessava particolarmente rimanere fedele alla sua prima interpretazione del personaggio (come è vero pure che i lettori degli anni 50/60 non si facevano troppe domande come quelli attuali che, inoltre, hanno un'arma non indifferente come i social per esprimere le proprie critiche), mentre gli sceneggiatori attuali non se lo possono più permettere e devono stare più attenti e, anche se con le dovute licenze poetiche, devono valutare bene quali fatti storici far vivere a Tex e ai suoi pards. Proprio per questo motivo, come ho detto già nel post precedente, Boselli con la collana “Tex Willer”, e aggiungerei anche Maxi e Texoni, sta cercando di riallacciare i vari fili sospesi lasciati da GL Bonelli dando un senso di completezza alla continuity di Tex collocando cronologicamente le avventure del giovane Ranger grazie, anche, all’utilizzo di personaggi storici attinenti al periodo narrato (tipo Juan Cortina). Per concludere, @Jeff_Weber, visto che dai tuoi vari post si evince la grande passione e la buona conoscenza che hai per i fumetti, mi piacerebbe conoscere la tua opinione sulla continuity e le retcon su Tex, sulla cronologia no, l’hai già espressa (scherzo naturalmente ). P.S.: penso che un post dopo 5, 6 righe perda di interesse e non si faccia più leggere quindi, se nessuno riuscirà a finire questo, capirò
  6. Nel topic dedicato a “Sierra Nevada” si è discusso tanto di retcon, soprattutto relativamente a Padma ed al suo primo incontro con Mefisto e, oltre ad aver trovato la discussione molto interessante, mi sono reso conto che se vengono effettuate delle retcon significa che su Tex esiste una sorta di continuity, alla quale, probabilmente, GL Bonelli non ha mai dato grande importanza, infatti in alcune vignette dei primi albi vi erano date di fine ottocento, poi Tex si ritrova il figlio adolescente durante la guerra di secessione (per poi rinnegare tutto con “Tra due Bandiere”) e per finire ne “Il Giuramento” sul quotidiano nel quale Tex legge di Brennan e Teller è riportata, se ricordo bene, una data dei primi del novecento (tutte date poi eliminate nelle ristampe) ma poi è arrivato Boselli che con “Tex Willer” ha cercato di mettere ordine creando una vera e propria linea spazio-temporale, con la definizione dei periodi storici di riferimento, che collega episodi e personaggi all’interno dell’arco narrativo che va dal giovane Tex al Tex adulto. G.L. Bonelli non ha lavorato su una linea spazio-tempo ben precisa e dopo il salto temporale successivo alla morte di Lilyth, con il quale, nel giro di un albo, ha fatto diventare il Kit bambino un adolescente, con il conseguente invecchiamento di Tex e Carson, ha cristallizzato o quasi il periodo temporale in cui si svolgono le storie del Ranger e l’unica vera continuity presente nelle sue storie è, probabilmente, solo quella relativa a Mefisto, personaggio che si è evoluto nel tempo e da giovane e maldestro prestigiatore è invecchiato ed è diventato il negromante che ben conosciamo nel corso di diversi anni trascorsi sia dal punto di vista del personaggio che di quello editoriale. GL Bonelli, all’interno di questa continuity, quando ha ripreso il personaggio non ha modificato quanto raccontato in precedenza tranne quando lo ha riproposto dopo il finale della Gola della morte, dove Mefisto sembra essere morto, per farlo resuscitare nel “Drago rosso” apportando, di fatto, una modifica di ciò che aveva narrato precedentemente. In effetti l’espediente di far credere che un personaggio sia morto per poi rivelare, a distanza di tempo, che in qualche modo è sopravvissuto è una soluzione narrativa molto utilizzata nei fumetti, soprattutto in quelli sui supereroi, ed è una retcon alterativa, che dice al lettore: “quello che hai visto o che pensi di avere visto, in realtà, non è mai accaduto” al contrario di quanto fatto, sempre da GL Bonelli, con “Il figlio di Mefisto” che riprende il finale di “Black Baron” e lo completa facendo vedere ciò che è successo nei sotterranei del castello di Baron Samedi dopo la sua demolizione, con una retcon che aggiunge ma non modifica niente della storia precedente. Con Tra due bandiere, invece, GL Bonelli ha effettuato la più famosa e drastica delle retcon con la quale ha sconfessato la versione precedente presentandoci un Tex più giovane, che non ha ancora incontrato i suoi pards Kit Carson e Tiger Jack, non è ancora padre e partecipa alla guerra come esploratore dell'esercito unionista insieme al suo amico Damned Dick del quale, sino a quel momento, non se ne conosceva neanche l’esistenza. Proprio per alcune di queste incongruenze, probabilmente, Boselli, come ho accennato all’inizio, sta cercando, soprattutto con “Tex Willer”, di mettere ordine creando una continuity con un arco temporale molto lungo e che coinvolge diversi personaggi, sia già esistenti che nuovi, facendo, prevalentemente, una retcon che, principalmente, non contrasta quanto precedentemente stabilito da GL Bonelli, ma "riempie" con dettagli mancanti o mai narrati in precedenza e cercando di aggiungere senza modificare. Ecco secondo me Boselli ha provato a non fare retcon evidenti ma non sempre ci è riuscito (di sicuro lo ha fatto consapevolmente) come, per esempio con il Mefisto di “Pinkerton Lady” che ha più personalità e poteri rispetto allo Steve Dickart di “Fuorilegge” e, anche se ha cercato di porvi rimedio con la storia “Mefisto le origini del male”, rimane, sempre a mio avviso, una retcon alterativa perché da molti lettori (me compreso) tale retcon è stata interpretata come un cambiamento del personaggio e non come un’aggiunta di qualcosa di cui non si era a conoscenza e che sarebbe servita a completare il personaggio (come appunto l’incipit de “Il figlio di Mefisto"). Inoltre, una retcon recente ed alterativa di Boselli (della quale se ne è già parlato tanto nel topic “Sierra Nevada”) è proprio quella relativa all’incontro tra Padma e Mefisto con la quale Boselli ha dato una spiegazione a quella che riteneva, evidentemente a suo parere, un’incongruenza, cambiando, di fatto, quanto raccontato da GL Bonelli. Io penso che dove c’è una continuity lunga molti anni, ed in Tex c’è, andando a ripescare vecchi episodi, pubblicati diversi anni prima, l’autore che riprende tali episodi (che può non essere sempre lo stesso) si ritrova, probabilmente, a dover fare una qualche retcon (che sia motivata da nuove esigenze narrative, dal dover correggere qualche incongruenza o per adattare un personaggio alle proprie esigenze o per attualizzare un contesto che può risultare superato a livello narrativo) che diventa, comunque, un’operazione delicata perché il lettore, soprattutto quello di vecchia data, che ricollega gli eventi delle storie attuali a quelli delle storie precedenti, può percepire negativamente il cambiamento rispetto alle storie originali e, di conseguenza, non riuscire ad apprezzarlo.
  7. Bob Rock

    [741/744] Sierra Nevada

    Io penso che Boselli, con questo ritorno di Mefisto avesse intenzione di regalarci qualcosa di epocale e monumentale (ben 7 albi totali), con il consueto intreccio narrativo affollato da un nutrito numero di comprimari (sua cifra stilistica), con location accattivanti e scene ben orchestrate ma, secondo me non vi è riuscito appieno, ho avuto l’impressione che, già a partire dal terzo albo dei Cestaro, sia rimasto prigioniero di un plot complesso e un po' macchinoso e che, per uscirne fuori, abbia utilizzato soluzioni che mi hanno lasciato qualche dubbio, tipo le mosche infernali che attaccano e uccidono solo il messicano e l’indiano papago senza neanche toccare i quattro pards ed il Morisco o il frequente uso della “pistola laser” da parte di Padma per risolvere le situazioni pericolose. Personalmente ho trovato che questa seconda parte del ritorno di Mefisto sia un po' lenta e prolissa, anche perché, sembra quasi che Boselli debba attenersi ad una regola non scritta in cui bisogna sopperire all’uso, ritenuto ormai demodé, delle didascalie con dialoghi, per l’appunto, didascalici (se si sente il bisogno di spiegare le cose con dialoghi ripetitivi e ridondanti, tanto vale usare le care vecchie didascalie che faranno anche fumetto anni ’70 ma risulterebbero meno pesanti). E proprio a causa di questo eccessivo spiegazionismo, come sottolineato nei post precedenti anche da altri utenti, se la storia risulta un po’ verbosa ma, a mio parere, non lo è soltanto per la quantità, forse, eccessiva di dialoghi, ma anche per la qualità degli stessi che non raggiunge il livello cui ci ha abituato Boselli. Una scrittura avvincente rende la lettura piacevole e scorrevole, che poi è quello che mi sembra sia un po’ mancato a questi tre albi, ed è, probabilmente, proprio per questo motivo se alcuni frequentatori di questo forum nutrono molte aspettative sull’ultimo albo con la speranza che riesca a “salvare tutto il resto“ (cit. @Jeff_Weber), ma un bel finale dovrebbe essere la naturale conseguenza di una storia bella e avvincente e non una sorta di esame di riparazione per salvare il risultato degli albi precedenti. Per quanto riguarda i disegni di Civitelli sono sempre di altissimo livello, l’unico difetto, per me, è che sono troppo puliti, a volte quasi asettici, soprattutto se paragonati a quelli dei Cestaro, più cupi e sporchi e, probabilmente, più adatti a questo tipo di storie.
  8. Veramente ho detto che, le varie incongruenze, errori o come altro li vogliamo chiamare, o non le ho proprio colte o nonostante altri le avessero sottolineate non le ho trovate particolarmente rilevanti , infatti avevo detto questo: A parte la liberazione dal tavolaccio di legno, dove oltre ai disegni, dai quali sembra che il braccio si possa sfilare senza sforzo, Tex, ad un certo punto, dice che deve allentare il legaccio di cuoio e questa si che è una scelta narrativa, criticabile o meno dal lettore, ma si tratta di scelta narrativa dell'autore. Il mio post riguardava, proprio, la disattesa delle mie aspettative per come si sarebbe potuta sviluppare la storia , ma ho sottolineato che erano le mie aspettative e che nel terzo albo non ho trovato quello che mi sarei aspettato perchè la scelta narrativa adottata da Boselli non mi ha soddisfatto ed ho anche spiegato perchè. Quindi se ho criticato qualcosa erano le soluzioni narrative utilizzate e non le incongruenze, gli errori o come altro li vogliamo definire. Purtroppo, @borden, le volte che rispondi ai miei rari post non cogli il senso di quello che intendo dire, probabilmente perchè mi spiego male oppure perché intervengo spesso dopo tutti gli altri e tu, stufo delle varie critiche lette precedentemente, te la rifai con me che intervengo sempre per ultimo
  9. Premetto che Mefisto è in assoluto il mio personaggio preferito e, proprio per questo motivo, quando ho saputo del suo ritorno dopo quasi vent’anni di oblio, le mie aspettative erano molto alte, se poi aggiungiamo che l’evento era ancora più epocale dato che avremmo visto, per la prima volta, Yama e Mefisto insieme, bè le mie aspettative erano decisamente altissime.
  10. Da quando frequento questo forum ho spesso letto, da parte dei moderatori ma non solo, che si devono argomentare le recensioni o le opinioni che si esprimono in merito ad una storia, un personaggio o un autore per evitare di fare spam o di appesantire i thread con interventi pressoché inutili e, proprio per questo motivo, quando ho sentito la necessità di dire la mia ho cercato, sempre, di attenermi a queste linee guida. Riguardo al mio intervento di ieri, che può essere condivisibile o meno, credo di non essere stato, peccherò di presunzione, superficiale e minimalista anche perché le mie considerazioni partivano da un presupposto valido e cioè da quanto dichiarato, in merito alla querelle poteri si, poteri no di Mefisto, non da un forumista qualunque ma dall’autore curatore di Tex: Il 23/7/2020 at 11:46, borden dice: E intendo Mefisto. Su questo qualche ragione forse l'avete, ma se non avessi dato qualche potere in più a Mefisto sarebbe stato impossibile farne un personaggio carismatico degno del vero Mefisto che conosciamo e imbastire una storia decente. Le ragioni della narrazione vengono prima di qualunque cosa e di ogni obiezione da "fanzinaro", come avrebbe detto autorevole e sprezzante (e come diceva) Decio Canzio, Il Mefisto di GL visto con Montales soffre del fatto di essere nato senza -ovviamente- la conoscenza del futuro. Quando ci arriverò, conto di tirare fuori il classico coniglio dal cilindro per quadrare il cerchio. Ma se non vi fidate, è chiaro che manca la necessaria complicità tra autore e lettore, anche se poi dite che la storia vi è piaciuta... E questo non lo capisco. Credo che quanto affermato da Borden fosse abbastanza chiaro e inequivocabile e proprio da queste parole nasceva il mio intervento e cioè che non fosse solo un problema di poteri dati prima del tempo ma soprattutto sull’averne fatto un personaggio carismatico e con una diversa personalità rispetto a quello di GLB che, comunque non era un signor nessuno, altrimenti non sarebbe diventato la nemesi più longeva di Tex, solo, ho ribadisco e sottolineo mio parere, sono personaggi con caratteristiche differenti. E dopo avere espresso la mia opinione e averla articolata come da regolamento e sulla quale si può essere d'accordo o meno, ecco la risposta di Borden: Onestamente, a me sembra più questo un’intervento banale e superficiale e quando @ggaaco lo sottolinea con il suo post: ecco la risposta: A onor del vero c’è da dire che Borden ha specificato che non intendeva affatto dare dell’ignorante a tutti quelli del forum che non hanno il nick @Letizia: Il mio intento non è quello di essere polemico, assolutamente, però se il botta e risposta è fatto in un certo modo può e deve essere costruttivo, altrimenti diventa un esercizio sterile e a volte offensivo facendo passare tutta la fantasia di scrivere su un forum, che non sarà per educande (come spesso è stato sottolineato) ma nemmeno per rissosi e litigiosi cronici.
  11. Si è fatto un gran parlare dei poteri che ha Mefisto in “Pinkerton lady” rispetto a “Fuorilegge” e molti, se non tutti, considerano questa cosa un errore/svista da parte di Boselli, in realtà l’autore era consapevole di quello che stava facendo e la caratterizzazione che ha dato a Mefisto era assolutamente voluta, infatti lo ha ammesso anche in un post di un paio di anni fa nel thread relativo a “l’agente federale”: Il 23/7/2020 at 11:46, borden dice: E intendo Mefisto. Su questo qualche ragione forse l'avete, ma se non avessi dato qualche potere in più a Mefisto sarebbe stato impossibile farne un personaggio carismatico degno del vero Mefisto che conosciamo e imbastire una storia decente. Le ragioni della narrazione vengono prima di qualunque cosa e di ogni obiezione da "fanzinaro", come avrebbe detto autorevole e sprezzante (e come diceva) Decio Canzio, Il Mefisto di GL visto con Montales soffre del fatto di essere nato senza -ovviamente- la conoscenza del futuro. Quando ci arriverò, conto di tirare fuori il classico coniglio dal cilindro per quadrare il cerchio. Ma se non vi fidate, è chiaro che manca la necessaria complicità tra autore e lettore, anche se poi dite che la storia vi è piaciuta... E questo non lo capisco. Borden, secondo me, commette un errore quando dice che ha dato dei poteri in più a Mefisto per renderlo un personaggio carismatico degno del Mefisto che conosciamo… ma lo Steve Dickart di GLB non era così carismatico e, aggiungerei, non era neanche affascinante e tantomeno un elegante affabulatore come quello che ci è stato mostrato in “Pinkerton Lady”. Boselli, oltre ai poteri ipnotico/magici, ha dato al personaggio un carattere ed una personalità che non aveva assolutamente palesato in “Fuorilegge” (e nemmeno successivamente), il primo Mefisto non era per niente diabolico anzi la vera mente diabolica, in realtà, era Lily che, per giustificare i vari spostamenti da una città all’altra, sfruttava la “presunta” attività da mago di paese del fratello, e, con il suo fascino ammaliante, adescava giovani ufficiali dell’esercito per carpire loro informazioni da rivendere ai messicani. Probabilmente la prima cosa che aveva in mente Boselli, quando ha scritto “Pinkerton lady”, era quella di fare di Mefisto un grande personaggio (ed a mio avviso c’è anche riuscito) con “più carisma e sintomatico mistero” (come cantava il grande Battiato in Bandiera bianca) senza, probabilmente, preoccuparsi più di tanto dell’enorme differenza caratteriale che c’era tra il suo Mefisto e quello di GLB e, quando qui sul forum gli hanno fatto notare l’incongruenza, si è trovato costretto a dire che avrebbe tirato fuori il classico coniglio dal cilindro per far quadrare il cerchio ma, così dicendo, stava ammettendo di essere uscito fuori dalla caratterizzazione data al personaggio da GLB e che si sarebbe dovuto inventare qualcosa per tornare, il più possibile, alle caratteristiche primordiali del personaggio. A me il Mefisto di Boselli piace tanto (del resto è il mio personaggio favorito), rimane il fatto, però, che ci sono due Mefisto, quello di G.L. Bonelli e quello di Borden, che sono molto diversi e distanti tra loro e quando questi due personaggi dovranno coincidere su Tex Willer toccherà a Boselli far quadrare, appunto, il cerchio perché se con GLB Steve Dickart da illusionista da sagra del bisonte si evolve in un mago che padroneggia con abilità le arti occulte e la magia nera, pervaso, però, da una, non sempre, lucida follia nata dalla sete di vendetta nei confronti di Tex, con Boselli, sia in “Pinkerton lady” che nell’attuale ciclo di storie iniziato col “Manicomio del Dottor Weyland”, Mefisto ha carattere, fascino, carisma, una forte personalità e non dimostra alcun segno di follia, anzi, è fin troppo lucido ed intelligente. Per concludere, ho volutamente tralasciato qualsiasi paragone con la versione Nizziana di Mefisto in quanto Nizzi, cercando di farlo somigliare, il più possibile, al Mefisto originale, lo ha reso, anche grazie alla caratterizzazione grottesca che gli ha dato Villa, una macchietta priva di qualsiasi carisma.
  12. Potrebbe anche essere che Boselli ha spoilerato un falso titolo per tenerci nascosto quello vero: "Il trionfo di Tex"
  13. Perdonami @borden ma, probabilmente, non hai colto la mia ironia nei confronti dell' albo di Magico Vento infatti, quando dico: è un'evidente presa in giro delle scopiazzature che per pudore vengono considerate "citazioni". E' chiaro che tu sia libero di citare chi e cosa vuoi, ci mancherebbe altro, e se su un albo di un'altra casa editrice ti citassero riproponendo, con un loro personaggio, stesso titolo e copertina di un tuo Tex, magari ne saresti anche orgoglioso, ma se lo facessero su un'altra testata della Bonelli, come l'esempio che ho fatto precedentemente: avresti una reazione comunque positiva? Io sono dell'idea che copiare un'altra opera, se fatto bene, non è per niente una cosa di cui vergognarsi, se poi, come diceva Picasso (forse, in realtà non ce n'è la certezza) "gli artisti mediocri copiano, i geni rubano", allora ben venga un mondo fatto di citazioni.
  14. Io la penso esattamente come LedZepp, anche perchè spesso, in ambito artistico, le copiature e la poca originalità vengono considerate "citazioni" ed il caso di Magico vento, che copia pari, pari sia il titolo che locandina del film Bedlam, rientra in questa categoria (purtroppo non so come inserire la locandina del film ma si trova facilmente) ma nel caso di Tex, visto che rifà una citazione già fatta, oltretutto su un albo di un personaggio della stessa casa editrice, si può parlare di mancanza di originalità e non mi sembra che si possa considerare un'accusa oltraggiosa, c'è sicuramente di peggio. Sempre per venire al senso del discorso di @LedZepp, faccio un esempio, se uscisse un albo di Zagor dal titolo "il giuramento" ed in copertina il protagonista venisse raffigurato accovacciato davanti ad una lancia conficcata su una pietra tombale cosa penserebbero i lettori di Tex?
  15. Bob Rock

    Interviste Agli Autori

    Finalmente sono riuscito a vedere tutto il video e devo ammettere che le picconate di Nizzi non mi hanno per niente stupito in quanto, facendo un parallelismo con il calcio, mi sembrava di sentire il vecchio campione, che per anni con i suoi gol ha tenuto a certi livelli la propria squadra facendole anche vincere qualche trofeo, sminuire il talento della giovane promessa chiamata ad aiutarlo in campo e che invece, piano, piano lo ha sostituito (anche nel cuore dei tifosi) relegandolo al ruolo di riserva e non più di titolare indiscusso, destabilizzandolo a tal punto da fargli prendere la decisione di ritirarsi dal calcio giocato. Ma la cosa che ha ferito davvero tanto nell’orgoglio Nizzi, e lo ha sottolineato nel suo intervento, è che quando è stato richiamato in squadra, tutto si aspettava tranne che, non solo non avrebbe ritrovato i dirigenti (Sergio Bonelli, Decio Canzio) che aveva lasciato a suo tempo ed ai quali era in un certo qual modo affezionato, ma che colui che considerava semplicemente un suo sostituto, non erede, ma soltanto un sostituto e neanche così bravo come pensano “altri” (ha avuto da ridire anche sul suo metodo di sceneggiare le storie), era diventato il suo allenatore e avrebbe deciso come, dove e quando farlo giocare. Credo sia questo il motivo che lo ha fatto “sbroccare” ed ha fatto traboccare il vaso del suo, probabilmente, enorme ego e a fargli prendere la decisione, dopo aver comunque provato a scrivere ancora Tex, di dire definitivamente basta e di togliersi qualche sassolino dalla scarpa alla prima occasione, che si è presentata con la partecipazione al festival del giallo, contesto, oltretutto dove Tex c’entra come il cavolo a merenda, e quello che dice è quello che in realtà ha sempre pensato. Che non vedesse l’ora di sputare un rospo bello grosso che si teneva nello stomaco da un bel po’ lo si capisce già all’inizio del suo intervento interrompendo bruscamente il suo interlocutore per parlare delle quattro fasi di Tex e dire quindi quello che pensava di Boselli, in particolare, ma anche di GLB col quale non è stato tanto tenero. Tutto questo non mi ha stupito e non mi ha scandalizzato sia perché quello che Nizzi pensava di Boselli non era uno dei tre segreti di Fatima e perché, ad una certa età (e le primavere di Nizzi sono ormai 84), spesso le persone si sentono autorizzate a dire tutto quello che gli transita per il cervello (Milazzo definito un lavativo che nasconde la sua scarsa voglia di lavorare facendola passare per dono della sintesi... meraviglioso!), perdendo totalmente tutti i freni inibitori ed i filtri della diplomazia e dell’umiltà (spesso finte e ostentate) che le frenavano in gioventù, quando avevano tutto da perdere, e per Nizzi, che ora non ha più niente da perdere, è arrivato il momento di dedicarsi ad altro e godersi la meritata pensione.
  16. Attendevo con molta curiosità e interesse questo “epocale” ritorno di Mefisto dopo il ventennale oblìo del personaggio dovuto, probabilmente, alle scorie lasciate dalla, come definita da molti, mefistolata di Nizzi e devo dire che il primo albo non mi ha assolutamente deluso, anzi, mi pare che ci siano tutte le premesse per per una storia di grande respiro, visti i sette albi che la comporranno, con tutte le carte in regola per rivelarsi avvincente. Giusto per fare qualche considerazione su questa storia, devo dire che come impostazione mi ha ricordato “Black Baron” e cioè: il Black Mountain Asylum è altrettanto grande e maestoso come il castello nelle paludi della Florida di quella mitica storia; il Dott. Crane, nel ruolo di collaboratore/braccio destro di Mefisto mi ricorda, con le dovute differenze, la figura del Barone Lafayette; l’infermiera Ruth mi sembra una versione rivista e aggiornata di Loa la sacerdotessa del vodoo; il macellaio, probabilmente, avrà un ruolo alla Dambo come fedele esecutore e tramite del manipolo di maniaci e serial killer, alle dipendenze del Dott. Weyland/Mefisto, che sostituiscono i seguaci del vodoo. Naturalmente sono semplici considerazioni che non cambiano assolutamente il giudizio, più che positivo, che ho espresso anche perché, per quanto mi riguarda, sono un lettore, sostanzialmente, molto “credulone” e se in una storia soddisfacente trovo disegnati degli asini volanti non mi faccio tante domande sulla funzionalità della loro presenza, al contrario, se la storia si rivela una boiata pazzesca, come la corazzata Potëmkin di fantozziana memoria, allora qualche dubbio sull’utilità di quei ciuchi alati me lo faccio venire ma, se leggo storie Fantasy, con stregoni, dèmoni e curanderi, mi faccio dominare da una buona dose di sospensione d’incredulità e non mi faccio tante domande sulla plausibilità di certe situazioni come Mefisto che si ritrova, senza tante spiegazioni, (almeno per ora, probabilmente Boselli ci spiegherà anche questa) a capo di un manicomio criminale o sulle coincidenze che hanno portato Tex prima a Frisco e poi al Black Mountain Asylum in bocca ad un inconsapevole Steve Dickart che a tutto stava pensando tranne che di dover incontrare per l’ennesima volta i quattro pards. A questo tipo di precisazioni, se non leggessi sul forum le recensioni di utenti più attenti e critici di me (ed infatti grazie a loro è cambiato, leggermente, anche il mio senso critico), ci farei a malapena caso, senza soffermarmici più di tanto, perché parto dal presupposto che, nei fumetti, la plausibilità ed un certo rigore storico possano essere benissimo bypassati se la storia risulta complessivamente ben scritta ed avvincente, e questo primo albo lo è e penso che anche i prossimi sei albi non mi deluderanno come, sono convinto, che Borden abbia pensato ad un finale in grande stile per quello che potrebbe essere l'ultimo ritorno? (io spero di no) della nemesi per eccellenza di Tex. p.s.: in merito all’identità di Ruth mi sono fatto un’idea bislacca…. ma niente, niente è la nipote di Mefisto, ossia la figlia di Lily? Chi leggerà vedrà
  17. Bob Rock

    Addio, Ulzana!

    Conoscevo Ulzana solo virtualmente attraverso i suoi interventi mai banali e dai quali traspariva la sua grande passione per il fumetto e, soprattutto, per Tex e nonostante non conoscessi personalmente Emanuele la notizia della sua morte mi ha lasciato un dispiacere ed una tristezza infiniti perché la vita è piena di ingiustizie e, purtroppo, non sempre si riesce ad evitarle.
  18. Ma figurati @virgin, una risata non ha mai ammazzato nessuno, almeno che io sappia e poi, se dovessi rimanerci male per una faccina sorridente significherebbe che mi prendo un po' troppo sul serio. Comunque ti ringrazio per il like, quello mi fa molto piacere, dimostra che hai apprezzato quello che ho scritto e non è poco
  19. comunque @JohnnyColt sul fatto che i tuoi post ricevano scarse attenzioni non puoi proprio lamentarti, prova ne è che sono uscito dal mio letargo per esprimere la mia opinione, anzi, mi sembra di ricordare che i tuoi interventi hanno spesso “scatenato” più di qualche reazione e, a volte, anche abbastanza animate; e allora io che dovrei dire? i miei post vengono sistematicamente ignorati avendo la riprova, se mai ne avessi bisogno, che non dico niente che sia degno di nota Continui a parlare di Bonelli monopolista, e se con questo intendi che è la sola casa editrice italiana che produce una moltitudine di testate con personaggi ed autori propri, ti posso dare ragione perché in Italia non ce n’è un’altra che le si avvicina, nemmeno l’Astorina che produce anch’essa i propri albi con i suoi autori, ma lo fa, da 60 anni, con un unico e solo personaggio, ma non credo che tu intendessi questo definendola monopolista de facto e tutte le altre case editrici italiane, Panini, Star Comics, Cosmo, RW Edizioni ecc., non producono un bel niente ma pubblicano fumetti esteri compresi i tanto “decantati” Manga. Ti rispondo punto per punto: Come ti ho già detto lo sta già facendo con il progetto BCU che prevede il film di Dampyr (gia presentato a Lucca Comics 2019, il cartone animato di Dragonero, la serie tv di Dylan Dog, quindi mi pare che si stiano attrezzando per quella diversificazione che tu ti auspichi; Per i videogiochi non dipende dalla Bonelli ma ci vuole una casa che produce videogiochi che compri i diritti dei personaggi Bonelli, e se questo non è ancora successo evidentemente è perché non hanno il necessario appeal e, probabilmente, di un gioco con Tex, Dylan Dog, Zagor e co. non gliene frega niente a nessuno; Per le statuine vale lo stesso discorso dei videogiochi e, comunque, sono già state fatte e distribuite i edicola e, indovina un po' chi le ha comprate? I soliti “vecchi lettori di Tex perché ai ragazzini gliene frega il giusto di Aquila della notte, meglio quelle di Dragon Ball; I social vengono già sfruttati dalla Bonelli proprio per pubblicizzare il BCU come potrai vedere su questo link Bonelli Universe in streaming! - Sergio Bonelli Le fumetterie non vengono snobbate, semplicemente funzionano diversamente dalle edicole, nelle fumetterie non c’è la resa dell’invenduto, pagando, quindi, solo il venduto, ciò che non si vende lo si è già pagato e rimane sul groppone, ecco perché se vuoi Tex o Diabolik devi fare un abbonamento grazie al quale la fumetteria ordina i tuoi albi che arrivano in negozio con qualche giorno di ritardo rispetto alle edicole proprio perché il canale distributivo non è lo stesso. Poi tieni conto, inoltre, che le fumetterie in Italia non sono, forse, nemmeno 500 contro le 25/26.000 edicole e questo ti fa capire come il fumetto popolare, finchè il sistema rimane questo, può uscire regolarmente solo in edicola, al contrario dei libri a fumetti che in edicola non arrivano ma li trovi solo nel circuito delle librerie e delle fumetterie, ma leggi questo esaustivo articolo dell’Associazione Librerie del Fumetto e capirai come funziona l’editoria a fumetti in Italia: La Distribuzione: l’arte di complicare le cose semplici – ALF – ASSOCIAZIONE LIBRERIE DEL FUMETTO (assofumetterie.it) Come, ad esempio, un’altra tua considerazione che ritengo sbagliata è quando paragoni le graphic novel come Zerocalcare o i fumetti francesi (che per ogni personaggio fanno un volume all’anno e quasi sempre a colori), al fumetto popolare italiano (che invece è prevalentemente in b/n). Per forza di cose questi prodotti sono comparabili tra loro avendo, oltretutto, canali distributivi e di vendita diversi che raggiungono utenze differenti, infatti l’età media del lettore di GN è molto più bassa rispetto al lettore di fumetti popolari come quelli Bonelli. Per concludere continuo a pensare, e te lo dico con simpatia, che tu faccia un po' di confusione, anche perché molte delle cose che chiedi alla Bonelli o le ha già fatte o le sta facendo cercando, appunto, di diversificare i suoi prodotti.
  20. La mia partecipazione attiva nelle varie discussioni del forum è sempre più rara ma leggo i vari interventi quasi quotidianamente e riesco ad essere, abbastanza, aggiornato sulle varie discussioni che vengono affrontate, come appunto quella di questo thread che @JohnnyColt, periodicamente, rende vivace con i suoi appassionati interventi di marketing. Perdonami johnny, ma devo dire che dai tuoi chilometrici post nei vari thread, che parlano della crisi del fumetto o dei giovani che non li leggono o di cosa dovrebbe o non dovrebbe fare la Bonelli essere al passo con altre case editrici, traspare una certa confusione di pensiero nell’esporre quelle che sono tue opinioni e che partono quasi sempre da domande che poni chiedendo ad altri quale potrebbe essere l’eventuale soluzione, dando, poi, l’impressione che le risposte non ti interessino più di tanto ma, semplicemente, ti è più facile pensare che siano gli altri a non comprenderti senza dare l’impressione di farti venire il dubbio che, forse, le opinioni altrui non sono così campate in aria rispetto alle tue. Leggendo i tuoi vari interventi hai, nel tempo, segnalato senza soluzione di continuità, quelli che, per te, sono i rimedi che dovrebbe apportare la Bonelli alla propria politica editoriale per combattere la crisi del fumetto tra i giovani visto che, opinione tua, si rivolge solo ad un target di lettori “vecchi” e, sempre secondo te, la Bonelli dovrebbe: - puntare sui fumetti in formato digitale perché questo è il futuro, non il formato cartaceo; - diversificare attraverso l’uso dei media per rendere forte e competitivo il marchio Tex; - produrre videogiochi con Tex o altri personaggi Bonelli; - produrre film e serie tv su Tex o altri personaggi Bonelli; - pubblicizzare i propri prodotti tramite i social e sfruttare Twitch e You Tube per avvicinare i giovani ai fumetti Bonelli. Queste sono solo alcune delle tue teorie salva Bonelli che rappresentavano la soluzione nel momento in cui le esponevi, salvo poi cambiare idea e passare a quella successiva in quanto più efficace o, addirittura, mixandole tutte insieme in post prolissi e confusi dando l’idea, perdonami ma l’impressione è quella, di non essere ben informato sull’argomento che tu avevi tirato in ballo. Per esempio, hai accusato la Bonelli, in base a non so quali competenze, di avere il monopolio del fumetto in Italia, cosa, come ti hanno fatto già notare altri, assolutamente sbagliata, anche perché a differenza di tutte le altre case editrici presenti sul territorio nazionale la SBE produce i propri fumetti e non pubblica quelli di altri, hai detto che dovrebbe prendere esempio dalla Astorina e dalla Corno che hanno prodotto film come Diabolik, Kriminal e Satanik (e stiamo parlando degli anni 60, un’era geologica fa) bè, sappi che quei film, all’epoca, non furono proprio dei successoni, anzi, rientrarono a malapena dei costi di produzione e, soprattutto, come già ti è stato detto, sempre da altri, non furono prodotti dalle rispettive case editrici, ma da case di produzione cinematografiche, Diabolik, ad esempio fu prodotto dalla De Laurentiis, mentre la tanto bistrattata Bonelli ha coprodotto Monolith del 2016 e Dampyr ( che ha visto ritardare la sua uscita a causa della pandemia) che dovrebbe essere il primo tassello del Bonelli Cinematic Universe che non sarà al livello, evidentemente, del MCU, che è prodotto da un colosso come la Dinsey, ma, a livello europeo, credo che sia qualcosa di innovativo, che è una delle cose che cercavi nella Bonelli, mi pare, o no? Per chiudere, visto che mi sono dilungato anche troppo, ti consiglio di leggere questo articolo: Di cosa parliamo quando parliamo di fumetti - Il Post pubblicato su “IlPost.it” nel 2016 che per quanto riguarda le cifre non è aggiornato alla situazione attuale ma potrà toglierti qualche dubbio sulla differenza tra fumetto seriale e graphic novel e tra distribuzione in edicola o in libreria/fumetteria.
  21. Partiamo dal presupposto che disegnare fumetti e illustrare copertine siano due mestieri diversi e che non sempre il disegnatore eccelle in tutte e due le attività in quanto sono richieste abilità diverse. La differenza principale sta nel fatto che, se il disegnatore di fumetti ha la capacità di raccontare una storia con una serie di immagini, il copertinista deve avere il dono di rappresentare una storia con una sola immagine che deve risultare efficace nel comunicare i contenuti ed essere in grado di catturare l’attenzione del pubblico e, per fare questo, deve essere dotato di una capacità di sintesi che non tutti, evidentemente, possiedono. Detto questo, se Villa, da autore delle copertine di Dylan Dog, fu scelto per prendere il testimone da Galep per il, non poco scomodo, ruolo di illustratore delle copertine di Tex è proprio perché racchiude in sé tutte le qualità e le caratteristiche richieste per il mestiere di illustratore di copertine. Che Villa sia bravo e adatto a questo ruolo, lo dimostrano le centinaia e centinaia di copertine (senza contare le cartoline allegate al Tex nuova ristampa) che ha sfornato negli anni, che poi qualcuna possa risultare meno riuscita di altre, è il prezzo da pagare con i personaggi seriali, falle tu sette/ottocento copertine (tra tutte le pubblicazioni, compresa la CSAC di Repubblica) senza sbagliare un colpo. A livello tecnico, gli unici difettucci, superabili, che, personalmente, gli trovo, sono la testa microcefala di Tex nei campi lunghi dei primi anni (ora sembra abbia superato questo problemino) la corporatura, forse, un po' troppo “massiccia” e con il baricentro basso (ma quante persone vediamo per strada con queste caratteristiche? Nessuno è perfetto e, quindi, nemmeno Tex) e le pose troppo statiche che sembrano quelle di uno che si è messo in posa per la foto. Sottolineo queste piccole imprecisioni proprio per voler essere pignolo, lo so bene che per ideare una copertina c’è dietro un lavoro parecchio lungo e laborioso, ed a volte Villa ne fa 2/3 versioni tra le quali la redazione (Boselli?) poi sceglie quella definitiva. Gallieno Ferri e il Galep dei tempi migliori avevano il dono di una certa semplicità grafica che donava una magia unica alle loro le copertine, che oggi, forse, abituati ai disegni super dettagliati dei disegnatori attuali, è difficile replicare. C’è da dire, però, che per sopperire all’iper lavoro cui erano sottoposti, molte delle loro copertine più iconiche (a onor del vero più Galep di Ferri) erano la copia esatta, anzi, in molti casi, la ricalcatura di opere di altri autori, provenienti dal mercato editoriale americano, tramite l’utilizzo di strumenti quali l’episcopio o la lavagna luminosa. Questa pratica molto comune in casa Bonelli dagli anni cinquanta agli anni ottanta, è ben documentata in due volumi intitolati Western all’italiana 1 e 2 scritti da Francesco Bosco e Mauro Scremin di “Baci e Spari” dove viene rivelata l’opera di ricalco in tanti albi di Tex e Zagor e altre collane Bonelli e, a tal proposito, vi invito a leggere un articolo del sito Lo Spazio Bianco: https://www.lospaziobianco.it/per-un-pugno-di-plagi-storia-dei-disegni-di-tex-c/ Non pensate, con questo, che io voglia sminuire il valore artistico, indiscutibile, di Galep e di una carriera quasi interamente dedicata a Tex che non può certo essere messa in discussione per questo tipo di pratica utilizzata da molti altri acclamati autori e, a tal proposito, cito il mitico Wally Wood che disse: “Non disegnare mai ciò che puoi copiare, non copiare mai ciò che puoi ricalcare e non ricalcare mai ciò che puoi incollare” e per chiudere aggiungo anche una massima attribuita a Picasso: “i mediocri imitano, i geni copiano”.
  22. Io la penso come Borden, creare un arcinemico ricorrente per la collana Tex Willer non é per niente facile visto che, oltretutto, si tratta di un genere, quello western, che si presta poco al nemico che torna ciclicamente. Intanto partirei dalle caratteristiche che dovrebbe avere il personaggio cattivo, infatti, l’antagonista di un personaggio cinematografico o della letteratura, sia scritta che disegnata, deve avere determinate caratteristiche per essere considerato un nemico importante e/o ricorrente per l’eroe della storia, deve, prima di tutto, avere pari intelligenza se non superiore, avere intenti criminali, essere spietato e, il più delle volte, deve avere una vera e propria folle ossessione e propositi di vendetta nei confronti dell’eroe, tanto che, annientarlo, diventa il suo unico scopo di esistere. Un esempio perfetto di personaggio di questo genere ce lo dà Arthur Conan Doyle con il Professor Moriarty, genio del male dotato di una mente criminale di straordinaria intelligenza, spietato, senza scrupoli e nemico per eccellenza di Scerlock Holmes. Sicuramente, un genere fumettistico che si presta meglio all’utilizzo dell’arcinemico ricorrente è quello supereroistico, dove la nemesi dell’eroe o ha dei superpoteri o è dotato di un’intelligenza eccezionale (tipo Lex Luthor) e poi, cosa importante, dove si creano sempre i presupposti per il ritorno del cattivo, vuoi perché sfugge all’eroe, meditando vendetta, vuoi perché evade dai penitenziari/manicomi criminali dove, nel frattempo, é aumentato l'odio e la voglia di vendetta nei confronti del supereroe, vuoi perché se, putacaso, muore, perché ogni tanto succede anche ai supercattivi di morire, dopo un po', magari con trovate narrative anche banali, viene riportato in vita per poter ricominciare tutto daccapo, ciclicamente. Se è possibile avere questo tipo di arcinemico ricorrente nel fumetto supereroistico, lo è sicuramente meno, come accennavo prima, con il genere western ed in particolare con Tex in quanto, se il nostro ha un nemico con le sue stesse abilità, significa che il suo antagonista non è altro che un pistolero, quindi, visto che l'apice dello scontro tra due pistoleri è il duello e che lo stesso risulta, evidentemente, fatale per uno dei due, ecco che diventa impossibile avere una nemesi ricorrente con queste caratteristiche, esattamente come è successo, per fare due esempi conosciuti, con Ruby Scott e El Muerto, due bei cattivi, soprattutto il secondo, ma che ovviamente non potevano assolutamente diventare nemici abituali. E questo spiega perché gli unici nemici ricorrenti di Tex (almeno quelli che ricordo io) sono Mefisto, Yama, Proteus, il Maestro e ci aggiungerei anche la Tigre Nera, personaggi che sono il suo opposto, hanno abilità differenti e, cosa importante, lottano con Tex, quasi sempre, a distanza, senza un contatto ravvicinato, ponendo tutti i presupposti per il loro ritorno. Inoltre c'è da aggiungere che il nemico ricorrente è ben riuscito se vi é una certa evoluzione del personaggio, proprio come affermato da Borden in un post precedente: “Il nemico ricorrente, se c'è, è perché si merita di esserlo sul campo e cresce nella serie, come Orlik in Blake & Mortimer, come Mefisto in Tex, come Nergal in Dampyr. Non viene inventato fatto e finito. Perciò in Tex Willer una figura del genere non è prevista. Non si può prevedere né tantomeno creare artificialmente ad hoc.” Non a caso il miglior nemico, e forse uno dei migliori personaggi di Tex, almeno per me (e so già che se molti non saranno d'accordo), é proprio Mefisto perché nato come personaggio banale, quasi inconsistente, sul quale nessuno avrebbe scommesso una lira, da semplice prestigiatore da sagra della porchetta, con la sorella vera mente diabolica che lo sfruttava per poter avere l'alibi degli spettacoli di magia come copertura per il loro mestiere di spie, viene fatto tornare, a distanza di anni, da quel geniaccio di GLB e diventa il nemico giurato di Tex, talmente ossessionato da lui da arrivare alla pazzia e poi alla morte (e che morte, forse una delle migliori di sempre) con l'unico pensiero di annientarlo. Mefisto è per me, l'esempio di grande personaggio, nemesi veramente indovinata, difficile da ripetere, infatti Yama, dopo un'ottima partenza, non è riuscito a replicarne la crescita evolutiva. Per concludere, sono favorevole ai grandi cattivi ben caratterizzati, il nemico ben scritto può solo aggiungere quel qualcosa in più ad una storia, per quelli ricorrenti la penso come Boselli, in una serie come Tex Willer sono di difficile collocazione poi, se con il suo estro, ce ne sfornasse uno veramente bello, magari sulla regolare, perché no?
  23. Ho trovato questa storia complessivamente godibile ma, sinceramente, non mi ha entusiasmato, anzi, paradossalmente, mi sono piaciuti tantissimo i primi due albi, nonostante si riferiscano a eventi già conosciuti e questo, evidentemente, è merito del buon lavoro di “taglia e cuci” fatto da Boselli che ha corretto qualche antica incongruenza presente nelle storie di GLB, per i restanti 3 albi, invece, la penso come @Grande Tex mi sono sembrati un po' troppo prolissi e senza particolari guizzi e/o colpi di scena, con un Coffin poco protagonista, visto il suo ritorno in “vita” dopo ben 72 anni di oblìo, e con un finale, a mio parere, forse un po' affrettato e senza quel pathos alla “Mezzogiorno di fuoco” dove è vero che il duello si risolve in un attimo ma ci è voluto un film intero per arrivare a quell’epilogo, ecco, mi sarei aspettato qualcosa del genere per mettere definitivamente la parola fine al primo storico nemico di Tex. Riguardo a quelle piccole cose che non mi sono tanto piaciute concordo con @laredoquando dice: In effetti la scena in cui Tex che fa un appostamento mettendosi a dormire, che tanto a svegliarlo ci pensa Dinamite, l’ho trovata molto divertente ma poco plausibile, della serie a ‘sto cavallo gli manca solo la parola ma, alla fine, con un po' di sospensione di incredulità si può accettare anche questa situazione. Il Tex “aiutato/salvato” due volte nel giro di poche pagine, a me personalmente, ricorda un po' il Ranger Nolittiano, e non lo dico in tono critico o dispregiativo, non intendo assolutamente dire che abbia fatto la figura del piccione, anzi, intendo che, situazioni simili, con Nolitta, erano abbastanza frequenti ed erano quelle che rendevano il suo Tex più fallace e umano rispetto a quello di GLB più infallibile e granitico. Riguardo al concetto di “aiutato/salvato” nei post precedenti è già stato detto tutto ed il contrario di tutto, io mi chiedo: ma a parti invertite, con Tex che arriva a dare una mano prima a Jimmy Jones e poi a Milton Faver come avremmo interpretato tale intervento, come un “aiuto/salvataggio” da parte dell’eroe protagonista o solo come una semplice partecipazione all’azione che non sortisce alcun effetto sul destino dei due? Forse è solo una questione di punti di vista diversi ma penso che Boselli non abbia scritto queste scene a caso, ma avrà avuto le sue buone ragioni perché, come lo stesso autore ha già dichiarato in precedenza, il Tex giovane è ancora un po' acerbo e meno invincibile del Tex maturo che conosciamo e se ha deciso di scrivere delle scene dove gli fa avere un aiuto insperato è proprio per far capire al lettore che questo Tex è fallibile e quindi ci sta che venga aiutato da un Jimmy Jones qualsiasi o da un Milton Faver che appare dal nulla come un angelo custode e impedisce a Coffin di scappare, come ci sta che queste scene non piacciano a tutti. Per quanto riguarda i disegni a me piace tanto il tratto di Brindisi, che metto tra i disegnatori di Tex che preferisco, quindi non posso che apprezzare il suo lavoro su questi cinque albi.
  24. Bob Rock

    Le tre migliori storie di sempre

    Premetto che essendo cresciuto con il Tex di GLB le storie che ritengo memorabili sono soprattutto sue e sono anche tante, quindi, trovo che sia veramente complicato sceglierne solo tre, però posso dire, senza alcun dubbio, quella che ritengo il capolavoro assoluto nonché l'apice del connubio artistico tra G.L. Bonelli e Galep: Il figlio di Mefisto.
  25. Se ho imparato a conoscere le reazioni di Borden a certe domande mi sa tanto che nel 2021 vedremo una miniserie su Carson. Quando circa due anni e mezzo fa creai il topic sulla possibilità di un remake delle prime avventure di Tex, il Bos ebbe una reazione molto piccata, e qualche mese dopo ho capito il perché, uscii Tex Willer e, probabilmente aveva avuto timore che si sapesse in anticipo. L'anno scorso gli chiesi se avesse pensato ad una miniserie, sullo stile di Deadwood Dick che si era appena conclusa, con protagonisti i pards in solitaria, ed anche quella volta la riposta fu quasi seccata, mi disse che mancavano gli sceneggiatori, che lui aveva troppo da fare e che comunque di avventure in solitaria degli altri pards ce ne erano già state e ce ne sarebbero state sulle varie pubblicazioni secondarie. Poi, se ci mettiamo che ieri prima ha lanciato il sasso parlando di una miniserie su Carson e poi ha nascosto la mano non dicendo, stranamente, niente, lui che di solito rintuzza tutti e tutto beh, allora posso dire, quasi con certezza assoluta, che la miniserie si farà per la gioia di tutti ma, soprattutto, del buon Leo, che non aspetta altro dal lontano 1994. Naturalmente spero di non sbagliarmi
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